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Autore: Nope1233    25/04/2020    1 recensioni
Provavo una profonda vergogna per quello che avevo fatto e mai ero riuscita a perdonarmi nonostante l'inesorabile scorrere degli anni.
Ritrovare quel ragazzo davanti ai miei stessi occhi fu una sfida che ogni fibra del mio corpo mi implorava di abbandonare, ma il suo animo puro e semplice era un qualcosa che mi avrebbe legata a lui nonostante tutti i miei demoni e le mie più profonde paure. Temevo me stessa e temevo ancora di più quello che mi faceva provare il suo meraviglioso ed ingenuo sorriso rivolto verso di me.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fatgum, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I mesi successivi passarono fin troppo in fretta, ma mai un giorno di essi fu sprecato. 

Avevo sempre amato il lavoro che avevo scelto ma non avendo mai avuto l'opportunità di viverlo sulla mia stessa pelle, temevo che quello che immaginavo non sarebbe stato qualcosa di realistico. Fortunatamente dovetti ricredermi. Al fianco di Toyomitsu, imparai tantissimo e la sua infinita pazienza mi permise di assimilare al meglio ogni particolarità tecnica di quel tipo di occupazione. Mi sentivo al settimo cielo.

Da quando mi ero liberata delle mie ansie, tutto ciò che mi circondava aveva man mano ripreso il suo posto, andando a riordinare la mia vita e facendomi sentire una persona completamente nuova. Insieme alla gioia per il mio benessere ritrovato, mi ero resa conto che l'attenzione e la continua gentilezza Toyomitsu mi donavano sensazioni sempre più profonde ed importanti in grado di spazzare via i giorni tristi con un suo semplice sorriso. Era praticamente impossibile non affezionarsi a quel ragazzone sempre sorridente ma incredibilmente determinato, soprattutto quando ci imbattevamo in qualche villain di piccolo calibro da affrontare. La sua compagnia mi rilassava e mi faceva sentire sempre al posto giusto nel momento giusto, un qualcosa che mi era capitato raramente di provare nel corso della mia vita ma al suo fianco era naturale come respirare. Ogni tanto ci capitava di andare a mangiare insieme ed era bello trascorrere con lui ore in più oltre a quelle lavorative; era la persona più gentile, altruista ed amorevole che avessi mai incontrato in tutta la mia vita. 

Una sera, tornata a casa da un turno alquanto stressante, mi ero messa subito a letto per riposare e, scrutando il soffitto ripensando ai vari avvenimenti della giornata, mi ero accorta di provare una piacevole e strana sensazione quando mi tornava in mente Toyomitsu. Potevo intuire quello che stava accadendo e, nonostante la stanchezza, rimuginai a lungo su quel nascente sentimento. Non sapevo se fosse giusto lasciarmi andare con quello che era il capo della mia agenzia anche se non sembrava affatto considerarmi una sua sottoposta, ma una collega al suo stesso livello e degna della sua totale fiducia. Eravamo complici, e riuscivo a sentire perfettamente quella sintonia che sembrava capace di percepire anche lui quando me lo dimostrava attraverso i nostri scambi di sorrisi o quando semplicemente mi offriva imperterrito i takoyaki che era solito portarsi in giro nonostante i miei gentili rifiuti. Era una bella sensazione, non potevo negarlo e, nonostante quello che avrebbe potuto dire qualunque altra ragazza riguardante la stazza di Toyomitsu, per me non era mai stato un problema. Certo, nella mia vita non avevo mai disdegnato un corpo ben delineato e longilineo, ma su di lui era un qualcosa di assolutamente superfluo. Quando lo guardavo, non vedevo i chili in più o la sua corporatura, ma la sua anima limpida come non ne avevo mai viste che era in grado di rilassarmi con una semplicità estrema. 

Fu solo l'inizio del mio lento innamoramento nei suoi confronti che, con il passare del tempo, divenne un qualcosa di assurdamente reale in cui amavo lasciarmi trasportare durante quelle lunghe giornate di lavoro al suo fianco.

Era ormai giunto l'inverno quando, un giorno in cui avremmo avuto il compito di coprire il turno serale, misi piede nell'agenzia e venni accolta come sempre dal grande sorriso del ragazzo che mi porse immediatamente la sua porzione di takoyaki chiedendomi se ne volessi. Rifiutai gentilmente ed andai subito ad indossare la mia divisa. Il sole era ormai prossimo a tramontare quando ci ritrovammo a camminare lungo le poco popolate vie della città dato il giorno feriale per la prima ronda della serata. Posavo spesso gli occhi sul ragazzo mentre camminavamo l'uno a fianco dell'altro, ed era bello pensare che essendo colleghi avrei potuto farlo spesso e senza alcun timore. In quell'istante però, Toyomitsu si fermò e prese il telefono che teneva in tasca rispondendo ad una telefonata.

"M-Mamma...!" sbottò imbarazzato lanciandomi veloci occhiate. "Sono a lavoro, non posso parlare!"

Chiuse immediatamente la chiamata senza dare modo all'interlocutore di rispondere e mi rivolse un grande sorriso colmo di imbarazzo.

"Perdonami! Avevo dimenticato di spegnerlo."

"Tranquillo." sorrisi. "Ma se avesse bisogno di qualcosa? Forse è meglio che la richiami."

"No, no...E' solo molto stressante. Soprattutto in questo ultimo periodo." sbuffò abbassando lo sguardo.

"Spero che non sia per qualcosa di grave..."

"No, no!" trasalì imbarazzato muovendo le mani davanti al petto. "Ogni tanto diventa pressante, ma non c'è un motivo specifico."

"Meglio così. Anche mia madre lo fa spesso."

"I tuoi genitori sono rimasti ad Hokkaido?"

"Sì, e..."

Non feci in tempo a concludere la frase che un boato proveniente da una strada secondaria nascosta tra i palazzi giunse fino alle nostre orecchie e scattammo entrambi nella sua direzione senza pensarci un secondo. La poca folla che popolava le strade si condensò allontanandosi dall'epicentro del suono e delle forti urla ci guidarono fino alla loro origine. Appena svoltammo l'angolo, scoprimmo subito di cosa si trattava.

Un uomo alto circa tre metri con delle enormi braccia talmente muscolose da farlo muovere portato in avanti come una scimmia, si trovava dentro ad un conbini solitario situato a bordo strada, e stava distruggendo le mensole e addirittura le pareti in preda ad uno scatto d'ira. Non sembrava avere un obbiettivo specifico, pareva essere solo completamente fuori di sé. Le uniche persone in pericolo, erano gli addetti al negozio e qualche cliente rimasto bloccato all'interno ed era nostro compito dare a loro la priorità.

"Lo facciamo uscire da lì e poi pensa subito a far evacuare i civili!" sbottò Fatgum voltandosi verso di me già pronto ad attaccare il nemico.

"Certo!"

Attivai immediatamente la mia Unicità ed allungai i capelli fino a giungere sul collo del malvivente attraverso i vetri rotti della vetrina e lo tirai con tutta la forza possibile nella nostra direzione. Dopo un breve momento di confusione, l'uomo si accorse di noi ed io diedi un un'altro forte strattone non riuscendo però a smuoverlo. Nonostante ciò, fu lui stesso ad iniziare a correre nella nostra direzione ad una velocità improbabile per la sua stazza, sfondando ancora di più l'ingresso del locale e Fatgum gli si parò subito davanti bloccando la sua corsa e slittando parecchi metri indietro. 

Mi fiondai subito all'interno del locale e feci evacuare il più velocemente possibile i civili facendoli allontanare dal negozio; per fortuna nessuno di loro era ferito. Dopo di che, contattai immediatamente le forze dell'ordine e spiegai velocemente la situazione in fremente attesa di mettere giù la chiamata per andare in aiuto di Toyomitsu che era intento ad assestare i pesanti colpi di quell'uomo fuori controllo mentre tentava di proteggere i pochi civili rimasti sulla strada. Abbassai lo sguardo notando ai miei piedi una siringa con poche gocce di siero rimaste al suo interno e, sospettando che si trattasse della droga in grado di potenziare i quirk di cui mi aveva parlato Toyomitsu, tolsi l'ago e la misi subito in tasca per far si che potesse essere analizzata una volta che la situazione si fosse risolta. 

In quel preciso istante, rialzai gli occhi e vidi che il mio compagno stava lentamente indietreggiando a furia di subire danni dal malvivente e, dopo aver afferrato uno dei ripiani all'ingresso con i miei capelli, lo lanciai addosso all'uomo. Lo colpì direttamente in testa ed il Villain cadde a terra, scivolando alcuni metri di lato, in una nube di polvere e detriti. Corsi immediatamente verso Toyomitsu che si voltò per un istante verso di me annuendo per darmi conferma di aver fatto un buon lavoro ma, con nostra sorpresa, l'espositore che avevo lanciato addosso al nostro nemico attraversò la coltre di fumo e si diresse ad una grande velocità nella nostra direzione. 

Fu un attimo. Fatgum si lanciò verso di me e mi protesse con il suo stesso corpo, ma venimmo entrambi sbalzati all'interno del negozio per il contraccolpo e finimmo contro il muro opposto all'ingresso. Fortunatamente, non subii alcun tipo di danno dato che il corpo del ragazzo mi avvolgeva completamente dandomi comunque modo di respirare.

"Va...Va tutto bene?" chiese ansante.

 Non ebbi nemmeno il tempo di alzare lo sguardo per rispondergli, che Toyomitsu venne nuovamente colpito da una potente scarica di pugni alla schiena, ma la sua presa intorno a me si fece più stretta nonostante i danni che stava subendo. Deviai immediatamente lo sguardo e, nello spazio libero tra il corpo di Fatgum e la parete, notai un altro espositore di quelli che potevo sollevare senza problemi. Lo afferrai subito e tentai di colpire il nemico ancora intento ad attaccare la schiena del ragazzo. Constatai che avevo raggiunto l'obbiettivo quando i contraccolpi sulla schiena del mio compagno si placarono e la sua presa su di me si allentò, così scivolai dalle sue braccia e raccolsi uno dei detriti colpendo nuovamente l'uomo alla testa dopo essermi assicurata della sua posizione. Con mia sorpresa però, contrattaccò immediatamente tentando di ferirmi, ma Fatgum lo impedì subendo il danno al posto mio.

Mi spostai subito alle spalle dell'uomo e, dopo avergli afferrato il collo allungando i miei capelli, tentai di scaraventarlo il più lontano possibile da Toyomitsu che stava sopportando nuovamente una lunga scarica di colpi. Il mio collega intuì quello che avevo intenzione di fare e, dopo aver trovato un varco, con una forza inaudita riuscì a spingere il nemico che perse l'equilibrio e tentò di aggrapparsi alla parete già largamente danneggiata, ma cadde a terra pronto comunque a rialzarsi. Nell'istante in cui scattò nella nostra direzione e si trovò a pochi metri da noi, il soffitto cedette definitivamente e ci crollò addosso. Non ebbi nemmeno il tempo di voltarmi in direzione di Fatgum per scoprire la sua posizione che fui costretta ad attivare la mia Unicità per salvarmi la vita creando una piccola bolla d'aria con i miei stessi capelli e rendendoli i più resistenti possibile.

Appena calò il silenzio annunciando la fine del crollo, mi feci subito largo tra le macerie e, una volta giunta in superficie, mi guardai intorno alla ricerca di Toyomitsu. Tutto quello che sentii però, oltre all'avvicinarsi di alcune sirene delle forze dell'ordine, fu il rumore sordo di alcuni detriti intenti a scivolare a terra dopo essere stati spostati da un corpo di notevoli dimensioni e, dopo essermi voltata, mi trovai davanti il malvivente, ancora integro se non per qualche piccola ferita sulle braccia e sul viso. In suo sguardo era vuoto ma tremendamente furioso ed ansimava cercando di riprendere fiato mentre i suoi occhi iniettati di sangue puntavano su di me e solo allora, alzò uno dei suoi grandi pugni pronto a colpirmi e mi preparai subito ad evitarlo.

In quel preciso istante, la felpa gialla di Toyomitsu, completamente a brandelli e svolazzante per il suo repentino movimento, mi si parò davanti ed il ragazzo colpì in pieno petto l'uomo con un pugno talmente potente da far alzare una nube di piccoli detriti che mi impedì di vedere cosa stesse succedendo a pochi metri da me. Un forte tonfo però, che intuii essere dovuto alla caduta del nostro possente nemico, risuonò nell'aria e subito dopo non rimase altro che il suono delle sirene appena giunte e pochi metri da noi a riempire l'aria rinfrescatasi per gli ultimi minuti del tramonto. 

Lanciai un'occhiata veloce alle volanti alle mie spalle, tra cui notai con piacere anche un'ambulanza, e riportai poi lo sguardo in direzione di Toyomitsu per mostrargli un grande sorriso entusiasta per la nostra prima vittoria in un intervento così importante. Quello che vidi però, mentre prendeva forma nei miei occhi oltre la nube di detriti, mi lasciò letteralmente senza parole. 

Il ragazzo che avevo davanti  indossava gli abiti di Fatgum ma il suo aspetto era completamente diverso. La sua figura era snella ed i suoi muscoli ben definiti, tanto da lasciarmi letteralmente a bocca aperta. Quel ragazzo era bello da togliere il fiato.

"Sapevo che ce l'avremmo fatta!" sorrise lui avvicinandosi ed inginocchiandosi al mio livello per poi afferrarmi un braccio alla ricerca di possibili danni. "Come ti senti? Non sei ferita, vero?"

I miei occhi, ancora sgranati su di lui, scrutarono ogni centimetro di quella pelle leggermente tumefatta e sporca di polvere cercando di comprendere cosa fosse successo al mio grande e grosso collega, ma non riuscii a trovare una risposta soddisfacente.

"Fatgum!" lo chiamò uno dei poliziotti avvicinatosi alle macerie. "Abbiamo arrestato il malvivente. Se riuscite, avvicinatevi all'ambulanza per una visita di controllo!"

"Arriviamo!" sorrise il ragazzo voltandosi verso l'agente mentre i miei occhi non avevano intenzione di abbandonare il suo viso che aveva assunto linee dure e ben definite rispetto alla sua solita rotondità. 

Il ragazzo mi aiutò ad alzarmi e scese dai detriti fino a giungere a livello strada. Solo allora si voltò nella mia direzione porgendomi una mano per aiutarmi a scendere.

"Sei stata bravissima." disse. "Andiamo a farci dare un'occhiata!"

Il suo sorriso era sempre lo stesso, quello non era affatto cambiato, e ci misi qualche secondo di pura contemplazione prima di avere la forza di ricambiare il suo gesto per poter raggiungere l'ambulanza.

"V-Va bene..."

 

   
 
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