Tiro un respiro profondo, prendo Aki per mano e ci accomodiamo sul divano, gli tengo le mani e comincio a raccontare
"Quando ho detto che Naozumi ha cominciato a seguirmi non si è limitato solo a quello. A parte farmi avere dei regali, fiori per far si che io accettassi una sera di uscire con lui, speranze che gli sono morte dopo molto tempo. Una sera dopo una serata con Aya stavo rientrando in casa era molto tardi, ero stanca e quindi non mi accorsi subito che c'era qualcosa che non andava. Mi stavo dirigendo al piano di sopra quando si accende la luce del soggiorno.. "
scoppio in lacrime nel ricordare quella sera Akito anche se non sembra è molto sensibile mi abbraccia forte e sussurra al mio orecchio
" Piccola tranquilla, ora ci sono io qui con te"
"Ed è l'unica cosa che mi da la forza di continuare il racconto, dicevo si accende la luce in salotto e da dietro il muro spunta lui, Kamura con un sorriso beffardo sul volto, che mi fa ancora tanta paura. Comincio ad urlare e cercai di dirigermi con lentezza e calma verso la cucina mentre con le mani incrociate dietro la schiena cercai di recuperare il cellulare e chiamare aiuto. Una persona valeva l'altra l'importante è che ascoltassero quel dialogo. Comincia a parlare per capire cosa volesse
piano piano lui si avvicinava a me e io indietreggiavo, se avesse scoperto il cellulare sarebbe stata la fine. Avevo ed ho ancora terrore di lui non lo nego. Mentre lui si avvicina io indietreggio sempre di più fino a quando urto contro il piano cucina e pensai che fosse arrivata la mia fine, nel suo sguardo leggevo soddisfazione per vedermi così terrorizzata
Il suo sguardo era gelido, m'incudeva terrore così annuii molto lentamente non riuscivo a dire nulla
ero terrorizzata infatti la mia voce tremava.
La sua voce era roca mi faceva schifo anche solo il pensiero che potesse toccarmi con quelle mani luride. senza rendermene conto comincia a piangere
< No piccolina non piangere, non ti farò del male, tu sarai mai, comunque, con le buone o con le cattive perciò inutile versare lacrime>
< Nao ti prego.. aspetta parliamone, giungiamo ad un accordo> cerco di racimolare un brivido di lucidità e provai a farlo ragionare ma non ci fu verso, lui continuava a ridere e io speravo che il mio cellulare avesse chiamato qualcuno che poteva aiutarmi realmente. Lui si avvicinava a me, mi bloccò le braccia e con la sua bocca cominciò a scendere lungo il mio collo, ero pietrificata non riuscivo a muovere un muscolo, solo le lacrime scendevano incontrollate, quando stava cominciando a sbottonarmi la camicetta sento la porta di casa aprirsi velocemente, vedo la mia ancora di salvezza, Rey l’assistente di mia madre, è sempre stato presente per me come un padre senza di lui mi sentirei sola in certi momenti.
< Lasciala subito> urla con tutto il fiato che aveva in corpo, il suo volto era spaventato credeva di essere arrivato tardi, si avvicina in un lampo e strattona Kamura e lo allontana da me, ne comincia una colluttazione senza esclusione di colpi, io ero come paralizzata, sotto shock non sapevo che fare, vedevo loro due intenti a darsene di santa ragione. Come risvegliata da un incubo mi avvicinai a loro due
gli urlo tra le lacrime, mi avvicino e gli fermo in braccio a mezz’aria che era pronto a colpire ancora una volta il volto di Kamura, si volta mi guarda e capisce che ho ragione cosi si alza e mi abbraccia e scoppio ancora una volta in lacrime disperate. Naozumi era stordito dalle troppe botte non era abituato poverino, il signorino fa sporcare ad altri le mani.
Rei si volta verso di lui lo prende per il collo della camicia e lo fa alzare da terra
A quel punto sia io che Rei sgraniamo gli occhi, e ci guardammo negli occhi, come fa ad essere sempre un passo avanti a noi non capivamo. Perché tanto odio verso la mia famiglia.
non avevo mai visto Rei così arrabbiato e impaurito per me. È sempre stato un tipo molto apprensivo nei miei riguardi, peggio di un padre credo, non ho mai avuto un padre lui è quella figura maschile che più gli si avvicina.
Detto questo gira le spalle ed esce da casa mia ancora barcollando per le botte. Io scoppio tra le braccia di Rei, ero sconvolta, non sapevo come uscirne. Ma Rei era deciso a denunciarlo e con l’aiuto di mia madre riuscino a convincermi. Così il mattino seguente andammo a denunciarlo, non ci credevano perché lui era un uomo potente, non poteva fare del male ad una donna, era inconcepibile. Poi una poliziotta aveva ascoltato la nostra denuncia e decise d’intervenire, prendendo le mie difese, dicendo che conosceva bene Nao, aveva agito allo stesso modo anche con la sua famiglia, li aveva ridotti in rovina, aveva abusato di lei, si perché ci era riuscito quella volta, non era stata fortunata come me. Aveva provato a denunciarlo ma essendo una persona influente la denuncia è caduta nel dimenticatoio, si era arruolata proprio per cercare di incastrarlo. Da lì in poi cominciò una vera e propria campagna Anti-Kamura.
Ricevevo le sue minacce quasi ogni giorno, poi dopo quattro mesi fu arrestato finalmente. Da allora non ne ho saputo più nulla. Sembrava che me ne fossi liberata. Fino al giorno del suo arresto sono tornata a vivere da mia madre, avevo paura di restare sola. Poi la sera stessa in cui ci arrivò la telefonata tornai subito a casa mia.
Il suo sguardo era gelido, m'incudeva terrore così annuii molto lentamente non riuscivo a dire nulla
< No piccolina non piangere, non ti farò del male, tu sarai mai, comunque, con le buone o con le cattive perciò inutile versare lacrime>
< Nao ti prego.. aspetta parliamone, giungiamo ad un accordo> cerco di racimolare un brivido di lucidità e provai a farlo ragionare ma non ci fu verso, lui continuava a ridere e io speravo che il mio cellulare avesse chiamato qualcuno che poteva aiutarmi realmente. Lui si avvicinava a me, mi bloccò le braccia e con la sua bocca cominciò a scendere lungo il mio collo, ero pietrificata non riuscivo a muovere un muscolo, solo le lacrime scendevano incontrollate, quando stava cominciando a sbottonarmi la camicetta sento la porta di casa aprirsi velocemente, vedo la mia ancora di salvezza, Rey l’assistente di mia madre, è sempre stato presente per me come un padre senza di lui mi sentirei sola in certi momenti.
< Lasciala subito> urla con tutto il fiato che aveva in corpo, il suo volto era spaventato credeva di essere arrivato tardi, si avvicina in un lampo e strattona Kamura e lo allontana da me, ne comincia una colluttazione senza esclusione di colpi, io ero come paralizzata, sotto shock non sapevo che fare, vedevo loro due intenti a darsene di santa ragione. Come risvegliata da un incubo mi avvicinai a loro due
Rei si volta verso di lui lo prende per il collo della camicia e lo fa alzare da terra
Detto questo gira le spalle ed esce da casa mia ancora barcollando per le botte. Io scoppio tra le braccia di Rei, ero sconvolta, non sapevo come uscirne. Ma Rei era deciso a denunciarlo e con l’aiuto di mia madre riuscino a convincermi. Così il mattino seguente andammo a denunciarlo, non ci credevano perché lui era un uomo potente, non poteva fare del male ad una donna, era inconcepibile. Poi una poliziotta aveva ascoltato la nostra denuncia e decise d’intervenire, prendendo le mie difese, dicendo che conosceva bene Nao, aveva agito allo stesso modo anche con la sua famiglia, li aveva ridotti in rovina, aveva abusato di lei, si perché ci era riuscito quella volta, non era stata fortunata come me. Aveva provato a denunciarlo ma essendo una persona influente la denuncia è caduta nel dimenticatoio, si era arruolata proprio per cercare di incastrarlo. Da lì in poi cominciò una vera e propria campagna Anti-Kamura.
Ricevevo le sue minacce quasi ogni giorno, poi dopo quattro mesi fu arrestato finalmente. Da allora non ne ho saputo più nulla. Sembrava che me ne fossi liberata. Fino al giorno del suo arresto sono tornata a vivere da mia madre, avevo paura di restare sola. Poi la sera stessa in cui ci arrivò la telefonata tornai subito a casa mia.