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Autore: Louve Vanessa Wolfe    09/08/2009    1 recensioni
Cosa accadrebbe se la vita di due teenager americane, dal destino e dalle doti particolari, si intrecciasse con quella dei licantropi e dei vampiri?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Key...su svegliati!" Jacob le sussurava nell'orecchio, quando il suo fiato caldo arrivò alle orecchie gli ormoni iniziarono a fare il girotondo uso figli dei fiori.
"Siamo arrivati?" domandò Kelsey intontita dal sonno
"Sì" rispose Jake "tuo padre è già sceso con Serena a quanto pare sua maestà ha bisogno della scorta per scendere la scaletta"
"Uff...che rompipalle..." dicendo così si alzò e diede la mano a Jake, lui in risposta prima le strinse la mano e poi le mise un braccio attorno alle spalle.
Scesero e videro che nel frattempo Henry era andato a predendere le valigie. -E Ser?- si domandò Kelsey guardandosi intorno. Poi le venne un colpo.
Erano in 13 ad aspettarli all'aereoporto. Cinque indiani, dovevano essere gli amici di suo padre e Jake e otto...no! Impossibile...vampiri. Il loro odore la nauseava.
Serena non aveva degnato di uno sguardo i Quileute ed era andata subito dai...Cullen, se non errava.
"Come avrai ben capito loro sono i Cullen e sono..." disse Jake
 "vampiri" sussurò disgustata Kelsey, si stava sentendo poco bene.
Si avvicinò alla combriccola assieme a Jake che ormai era la sua ombra. I Quileute ed i vampiri avevano formato due fazioni.
"Buongiorno a tutti!" disse tenendosi a debita distanza dai vampiri. Si chinò e diede un bacio sulla guancia all'anziano Quileute che la guardava dal basso della sua sedia a rotelle.
"Lei deve essere Billy vero?" chiese educatamente
"Non mi dare del lei per carità sei come una figlia per me" disse rendendosi conto di come Jake guardava la ragazza. Aveva esperienza ed aveva capito tutto, anche troppo.
"Bene" disse Jake ,tentando di tergiversare, "loro sono Sam" ed indicò un giovane uomo dagli occhi sapienti e l'espressione calma "Seth" stavolta toccò ad un ragazzino che avrebbe potuto avere 14 anni ma che era un energumeno "e loro due Quil ed Embry" ed indicò due ragazzoni.
"Eh va bene  ditelo che vi siete messi d'accordo" sbottò spazientita la ragazza " siete altissimi!"
"No sei tu che sei tappa!" ribadì Jacob
Henry li raggiunse mentre ancora tutti ridevano.
"Key tesoro...vedo che hai fatto la conoscenza di alcuni miei amici! Ora ti posso presentare i Cullen?"
Non aveva sbagliato erano loro quindi! Li aveva sentiti nominare qualche volta da suo padre e non dovevano esserci rapporti idilliaci.
Perchè suo padre avesse quest'avversione nei confronti dei vampiri doveva ancora capirlo, ma sapeva di averla ereditata da lui.
"Piacere di conoscerti Kelsey" disse un ragazzo "io sono il dottor Carlisle" stette ben attento a non porgerle la mano, sembrava sul punto di vomitare, un ulteriore contatto e avrebbe lasciato la colazione a terra.
-Dottore? Così giovane...altro che dottor House sembra George Clooney in ER- si disse K.
"Bè piacere signore" rispose atona Kelsey cercando di respirare il meno possibile.
"Lei è mia moglie Esme" una ragazza la salutò con la mano, il viso era delicato e dolce, aveva una bellezza da anni '40 "e le mie figlie: Alice, Rosalie e Bella".
Kelsey rivolse un sorriso ad una puffa che la salutava... aveva un visino da elfo e i capelli corti e poi volse lo sguardo su una bionda. Il sorriso le sparì dalla bocca per far spazio ad un'espressione raggelante; dapprima la vampira la guardò male poi smise di fissarla perchè Kelsey stava dando il meglio di se per metterla a disagio. Era cresciuta nell'UES, li le ragazze si guadagnano la cima della motagna della fama a suon di tacchi e borsettate. E a lei Rosalie non piaceva a pelle, quindi era inutile soffermarsi in finti salamelecchi.
Infine si voltò verso Bella e stavolta Kelsey le porse la mano. Era umana anche se odorava di vampiro...si accorse che era timida. Cosa ci faceva un umana con loro?
"Loro invece sono i miei figli: Emmett" un ragazzone le sorrise -simpatico- pensò Kelsey "Jasper ed Edward". Jasper sembrava inamidato...che mangiasse naftalina? Era come se trattenesse il respiro ed Edward, bè Edward era... strano... sembrava che la stesse scrutando. No, che le stesse frugando in testa.
"Non ci troverai niente sai" disse all'improvviso Kelsey, aveva capito dove voleva arrivare. Aveva sentito che a volte i vampiri hanno dei poteri speciali, lei lo avvertiva.
"Come scusa?" chiese gentilmente Edward con finta espressione confusa
"Ho detto" ripetè come se stesse spiegando una cosa ovvia ad un bambino tonto "che non riuscira a leggermi nel pensiero e quindi poni fine ai tuoi sforzi" completò
"E come sai che non ci riuscirò?" domandò lui
-Impertinente- pensò Kelsey "Perchè su di me voi non avete effetto" concluse soddisfatta.
"Bene ora andiamo Jake? C'è cattivo odore...Dottore, signora" disse voltandosi verso i due "arrivederci" finì senza convinzione e fece ritorno tra i Quileute.
"Forte la ragazza Jake!" disse Embry divertito
"Lo so grazie" rispose ironica Kelsey.
Aveva capito che sua sorella sarebbe rimasta con i Cullen. Così andò via assieme ai Quileute. Salirono in macchina e partirono alla volta di La Push.


"Allora, abbiamo due camere separate, naturalmente. Quella lì" ed Henry indicò la porta di destra "è la tua mentre quella a sinistra è la mia....come hai visto la cucina e la sala da pranzo sono un unico ambiente e sono all'entrata, abbiamo un unico bagno" ed indicò una porta in mezzo alle due camere da letto "e sotto c'è una cantina dove metto le cianfrusaglie. Tutto chiaro?"
"Sì pà" rispose Kelsey. Doveva ammetterlo casa era minuscola, ma che minuscola, magari! Era microscopica. Ma era pulita ed accogliente e le dava un senso di calore unico.
"Senti questa sera, alcuni nostri amici ti hanno organizzato una festa di benvenuto; non sarà come le feste che sei solita frequentare" disse con tono umile Henry "ma spero tu venga e ti diverta!"
"Stammi a sentire" disse Kelsey "è vero qui è totalmente diverso da casa, ma mi piace! Quindi smettila e rilassati, va bene?"
"Perfetto Key..." "Ah e non sperare che io cucini perchè non ho idea nemmeno di come si faccia una panino!" "Moriremo per un'intossicazione o di fame quindi!" esclamò
Bussarono alla porta.
 "Penso che sia..." stava dicendo Kelsey
"Principe Giglio" borbottò Henryn
"...Jake" conluse K.
Infatti era lui...ma non era da solo.
"Ciao!" "Ehy salve!" "Buongioooorno!!" "Permesso?" "We come vaaa!" "Ciao Key" Jacob parlò per ultimo. In casa erano entrati un mucchio di ragazzi giganti ed una ragazza facendo un casino tremendo, di conseguenza Kelsey era rimasta scioccata. A NY erano tutti dei damerini... questi qui erano...FORTI!
Si presentarono uno ad uno oltre ai quattro che già conosceva. In più c'erano Paul, Jared e la ragazza di nome Leah.
Tutti ad eccezione di Jake, che sedeva accanto a lei, le fecero domande su NY, su come vivevano, sulla scuola, gli amici...
Poi furono raggiunti da Billy, al quale Kelsey si era già affezionata, ed una ragazza che aveva il volto sfigurato ma che esprimeva una dolcezza unica.
Kelsey per educazione non fece nessuna domanda su quelle strane cicatrici. Aveva una aspetto materno. Non come sua madre che era fredda, calcolatrice e che della vita delle figlia sapeva poco e niente. Kelsey non ricordava un solo bacio della buonanotte o una chiaccherata 'tra donne'. Con Emily era diverso, le ispirava fiducia.
"E tua sorella ha davvero avuto il coraggio di rimanere con quelli la?" chiese una ragazzo, doveva essere Paul.
A Kelsey piaceva che fosse diretto. "Sì è così" rispose pacata Kelsey; "che coraggio..." continuò quello "Paul! Basta su!" intervenne Sam.
"No Sam e perchè?" domandò Kelsey "ha ragione io non ci sarei mai rimasta con la famiglia Addams..."
Tutti scoppiarono a ridere.
"Bene" intervenne Billy "ora andiamoci a fare belli, così alla festa accoglieremo questa signorina come si deve!"
"Io sto già benissimo così" disse Kelsey
"Fossi in te mi ricorderei queste parole anche domani mattina mia cara!" intervenne Sam.

Kelsey andò in camera, dopo che tutti furono andati via, e decise cosa mettere. Era la sua festa.
-Speriamo che non sia come l'ultima!- pensò


"Key...su svegliati!" Jacob le sussurava nell'orecchio, quando il suo fiato caldo arrivò alle orecchie gli ormoni iniziarono a fare il girotondo uso figli dei fiori.
"Siamo arrivati?" domandò Kelsey intontita dal sonno
"Sì" rispose Jake "tuo padre è già sceso con Serena a quanto pare sua maestà ha bisogno della scorta per scendere la scaletta"
"Uff...che rompipalle..." dicendo così si alzò e diede la mano a Jake, lui in risposta prima le strinse la mano e poi le mise un braccio attorno alle spalle.
Scesero e videro che nel frattempo Henry era andato a predendere le valigie. -E Ser?- si domandò Kelsey guardandosi intorno. Poi le venne un colpo.
Erano in 13 ad aspettarli all'aereoporto. Cinque indiani, dovevano essere gli amici di suo padre e Jake e otto...no! Impossibile...vampiri. Il loro odore la nauseava.
Serena non aveva degnato di uno sguardo i Quileute ed era andata subito dai...Cullen, se non errava.
"Come avrai ben capito loro sono i Cullen e sono..." disse Jake
 "vampiri" sussurò disgustata Kelsey, si stava sentendo poco bene.
Si avvicinò alla combriccola assieme a Jake che ormai era la sua ombra. I Quileute ed i vampiri avevano formato due fazioni.
"Buongiorno a tutti!" disse tenendosi a debita distanza dai vampiri. Si chinò e diede un bacio sulla guancia all'anziano Quileute che la guardava dal basso della sua sedia a rotelle.
"Lei deve essere Billy vero?" chiese educatamente
"Non mi dare del lei per carità sei come una figlia per me" disse rendendosi conto di come Jake guardava la ragazza. Aveva esperienza ed aveva capito tutto, anche troppo.
"Bene" disse Jake ,tentando di tergiversare, "loro sono Sam" ed indicò un giovane uomo dagli occhi sapienti e l'espressione calma "Seth" stavolta toccò ad un ragazzino che avrebbe potuto avere 14 anni ma che era un energumeno "e loro due Quil ed Embry" ed indicò due ragazzoni.
"Eh va bene  ditelo che vi siete messi d'accordo" sbottò spazientita la ragazza " siete altissimi!"
"No sei tu che sei tappa!" ribadì Jacob
Henry li raggiunse mentre ancora tutti ridevano.
"Key tesoro...vedo che hai fatto la conoscenza di alcuni miei amici! Ora ti posso presentare i Cullen?"
Non aveva sbagliato erano loro quindi! Li aveva sentiti nominare qualche volta da suo padre e non dovevano esserci rapporti idilliaci.
Perchè suo padre avesse quest'avversione nei confronti dei vampiri doveva ancora capirlo, ma sapeva di averla ereditata da lui.
"Piacere di conoscerti Kelsey" disse un ragazzo "io sono il dottor Carlisle" stette ben attento a non porgerle la mano, sembrava sul punto di vomitare, un ulteriore contatto e avrebbe lasciato la colazione a terra.
-Dottore? Così giovane...altro che dottor House sembra George Clooney in ER- si disse K.
"Bè piacere signore" rispose atona Kelsey cercando di respirare il meno possibile.
"Lei è mia moglie Esme" una ragazza la salutò con la mano, il viso era delicato e dolce, aveva una bellezza da anni '40 "e le mie figlie: Alice, Rosalie e Bella".
Kelsey rivolse un sorriso ad una puffa che la salutava... aveva un visino da elfo e i capelli corti e poi volse lo sguardo su una bionda. Il sorriso le sparì dalla bocca per far spazio ad un'espressione raggelante; dapprima la vampira la guardò male poi smise di fissarla perchè Kelsey stava dando il meglio di se per metterla a disagio. Era cresciuta nell'UES, li le ragazze si guadagnano la cima della motagna della fama a suon di tacchi e borsettate. E a lei Rosalie non piaceva a pelle, quindi era inutile soffermarsi in finti salamelecchi.
Infine si voltò verso Bella e stavolta Kelsey le porse la mano. Era umana anche se odorava di vampiro...si accorse che era timida. Cosa ci faceva un umana con loro?
"Loro invece sono i miei figli: Emmett" un ragazzone le sorrise -simpatico- pensò Kelsey "Jasper ed Edward". Jasper sembrava inamidato...che mangiasse naftalina? Era come se trattenesse il respiro ed Edward, bè Edward era... strano... sembrava che la stesse scrutando. No, che le stesse frugando in testa.
"Non ci troverai niente sai" disse all'improvviso Kelsey, aveva capito dove voleva arrivare. Aveva sentito che a volte i vampiri hanno dei poteri speciali, lei lo avvertiva.
"Come scusa?" chiese gentilmente Edward con finta espressione confusa
"Ho detto" ripetè come se stesse spiegando una cosa ovvia ad un bambino tonto "che non riuscira a leggermi nel pensiero e quindi poni fine ai tuoi sforzi" completò
"E come sai che non ci riuscirò?" domandò lui
-Impertinente- pensò Kelsey "Perchè su di me voi non avete effetto" concluse soddisfatta.
"Bene ora andiamo Jake? C'è cattivo odore...Dottore, signora" disse voltandosi verso i due "arrivederci" finì senza convinzione e fece ritorno tra i Quileute.
"Forte la ragazza Jake!" disse Embry divertito
"Lo so grazie" rispose ironica Kelsey.
Aveva capito che sua sorella sarebbe rimasta con i Cullen. Così andò via assieme ai Quileute. Salirono in macchina e partirono alla volta di La Push.


"Allora, abbiamo due camere separate, naturalmente. Quella lì" ed Henry indicò la porta di destra "è la tua mentre quella a sinistra è la mia....come hai visto la cucina e la sala da pranzo sono un unico ambiente e sono all'entrata, abbiamo un unico bagno" ed indicò una porta in mezzo alle due camere da letto "e sotto c'è una cantina dove metto le cianfrusaglie. Tutto chiaro?"
"Sì pà" rispose Kelsey. Doveva ammetterlo casa era minuscola, ma che minuscola, magari! Era microscopica. Ma era pulita ed accogliente e le dava un senso di calore unico.
"Senti questa sera, alcuni nostri amici ti hanno organizzato una festa di benvenuto; non sarà come le feste che sei solita frequentare" disse con tono umile Henry "ma spero tu venga e ti diverta!"
"Stammi a sentire" disse Kelsey "è vero qui è totalmente diverso da casa, ma mi piace! Quindi smettila e rilassati, va bene?"
"Perfetto Key..." "Ah e non sperare che io cucini perchè non ho idea nemmeno di come si faccia una panino!" "Moriremo per un'intossicazione o di fame quindi!" esclamò
Bussarono alla porta.
 "Penso che sia..." stava dicendo Kelsey
"Principe Giglio" borbottò Henryn
"...Jake" conluse K.
Infatti era lui...ma non era da solo.
"Ciao!" "Ehy salve!" "Buongioooorno!!" "Permesso?" "We come vaaa!" "Ciao Key" Jacob parlò per ultimo. In casa erano entrati un mucchio di ragazzi giganti ed una ragazza facendo un casino tremendo, di conseguenza Kelsey era rimasta scioccata. A NY erano tutti dei damerini... questi qui erano...FORTI!
Si presentarono uno ad uno oltre ai quattro che già conosceva. In più c'erano Paul, Jared e la ragazza di nome Leah.
Tutti ad eccezione di Jake, che sedeva accanto a lei, le fecero domande su NY, su come vivevano, sulla scuola, gli amici...
Poi furono raggiunti da Billy, al quale Kelsey si era già affezionata, ed una ragazza che aveva il volto sfigurato ma che esprimeva una dolcezza unica.
Kelsey per educazione non fece nessuna domanda su quelle strane cicatrici. Aveva una aspetto materno. Non come sua madre che era fredda, calcolatrice e che della vita delle figlia sapeva poco e niente. Kelsey non ricordava un solo bacio della buonanotte o una chiaccherata 'tra donne'. Con Emily era diverso, le ispirava fiducia.
"E tua sorella ha davvero avuto il coraggio di rimanere con quelli la?" chiese una ragazzo, doveva essere Paul.
A Kelsey piaceva che fosse diretto. "Sì è così" rispose pacata Kelsey; "che coraggio..." continuò quello "Paul! Basta su!" intervenne Sam.
"No Sam e perchè?" domandò Kelsey "ha ragione io non ci sarei mai rimasta con la famiglia Addams..."
Tutti scoppiarono a ridere.
"Bene" intervenne Billy "ora andiamoci a fare belli, così alla festa accoglieremo questa signorina come si deve!"
"Io sto già benissimo così" disse Kelsey
"Fossi in te mi ricorderei queste parole anche domani mattina mia cara!" intervenne Sam.

Kelsey andò in camera, dopo che tutti furono andati via, e decise cosa mettere. Era la sua festa.
-Speriamo che non sia come l'ultima!- pensò


  
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