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Autore: EleAB98    25/04/2020    5 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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“Dimmi un po’ Jane, si può sapere che razza di compito ti ha affidato il professor Hunt? Sono ore che lavori a quella sceneggiatura.”

La giovane sospirò, fingendo di non aver sentito.

“Jane! Mi vuoi rispondere?” insisté Addison, con aria risentita.

“Non è nulla di importante, te l’ho già detto.”

“Non sembrerebbe... Misa proprio che stavolta il vostro insegnante ha esagerato con l’assegnazione del compito. Comunque, non mi hai ancora detto cosa – o meglio, chi - ti ha spinto a tornare qui...”

“Addi, so benissimo a chi ti riferisci. E no, non è stato lui a implorarmi di tornare. Sono stata io a deciderlo di mia spontanea volontà.”

“Se lo dici tu...” rispose lei, alzando gli occhi al cielo.

“Non mi credi? Pazienza. Ma è quel che è successo... E adesso lasciami lavorare, per favore.”

“D’accordo, d’accordo... Ma non ti agitare, eh!” rispose Addison, alzando le mani “Ti lascio al tuo lavoro... Ma prima... sei sicura di non dovermi dire proprio nulla?”

Jane si voltò verso di lei.

“Mi spieghi cosa dovrei dirti?”

“Senti...” rispose l’amica, avvicinandosi a lei “Se fosse accaduto qualcos’altro tra te e Hunt me lo diresti, non è vero?”
 

 
***

 
Dopo qualche minuto, Jane si ritrovò nuovamente sola nel suo dormitorio, a riflettere su quanto appena accaduto. Era la prima volta che mentiva alla sua migliore amica e il senso di colpa la divorò per un bel po’. Ciononostante, non aveva alcuna intenzione di rivelarle la verità: sarebbe stato troppo rischioso e probabilmente, se Hunt lo avesse scoperto, avrebbe senz’altro chiuso con lei la collaborazione al progetto cui i due stavano entrambi lavorando. Non che non si fidasse della sua amica, anzi.

Ma il timore che qualcun altro potesse scoprire l’intera vicenda superò di gran lunga la dannata voglia di rivelarle per filo e per segno quanto successo fra loro il giorno in cui il professore si era presentato a casa sua per convincerla a tornare alla Hollywood U, nonché proporle di lavorare fianco a fianco al suo nuovo progetto la mattina dopo. A cagione di ciò, la ragazza decise di tacere e lasciare che il tempo seppellisse, al momento opportuno, quegli avvenimenti concernenti quella ‘collaborazione proibita’.

Ma anche i suoi sentimenti per Hunt potevano essere seppelliti del tutto e debellati per sempre dalla sua memoria?
 

 
***

 
Con in mano la sua pregiata penna stilografica e un foglio bianco nell’altra, Thomas trascorse tutto il pomeriggio vagando incessantemente per la cucina, passando poi per il salone e poi di nuovo per la cucina. Non riusciva proprio a stare fermo. L’eccitazione derivante da quella nuova esperienza di redazione di una nuova sceneggiatura gli aveva provocato un istantaneo - quanto inaspettato – moto di felicità. No, non era cambiato proprio un bel niente: il regista adorava ancora il suo mondo e le prospettive che questo riusciva a regalargli ogni qualvolta si apprestava a lavorare per un progetto nuovo di zecca.

E questa volta, quella prospettiva aveva persino un nome: Jane McMiller.

Thomas sorrise tra sé e, dopo aver bevuto un consistente bicchiere di birra, ecco che si sedette sulla sua scrivania. Improvvisamente, proprio quando la sua penna aveva toccato il foglio e il regista era in procinto di scrivere, i suoi pensieri tornarono ancora una volta alla sua studentessa: chissà cosa diavolo stava combinando. Il compito che le aveva assegnato non era affatto facile, doveva ammetterlo. Nel contempo, però, era più che sicuro che avrebbe svolto un ottimo lavoro. Non gli restava altro che attendere il sabato – caspita, non vedeva l’ora che arrivasse! - giorno in cui i due si sarebbero rivisti nel suo ufficio e avrebbero discusso a tu per tu riguardo il proseguo della sceneggiatura.

 
***

 
Le speranze di Hunt non furono affatto ripagate, purtroppo. Giunto il sabato, l’insegnante scoprì che la sua studentessa non aveva scritto nemmeno una riga di parole al riguardo. Egli non nascose affatto la sua sorpresa e si mostrò assai deluso e adirato con Jane.

“Devo confessare che tutto mi aspettavo fuorché questo, da lei.” esclamò infatti, gettando il foglio sulla cattedra e cercando di trattenere un crescendo di rabbia “Potrebbe avere la decenza di spiegarmi quali difficoltà o problemi ha riscontrato? Problemi di ispirazione? Oppure... Non so, mi dica lei signorina...”

A quelle aspre parole, Jane avrebbe voluto sprofondare ma poi, armandosi di coraggio, gli spiegò le sue ragioni.

“Ecco, vede professore... Le confesso che la sua sceneggiatura, almeno dal mio punto di vista, manca di un qualcosa che non saprei sul momento definire... Non saprei spiegarglielo così, su due piedi, ma...”

“Aspetti un attimo... Mi sta forse dicendo che la mia sceneggiatura non la convince?” domandò Hunt strabuzzando gli occhi e sottolineando con eccessiva veemenza la parola ‘mia’.

Jane rifletté per qualche secondo.

“Esatto. Sa, i protagonisti sono senz’altro ben delineati e le loro eccellenti peculiarità risultano ben evidenziate, ma vi è un qualcosa che non mi convince del tutto... Il personaggio di Robert, ad esempio, è alquanto enigmatico... sin troppo enigmatico.”

Hunt annuì, esalando un profondo respiro.

“Accetto il suo punto di vista, signorina Jane, sebbene non lo condivida. Il personaggio di Robert è stato appositamente creato per stupire il grande pubblico e la vena di mistero che lo caratterizza è stata concepita appositamente per questo. Inoltre, le ricordo di essere io l’unico autore della qui presente sceneggiatura, per cui...”

“Allora per quale motivo ha chiesto il mio aiuto?” ribatté Jane, incrociando le braccia “Sa che le dico, professore? Non credo di essere adatta a questa mansione, forse è meglio che si cerchi un altro studente disposto a soddisfare tutti i suoi desideri. Mi dispiace molto, ma non ho alcuna intenzione di lavorare con lei in questo modo... Arrivederla.”

Con decisione, la studentessa si apprestò a uscire dal suo ufficio ma, ancora una volta, Hunt la bloccò delicatamente per un braccio.

“Jane.”

Lei si voltò, rabbrividendo a quel contatto. Però, sentirgli pronunciare il suo nome in un misto di dolcezza e severità la tranquillizzò all’istante, contrariamente all’espressione di Hunt che, come al solito, enunciava il solito distacco e la massima serietà.

 
“Jane, mi ascolti bene... Lei deve soltanto limitarsi a eseguire i miei ordini, d’accordo? Lei ha senz'altro il diritto di esprimere la sua opinione in merito, ma il suo dovere di studentessa è quello di assolvere i compiti che le darò. Ho scelto lei e non può tirarsi indietro, perché... perché desidero che al mio fianco ci sia soltanto lei.” concluse, con aria decisa.

A quelle parole, Jane sussultò in silenzio. Che cosa aveva appena detto? Desiderava soltanto lei???

“Mi sono spiegato?” aggiunse poi, 'riportandola alla realtà'.

La ragazza annuì e se ne andò subito dopo chiudendo la porta con la certezza che, fra meno di cinque minuti, si sarebbe di nuovo ritrovata a capo chino sulla sua scrivania in procinto di elaborare una buona idea per proseguire la sua sceneggiatura.


 
***

 
Da non crederci.
Jane gli aveva realmente detto che la sua sceneggiatura non fosse interessante? Poteva davvero basarsi ‘sull’antipatia’ che provava nei confronti di un personaggio per poterne decretare la banalità? Thomas si sentì ferito nell’orgoglio: fino a quel momento nessuna persona - né tantomeno un semplice studente - si era mai azzardato a definire il suo lavoro come un qualcosa che non potesse essere all’altezza delle aspettative, se non superarle.

Jane, invece, aveva avuto il coraggio di esprimere senza pudore la propria opinione in merito al suo ultimo progetto, con una sincerità e un’innocenza che nel profondo del suo cuore destarono in lui una sensazione di ammirazione congiunta al fastidio. In alcuni momenti prevaleva la prima; un attimo dopo, però, ecco che l’alterigia prendeva di nuovo possesso della sua mente.

Esatto, soltanto della sua mente.

Perché il suo cuore, in realtà, gli diceva ben altro.
   
 
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