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Autore: kimikocchan    28/04/2020    3 recensioni
Sakura e Sasuke non potrebbero essere più diversi. Pur conoscendosi fin dall’infanzia non sono mai andati d’accordo.
Durante una gita scolastica, in visita al Tempio del Fuoco, i due finiscono per litigare davanti alla statua del monaco Chiriku che offesa per la poco considerazione mostratale, lancia su di loro uno strano incantesimo.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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3. L'imbarazzo di lei e il divertimento di lui
 
«Scusami Sakura…» iniziò Sasuke, aggrappandosi letteralmente alla maniglia della portiera. «Quante volte hai guidato da quando hai preso la patente?» domandò l’Uchiha con voce balbettante.
Sakura si voltò in direzione del suo corpo. Per quanto tentasse di sembrare rilassata, vedersi da fuori le faceva uno strano effetto. «Questa è la prima volta» disse con tono tranquillo, facendo sprofondare l’altro nella paura più totale. L’esaminatore doveva essere impazzito per averle conferito la patente.
Sakura aveva attraversato due stop senza fermarsi e non aveva dato la precedenza a un camion che per poco non era venuto loro addosso.
«Non avevamo altra scelta. Se avessi guidato tu con il mio corpo, avremmo attirato ancora più l’attenzione» disse, indicandolo nelle sue vesti femminili. «Ormai siamo arrivati».
Sasuke sospirò. Quell’auto sarebbe stata la sua tomba.
Come c’era da aspettarsi, non appena la macchina ebbe varcato il parcheggio scolastico, una buona parte degli studenti del liceo di Konoha si era voltata con sguardi di shock e sorpresa alla vista di un’improbabile Sakuro Haruno a bordo della Mercedes-Benz Classe C del campione di football Sasuke Uchiha. Tra questi non erano esenti gli amici del ragazzo e in particolar modo la sua pseudo-fidanzata Ino.
Non appena Sasuke spense la macchina, il bisbiglio degli studenti si fece più concitato mentre alcuni prendevano a scambiarsi sguardi confusi e curiosi in direzione di quella coppia improbabile.
«Ci stanno fissando tutti» borbottò Sakura in tremendo imbarazzo mentre scendeva dalla macchina.
«E tu lasciali guardare» rispose l’altro, scrollando le spalle. «E non arrossire in quel modo, mi fai sembrare una femminuccia!» sbottò allarmato in direzione del suo corpo.
«E tu non sbraitare che mi fai passare per uno scimmione!» rimbeccò l’altra.
Fu in quel momento che il vociferare intorno a loro si fece più forte, costringendoli ad abbassare i toni.
«Meno male che non dovevamo attirare l’attenzione» brontolò l’Uchiha, grattandosi la nuca.
«Ti ricordo che sei stato tu a cominciare» digrignò Sakura, guardandolo furente.
«Ehi, Sasuke!»
La voce di Naruto risuonò in quell’imbarazzante silenzio.
«Ehi, Naruto» lo saluto Sasuke tranquillo.
Sakura si spiaccicò una mano sul viso e solo allora Sasuke realizzò che l’amico non si stava affatto riferendo a lui.
«Oh, ehm, ciao Sakura» borbottò Naruto sorpreso. «Che sorpresa vedervi insieme».
Un brivido freddo percorse le schiena dei due interessati.
«Eh già, questa storia è proprio interessante» si aggiunse Kiba alle spalle del biondo.
Poco lontano tutto il gruppo di amici di Sasuke li guardavano come fossero due alieni.
«Uscendo di casa ho visto Sakura… non si sentiva molto bene e le ho dato uno strappo» inventò Sakura nelle vesti di Sasuke.
Naruto e Kiba sfoderarono un’espressione curiosa. I loro amici dietro presero a bisbigliare. Ino non parlava ma sembrava poter esplodere da un momento all’altro come una pentola a pressione.
In quel momento il primo rintocco della campanella risuonò, annunciando l’inizio delle lezioni. Gli studenti cominciarono a fluire verso l’ingresso.
Sasuke guardò di sottecchi il suo corpo, ancora impalato accanto alla macchina. Sakura si voltò in direzione del suo corpo e poi in direzione di Naruto che lo stava fissando poco più avanti.
«Bè non vieni?» domandò il biondo.
Sakura sospirò. «Arrivo».

Quando Sasuke entrò in classe, Hinata agitò un braccio nella sua direzione.
Non aveva mai avuto modo di scambiarci due parole. Gli sembrava molto lontana dal tipo di ragazze che era solito frequentare. Non che Sakura fosse da meno. Tuttavia, fu pervaso da un pizzico di curiosità all’idea di conoscere quella che era l’eterna cotta di Naruto.
«Buongiorno Sakura» disse con un sorriso.
«Buongiorno» rispose di rimando.
Hinata ridacchiò. «Ti piace proprio quella camicia, eh?»
«Cosa?» Sasuke la guardò confuso per poi spostare lo sguardo su di sé. Ora che ci faceva caso quella camicia era un po’ troppo grande per il fisico di Sakura.
«Non devi nasconderlo. Lo so che quella è la camicia di Sasori».
Sasuke sbarrò gli occhi. Sasori? Ancora? Sentì un lieve fastidio insinuarsi dentro di lui ma lo scacciò subito. Era dalle medie che Sakura aveva una gigantesca cotta per Sasori ma non credeva durasse ancora.
«Hinata, dimmi…» iniziò, preso da una tremenda curiosità.
«Sì?»
Doveva porre la domanda nel modo più impersonale possibile.
«Tu cosa ne pensi del mio rapporto con Sasori?»
Hinata lo guardò un po’ sorpresa e Sasuke non si stupì. D’altronde, conoscendo la natura delle ragazze, dovevano averne parlato già un milione di volte.
«È la prima volta che mi chiedi un parere su di te» mormorò.
O forse no.
«Credo che tu debba rivelargli i tuoi sentimenti» disse. «E so che hai paura di soffrire dopo quello che ti è successo ma…» Sasuke la guardò interrogativo. Cos’era successo a Sakura? «Io credo che Sasori sia un ragazzo di cui potersi fidare».
Stava per farle un’altra domanda ma l’ingresso del professor Asuma lo costrinse a rimandare.
Per tutta la durata della lezione non poté fare a meno di pensare alle parole di Hinata. Se Sakura non aveva mai confessato i suoi sentimenti, che relazione c’era tra lei e Sasori? E perché lei indossava la sua camicia?
Non sapeva perché ma la questione lo incuriosiva così tanto da dargli un malcelato fastidio.

«Che ci facevi stamattina con quella?» domandò Ino con tono di sufficienza.
«Quella?» domandò Sakura una volta che Ino le fu accanto.
«Sì quella sciacquetta con i capelli rosa».
Sakura dovette dar fondo a tutta la sua pazienza per non sbattere il vassoio del pranzo in faccia alla bionda.
«E dai, Ino» s’intromise Kiba, posando la forchetta. «Le ha solo dato uno strappo».
«Sì ma tutta questa gentilezza non è da Sasuke» osservò Ten Ten. «Vi ricordate quando è passato di proposito sulla pozzanghera con la macchina e l’ha lavata dalla testa a piedi?»
Sakura ricordava bene quel giorno. Per colpa di quell’idiota aveva dovuto rifare la ricerca per il professor Hatake, ridotta a un colabrodo.
«E ricordate anche quella volta al primo anno quando versò l’olio piccante nell’impasto dei suoi biscotti durante l’ora di economia domestica?» ricordò Rock Lee.
«O anche quella volta che ebbe l’idea di sostituire il suo shampoo con la tinta per capelli» ricordò Temari con una certa amarezza.
«Veramente in quel caso l’idea è stata mia» si vantò Ino, ridacchiando.
Sakura spalancò la bocca sconvolta. Non appena fosse tornata nel suo corpo, lo avrebbe riempito di pugni. Era certo.
«Sasuke, ma tu e Sakura una volta non eravate amici?» domandò Ten Ten curiosa.
«Sul serio? Sasuke che diamine! Presentarmela, no?» ridacchiò Kiba.
«Già… Naruto ci ha detto che vi conoscete dall’infanzia» continuò Temari con curiosità. «Perché ora ti comporti così con lei?»
Sakura li guardò non sapendo che dire. Nemmeno lei aveva mai compreso perché Sasuke le facesse quei dispetti e la facesse così tanto arrabbiare. Ricordava solo che ad un certo punto era cambiato e si era gradualmente allontanato da lei senza però mai smettere di stuzzicarla.
«E dai, piantatela» s’intromise Naruto. «Saranno affari suoi se non ce lo vuole dire».
Sakura guardò Naruto con gratitudine. Era sempre stato un bravo ragazzo da quel che ricordava. Sasuke era fortunato ad avere un amico come lui.
«Sasuke» chiamò Ino con voce suadente.
Sakura si voltò in direzione della bionda. Si era avvicinata un po’ troppo. «Sai, stasera ho casa libera».
«Ho da fare, scusa» rispose l’altra, tornando a mangiare il suo pasto.
«D’accordo, non hai capito» soffiò Ino a pochi centimetri dal suo orecchio. «Quello che volevo dire è che finalmente sarò da sola e magari potremmo invitare Karin e provare quella…»
Sakura strabuzzò gli occhi o meglio il corpo di Sasuke lo fece. «Che diamine!» esclamò, scattando in piedi con il volto completamente rosso. «Sei per caso una ninfomane? Non hai un po’ di pudore?» domandò sconcertata per poi allontanarsi in direzione dell’uscita.
Tutta la mensa fissava Ino in un tombale e imbarazzante silenzio. In molti stavano provando a trattenere una risata. Altri erano rimasti semplicemente di sasso.
«Che avete da guardare?» domandò infine Ino tra lo spazientito e l’imbarazzato, scattando in piedi e allontanandosi con passo svelto nella direzione opposta in cui era uscita Sakura nel corpo di Sasuke.
«Chissà cos’è successo…» borbottò poco lontano Hinata all’amica che avevano assistito alla scena.
«Non ne ho idea» scandì Sasuke con tutta l’intenzione di scoprirlo.

Sakura era ancora bordeaux per la proposta di Ino. Ma che diamine, possibile che in quella scuola fossero tutti costantemente arrappati e fissati con il sesso?
Non sapeva nemmeno lei dove stesse andando a passo così spedito ma d’un tratto qualcosa le afferrò un braccio, trascinandola nel buio. Stava per mettersi ad urlare quando una mano le tappò la bocca con prontezza.
«Calmati» soffiò Sasuke sul suo orecchio con voce femminile.
«Sei forse impazzito?» sbottò lei tra il furioso e l’imbarazzato. «Che diamine è questo posto?»
«Lo sgabuzzino dell’inserviente» rispose l’altro. «Che cosa hai combinato in mensa?»
«Io?» domandò lei, alzando di nuovo leggermente i toni. «Che combini tu, piuttosto! Che razza di pervertite frequenti?»
Sasuke scoppiò a ridere.
«Non c’è nulla da ridere» scandì Sakura. «Ino è proprio senza pudore» balbettò.
«Che cosa ti ha proposto?» domandò con un sorriso sghembo. «O meglio… che cosa mi ha proposto».
Le mani di Sakura cominciarono a prudere fastidiosamente. «Qualcosa di indecente che non avrei mai fatto» rispose acida e con evidente fastidio.
«Oh, è gelosia quella che vedo?»
Uno sguardo divertito aleggiava sul volto femminile.
«Gelosia? Per te? Ti piace proprio sognare» commentò, incrociando le braccia.
«Caso mai quella sei tu. Stai seriamente rincorrendo ancora Sasori?»
Sakura sgranò gli occhi. «C-Chi te l’ha detto?» balbettò.
«L’ho capito mentre parlavo con Hinata» rispose calmo. «Seriamente Sakura, dopo tutto questo tempo ancora non gli hai detto nulla?»
Era davvero curioso di capire cosa la trattenesse. In fondo erano passati quattro anni.
Sakura si morse un labbro nervosa. «Non sono affari tuoi».
«Ma lo saranno se non torneremo alla normalità» disse Sasuke, appoggiandosi al muro.
Sakura fece una smorfia ma non poté dargli torto. Si ritrovavano nel bel mezzo di una situazione assurda se non inconcepibile. «Tu non hai di che preoccuparti» borbottò. «Sono io che sono rincorsa da ragazze in calore» commentò con leggera rassegnazione.
Sasuke trattenne un’altra risata. «Sai, a volte tendo a dimenticare quanto sei divertente».
Sakura lo scrutò truce. Non ci trovava nulla divertente. «Piuttosto… oggi è mercoledì e devi sostituirmi al lavoro» disse.
Sasuke si sorprese. «Tu lavori?»
«Già» confermò la ragazza. «Sai, non tutti siamo milionari come te».
«E dove lavoreresti sentiamo?»
Sakura saettò lo sguardo in ogni direzione, evitando di guardarlo. «Ti lascio l’indirizzo nell’armadietto, mi raccomando non fare tardi. Inizio alle quattro e finisco alle otto».
Fu in quel momento che Sasuke, sentendo l’orario si ricordò qualcosa.
All’improvviso il suo viso si fece terribilmente affranto «Questa non ci voleva» borbottò, mettendosi due dita sulla fronte.
«Che succede?» domandò il suo corpo animato da Sakura.
«A proposito di questo pomeriggio… tu dovresti andare, ecco… ai miei allenamenti» disse.
Sakura nelle sue vesti lo fissò in maniera indecifrabile per un lasso di tempo indefinito.
«Che cosa?» domandò infine, sperando di aver sentito male.
«Hai sentito» sospirò Sasuke.
«Non è possibile!» mugulò la voce di Sakura dal profondo di quel sgabuzzino.
  
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