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Autore: Claire087    25/04/2020    2 recensioni
Nonostante i tragici eventi accaduti nel 1995, il nuovo e ambizioso Capo dell'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici è determinato a organizzare una nuova competizione che coinvolgerà ancora una volta le Scuole di Magia di Beauxbatons, Durmstrang e Hogwarts. Tre campioni si affronteranno in una nuova sfida e per una giovane strega sarà l'occasione per mettersi alla prova.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Lucy Weasley, Molly Weasley Jr, Nuova generazione di streghe e maghi, Roxanne Weasley | Coppie: Angelina/George, Arthur/Molly, Audrey/Percy, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Buon 25 Aprile a tutti!
Scusate se ci metto tanto ad aggiornare. Purtroppo, la quarantena mi tiene lo stesso occupata. Spero che stiate tutti bene. Ho notato che in molti avete letto la mia storia. Se vi va di dirmi cosa pensate ma non volete lasciare un commento, scrivetemi pure un messaggio in privato. 
Comunque, abbiamo già perso un sacco di tempo: ecco a voi il capitolo otto. Come al solito, se avete qualche critica, siate gentili.

Capitolo otto: Il miglior compleanno 


"Alzati dormigliona!" 

Molly aprì gli occhi. La sua vista annebbiata faticò a mettere a fuoco il volto sorridente della cugina, la quale si trovava in piedi vicino al suo letto. Indossava ancora la camicia da notte. Le tende del baldacchino erano state scostate e la luce flebile luce del giorno riusciva a malapena a illuminare il dormitorio.  

"Che ore sono?" chiese, lasciandosi sfuggire uno sbadiglio. La scorsa notte non aveva dormito molto. Per la verità, nelle ultime notti aveva avuto qualche difficoltà ad addormentarsi. La sua mente iniziava a perdersi in riflessioni senza né capo né coda, che spesso e volentieri si mischiavano a sogni assurdi e angoscianti. Molly sospettava seriamente di aver ereditato questa abitudine da suo padre. 

Roxanne, a quanto pareva, non aveva avuto problemi d'insonnia. Era ben sveglia e trapelava energia da tutti i pori. Senza neanche badare alla domanda, salì in piedi sul suo letto, mettendosi a saltare. 

"Sorgi e splendi! Sei una strega adulta!" gridò. Poi, visto che Molly non aveva dimostrato la minima voglia di alzarsi, le afferrò il braccio e la tirò su.  

"Perché mi hai svegliata?" mormorò debolmente, prima di lasciarsi sfuggire un lungo sbadiglio. 

"Dai su, un po' di grinta. È il tuo compleanno!" 

Tutto il sonno scomparve di colpo. Il suo compleanno! Il suo diciassettesimo compleanno! Era da quando aveva dieci anni che aspettava questo giorno. Le era sembrato sempre così irraggiungibile e ora, finalmente, era arrivato. Era ufficialmente un'adulta. 

Lei, Molly Weasley. Un'adulta.

Beh, prima o poi capita a tutti... 

Immediatamente, spostò lo sguardo ai piedi del letto, dove erano accatastati circa una dozzina di pacchetti colorati. Erano i regali che erano stati inviati dai suoi parenti ed amici fuori da Hogwarts. Tutti insieme facevano un bell'effetto.  

Sua cugina si mise a cantare a squarciagola 'Rise and shine, witch' di Katrina Underwood, svegliando tutte le altre ragazze del dormitorio. Nessuna manifestò alcuna sorpresa: erano ormai sei anni che, ogni 30 ottobre, Roxanne metteva su quello spettacolo. E ogni anno, il suo canto sembrava farsi più acuto e stridulo. 

In un attimo, Chloe, Lauren e Kate furono fuori dal letto e corsero ad abbracciarla. L'unica che non le rivolse nemmeno una parola fu Gertrude Gray, la quale le lanciò un'occhiata infastidita, come se compiere gli anni fosse una colpa. In realtà, Molly sospettava che non avesse nulla a che fare con il suo compleanno: era da qualche settimana che Gertrude la guardava male, anche quando non faceva o diceva nulla di particolare. Non ne capiva il motivo. Non che di solito godesse della sua simpatia. Anzi, era ben consapevole che Gertrude disprezzava tutte le altre Grifondoro del suo anno, e che preferiva cercare le sue amicizie altrove. Non aveva mai nascosto che la ritenesse una ragazza idiota: l'anno precedente aveva iniziato a vessarla proprio come faceva con Edward, riempiendola di insulti e commenti maligni, senza mancare di sottolineare quanto lei non meritasse l'incarico di prefetto. Negli ultimi tempi, invece, quasi non le parlava più. Non l'aveva neanche rimproverata per aver permesso ai suoi compagni di far festa in Sala Comune. Tuttavia, gli sguardi che le lanciava lasciavano trasparire una rabbia che quasi sfiorava l'odio. Molly si chiedeva spesso se era il caso di chiarire le cose, ma poi lasciava perdere. Anni di convivenza le avevano insegnato a non iniziare discussioni che avrebbero potuto portare a un cattivo esito. 

Mentre Gertrude si chiudeva in bagno, Lauren e Chloe si sedettero sul pavimento ad osservare l'amica che scartava i regali. Kate si era messa invece a frugare nel suo baule, dal quale tirò fuori un pacco regalo. Era grande e leggero come un cuscino. 

"Inizia dal nostro! L'abbiamo ordinato via gufo senza che tu te ne sia accorta!" esclamò Kate entusiasta, mettendole il pacco tra le mani. Poi, facendo una smorfia, aggiunse: "Fosse stato per me, l'avrei preso rosa ciclamino... ma qualcuno ha avuto da ridire!" 

"Era orrendo! Poi non sarebbe stato bene con i suoi capelli!" esclamò Chloe.  

Molly, piuttosto incuriosita, strappò la carta regalo. Era un mantello da strega che faceva parte della linea d'abbigliamento firmata Katrina Underwood. Era di seta leggera di color lilla, con dei ricami argentati e una spilla a forma di stella. Era un indumento che aveva l'aria di rovinarsi anche solo guardandolo. 

"È bellissimo!" Molly abbracciò le amiche una ad una. "Il colore è perfetto! Grazie mille!" 

Anche a Roxanne piacque tantissimo. "Non sapete quanto ho pregato i miei di regalarmi un mantello così. Ma papà sostiene che, piuttosto che dar anche un solo zellino alla concorrenza, va a lavorare al Ministero". 

In effetti era così. Tutto ciò che aveva la firma della Underwood costava più del normale, ma quella non era l'unica ragione per cui la cantante non godeva della simpatia dei loro genitori. Lo zio George si lamentava spesso che le vendite dei prodotti Tiri Vispi della linea per ragazze (per lo più trucchi e smalti magici) si stavano abbassando ed attribuiva la colpa a "quel Demiguise biondo". Si rifiutava di regalare alla figlia qualsiasi cosa fosse prodotto dalla cantante. Percy era più tollerante, tuttavia una volta si era rifiutato di comprare alla sua primogenita un calderone Underwood, poiché non rispettava la normativa sullo spessore. Naturalmente, Molly aveva tentato di far valere le sue ragioni ("Katrina dona il cinque per cento delle vendite alla salvaguardia dei Billywig... sei un essere insensibile... non te ne importa proprio nulla dei Billywig?!"), ma non era risultata molto convincente. 

Appena Molly ebbe sistemato con cura il mantello dentro il baule, sua cugina le consegnò un pacchettino. "Scusami, non sono riuscita ad impacchettarlo bene..." si giustificò. 

Sulla carta regalo stropicciata era attaccato un piccolo bigliettino, scritto con un inchiostro colorato e decorato con disegni di scoppiettanti fuochi d'artificio: 

Buon diciassettesimo compleanno alla ragazzaccia più tosta di tutti i tempi, nonché mia migliore amica e cugina preferita (senza offesa per gli altri diecimila Weasley e Potter). 

Con affetto, 

Roxie  


Molly strappò via la carta e si ritrovò in mano uno specchietto portacipria in ottone. Era piccolo e rotondo, sul dorso c'era un disegno di un fiore di ciliegio. Tuttavia, non conteneva nessuna cipria o trucco.  

"E' uno specchio a doppio senso" spiegò Roxanne. Dal suo baule tirò fuori uno specchietto della stessa forma e dimensione, l'unica differenza era il girasole sul dorso. "L'ho trovato in un negozietto a Diagon Alley. C'era un sacco di roba interessante, ma alla fine ho scelto questo. Serve per comunicare con una persona quando sei lontana, basta pronunciare ad alta voce il nome... Aspetta... Molly!". 

Sullo specchietto che teneva in mano Molly, apparve il viso di Roxanne: "Visto?" 

"Fantastico! Così non dovrò più chiedere in prestito Astrid ogni volta che ho voglia di chiacchierare con te!" 

Tutti i regali dei parenti furono altrettanto apprezzati e ciò non fu una cosa scontata, dato che Molly non era di gusti facili. Quell'anno, invece, sembravano essersi proprio impegnati a cercare qualcosa che potesse piacerle (anche se sospettava che le zie avessero avuto una forte influenza sulla scelta dei regali). Lo zio Ron e la zia Hermione le regalarono un libro sulla storia della magia; lo zio George e la zia Angelina la bellissima edizione illustrata di Jiggery Pokery e Hocus Pocus (nel biglietto allegato, Angelina aveva dichiarato che non era stata una sua idea e che in ogni caso lei non era d'accordo). Lo zio Harry e la zia Ginny le regalarono un Mokessino, ideale per tenere gli oggetti lontano da mani altrui; lo zio Bill e la zia Fleur un paio d'orecchini di perla. Lo zio Charlie (che addestrava i draghi in Romania) e lo zio Robert (che si era trasferito a New York pochi anni fa) le inviarono entrambi una somma di denaro. 

Nonno Arthur e nonna Molly la sorpresero invece con un album fotografico rilegato in pelle di drago: Per il nuovo capitolo della tua vita, diceva la dedica nella prima pagina. Teddy e Victoire le avevano preso un profumo. Dominique le aveva inviato una sua ultima invenzione, una pozione per proteggere i capelli dall’umidità. 

Shirley, la quale tra tutti era l'unica a poterle regalare romanzi babbani, aveva scelto Grandi speranze. Il titolo prometteva bene, chi più di lei necessitava di qualche speranza in più? I signori Farley furono così gentili da spedirle un set di inchiostri che cambiavano colore, che lei adorava. 

Il regalo da parte dei suoi genitori fu l'ultimo ad essere aperto. Molly sapeva non si aspettava alcuna sorpresa: nella sua famiglia era tradizione regalare un orologio al compimento dei diciassette anni. I suoi cugini maggiorenni ne avevano ricevuto uno ciascuno (già danneggiati per la poca cura), e anche suo padre ne aveva avuto uno simile, d'oro con delle stelle luminose al posto delle lancette (che sembrava ancora nuovo di zecca). Rimase però molto colpita dalla lettera. La calligrafia elegante era quella di Audrey, ma le parole erano di entrambi i genitori: 

Carissima Molly, 

Non è facile per noi iniziare questa lettera nel modo giusto. Sappiamo che questo è un giorno molto importante per te. Il diciassettesimo compleanno è una data molto speciale per ogni mago o strega. Si apre un nuovo capitolo della vita, nonostante non se ne percepiscono i cambiamenti. Ancora oggi riusciamo a ricordarci tutte le sensazioni che abbiamo provato, cosa ha significato per noi diventare maggiorenni, senza sentirci veramente adulti. Speriamo che tu lo stia festeggiando in compagnia dei tuoi fratelli, dei tuoi cugini e dei tuoi amici e che sia per te un'occasione di gioia. Ci dispiace molto non poter essere lì con te. Ogni giorno sentiamo la vostra mancanza e non possiamo fare a meno di pensare a come tu e i tuoi fratelli state crescendo in fretta. Forse per te, che non vedevi l'ora di diventare maggiorenne, l'attesa ti sarà sembrata lunga e pesante. Tuttavia, a noi questi diciassette anni sembrano passati in un soffio. Sembra ieri, la prima volta che ti abbiamo presa in braccio. Eravamo felicissimi, ma anche molto intimoriti. Saremo stati in grado di essere dei buoni genitori? Molti dubbi e paure li abbiamo ancora oggi. Tuttavia di una cosa possiamo essere sicuri, ossia della ragazza meravigliosa che sei diventata. Una giovane donna coraggiosa, che non si arrende di fronte alle avversità e che lotta per fare il meglio di sé. Siamo fieri di te, tesoro. Non dimenticarlo. Anche se hai ormai raggiunto la maggiore età, puoi sempre contare sul nostro appoggio e sull'amore della tua famiglia. 

Non vediamo l'ora di rivederti a casa per le vacanze. Per il momento, ti mandiamo un sacco di baci. 

Con affetto, 

Mamma e papà 

P.S. L'orologio, come sai, è una tradizione degli Weasley. L'altro regalo, invece, apparteneva a nonna Elizabeth. Lei l'ha dato a me prima di morire. Ora io lo do a te. Abbine cura. 


Mentre leggeva, fu invasa da un enorme desiderio di averli lì con lei, di sentire quelle stesse parole pronunciate con la loro voce, mentre la stringevano tra le braccia. Le si inumidirono gli occhi, al pensiero che non li avrebbe rivisti prima di Natale. Normalmente, era sempre pronta a lamentarsi dei suoi genitori: li accusava sempre di preferire Lucy a lei, di darla sempre vinta ad Artie, di essere troppo protettivi, di rimproverarla per delle cose di poco conto. Spesso era infastidita dai modi pignoli di suo padre, dalla sua ossessione per le regole, gli orari e per tutto ciò che riguardava il Ministero; così come da sua madre quando si metteva a blaterare interrottamente di questo o quel pittore, quando si dimenticava qualcosa o diventava irritabile e sarcastica. Tuttavia, era consapevole di quanto facessero per lei, di quanto fossero presenti nonostante le loro carriere.  

Rimise la lettera nella busta, senza alzare lo sguardo verso le amiche. Batté le palpebre, cercando di ricacciare indietro le lacrime che minacciavano di uscire allo scoperto. Tuttavia, si arrese quando finalmente aprì il pacchetto: oltre all'orologio, c'era anche una scatolina contenente un anello con un rubino. L'anello di sua nonna. Quello che aveva visto più volte al dito di sua madre, la quale lo custodiva gelosamente. L'aveva passato a lei

Prima ancora di rendersene conto, le sue guance erano già bagnate di lacrime. Con grande imbarazzo, nascose gli occhi dietro il fazzoletto che le aveva allungato Roxanne. Quest'ultima l'abbracciò. Si sentiva la persona più patetica della terra. Commuoversi per un regalo - chi altro lo avrebbe fatto, se non Molly Weasley?  

Fortunatamente, le amiche erano troppo prese dalla bellezza dell'orologio e dell'anello per farci troppo caso. 

"Bel bottino!" sospirò Lauren, rimirando il mucchio di doni.  "E mancano quelli dei tuoi cugini! Vorrei avere anche io una famiglia numerosa come la tua!" 

"Fidati, non è sempre un gran che" le rispose Molly, asciugandosi il viso e forzando un tono più allegro. Si girò per sistemare con cura l'orologio e l'anello dentro al baule, in un posto sicuro. Per evitare di mettersi a piagnucolare un'altra volta, aggiunse: "Puoi stare in pace solo un giorno all'anno. Per il resto, sei tu che devi ricordarti tutte le date dei compleanni, fare gli auguri, scervellarti per decidere cosa regalare... Per non parlare di tutte le altre festività...". Ci ripensò un attimo. "Anzi, io non posso stare tranquilla neanche al mio compleanno, visto che coincide con quello di mia nonna paterna...". 

"È vero!" Roxanne si batté una mano in fronte. "A volte mi dimentico che in famiglia ci sono due Molly Weasley che compiono gli anni lo stesso giorno...". 

"Perché, ne esiste un'altra?"  

Molly trasalì. Sentire la voce di Gertrude Gray per la prima volta da giorni faceva un certo effetto. Dallo sguardo delle sue amiche, intuì che condividevano lo stesso pensiero. Nessuna di loro si era accorta che era uscita dal bagno, con la sua divisa perfettamente ordinata. Era un bel contrasto con le ragazze ancora in vestaglia, spettinate e sedute ai piedi del letto. Da quanto tempo le stava guardando? Anzi, perché la stava ancora fissando con quello sguardo omicida? 

Non si avvicinò alle compagne, manteneva sempre una certa distanza tra lei e le persone che non le piacevano. Tuttavia, appena si rese conto di avere l'attenzione di tutte, aggiunse con tono derisorio: "Una sola non era già troppo?" 

Lasciò il dormitorio. Evidentemente non era interessata a ricevere una risposta. Quello che usciva dalla sua bocca era l'unica cosa degna di essere ascoltata. 

"Sapete, se quella sparisse per l'intera giornata" disse Molly, "non potrebbe farmi un regalo migliore".  

~ o ~

Molly non aveva mai apprezzato il fatto di essere nata in un mese freddo come ottobre, per giunta nello stesso giorno in cui un altro membro della sua famiglia compiva gli anni. Avrebbe preferito di gran lunga festeggiare il suo compleanno in un mese caldo come suo fratello Artie, durante le vacanze estive. Quando era bambina, i suoi genitori le organizzavano una piccola festicciola in casa, in cui invitavano i parenti e i Farley. Non erano le classiche feste all'aperto come quelle che festeggiavano i suoi fratelli o altri suoi cugini, ma a Molly piacevano molto. Da quando era entrata ad Hogwarts, aveva sentito la mancanza di quelle occasioni di spensieratezza, in cui lei era godeva del privilegio di essere la festeggiata. I suoi ultimi compleanni erano caduti proprio durante i giorni di scuola ed erano stati tutti abbastanza monotoni, soprattutto per il fatto che Shirley e parte della sua famiglia non erano lì. Riceveva dei regali, i cugini le facevano gli auguri, ma per il resto erano normalissimi giorni di scuola. 

Tuttavia, lei aveva la sensazione che quel compleanno sarebbe stato diverso. Forse, anche migliore rispetto agli altri. Non solo perché diventava adulta: quello sarebbe stato il giorno in cui, finalmente, avrebbe preso una decisione importante. La prima decisione importante che prendeva in vita sua. 

Nei giorni precedenti ci aveva riflettuto parecchio. Tuttavia, tutte le sue riflessioni le avevano causato più dubbi che altro. Quei pensieri che si erano insinuati nella sua mente la tormentavano di continuo. E il tempo per scegliere diminuiva di minuto in minuto, di ora in ora...  

Tanto, ho già deciso che non lo faccio. È una follia. 

Era una follia. Tuttavia, quell'idea era molto allettante. E ogni volta che decideva per il no, ritornava a chiamarla.  

Quella sera stessa avrebbe valutato tutte le sue possibilità ed avrebbe preso la sua decisione. Tuttavia, per il momento, era determinata a godersi qualche ora di serenità.  

Dopo essere state in Guferia a spedire un pensierino per fare gli auguri alla nonna, Molly e Roxanne si diressero a far colazione. Le loro amiche avevano preferito rimanere nella torre ad aiutare Chloe a finire un tema di Difesa Contro le Arti Oscure. In fondo era ancora presto, in Sala Grande non c'erano molti mattinieri. Il Calice di Fuoco era ancora posizionato vicino all'ingresso e, come al solito, emetteva fiammelle blu. Mentre passava vicino, Molly ordinò a se stessa di non guardarlo.  

Alcune persone si erano radunate all'estremità opposta del tavolo di Grifondoro. Era molto curioso. Avvicinandosi, si rese conto che i suoi fratelli e tutti i suoi cugini si erano seduti lì. Anche Edward era lì con loro. La stavano aspettando tutti. Non appena la videro arrivare insieme a Roxanne, iniziarono a cantare una versione molto stonata di 'Tanti auguri a te'. Albus non cantava, ma forzò un sorriso. Probabilmente Rose aveva impiegato ore a convincerlo a unirsi ai festeggiamenti, ma in ogni caso Molly gli fu grata. Anzi, fu grata a tutti loro. La commuoveva il fatto che la sua famiglia si fosse riunita lì per lei, provò un profondo affetto per tutti.  

Finita la canzone, Molly prese posto, ringraziandoli. Edward le si rivolse per primo: "Allora, come ci si sente a diventare maggiorenni?" 

"Più maturi. Molto più saggi. Sai, penso che assumerò io il comando quando facciamo le ronde in corridoio". 

Partirono degli “ohhh” da parte dei cugini.  

"Sentito ragazzi, chi abbiamo contro?" disse James, rivolgendosi a Fred e Louis. "Con questa damigella al comando, non potremo più circolare liberamente". 

"Zitto, Potter. È con una Weasley che stai parlando". 

Altri fischi da parte dei cugini, mentre Roxanne le dava il cinque.  

“Questo è parlare! Noi donne Weasley non ci facciamo mettere in testa da nessuno! E se uno di loro ha qualcosa in contrario, sappiamo come rispondere. Vero, ragazze?” chiese alle altre cugine, che convennero all’istante. 

Fred fece una smorfia e disse: "Sai Cooper, se mai un giorno ti capitasse la remota possibilità di uscire con una ragazza Weasley, ti consiglio di proteggerti le tue parti private!".  

Edward mandò di traverso il succo di zucca e tossì, arrossendo furiosamente. Molly gli diede qualche colpetto sulla schiena per calmarlo. 

 Ad un certo punto, Lucy le si avvicinò. Teneva fra le mani un pacco dalle dimensioni di una scatola da scarpe. Lo appoggiò un attimo sul tavolo, poi la circondò con un abbraccio e la baciò su una guancia. "Tanti auguri, sorellona!" disse, stringendola forte. Ogni tanto era bello ricevere un po' d'affetto da sua sorella. 

La carta era già strappata in un punto (evidentemente, neanche Lucy era brava ad incartare i regali). Quando tolse il resto, il regalo si rivelò essere - come aveva previsto - una scatola da scarpe, tutta decorata con dei glitter colorati, che conteneva gli oggetti più svariati: dei trucchi, una candela profumata, una Cioccorana... piccole cose che sembravano essere di poco conto, ma che in realtà adorava. Ma la cosa più carina si rivelò essere un piccolo album tascabile, che raccoglieva una serie foto in cui comparivano insieme. Nell’ultima pagina era scritta questa poesia: 

For there is no friend like a sister 
In calm or stormy weather; 
To cheer one on the tedious way, 
To fetch one if one goes astray, 
To lift one if one totters down, 
To strengthen whilst one stands
” 

Ne fu sorpresa. Non che fosse un'idea così insolita (anche Dominique ne aveva ricevuta una simile al proprio diciassettesimo da parte di Victoire), ma non se l'era aspettato da sua sorella. Non era esattamente un tipo sentimentale e i suoi regali erano sempre un po' impersonali. 

"Wow, Lucy. Che ti succede?" disse ridendo. "Da quando in qua sei così affettuosa con me?" 

Lucy alzò gli occhi al cielo sbuffò. "Se fai così, me ne torno al tavolo di Corvonero..." 

"Dai scherzavo, sorellina. È stata una cosa carina, da parte tua". 

"Questa sarà l'ultima, te l'assicuro". 

"Va bene, la smetto. Dicevo sul serio, comunque. L'ho apprezzato". L'abbracciò di nuovo. "Forse non te lo dirò spesso, ma ti voglio bene e sono contenta di averti come sorella". 

Lucy finse di vomitare, ma Molly vide le brillavano gli occhi. "Poteva andarmi meglio". 

"Ma anche peggio. Pensa se ti fosse capitata una come Polly Chapman... o come Ruth Smith". 

"Ah, se la metti su questo piano, non posso che concordare. Ma non penso che smetteremo di bisticciare come facciamo sempre". 

"Mai dire mai. Forse un giorno impareremo ad andare d'accordo come Victoire e Dominique". 

Chiunque le avesse osservate si sarebbe accorto che lo scambio di battute non era avvenuto senza una certa intesa. Peccato che il loro fratello avesse un'idea tutta sua di umorismo

"Voi due? Andare d'accordo? Sarebbe come se il presidente del MACUSA stringesse un'alleanza con Min Po" esclamò, mentre si avvicinava. 

Entrambe lo fissarono accigliate. Lui continuò: "Min Po, è il Ministro della Magia della Cina, che..." 

"Abbiamo capito, Artie" disse Lucy. "Forse ti conviene fare gli auguri a Molly e tagliarla corto". 

Molly strinse suo fratello in un abbraccio e ne approfittò per stampargli un bacio sulla guancia, senza alcuna resistenza da lui. Quando si staccò, notò due segni scuri sotto gli occhi e l'aria stanca. Forse l'insonnia era una caratteristica di famiglia. Anche a Lucy non sfuggì. Quando gli chiesero cosa avesse, lui si mise sulla difensiva. 

"Non ho nulla" disse lui in fretta. Sotto lo sguardo insistente delle due sorelle, aggiunse: "Ieri sera ho fatto i compiti fino a tardi, per questo ho dormito poco. Dovete smetterla di trattarmi come un neonato, comunque". 

"Non dirmi che ti stai già preparando per i G.U.F.O.!" gridò Molly, quasi scandalizzata. 

Suo fratello esitò un attimo, poi mormorò: "Papà dice è sempre meglio prendersi un po' in anticipo".  

"Alla faccia dell'anticipo!" esclamò Lucy. "Io ho iniziato solo questo Settembre!" 

Non so se lo facciano apposta, ma i miei fratelli sono sempre dei maestri a farmi sentire una cacca di drago, pensò Molly. 

"Non penso che a papà farebbe piacere, se sapesse che dormi poco. Di sicuro, mamma non vorrebbe che il suo Artie-pulcino saltasse il suo riposino...". 

"Sta zitta!" gridò Artie, impallidendo. Sembrava non aver fatto caso al nomignolo tanto disprezzato.

Molly sorrise furbescamente. "Forse dovrei scriverle...". 

Il viso di suo fratello diventò ancora più pallido di quanto non fosse già. "Non oseresti. E poi so cose su di te che non vorresti far conoscere a mamma e papà...". 

"Ehi, ragazzino" Molly imitò il tono autoritario di suo padre. "Come osi minacciare un prefetto?" 

Ma Artie non rise assieme alle sue sorelle. Tornò a sedersi vicino ad Hugo. 

Nel frattempo, molti altri studenti stavano entrando in Sala per far colazione. La confusione cresceva. Anche se alcuni membri erano lontani, si sentiva l'atmosfera famigliare. Le sembrava di essere tornata alla Tana, e Molly non poteva essere più felice di così. Ringraziò di nuovo tutti per essersi alzati presto e averle fatto quella sorpresa. 

"James aveva proposto di fare esplodere dei fuochi d'artificio in corridoio, come avevamo fatto per il suo diciassettesimo," le disse Louis, "ma l'abbiamo convinto che non era una buona idea. Ti voglio bene, cugina, ma altri due mesi di punizione non li faccio". 

"Io li voglio i fuochi d'artificio per il mio diciassettesimo!" esclamò Roxanne. 

"Per il tuo compleanno, preparerò una bella Palude Portatile" le rispose il fratello, "proprio sopra il tuo letto".  

Continuarono a battibeccare finché Lily non gridò loro di smetterla. Incominciò ad aprire i regali: dai cugini più piccoli ricevette dei dolci, smalti che cambiavano colore e una spilla di Katrina Underwood. Artie le aveva regalato una biografia di Mary Webster (una figura storica che l’affascinava). Edward le aveva preso un'agenda in pelle rossa per pianificare compiti e appuntamenti. Non era proprio il regalo più entusiasmante da ricevere, ma per lo meno aveva scelto un colore che le piaceva. James, Fred e Louis le avevano regalato una confezione di prodotti Wonder Witch. 

"Così potrai mettere del filtro d'amore sul bicchiere di Clawson!" esclamò Artie. 

Molly arrossì, mentre James, Lily e Hugo si sbellicarono. Quell'idiota di mio fratello farà sì e no tre battute l'anno... perché proprio su di me? Come se non bastasse, Fred ci mise del suo: "E' vero! Ultimamente parla sempre di lui! Clawson non c'è... Ma dove è andato Clawson... Secondo me se n'è innamorata!" 

Lanciò una Cioccorana addosso al cugino. "Ma va a sposarti la Turpin!"  

"A proposito di Clawson" li interruppe Rose, pensierosa. "Sapevate che era un Serpeverde?" 

Tutti la guardarono. "E con questo?" ribatté Albus. "Ne parli come se fosse una cosa negativa!" 

Rose rimase un po' interdetta, ma poi si affrettò a dire: "Ma certo che no! È solo che ho una teoria". 

"Teoria su che cosa?" le chiese Hugo, inarcando un sopracciglio. "Non sarà ancora quella storia?" 

"Quale storia?" domandò Molly, curiosa. 

"Beh, ho pensato che potrebbe essere stato Clawson a rubare dalla scorta del professor Lumacorno" disse Rose cautamente. 

I cugini la fissarono. Negli ultimi giorni si era parlato parecchio della storia del furto. Il colpevole non era ancora stato trovato, ma non pochi studenti stavano iniziano ad elaborare delle teorie. Polly Chapman, il cui cervello era un'autentica fabbrica di bufale, sosteneva che erano stati quelli di Durmstrang, con il fine di danneggiare gli studenti di Hogwarts. Nel frattempo, gli altri insegnanti avevano compiuto delle ricerche: inizialmente avevano sospettato di Pix. Quando lo interrogarono, il poltergeist negò veemente e si offese per quelle accuse infondate. Lo lasciarono in pace poiché non avevano prove contro di lui e, nonostante causasse diversi problemi, non aveva mai rubato nulla. Gazza, con l'aiuto di qualche elfo domestico, aveva perquisito le Sale comuni e i dormitori qualche giorno fa, mentre gli alunni erano a lezione, ma non era stato trovato nulla. 

"Provate a pensare" Rose spiegò iniziò a spiegare, "il furto è avvenuto prima dell'inizio del banchetto e lui è arrivato in ritardo, quella sera. Quando siamo ritornati in Sala comune, ho scritto subito a mia madre. Naturalmente, non le ho menzionato la mia teoria, mi sono limitata a riferirle i fatti separatamente. Lei mi ha detto che quella mattina, Clawson doveva andare nel suo ufficio a sistemare gli ultimi dettagli per il Torneo, ma non si è presentato. Ha fatto riferire a Gibbons che aveva un impegno urgente. Secondo me, è arrivato qui in anticipo, è entrato tramite un passaggio ed è andato a nascondere la refurtiva in un posto lontano". 

Molly ripensò istintivamente alla figura incappucciata che aveva visto correre verso la foresta. A occhio le era sembrata abbastanza alta, tuttavia non quanto Clawson. 

"M-ma non hanno trovato prove contro di lui, non è vero?" disse Artie, "Insomma, nessuno l'ha visto?" 

Rose scosse la testa. "No, ma la cosa non mi sorprende. Si sa che più volte si è immischiato in affari loschi ed è sempre riuscito a nascondere tutto, quindi non sarebbe la prima volta". 

"Sì, ma cosa centra con il fatto che fosse un Serpeverde?" disse Albus, alzando il tono. "Adesso tutti quelli di Serpeverde sono ladri?" 

"Non è quello che volevo dire! Io ho solo pensato che..." 

"So già quello che stai per dire!" esclamò Albus. "Quasi tutte le streghe e i maghi che hanno compiuto azioni malvage erano dei Serpeverde. Conosciamo tutti Storia della magia, non abbiamo bisogno del ripasso, Rose!" 

"Oh, scusa!" urlò Rose, esasperata. "Non pensavo che fosse ancora un problema così grande per te! Forse dovresti imparare ad accettare quello che sei e metterti l'anima in pace!" 

"Quello che sono?" gridò Albus. "E cosa sarei, esattamente?" 

Rose aprì la bocca per poi chiuderla subito. Era a corto di parole. 

"Vuoi sapere cosa sei tu, Rose? Sei una vigliacca, ecco cosa sei. Hai paura di prendere un brutto voto, di perdere una partita a Quidditch, di farti vedere assieme al ragazzo che ti piace... Non negarlo!" qui Rose aveva provato a replicare, ma Albus l'aveva bloccata in tempo, "Scorpius ti piace, lo so. Oppure, chi lo sa, magari ti sei davvero convinta che lui sia una specie di Mangiamorte... o che tutti quelli di Serpeverde siano criminali. Non perché ci credi davvero, ma perché hai paura di quello che potrebbe pensare la gente!" 

I cugini non riuscivano a staccare lo sguardo da Albus. Erano sbalorditi. Sicuramente, questo era il discorso più lungo che gli sentivano pronunciare da cinque anni. Tuttavia, oltre a quello, erano scossi dalla rabbia che trapelava dalle sue parole. Tutti si erano resi conto del fatto che Albus si stava sfogando, e, anche se in quel momento era Rose ad essere messa sotto accusa, era come se si stesse rivolgendo a tutti loro. E sapevano che non sarebbe finita lì. 

"Eppure, nonostante tutta la fifa che hai, ti credi al di sopra degli altri solo perché sei una Grifondoro e sei figlia di gente famosa. Forse dovresti esserci finita tu, a Serpeverde, visto che non ti importa altro se non di stare sopra al tuo piedistallo!" 

Per Rose fu peggio che ricevere uno schiaffo. 

"Piantatela!" gridò Lily improvvisamente. Stava per mettersi a piangere. "State rovinando il compleanno a Molly! Stavamo passando un bel momento tutti insieme, in famiglia, e voi avete ricominciato a litigare!" 

Quindi non era la prima volta che ne discutevano. Molly ricordava bene la piccola scenetta avvenuta durante l'arrivo degli stranieri, quando Rose aveva fatto quell'uscita infelice di fronte a Scorpius, all'espressione di Albus. In quel momento non se ne era data pensiero, pensava che avessero già risolto. A quanto pareva, era invece una faccenda seria. Non era volta che capitava qualche bisticcio tra i cugini, o tra i fratelli. Tuttavia, era una questione di tutt'altra portata se Rose e Albus si mettevano a litigare. Avrebbe allontanato il cugino ancora di più da tutti loro e, per quanto talvolta non sopportassero il carattere di Albus, nessuno voleva ciò. Lo sapeva il cielo che la loro famiglia ne aveva avuti abbastanza, di litigi e allontanamenti.  

Per quanto le parole di Albus fossero state dure, il ragazzo non aveva tutti i torti. Forse l'aveva gridato con troppa cattiveria, ma aveva detto il vero: se a prima vista sua cugina sembrava la leader del suo gruppetto di amici, in realtà si lasciava più dominare da loro di quanto si rendesse conto. Amava troppo la sua popolarità e - da ragazza intelligente che era - aveva capito cosa la gente si aspettava da lei. L'aver riallacciato i rapporti con Albus era già stato un fatto che aveva sorpreso i suoi compagni. Qualcuno aveva chiacchierato, ma d'altro canto, erano stati comprensivi: quel ragazzo era suo cugino, ed era pur sempre il figlio di Harry Potter, era ovvio che Rose ci tenesse a lui. Invece, uscire con un ragazzo come Scorpius avrebbe comportato più di qualche chiacchera: la figlia di quelli che avevano combattuto per difendere il mondo che frequentava il figlio di un ex Mangiamorte? E non un Mangiamorte qualsiasi, ma un Malfoy! Tutti sapevano che i Malfoy erano gente poco raccomandabile, sempre pronta a tirare fuori i soldi per passarla liscia. Avrebbero pensato che mancava rispetto ai suoi genitori o a tutte le vittime di Voldemort.  

I cugini capivano in parte il punto di vista di Rose, tuttavia in quel momento quella era una questione secondaria: pace doveva essere fatta ed era la ragazza a dover fare il primo passo. In fondo, era lei che aveva iniziato il discorso. Poteva anche rimanere ferma sulle sue tesi o essersela presa per le parole dure di Albus, ma tra i due era lei quella più ragionevole. In seguito ne avrebbero ridiscusso con toni più civili. Lei sembrò percepire questa muta richiesta dagli sguardi della sua famiglia, ma ciò la indispettì. L'orgoglio e la testardaggine di Rose Weasley non conoscevano limiti.  

"Se qui c'è qualcuno che sta rovinando la festa, non sono io!" disse stizzita. "È Albus che ha..." 

"Rose, per piacere..." Hugo provò a calmarla. 

"NO!" urlò, senza badare al fatto che molti si girarono verso di lei. Si era aspettata che almeno suo fratello sarebbe stato dalla sua parte, che avrebbe zittito Albus per lei. E che dire di James e Lily? Dicevano sempre che il fratello era un idiota, e adesso se ne stavano muti? 

Se non erano disposti a difenderla, avrebbe combattuto la sua battaglia da sola, senza uscirne sconfitta.  

"Non sarò io a scusarmi per non avervi rivolto la parola per cinque anni di fila, per essermi comportato da idiota con tutto il resto della mia famiglia e per aver rovinato il diciassettesimo di mia cugina! Perché questo è quello che lui ha fatto, non io!" gridò, rossa in volto. 

Albus si alzò di scatto. Li fissò uno ad uno. Dai suoi occhi verdi scaturiva qualcosa che faceva abbassare lo sguardo. Da quanto tempo era che non li guardava in faccia? 

"Visto che, come al solito, sono io ad essere quello sbagliato, forse sarebbe meglio che me ne torni alla mia Sala Comune... assieme agli altri ladri e assassini" disse piano, con voce fredda. Poi puntò lo sguardo verso Rose. "Perché è questo che dice la storia, non è vero?" 

Detto questo, si diresse fuori dalla Sala, con passo spedito. Rose scattò in piedi subito dopo di lui e corse verso il portone, superando Albus senza degnarlo di uno sguardo. Alcune persone le lanciarono delle occhiate curiose. 

Molly si sentì male per il cugino. Era la prima volta che succedeva. Avrebbe voluto corrergli dietro, gridargli che non era lui ad essere sbagliato, ma tutto... tutto ciò che loro, in quanto giovani maghi e streghe, stavano vivendo. Non sapeva bene come spiegarlo, tuttavia riusciva a comprendere che quello che tutti i sentimenti di rabbia che Albus stava provando - anzi, che probabilmente covava dentro di sé da troppo tempo - erano causati tutti da un concetto semplice: ingiustizia

Questo era ciò che avrebbe voluto fare. Rimase incollata al suo posto, però. In fondo, chi era lei per Albus? 

Hugo invece sì alzò, per ricorrere la sorella, o forse tutti e due. Tuttavia fu subito fermato da James: "Meglio che per il momento li lasci stare. Li farai solo innervosire di più". 

Hugo, dopo un attimo di indecisione, si risedette, Tutti gli altri rimasero in silenzio. Lily era in lacrime. Edward appariva sconcertato: dal suo sguardo si sarebbe detto che non aveva mai assistito a un litigio del genere in vita sua. Artie non alzava gli occhi dal suo piatto. Persino lui, che di solito non risparmiava mai un commento acido su Albus, ci era rimasto male.  

"Beh, non è un compleanno senza qualche dramma in famiglia, eh Molly?" disse Fred, tentando di scaricare la tensione. Nessuno rise. Imbarazzato, si alzò dal tavolo. "Beh, tanti auguri ancora. Non so voi, ma io adesso vado a lezione, altrimenti mia moglie... cioè, la Turpin, mi uccide". 

~ o ~

Dopo la cena, Molly era rimasta un po' a insieme ai suoi amici e compagni in Sala Comune. Poi, approfittando di un momento di distrazione (James aveva acceso un piccolo fuoco d’artificio, provocando una piccola bruciatura sul soffitto e facendo arrabbiare Norma Cowen), era salita nel dormitorio. Fortunatamente, Gertrude non era lì. Aveva bisogno di stare un po' da sola. 

Non aveva sonno, si stese semplicemente sul suo letto a baldacchino senza cambiarsi. Non chiuse le tendine. Iniziò a rimuginare su tutti gli episodi accaduti durante il giorno. Il litigio tra Rose e Albus era stato il punto più basso. I due, come l'aveva informata Lily a cena, non si erano ancora riappacificati. James disse che ci sarebbe voluto del tempo. Quella sera, Rose non si era unita ai suoi cugini e agli altri compagni di Grifondoro, ma era andata subito a letto.  

Lasciando da parte le crisi di famiglia, nel complesso era stato un bel compleanno. Durante il corso della giornata, aveva ricevuto gli auguri da parte dei suoi coetanei di Grifondoro e anche da altri compagni. Caleb Ramsey, il bel Caposcuola dei Corvonero, la incrociò nel corridoio del secondo piano e insistette per accompagnarla fino all'aula di Storia. Fu un po' sorpresa: dalla breve chiacchierata in treno non si erano più parlati, al massimo si erano scambiati qualche breve saluto durante le riunioni tra i prefetti o quando si incontravano fuori dalle aule. Sicuramente era un ragazzo gentile e piacevole, oltre che attraente. Le fece gli auguri e le chiese come avrebbe trascorso questa giornata. Molly si trovò ad apprezzarlo, tuttavia non poté fare a meno di pensare a come avrebbe reagito Lucy se li avesse visti insieme.  

Evie la rimproverò scherzosamente di non averla avvertita in anticipo del fatto che compiva gli anni. "Perché non me lo hai detto? Ti avrei preso un pensierino!" continuava a dirle. Trascorse il resto della lezione a elencarle diversi oggetti magici, insistendo a bassa voce affinché ne scegliesse uno. Tuttavia, si sentiva in imbarazzo ad accettare un regalo da lei. In fondo, non si conoscevano ancora bene. Dopo la terza volta che furono riprese dal professor Rüf, Molly le disse che prendeva volentieri le sue Gelatine Tuttiigusti+1. Se non altro per calmarla. 

Mentre andava a pranzo, incrociò Mark Williams, che le fece un rapido cenno. Non le disse nulla, ma non si stupì: da quando si erano lasciati - anzi, da quando lui l'aveva lasciata - non l'aveva nemmeno più guardata. Quel segno di riconoscimento era già una soddisfazione, anche se provò lo stesso una piccola fitta al cuore. Anche se ormai il ragazzo non gli faceva né caldo né freddo, la rottura era ancora un ricordo spiacevole per lei. 

Naturalmente, McLaggen non si dimenticò del suo compleanno e contribuì anche lui a renderle questo evento ancora più speciale... a modo suo. Bastò un attimo in cui lei si allontanò dal suo gruppo di amiche per andare a parlare con la professoressa Vector, che lui la tirò verso di sé e provò a infilarle la lingua in bocca. Colta alla sprovvista, si trovò le labbra del ragazzo sulle sue. Riuscì a liberarsi, ma non fece in tempo a lanciargli una fattura poiché proprio in quel momento passò la Turpin. Era l'ennesima volta che quell'individuo la passava liscia e Molly, furente, promise a sé stessa di fargliela pagare.  

Fortunatamente per McLaggen, la rabbia le passò quando Jack, approfittando di un momento in cui si era rifugiata in biblioteca per leggere, venne da lei. Normalmente Molly non avrebbe gradito l'interruzione, ma sospettava che il povero ragazzo aveva aspettato tutto il giorno il momento giusto per andare da lei e dirle "Buon compleanno". A dire il vero, non le dispiaceva neanche così tanto che fosse venuto a cercarla. In fondo, si trovava bene con lui. Molly ricordava quando avevano stretto conoscenza al quarto anno - il professor Neville aveva diviso la classe in coppie e lei si era trovata a lavorare proprio con lui. Fin da subito l'aveva trovato carino e simpatico. Allora era molto più spigliato ed estroverso, ma già l'anno successivo aveva iniziato a comportarsi stranamente e a diventare più timido. Lei, naturalmente, era stata troppo presa dal suo ragazzo e non ci aveva pensato troppo. Discussero sul libro che stava leggendo e Jack, forse perché era felice di essere solo con lei, fu più chiacchierone del solito.  

Molly rimuginava su tutto ciò ad occhi chiusi. Ci sono stati degli alti e bassi, ma sono comunque molto felice. Non poteva essere un compleanno peggiore di quello che ho passato in infermeria, comunque... Anche se non dovrei dare giudizi affrettati. La giornata deve ancora concludersi e non ho ancora deciso se mettere o no il mio nome nel Calice di Fuoco. 

Mettere il proprio nome nel Calice. Quell'idea che le si era presentata nei giorni precedenti in modo vago e indefinito, ma aveva assunto una forma chiara e definita. Probabilmente perché ora era reale, possibile. Ormai aveva raggiunto la maggiore età, era libera di decidere di partecipare al Torneo. Poteva farlo, se voleva.  

E lei, lo voleva? 

La risposta era sì. Ovvio che lo voleva. Se non avesse desiderato iscriversi, la sua mente non sarebbe stata così e non ci avrebbe pensato neppure in quel momento. Tuttavia, c'erano anche molti dubbi che la tormentavano e la frenavano dal mettere in pratica il suo desiderio.  

Se non fosse stata scelta come campionessa, pazienza. Un altro avrebbe rappresentato la scuola e lei si sarebbe goduta il Torneo come spettatrice. Ma nel caso il calice selezionasse proprio lei? Sarebbe stata pronta ad affrontare le prove? 

I suoi zii erano stati selezionati. Ma chi era lei, in confronto a loro? Sua zia Fleur era un quarto Veela, suo zio... beh, era Harry Potter in persona e questo bastava. Il campione di Durmstrang era stato un giocatore per la Coppa del Mondo di Quidditch già da studente e l'altro campione di Hogwarts... 

Le ritornò alla mente il bel volto del ragazzo morto - come si chiamava? - Cedric Diggory. Quella foto che aveva visto apparire numerose volte sulla Gazzetta del Profeta. Quello studente, che come lei aveva compiuto diciassette anni, si era iscritto ed era diventato campione. Era un mago bravissimo, intelligentissimo, dotatissimo e aveva superato le prime due prove in modo brillante (almeno così dicevano i giornali). Eppure, la sua bravura non aveva impedito la sua morte.  

Ok, non è morto a causa del Torneo, pensò, aprendo gli occhi e fissando le tende del baldacchino, ma chi mi assicura che non succederà una cosa simile? Le sembrava quasi di sentire la voce di sua madre: Non fidarti assolutamente di Clawson o di qualunque altro segua i suoi ordini. Se almeno avesse saputo il motivo. Perché quel mago era così sospettato? Che pericolo avrebbe potuto rappresentare, per qualunque partecipante al Torneo? 

Alzò la testa e si girò di fianco. Guardò tutte le foto che aveva appeso alle pareti, tutti i suoi amici e i cugini si muovevano e le sorridevano. La sua famiglia... Già, la sua famiglia. Come avrebbero reagito? E i suoi amici? L'intera Hogwarts? E il resto del mondo magico? 

Avrebbero scritto articoli su di lei, così come era successo ai suoi zii e al ragazzo morto. Nel giornale sarebbero state pubblicate le sue foto. Spostò lo sguardo verso la foto in cui una volta compariva anche Mark. Ora era in piedi, da sola, a sorridere. Che aria da imbecille, che aveva. Molto carina, con quegli occhi azzurri e quei capelli lisci e rossi che le sfioravano le spalle... ma pur sempre imbecille. Era così che la vedevano gli altri, vero? Una bella, ma stupida. Erano convinti che lei non fosse all'altezza di svolgere il suo incarico di prefetto, figuriamoci diventare la campionessa di Hogwarts. 

Che figura avrebbe fatto, se non fosse riuscita a superare le prove? Se fosse arrivata ultima? Se proprio non ce l'avesse fatta?  

Tutte queste motivazioni bastavano a convincerla che quella di mettere il proprio nome nel Calice di fuoco non fosse proprio una buona idea. Probabilmente era l'idea peggiore che le fosse venuta in mente. Però... 

Non ti capiterà mai più un'occasione del genere. Lo sai.  

Molly si lasciò cadere e tornò a fissare le tende. Richiuse gli occhi.  

Che fosse difficile venire selezionati, superare le prove senza sfigurare e vincere il Torneo era un dato di fatto. Tuttavia, se non avesse almeno provato a partecipare, se lo sarebbe rimangiato a vita. Quello era un altro dato di fatto che non poteva assolutamente ignorare. Non era lei stessa, dopotutto, a lamentarsi della mancanza di avventure nella sua vita scolastica? Di non aver mai avuto una possibilità di dimostrare le sue capacità? E ora che le si presentava questa opportunità, la voleva buttare via?  

Ma c'era anche di più: la vittoria avrebbe potuto essere il suo lasciapassare per farsi strada nel mondo del lavoro. Entrare nella Squadra Spedizioni del Dipartimento dei Misteri era difficile anche con voti altissimi ai M.A.G.O., ma con una vincita al Torneo Tremaghi nel curriculum...   

Forse sbagliava a temere troppo il giudizio delle altre persone. Se non altro, il Torneo poteva essere una buona occasione per dimostrare al mondo di non essere un'imbecille. Forse non era una Veela o una campionessa di Quidditch, ma perché non rischiare lo stesso?  

Pensateci bene prima di mettere il vostro nome nel Calice, aveva detto la McGrannit. Ma le era rimasto poco tempo per decidere: il campione sarebbe stato scelto la sera seguente. E di iscriversi durante la mattina, di fronte a tutta la scuola, non se ne parlava neppure. Quindi, che fare?  

"Sei qui!" 

Aprì gli occhi e si alzò di scatto. Roxanne era entrata nel dormitorio. "Perché te ne sei andata? Non sai lo spettacolo ti sei persa! Norma ha dato di matto e.…" la sua allegria si tramutò in preoccupazione non appena notò il volto di sua cugina. "Cos'hai?" 

Molly esitò. Se c'era una persona con la quale poteva esprimere il suo desiderio e tutti i dubbi che ne derivavano, quella era Roxanne. Probabilmente era l'unica persona che non l'avrebbe derisa o scoraggiata. Anzi, una volta le aveva addirittura suggerito di mettere il proprio nome nel Calice. 

"Ho intenzione di fare una cosa" mormorò cautamente, "Però non sono sicura di volerlo fare...". 

Gli occhi di sua cugina si spalancarono. "Dimmi che ti vuoi iscrivere al Torneo!" 

Molly la guardò a bocca aperta. O mia cugina è una Legilimens straordinaria, oppure sono io ad essere troppo prevedibile... 

"Beh, in effetti stavo prendendo in considerazione questa possibilità... Sai, visto che ora rientro nel limite d'età e tutto il resto... ma devo ancora decidere...". 

Roxanne la fissò sconvolta, come se avesse appena proclamato il suo amore per Gertrude Gray. "Cosa c'è da decidere?"  

Si sedette sul letto accanto a lei. 

"Non so se sono in grado!" esclamò. "Sempre che sia io la campionessa. Insomma... I nostri zii hanno fatto cose incredibili e non avevano neanche dodici anni... Mentre io, in diciassette anni di vita, non mi sembra di aver fatto nulla di rilevante... E in questo Torneo si muore...". 

"Sciocchezze" disse Roxanne, scuotendo la testa. "La McGrannit non permetterebbe mai una cosa del genere e nemmeno la nostra Zietta-Ministro. Non crederai mica a tutte quelle storie su quel tizio - come si chiama... Caleb? No, Cedric - sai che i giornali raccontano un sacco di...". 

"Lo so! Ma in ogni caso, non sarà una passeggiata! La McGrannit stessa ha detto di non prenderla con leggerezza. Poi, in ogni caso, non ho alcuna probabilità di venire scelta". 

"Non puoi saperlo!" 

"Mi prenderanno tutti in giro. Già mi avevano guardata strano, quando sono diventata prefetto. Penseranno che sia troppo femminuccia, o stupida, per gareggiare sul serio... Li hai sentiti, James e Fred... come mi hanno chiamata oggi a colazione... damigella. Ho davvero l'aria di una damigella in pericolo?" 

Roxanne scrollò le spalle. "Lo hanno detto per scherzare. Lo sai che prendono in giro tutti. Ma lo sanno che sei brava a scuola. Quella volta erano rimasti sorpresi perché... diciamo che ai loro occhi i prefetti appaiono tutti come dei boriosi e tu invece sei simpatica, ami il divertimento... C'è un abisso tra te e il signor So-Tutto-Io-Cooper". 

Molly dubitava che fosse realmente così. Rimase in silenzio, finché Roxanne continuò: "In ogni caso, che ti importa? Finché ti abbasserai all'opinione degli altri, non riuscirai mai a conoscere la vera te stessa. Guarda nostra cugina, per esempio: rifiuta da anni uno che le piace ed ha pure litigato con quell'idiota di Albus, solo perché ha paura del giudizio di qualche imbecille. Tu fai pure peggio, perché per lo stesso motivo butti via l'occasione della vita!" 

"Lo so!" seppellì il viso nelle mani. "Muoio dalla voglia di farlo e lo farei cento volte... anche se sembra una follia!" 

"Più o meno la mia filosofia di vita" disse Roxanne, poi tornò seria. "Pensa a cosa ti capiterà se venissi scelta! Diventeresti famosa! Potresti venire inserita nelle Cioccorane, come i nostri zii... Non dovrai fare gli esami di fine anno... E vinceresti mille galeoni! Sono un sacco di soldi... Potresti viaggiare per il mondo con quel premio! Lo avrei fatto io, se avessi trovato il modo per arginare quella maledetta Linea dell'Età! Io, se fossi in te, non ci penserei due volte!" 

Molly rimase in silenzio. Ormai nella sua testa c'era solo un'enorme confusione, sovrastata dal vocione alterato del professor Babbling: sono convinto che da una giovane mente possano uscire cose straordinarie... Dovreste essere voi a pregarmi di dimostrare cosa siete in grado di fare... per la miseria! 

"Lo faccio". 

Roxanne la strinse a sé. "Questa è la mia ragazzaccia!" 

"Però..." Molly si svincolò dall'abbraccio e la guardò negli occhi, "...non lo dovrà sapere nessuno! Nemmeno i miei fratelli o la nostra famiglia! È un segreto che ti porterai nella tomba, se non dovessi venire selezionata!" 

Roxanne mimò il gesto di chiudersi a chiave la bocca. Molly guardò l'orologio. Erano le undici e un quarto. La Sala Comune avrebbe dovuto essere quasi vuota. 

"Anche se è tardi, ci vado ora. So che domani mattina non avrò la forza di svegliarmi prima" disse, tirando fuori una pergamena, una penna d'oca e una boccetta d'inchiostro dalla borsa. 

"Vengo anche io!" 

Le due migliori amiche si guardarono complici. Si sentivano come se avessero ancora undici anni, eccitate alla prospettiva di una piccola avventura nei corridoi bui della scuola. 

~ o ~

Molly e Roxanne uscirono dal dormitorio proprio mentre Gertrude, Chloe e Lauren salivano le scale. Come scusa, dissero che volevano ricontrollare un tema di Pozioni prima di andare a dormire. Chloe e Lauren annuirono, Gertrude le fissò in modo strano senza proferire parola. 

Molti dei Grifondoro erano già andati a letto, a parte per paio del quinto anno ancora svegli a finire i compiti. Una ragazzina del primo anno si era addormentata sul divano. In un angolo c'era Kate impegnata ad amoreggiare con Harry Jenkins, un ragazzo del loro anno. 

Nessuno di loro si accorse delle due ragazze che sgattaiolarono fuori dal buco del ritratto. 

"Lumos" sussurrò Molly sottovoce. Era un po' rischioso, ma non avrebbe potuto fare altrimenti: il corridoio era completamente buio. 

È una pessima idea. La peggiore che io abbia mai avuto, pensò, mentre lei e Roxanne si dirigevano velocemente verso la Sala Grande, più in silenzio possibile. Sua cugina pareva divertirsi un mondo. Molly invece era travolta da un altro tipo di eccitazione. Il cuore che le batteva in petto sembrava pronto ad esplodere. Ad ogni angolo che svoltavano, temeva di poter incontrare Pix o Gazza... o ancora peggio, la Turpin. 

Finalmente, dopo quella che era parsa un'eternità, arrivarono davanti al Calice. Attorno ad esso era tracciata un cerchio di luce blu - la Linea dell'età. Le fiammelle danzavano senza fermarsi, illuminando la Sala e parte dell'ingresso di una luce soffusa. Si fermarono poco prima della Linea. 

"Bene. Hai ancora il foglietto, vero?" le chiese Roxanne a bassa voce. Trapelava dall'emozione. 

Molly annuì, stringendolo nella mano sudata.  D'istinto, lo aprì e ricontrollò per l'ennesima volta di aver scritto correttamente: 

Molly Elizabeth Weasley - Hogwarts 

Lo ripiegò e spostò lo sguardo verso il Calice. Le fiammelle sembravano quasi invitanti, come se la sollecitassero a unirsi alla loro danza. Qualsiasi dubbio avesse avuto prima, apparteneva al passato. Il desiderio di venire scelta, di gareggiare al Torneo e di vincere cresceva dentro di lei. Che stupida ero stata prima, pensò, facendo un passo in avanti, tutte quelle paure... per cosa? Questa è la mia occasione. Mi farò valere. Dimostrerò al mondo che Molly Elizabeth Weasley non è una damigella debole e incapace... 

"Aspetta!" gridò sua cugina, afferrandole la mano.  

Molly sussultò. Si guardò furtivamente intorno. C'era qualcuno lì con loro? Erano state beccate? 

Roxanne le strappò la pergamena dalle mani e vi stampò un bacio sopra. "Porta fortuna!" spiegò alla cugina, che la guardava a occhi spalancati. 

Molly sospirò sollevata. "Mi hai fatto prendere un colpo. La prossima volta ti uccido". Ma lo disse senza provare fastidio: era difficile resistere al sorriso coinvolgente della sua amica. Senza contare che era commossa dal fatto che in quel momento era lì, a fare il tifo per lei, nonostante anche altri membri della famiglia (tra cui suo fratello) si fossero iscritti. 

Si riprese il bigliettino e lo baciò. Se lo strinse al cuore. "Ti prego, ti prego, ti prego" sussurrò. 

Oltrepassò la linea e si allungò il braccio verso il fuocherello blu. Appena la pergamena toccò le fiamme, si incenerì improvvisamente, senza lasciare traccia. 

Era fatta. 

Le due amiche si voltarono e corsero verso le scale. Molly era travolta dall'euforia. Le sembrava di far parte di un sogno che non era il suo. Roxanne non sembrava in grado di stare in silenzio. Farneticava di continuo. "Spero che quel Calice sia un oggetto intelligente e che scelga bene - in altre parole, deve nominare assolutamente te o Fred! In alternativa, Louis e James... ma dubito che saranno generosi con me quando vinceranno i mille galeoni... invece tu e Fred sarete obbligati! Potremo usare quei soldi per fare un viaggio insieme!" Era incredibile quanti castelli in aria si stesse già costruendo. E come il tono della sua voce fosse squillante anche quando cercava di sussurrare. "Comunque, voglio vedere che faccia farà la Gray quando uno di voi diventerà campione... Lo sai che anche lei ha messo il suo nome nel Calice? Mi andrebbe bene chiunque, a patto che non sia lei... Glielo sbatterò in faccia! Questo per aver fatto la spia con la Spinnet una settimana fa, quando...". 

Un rumore improvviso le fece arrestare. Proveniva dall'altra parte del corridoio.  

"Pix sta di nuovo rovesciando i banchi in un'aula!" esclamò Molly, spegnendo immediatamente la luce dalla bacchetta e facendo dietrofront. "Per di qua, prendiamo un'altra via prima che arrivi...". 

Gazza era già apparso in fondo al corridoio, tenendo una lanterna in mano.  

"Chi va là!" sbraitò. "Ehi... FERME!" 

Nonostante il buio, le due si erano già defilate. La situazione era così assurda che non poterono fare a meno di ridere a crepapelle. Il vecchio guardiano tentò di ricorrerle, ma non riuscì a star loro dietro. Erano già sulle scale quando si mise a gridare: "FERME! DOVE CREDETE DI ANDARE? VI HO VISTE! STUDENTI FUORI DAI DORMITORI! QUALCUNO CHIAMI GLI INSEGNANTI! STUDENTI FUORI DAI DORMITORI!" 

Molly non temeva la prospettiva di essere presa e punita. In altre occasioni avrebbe avuto paura delle conseguenze, ma in quel momento l'euforia permaneva in lei. Le balenò in testa un'idea: si sporse dalla ringhiera e gli urlò, con tutto il fiato che aveva in gola: "SONO UN PREFETTO, IMBECILLE!"  

Il guardiano si arrestò di colpo e rimase lì imbambolato. 

Molly afferrò la mano di Roxanne, che era piegata in due dalle risate, e la trascinò fino all'ingresso della Torre di Grifondoro. 

"Tranello del diavolo!" gridò Molly al ritratto. Roxanne era scossa dai singhiozzi. "Aprici, siamo rimaste chiuse fuori... Tranello del diavolo!" 

La Signora Grassa brontolò, ma le fece entrare. Strisciarono in fretta attraverso il buco, fino a rotolare sul pavimento della Sala Comune, ormai completamente vuota. Continuarono a ridere per un tempo imprecisato. 

"Credi che ci abbia riconosciute?" chiese Molly, respirando velocemente. 

"Non credo. Era troppo buio. Quel vecchio avvoltoio ha la vista scarsa, comunque" disse Roxanne, riprendendo il fiato. "Comunque, posso dire che la tua uscita è stata la più epica di sempre. Lo zio Perce ne sarebbe fiero". 

"Certo, come no...” disse Molly, ricominciando a ridere, “sai una cosa, Ro’?” 

“Cosa?” 

“Penso che valga la pena di affrontare ogni rischio che la vita ti offre, piuttosto che rassegnarsi a stare seduti in panchina... e che, tra tutti i compleanni che io abbia mai festeggiato, questo sia senza dubbio il migliore”.


Finalmente Molly si è decisa. Chissà come reagiranno i parenti...

Spero abbiate gradito questo capitolo. Se vi va, lasciate un commento... se siete timidi, scrivetemi pure un messaggio privato. ;)

P.s.; la poesia scritta è di Christina Rossetti e si trova nella raccolta "Goblin Market and Other Poems". Mi sembrava adatta a descrivere il rapporto tra Molly e Lucy, che è molto saldo nonostante sia piuttosto burrascoso. Inoltre, ho pensato di dare ai tre fratelli Weasley, come secondi nomi, quelli dei re e delle regine inglesi (un po' anche per riprendere la tradizione della famiglia, non so se ci avete fatto caso, ma hanno tutti nomi di re e regine storici, oppure ispirati alla leggenda di Artù...). Molly porta infatti il nome di due regine piuttosto determinate.

Stay tuned

 

   
 
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