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Autore: Mondlicht    23/04/2020    1 recensioni
Allerta spoiler! La storia contiene riferimenti all'ultimo film "Boku no Hero Academia: heroes rising".
Dal testo:
-Qual è l'ultimo momento che ricordi?-
[...]
La sente ancora fresca, la paura di perderlo, i ricordi sono spietati mentre richiama a sé quegli istanti tragici e sconvolgenti. -Le nostre mani.- dice solo, per poi concludere con –Tu che mi dici qualcosa, ma non so cosa.-
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il vento tira forte in cima alla nave, i garriti dei gabbiani ormai si odono in lontananza, lasciando spazio esclusivamente allo scrosciare delle acque marine, scandito dal lento avanzare dell’imbarcazione.  

Non ricorda nulla, dello scontro avvenuto con Nine. O meglio, non ricorda cosa sia accaduto da un determinato momento in poi, e Deku non ha avuto neanche la decenza di rivelarglielo. Lui, che è stato custode del suo segreto per mesi, ora si ritrova faccia a faccia con quel fare evasivo tipico di Deku, come se non abbia dato ampia dimostrazione del fatto che potrebbe fidarsi ad occhi chiusi di lui. 

Come quando Katsuki l’ha salvato durante la battaglia, rimproverandolo con un “Fai attenzione, nerd!” ad esempio. Perché come avrebbe potuto lottare contemporaneamente contro Nine, la sua stessa paura di morire ed il terrore di perdere persino Izuku? Un’angoscia che non aveva fatto altro che aumentare a livello esponenziale, quando si era reso conto di quanto potere albergasse nel corpo di quell’uomo, contro il quale era ricorso a qualunque tipo di attacco fino a sentire gli organi contrarsi violentemente per il dolore, le ferite bruciare come l’inferno, qualche costa spezzata ed il corpo insozzato di sangue. Lui, Katsuki Bakugou, che conosce Izuku Midoriya come le sue fottute tasche, che non può neppure sapere cosa diamine gli sia accaduto, il motivo per il quale la mattina precedente si è svegliato con le braccia livide, nelle medesime condizioni di quelle di Deku quando aveva iniziato ad esercitare il One For All. 

Ecco, il punto della questione: come hanno potuto annientare Nine, se non con il One Far All al massimo della sua potenza? È impossibile che sia subentrato un altro eroe in loro soccorso, lo sa bene, perché l’unico che è intervenuto è stato Hawks, ma che non ha avuto modi di trovarli.  

Affonda le mani nelle tasche, il tessuto morbido della camicia gli accarezza l’addome ed i soffi del vento gli spettinano i capelli; i suoi occhi sono tutti per il profilo dolce di Deku, il naso all’insù e la curva delle labbra che lo alletta sconsideratamente. La stessa che, quando Izuku si rende conto che l’attenzione di Katsuki sia tutta per lui, si volta e snuda un sorriso, si arriccia e quell’emozione che sta provando – gioia? Sollievo? Di cosa si tratta? - gli illumina gli occhi, coinvolge l’intero corpo, ora rilassato di fianco a lui. Quella bocca che si è sporcata di sangue in battaglia, la stessa che ha gridato il suo nome, per paura che fosse stato ferito gravemente.  

Le iridi si incrociano, le une calamitate dalle altre, e Katsuki riflette attentamente, prima di dar voce ai dubbi che ha covato fino a quell’istante. Gli si induriscono i lineamenti del volto, quando dice con tono perentorio – Dimmi cosa è successo, Deku.- 

Il sorriso si spegne, i denti si nascondono dietro un fitto strato di incertezza, gli occhi che sviano il suo sguardo e la testa incassata fra le spalle. -Qual è l’ultimo momento che ricordi?-  

Sbatte piano le palpebre, Katsuki, e in una frazione di secondo la mano contusa di Deku è tesa verso la sua. Si sfiorano appena, e poi si stringono con forza, le pupille fisse nelle sue, i loro corpi stretti nella presa ferrea dei draghi celesti, nient’altro che diramazioni del corpo di Nine.  

Un moto di imbarazzo gli avvolge lo stomaco impietoso, costringendolo a dirigere lo sguardo altrove pur di non incrociare i suoi occhi, responsabili di quelle sensazioni che abitano nel suo petto già da qualche tempo a quella parte. La sente ancora fresca, la paura di perderlo, i ricordi sono spietati mentre richiama a sé quegli istanti tragici e sconvolgenti. -Le nostre mani.- dice solo, per poi concludere con –Tu che mi dici qualcosa, ma non so cosa.-  

Sembra litigare con se stesso, Deku, mentre cala lo sguardo sui suoi avambracci appoggiati alla ringhiera di metallo unta di salsedine, un broncio sul bel viso che non fa altro che incrementare il suo nervosismo. Dimmi la verità, lo prega tacitamente Katsuki, ma sa che la sua volontà non sarà fatta. Il motivo, la ragione di tanto silenzio, qual è? Non si fida di lui, o semplicemente lo sta –Proteggendo.- Ora lo guarda, Bakugou, le iridi in fiamme e la bocca schiusa per lo stupore che quella consapevolezza gli ha comportato. -Da cosa mi vuoi proteggere, esattamente? Lo sai, nerd, che non ho bisogno della tua fottuta compassione.- ringhia indispettito, non nascondendo un certo risentimento.  

Deku si fa più piccolo dinnanzi a quelle parole, inerme di fronte alla cruda, spietata verità. Smascherato, si stringe nelle spalle e incassa il colpo, ma ‘sta volta gli occhi sono di nuovo puntati nei suoi, perché di quel bambino terrorizzato dalla sua smaniosa sete di predominare sui coetanei non è rimasto niente, eccetto quelle lentiggini spruzzate sulla pelle pallida. Il desiderio di mordergliele e vendicarsi così gli balena nella mente, e lo scaccia con una certa rabbia, data la situazione in cui si trovano. -Era l’unico modo.- dice in un sussurro Izuku, e Katsuki non può non avvicinarglisi a quelle parole, insinuando le dita consumate nei suoi capelli annodati dal vento, il corpo intrappolato contro la ringhiera. 

-E cosa diamine sta frullando nella tua testa, per evitare di dirmi la verità?-  

Deku trema fra le sue braccia, e Katsuki lo ringrazia tacitamente di renderlo l’unico in grado di poterlo vedere a quel modo, nelle vesti del ragazzo fragile che è, e non del futuro eroe numero uno; del suo Deku, e non di quello con cui gli si appellano i loro compagni di classe. Gli occhi sono duri mentre scrutano nell’abisso delle iridi di Izuku, ma le mani gli comunicano altro, i pollici che sfiorano quelle stesse lentiggini che ha anelato di saggiare per mesi.  

Le spalle si abbassano di poco a quel contatto e, forte delle carezzevoli emozioni che Bakugou ha generato in lui, l’espressione si fa meno incerta, più sicura. -È entrato dentro di te.- 

-Cosa.- 

Si guardano a lungo, e non servono parole per chiarire il soggetto della frase. Le sopracciglia chiare di Katsuki si stringono in un cipiglio dubbioso, e le mani ricadono sulle spalle di Izuku, avvolgendole in una debole presa. -Immaginavo, che fosse accaduta una cosa del genere, ma non avrei saputo spiegarmi il motivo per cui fosse tornato in te.- 

L’angolo della bocca piena di Deku si tira amaramente verso l’alto, ed un palmo si solleva per stringergli un polso, lì dove le garze hanno fasciato la pelle candida finché Katsuki non è stato guarito da Recovery Girl. -È sempre stato difficile nasconderti le cose, Kacchan.- 

-Ed è stato azzardato da parte tua credere che non avrei investigato, nerd.- lo redarguisce, inasprito. 

È quello il momento in cui le mani di Deku gli afferrano le spalle possenti, gli occhi offuscati dalla sofferenza ed una smorfia di frustrazione che lo fa sussultare. -Non volevo farlo!- grida addolorato, strizzando gli occhi e scuotendo forte il capo, il percorso delle lacrime deviato dalla forza del vento. -Sarei ricorso a qualsiasi altra soluzione possibile, pur di non farlo, perché eri provato, e non sapevo...- le parole sfumano nell’etere, ora le pupille acquose perse sul petto di Katsuki, ed approfitta proprio di quel momento per sollevargli il mento e far scontrare le loro labbra con violenza, nolente di sentirlo proseguire oltre.  

Viola la sua bocca, esplora l’antro bollente leccandogli il palato, sospira di appagamento quando Deku affonda le mani fra i suoi capelli e lo stringe a sé, bramoso di maggior contatto. Si scambiano baci affamati, furiosi, mentre Katsuki tenta di annientare quel terrore di poterlo perdere che ha incendiato il suo corpo durante tutto il combattimento, benzina sul fuoco che alberga nei palmi caldi. Quando si allontana con un sonoro schiocco, le labbra tumide formulano un unico pensiero –Mi sottovaluti così tanto? Eppure sono ancora qui.- 

Raccoglie con la bocca una nuova lacrima che gli riga la guancia, per poi baciarlo a fior di labbra, così dipendente dalle sue attenzioni che deve ingaggiare continue lotte con se stesso, pur di non cedere al desiderio di baciarlo in presenza altrui.  

-E se...?- 

-Sono qui.- ripete, sia ad Izuku che a se stesso, bocca su bocca e le parole che fluiscono direttamente nel cuore dolente di Deku. -Sono qui.- 

   
 
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