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Autore: _Lakshmi_    27/04/2020    0 recensioni
[Fantasy!AU][Steampunk!AU][Greek!AU]
Dal prologo:
[...] Ma erano solo vecchie storie.
Fiabe raccontate per giustificare una terribile, precaria situazione.
Dabi si mise seduto sulla branda disfatta ed inspirò l'aria satura di carbone e legna bruciata.
Persino nella sua cabina riusciva a sentire il rombante cigolio degli ingranaggi della sala macchine, spinti al massimo della loro potenza. Quel rumore costante e disperato gli ricordò il pianto angosciato di una madre, i lunghi bracci meccanici volti a proteggere il pargolo con tutte le loro forze.
Un eco terribilmente reale.
Assordante.
Non avevano avuto un attimo di tregua.

[DabiHaul][TodoBaku][Altre coppie][Presenza di OC secondari]
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Dabi, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Overhaul, Shouto Todoroki
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Primo Capitolo

Primo Capitolo:

Deìpnon


« Χιονοβλεφάρου πάτερ Ἀοῦς,
ῥοδόεσσαν ὃς ἄντυγα πώλων
πτανοῖς ὑπ' ἴχνεσσι διώκεις,
χρυσέαισιν ἀγαλλόμενος κόμαις,
περὶ νῶτον ἀπείριτον οὐρανοῦ
ἀκτῖνα πολύστροφον ἀμπλέκων,
αἴγλας πολυδερκέα πάναν
περὶ γαῖαν ἅπασαν ἑλίσσων.
ποταμοὶ δὲ σέθεν πυρὸς ἀμβρότου
τίκτουσιν ἐπήρατον ἁμέραν.
»


    Prima ancora che Bakugō riuscisse a riemergere completamente dal nero baratro dell'incoscienza, si soffermò ad ascoltare per un tempo indeterminato -minuti, ore... forse giorni interi- il melodioso canto di un ragazzo, reso ancor più celestiale dall'accompagnamento di uno strumento a corda, forse una cetra. Non conosceva la lingua, né a chi fosse rivolto quell'inno che percepì come sacro, però rimase ugualmente incantato da quel puro e semplice virtuosismo.
Certo, di quando in quando il giovane si fermava, rifletteva, correggeva l'intonazione e rifletteva di nuovo, finendo per sospirare e ricominciare daccapo; tuttavia per il Drako era ugualmente perfetto, la dimostrazione che l'arte era davvero un linguaggio universale.
Poi, d'un tratto, sopraggiunse il flusso di coscienza.
Uno ad uno, i ricordi della sua morte riaffiorarono sempre più chiari, sempre più nitidi.
Senza riflettere, scattò in piedi.
Ma prima che le sue gambe potessero rispondere al comando, il suo fisico lo paralizzò in uno spasmo straziante, che gli tolse il respiro.

« Merda!» in un lamento, ricadde su un fianco e iniziò a contorcersi su se stesso, finendo inevitabilmente in un circolo vizioso di puro tormento « Fanculo! Fan-cu-lo!»

Era un drago, per la miseria.
I suoi antenati avevano combattuto battaglie.
Guerre.
Lui invece si lamentava come una ragazzina in preda ai dolori mestruali.
Fanculo.
Quando le fitte iniziarono ad attenuarsi, s'accorse del profondo, tombale silenzio: il ragazzo canterino probabilmente era fuggito terrorizzato.
E... sì, provò in fondo un po' di dispiacere.
Aprì gli occhi e per poco non sobbalzò di nuovo: davanti a lui, una ciotola.

« Si può sapere dove cazzo mi trovo?»

Nessuna risposta.
Quella ciotola ancora lì, colma di latte e... oppio? Anche se al suo olfatto di Drako aveva una fragranza decisamente più zuccherina. La scansò in ogni caso con un gesto sbrigativo della mano, ma fu nuovamente assalito dai demoni del tormento.

« Πίνεις,» il giovane però insistette e avvicinò ancora la coppa, dimostrando una pazienza proveniente da un altro mondo.
« Non mi drogo.»
« Πίνεις,»
« L'oppio è fottutamente illegale, capisci?»
« Πίνεις,»

No, non era paziente: era solo dannatamente testardo.
Ma anche Bakugō non scherzava in fatto di cocciutaggine e decise di dimostrare a quel maledetto usignolo il suo sguardo più truce, per allontanarlo una volta per tutte.
Era la storia della sua vita, in fondo: aveva un aspetto e degli atteggiamenti talmente minacciosi che alla fine poteva contare sulle dita di una mano la gente che riusciva a stargli attorno.
Amici.
Essendo però fortemente restio a sentimenti tanto melensi, tendeva a liquidare la questione con un semplice “gentaglia”.

« Πίν-...» il ragazzo canterino interruppe l'emissione d'aria a metà del verbo, quando il giovane Drako gli puntò addosso quello sguardo cremisi, inizialmente feroce.

Poi, mutò in stupore.
Paura.
Risentimento.
Ed infine odio.

La coppa volò e si rovesciò a terra, andando in frantumi.
Bakugō ritrasse la mano colpevole e fissò con puro risentimento il ragazzo ormai lontano, intento a sistemare la sella di un bianco cavallo alato.
Fottuto Angelos.


Il lento crepitio delle fiamme.


    Non poteva restare lì.
Calata la notte -che poi “notte” era un eufemismo, visto che l'unica differenza con il giorno era l'intensità delle ombre-, decise di partire armandosi alla bell'e meglio con tutto ciò che riuscì a reperire in quella grotta.
I suoi movimenti erano dannatamente impacciati, non solo per colpa dei muscoli sofferenti, ma anche per quell'assurdo vestiario che si era ritrovato addosso: morbide pellicce, guanti spessi, stivali in cuoio imbottiti, una sorta di poncho in lana e, soprattutto, una terribile tunica, un tipo di vestiario tipicamente femminile.
Era goffo, pesante, limitato nei movimenti e assolutamente ridicolo.
Però non sarebbe rimasto in quella trappola un solo minuto in più: gli Angeloi erano un branco di assassini spietati.
Chissà cosa succedeva nel cuore di quelle fottute montagne.
E poi... era proprio colpa degli Angeloi se si trovava in quello stato.
Fece un profondo respiro, sfiorò la pietra draconica sottopelle, incastonata nel mezzo della gabbia toracica.
Doveva calmarsi.
In quelle condizioni, la sua trasformazione non sarebbe durata per più di qualche minuto, per cui avrebbe dovuto raggiungere il confine nella più totale segretezza.
Non sarebbe stato difficile, nel buio pesto.
Così, ignorando la stanchezza del proprio fisico, pensò di mettersi in marcia facendo affidamento su quelle noiosissime lezioni di geografia.
Era tutto sotto controllo.
Non era un continente enorme, pieno di catene montuose tutte uguali.
Non era talmente perso da non riuscire nemmeno più a distinguere il nord dal sud.
Non era...
Sì, in effetti era un vero e proprio Inferno.


Leggeri passi sulla neve.


    Come previsto, non trascorse troppo tempo dal ritorno dell'usignolo diabolico
L'Angelos dalla lunghissima chioma mezza rossa e mezza bianca entrò nella grotta, stringendo tra le braccia un sacchetto misterioso. Le sue ali di pura energia eterea -l'una cremisi, fiammeggiante, mentre l'altra bianca, la cui luce si rifrangeva in un modo particolare, tanto da sembrare una costellazione di cristalli di ghiaccio- si muovevano ad un ritmo armonioso, simili a onde che s'infrangevano sulla spiaggia.
Avanzò lentamente fino a fermarsi davanti ai cocci della ciotola finemente decorata.
Si chinò e iniziò a raccoglierli.
Sempre lentamente.
Con tutta la calma del mondo.

« Fermo.» Bakugō, alle sue spalle, gli puntò un frammento acuminato alla gola « Fermo. Ho detto.»

L'Angelos sospirò, ma non si oppose.

« Ora sei mio prigioniero, hai capito?!» il Drako gli legò i polsi con la corda del vecchio strumento che il ragazzo aveva dimenticato lì.

Un errore fatale.
Dopo avergli stretto anche le caviglie, si allontanò di qualche passo, senza distogliere mai lo sguardo.

« Posso trasformarmi in drago quando voglio, per cui non fare scherzi.» mentre parlava, si avvicinò lentamente all'involucro misterioso « Cos'è? Eh?»
« Δεῖπνον.»
« Deípnon?» Bakugō estrasse dal sacchetto di cotone una scatola e il solo odore lo lasciò perplesso, oltre che con l'acquolina in bocca « La cena?»

Il giovane ostaggio annuì.
Il drago scoperchiò il contenitore e vide carne, tanta carne.
Qualche verdura un tempo pallida, ora nera come il carbone.
E persino un paio di dolcetti
.

« Stai scherzando, vero?»

Silenzio.
Era ovviamente una trappola: quel sicario voleva avvelenarlo, puntando al suo stomaco ormai completamente vuoto.
Con un coltello spuntato, a fatica, riuscì a ritagliare una piccola porzione di una bistecca e l'avvicinò alle labbra sottili dell'assassino prigioniero.

« Mangia. Poi mangerò io.»

L'Angelos, dopo un ennesimo sospiro, accettò di essere imboccato.
E masticò.
Masticò.
Masticò.
Si preparò a deglutire.
Ma prima masticò un altro paio di volte, cercando di mantenere quell'innata compostezza.
Poi, sforzando la gola, inghiottì la porzione.
Bakugō attese qualche attimo, picchiettando il coltello sul legno della scatola. Quando fu certo della totale assenza di qualsivoglia tossina, iniziò a mangiare il resto della bistecca.
In effetti, sotto ai denti era tenace quanto la suola di una scarpa.
Ma aveva fame, troppa fame, quindi per quella volta non si lamentò troppo, limitandosi solo a qualche insulto indirizzato al misterioso cuoco incapace.


E così continuò la cena:
prima l'Angelos assaggiava i piatti,
poi Bakugō finiva il resto.


    Quando anche l'alcol iniziò a scorrere in egual misura nei corpi dei due giovani, Bakugō approfittò della distrazione momentanea dell'Angelos, fermo a fissare il crepitio delle fiamme, per osservare le ombre che danzavano su quel viso perfettamente diviso -ancora una volta- a metà: un lato chiaro, privo di imperfezioni, dannatamente puro, un lato invece lasciato nelle tenebre, sfregiato, in cui spiccava l'inquietante bagliore di un occhio azzurro.
Perché? Perché lo stava aiutando?
C'era sofferenza nel suo sguardo. Una leggera sfumatura di tristezza.
La sua mente -forse, anzi sicuramente per colpa dell'idromele- gli proiettò immediatamente l'immagine di un animale braccato, rabbioso ma al contempo consapevole di essere ormai vicino al trapasso.
Ogni tanto muoveva impercettibilmente le dita, richiudendole per qualche frazione di secondo in un pugno, prima di distenderle ed ancorarle di nuovo alle braccia.

« Katsuki Bakugō.»

L'Angelos alzò il capo, confuso.
Bakugō non avrebbe sprecato altro fiato per ripetersi: con molta probabilità, infatti, quel sicario prigioniero non aveva capito, dopotutto si trattava di un'altra lingua, quel nome poteva essere anche una frase qualunque, un'imprecazione, un...

« Shōto Todoroki.»

Il Drako sbuffò roco, un respiro che parve profondo quanto un soffio di fuoco.
Quell'Angelos era dannatamente testardo, sì.
Ma anche sveglio.
In fondo.



    Fine Primo Capitolo!



Lingua italiana: partiamo con lo spiegone (yeeeeeah). Tendenzialmente i capitoli di questa storia avranno sempre un POV incentrato su un singolo personaggio (questa frase si sminchierà già nel prossimo capitolo, non preoccupatevi, ma quello è un caso moooolto particolare). Questo personaggio penserà, agirà e parlerà in italiano. Quindi, se qualcuno si aspetta ancora un capitolo con Todoroki come protagonista scritto interamente in greco antico... mi dispiace, ma voglio vivere.


Lingua greca fantasy: niente da aggiungere. Solo che sarà un utilizzo molto fantasy della lingua greca antica, quindi tu, dico a te col forcone, sì... ecco... risparmiami.


POV: sempre parlando di Point of View, non sempre quello che vedono/pensano i personaggi è la verità assoluta. Questa cosa è un'arma a doppio taglio. Per me. Perché so che mi sto incasinando la vita.


[…] una ragazzina in preda ai dolori mestruali: mi dissocio, ovviamente. Io, senza un antidolorifico, non arrivo viva al secondo giorno.


Χιονοβλεφάρου πάτερ Ἀοῦς...: antico inno al Sole attribuito a Mesomede di Creta.


Πίνεις: bevi.


Pietra draconica: alloooooora... sono un'amante della saga di Fire Emblem, per cui... niente, visto che ho ripreso a giocare Awakening dopo tanto tempo, ho aggiunto questo particolare. Con la differenza che la pietra si trova all'interno del corpo del Drako.




Angolo dell'Autrice:


*accende un fiammifero* chi è ancora vivo dopo l'inizio traumatico di questo capitolo, batta un colpo (semi-cit.)


    Allora, ben ritrovati in questo piccolo angolo di mondo. Sono contenta che abbiate aggiunto questa storia alle preferite/seguite! Per me vuol dire tanto!
E sono contenta che anche il regalo di compleanno alla fine sia stato apprezzato. È una tradizione di questo account, ormai, e ci tenevo a rispettarla!
Anche se nulla di quel che scriverò riuscirà a eguagliare la bellezza del famosissimo quadro “Nascita di Shigaraki” di Botticelli (o forse sarebbe meglio della Botticella). Davvero, grazie mille! L'ho messa immediatamente come copertina di Facebook.
Stupido, sexy Shigaraki.


    Parlando invece della storia, beeeeeh... io scrivo principalmente per divertirmi e infatti in generale questa fanfic avrà dei toni molto sopra le righe. Ovviamente, a volte interviene la mia lettrice silenziosa che, leggendo alcune parti del capitolo, mi da il suo parere ed io, dopo aver sentito il suo punto di vista, tengo o modifico l'idea.
Perché a volte sono idee mooooolto estreme.
Talmente estreme che mi piange il cuore toglierle.
Però è per il bene della coerenza.
Io sto ancora soffrendo per la scena del bagno pulito, con Chisaki che esce tutto soddisfatto e si ritrova tutti quelli della League of Villains ad aspettare il turno. Lo so, è talmente OOC che fa il giro e diventa IC, però, ecco, io ho un debole per queste cose.
Tutto questo per prepararvi a ciò che accadrà nei prossimi capitoli.


Ci sentiamo presto!

  
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