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Autore: DestinyIsland    27/04/2020    1 recensioni
Un universo alternativo dove la storia che tutti conosciamo è distorta e cambiata. Appartiene all’epoca dei Malandrini, giovani dapprima superficiali e giocherelloni, ma che si troveranno ad affrontare un cambiamento interiore, chi in bene, chi in male. Voldemort è sempre più forte e in cerca di potere. Il mondo magico è alla completa mercé del mago oscuro. Ma nonostante queste distorsioni, sarà sempre un Potter a dare filo da torcere a Riddle. Questa è un’altra storia.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Sirius Black/Marlene McKinnon
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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CAPITOLO 12: CONFRONTI





Come volevasi dimostrare, il risveglio nel dormitorio dei Malandrini fu tragico. Remus Lupin si svegliò di buon ora, essendo il più coscienzioso e preciso del gruppo teneva molto ad ordine e puntualità. Si avviò nel bagno, si fece una rapida doccia e si vestì di tutto punto della divisa di Hogwarts aggiungendo sopra la camicia perfino il maglioncino nero, nonostante fosse settembre e ci fosse ancora un’aria mite. I suoi compagni di dormitorio erano ancora profondamente addormentati e non davano cenno di volersi svegliare: James che dormiva a braccia spalancate, si era tolto le coperte inconsciamente nel sonno e aveva un’espressione beata come non la si vedeva da settimane; Sirius, che di norma appariva sempre bello ed elegante, ronfava sonoramente a pancia in giù grattandosi la schiena; il piccolo Peter a differenza degli altri due era rannicchiato sotto le coperte quasi come se volesse proteggersi da qualunque disturbo esterno; infine Frank che tra il gruppo era quello che dormiva nella posizione più normale ma a bocca aperta. Remus scosse la testa esasperato. Avrebbe dovuto immaginare che le rassicurazioni della sera precedente da parte di Sirius sarebbero valse infinitamente poco. Quindi, come ogni mattina da quando avevano messo piede ad Hogwarts, Lunastorta afferrò la bacchetta e lanciò una serie di incantesimi sui dormiglioni.
«Levicorpus!» esclamò colpendo tutti e quattro.
I malcapitati furono sgraziatamente tirati fuori dalle coperte e si ritrovarono appesi per le caviglia in aria, svegliandosi di soprassalto grazie al poco ortodosso metodo di sveglia di Remus. Peter squittì di paura, mentre James e Frank, ormai abituati alla loro consueta sveglia a testa in giù, si stropicciarono gli occhi scacciando l’intorpidimento del sonno e attendendo di essere riportati a terra. Incredibilmente Felpato fu l’unico ancora profondamente addormentato, e sarebbe apparso molto buffo continuare ad osservarlo ronfare a testa in giù se non fosse che la pazienza di Remus cominciò a vacillare.
«Tu guarda quel cagnaccio, riesce a dormire in qualunque situazione.»
Si avvicinò leggermente, mentre rilasciava l’incantesimo sugli altri che ripiombarono sui propri letti e, a turno, si diressero verso il bagno per potersi dare una rinfrescata. Puntò nuovamente la bacchetta sul giovane Black facendolo spostare dalla traiettoria del suo materasso. Quando arrivò al centro della stanza, in prossimità del pavimento, sciolse l’incantesimo e lasciò che l’amico si spiaccicasse al suolo provocando un sordo tonfo.
«Ahia!» mugolò di dolore Sirius mentre apriva gli occhi.
«Ben svegliato Sir.» fece ironicamente l’altro.
«Dico, ma ti pare il modo di svegliare la gente?» chiese mentre si tirava si indolenzito dalla botta presa.
«Ringrazia che mi sia limitato a questo. Tanto sapevo che sarebbe finita così.»
Sirius si stiracchiò, completamente disinteressato a ciò che il licantropo gli stesse rinfacciando e vide comparire i suoi amici, lavati e vestiti, che lo guardavano ridacchiando.
«E’ stato un buon risveglio?» gli chiese Peter sorridente.
«Una meraviglia Codaliscia.» rispose in maniera sarcastica. «Ora se volete scusarmi, devo andarmi a rendere presentabile per l’intera popolazione femminile di Hogwarts.»
«Non cambierà mai.» constatò James aggiustandosi il ciuffo corvino perennemente in disordine.
«Voi non siete tanto meglio.» ribatté a braccia conserte Remus. «Dovrò svegliarvi così fino al settimo anno?»
«Fino all’ultimo giorno del settimo anno.» lo canzonò con un sorrisetto infantile.
«James renditi presentabile, mi raccomando.» lo ammonì ancora.
«Oh andiamo Rem, mi sono anche messo la camicia nei pantaloni oggi.» si lamentò il Potter.
«Be’ ragazzi io comincio a scendere. Alice mi starà aspettando in Sala Comune.» li avvisò Frank sventolando la mano.
«A più tardi Frankie.» ricambiò il saluto James con un cenno della mano. Si sedettero sui propri letti, in attesa che il loro amico ritardatario finisse di sistemarsi, per scendere tutti insieme alla colazione delle sette.
«Allora Rem…» incominciò a dire Peter «…Quando ci sarà la luna piena questo mese?»
Il ragazzo si incupì un po’ al pensiero della sua mensile trasformazione, e inoltre era anche preoccupato per ciò che i suoi amici avevano intenzione di fare.
«Il venticinque Pet.» rispose.
«Non vedo l’ora, sarà la prima scorrazzata dei celeberrimi Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso.» fece James entusiasta al solo pensiero.
«James, io sinceramente non voglio che facciate quella cosa.» disse serio Remus guardandolo negli occhi.
«Che cosa? Abbiamo sudato sette camicie per diventare Animagi e poi dovremmo rinunciare senza aver provato?» replicò scandalizzato.
«Potrebbe essere pericoloso. Se dovessi reagire male, potrei…»
«Ah ma piantala Lunastorta!» esclamò Sirius uscendo dal bagno ed affrettandosi a vestirsi. «Siamo consapevoli dei rischi, ma vogliamo comunque farlo.»
«Ma perché?! Siete degli incoscienti! Non capite che potrebbero esserci delle complicaz…»
«No Felpato. Non sembra scemo, lo è davvero.» lo interruppe nuovamente James con una battuta. «Ascoltami attentamente Remus, quando siamo diventati i Malandrini abbiamo giurato che avremmo fatto qualsiasi cosa per uno di noi, e non abbiamo intenzione di venire meno a quel giuramento. Siamo fratelli, e un fratello dovrebbe dare la vita per un altro, se necessario.»
Remus rimase incredibilmente colpito dal discorso dell’amico, che normalmente era un giocherellone nato, ma che aveva pronunciato quelle parole in maniera seria e sentita lasciando trasparire la sua completa lealtà.
«Ragazzi io…» fece con gli occhi lucidi.
«Abbraccio di gruppo!» esclamò Peter lanciandosi su Lupin, seguito dagli altri due che impiegarono tutte le loro forze per stritolarlo in un abbraccio spaccaossa.
Non erano frequenti delle dimostrazioni così smielate di affetto tra loro, ma in quel momento parve l’unica cosa sensata da poter aggiungere.
«Basta! Soffoco, aiuto!» li pregò Remus soffocato dai tre Malandrini che, sentendolo così pressato, lo liberarono.
«E poi lo facciamo anche per divertirci. Non essere così egocentrico lupacchiotto da strapazzo.» lo prese in giro Sirius con un ghignetto al quel rispose con una risata.
«A fare colazione allora! Sto morendo di fame.» esordì Peter tenendosi lo stomaco.
«Non avevamo dubbi.» rise James.
Abbandonarono il dormitorio, passarono in Sala Comune trovandola praticamente vuota e si diressero in Sala Grande per fare colazione. Trovarono al solito posto le ragazze e Frank intenti a mangiare mentre Lily leggeva una copia della Gazzetta del Profeta.
«Buongiorno bella gente!» esclamò James salutando tutti.
«Buongiorno James!» rispose Mary MacDonald prima di sorseggiare il suo cappuccino.
«Vi vedo pimpanti stamattina, merito di Remus deduco.» fece Alice lanciando un’occhiatina divertita al suo ragazzo che le aveva raccontato il suo risveglio.
«Non sapremmo come fare senza la nostra sveglia personale.» scherzò lui, voltandosi poi verso Lily.
«Evans, già concentrata di prima mattina?»
«Stavo solo controllando le notizie del giorno.» spiegò lei riferendosi al giornale. «Niente brutte notizie fortunatamente.»
«Meglio così, non se ne sente proprio la mancanza.»
Si accorsero che professoressa McGranitt si stava apprestando a consegnare gli orari delle lezioni a tutti gli studenti di Grifondoro e si fermò un istante da Liam Wood, il Capitano della squadra per il terzo anno di fila.
«Wood, organizzi le selezioni per questo sabato. Mi raccomando.» gli disse la McGranitt.
«Non si preoccupi professoressa, Grifondoro avrà nuovamente in mano la Coppa quest’anno.» rispose sicuro il ragazzo provocando alla donna un sorrisetto compiaciuto.
Grinfondoro infatti vinse l’ambita Coppa del Quidditch per tre anni di fila, precisamente da quando James e Mary entrarono in squadra e da quando a Liam venne assegnato il ruolo di Capitano, mostrandosi un perfetto leader.
«Sarà meglio.» concluse finendo di distribuire gli orari al resto dei Grifoni.
Il gruppetto iniziò a sfogliarlo, iniziando a sbuffare sonoramente accorgendosi delle prime materie da affrontare con grande disappunto della maggior parte di loro.
«Storia della Magia e Pozioni una dietro l’altra! Ci vogliono vedere morti!» gracchiò Marlene abbattuta.
«Mi chiedo se Rüf riuscirà ad azzeccare un cognome per una volta.» osservò Emmeline.
«Ne dubito fortemente.» rispose incerta Mary.
Poi si rivolse a James.
«James sabato ci sono le selezioni, non farmi scherzi ed entra in squadra.» lo avvertì puntandogli il dito contro.
«MacDonald, in Grifondoro non esiste Cercatore al mio livello. Non avrei neanche bisogno di farle le selezioni, ma mi attengo al regolamento.» si vantò James passandosi la mano tra i capelli.
«Attento Potter, la scopa potrebbe non alzarsi con tutto il peso del tuo ego.» lo sfotté Lily con un cipiglio divertito.
«Sbaglio o sono riuscito ad alzarmi in volo anche con te sopra?» ribatté lui spiazzando la ragazza e i presenti.
«Sei andata con lui sulla scopa Lils?!» le domandò Alice a bocca aperta.
«Ma no…io…insomma…una volta ma non è stato…» balbettò arrossendo Lily.
«Merlino, a volte succedono cose inaspettate.» commentò Marlene.
Tutti risero, compreso James che scoccò un’occhiata genuinamente divertita alla rossa che, vedendolo senza il suo solito ghignetto, ricambiò il sorriso deponendo l’ascia di guerra. Finirono di fare colazione tra una chiacchiera e l’altra, per poi avviarsi verso l’aula di Storia della Magia al primo piano del castello dove avrebbe tenuto la lezione il professore Cuthbert Rüf, un fantasma, considerato uno dei professori più monotoni e noiosi dell’intero castello. Nessuno riusciva a sopravvivere senza prendere sonno durante una sua lezione, perfino i diligenti Lily Evans e Remus Lupin si lasciavano andare a qualche minuto di lieve riposo. L’unica sinceramente interessata alla materia, tanto da non farsi scoraggiare da Rüf era Emmeline, attenta e sempre concentrata nel prendere appunti che poi avrebbe dovuto condividere con la compagnia addormentata. Una peculiarità del professore, inoltre, era la sua mancanza di memoria per i cognomi degli alunni, inventandosi storpiature degli stessi i cui, ormai, non vi facevano più caso. Era ironico che insegnasse proprio Storia della Magia dove la memoria era importantissima. Presero posto nell’aula, senza tirare fuori il libro e pronti ad una sessione di sonno della durata di un’ora.
«Svegliatemi quando è tutto finito.» dichiarò Peter poggiandosi sul banco ed iniziando a ronfare, seguito dagli altri.
La lezione passò abbastanza in fretta, Emmeline posò nella sua borsa la valanga di appunti.
«Sai già che ce li dovrai passare.» la avvertì Marlene facendola sorridere.
«Per fortuna che ho imparato l’incantesimo Geminio, così faccio contenti tutti.» rispose gentilmente la bionda.
«Sei la nostra salvezza Em.»
Dopo una piccola pausa arrivò l’ora di Pozioni con il professor Horace Lumacorno, il direttore della Casa di Serpeverde. L’aula di Pozioni era situata nei bui sotterranei del castello, dove era situata anche la Sala Comune dei verde-argento. La più entusiasta era Lily, poiché eccelleva in quella materia ed era stata presa sotto l’ala protettiva di Lumacorno. L’uomo, nonostante fosse ambizioso e in cerca di potere come tutti i Serpeverde, si poteva definire un moderato a causa dell’intenzione di non comparire in primo piano ma piuttosto rimanere dietro le quinte come suggeritore. Nonostante ciò era un uomo dal carattere abbastanza affabile e non troppo severo per cui nessuno lo aveva mai preso in antipatia quegli anni. Presero tutti posto davanti ai rispettivi paioli, lanciando delle occhiatacce ai Serpeverde. Lily notò Piton lanciare delle occhiate a lei, per poi incenerire con lo sguardo i suoi amici, soprattutto Potter. Mise su uno sguardo irritato in una muta frase di lasciarli stare, vedendo il Serpeverde cogliere tale messaggio con una smorfia.
«Buongiorno ragazzi! Benvenuti a questa prima lezione di Pozioni.» incominciò Lumacorno. «Oggi inizieremo qualcosa di semplice tanto per riprendere la mano, cioè la Pozione Restringente. Passerò a controllare la pozione verso la fine dell’ora. Buon lavoro a tutti!»
Lily, impaziente di iniziare, aprì il suo libro di Pozioni cercando il capitolo sulla Pozione Restringente e lesse gli ingredienti e il procedimento.
Ingredienti:
Grinzafico
Radici di Margherita
Bruchi
Milza di Ratto
Succo di Sanguisuga


Organizzò gli ingredienti sul tavolino vicino a lei e iniziò a leggere il procedimento.
 
La preparazione della pozione è la seguente:
1 Aumentare progressivamente la fiamma del fuoco.
2. Sminuzzare le radici di margherita e sbucciare il Grinzafico. Inserirli nel calderone.
3. Prendere un bruco e affettarlo in diversi pezzetti.
4. Versarli nel calderone, continuando ad alzare progressivamente la fiamma del fuoco.
5. Utilizzando il contagocce, aggiungere quattro gocce di succo di sanguisuga.


Si fermò al punto cinque, sorridendo appena sapendo che ci fosse un inghippo. Sapeva che fosse sbagliato mettere quattro gocce di succo di sanguisuga, infatti sbarrò quattro gocce e al suo sposto scrisse a penna una goccia, annuendo soddisfatta. Continuò il procedimento.

6. Subito dopo inserire una milza di gatto.
7. Mescolare in senso antiorario.
8. La Pozione dovrebbe assumere una sfumatura verde acido.


Come scritto sulle istruzioni la pozione prese il consueto colore verde acido, facendo capire a Lily che il suo lavoro fosse terminato nel migliore dei modi. Lumacorno si avvicinò al calderone della sua allieva prediletta, spalancando gli occhi e sorridendo soddisfatto per la riuscita della pozione. L’ora era terminata e tutti si erano fermati tra le proteste di alcuni che non riuscirono a completarla o la sbagliarono totalmente imprecando contro l’indifeso libro di pozioni.
«Signorina Evans, una pozione perfetta come sempre.» si complimentò Lumacorno.
«Grazie mille professore.»
«Tu e il signor Piton avete fatto entrambi la migliore pozione della giornata.» dichiarò complimentandosi anche con il Serpeverde.
Anche Severus Piton era un vero asso in Pozioni. Gli anni precedenti li aveva passati studiando con Lily la loro materia preferita ed erano allo stesso livello di preparazione.
«Dieci punti a Grifondoro e Serpeverde!»
Passò anche tra gli altri studenti, tra cui i Malandrini e Remus Lupin che era arrivato ad un risultato quasi perfetto. Ma si dovette ricredere passando dal paiolo di James, rimanendo discretamente colpito.
«Signor Potter vedo che si sta impegnando, mi fa piacere. Pozione quasi perfetta, ma confido nei suoi miglioramenti.»
«La ringrazio prof.» disse il corvino ringraziandolo.
«Ma come cavolo hai fatto?» sussurrò nella sua direzione Sirius Black.
«Se voglio tentare la strada dell’Auror non potrò accontentarmi di un Accettabile in Pozioni.» spiegò a bassa voce
Era vero, non aveva mai apprezzato più di tanto la materia. Ma riflettendo sul possibile futuro da Auror, mestiere non facile da poter realizzare, decise che quell’anno sarebbe riuscito a strappare più G.U.F.O. possibili, mostrando quanto il suo carattere da giullare non intaccasse più la serietà da studente, o almeno veniva tenuta a bada.
«Bene, per oggi è tutto! Ricordatevi di ripassare l’argomento del giorno.» concluse il professore dando il via libera agli studenti.
Fermò, però, all’ultimo secondo alcuni di loro.
«Piton, Evans, Potter, Black, Paciock! Potreste rimanere un momento qui?» chiese cortesemente Lumacorno richiamandoli.
I ragazzi perplessi si avvicinarono a lui, facendo segno al resto del gruppo di aspettarli fuori e che sarebbero arrivati presto.
«Miei cari ragazzi, vorrei solo farvi una comunicazione. A fine mese ci sarà una cena del Lumaclub e mi farebbe piacere che ci foste anche voi.»
Sirius aggrottò le sopracciglia perplesso.
«Signore per quale motivo vuole anche me? Se non se n’è accorto sono abbastanza negato in Pozioni.»
«Oh ma signor Black lei è comunque un ottimo studente.» spiegò Lumacorno poco convinto. «Come anche suo fratello, appartiene inoltre ad una nobile famiglia del Mondo Ma…»
«Ah no! Non ho intenzione di essere invitato per il mio cognome!» sbottò Sirius infervorato. «Quell’invito può anche mett…»
James chiuse subito la bocca al suo migliore amico prima che potesse guadagnarsi il disprezzo di Lumacorno e una sonora punizione. Parlò al posto suo tenendo fermo il Black.
«Il signor Black è molto lusingato dal suo invito professore. Ci saremo sicuramente.»
«Ottimo!» esclamò Lumacorno contento applaudendo lievemente. «Su voi due posso contare di certo, non è vero?» chiese rivolgendosi a Severus e Lily che annuirono in contemporanea senza guardarsi.
«Lei signor Paciock?»
«La ringrazio dell’invito e le confermo la mia presenza.» rispose Frank cordialmente.
«Perfetto cari ragazzi! Andate pure e buona giornata.» li congedò il direttore di Serpeverde.
I cinque annuirono e diedero le spalle al professore uscendo all’aula di Pozioni. Piton cercò di fermare Lily, che stava seguendo Frank e James per raggiungere il resto dei loro amici. Avrebbe approfittato per parlarle nuovamente, ora che gli era presentata la possibilità e non se la sarebbe lasciata sfuggire.
«Lily!»
La ragazza si girò al richiamo del suo nome, destando anche la curiosità dei James, Frank e Sirius poco distanti da loro.
«Potremmo parlare un momento?»
La ragazza mise su un’espressione contrariata dinanzi a quella richiesta. Di cosa diavolo avrebbero dovuto parlare ancora? Ormai era ben consapevole dell’atteggiamento del ragazzo e delle sue idee, non avrebbe di certo sperato che le avrebbe comunicato di aver abbandonato le amicizie con quegli ignobili Serpeverde.
«Non ho nulla di cui parlare con te Piton. La scenetta di ieri mi è bastata per capire le tue intenzioni.» troncò subito la conversazione la Evans.
Ma Severus non si diede per vinto e la bloccò tenendola per il polso, deciso a non farla andare via.
«No! Devo parlare con te adesso!» esclamò stringendo la presa.
«Mollami Piton! Non ho alcuna intenzione di ascoltarti!» replicò irata tentando di liberarsi ma fallendo a causa della forte stretta.
«Tu mi ascolterai! Per favore, ho bisogno di parlare con te!»
«No!»
Vedendo i vani tentativi della ragazza di liberarsi, James si mise in mezzo facendo presa sul polso di Piton, facendo pressione sulla sua stretta inducendolo a mollare la presa. Normalmente Lily avrebbe sfoderato la bacchetta affatturando chiunque osasse disturbarla, come aveva avuto occasione di sperimentare negli anni precedenti, ma si dimostrava sempre restìa nel reagire di fronte all’ex migliore amico. Nonostante il Malandrino comprendesse la sua situazione non se ne sarebbe stato con le mani in mano ad osservare quello scempio.
«Lasciala Piton. Ora.» sibilò assottigliando gli occhi.
Il ragazzo, seppur riluttante, lasciò andare la presa in malo modo e digrignò i denti alla sua vista. Perché quel rompiscatole doveva sempre mettersi in mezzo?
«Questi non sono affari tuoi Potter!» ringhiò.
«Non lo sarebbero se Lily avesse acconsentito alla tua richiesta. Mi pare che non fosse della tua stessa idea!» controbatté ringhiando a sua volta.
«Sempre così pieno di te Potter! Ti sentirai realizzato ora che anche Lumacorno ha messo gli occhi su di te!»
«Non l’ho pregato di invitarmi, l’ha deciso lui. Per cui, se avessi qualche cosa in contrario, puoi sempre andare a farglielo presente.» gli disse con un ghigno.
«Te lo farò sparire quel ghigno da buffone, ti concerò per le feste!»
«Per una volta siamo d’accordo su qualcosa Mocciosus.»
«Bene! Se sei uomo allora, fatti trovare nei giardini ad ora di pranzo per un duello.»
«Ci sarò!»
L’accesa discussione terminò sotto lo sguardo stupito e preoccupato di Lily, incapace di spiccicare parola, che osservò la camminata furiosa del Serpeverde mentre se abbandonava i sotterranei.
«Non c’era bisogno che mi difendessi Potter, me la sarei cavata da sola.»
«Prego Evans.» ironizzò il ragazzo mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloni.
«Dico sul serio! So difendermi da sola, e non ho bisogno di una balia!» si arrabbiò lei.
«Lo so Lily! Credi che non lo sappia?! Ho sperimentato io stesso le tue fatture e so quanto vali! Ma spiegami allora perché di fronte a lui ti rendi così vulnerabile!» urlò James.
La ragazza perse la sua espressione arrabbiata lasciando spazio all’incredulità sul suo bel volto.
«Non te ne rendi conto Lily?» chiese il Grifondoro abbassando i toni e spiazzando la ragazza chiamandola col suo nome. «Sei combattiva, lo sei sempre stata ma davanti a lui esiti sempre. Non voglio che lui si approfitti di questo tuo lato, non voglio!»
Lily abbassò il capo. Davvero non se n’era resa conto? Pensò che effettivamente se qualcun altro si fosse permesso di bloccarla in quel modo avrebbe reagito senza esitare, con il suo orgoglio da Grifondoro. Con Severus non aveva fatto nulla e non se ne capacitava neanche lei. La sua amicizia contava ancora così tanto?
«Non me ne sono resa conto.» mormorò.
«Posso capirlo, non dev’essere facile passare sopra all’amicizia che vi ha legati.» disse comprensivo James posandole una mano sulla spalla. «Proprio per questo ti ho aiutato.»
Sentì il tocco di James su di sé e, per qualche ignota ragione, lo trovò estremamente confortante. Che stupida che era stata, lui voleva solo difenderla seriamente e non per avere una scusa di litigare con Piton. Aveva dubitato di lui, non riconoscendo quanto fosse maturato in quel periodo, ponendolo sullo stesso piano di più di un anno fa. Si rese conto di non conoscere per nulla James Potter.
«Grazie. Mi dispiace…per averti urlato contro.» disse sinceramente dispiaciuta.
«Non fa nulla. Dopotutto sei sempre Evans.» ammiccò ridacchiando il corvino provocandole un sorriso sincero.
«Quindi non andrai all’incontro?» chiese.
«Certo che ci andrò, ho dato la mia parola e intendo rispettarla.» rispose il ragazzo convinto.
«Ma se vi beccano rischierai una punizione e farai perdere punti alla Casa.»
James la ignorò camminandole davanti. Raggiunse Frank e Sirius che lo guardarono entrambi in tralice.
«Ramoso, questa volta mi trovo d’accordo con la Evans.» disse sinceramente il Black sorprendendo la ragazza. «Mio fratello gira con quella compagnia, se ti aspetti correttezza da parte sua ti sbagli.»
«Non tenterà di uccidermi, non è così stupido.» replicò l’amico.
«A volte tendi troppo a fidarti delle persone fratello.» lo ammonì Felpato con tono preoccupato. «Dovresti sapere che ti odia e che è diventato molto abile. Potrebbe arrivare ad usare le Arti Oscure.»
«Forse. Ma non mi tirerò indietro, voglio capire fino a quanto può spingersi.» spiegò.
«In che senso?» chiese Sirius confuso.
«Questo non è più una scaramuccia tra studenti, l’ho capito finalmente dopo la morte dei miei genitori. Io lo detesto e lui detesta me, voglio vedere se si spingerà più in là.»
Sirius ancora non riusciva a comprendere pienamente le intenzioni del suo migliore amico, i cui pensieri da un po’ vorticavano in luoghi in cui lui non sarebbe riuscito ad arrivare al momento. Decise che si sarebbe fidato di lui, come al solito. Il resto della giornata passò in maniera abbastanza spedita tra le Trasfigurazioni con la McGranitt, il confronto con un Molliccio in Difesa Contro le Arti Oscure e la spiegazione della Tentacula Velenosa in Erbologia. Arrivò, quindi, l’ora di pranzo e di conseguenza anche il duello a cui James aveva aderito.
«Non sono per nulla d’accordo con la tua decisione.» gli disse Alice mentre stavano raggiungendo l’uscita per i giardini.
I ragazzi, riunitisi in Sala Grande, informarono dell’accaduto il resto del gruppo che, come previsto dal diretto interessato, non si trovarono per nulla d’accordo. Stranamente la prima persona dal quale si sarebbe aspettato una ramanzina, ovvero Remus Lupin, in quell’occasione non commentò in alcun modo la vicenda e gli parve piuttosto strano.
«Lunastorta mi risparmi la tua predica da mammina apprensiva?» chiese in modo Ramoso ironico facendo un sorrisetto verso di lui.
Remus, molto seriamente, continuò a guardare davanti a sé mentre iniziò a parlare.
«Sono abbastanza contrario allo scontro diciamo, ma comprendo la motivazione per il quale sei spinto a farlo.» rispose.
Lo aveva osservato attentamente dal loro ritorno ad Hogwarts. L’atteggiamento del ragazzo era mutato già dall’anno precedente, ma gli avvenimenti di quell’estate lo avevano portato ad una maturazione ancora maggiore. Il suo obiettivo non era una scusa per potersela prendere con Piton come nei tre anni e mezzo precedenti, e ciò lo rese orgoglioso. Scesero la piccola discesa per arrivare al luogo designato, vicino al Lago Nero, dove l’anno prima Piton offese Lily chiamandola Sanguesporco e provocando così la delusione di quella che era la sua migliore amica. Trovarono già presenti lo sfidante con al cospetto la sua allegra combriccola, eccitata più che mai di poter assistere ad un duello.
«Vedo che ti sei portato i tuoi leccapiedi.» fece Piton riferendosi agli amici dietro di lui.
«Non preoccuparti, non interverranno.» rispose posando a terra la borsa. «Prima di iniziare, vorrei dirti due parole.»
«Se mi vuoi proclamare il tuo epitaffio fa’ pure.» lo schernì.
«In realtà vorrei chiederti cosa ti ha spinto tra quei pazzi furiosi.» parlò accennando con la testa ai Serpeverde dietro di lui. «Ti detesto Piton, so che il sentimento è reciproco ma non capisco perché lo fai.»
Piton strabuzzò gli occhi, preso in contropiede dalle parole del Malandrino. Si stava forse riferendo al suo avvicinamento alle Arti Oscure? Se credesse che seguire il Signore Oscuro fosse la scelta giusta? Potter sembrava sapere molte cose, ma non gli interessava indagare, voleva solo il momento della sua rivincita.
«Stai vaneggiando Potter. E’ la paura che ti fa parlare?» lo provocò nuovamente.
«Quindi sei deciso a farlo? Bene.» ribatté deciso James sfoderando la bacchetta e venendo imitato dal suo avversario.
I Malandrini e Frank dietro di lui prestarono attenzione a Mulciber, Avery e Wilkes dall’altra parte, tenendoli sotto osservazione nel caso si fossero azzardati ad intervenire. Le ragazze invece osservavano in ansia i due sfidanti, l’uno di fronte all’altro con le bacchette puntate in avanti, che si studiavano come due leoni pronti a sbranarsi in attesa del primo colpo. Piton prese l’iniziativa e lanciò velocemente un incantesimo.
«Impedimenta!»
Il fiotto di luce venne prontamente parato grazie ad un Sortilegio Scudo e fu rispedito al mittente che lo schivò.
«Stupeficium!» urlò James puntando alla testa.
Anche nel suo caso venne prontamente parato. Lo scambio di Schiantesimi cominciò gradualmente a farsi più rapido e violento, tanto da vedere lampi ovunque. Piton venne assalito dalla rabbia di trovarsi lì il suo tormentatore e fargliela pagare, una volta per tutte. James combatteva con più calma ma rimanendo comunque vigile riconoscendo l’abilità da duellante del suo avversario.
«Diffindo!» esclamò rapidamente il Malandrino riuscendo a provocargli un taglio sulla guancia.
«Bel colpo James!» si complimentò Sirius.
«Exulcero!» ribatté immediatamente il Serpeverde.
Il Grifondoro riuscì a indietreggiare ma venne colpito di striscio sul ginocchio dalla Fattura Ustionante che gli causò un’ustione sul ginocchio. Strinse i denti, cercando di non perdere la concentrazione e tentare di ribaltare la situazione portandosi in vantaggio. Si ricordò della tattica usata insieme a Frank per mettere al tappeto i Mangiamorte e decise di sperimentarla ancora una volta.
«Confringo!» pronunciò puntando però al terreno vicino a Piton.
L’Incantesimo Esplodente colpì il suolo provocando un’esplosione e facendo disperdere detriti che accecarono il Serpeverde offuscandogli la visuale. James ne approfittò per colpirlo con uno Schiantesimo.
«Impedimenta!»
Il colpo partì e andò a buon fine riuscendo a centrare il bersaglio che cadde a terra preso alla sprovvista. Ramoso si fermò, non lo avrebbe attaccato. Piton, dopo un momento di smarrimento, si ritirò su ansimando. Potter era abile, ma non lo avrebbe umiliato ancora una volta. Gli avrebbe dimostrato cos’era diventato e quanto temibile potesse essere. Sorrise maleficamente puntando contro se stesso la bacchetta sotto lo sguardo sbigottito del Grifondoro.
«Muffliato.» mormorò.
L’Incantesimo gli tolse l’udito rendendolo totalmente sordo a qualsiasi suono o rumore esterno.
«Fastrunom!»
La sua bacchetta produsse un suono estremamente elevato da poter spaccare i timpani a chiunque nelle vicinanze. Le ragazze tentarono di coprirsi le orecchie con le mani per tentare di ammortizzare l’insopportabile suono.
«E’insopportabile!» urlò Emmeline in direzione delle amiche che, però, non capirono nulla.
James chiuse gli occhi, arrivando anche lui a tamponare l’incantesimo con le proprie mani, fallendo miseramente. Cadde sulle ginocchia incapace di reagire sotto lo sguardo compiaciuto di Piton che annullò l’Incantesimo Assordante e si fece ritornare l’udito rapidamente. Vide il suo avversario stordito, provare a rimettersi in piedi e decise che quello sarebbe stato l’ultimo incantesimo per concludere definitivamente il duello e reclamare la propria vittoria. Contro i nemici rammentò. Non aveva mai pensato al momento in cui sarebbe arrivato ad usarlo, ma la sorda rabbia gli suggeriva che fosse arrivato. Punto la bacchetta in direzione del petto di Potter.
«Sectumsempra!»
Seppur stordito il Grifondoro capì di non avere chance di poterlo parare, così agì d’istinto e fece leva sulle gambe per evitare il veloce getto di luce che si stava avvicinando. Il suo sforzo riuscì ad evitare che fosse preso in pieno, ma la Maledizione lo colpì al braccio sinistro provocandogli una fitta di dolore enorme che gli fece vedere le stelle. Rimessosi in piedi con una smorfia di dolore sul volto, posò lo sguardo sul braccio colpito. La candida camicia bianca iniziò a macchiarsi gradualmente di rosso e il sangue gli colò giù per l’arto e finì sul prato. Inoltre avvertì chiaramente ferite multiple che gli avevano lacerato la carne provocandogli un forte dolore. Era quello l’asso nella manica di Piton? Il risultato del suo sguazzare nelle Arti Oscure?
«James!» urlò Remus dietro di lui impanicato.
«E’ semplicemente…crudele.» mormorò Mary disgustata.
Lily ebbe il forte impulso di correre lì e aiutarlo. Ora ne aveva la piena conferma. Mentre James utilizzava dei normali Incantesimi Offensivi, il Serpeverde aveva utilizzato una Maledizione tentando di colpirlo in pieno. Osservando il braccio sanguinante di Potter, la ragazza si rese conto che se fosse riuscito a centrarlo il ragazzo si sarebbe ritrovato in una pozza di sangue. Strinse i pugni.
«Ottimo lavoro Sev!» sghignazzò Avery compiaciuto delle prodezze del compagno. «Finisci il lavoro su.»
Sirius nel frattempo si mordeva mentalmente le mani, combattuto dal desiderio di buttarsi lì in mezzo e farla pagare a quel sudicio di Mocciosus. Ma sapeva che se si fosse intromesso James non gliel’avrebbe mai perdonato, perché la considerava la sua battaglia personale. Nonostante il dolore il Grifondoro non si perse d’animo e ricominciò a lanciare una serie di incantesimi all’altro duellante, proseguendo ancora nel suo attacco. Il verde-argento non lo aveva centrato, ma avrebbe fatto di meglio. Ora avvertiva il potere, che lo inebriava dandogli la sensazione di poter prendersi qualunque cosa avesse voluto. Forse anche Lily.
«Cru…» iniziò a pronunciare facendo gelare il sangue ai Grifondoro.
«Expelliarmus!» urlò James, Disarmando Piton prima che potesse finire la formula.
La bacchetta volò via dalla mano di Severus, che si diede dello stupido per essersi distratto all’ultimo secondo e avergli permesso di concludere prima del colpo finale. Il vincitore esultò interiormente, lasciandosi andare ad un piccolo sorriso orgoglioso lasciando che le sue gambe crollassero. Sirius si avvicinò di corsa sostenendolo e prendendolo al volo, lasciando che il compagno si appoggiasse a lui.
«Preoccupato Felpato?» mormorò ridacchiando alla vista della sua faccia pallida.
«Sta’ zitto, sei il solito incosciente.» ribatté scontroso ma sollevato.
«Che succede qui?!» tuonò una voce tagliando l’aria.
La professoressa McGranitt si avvicinò al gruppo furiosa, aspettandosi subito delle spiegazioni da parte dei due gruppi. Pronta a far tuonare nuovamente la sua voce, si fermò quando notò il braccio sanguinante dello studente della propria Casa. Lanciò poi uno sguardo tagliente allo studente della Casa rivale che, dal canto suo, si sentì profondamente a disagio.
«Trenta punti in meno a Grifondoro e Serpeverde!» disse irremovibile. «Voi portate il signor Potter in Infermeria, parlerò con lei più tardi. Signor Piton lei verrà con me dal direttore della sua Casa per decidere quale punizione le toccherà. State pur certi che riferirò quanto è successo al preside!»
Detto ciò prese da parte Piton e i due si incamminarono verso il castello seguiti dal gruppetto dei Serpeverde. Sirius alzò con fatica l’amico prendendogli il braccio sano e poggiandoselo sulle spalle per tenerlo in piedi.
«Andiamo in Infermeria duellante fallito.» fece Sirius con voce affaticata.
«Poppy sarà felice di rivedermi.» scherzò lui per alleggerire l’atmosfera.
«Idiota!» esclamò Alice dandogli uno scappellotto sulla nuca.
Arrivati all’interno del castello si divisero poiché sarebbero iniziate le lezioni del pomeriggio, così le ragazze Frank, Peter e Remus promisero al ferito che lo sarebbero andati a trovare alla fine dell’orario. Sirius invece rimase con lui per poterlo accompagnare in Infermeria, tenendolo sempre stretto facendogli da sostegno. Alla vista dei due Malandrini, Madama Chips, la Guaritrice di Hogwarts, mise su un’espressione incredula.
«Potter! E’il primo giorno di lezioni e tu vieni già qui? La stagione di Quidditch non è ancora iniziata.»
I due risero davanti all’esasperazione della Chips. Non era raro che molti studenti venissero ricoverati per qualche giorno lì, a causa soprattutto degli incidenti avvenuti durante le partite di Quidditch che non era di certo il più sicuro degli sport, ma anche per alcuni effetti collaterali di incantesimi o pozioni finite male.
«Glielo affido Poppy.» disse Sirius guadagnandosi un’occhiataccia per aver usato il suo nome.
«Bene! Ora esca fuori!» lo cacciò malamente.
«Rimettiti fratello, ci vediamo più tardi.» lo salutò Sirius uscendo fuori dall’Infermeria.
James osservò Madama Chips posare la bacchetta sull’orlo della manica della camicia, tagliando il tessuto facendo scorrere la bacchetta seguendo l’intero braccio. Il ragazzo poté vedere con i propri occhi gli effetti della Maledizione: il punto dove era stato colpito era squarciato e completamente coperto di sangue, mentre intorno apparivano altri tagli più sottili ma ugualmente dolorosi. La Chips aggrottò le sopracciglia alla vista delle ferite, esaminandole con cura per poterne stabilire la causa e sapere quale cura sarebbe risultata più efficace.
«E’ seria?» chiese riferendosi alla ferita.
«Posso curarla, non preoccuparti. Fortunatamente non è troppo invasiva e concentrata in un punto esiguo.» spiegò iniziando mormorando alcune parole mentre agitava leggermente la bacchetta. Il sangue iniziò a scomparire, le ferite più lievi si rimarginarono, mentre per tamponare il punto colpito la Guaritrice fece apparire delle bende che gli avvolsero il braccio.
«Mi chiedo solo come te la sia procurata Potter. Ho riconosciuto un tipo di magia molto avanzata, è una Maledizione ben congegnata. Se ti avesse colpito in pieno saresti in fin di vita, ma ti ha colpito di striscio.»
«Un incidente.» rispose mentendo.
«Questi ragazzi…minimizzano qualunque cosa.» mormorò tra sé e sé. «Ora ti somministrerò una Pozione Rimpolpasangue per ristabilire i normali livelli di sangue. Rimarrai in Infermeria almeno fino ad ora di cena, poi potrai uscire.» concluse la donna allontanandosi per andare a prendere la pozione.
James fu grato alla Chips per non costringerlo in Infermeria tutta la notte, non avrebbe sopportato di essere rinchiuso così presto.
«Ecco bevi.» ordinò Poppy porgendogli la Rimpolpasangue che il ragazzo mandò giù in un unico sorso facendo poi una faccia schifata.
Avrebbe dovuto trovare un modo per ammazzare il tempo e far passare velocemente il pomeriggio nella vuota Infermeria, anche se effetivamente poteva fare ben poco sdraiato sul letto. Si diede mentalmente dello stupido ricordandosi solo in quel momento che la McGranitt sarebbe presto arrivata a metterlo sotto torchio assegnandogli anche una bella punizione per cominciare in bellezza l’anno scolastico. Infatti, mezz’ora più tardi, la strega si presentò in Infermeria salutando la Chips e ottenendo il permesso di poterlo incontrare.
«Signor Potter! Un bel modo di iniziare l’anno.» disse ironicamente con un cipiglio severo.
Il ragazzo non rispose, limitandosi a fare un’espressione a mo’ di scuse sperando che fosse abbastanza clemente con lui.
«La sua ferita?» chiese accennando al suo braccio fasciato.
«Oh, Madama Chips mi ha curato e somministrato una Pozione Rimpolpasangue. Ha detto che dovrò rimanere qui fino ad ora di cena e di tenere le fasciature.» rispose il Grifondoro in maniera seria.
La McGranitt annuì comprensiva, ma si apprestò a continuare la conversazione.
«Riguardo l’accaduto, al signor Piton è stata assegnata una punizione e la stessa cosa avverrà a lei. Domani sera pulirà la Sala dei Trofei senza l’uso della magia.»
«D’accordo professoressa. Mi scusi.» disse dispiaciuto James lasciando leggermente sorpresa la strega che non aveva mai sentito quel tono dopo che il Malandrino finiva nei guai.
La professoressa fece per andarsene ma improvvisamente si fermò a metà strada, voltandosi nuovamente verso di lui.
«Dimenticavo! Il preside vuole riceverla nel suo ufficio questa sera dopo cena. La parola d’ordine per entrare è Fenice
E uscì dall’Infermeria lasciandolo in preda ai dubbi. Il preside voleva incontrarlo? Possibile che avessero in mente l’espulsione per lui e per Piton? No, non doveva farsi prendere dalla sua fervida immaginazione. Si sdraiò nuovamente sul letto e chiuse gli occhi, decise di farsi un sonnellino così si sarebbe un po’ riposato e il tempo sarebbe passato più velocemente. Dormì placidamente fino alle quattro e mezza, finché Madama Chips non lo svegliò per cicatrizzare le ferita con l’Essenza di Dittamo e cambiargli le fasciature con un rapido incantesimo. Presto si fecero le cinque, ovvero l’orario della fine delle lezioni e aspettò che i suoi amici varcassero la soglia della porta così che si sarebbe potuto distrarre un po’. Anche se si aspettava qualche lavata di capo da Alice. Una decina di minuti dopo, il gruppetto dei Grifondoro fece il suo ingresso in Infermeria scatenando le proteste della Chips che aveva intenzione di cacciarli poiché il loro numero era sopra quello dei visitatori che in genere sarebbe potuto entrare.
«Andiamo Poppy, l’Infermeria è praticamente vuota. Ci lasci passare su!» tentò di addolcirla Sirius facendo una faccia da cucciolo bastonato.
«E sia Black. Ma guai se sento urli o disturbi di altro genere!» lo avvertì la Guaritrice puntandogli un dito contro.
«Grazie Poppy, è la migliore!» disse incamminandosi seguito dagli altri che avevano sorriso alla scena.
«Ramoso! Vedo che hai recuperato la tua brutta faccia colorita.» lo prese in giro il giovane Black battendogli il pugno.
«Felpato, sei sempre il solito babbeo.» ribatté James con un ghignetto divertito.
I ragazzi si sincerarono delle sue condizioni, ancora turbati per lo scontro di poco prima, ma furono subito più tranquilli nel vederlo lì ridere e scherzare come al solito con il suo fido compagno di giochi. Il Malandrino spiegò loro che non avevano di che preoccuparsi poiché le mani esperte della Chips avevano già provveduto a sistemarlo a dovere, come anche la McGranitt che si era recata lì ad assegnargli la sua punizione.
«Mocciosus la dovrà pagare fratello.» dichiarò Sirius.
«Felpato…» lo ammonì Remus guardandolo torvo.
«Andiamo Rem, se lo meriterebbe. Ha usato una Maledizione, le Arti Oscure e se James non lo avesse Disarmato in tempo non avrebbe esitato ad infliggergli la Cruciatus!» esclamò infervorato.
«Neanche a me piace l’idea, ma ora come ora ci potremmo trovare in guai seri. Per il momento lasciamo perdere e concentriamoci su altro.» disse saggiamente Lunastorta.
«Va bene.» borbottò Sirius imbronciato. «Riesci sempre a convincermi tanto.»
«Jamie non avrai problemi per le selezioni di sabato?» chiese Mary cambiando argomento.
«Fortunatamente no. Per quel giorno sarò in forma smagliante.» rispose alzando il pollice in su.
Continuarono a chiacchierare per un altro po’, fino a che non decisero di tornare riluttanti in Sala Comune nonostante le rassicurazioni del Potter che si sarebbero incontrati a cena. Venne sbatacchiato qua e là tra abbracci e mani che gli scompigliarono i capelli, osservando poi gli altri uscire lasciando un’unica persona lì. Lily Evans, che per tutto quel tempo non aveva proferito parola, guardò gli amici scomparire e si morse il labbro inferiore non sapendo esattamente cosa fare.
«Tutto bene Evans?» domandò James vedendola tentennare. «Sei rimasta in silenzio tutto il tempo.»
«Si ecco…ci tenevo a dirti che sono rimasta colpita da ciò che hai fatto.» iniziò a dire lei guardandosi le mani. «Certo è stato stupido, imbecille e da idioti, però…hai duellato bene.»
Davanti alla palese difficoltà della rossa nel fargli dei “complimenti” a James venne inizialmente da ridere, ma sentendo ciò che stava realmente tentando di comunicargli sentì un piacevole calore diffondersi all’altezza del petto.
«Potrei abituarmici a questi complimenti. Comunque grazie Evans.» rispose sorridendo a trentadue denti.
Lei ricambiò il sorriso, spostandosi una ciocca di capelli vermigli dietro l’orecchio, un gesto che il ragazzo trovò assolutamente adorabile.
«Hai rischiato grosso Potter, sei un incosciente.» continuò ritornando seria e con la sua solita espressione orgogliosa.
«Sempre stato Evans, ma non preoccuparti so badare a me stesso.» ribatté James aggiustandosi il ciuffo.
«E chi si preoccupa?» disse con finta indifferenza. «Dico solo che non dovresti prendere sottogamba chi sai che sguazza nelle Arti Oscure.»
«Non l’ho sottovalutato se è questo che intendi.» replicò il Grifondoro. «Anche se non lo sopporto, riconosco l’abilità di Piton e sapevo a cosa stavo andando incontro. Speravo solo di sbagliarmi, di fare appello al suo lato affabile diciamo. Ma probabilmente mi odia talmente tanto da non sentire nient’altro.»
«Mi dispiace. Non so nemmeno quando ha iniziato a cambiare, ad interessarsi alle Arti Oscure. Forse se lo avessi capito prima, avrei potuto…non so, farlo desistere.» spiegò le sue frustrazioni la ragazza.
«Tu non hai colpe.» disse seriamente James guardandola negli occhi e posando la propria mano su quella di Lily posata sul materasso. « La sua strada l’ha scelta personalmente e comunque mi pare che tu ci abbia provato. Non hai nulla da rimproverarti Lily, sei stata un’ottima amica.»
Lily lo fissò, e diede un’occhiata di sfuggita alla mano di lui, grande e forte, sulla sua minuta e delicata sentendo un peso scivolare.
«Grazie James.» riuscì a dire soltanto.
«Figurati.»
«Be’…ecco…» si schiarì la voce. «Vado in Sala Comune, sai ho da studiare. Ci si vede a cena.»
Osservò minuziosamente la figura di Lily Evans abbandonare l’Infermeria con la borsa sulla spalla. Quella ragazza lo mandava in paranoia con la sua sola presenza, nonostante lui cercasse di mantenere costantemente la facciata del Grifondoro sicuro di sé, avvertiva una sorta di cambiamento in lui quando c’era lei. Si chiese cosa potesse essere, se forse quel piccolo sentimento si stesse evolvendo in bel altro. Dopotutto aveva solo quindici anni, cosa ne poteva sapere lui della profondità e della mutevolezza delle emozioni più disparate. Si stropicciò gli occhi con fare stanco e aspettò che la sua immobilità forzata terminasse per potersi andare a rimpinzare di cibo in Sala Grande e infine per sapere finalmente di cosa Silente gli volesse comunicare. Madama Chips finalmente lo lasciò libero di andare, raccomandandogli di non sforzare troppo il braccio nei prossimi giorni e di cambiare le fasciature se avesse notato la riapertura delle ferita, cosa molto improbabile. James la ringraziò e si diresse in Sala Grande per la cena, dove i suoi amici gli stavano tenendo il posto al tavolo di Grifondoro. Avendo saltato il pranzo, il ragazzo era tremendamente affamato e iniziò a rimpinzarsi di cibo davanti allo sguardo sbalordito dei compagni quando lo videro mangiare con ancora più voracità di Peter. Alle loro domande si limitò a rispondere a monosillabi, accennando poi all’incontro che avrebbe avuto con Silente di lì a poco.
«Hai idea di cosa ti voglia parlare?» chiese Emmeline curiosa.
James scosse la testa mentre si dedicava completamente a far fuori il dolce dal suo piatto. Mandò giù il boccone per poter parlare.
«Dici che si tratta di oggi? Oppure vuole sapere altro sulla battaglia a Godric’s Hollow?» tentò Frank tirando ad indovinare.
«A proposito…» sobbalzò Alice puntandogli un dito in tono accusatorio. «Non ci hai mai detto cosa vi siete detti, e cosa sia successo di preciso.»
Lily non poté che concordare con l’amica. Dopo gli avvenimenti accaduti in quella settimana di vacanza e dopo il funerale dei Potter, nessuno si era ricordato di chiedere delle spiegazioni per tutte le incognite che ancora persistevano nelle loro menti.
«Silente mi ha chiesto di non dire nulla. Almeno per il momento.» spiegò sperando che non se la prendessero troppo.
«Dici sul serio? Cos’è che non possiamo sapere?» continuò imperterrita la Prewett.
«Ali se Silente gli ha chiesto di non farne parola ci sarà sicuramente un motivo valido. Sono sicuro che , quando gli darà il via libera, James ce lo riferirà.» fece Frank riuscendo ad ammansire la propria ragazza.
«Certo!» confermò James.
«Ramoso, Silente sta andando via.» lo avvisò Remus portandolo ad osservare il preside alzarsi dal tavolo dei professori.
«Bene, allora vado. Ci vediamo dopo.» disse alzandosi e avviandosi all’uscita della Sala Grande.
Percorse le scale per arrivare al secondo piano del castello, imprecando poiché dovette aspettare più volte che si fermassero nella direzione giusta fermandolo ai piani sbagliati. Arrivò dinanzi ai due gargoyles di pietra, massicci e imponenti, il cui compito era proteggere l’entrata e lasciar passare solo chi fosse in possesso della parola d’ordine corretta.
«Fenice.» parlò ricordandosi della parola datagli dalla McGranitt.
I gargoyles lo lasciarono passare sulla scala a chiocciola che lo portò nella torre più alta del castello, dove era situato l’Ufficio del Preside. Arrivato a destinazione, il Grifondoro diede un’occhiata all’ufficio di forma circolare, che appariva molto ampio e accogliente. Appesi alle pareti vi si trovavano i ritratti di tutti i precedenti presidi di Hogwarts e James riconobbe quello di Phineas Nigellus Black poiché Sirius gli accennò in passato che un suo parente fosse stato un preside. Lo studio era pieno di oggetti magici di ogni genere disposti ordinatamente su tavoli e mensole, tra cui anche il Cappello Parlante. Fu colpito da un trespolo posto nei pressi della scrivania, su cui era appoliato un uccello che sarebbe dovuto essere una Fenice. James si avvicinò cautamente all’animale, osservando il suo piumaggio vermiglio e accorgendosi della mansuetudine del volatile. Mise una mano sulla testa della Fenice, accarezzandole le piume trovandole incredibilmente morbide a contatto con la pelle.
«Creature meravigliose le Fenici!» esclamò una voce.
Albus Silente lo osservava da una parte dello studio con un sorriso intenerito, avvicinandosi anch’esso alla sua fedele compagna e porgendole alcune carezze.
«Si, è molto bella.» concordò il ragazzo. «Ha un nome?»
«Il suo nome è Fanny, Mi fa compagnia da molti anni.» spiegò l’anziano mago.                                   
James si ricordò del motivo della sua presenza lì, pensando che Silente non sarebbe stato così calmo e distaccato se avesse veramente voluto espellerlo.
«Signore, voleva parlarmi?» chiese titubante.
«Ebbene si signor Potter. Mi è giunta voce del tuo scontro con Severus Piton durante la pausa pranzo. E’ vero?»
«Si…è vero signore. Mi ha sfidato e io sono stato al suo gioco. So che può sembrare assurdo ma…avevo una motivazione per accettare.»
«Volevi mettere alla prova il signor Piton per capire quanto fosse invischiato nelle Arti Oscure. Ho ragione?» disse Silente con l’aria di chi la sapeva lunga.
James rimase spiazzato. Il preside aveva capito tutto senza che lui avesse detto una parola.
«Capisco il tuo tentativo di far leva sul suo lato buono, ma non credo che uno scontro sia stato il mezzo più efficace.» dichiarò Silente mettendo le mani dietro la schiena.
«Me ne sono reso conto.» mormorò dispiaciuto.
«In ogni caso entrambi avete avuto la vostra punizione, per cui è inutile continuare a rimuginarci sopra.» commentò tranquillo il preside. «Sono qui per comunicarti un’altra cosa.»
«Mi dica pure signore.» disse cortesemente James dandogli il via libera.
«Riguarda la mia richiesta sulla segretezza del nostro discorso alla Tana. Ecco…al funerale non ho potuto fare a meno di notare quanto i tuoi amici tengano a te e ne sono rimasto piacevolmente colpito.» parlò lisciandosi la folta e lunga barba bianca.
«Quindi…» continuò «…se ti facesse sentire meglio, potrai comunicargli ciò che ci siamo detti. Bada bene però, solamente a coloro di cui ti fidi ciecamente.»
Il Malandrino fu entusiasta di quella notizia, finalmente avrebbe potuto togliersi una parte di quel peso che gravava sulle sue spalle da quando Silente gli aveva parlato. Doveva molto ai suoi amici, grazie a loro non avvertiva la totale solitudine del sapersi orfano e gli costava molto continuare a mantenere tale segreto.
«Va bene professore, lo farò!» esclamò contento annuendo vigorosamente.
«Molto bene. Puoi andare, e mi raccomando…tieniti lontano dai guai.» lo congedò Albus.
«Farò del mio meglio.» concluse James tornando alle scale a chiocciola per tornare ai piani inferiori.
La notizia datagli dal preside lo aveva rallegrato istantaneamente, al solo pensiero di disperdere una piccola parte della sua ansia tirò un sospiro di sollievo. Si diresse verso la Torre di Grifondoro, pronunciò la parola d’ordine Avvincino dinanzi al ritratto della Signora Grassa e si ritrovò in Sala Comune, abbastanza piena di Grifoni intenti ad occupare il tempo in varie attività. Riuscì a scorgere i suoi compagni che, appena lo videro, alzarono contemporaneamente le mani per fargli cenno di raggiungerli, sicuramente molto curiosi di sapere cosa Silente gli avesse detto.
«Allora?!» domandò impaziente Alice.
«Nulla di cui preoccuparsi, a parte che sono stato espulso.» parlò seriamente James facendo sbarrare la mascella a tutti.
Ma la messa in scena durò poco, a causa del cambiamento repentino del volto del ragazzo che alla fine scoppiò in una risata senza ritegno. Venne giustamente malmenato alcuni di loro ed insultato per la sua bambinaggine, mentre lui si mise a ridere così forte che arrivò a tenersi la pancia. Una volta che le risate furono scemate e le imprecazioni pure, James si decise a parlare.
«Silente mi ha consentito di parlarvi del nostro discorso alla Tana. Quindi, quando i nostri due Prefetti torneranno dalla ronda, ci vediamo nel nostro dormitorio così staremo più tranquilli.»
«Davvero? Ottimo!» esclamò Alice, la più curiosa di tutti.
Attesero il ritorno di Lily e Remus dalla ronda serale: Peter e Mary giocavano a SparaSchiocco, Emmeline e Marlene discutevano di un articolo sul Settimanale delle Streghe, Alice e Frank abbracciati sul divano come al solito e James e Sirius intenti a far volare un uccellino di carta animato con la magia. Quella era ciò che si poteva definire spensieratezza. Hogwarts riusciva a rendere anche il più banale momento un qualcosa di speciale, di magico, soprattutto se passato con i migliori amici. I due Prefetti ritornarono a metà sera, abbastanza e provati dalla loro prima ronda e questo portò l’impaziente Alice a trascinare tutto il gruppo su per le scale, invadendo il dormitorio dei Grifoni. Le ragazze commentarono sullo inusuale ordine che regnava nella camera maschile, ma fu spiegato che tutto ciò era solo merito di Remus, il Malandrino ordinato. Si posizionarono sui cinque letti per mettersi comodi e aspettarono che fossero tutti sistemati per poter iniziare a parlare.
«Bene James, puoi iniziare.» diede il via libera Mary appollaiandosi sul letto.
«Ok. Allora…ascoltatemi attentamente.» esordì il ragazzo concentrando l’attenzione su di lui. «Quando ci siamo separati, io e Sir ci siamo recati a casa mia e abbiamo trovato Voldemort.»
I ragazzi, tranne Sirius che si incupì al ricordo, trattennero il fiato agghiacciati.
«Un Mangiamorte aveva catturato mia madre e c’era anche Bellatrix Lestrange. A quanto pare l’attacco a Godric’s Hollow non è stato casuale e mirato a causare un caos generale, ma è stato organizzato per arrivare ai miei genitori.»
«Per quale motivo?!» domandò Sirius incredulo.
Perché prendersela con i gentili Fleamont ed Euphemia?
«A quanto pare Voldemort stava cercando di estorcere delle informazioni sull’Ordine della Fenice, la società segreta di Silente il cui scopo è combatterlo, e i miei genitori sono stati i primi ad essere stanati. Precedentemente avevano rapito Edgar Bones e in qualche modo l’avranno fatto parlare.» spiegò ricordandosi di quando i suoi ne discutevano nella cucina. «In ogni caso, i miei si sono rifiutati di passargli informazioni ovviamente, così ha ucciso papà e poi ha usato me come ostaggio per costringere mia madre a parlare.»
Prese fiato, sforzandosi di tenere la voce ferma.
«Mia madre è riuscita a liberarsi prima che l’Anatema che Uccide mi colpisse…e poi…lui ha Schiantato te Sirius.» parlò guardandolo per un momento, e lui annuì ricordandosi l’attimo in cui non ricordava più nulla.
«Ha tentato di uccidermi. Ho provato a fargli rimbalzare la Maledizione con l’Expelliarmus ma…era troppo forte, non immaginate quanto. E questo è il segno che lo dimostra.» concluse indicandosi la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
«Aspetta un attimo Potter…» ruppe il silenzio Lily. « Hai detto che non sei riuscito a farla rimbalzare, per cui stai affermando di essere stato colpito dall’Avada Kedavra?»
James annuì spiazzandola. Sapeva cosa stesse passando per la testa ai suoi amici, erano sicuramente perplessi e confusi come lui quando si rese conto di cosa fosse successo quella notte.
«Non puoi essere sopravvissuto Potter…» mormorò non troppo convinta.
«E’ quello che ho detto anche io a Silente. Ma lui mi ha spiegato una cosa.» rispose criptico il Malandrino.
«Che cosa Ramoso?» chiese Remus.
«Lui suppone che grazie al sacrificio di mia madre, che si è frapposta tra me e la Maledizione, mi abbia donato…una sorta di protezione. Qualcosa che non si vede, né si percepisce ma è presente, sostenendo che sia totale ed impenetrabile. E’ così che sono sopravvissuto.»
Vide gli occhi dei suoi amici spalancarsi e fissarlo stralunato. Sentì la mano di Sirius poggiata sulla sua spalla, in un muto cenno che voleva dire che lui gli credeva senza bisogno di altre spiegazioni. Era questa la forza che esisteva nel loro legame, il loro fidarsi l’uno dell’altro come fratelli di sangue anche senza parole superflue.
«Wow…che cosa assurda.» borbottò Emmeline scuotendo il capo.
«Puoi dirlo forte Em.» concordò il piccolo Peter.
«WOW CHE COSA ASSURDA!» gli urlò nelle orecchie la bionda.
Peter cadde dal letto squittendo spaventato, sotto lo sguardo divertito di tutti che risero di gusto. La tensione si era alleggerita grazie a quella stupida ma genuina scenetta che comunicò a James che nulla sarebbe cambiato tra loro, e che il suo racconto li avrebbe solo resi più vicini. Sorrise contento.
«Un ultima cosa!» esclamò Alice in procinto a porre un’ultima domanda. «Che cos’è successo a Tu-Sai-Chi?»
«Silente ritiene che dopo che la sua stessa Maledizione lo ha colpito, sia scappato più morto che vivo. Non so cosa voglia dire, credo che forse sia ferito gravemente o…in fin di vita.» rispose non sapendo dire altro.
«Speriamo che sparisca dalla circolazione allora.» fece Frank speranzoso.
«Già, speriamo.» si accodò Mary.
James rammentò anche gli ultimi avvertimenti di Silente sul fatto che il Mago Oscuro fosse ancora potenzialmente pericoloso e di stare in guardia poiché, in un modo o nell’altro, sarebbe tornato. E il suo bersaglio sarebbe potuto diventare colui che gli era sfuggito da sotto il naso. Per il momento lasciò che questo pensiero si dissolvesse nel nulla, confortato dalla presenza di tutti loro sperando che, quando le cosa sarebbero eventualmente peggiorate, sarebbero rimasti al suo fianco e non lo avrebbero abbandonato. Sempre insieme.


Angolo Autore
Capitolo bello corposo, spero che vi piaccia. La storia prosegue, piano piano ma prosegue. Ah comunque per chi non fosse stato attento nelle note questa fic non segue gli eventi canonici di Harry Potter, lo specifico anche qui perchè non si sa mai. E' ambientata in un universo alternativo i cui protagonisti sono i Malandrini. Prendetela alla Dragon Ball Super ahahah. Grazie per chi recensirà, seguirà o semplicmeente leggerà la storia.

 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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