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Autore: EleAB98    26/04/2020    5 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Nonostante il nervosismo e la confusione mentale provati durante l’ennesimo confronto con il professore, Jane non resistette alla tentazione di ispezionare quel boocklet che aveva ‘preso in prestito’ dal suo ufficio. Non appena lo aprì, i suoi occhi si colmarono di profonda meraviglia. Nelle prime pagine, una cospicua raccolta di fotografie - con allegate annesse descrizioni - ritraeva i vari attori presenti nel film, le varie strumentazioni cinematografiche utilizzate e, ovviamente, il professor Hunt con in mano la sua telecamera.

Il suo sorriso era smagliante come Jane non aveva mai visto prima e doveva ammettere che le faceva un certo effetto vederlo nei panni di un ragazzo alle prime armi. Incredibile come, a soli vent’anni, Thomas Hunt aveva avuto l’opportunità di realizzare il suo grande sogno. Un sogno di cui entrambi erano adesso testimoni, sebbene lei non si mostrasse poi così fiduciosa riguardo le sue potenzialità. Il compito che Hunt le aveva affidato si rivelò davvero complesso, più di quanto potesse immaginare.

Con grande curiosità, Jane continuò a divorare le pagine di quel fascicolo, leggendone ogni singola annotazione. Le informazioni contenute al suo interno non erano, come ci si poteva aspettare, molto dettagliate, ma quantomeno bastavano per farsi un’idea sommaria della trama del film, nonché conoscere i vari attori che avevano contribuito al successo dello stesso. O meglio, conoscere la straordinaria attrice che vi aveva lavorato. Non appena ne vide un ritratto, la giovane sussultò.

Ne lesse il nome: Yvonne Bloom.

In quel preciso momento, Jane richiamò nella mente quella fatidica sera in cui, terminato l’incontro al club di lettura, il professore si era seduto sulla panchina ritrovandosi a conversare con lei; quando sembrava fossero in procinto di baciarsi per la prima volta, fino a quando...
 

“Wow, è davvero bellissima. È per caso un’attrice?”
 
“Non credo siano affari che la riguardano... Me la dia, la prego.”

 
Fino a quando quella dannata interruzione non li aveva ‘riportati alla realtà’.
 
Riguardando la foto del boocklet, Jane la riconobbe all’istante. Quella ragazza era la stessa ritratta su quella foto che faceva da segnalibro al romanzo della Austen di Hunt e che lei aveva raccolto da terra ancor prima che lo facesse il suo professore. Nelle due foto vi era dunque raffigurata la stessa persona? In base alla perfetta ricostruzione ‘scannerizzata’ dalla sua memoria, pareva proprio di sì. Ciò che non appariva ancora chiaro, però, era la relazione fra i due. Possibile che un regista conservi la fotografia di una sua attrice che, tra l’altro, poteva essere definita come una dipendente qualsiasi?
 
No, doveva esserci sicuramente dell’altro.

Jane scosse la testa con fare contrariato. Sapeva benissimo che non avrebbe voluto – né dovuto - immischiarsi in quella questione, per cui decise di mantenere il suo proposito, benché nel profondo se ne stupì: la ‘vecchia Jane’ McMiller avrebbe fatto di tutto per scoprire cosa nascondeva il suo professore.
Ma la ‘Jane di oggi’, aveva ben altro a cui pensare...

La sceneggiatura di Hunt era ancora lì, poggiata sulla scrivania: la ragazza non aveva affatto l’ispirazione per continuarla ma, suo malgrado, avrebbe dovuto farlo a qualsiasi costo. Altrimenti, poteva certamente dire addio al sogno di poter scoprire tutti i segreti per elaborarne una vincente tramite la guida e l’esperienza del suo insegnante.
Di certo, Hunt non le avrebbe dato una seconda possibilità... Pertanto, doveva darsi un gran da fare.
 

 
***

 
Per l’ennesima volta, Hunt girovagò nel soggiorno alla vana ricerca di un’interpretazione plausibile su ciò che la studentessa gli aveva riferito riguardo la sua sceneggiatura. Una parte di sé non credeva ancora che la giovane si fosse esposta a lui con una tale e perfetta sincerità che, doveva ammetterlo, gli aveva arrecato un momentaneo sconcerto. Quella ragazza riusciva sempre a sorprenderlo oltre misura... Cosa poteva esserci di ‘errato’ in quella sceneggiatura? Come un esperto e consumato attore di Hollywood, Thomas ne recitò ad alta voce un frammento.
 
La prima scena, della durata di circa due minuti, vede un tale di nome Robert muoversi in modo furtivo per le strade della città, come se stesse fuggendo da qualcosa. O meglio, da qualcuno. Chi potrà mai essere questo qualcuno? Non appena l’uomo accosta la macchina, egli si avvia in un pub. Siamo in piena notte, eppure, è comunque possibile prevedere che tempo farà l’indomani. Le nuvole grigie che si intravedono nel cielo non lasciano spazio a dubbi di sorta. No, il fatidico detto ‘rosso di sera, buon tempo si spera’ non è contemplato, nemmeno dai meteorologici più esperti. Non appena Robert tracanna un boccale di birra senza nemmeno un accenno di esitazione, qualcuno gli appare dinanzi. Sì, Robert ci era abituato, in realtà. Era sempre stato avvezzo a quel genere di visioni. Ma di certo, non a quella.
E molto presto, lo avrebbe appurato meglio di chiunque altro.
 
Thomas posò la sceneggiatura sulla scrivania. In verità, nel profondo del suo cuore, anche lui stesso credeva che vi mancasse un qualcosa sebbene, sul momento, non fosse in grado di appurare precisamente di cosa potesse trattarsi. Chissà, magari si stava lasciando suggestionare da Wilson o dalle circostanze che negli ultimi tempi lo avevano messo alla prova più di quanto potesse aspettarsi. O magari chissà... dalla stessa Jane McMiller.
 
Immerso in quella ‘tempesta’ di pensieri, l’uomo aprì il cassetto della sua scrivania. La foto di lui e Yvonne ritratti sul set era ancora lì, lucida, intatta e perfetta, malgrado il tempo che era trascorso. Con coraggio, la prese in mano e la scrutò con attenzione. Questa volta, però, il professore non provò nessuna sensazione particolare. Nessun dolore, nessuna emozione, se non qualche piccola rievocazione di quel passato che, di tanto in tanto, bussava di nuovo alla sua porta reclamando il suo spazio. Reclamando quell’attenzione che, negli ultimi tempi, Hunt si era brutalmente rifiutato di concedergli, in primis bruciando la foto di Yvonne quando si trovava nel suo ufficio solamente una o due settimane fa. Scalfito da una profonda indifferenza, l’uomo ripose la foto, pensando bene di posarla all’interno di una vecchia scatola da poter riporre nella soffitta, con la grande speranza di poterla gettare via al momento opportuno - era certo che quel momento sarebbe presto arrivato -.

In quel cassetto, però, trovava posto una delle sceneggiature cinematografiche più celebri mai scritte da un regista: Storia di una lacrima.

 
Non appena prese in mano quei fogli, il suo cuore rimembrò nuovamente la grande emozione provata nel momento in cui la compagnia di San Francisco lo aveva assunto per poter dare alla luce quell’ambizioso progetto, da molti considerato fin troppo pretenzioso. E in aggiunta, ricordò nell’immediato la sensazione da lui percepita nel momento esatto in cui Yvonne si era presentata davanti a lui in vista del provino, senza quella sfacciataggine e quella forte personalità che avrebbe ben presto mostrato alle prove, nelle vesti di attrice protagonista del film. Thomas lesse mentalmente la prima scena del film:
 
Una lacrima scende su un volto di donna. Scende inesorabile, incurante del fatto che quella stessa donna sta per estrarre un fazzolettino dalla sua borsetta per poterne cancellare le tracce. Ma ciò che non si può cancellare è ben altro. Perché è il dolore a essere incancellabile. Perché è il dolore a farci gridare forte, con tutto il fiato che abbiamo in gola, che esistiamo e che, nonostante tutto, esisteremo ancora.

Sì, ancora.

Perché se è vero che il passato non si può cancellare, il presente può ricordarci chi siamo stati, anche se guardiamo in avanti. Il passato ci insegue, ci rincorre come un carnefice insegue la sua preda per potersene cibare, assaporandone la preziosa carne. Assaporandone l’anima. Quell’anima di donna. Quell’anima selvaggia e incredibilmente fragile.
Sì, il passato non risparmia proprio nessuno. E alla fine, quando meno ce lo aspettiamo, è pronto ad azzannarci di nuovo, con i suoi affilatissimi artigli. Sempre pronto ad afferrarci, per non lasciarci mai più.
   
 
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