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Autore: Semperinfelix    24/04/2020    2 recensioni
In questa raccolta troverete componimenti, in rima e metro vari, da me composti seguendo l'orma degli Antichi.
Genere: Comico, Malinconico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Io vidi un dì ne la selva ombrosa
una volpe piagner di doglia antica,
la qual con voce umana par che dica,
sicché me misi ad ascoltarla ascosa.

Dicea: «io son la volpe dolorosa
che sol de amaro pianto se nutrica,
né in state o in verno ha fine sua fatica,
poi che perduto ha la sua dolce sposa.

Perduto è il volto e l'amato sorriso
di colei che me coloriva il mondo,
e senza lei io mi sento andare a fondo,
poi che m'ha Iddio da l'alma mia diviso.

Di quel che sol per lei aveo conquiso,
e il regno e l'oro e il viver mio giocondo,
tutto ho perduto, e di miseria abbondo:
poi che morì, non m'ha Fortuna arriso.

Per castigo io fui mutato in volpe
perché superbo fui ne l'altra vita,
e tante volte stolto l'ho ferita,
così soffrendo sconto le mie colpe.

Mio unico desio è lasciar queste polpe,
che ne sia per pieta l'alma partita,
però che si è del suo peccar pentita,
ma non è tempo ancor che me discolpe.

Ora mi resto sol col suo ricordo,
che ogn'ora accresce il mio tormento,
e chiamo Iddio ch'a mie richieste è sordo».

Cossì ascoltando el triste suo lamento
io mi sentì di morte amara al bordo,
pel sincero amor ch'Iddio avea spento.

~~~

Endecasillabi con rima ABBA - ABBA - CDDC - CDDC - EFFE - EFFE - GHG - HGH

Va bene, forse non arriverà mai il giorno in cui riuscirò finalmente a scrivere un sonetto come si deve, poiché anche questo componimento era partito come un sonetto, ma alla fine mi sono sentita una criminale a liquidare il discorso in quattro strofe e così non ho potuto fare a meno di scodellarne otto.

Ora, da cosa nasce cosa? Be', ma da questa poesia che fortuitamente ho rinvenuto:

Cossì pensando gli venne a memoria
esser stato a Venecia già molti anni,
e haver visto in San Marco quella istoria
che son due galli che, con forza e inganni,
hanno preso una volpe, e con gran gloria,
recordandosi i vecchi havuti danni,
la portan presa su un baston in spalla
ligato i piedi e il capo a terra calla.

E perché havea inteso che ogni cosa
che depinta in San Marcho è prophetia
diceva "io son la volpe dolorosa,
la consientia mia so qual la sia,
de invidia e rabia e inganni copiosa!
I Galli adesso mi seren la via,
e me hano teso di molte tagliuole":
cossì, meschino, si lagna e si duole.

(Pietro Matteo Carranti)

Ora, fuor di metafora, la volpe è Ludovico il Moro, i galli sono i francesi che l'hanno sconfitto, spogliato dello stato e di ogni altro bene e condotto prigioniero in Francia. A questo lamento antico si aggiunge il mio ancora fresco: Ludovico si era ben guadagnato il titolo di volpe, poiché finché era vissuto bene, ed era stato felice, aveva governato saggiamente e con scaltrezza, ma quel maledetto giorno in cui gli venne a mancare la moglie, da lui amata sopra ogni cosa, la quale morì appena ventunenne, egli perdette il senno e la ragione e smise di curarsi dello stato.

Con la sua amata se n'era volata via anche quella Fortuna che per vent'anni gli aveva sorriso benevola, cosicché si ritrovò facile preda quando, ormai esposto e senza più alleati, i galli vennero a soggiogargli il regno.

Ebbe le sue colpe, ebbe le sue colpe e n'ebbe tante: quella stessa moglie ch'egli tanto amava, più volte sfacciatamente l'aveva tradita e trascurata, così che in parte fu responsabile della sua morte. Eppure spesso è proprio la Morte che apre gli occhi prima serrati dall'abbondanza, cosicché con troppo ritardo Ludovico s'avvide di essersi condotto da sé alla rovina. Ma Iddio, che è Padre e Giudice, così punisce e così perdona, e perciò, se il pentimento è nell'animo sincero, non v'è figlio che Egli abbandona.

   
 
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