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Autore: lmpaoli94    25/04/2020    1 recensioni
Castello di Sonnino, Livorno: un prigioniero molto pericoloso viene rinchiuso in un castello posto in cima ad uno strapiombo mozzafiato dove al di sotto il mare si schianta contro i suoi scogli.
Un uomo che non ha niente da perdere, nemmeno la vita.
Ma cosa mai potrebbe succedere una volta riuscito a scappare e seminare il terrore nella piccola cittadina? Chi poteva salvarlo dal suo oblio? E soprattutto, riuscirà a dimostrare la sua agognata libertà?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Ryoga Hibiki, Tatewaki Kuno, Tofu Ono
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Takewaki passeggiava nei salotti del Castello di Sonnino arrivando fino in cima alla torre e fissando i i prigionieri che aveva rinchiuso con la sua aria da superiore.
< Allora, come si sono comportati i prigionieri oggi? >
< Bene, Capitano. Non hanno fiatato minimamente. >
< Perfetto… Vedo che le maniere forti stanno avendo il loro successo… Ranma… Soun… Avete capito quello che vi ho detto? >
Ma i due prigionieri non risposero, rimanendo muti e guardandosi a vicenda con sguardo rabbioso.
< Un traditore e un assistente di uno scienziato pazzo… Davvero una bella coppia. >
< Qui l’unico traditore sei tu, Takewaki… Un uomo senza scrupoli che pensa solo al potere. >
< E quindi? Non è colpa mia se ho dovuto prendere la situazione in mano… Soun Tendo, dovevi pensarci prima di metterti contro di me. >
< Tu non sai minimamente che cosa sia la giustizia! >
< Ah davvero? E vorresti insegnarmelo tu? >
< Rimanere rinchiuso qua dentro è pura follia. Fammi uscire da questa cella e parleremo come due persone civili. >
< Non ci pensare nemmeno, Soun. Ormai non conti più niente in questa vita. >
< Come osi mancarmi di rispetto?! Appena le mie figlie verranno a sapere che sono rinchiuso qua dentro… >
< Che cosa vuoi che facciano? Credono di poterti liberare? Ahahah allora vuol dire che non mi conoscono abbastanza. >
< Avete finito di parlare a vanvera voi due? >
< Ranma Saotome, figlio di un membro di queste guardie e traditore proprio come Soun Tendo. Dovevi essere come tuo padre: libero e fiero per quello che ha fatto nella sua vita. Invece hai pensato bene di fare il mascalzone e di uccidere persone innocenti. Non è forse così? >
< La ricerca che io e Ono Tofu abbiamo portato avanti per tutti questi anni era solo per fare del bene alla razza umana. >
< E quelle decine di morti per avvelenamento? Come te lo spieghi? >
< Non siamo stati noi. Siamo innocenti. >
< Già… Tutti innocenti in questo mondo… Ma qualcuno deve pur pagare, no? >
< Appena la verità arriverà a galla potremmo dire la nostra. >
< Non c’è nessuna verità. Siete condannati a morire qua dentro… Ma non vi preoccupate. Non sarà un’agonia molto lunga. Infatti verrete trasferiti nella sala delle torture che ho fatto allestire apposta per voi. >
< Che cosa? >
< Hai capito bene, Soun Tendo. Pronto per soffrire le pene dell’inferno? >
< No… Non puoi farci questo… >
< Posso eccome. Genma Saotome, conducili nella sala della torture. Così sapranno contro chi si sono messi. >
S’eppur riluttante, Genma Saotome prese suo figlio per le catene e lo trascinò insieme a Soun Tendo verso il piano inferiore del castello.
< Papà, faresti davvero questo a tuo figlio? >
< Ho forse altra scelta? >
< Devi ribellarti! Dannazione! Quel dannato Tatewaki è solo un tiranno! >
< E tu?! Che sei stato sorpreso a fare l’assistente di un criminale? Che cosa dovrei pensare di te? > gridò Genma prendendo per il collo suo figlio evitando però di fargli del male.
< Tu non capisci, papà… >
< Allora vedi di farmi capire. >
< E come? Ormai è troppo tardi. Le nostre ricerche sono state distrutte nell’incendio di un mese fa’ ed io e il mio compagno siamo stati condotti fino a qua contro la nostra volontà… e Tu non hai fatto niente per fermare tutto questo. >
< E’ colpa mia, giovane ragazzo > mormorò Soun Tendo entrando nella conversazione < Non dovevo essere così precipitoso. Ma in voi ho trovato solo la cattiveria assoluto e come membro speciale dei servizi segreti giapponesi, non ho avuto altra scelta che procedere al vostro arresto. >
< Allora tu e mio padre fate parte dei servizi segreti? Da quando in qua? >
< Da sempre, figlio mio… Ma non potevi saperlo. Nessuno lo sai. >
< Io figlio di un membro speciale delle forze segreti giapponesi. Davvero incredibile. >
< Avete finito di parlare! Ho voglia di vedere un po’ di sofferenza. Genma Saotome! Se volevi parlare con tuo figlio dovevi farlo molto tempo prima. Adesso è troppo tardi. >
< Sì, Capitano. >
< Come puoi prendere ordini da quell’uomo? È senza scrupoli. >
< E’ il mio Capitano! E come membro superiore devo ascoltarlo in tutto e per tutto. >
< Non pensavo che tu ti potessi piegare ad un uomo molto più giovane di te, papà. >
< Smettila di parlare, Ranma. Altrimenti peggiorerai la situazione. >
Dopo averli incatenati su due attrezzi di tortura, Takewaki ordinò a Genma Saotome di procedere.
< Devo proprio, Capitano? >
< Vuoi che lo faccia io? Ma ti avverto: non andrò tanto per il sottile. >
< Ma questo attrezzo distruggerà le loro ossa e i loro muscoli. >
< Lo so bene. Ed è questo che io voglio. Voglio vedere un po’ di tortura pura. >
Con le mani che gli tremavano dalla paura, Genma cominciò a torturare i suoi uomini senza avere il coraggio di guardarli in viso.
Ma le urla continue dei due prigionieri non facevano che far sentire in colpa io vecchio Saotome.
< Bravo, Genma. Continua così. >

< Fa lo stesso! Continua e non fermarti! A meno che tu non voglia prendere il loro posto.>
Completamente ammutolito, Genma Saotome continuò a torturarli finché il pover Soun Tendo non cominciò a sanguinare per primo dalle braccia.
< Fermati. Direi che può bastare… Puoi liberarli. >
Una volta fatti uscire dall’attrezzo, Soun fissava il suo ex sottoposto con sguardo rancoroso.
< Takewaki, che cosa ci trovi di bello nel vederci torturare? >
< Dovete capire qual è il vostro posto. >
< Non ti sei divertito abbastanza? >
< Il mio divertimento finirà quando avrò catturato Ono Tofu… Sono convinto che sia ancora là fuori da qualche parte a terrorizzare qualche villeggiante… Se ci penso, E’ davvero incredibile che nessuno possa sospettare di quello che faccio in queste stanze segrete del castello. >
< Come ho detto prima, presto la verità verrà alla luce. E tu non avrai via di scampo, Takewaki. >
< Questo è tutto da vedere, Ranma… Genma, riportali nella loro cella. Hanno sofferto abbastanza per oggi. >
< Sì, Capitano > rispose l’uomo con tono triste prima di scomparire nei corridoi del castello.
“Ono Tofu… Sei lì fuori da qualche parte… Ma la tua libertà ha le ore contate.”
 
 
Mentre Kasumi, Nabiki e Akane facevano il bagno nel bel mare di Castiglioncello ignari di quello che stava succedendo al loro padre, Ono Tofu non smetteva di seguirle.
“Se vorrò liberare il mio compagno Ranma devo farmi aiutare da loro tre. Ma devo trovare un espediente che possa convincerle, altrimenti sono spacciato.”
< Anche oggi è una bella giornata, non vi pare? > fece Akane.
< Sì, molto soleggiata come al solito. >
< Ragazze, che ne dite di fare un altro bagno? L’acqua è stupenda. >
< Ma siamo appena uscite ora, Nabiki. Perché non prendi un po’ di sole con noi? >
< Non ho voglia di stare sull’asciugamano a scottarmi. Ho dimenticato la protezione solare a casa. >


< Oh, cara. >
< Mi prendi in giro, Kasumi? >
< Sì, un po’. >
< Perché non vai a scovare qualche bel ragazzo che si aggira da queste parti? >
< Ottima idea, Akane. Tu non vieni? >
< Vai pure da sola. Io ho bisogno di prendere un po’ di sole. >
 < Ok. Ci vediamo più tardi. >
Appena Nabiki si fu allontanata dalle altre, Ono Tofu gli andò dietro per spingerla inavvertitamente verso la riva del mare.
< Ahi! Ma chi è stato?! >
< Scusami tanto, giovane ragazza. Sono stato uno sbadato. >
< Lo credo bene. Ma non mi hai vista?! >
< Purtroppo no. ero distratto. >
< Stai molto attento la prossima volta. >
< Sicuro. Non accadrà più. >
< Nabiki, che cosa succede? > domandò Kasumi.
< Quest’uomo. Mi è venuto addosso involontariamente. >
< Ma non l’ha fatto apposta, no? >

Appena Kasumi fissò lo sguardo di Ono Tofu, la giovane Tendo fu molto cordiale con lui.
> Non ci faccia caso a mia sorella. È sgarbata con tutti. >
< Non si preoccupi… Il mio nome è Ono Tofu. E lei è? >
< Kasumi Tendo, piacere di conoscerla. >
“Non mi ha riconosciuto. Questo sì che è una fortuna.”
< Kasumi, perché non passeggiamo un po’ sulla riva di questo bellissimo mare? >
< Volentieri… Nabiki, di ad Akane che ci vediamo dopo, ok? >
< Sì… certo > replicò Nabiki alquanto sorpresa che sua sorella potesse aver fatto colpo su un giovane uomo appena conosciuto.
   
 
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