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Autore: EleAB98    27/04/2020    4 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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“Mi stai forse minacciando?” domandò Wilson, mettendosi sulla difensiva “Spero di no. Perché sai che non ti conviene.”

“Se vogliamo rimanere buoni amici,” precisò Malcom “dobbiamo rispettare il nostro patto. Avevi detto che nessuna donna avrebbe potuto intralciare i nostri piani.”

“E infatti non succederà.” ribatté Wilson con decisione.

“Come fai a esserne sicuro?”

“Perché Priya non mi sceglierà.” disse il regista, guardandolo dritto negli occhi.

“Ne sei davvero convinto?”

“Sì.” rispose lui, senza esitazione “E se mai lo farà, troverò il modo di farle cambiare idea.”

“Serviva proprio che lei ti fornisse questa sorta di ‘prova d’amore’ nei tuoi confronti?” domandò Malcom, indignato da quell’atteggiamento.

“Sì, era necessaria. Devo potermi fidare ciecamente della mia donna.”

Malcom rimase a bocca aperta.

“Aspetta un momento, come l’hai chiamata? La ‘tua donna’?” domandò poi, scoppiando in una sonora risata “Ma se fino a una settimana fa non la consideravi nemmeno... Dicevi che...”

“So bene quel che ti ho detto...” lo interruppe il regista “Ho detto che la mia storia con quella donna non era importante. E infatti non lo è.”

“A me non sembra.”

“Stai forse dubitando della mia sincerità? Ah, questo è il colmo.” sbottò lui, rimanendo però immobile sulla sua scrivania.

“Scusami amico mio, ma proprio non ti capisco. Quella donna ti sta facendo il lavaggio del cervello, non c’è altra spiegazione.”

“Non è così. Ti sbagli Malcom.”

Stone scosse la testa.

“Beh allora, in questo caso, non devi fare altro che dimostrarmi che mi sto sbagliando. Aspetterò che tu torna in te stesso perché, al momento, stento proprio nel riconoscerti. Chiamami pure, non appena avrai risolto la questione. Io non intendo farmi vivo. Ma ricordati... Stai ben attento a quello che fai.”
 

 
***

 
SCENA 2

 
Si, ormai poteva sentire la fine che si avvicinava. Poteva sentirne persino l’odore. Di lì a poco, quell’uomo avrebbe assunto le sembianze della morte, e quella stessa morte avrebbe senz’altro investito tutta l’umanità, ‘un bel giorno’. In quel momento, però, sembrava proprio che la sorte avesse già deciso. Doveva essere lui la vittima sacrificale di quella serata. Lui e nessun altro. Trascinato all’interno di un garage, un uomo incappucciato assistette inerme alla sua fine. Quel killer aveva compiuto l’ennesimo e atroce misfatto. L’efferato crimine, però, non doveva assolutamente essere scoperto. Altrimenti, sarebbe stata la fine per lui e la sua congregazione. Un rivolo di sangue scese dalla bocca di quell’uomo e si sparse rapidamente sul terreno. Ben presto, il tizio incappucciato avrebbe dovuto ripulire il tutto per non lasciare alcuna traccia di sangue fresco. A tutto il resto, avrebbe pensato a tempo debito.
 
Jane rilesse per l'ennesima volta quella sceneggiatura, convinta che l’avrebbe consegnata a Hunt la mattina stessa. Bussando nel suo ufficio, non ricevette di nuovo risposta. Anche stavolta, però, la porta dello stesso era aperta, dunque, accertandosi che non vi fosse proprio nessuno, vi entrò. Non appena si sedette sulla scrivania del professore, estrasse quel boocklet che Jane aveva preso qualche giorno fa dal suo cassetto. Senza perdere altro tempo, prese il DVD, lo aprì e vi inserì dentro il fascicolo. D’un tratto, però, sentì qualcuno sbattere sonoramente la porta e la giovane venne colta sul fatto.

“Signorina McMiller... se proprio ci teneva a visionare il DVD ‘Storia di una lacrima’, poteva semplicemente chiedermelo.”

Sul momento, Jane non seppe cosa rispondere. Quasi tremava per l'imbarazzo.

“Come faccio a saperlo?” proseguì Hunt, trattenendo a stento un sorriso, che alla fine comparì sul suo volto “È molto semplice. Manca il boocklet al suo interno, o meglio mancava. E chi poteva averlo rubato, se non lei?”

“Mi dispiace professor Hunt, le giuro che non intendevo...”

“Non giuri né spergiuri, signorina.” ribatté Hunt “Piuttosto, prenda pure in prestito il DVD.”

“Dice sul serio?” domandò la giovane, ancora incredula.

“Avanti, lo prenda prima che cambi idea.”

Sorridendo tra sé, la giovane estrasse il DVD dal cassetto e lo ripose con cura nel suo zaino, ringraziandolo sentitamente. In un attimo, il professore si ritrovò di fianco a lei, pronto per la lettura del nuovo frammento della sua sceneggiatura.

“Ha fatto ciò che le avevo chiesto?”

“Sicuro professore, altrimenti non sarei qui.” rispose lei “Ecco la nuova scena che ho scritto ieri sera.”

Per qualche secondo, Hunt rimase in silenzio, annuendo di tanto in tanto.

“Non reputo che il pezzo che lei ha scritto sia eccezionale, devo ammetterlo.” disse poi “E credo di conoscerne anche il perché. Lei non crede molto in questa sceneggiatura... o almeno, non quanto ci credo io.”

Il volto di Jane assunse un’espressione preoccupata. Odiava doverlo ammettere, ma il suo professore aveva ragione. Conosceva fin troppo bene il suo punto di vista.

“In ogni caso, apprezzo lo sforzo. Ma può fare senza dubbio molto di più. Per quanto riguarda la seconda scena del film da me creata, al momento non gliela farò visionare. Dobbiamo discutere di altri aspetti importanti inerenti il mondo della cinematografia e assimilati.”

“Sono d’accordo.” asserì lei, sentendosi d’un tratto più a suo agio “Quanto a ciò che ha detto in precedenza... ha assolutamente ragione. Continuo a non credere in questa sceneggiatura. Ma questa sceneggiatura è tutta sua, e il problema è soltanto mio... per cui le prometto che, in un modo o nell'altro, riuscirò ad assolvere il compito di scriverne il seguito non appena lei me lo chiederà.”


“A dire la verità, credo proprio che non sarà più necessario.” rispose Hunt, scuotendo il capo “Ha già fatto abbastanza in questi ultimi giorni. Adesso, ciò che più mi preme è farle conoscere il contesto in cui, tra qualche giorno, si ritroverà a lavorare.”

Jane spalancò gli occhi.

“A lavorare?” 

“Esatto. Lei e i miei colleghi ci ritroveremo all'interno di un vero e proprio set cinematografico. Ne ha mai visto uno? Si fidi, sarà un’esperienza indimenticabile.”

Jane stentava a credere alle sue orecchie. Avrebbe finalmente realizzato il suo sogno di visitare una reale casa cinematografica completa di tutto, ovvero di attrezzature e macchinari di alta risoluzione e alta qualità che le avrebbero permesso una più ampia conoscenza del mondo del cinema?

“È rimasta senza parole?” domandò Hunt, nascondendo un sorriso “Beh, metabolizzi al più presto la cosa. Tra tre settimane ci ritroveremo sul set e io non voglio vederla troppo emozionata. Mi sono spiegato?”

Jane annuì, con un barlume di felicità negli occhi. Le sembrava davvero incredibile che Hunt le stesse regalando quella grande opportunità.



 
***


Verso le tre del pomeriggio, Priya ricevette ben tre chiamate senza risposta da parte di Thomas. Una parte di sé avrebbe voluto richiamarlo per scoprirne la motivazione, ma nell’intimità del suo cuore covava invece il desiderio di farsi perdonare da Wilson.

No, non si era affatto comportata bene con lui.

Inoltre, aveva sbagliato a pensare che Jack non nutrisse alcun fastidio nel vederla confidarsi con Thomas, da lui definito suo ‘eterno e acerrimo rivale’. Ancora una volta, la donna si domandò cosa fosse accaduto di tanto spiacevole tra i due che non meritasse di essere raccontato. L’astio e il rancore che i due riserbavano l’uno per l’altra era davvero forte e, a tratti, decisamente eccessivo.

In particolare, pareva proprio che Jack nutrisse un odio sconfinato nei suoi confronti; un odio che, nonostante tutto, non riusciva ad allontanarlo da lui. Inutile continuare a negarlo: la donna provava un sentimento molto forte per Wilson ma, forse, ella non avrebbe potuto dimostrarglielo con un semplice bacio o quantomeno un gesto che sancisse, una volta per tutte, l’effettiva serietà delle sue intenzioni.
   
 
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