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Autore: The LoonyBlogger    23/04/2020    1 recensioni
Spin-off di Resident Evil ambientato a Raccoon City, durante gli eventi del secondo e del terzo gioco.
Resident Evil 3: Resistence prende i protagonisti del gioco multiplayer del remake di Resident Evil 3 e li catapulta in una realtà alternativa, dove sono loro stessi a vivere gli orrori che colpiscono la cittadina del Midwest statunitense.
I sei ragazzi (a cui ad alcuni è stato cambiato il nome): Tyrone, Samuel, Martin, Julia, Alice e Valerie, affronteranno le disavventure solite dei giochi di Shinji Mikami, mostrandoci per la prima volta Raccoon City dallo scoppio dell'epidemia fino alla sua sterilizzazione.
Riusciranno a sopravvivere ed a scoprire cosa si nasconde dietro la multinazionale farmaceutica Umbrella Corporation?
[Aggiornamenti giornalieri]
Genere: Dark, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Alex Wesker, Altro Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Resident Evil 3

Resistance

 

Capitolo 1.

 

Delle volte mi chiedo se la mia vita non sia tutto uno scherzo.
Se le persone non si stiano solo divertendo a prendermi in giro.
Mi chiedo se tutto questo sia reale.
A fine Settembre la cittadina di Raccoon City cadde in un incubo senza fine.

Il mio, però, era iniziato diversi mesi prima


 

Samuel Marini aveva da poco finito le superiori e si trovava al primo anno di università.
Grazie alle sue eccellenti doti fisiche aveva vinto una borsa di studio e aveva deciso di iscriversi al campus di Raccoon City, nella speranza di poter, in futuro, entrare in qualche squadra di basket di valore, restando comunque nella sua città natale.
Non voleva andarsene, non poteva farlo.
Samuel aveva alle spalle un’importante famiglia nella comunità di Raccoon City, la madre Piper era un'eccellente medico del Raccoon General Hospital, mentre la sorella maggiore e il padre erano agenti di polizia al dipartimento cittadino.
Samuel era un ragazzo fortunato, una bella famiglia, una carriera stellare per il suo futuro, una bella ragazza al suo fianco... un giorno, però, la sua vita venne stravolta.
Il padre, Enrico Marini, capitano della squadra Team Bravo della S.T.A.R.S, aveva perso la vita in un incidente nei monti Arklay, a luglio di quello stesso anno, sconvolgendo la comunità e la sua famiglia.
Samuel era finito sotto un treno, suo papà, l’uomo che l’aveva sempre sostenuto in tutto, era morto.
La cittadina si strinse per diverso tempo intorno alla famiglia Marini e a quelle degli altri agenti morti sui monti Arklay, addirittura il sindaco aveva fatto un encomio ai caduti, prendendosi la responsabilità di pagare i fondi universitari ai figli dei membri S.T.A.R.S morti, ma questo non sollevò Samuel e la sua famiglia dal dolore.
Enrico era un ottimo padre e un marito meraviglioso, Thomas, il più piccolo della famiglia, ancora lo cercava la sera, sperando che tornasse a casa.
Piper invece, la moglie, non poteva fermarsi un attimo a causa del suo lavoro, faticando ad elaborare il lutto come meglio poteva.
Samuel aveva pianto a lungo la morte del padre, ma fortunatamente aveva Julia al suo fianco, la sua ragazza, a farlo rialzare dalla depressione.
Aveva dunque deciso di proseguire gli studi e di portare avanti il sogno che suo padre aveva sempre sostenuto, iscrivendosi alla Raccoon University.
Era un ragazzo caucasico come il padre, dai capelli corti e gli occhi scuri, fisicamente ben piazzato, grazie agli allenamenti di basket, ed era solito indossare t-shirt bianche e denim azzurri, insieme alla felpa rossa con la cerniera che portava dalle scuole superiori.
Al collo aveva la targhetta del padre, in suo ricordo.
Quella mattina si trovava in università insieme alla sua ragazza, Julia, e il suo migliore amico, Tyrone.
Julia era una bionda dal fisico mozzafiato, aveva fatto la cheerleader alle superiori, ma non era solita darsi troppe arie.
Sua madre era il capo-giardiniere del campus ed era la sua più grande sostenitrice e amica.
Di fatto Julia era una ragazza semplice, portava shorts di denim e una corta camicetta a quadretti neri e rossi.
Tyrone invece era una vera testa calda, anche lui giocatore di basket aveva cacciato Samuel e i suoi amici in mille guai, ma sembrava starsi calmando da quando era iniziata l’università.
Era un ragazzo di colore, dagli occhi verde scuro, era solito vestirsi comodo, con pantaloni della tuta neri e ogni tanto indossava delle camicie, la sua preferita era a scacchi verdi e azzurri.
Stavano commentando una partita di basket, come al solito, quando videro un ragazzo camminare per i corridoi dell’università.
Era un tipo riccioluto, dai capelli scuri, decisamente più basso dei due sportivi e dagli occhi chiari.
“Ehy, ma quello non è Martin Campbell? Wow, non avrei mai detto si mettesse a frequentare la Raccoon University.” Tyrone ghignò, mentre da lontano lo vedevano scambiare due chiacchiere con dei suoi amici.
“Sì, ma lasciatelo in pace, lo avete già tormentato troppo alle superiori.” Julia lanciò un’occhiataccia di rimprovero ai due, ricordandosi quanto si fossero comportati da bulletti con Martin per tutta la durata delle high school.
“Oh, andiamo, copiare qualche compito e chiuderlo nell’armadietto non si può considerare tormento, semmai normale routine della Raccoon High School.” Borbottò Tyrone, facendo ridacchiare la ragazza, che in tutta risposta lo colpì con un libro su un braccio e dandogli dello scemo.
Samuel invece era rimasto a osservarlo, serio, perso nei suoi pensieri.
“Suo padre e il mio erano amici, quando è morto ci sono stati vicini.” Disse, dandosi interiormente dello stupido per aver tormentato Martin per tanto tempo.
Era un bravo ragazzo, ancora non si spiegava perché ce l’avesse tanto con lui alle superiori, era intelligente, certo, gli serviva per farsi aiutare, però era stato ingiustamente cattivo nei suoi confronti.
Quando Enrico morì, Martin e suo padre aiutarono molto la sua famiglia, ma lui non ebbe mai il coraggio di ringraziarlo, si sentiva in colpa per tutto ciò che aveva fatto.
“Oh, tesoro...” Julia abbracciò Samuel, baciandolo, mentre Tyrone faceva spallucce, indifferente a Martin.
“Sarà, ma rimane comunque uno sfigatello.”

 

Valerie Harmon era una ragazza dai lunghi capelli neri, raccolti in una treccia, dagli occhi nocciola nascosti da una spessa montatura di occhiali neri.
Non era mai stata troppo a suo agio con il suo corpo, diversamente da Julia tendeva ad indossare grandi felpe e jeans anche nei mesi più caldi.
Era un prodigio della chimica, era in procinto di laurearsi ed era il pupillo della docente del suo corso, Daniella Lawson.
Lei era una donna alta, slanciata, dai corti capelli castani e il viso tondo.
Le due erano proprio insieme quel 23 mattina, a discutere della tesi della ragazza e del suo futuro nel laboratorio di chimica.
“Sai, una volta finita la tua tesi potresti lavorare per l’Umbrella Corporation. Ho un paio di contatti che potrebbero sicuramente farti arrivare in alto. Una mente come la tua sarebbe essenziale per l’azienda.” Le spiegò la professoressa, ammirata dalle doti eccelse di Valerie.

Lei sorrise, arrossendo, ma non sembrava del tutto convinta.
“La ringrazio, però non se so vorrò rimanere in città. Raccoon City è bellissima, ma preferirei muovermi, viaggiare. Insomma, esplorare un po’ il mondo.” Le rispose, sognando di vedere ben altro rispetto alla solita periferia in cui era confinata da quando era nata.
“Uhm, certo, però te pensaci, certe opportunità capitano una volta sola.” Daniella le sorrise, sperando seriamente che la sua studentessa ci potesse ripensare.
Un lieve bussare alla porta terminò la loro conversazione.
Valerie alzò lo sguardo sull’uscio, dove una ragazza bionda dall’aspetto un po’ rock fece il suo ingresso.
“Salve, questo è il laboratorio di chimica?” Chiese, spaesata.
Daniella la guardò incuriosita, confermando la sua supposizione.
“Sei qui per fare il tour della scuola? Ti sei persa?”
“Beh, credo di sì. Mi chiamo Alice, Alice Jackson.”
La professoressa la guardò di traverso, era in ritardo di ben due ore la ragazza.
“Sei in ritardo, se fai questi orari non so se ti ammetteranno ai corsi.” Se c’era una cosa che Daniella odiava, era sapere che qualcuno non sapesse rispettare le scadenze.
“Lo so, mi scusi, ma sa, l’università è immensa, non sono riuscita nemmeno a trovare la segreteria.” Alice nascose l’imbarazzo con un sorrisetto nervoso, avvicinandosi alle due donne.
“Strano, è all’ingresso dell’edificio.” Valerie la guardò con sospetto, ricevendo un’occhiata seria a sua volta.
“Devo averla superata senza accorgermene allora… non è che posso fare qualche domanda a voi? Sapete, per capire qualcosa di più sull’università.” Chiese, facendo notare che ormai fosse troppo tardi per unirsi al giro della guida.

“Domande di che tipo?” Daniella sembrò insospettirsi, era strano che qualcuno si presentasse in quel modo.
Alice lo notò, ma preferì andare avanti, guardandosi in giro tra i becher e le ampolle del laboratorio.
“Ooh, non so, mi piacerebbe sapere qualcosa di più sul rettore dell’università, che sbocchi lavorativi offrono i corsi… o quanto l’Umbrella Corporation è presente nell’amministrazione della struttura e nella formazione degli studenti...” Alicia sapeva bene di essere azzardata a fare certe domande, ma voleva vedere la reazione della professoressa, che non si fece certo fatta attendere.

La cacciò dal laboratorio, dicendole che se avesse voluto informazioni sarebbe dovuta direttamente andare in segreteria, o magari arrivare in orario la prossima volta.
Era il risultato sperato dalla ragazza, ora era ben certa che ci fosse qualcosa sotto in quella scuola.
“Ma guarda un po’ te quanta arroganza, spero proprio che scelga un’altra università.” Daniella, tutta indispettita, recuperò la sua borsa, dirigendosi verso l’uscita del laboratorio.
“Devo andare, Valerie, ma ci vedremo sicuramente più tardi.”
“Salve professoressa.” Valerie vide uscire la docente, per poi raggruppare anche lei le sue cose e lasciare il laboratorio.
Percorse il corridoio dal lato opposto in cui era andata la docente, trovando Alice intenta a leggere la bacheca scolastica.
“Oh, ciao di nuovo.” La bionda sorrise, mentre l’altra la guardava scettica.
“Hai bisogno di una mano?” Chiese la ragazza, vedendo quanto fosse attenta ad osservare la bacheca.
Alice sembrò pensarci un attimo su, per poi tornare a sorridere.
“In realtà sì, non è che ti potrei fare qualche altra domanda?”

 

Daniella stava camminando per i corridoi dell’università, quando raggiunse una cabina telefonica, chiamando la sicurezza del campus.
Un paio di edifici più in là, rispose un uomo tarchiato e brizzolato.

“Sì?… Ah, Daniella, che succede?” Domandò, mentre si sistemava la giacchetta che riportava il marchio Umbrella corp.
“Penso che qualcuno della polizia o robe simili sia venuto a ficcare il naso dove non dovrebbe, pensateci voi.” Rispose, sistemandosi i capelli grazie al riflesso del vetro della cabina telefonica.

“Descrizione fisica?”
“Posso darti molto di più, Ray, ha detto di chiamarsi Alice Jackson.”
“Ottimo, ci penso io.”

Ray fece una rapida ricerca su internet, che riportò al volto della ragazza, con su scritto “giornalista presso Raccoon Times”.
L’uomo ghignò, prendendo la sua beretta dalla scrivania.
“Bene, è ora di scoprire cosa vuole.”

 

Era primo pomeriggio quando Martin Campbell salutò i suoi amici, apprestandosi ad attraversare il giardino davanti all’ingresso, pronto ad andare a lezione.
Era un tipo minuto e semplice, solito a girare con camice aperte, t-shirt e denim, non separandosi mai dal suo ormai inconfondibile zaino nero, ben saldo alla schiena anche grazie alla chiusura sul petto.

Mentre attraversava il giardino incrociò lo sguardo di Samuel Marini, che lo fece un attimo sobbalzare e guardare da un’altra parte.
Nonostante l’avesse visto spesso, quell’estate, e di conseguenza anche rivalutato, ancora faceva fatica a guardarlo o averci una conversazione, sia perché Samuel non aveva mai mostrato interesse ad avercela, se non per ridere, sia perché lo metteva stranamente in soggezione.
Fu mentre pensava a qualche mese prima, a Samuel in casa sua, poco dopo la scoperta della morte del padre, dilaniato dal dolore con i suoi familiari, in cui lui e suo papà erano corsi per dare il loro sostegno, che si scontrò contro un altro studente.
Gli caddero alcuni libri dallo zaino stracolmo e si dovette apprestare a raccoglierli, si sentiva un vero idiota a non aver notato il coetaneo e di fare quella figura proprio davanti agli occhi di chi lo aveva sempre preso in giro fino a pochi mesi prima.

“Che cretino.” Bofonchiò Tyrone, che aveva seguito lo sguardo dell’amico.
Samuel non disse niente, stranamente anche lui aveva appena rivissuto lo stesso ricordo di Martin.

Si ricordò di quanto si sentisse impotente di fronte a lui, quando scoprì della morte di suo padre.
In quel momento stava veramente odiando Martin, ad averlo in casa sua, mentre lui era così fragile.
Lo trovava un affronto, come se lo stesse umiliando nel suo dolore, come se fosse intervenuto nella sua intimità, senza chiedere il permesso.
Avrebbe voluto che in quel momento ci fosse la sua ragazza, ci fosse Julia a stargli vicino per suo padre, non lui.
Ora, Samuel si rendeva conto di quanto fosse stupido quel ragionamento e di quanto fosse dettato dal dolore della perdita.
Proprio durante quel ragionamento, vide Martin rialzarsi con i libri in mano, pronto a ripartire per la struttura universitaria, se non fosse che si trovò di fronte ad un altro uomo.
E non era minimamente uno studente.

“Oh, mi scusi, non volev… signore tutto bene?” Martin lo osservò un attimo, l’uomo era a testa china, barcollante.

“Nonostante i difetti, comunque è una buona università. Non trovo affatto pressante o presente l’Umbrella sul nostro percorso formativo.” Anche Valerie e Alice erano giunte all’ingresso, in cui vennero distratte dalla scena al centro del giardino.
“Aspetta un attimo.” Alice guardò la figura barcollante vicino a Martin, insospettita.
“Ma che fa?” Julia sorrise divertita, era una scena veramente bizzarra.

“Signore?” Martin si avvicinò all’uomo, che alzò piano la testa.
Il suo sguardo non era più umano.

Sembravano gli occhi di una bestia, erano rosso sangue, lo osservava con odio animalesco, con… fame.
Successe tutto in un attimo.
Con un ringhio disumano l'uomo si gettò addosso a Martin, che cadde all’indietro!
L’uomo si dibatteva sopra il ragazzo, cercava di graffiarlo, mentre sbatteva i denti nel tentativo di morderlo!
Martin lo teneva per le spalle, lontano da lui, mentre questi gli sbavava addosso, famelico.

“Martin!” Samuel scattò verso il ragazzo, pronto ad aiutarlo e Tyrone e Julia gli furono subito dietro.
“Oh, cazzo.” Tyrone imprecò, chiedendosi cosa stesse succedendo, mentre Julia sembrava ben più preoccupata che qualcuno potesse farsi male.

“Merda.” Anche Alice si mise a correre verso il centro della scena, seguita da una ben più titubante Valerie.
Samuel fu subito addosso all’aggressore, prendendolo per le spalle e gettandolo a terra, lontano da Martin.

“Ma che cazzo fai, si può sapere?!” Era furioso, mentre si metteva tra lui e l’amico.
Aiutò Martin a rialzarsi da terra, assicurandosi che non gli avesse fatto niente.
“Stai bene?” Gli chiese, preoccupato.

“Sì, sì, grazie mille, quel pazzo voleva mordermi!” Campbell era scioccato, con il battito cardiaco a mille e con il respiro affannato.
Intanto l’ubriaco si alzò a fatica da terra, dando loro le spalle.
“Ehy, il mio amico ti ha fatto una domanda, che cazzo ti è preso?” Tyrone, infastidito dal comportamento dell’uomo, gli si avvicinò, prendendolo per una spalla.
Solo che l’ubriaco si girò di scattò, lanciandosi sulla sua gola!
Affondò le fauci sul collo di Tyrone, facendolo sanguinare e gridare dal dolore!
“Aaaah, Ty!” Julia portò le mani davanti alla bocca, scioccata, mentre metà campus, assistendo alla scena, gridava in preda al panico.
“Tyrone!” Samuel scattò verso l’amico, che con un sonoro pugno staccò via l’aggressore da lui, facendolo finire a terra.
“Brutto stronzo che cazzo fai?!” Tyrone barcollò all’indietro, mentre il sangue gli sgorgava come un fiume in piena dalla ferita.

Valerie era scioccata, mentre in lontananza si sentivano gli uomini della sicurezza correre nella loro direzione.
“Allontanatevi, ora!” Alice fece un passo avanti, estraendo una piccola pistola da una delle tasche interne della giacchetta, facendo andare tutti ancora di più nel panico.

La puntò contro l’uomo barcollante, che sembrava pronto ad aggredire ancora, questa volta lei.
Gli sparò un colpo sulla spalla destra, ma non sembrò avere effetto.
Sparò un’altra volta, ora sul cuore, ma quell’uomo non subì danni.
“Com’è possibile...” Julia era in lacrime, incredula esattamente come lo erano Tyrone, Samuel, Martin e Valerie.

“E vuoi morire?!” Alice alzò la mira, puntò alla fronte e sparò.
L’uomo barcollante cadde a terra, privo di vita, mentre tutti gli studenti del campus fuggivano da lì.
Valerie era senza parole, com’era possibile che quell’uomo non fosse morto, dopo il colpo al cuore di Alice?
“Non è… non è possibile tutto questo.” Balbettò, mentre il panico si insinuava in lei.
Fu la voce di Daniella che la riportò alla realtà.
“Valerie… Valerie!” La ragazza si girò, trovando la docente dietro di lei.
“Vieni con me.”
Alice invece era pronta a scappare, sapendo bene che dopo quel gesto la sicurezza si sarebbe accorta del fatto che non fosse parte del corpo studentesco del campus, ma venne fermata proprio dagli agenti, tra cui Ray.
“Ferma lì, dovrai darci un po’ di spiegazioni, bella!”

 

Intanto Tyrone non smetteva di sanguinare, la sua pelle stava rapidamente iniziando a diventare pallida.
“Dobbiamo portarlo in ospedale, immediatamente!” Samuel stava entrando nel panico, il suo migliore amico era appena stato morso!
“Vi accompagno io, venite, presto!” Un ragazzo si offrì di aiutare il ferito, correndo a prendere l’auto.
Samuel prese sottobraccio Tyrone e Martin si accinse a fare lo stesso dall’altro lato.
“Ti do una mano io.” Disse a Samuel, che gli fece un cenno di ringraziamento.
“Vengo con voi!” Julia scattò dal ragazzo, che invece la bloccò.
“Rimani qui, rimani al sicuro! Va' da tua madre, potrebbe aver bisogno di te.” L’ultima cosa che Samuel voleva in quel momento è che Julia rischiasse di farsi male, in più lei abitava nel campus insieme alla madre, quest’ultima sarebbe morta dalla preoccupazione nel sapere la figlia scomparsa dopo un’aggressione ed un omicidio!
“Ma io...”
“Ti prego, sei più al sicuro qui.” Le disse, prima di allontanarsi il più in fretta possibile con Martin e il ferito.
Dopotutto era vero, era da una settimana che giravano voci di aggressioni simili in tutta la città.
Julia rimase lì, terrorizzata, a guardare il fidanzato allontanarsi, mentre una pozza di sangue si disperdeva dal cranio del cadavere poco più in là.

Quello era solo l’inizio dell’inferno.


Angolo d'Autore:
Ehilà, popolo di Efp!
Eccomi qua con il primo vero capitolo della nostra storia!
Per prima cosa mi scuso immensamente, mi ero completamente dimenticato di aggiornare, chiedo venia, ma sono un maturando e in questo difficile periodo fatico a stare dietro a tutto ahahah
Allora allora, che dire, prima di tutto ringrazio summer_moon per aver recensito lo scorso capitolo, sono veramente contento che qualcuno segua la storia!
Devo essere sincero, la scrivo non tanto per pubblicarla, ma perché mi diverte immaginarmi e raccontare le disavventure dei nostri 6 protagonisti (presto 5, ma ci arriviamo) quindi non mi importa avere chissà quale seguito, voglio arrivare fino alla fine di una longfiction, anche se non ho idea quanto possa durare.
Penso che possa andare avanti più di trenta capitoli, ma non ne sono sicuro.
Per ora ho scritto fino all'ottavo, ma è ancora l'inizio dell'epidemia a  Raccoon City ahahaha
Voglio raccontarla tutta, fino alla sterilizzazione della città, quindi vi faccio immaginare quante cose ci siano da raccontare! Ahahaha
Per quanto riguarda la storia, da qui in poi sarà un escalation orrorifica, lenta, perché giustamente non possiamo far affrontare subito il peggio ai nostri eroi (possiamo giocare con la loro psicologia per un po' <3), ma sempre più spaventosa <3
Vi dico subito una cosa: nessuno è salvo.
Non pensiate che visto che sono protagonisti allora si salveranno tutti dal disastro di Raccoon City, perché credetemi, non sarà così.
Tyrone ne è la prova: ancora vivo, ma condannato a morte dal morso.
Chi sopravvivrà?
Come vedete le storie sono intrecciate tra di loro, Julia, Martin, Samuel e Tyrone si conoscevano da prima dell'epidemia, e sono molto contento del lavoro che ho fatto sulla psicologia di Samuel, figlio di un membro molto importante degli S.T.A.R.S
Non so, volevo rendere un po' di giustizia ad Enrico, bistrattato da tutti, almeno così ha una storia, una famiglia... e la cosa mi intriga parecchio!
Non mi dilungo oltre, grazie per aver letto, a presto!
  
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