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Autore: Dharkja    28/04/2020    1 recensioni
È una calda sera di Luglio del 2008, i Tokio Hotel arrivano a Modena il giorno prima della loro l'esibizione. Bill non aveva mai creduto nel colpo di fulmine, ma l'incontro del tutto casuale con Giulia sarà in seguito, una piacevole e lenta scoperta di sentimenti inaspettati. Gli impegni con la band lo porteranno in giro per il mondo, ma lui non scorderà quella ragazza che diventerà pian piano una dolce ossessione portandolo all'irrefrenabile desiderio di volerla incontrare nuovamente.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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 Dicembre 2008

 

 

Il Lungomare di Cavalieri, ad Amalfi, con il suo mercatino di Natale, non aveva niente da inviadiare a quelli di Amburgo pensò Giulia, se non per l'assenza totale di neve o di una temperatura prossima allo zero; convenì tuttavia che sarebbe stato più saggio non paragonare le due realtà, in quanto frutto di processi storico, culturali, ambientali e qualsiasi altra cosa si volesse mettere sul piatto totalmente diversi. Ognuna, di queste città aveva un proprio fascino, capace di suggestionare persino gli animi meno inclini a sognare; ma per lei, Amalfi restava pur sempre Amalfi: il luogo tanto amato dove si recava fin da bambina perchè Maiori era ad un tiro di schioppo da questo luogo tanto amato dai turisti e non solo, di tutto il mondo.

Si sistemò seduta nel muretto innanzi le casette e tirò fuori dal vassoio due zeppole calde.

 

“Quanto mi è mancato tutto questo” disse affondando la bocca su quella prelibatezza goduriosa.

 

Elena sorrise e si volse a dare un morso alla sua pasta mentre guardava il mare alle sue spalle; il buio stava calando velocemente all'orizzonte ed una leggera brezza la fece rabbrividire.

 

“Quando siamo a Bologna sento la mancanza del mare: per noi che siamo cresciute quì è una notevole mancanza. Volevo dirti anche una cosa di cui ti sarai accorta, ma non trovavo l'occasione giusta per farlo Giulia”.

 

L'amica di volse a guardarla sgrullandosi lo zucchero dal cappotto “Guarda che ho capito” disse sorridendo “E sono contenta per voi”.

 

Elena la guardò raggiante e abbracciò l'amica quasi soffocandola “Oh Giulia, sono così felice! Mirko è un ragazzo speciale ed ho una cognata che è un regalo divino”.

 

“Non esagerare, sei solo all'inizio ed in preda all'euforia” disse ironica. Poi notò che si era adombrata “Che hai? Mirko ti sta dando già noia?”

 

“Ma che dici! Pensavo a te, so che per te non è un bel periodo, per questo ho aspettato a dirtelo, anche se morivo dalla voglia. Mirko mi ha detto che Massimiliano si è fatto sentire poco anche con lui. Gli ha mandato la stessa foto che ha mandato a te” vide l'amica corrugare la fronte.

 

“Te l'ho detto che non m'interessa più. Sto cercando di non pensare, va bene così, come si dice, sopravviverò”.

 

“Però ti hanno mandato gli auguri a Natale”.

 

“Sai che pensiero e poi vederli abbracciati con lo sfondo dello Herengract!” ed aggiunse beffarda “E sai che vuol dire? Il canale dei gentiluomini! Credo che nemmeno lo sapesse, perchè altrimenti avrebbe fatto più bella figura a scegliersi un altro luogo”.

 

Elena si mise a ridere “Ma davvero?! Ehi, ma ti sei però presa pure la briga di andare a vedere cosa significasse lo Herengract?!”

 

“Ma certo, sai che sono curiosa, dal momento che c'era scritto nel loro messaggio -Ti pensiamo con tanto affetto. I nostri più vivi auguri dallo Herengract-”

 

“Sì, sì” disse ancora ridendo l'amica.

 

“Ridicolo” e poi aggiunse infastidita “Sembrava pure radioso in foto, un sorriso smagliante! L'ho subito cancellata. Via dalla memoria del cellulare”.

 

“Giulia, mi fai morire. Certo, se penso che è fidanzato, un po' mi fa sorridere”.

 

“A me solo piangere”.

 

“Tesoro, era una lezione a cui avresti fatto volentieri a meno, ma dimmi” disse scendendo dal muretto per pararsi innanzi a lei “E con Willy? Ma davvero stai pensando di incontrarlo? Giulia...”

 

“Ssshhh” la zittì quasi “Non iniziare. Non ci stiamo incontrando adesso o domani. Chissà quando sarà; in ogni caso non sarò sola, verrai tu, giusto?” disse con una smorfia che la fece sorridere.

 

“Non mettermi nei guai, tu sei pericolosa” disse a metà tra il serio ed il faceto “Perchè ti stai fissando con lui?”.

 

Giulia guardò l'orizzonte che era diventato scuro: le luci del mercatino ed i faretti sul bordo esterno del muretto che separava il mare, riverberavano il loro chiarore a pochi metri di distanza sull'acqua diventata nera.

 

“Non mi sto fissando, mi diverte la sua compagnia e non è per niente invadente. Ci sono momenti che non lo sento per tutto il giorno, o anche giorni, sembra quasi che voglia rispettare i miei tempi. Non so perchè, ma quando gli parlo, mi ascolta e mi capisce. E' stato lui stesso a propormi un invito ad un suo concerto con la libertà di poter portare chi voglio.”

 

“Giulia, ma questo non significa nulla, fino a quando v'incontrerete da soli e poi che succederà?”.

 

“Oh, per quello si vedrà e se sarà disponibile, ci vedremo sempre in compagnia di altre persone per un lungo, lunghissimo periodo”.

 

“Mirko non so se sa di questa tua amicizia, comunque sappi che da me non saprà nulla”.

 

“Siamo sufficientemente grandi per sapere quello che facciamo, non ho bisogno che qualcuno mi dica quello che devo fare, men che meno che lui mi controlli, ci mancherebbe. Io non sogno di farlo a lui e vorrei che fosse così anche da parte sua. Elena, vorrei stessi tranquilla, non ti nasconderò mai niente, saprai sempre tutto di me”.

 

L'amica le sfoderò un luminosissimo sorriso e l'abbracciò. “Voglio solo il tuo bene, solo e soltanto questo”.

 

“Mh” disse poi fingendo di pensare “Continuo ad immaginare come possa essere Willy, sai? Alto...almeno due metri? Una volta mi scrisse che era alto ma non ricordo più quanto esattamente. Lo immagino sempre biondo con gli occhi azzurri, penso che la maggioranza dei tedeschi sia così, poi magro, sì, magro, ed onestamente non me lo immagino particolarmente bello, anzi”

 

“Ma due occhi chiari come quelli del tipo che ti sta puntando?” chiese con nonchalance, indicando con lo sguardo un ragazzo che insieme a degli amici si erano fermati davanti ad una casetta innanzi a loro.

 

Giulia incrociò quello sguardo e lui abbozzò un timido sorriso.

 

“Non è male, anzi”.

 

“Elena!” la riprese Giulia.

 

“Bene, aspettiamo una santa foto di Willy, vediamo se ogni tuo desiderio sarà un ordine per lui, d'altronde non ti ha proprio detto così?”.

 

“In tutto questo periodo non facevo altro che pensare a Max è stato un crescendo di convinzioni nate anche da autosuggestioni” disse “Vedevo cose che volevo vedere; ho deciso di pensare ad altro, ne ho bisogno, non voglio più aspettarmi niente da nessuno”.

 

“Lo so Giulia, è per questo che ho paura che tu stia ripiegando su facili strade convinta che ti portino alla felicità duratura”.

 

“Willy non è la strada per la felicità se è questo che intendi. Lui mi distrae, mi fa passare qualche momento spensierato, insomma è quello di cui ho bisogno in questo momento; è piacevole dialogare con lui, anche se non è che abbiamo mai intrapreso questi grandi discorsi filosofici eh!” precisò ridacchiando. “Però dice tante cose che a volte mi emozionano; per quello che riesce a fare mi manda sempre qualcosa di magnifico o divertente e la stessa chiamata, mi ha fatto davvero piacere. Era così dolce e rassicurante al telefono”.

 

“Amore sta tentando di far colpo su di te. Lui sa come sei, ma tu no. Ha l'intera gallery di tue foto oltre a quelle che tu gli invii a disposizione e posso giurare che non ci sia giorno che non ti sbavi dietro; ma io continuo a pensare che c'è qualcosa di diverso dietro tutta questa storia di uno che ha allacciato amicizia così.”.

 

“Oddio no, risparmiami le tue ossessioni! Senti, se col tempo si rivela anche una persona per cui valga la pena conoscersi fisicamente, perchè no? Con le dovute sicurezze, è ovvio; ogni cosa deve avere il suo tempo per essere valutata meglio” disse aggiustandosi la sciarpa “Ed ora andiamo, altrimenti perdiamo il pulman. Ma prima lasciami scattare una foto a queste casette ed al lungomare, così dichiaro guerra a Willy”.

 

“Allora, per stanotte hai deciso, verrai? Tanto abbiamo tempo, possiamo raggiungere le cugine anche tardi, dopo le ventidue” brontolò Elena “Non lasciarmi sola, non c'è nemmeno Mirko!”.

 

“Ok, ma vengo solo perchè me lo chiedi, lo sai che non ho voglia di festeggiare”.

 

“Grazie, grazie, grazie” disse baciando con foga la guancia dell'amica “Lo sai che i miei cugini sono brave persone e ti vogliono un bene dell'anima! Era per fare qualcosa di diverso”.

 

“Se faranno le lenticchie hai già la mia disponibilità certa al 100%. Ma poi, riuscirai a svegliarti in tempo per prendere il treno?”.

 

“Ma certo cara, non si possono non fare le lenticchie la notte del 31!” ed aggiunse con aria afflitta “Parte alle 12 circa e non è per niente piacevole ricordarmi che devo rientrare a lavoro”

 

Giulia sorrise, si voltò a scattare velocemente poche foto ed afferrò la bustina col vassoio notando che non molto lontano due occhi chiari la stavano ancora fissando: incrociò nuovamente lo sguardo sognante di quel ragazzo misterioso rimasto indietro rispetto al gruppo di amici e lei lo ricambiò con un accenno di sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le note di Fade To Gray, rimbombavano assordanti tra le pareti del locale immerso nella penombra ed illuminato solo da fiocche luci nei punti più strategici; le large vetrate davano la sensazione di restare sospesi sopra Berlino mentre un cielo plumbeo si colorava del riverbero delle sue luci a festa. Bill raggiante con due calici di prosecco ghiacciato tra le sue dita, si fece spazio tra la calca dello Sky Bar: un'impresa tenere i bicchieri pieni fino a destinazione pensò, se non fosse per la prontezza di scatti con cui schivava la gente; aveva incrociato parecchi volti conosciuti e sentì chiamare il suo nome più volte, ma fu difficile decifrare da che parte o da chi provenissero quelle voci; era praticamente impossibile dialogare in mezzo a tutto quel caos ma ciò che percepì chiaramente fu quello di sentirsi mani addosso ovunque e fu pronto a giurare infastidito di essersi sentito palpeggiare nitidamente persino le sue natiche per almeno un paio di volte se non anche strusciarsi volontariamente contro, mentre qualche altro ragazzo aveva osato al punto di toccarlo fugacemente tra le gambe, come a volersi sincerare di che sesso fosse; aveva notato che aveva attirato parecchio l'attenzione di molti, persino di uomini meno giovani e non solo di giovani ragazze che cercavano di farsi notare con atteggiamenti poco naturali. Era a conoscenza che la maggior parte di loro, sapeva chi lui fosse, d'altronde si trattava di amici, amici di amici e parenti che gravitavano nell'entourage del gruppo.

 

Tom avvistò Bill in mezzo alla bolgia solo grazie alla sua statura ed allungò il braccio nella speranza che lo notasse.

 

“Tom” urlò nel suo orecchio appena raggiunto il fratello “Sono felice che il tuo bicchiere sia arrivato integro” disse porgendogli il calice; il gemello lo trascinò, facendosi spazio tra la gente, dalla parte opposta del bar, sedendosi tra i divanetti quadrati in velluto.

 

“Quì forse riusciamo a sentirci, ehi Gus” chiamò Tom “Sei riuscito a prenderti da bere?”

 

“Ora provo” disse avviandosi in mezzo alla calca.

 

“Ma che gli prende alla gente? Ho fatto una fatica ad arrivare da te, avevo gente che mi palpava ovunque”.

 

“Sei troppo bello stasera principessa” disse sorridendo Andreas.

 

“Bill!” esclamò una voce da dietro alle sue spalle.

 

“Matthias! Non ci posso credere! E' bellissimo vederti” disse alzandosi in piedi per abbracciarlo.

 

“Sei sempre in gran forma, quando la smetti di essere così provocante?” disse dandogli un colpetto con le nocche della mano sulla sua pancia “Andreas!”

 

“Lo fa apposta Mat” osservò sarcastico Tom “Lo sai che è un gran narcisista, a casa non fa altro che specchiarsi”

 

L'amico si mise a ridere, constatò che i gemelli non erano cambiati poi molto, almeno caratterialmente.

 

“Come stai?” chiese Bill prendendolo per mano ed invitandolo a sedersi accanto.

 

“Una meraviglia. E' da un po' che non ci sentiamo, ho avuto un mucchio di lavoro ultimamente e poi lo sai che mi sono fidanzato ufficialmente. La vita in coppia è veramente impegnativa” disse sorridendo.

 

“Stefan è un gran bravo ragazzo ed è pure un gran figo, fa ancora palestra?”

 

“Assolutamente sì, mi ha detto di non aver alcuna intenzione di voler ingrassare con i miei piatti. Ha aperto una palestra a Madrid ed una a Londra. Oggi ad esempio è dovuto rimanere lì, è sempre molto impegnato, sopratutto con gli allenamenti privati. Ci videochiameremo a mezzanotte” disse. “Però ti confesso una cosa” disse avvicinandosi leggermente, approfittando del fatto che Tom ed Andreas stavano intavolando un discorso con altre persone “Come te … nessun'altro!”.

 

Bill arrossì improvvisamente a quella confessione del tutto inaspettata ed abbassò lo sguardo per guardare il suo calice, constatando che il liquido dorato al suo interno era quasi terminato ma avrebbe voluto sprofondarcisi lo stesso fosse stato possibile. Non sapeva se Matthias fosse stato un incidente di percorso o ciò che gli fece capire chiaramente che lui non aveva attrazione per le persone del suo stesso sesso; era stata la sua prima esperienza sessuale in assoluto in un periodo di vita per lui totalmente nuovo: aveva appena dodici anni, stava iniziando l'adolescenza e gli pareva di provare attrazione fisica verso ambo i sessi; era successo naturalmente, alla fine di una festa di compleanno di fine estate, una sola volta e poi mai più; quell'esperienza gli consentì tuttavia di far chiarezza sui suoi orientamenti sessuali.

 

“In fondo ci siamo divertiti” disse incrociando il suo sguardo “Sei il ragazzo più bello in assoluto che abbia mai avvicinato ed oggi che sei cresciuto, lo sei ancora di più. Ma questo Stefan lo sa e ormai si è rassegnato”.

 

Bill sorrise imbarazzato. “Eravamo adolescenti Mat, non capivamo bene il significato di certe azioni, abbiamo solo pensato di assecondare i capricci dei nostri ormoni, ma mi sono divertito anche io”.

 

“Sei fidanzato o sei ancora libero? Oddio, con lo schiera di fans che ti ritrovi, ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta e faccio fatica a crederti davvero single da come scrivono i giornali o da come dici nelle interviste. Quando guardo i tuoi concerti penso solo che tu sia una forza della natura, lì sul palco, ti trasformi Bill, è grandioso. Ogni volta mi riprometto di venire ad una vostra esibizione, ma poi col lavoro non riesco mai ad organizzarmi.”

 

“Bene, allora vedete di farlo tu e Stefan, stiamo preparando tutto per il nuovo album ed il nuovo tour”.

 

“Bill tesoro, Tom, Mat!” disse Natalie inchinandosi a dare un bacio sulla guancia ai due gemelli.

 

“La nostra make up artist preferita, vieni quì e fatti abbracciare” disse Matthias alzandosi in piedi per stringerla a sé “Sei uno schianto, questo lo sai?”.

 

“Vado a prendervi da bere e qualcosa da mangiare” disse lei “Se ci riesco ovviamente” aggiunse ironicamente unendosi a Tom.

 

Bill sentì vibrare la tasca posteriore dei suoi skinny neri: sussultò lievemente, sapeva chi fosse, ma con l'amico davanti evitò di dargli un'occhiata anche se fremeva per la curiosità..

 

Georg, Tom e Natalie arrivarono a stento con due vassoi enormi di stuzzicchini e flute pieni a metà di ottimo prosecco ghiacciato.

 

“Allora” disse Tom a voce alta “Dobbiamo stare quì a chiaccherare o a festeggiare? Sono le ventitrè e tra un'ora saremo nell'anno nuovo, coraggio!”.

 

Bill addentò una tartina vegetariana, accostandosi alla vetrata dal quale ammirò quel tripudio di luci di cui Berlino si era vestita: la torre della televisone troneggiava illuminata innanzi a lui ed una leggera pioggia aveva iniziato a scendere giù, infrangendosi sui vetri; la neve di quei giorni si era sciolta completamente per lasciar spazio a giornate di pioggia insistente e freddo secco. Si discostò ulteriormente dal gruppo e prese il cellulare per controllare le notifiche; in mezzo ad un numero imprecisato di mail, chiamate perse e messaggi, individuò subito ed aprì immediatamente sulla seconda Sim, quelle di Giulia che gli aveva inviato almento un'ora prima.

 

-Sei arrivato già a destinazione? Sappi che io sono dai cugini di Elena da appena mezz'ora e sono già a pezzi per la stanchezza ed ancora manca qualche ora ad arrivare mezzanotte! Spero che tu abbia molta più energia di me-

 

-Non dirmi: sei così giovane e sei già stanca?- scrisse sorridendo -Sì, io sono già nel locale e stasera ti dedico questo- Riprese un breve video della bolgia nella sala che ballava e scattò la foto della città notturna.

 

“Ehi” si accostò il gemello “Hai già dato avvio alle danze?” chiese lanciandogli una frecciatina; il fratello rispose con un sorriso.

 

“Hai visto che c'è Christie?”.

 

Bil sospirò alzando gli occhi al cielo, non aveva la minima voglia di incontrarla, ma sapeva anche che sarebbe stato scortese da parte sua non farlo.

 

“Sì, ma ora non posso avvicinarmi, vi raggiungo dopo” disse vedendo che il gemello aveva visto una sua amica; allora si allontanò per andare nella parte rispetto a dov'era.

 

-Non ti stai divertendo?- scrisse senza aver ricevuto risposta -Che dici se brindiamo l'inizio di questa serata con questo?- puntò la telecamera e scattò la foto alla coppetta di Martini Dry che aveva appoggiato sul bancone del bar.

 

-Ecco, non mi pare di averti detto che sono astemia, che ne dici, invece, se brindiamo con questo invece? - Scrisse riempendo il messaggio di emoticons sorridenti.

 

Aprì l'immagine e vide un bicchiere di quello che pareva contenesse del succo di frutta; sorrise divertito pensando a quanto fosse incredibilmente dolce anche così.

 

-Non pensare che sia chissà che, è un semplice succo alla pera, questo è il mio aperitivo! Ma sei in un locale bellissimo con uno splendido panorama! Anche Berlino dev'essere stupenda, mi piace la città di notte. Avendo un panorama così mi perderei a sognare-.

 

-Ha qualcosa di dolcemente melanconico il paesaggio notturno. Accetto volentieri il tuo succo ma solo perchè sei tu ad offrirmelo-.

 

Alzò lo sguardo dal display e si vide puntato da delle ragazze truccatissime che non facevano altro che sorridergli e gravitargli intorno; allora si avvicinarono per chiedergli uno scatto a cui non si tirò indietro. Afferrò il suo calice di Martini e si avviò velocemente, per quanto potè, verso la vetrata accanto al bar, proprio quando Ryan Paris rimbombava con la sua 'Dolce Vita' sugli altoparlanti.

 

-Noi almeno abbiamo il mare, ma non so se avresti il coraggio di farti il bagno di mezzanotte in una notte come questa- lo provocò.

 

-Assolutamente sì, ma non da solo-.

 

-Scommetto in compagnia di qualcuna.... ho indovinato?-.

 

Pensò che in fondo anche lei era una gran provocatrice o almeno, su di lui quel suo modo di fare, funzionava -Sarebbe il minimo e sarebbe decisamente un'altra cosa- scrisse passandosi la lingua tra le labbra.

 

“Bill!” sentì chiamare; si voltò e vide Christie con Natalie. “Ma che ci fai tutto solo?” chiese candidamente l'amica, quando si accorse del cellulare tra le sue dita.

 

“Oh” riuscì appena a dire e lievemente imbarazzato si avvicinò ad abbracciarla.

 

“Dai, gli altri ti aspettano, Matthias ti ha visto sparire e si chiedeva che fine avessi fatto”.

 

Ripose a malincuore il telefono nella tasca dei pantaloni e si unì a loro per raggiungere gli altri.

 

 

Passò una buon mezz'ora a ridere e scherzare, ma moriva dalla voglia di guardare il suo cellulare che ogni tanto sentiva vibrare, aveva fretta di rispondere a Giulia, non sapeva cosa gli stesse inviando; Christie lo guardava continuamente, ma sembrava lo sguardo di una persona ormai rassegnata all'evidenza: aveva capito che Bill non era più interessato a lei ma per nulla al mondo si sarebbe privata della sua amicizia e di vedere quello splendido viso incorniciato da quei stravaganti capelli scuri; ormai era entrato a far parte dlla sua vita in qualche modo e avrebbe fatto di tutto perchè ci rimanesse, anche senza il suo amore.

 

Si alzò non resistendo più alla tentazione di leggere i messaggi e si mise a fare la fila per entrare nella toilette.

 

-Sapevo che mi avresti risposto così, uno a zero per me.- Poi continuò -Io l'ho fatto di notte un bagno al mare, ma ovviamente era estate. Non saprei se riuscirei a farlo nell'acqua gelida seppur in dolce compagnia-.

 

Poi aprì due immagini, una era la foto di una specie di sala in cui dominava un arredamento caotico, sicuramente sistemato alla bell'e meglio per l'occasione in cui era presente di un gruppo di ragazzi e ragazze e nell'altra dovette prendere fiato nel vedere lei che sorseggiava il succo con una cannuccia in un abitino stretto nero dalla gonnellina leggermente corta e svasata -Sto brindando, mi fai compagnia?- Era un invito e decisamente allettante.

 

“Se continua a guardare il cellulare, le passeranno tutti davanti” sentì dirsi alle spalle; entrò dentro la stanzetta della toilette, adagiò il bicchiere sul ripiano del lavandino e si sedette sopra il wc continuando a messaggiare.

 

Avrebbe voluto scriverle che quel vestito poteva essere davvero un problema per qualcuno che le stava vicino; s'infastidì nuovamente a provare gelosia, ma fu sufficientemente maturo per comprendere che non aveva poi così senso in una situazione come quella.

 

-Non vale, mi hai teso un tranello! Dammi un'altra chance per poter recuperare- Scrisse divertito -Ma se provi ad allungare la mano col bicchiere posso provare a brindare col mio-.

 

Da fuori continuava a sentirsi il frastuono del chiacchericcio e della musica, ma anche bussare in continuazione alle varie porte delle toilette; gli arrivò la foto di un primissimo piano della sua mano che teneva il bicchiere. Sorrise, allora fotografò la sua coppetta rendendo solo visibile il palmo della mano. Attese quasi cinque minuti, ma dovette uscire pressato dalla gente che spazientita attendeva di entrare.

 

-Il tuo Martini è decisamente più consono alla serata e adesso che si fa?-

 

Trovò un divanetto libero e si sedette continuando a messaggiare.

 

-Beh, è arrivata l'ora di un ballo, che ne dici di un invito?-

 

“Tesoro, sei qui? Stasera ti stiamo perdendo in continuazione” Bill sorrise alla frase di Natalie che lo raggiunse facendosi spazio accanto a lui.

 

“Ho capito che hai di meglio da fare stasera, come vanno le cose con lei?”.

 

“Ci stiamo messaggiando” le disse sentendo le sue gote scaldarsi.

 

“E' tutta la sera che attiri l'attenzione di molti quì, è evidente che sei sotto una specie di aura divina” disse dandogli un colpetto al braccio e notando la foto di Giulia sul display.

 

“Sareste una bellissima coppia e purtroppo molto appettibile per la stampa, sai quanto potrebbe scatenarsi per una cosa del genere? Non vedo l'ora di conoscerla”.

 

“Oh Nat! Mai e poi mai permetterei una cosa del genere, questa è la mia vita privata e tale dovrà rimanere; Giulia non c'entrebbe nulla con questo schifo, farei di tutto per lasciarla fuori da ogni cattiveria e per proteggerla. Sai quanto io non sopporti le cose disgustose che scrivono”

 

“Lo so Bill, ma che tu lo voglia o no, fa parte del gioco purtroppo: questo è il rovescio della medaglia, il lato meno piacevole della faccenda, ma è inutile che ti dica queste cose, sei cresciuto ed hai toccato con mano tu stesso la cattiveria. Sono sicura che la proteggerai con tutto te stesso ed io sarò sempre con te tesoro” disse allungando il braccio sinistro per stringerlo a sé. “Allora, che ne dici se ci buttiamo in pista per ballare? Tra meno di mezz'ora saremo nel nuovo anno” fece lei alzandosi.

 

“Termino un messaggio e vi raggiungo”.

 

Guardò Natalie allontanarsi ed aprì il messaggio: -Balliamo questa?- lui corrugò la fronte ed avviò il video che gli aveva mandato nel mentre; provò ad accostarlo all'orecchio per cercare di sentire qualcosa ma il chiasso e la musica in sala non glielo permisero; allora si alzò si diresse dal guardarobiere, prese il cappotto e lo sciarpone ed andò fuori nel terrazzo. Rabbrividì per il freddo e cercò un angolo riparato. Riavviò il video: le note di 'Bailamos' di Iglesias si liberarono nell'aria; allora ci fu un solo pensiero alla vista di quel video: ballare in quel modo con lei.

 

-Oh beh...penso che lui sia decisamente più bravo di me a ballare! Ci sarebbe l'opzione di un ballo un po' più semplice?- scrisse divertito stringendo le labbra.

 

-Che ne dici di un girotondo allora? Ha sempre il suo fascino e non è poi così difficile da attuare- Si mise a ridere e a scuotere la testa quando notò che una tipa poco distante da lui, appoggiata sulla balaustra del terrazzo, lo stava osservando sorridendo: era evidente che l'aveva riconosciuto ma lui si limitò a ricambiare il sorriso e ad allontanarsi; mancavano appena dieci minuti allo scoccare delle ventiquattro, ma desiderava tanto sentirla per telefono.

 

-Forse siamo un po' cresciuti per certe cose o sbaglio? Sei occupata con gli amici o potrei chiamarti?- Attese un po' nel mentre arrivarono Tom ed Andreas.

 

“Ne vuoi una?” chiese l'amico offrendogli una sigaretta.

 

“Manca poco per il brindisi, dove sono gli altri?” chiese Bill accendendo l'accendino.

 

“Stanno per arrivare” rispose il gemello rabbrividendo “Almeno ha smesso di piovere o forse no” disse notando che piccole gocce di pioggia si erano posate sul viso.

 

Bill controllò il telefonino ma non lesse alcuna nuova notifica; finì velocemente la sua sigaretta e si unì agli amici che nel mentre li avevano raggiunti, mentre altre persone si stavano riversando sul terrazzo; mancavano pochi minuti e la musica sembrava essere più assprdante. I camerieri distribuirono i flute vuoti e diverse bottiglie di champagne: Bill, appoggiò il suo calice nel bordo della balaustra e con Tom che lo copriva dal resto del gruppo controllò nuovamente le notifiche in arrivo perchè fremeva di sentirla in un momento così particolare, desiderava condividerlo con lei. Il messaggio arrivò mentre stava aprendo il social ed era iniziato il conto alla rovescia. Il chiasso era tale che non avrebbe potuto comunicare con lei.

 

-Non riesco a chiamarti ora, qui c'è un caos, se riesco e se le linee non sono sovraccariche ma sopratutto se tu poi lo faccio tra un pò- riuscì a scrivere a fatica spintonato dall'agitazione crescente degli amici.

 

La pioggia iniziò ad intensificarsi bagnando quella folla di gente che stava scandendo gli ultimi secondi di quel 2008 che era stato tanto generoso e sorprendente, pensò Bill: gli abbracci di Tom e dei suoi amici e della stessa Christie, avevano sempre avuto un sapore speciale ed autentico per lui; era stato un anno ricco di gratificazioni professionali, riconoscimenti e premi, ma anche l'anno in cui aveva mandato a quel paese persone che non erano state degne della sua onestà e rispetto, l'anno in cui aveva conosciuto tante persone valide, per la gioia e l'allegria che erano entrate nella sua vita e in quella delle persone che più amava, ma anche per il dolore e le delusioni avute e per quelle situazioni in cui non aveva apprezzato nel modo giusto ciò che avrebbe dovuto; ma era stato sopratutto l'anno in cui aveva conosciuto lei, la sua dolce ossessione, la sua più grande ispirazione, la vera ragione di quelle emozioni così travolgenti, mai provate prima, in cui sembrava che fosse la vera artefice delle sue giornate, delle sue mattine, dei suoi pomeriggi e di quelle notti in cui non vedera l'ora che arrivassero per poterla sognare e di averla in tutti i modi possibili; lei che pareva avesse deciso di scandire il suo tempo e che inconsapevolmente lo stava portando per mano verso un mondo nuovo fatto di paura che sapeva tramutarsi in coraggio, di dolore che poteva diventare gioia ed in cui amare voleva dire sopratutto, dare tutto se stesso senza aspettarsi niente in cambio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Aspetta Willy” disse tappandosi l'orecchio destro “Quì mi senti? C'è un gran caos, non so se riuscirai a sentirmi, provo ad andare fuori il portone”.

 

“Ti sento sì, è solo la musica che è più alta della tua voce”.

 

Giulia si apprestò ad uscire dal portone e a mettersi nel pianerottolo, accorgendosi che poi la situazione non fosse cambiata granchè.

 

“Forse ci siamo riusciti, ora mi senti meglio?”

 

“Oh sì, va decisamente meglio- disse Bill sciogliendosi nel sentire la sua voce “ Auguri “uscì poi ad entrambi ed insieme si misero a ridere.

 

“E' strano sentirti a quest'ora della notte, non è mia abitudine con persone con cui non ho una gran confidenza”.

 

“Forse ora sta accadendo...la confidenza intendo”.

 

“Forse sì” disse, anche se era pienamente consapevole che l'amicizia con lui sembrava destinata ad approfondirsi in modo del tutto naturale; si sorprese a pensare che era effettivamente quello che voleva: stava diventando il suo confidente senza volto, immaginario, qualcosa che di certo non avrebbe mai e poi mai sostituito la sua amica, ma che ci stava andando vicino perchè lei stessa lo stava permettendo. Che fosse stata colpa di Massimiliano? E' probabile, inconsciamente forse era così, forse si trattava della ricerca di un riparo che solo lui, in qualche modo, sembrava in grado di darle in questo frangente e non perchè Elena non ne fosse capace, ma perchè lui era un ragazzo ed il solo fatto che lo fosse, sembrava darle un punto di vista diverso senza però oltrepassare mai alcun limite, almeno fino ad allora.

 

-Ti dispiace? Non volevo essere invadente, ma ho pensato che in una serata di festa come..” Lei lo interruppe.

 

“Non devi giustificarti, era quello che volevo, quando me lo hai chiesto nel messaggio, ti ho risposto di sì. E' una serata di festa e sono contenta di sentirti. Mi spiace solo che non sei con i tuoi amici a divertirti proprio in questo momento”.

 

“Ehi, te l'ho chiesto io se potevo chiamarti, loro possono aspettare semmai dovrei dispiacermi io per averti allontanata dai tuoi amici e poi non so ballare, tu mi stai salvando da questo” le disse ironico.

 

“E tu stai salvando me, con la scusa mi sono seduta sulle scale del pianerottolo per riposarmi. In fondo mi hai fatto un piacere” disse ridendo “A proposito, hai fatto gli auguri alla misteriosa ragazza che ti ha rapito il cuore? Le hai telefonato? Come fai a resistere così tanto provando un forte sentimento nei suoi confronti!”

 

Bill sorrise, mentre guardava una coppia poco distante intenta a baciarsi appassionatamente; pensò a 'quella ragazza che gli aveva rapito il cuore': non ci volle molto ad immaginarsi con lei al loro posto ma di certo in un locale più intimo, dove anche da lì avrebbero potuto godere della vista mozzafiato di quella città festosa e perdersi nel suo viso ed in quel corpo che ogni volta in quelle foto, sembravano sortigli un pericoloso incantesimo; l'avrebbe portata in giro a scoprire i posti più belli, l'avrebbe fatta divertire come mai in vita sua, ne era sicuro e poi le avrebbe fatto ascoltare cosa il suo cuore fremeva di dirle, l'avrebbe fatta sua tutta la notte, l'avrebbe fatta godere tante di quelle volte fino a farla stremare, a farle capire che lei era l'unica che desiderasse alla follia e di cui si sarebbe potuto saziare anche se era pienamente cosciente che non ne avrebbe avuto mai abbastanza; avrebbe desiderato poter vedere sorgere l'alba del nuovo anno sui loro corpi nudi e stremati, ma ancora desiderosi l'uno dell'altra.

 

“Non è semplice, non lo è per niente, ma ormai lo sai com'è, non posso muovermi come vorrei; comunque ci siamo già sentiti poco prima che ti chiamassi, ero riuscito miracolosamente a prendere la linea ed anche lei era stanca, credo che non tardasse ad andare a letto” disse mentendole mentre si sforzava di ritrovare la concentrazione.

 

“Allora non sono la sola a morire dal sonno la notte del 31!”.

 

“Assolutamente no!” disse ridendo “E tu non hai più sentito quel tuo amico...” non finì la frase perchè si sentì subito in colpa per essere stato invadente e indelicato.

 

“A parte il classico messaggio di auguri di qualche ora fa, grazie al cielo no. E' acqua passata ormai. Non si dice anno nuovo vita nuova? Non avete voi questo detto?”

 

“E' una frase che ho già sentito, temo che voi ne abbiate parecchi modi di dire” disse divertito sentendo Giulia ridacchiare. “Tra due giorni parto” disse cambiando argomento “Come vedi l'anno inizia già frenetico; ho un sacco di cose da fare”.

 

“Quindi manca pochissimo! Oh Willy, non sei felice? Mi sembra di non percepire questo” chiese cogliendo una nota malinconica nella sua voce.

 

“Sì, assolutamente sì!” rispose sapendo di mentirle ancora, ma come dirle che ogni volta provava un senso di tristezza, per quel distacco seppur virtuale? Los Angeles era molto più lontano di Amburgo o Berlino dall'Italia, eppure ogni volta che doveva partire viveva lo stesso stato d'animo. “E' che per la verità ho lavorato sodo anche in questo periodo e forse sono un po' stanco”.

 

“Penso solo che se se avessi potuto condividere tutto con la persona che dici di amare, sono certa che sarebbe stato molto più semplice” disse accorgendosi che il portone innanzi a lei si era aperto ed era uscita Elena per cercarla.

 

“Ciao Willy!” sentì Bill urlare improvvisamente al telefono.

 

“Oddio scusala”disse in imbarazzo “Eppure non ha toccato alcol, credimi!” Bill scoppiò a ridere per quella curiosa irruzione e la risata contagiò Giulia.

 

“Non preoccuparti, ho fatto la conoscenza anche di Elena stasera”.

 

L'amica gesticolò qualcosa “Devo proprio andare ora”.

 

“Già, abbiamo letteralmente abbandonato i nostri amici” osservò per niente dispiaciuto.

 

“Comunque ti ringrazio per avermi chiamata”. Attese e per qualche istante tra loro, ci fu stranamente silenzio con in sottofondo la musica in cui erano immersi.

 

“Giulia”.

 

“Sì?”.

 

“Non so nulla di quello che verrà … di cosa ci potrà riservare questo nuovo anno, ma … ti volevo augurare un 2009 stupendo, pieno di tutte le cose che tu vorresti veramente”.

 

Lei si emozionò: la frase poteva sembrare banale col solito augurio, ma glielo disse con una tale intensità e trasporto che riuscì ad arrivarle dritta al cuore come un qualcosa di unico e speciale. Che le stava succedendo? Era forse l'atmosfera magica di una notte come quella? Era come se una minuscola freccia dal nulla avesse fatto breccia al centro del suo petto. Com'era possibile che un ragazzo mai visto, avesse avuto una perspicacia tale da capire di cosa avesse bisogno e di come in quel preciso istante ed in quella circostanza? Non erano le parole dette, ma come le aveva dette; il tono di quella voce, la calma e le brevi pause tra una frase e l'altra, le arrivarono come qualcosa di inconsciamente inaspettato ma desiderato, facendola stare straordinariamente bene.

 

“Grazie, auguro lo stesso a te, ma sopratutto, sìì felice Willy”.

 

Arrivò al portone ma prima di suonare, aprì la notifica che lui le aveva mandato subito dopo la telefonata: vide l'immagine di un bambino.

 

 

 

Bill-n

 

 

 

 

-Immagino ora che i tuoi occhi si siano inteneriti guardando questa foto, ma ti garantisco che ero un'autentica peste! Ciao Giulia,Wünsche dir, dass du glücklich wirst!-

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

Note autrice: ringrazio chi ancora legge questa mia storia. Un pò mi rattrista vedere che la sezione non sia più così frequentata come un tempo, tutto cambia, ma mi piace pensare che le cose che ci hanno fatto stare bene ancora vivano dentro di noi.

Cit: Per un istante le nostre vite si sono incontrate… le nostre anime si sono sfiorate. (Oscar Wilde)

   
 
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