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Autore: EleAB98    27/04/2020    7 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Trascorsero altre due settimane da quando Jane e Thomas avevano cominciato a lavorare a stretto contatto e periodicamente al fine di garantire la riuscita del nuovo film che il professore avrebbe presentato tra pochi mesi, davanti alla severissima commissione del Festival. Insomma, sembrava proprio che Thomas avrebbe dovuto affrontare ‘l’ennesimo esame di maturità’ e, da un lato, la cosa lo emozionava non poco.

In effetti, sebbene con Jane cercasse di non mostrarsi troppo entusiasta, la studentessa aveva già captato da tempo il suo stato d’animo, fortemente volitivo e trascinante. Certo, le incomprensioni tra i due non mancarono; ciononostante, a seguito di discussioni anche piuttosto accese, il regista e la studentessa trovavano sempre il modo di appianare le proprie divergenze, e questo provocò in loro il costante accrescere di una sincera e reciproca stima.

Jane, comunque, si ritrovò a lavorare con lui più di quanto potesse inizialmente aspettarsi... Persino la domenica, da sempre contemplato come il giorno di riposo per eccellenza. E fu proprio una domenica della settimana antecedente al grande evento che avrebbe sancito l’ingresso di Jane in una prestigiosa casa cinematografica scelta appositamente da Hunt, che i due si ritrovarono nuovamente soli, a casa del regista, per discutere dei loro prossimi progetti lavorativi.

“Mi scuso per averla chiamata anche oggi ma, come ben sa, abbiamo molto lavoro da sbrigare.” esordì Hunt, non appena Jane entrò in casa sua.

“Non si preoccupi professore, ne sono consapevole.” rispose lei, condividendo in pieno le sue ragioni e ricambiando la sua stretta di mano.

“Intanto, si accomodi pure sul divano. Tornerò tra un attimo.”

L’uomo sparì in un lampo e, sul momento, Jane si domandò per quale assurdo motivo Thomas l’avesse mollata così, in soggiorno, senza alcuna spiegazione. La studentessa si avvicinò sulla scrivania e poggiò le sue cose. D’un tratto, però, l’occhio le cadde sul pavimento. Proprio lì vi era un foglio che, almeno in parte, sembrava essere stato accartocciato. Colta da un’impellente curiosità, cominciò a leggerlo. Con estrema naturalezza, senza pensare che Hunt potesse tornare da un momento all’altro, cominciò a recitarne ad alta voce il contenuto.

 
RICOMINCIARE – PARTE PRIMA
 
Scena 1: una donna si ritrova nel soggiorno di casa sua, completamente sola, meditando ancora una volta sul suo passato. Un passato doloroso di cui avrebbe voluto disfarsi una volta per tutte. No, la memoria e i suoi ricordi le prospettano un dolore ancora troppo forte, sin troppo impresso su quella pelle ormai stanca di quella routine, di quella monotonia scandita da quegli eventi della sua vita che ormai avrebbe potuto ricostruire in perfetto ordine e senza alcuno sforzo.
Stava realmente vivendo la sua vita? – si domandò, in preda al panico -. Oppure, stava soltanto aspettando che quella stessa vita giungesse al termine e che le scivolasse totalmente tra le mani, senza che lei potesse in alcun modo ingegnarsi a recuperarla?

Scena 2: La donna tenta ancora una volta di fuggire da quel baratro che sta per risucchiarla. No, quella donna non sta affatto fuggendo da qualcuno. Sta fuggendo da qualcosa... Da quel passato che, suo malgrado, fatica a dimenticare e che le provoca così tanto dolore che solamente una stupida bottiglia di vino riesce ad appianare, seppur per un effimero momento della sua intera esistenza. Un’esistenza scandita da minuti, secondi, ore che le appaiono tutte uguali, una serie omologa che non differisce nemmeno di un’unità strutturale. Avrebbe davvero vissuto in questo modo il tempo che le restava da vivere? Nell’angoscia e nel rimpianto? Nel dolore e nella...”
 

“Signorina McMiller!”

La voce autoritaria del professor Hunt non lasciò spazio a dubbi di sorta. Doveva essere davvero arrabbiato. Con cautela e sorpresa, Jane si voltò nella sua direzione. Come al solito, nei suoi occhi non trasparirono emozioni particolari. Ma la rigidità del suo corpo parlava per lui e, questa volta, la studentessa riuscì a comprendere quasi alla perfezione quanto gli stesse passando per la mente. Nell’istante in cui Hunt mutò l’espressione del viso, Jane mollò la sceneggiatura, che cadde a terra e ‘volò’ a pochi passi da lui.

L’uomo la raccolse ma, ancor prima che egli potesse parlare, la studentessa espresse la sua opinione al riguardo.

“Professore... Quella sceneggiatura è... è semplicemente meravigliosa.”

Quell’aggettivo riecheggiò nella mente e nel cuore di Thomas almeno un milione di volte. Il suo sguardò si addolcì e, in quel preciso istante, Jane sentì di aver fatto la cosa giusta. È vero, lei sapeva benissimo che il suo professore non voleva affatto saperne niente di quella sceneggiatura, eppure, non riuscì a scusarsi per averla letta a gran voce per il soggiorno, trovando il coraggio di affrontare la ‘furia’ di Hunt nel caso in cui l’avesse scoperta. D’un tratto, però, negli occhi di Thomas emerse una strana riconoscenza che fino a quel momento non aveva mai manifestato, durante i consueti incontri di lavoro. Pareva proprio che nessun apprezzamento gli avesse fatto effetto quanto quello spontaneo e diretto di Jane.
La studentessa rimase immobile, continuando a contemplare quello strano sguardo, accompagnato da un sorriso alquanto enigmatico. Dopodiché, Hunt le si avvicinò.

“Dove ha trovato la mia vecchia sceneggiatura?” le domandò con curiosità.

“Beh, sul pavimento. E non credo sia quello il posto che le spetta di diritto.”

Thomas scosse la testa, cercando di rimanere neutrale.

“Non ricordavo nemmeno che avesse fatto quella fine... Sono solito gettare le mie cose ovunque, qui nel soggiorno.”

“Ho visto.” ripose Jane, soffocando una risatina “Ma tornando alle cose serie... Me ne vuole parlare?”

Questa volta, l’uomo decise di affrontare l’argomento.

“Venga, si sieda qui.”

La studentessa obbedì e, in un attimo, si ritrovò sul divano ad ascoltare Hunt che cercava di trovare, nel frattempo, le parole giuste da dire.

“Ecco... Questa sceneggiatura risale a molto tempo fa. Di preciso, a dieci anni fa, a due anni dal mio esordio come regista grazie al mio primo film, ‘Storia di una lacrima’. Le prime scene le scrissi di getto, senza pensarci troppo. Non so nemmeno io come raggiunsi una tale ispirazione. Ma all’epoca sembrava tutto più semplice. La manifestazione dei miei sentimenti, così come l’organizzazione dei miei progetti futuri. Poi...”

“Poi?” domandò Jane, quasi sussurrando.

“Poi... Ho accantonato questo progetto per dedicarmi ad altro. Avevo bisogno di staccare per un po’ dal mondo del cinema, nonostante fosse – ed è tuttora – la mia più grande passione.”

“Dunque, aveva bisogno di tempo per se stesso... la capisco. Chiunque ha il diritto di concedersi una pausa, di tanto in tanto.”

“Ma non io.” ribatté Hunt, con un sorriso da cui trasparì tutta la sua amarezza “Una volta raggiunto l’apice del successo, gli altri si aspettano da te chissà cosa e nutrono delle aspettative molto alte... e la pressione che ricevetti in quel periodo fu davvero troppa per me.”

Jane annuì.

“Immagino come possa essersi sentito. Ma mi dica la verità... Se lei avesse portato a termine questa sceneggiatura e ne avesse prodotto il film... tale film avrebbe potuto essere un grande successo, non è così?”

Hunt spalancò gli occhi e si irrigidì all’istante.

“Aspetti un momento... Dove vuole arrivare con questo?”

Con coraggio, Jane continuò a esprimere la propria opinione in merito.

“Professore... voglio dirle soltanto che lei può ancora farcela. Non è troppo tardi per...”

“Basta così, signorina.” rispose lui, indignato “Le ho già spiegato che non intendo riprendere in mano quella sceneggiatura.”

“Ma per quale motivo?” ribatté Jane, alzando la voce.

“Perché sono io il regista, è chiaro?” sbottò lui, fulminandola con lo sguardo.

“E io non sono nessuno, giusto?” ribatté la studentessa, seccata e delusa da quella risposta “Oh, ma certamente... ma che cosa diavolo ci sto a fare qui? Tanto con lei è impossibile ragionare.”

D’istinto, Jane afferrò la sua borsa, pronta ad andarsene. In quel preciso istante, però, Thomas le bloccò il polso, stringendole poi la mano.

“Signorina, aspetti un attimo... Non intendevo mancarle di rispetto.”

Jane cercò di trattenere le lacrime.

“Ma lo ha fatto.”

“Mi dispiace... Mi dispiace.” ripeté Hunt, stringendola ancora più forte “La prego, non se ne vada. Ho bisogno di lei. Ho perso per un momento la calma e me ne scuso. Non meritava un simile trattamento.”

“Professor Hunt... Io non ce la faccio più a...”


“Ho bisogno di te, Jane. Ti prego, non te ne andare.”


A quelle parole, il cuore della ragazza sembrò bloccarsi per qualche istante. Il professor Hunt le aveva appena dato del tu? Il professore l’aveva appena pregata di restare dandole del tu??? Per un istante che sembrò interminabile, la giovane riprese a contemplare profondamente quei ‘famosi’ occhi color nocciola, nei quali vi era impresso il sentito timore di perderla. Un sentimento che, peraltro, trasparì anche dal suo tono di voce, che per la prima volta dopo tanti mesi le era parso così dolce e delicato.

“Professor Hunt... Che cosa ha appena detto?”


Thomas si riscosse e lasciò andare la mano della ragazza. Dopodiché, tossicchiò nervosamente e scostò lo sguardo da lei, guardando un punto indefinito del soggiorno che la giovane non riuscì a identificare.

“Le ho appena detto che ho estremamente bisogno di lei e che non potrà varcare quella porta finché il nostro incontro di oggi non sarà terminato.”

La giovane sospirò, ma un leggero sorriso comparve sul suo volto. Per una volta, il suo insegnante aveva perso il controllo della situazione e questo la mandò letteralmente su di giri.

Il mio professore ‘è tornato’ pensò poi, sedendosi nuovamente accanto a lui e fingendo che non fosse accaduto nulla.

“D’accordo, professore. Sono a sua disposizione... come sempre del resto. Ma mi spieghi un attimo... Ha forse perso la calma a causa mia?”

Hunt la guardò di nuovo negli occhi.

“No, signorina... certo che no. È solamente colpa mia.” disse poi, tornando a fissare il vuoto.

D’istinto, Jane posò la propria mano sulla sua spalla e l'uomo sussultò leggermente a quel contatto.

“Perché? Perché dice così...? Che cosa è successo veramente?”

Thomas si voltò di nuovo nella sua direzione.

“Vuole proprio saperlo?”

“Soltanto se lei vuole dirmelo, professore. Io le ripeto ancora una volta che la sua vecchia sceneggiatura è meravigliosa, benché lei stesso non voglia ammetterlo.”

Incredibilmente, quell’affermazione riuscì a strappargli un sorriso.

“Non si stancherà mai di dirlo, non è così?”

“No.”

“Sa, lei è davvero ostinata.”

“E lei è testardo come un mulo. Anzi, anche peggio.” ribatté Jane, stemperando definitivamente quella ‘strana’ tensione creatasi poco prima.

Alzando gli occhi al cielo, Hunt scosse la testa per l’ennesima volta.

“Le dico soltanto, signorina McMiller, che se la sceneggiatura fosse andata in porto, questa avrebbe potuto ottenere un buon successo.”

“Non ne avevo il minimo dubbio.” sorrise lei “Così come non nutro alcun dubbio sul fatto che lei sia ancora in tempo per produrre realmente questa sceneggiatura. Dipende soltanto da lei.”

“Io non credo... Ormai è troppo tardi.” rispose lui, rassegnato.

“Si sbaglia professor Hunt, non lo è. Ascolti la voce del proprio cuore.”

Hunt stentò a credere a quelle parole.

“Avanti, dico sul serio!” insisté Jane, regalandogli uno dei suoi sorrisi migliori “Che cosa le dice il suo cuore? Di mollare tutto così, su due piedi? Io non credo.”

Per un attimo, quelle parole rimembrarono a Thomas il giorno in cui si era recato a casa di Jane per convincerla a ritornare all’università. In quel momento, la ragazza gli sembrava l’esatta copia di se stesso.

“Che lei ci creda o meno, signorina, il mio cuore mi dice di lasciar perdere.” si limitò a risponderle, dopo qualche istante “Avanti, sono passati fin troppi anni... Non sarei in grado di...”

“Ricominciare?”

“Ebbene, finalmente è arrivata al dunque... Insomma, analizzi con rigore la realtà dei fatti. Dovrei ricominciare tutto da capo, rivisitare i personaggi e il loro ruolo, risistemare ogni singolo aspetto della trama e...”

“E allora?” ribatté la studentessa, con grande enfasi “Si getti il passato alle spalle e si butti invece in questa nuova avventura. Sono sicuro che non ne resterà affatto deluso.”

“Lo crede davvero?” domandò lui, vagamente rapito dall’attitudine di Jane.

“Deve crederci prima lei, professore...”

“È proprio questo il punto.” ribatté Thomas “Io non...”

“Non vuole proprio, come da titolo, ricominciare a produrre quella magnifica sceneggiatura? Se la risposta è sì, perché non riscriverla assieme?” propose lei, con un entusiasmo da far invidia a chiunque “Sono convinta che ci riusciremo.”

In quell’istante, Hunt si ritrovò a sorridere. Non riusciva ancora a credere alla ‘folle proposta’ che gli aveva appena fatto la sua studentessa.
   
 
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