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Autore: Miharu_phos    29/04/2020    0 recensioni
[Enkaze]
Nathan ha paura di incontrare Mark, suo vecchio compagno di squadra. Che cosa è successo di così tragico fra loro due da spingerlo ad evitarlo ancora dopo tredici anni?
Accenni Ranmasa, Takuran, Munetaku
Userò i nomi occidentali per comodità!
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kariya Masaki, Kirino Ranmaru, Mark/Mamoru, Nathan/Ichirouta, Shindou Takuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aitor si guardava attorno mentre camminava per i corridoi della scuola, in cerca di una chioma rosa.

 

Era in pensiero per quello che Gabi gli aveva detto la sera prima, ovvero che avrebbe cambiato scuola se non fosse tornato ad essere suo amico, cosa che li per li gli era sembrata parecchio infantile, ma della quale stava cominciando a preoccuparsi.

 

Aveva domandato ai suoi compagni di classe che molto sorpresi dal suo improvviso interesse, gli avevano detto di non saperne nulla.

 

Riccardo si era avvicinato al turchese prendendolo in disparte e gli aveva dimostrato la propria preoccupazione solo con uno sguardo.

 

-Pensi che potrebbe essergli successo qualcosa?- gli aveva domandato impensierito e Aitor si era stretto in se stesso, sentendosi come la causa dell'allontanamento di Gabi dalla scuola.

 

-Vuole trasferirsi alla Kirkwood perché dice che qui non sta più bene- aveva spiegato, e gli occhi di Riccardo si erano riempiti di tristezza a causa delle colpe che cominciavano a pesargli sulla coscienza.

 

-È tutta colpa mia- aveva ammesso, ma Aitor aveva scosso la testa.

 

-No, è colpa mia. Voleva tornare ad essere mio amico ma io gli ho detto di no- aveva spiegato dispiaciuto, e il castano lo aveva guardato rassegnato.

 

-Dovrei andarmene io, sono stato io a provocare tutto quanto, dovrei essere io a cambiare scuola- aveva piagnucolato.

 

Il turchese lo aveva guardato rammaricato ma non aveva detto niente; per mesi aveva detestato Riccardo con tutto il suo cuore e pensare che adesso tenesse a Gabi così tanto, arrivando a sentirsi in colpa per lui, lo rendeva alquanto geloso.

 

"Forse sarebbe la cosa migliore per tutti" aveva pensato, senza però riuscire a dirlo ad alta voce.

 

Aveva atteso pazientemente gli allenamenti di calcio e non appena l'allenatore Evans si era presentato in campo lui gli era corso incontro.

 

-Mister! Lei sa niente di Gabi?!- aveva domandato di getto, facendo così spaventare il castano.

 

-No Aitor, non ne so nulla perché cos'è successo? Vedo che non si è presentato- aveva appurato guardando il gruppetto al centro del campo che chiacchierava sereno, e Aitor aveva abbassato lo sguardo con aria colpevole.

 

-Ha deciso di cambiare scuola, ma speravo che stesse solo scherzando. Se non è venuto a scuola però...- biascicò, facendo sprofondare Mark nella paura.

 

-Cosa...? Nathan!- mormorò preoccupato, terrorizzato dall'idea che il turchese avesse deciso nuovamente di andarsene.

 

-Quando te l'ha detto?- gli domandò per sicurezza, ricevendo così dal piccolo turchese la risposta temuta.

 

-È successo ieri sera, l'ha deciso all'ultimo secondo- spiegò, e Mark si portò le mani alla testa spaventato.

 

-No, no no! Devo andare immediatamente da loro!- mormorò allarmato, per poi chiedere a Jude di occuparsi da solo degli allenamenti.

 

Pochi minuti dopo era già a casa Swift e suonava ossessivamente il campanello, impaziente che qualcuno andasse ad aprirgli.

 

Quando Nathan aprì la porta Mark gli si gettò con le braccia al collo sollevato, ringraziando mentalmente il cielo per aver fatto si che Nathan non fosse andato via.

 

-Che ti prende Mark?- aveva domandato lui sorpreso, ancora profondamente imbarazzato dall'avvenimento della sera prima.

 

-Ho temuto davvero di averti perso Nathan- spiegò il castano, facendo sciogliere il cuore dell'altro che lo strinse a se di rimando.

 

-Perché l'hai pensato? Avevamo detto che ci avremmo provato davvero no? Non me ne vado stai tranquillo- lo aveva rassicurato, e Mark gli aveva baciato le labbra delicatamente, esprimendo tutto il suo sollievo.

 

Nathan si era staccato dal bacio imbarazzato ed aveva abbassato la testa.

 

-Che ci fai qui comunque, dovresti essere a lavoro- gli disse evitando il suo sguardo e Mark gli rialzò il mento con le dita per guardare quegli occhi nocciola che amava tanto.

 

-Aitor mi ha detto che Gabi voleva cambiare scuola e così mi sono ricordato delle tue parole dell'altro giorno, quando avevi detto che volevi portarlo via da qui- aveva spiegato, e gli occhi di Nathan si erano instristiti al solo sentir pronunciare quel nome che tanto stava facendo soffrire il suo bambino.

 

-Vieni, entra pure, ti spiego tutto- gli aveva detto, e Mark aveva fatto come gli era stato detto, entrando in quella casa che ormai per lui era diventata più familiare della propria.

 

Si erano apprestati accanto alla stanza del rosa, dove Nathan aveva mostrato al castano il ragazzino addormentato sul letto, con le lacrime seccate sulle guance ed una fotografia sul cuscino che ritraeva lui ed il suo ex migliore amico.

 

-Che cosa gli è successo?- aveva domandato Mark intenerito e Nathan aveva chiuso la porta per lasciarlo riposare.

 

-Sono successe un po' di cose spiacevoli fra lui e Aitor a quanto pare, e non vuole più essere suo amico. Credevo che fosse tutto a posto, ma dopo alcune cose che mi ha confidato credo proprio che la loro amicizia sia arrivata al capolinea- aveva spiegato, e Mark lo aveva guardato confuso.

 

-Eppure mi è sembrato che Aitor fosse molto preoccupato per lui oggi. Secondo me se prova ad insistere un po' ritorneranno ad essere amici come prima-

 

Il turchese sorrise, divertito dai metodi oppressivi che il castano si ostinava ad utilizzare in ogni occasione.

 

-Mark guarda che non sono tutti come te, mio figlio è sensibile e ci vuole poco per scoraggiarlo. Ha già insistito abbastanza e questo è servito soltanto a farlo soffrire di più. Adesso lo porto via definitivamente da quella scuola perché mi sono stancato di vederlo così, non voglio che si rovini l'adolescenza-

 

-Questo vuol dire che te ne andrai!-

 

-Niente affatto. Anche se la scuola è un po' lontana faccio volentieri questo sacrificio per lui, ma resteremo ad abitare qui. Voglio solo che stia lontano da quelle bestiacce- aveva spiegato irritato.

 

Mark aveva stretto i denti ancora poco convinto e si era ripromesso di intervenire per risolvere la situazione a tutti i costi.

 

-E va bene, proverò a parlarci io con Aitor allora-

 

-Mark...-

 

-Lascia fare a me- aveva detto allargando le labbra in un sorriso rassicurante.

 

Nathan aveva sospirato, alzando gli occhi al cielo per la rassegnazione.

 

-Piuttosto dimmi Nathan...come ehm, come stai?- domandò arrossendo di colpo, contagiando il ragazzo di fronte a lui con lo stesso rossore.

 

-Bene credo...- aveva risposto deviando lo sguardo altrove e Mark aveva sorriso sforzandosi di mettere da parte la vergogna.

 

-Se vuoi stasera potremmo-

 

-Mark! È ancora troppo presto dai!- lo aveva rimproverato il turchese facendo piombare il castano nell'imbarazzo più totale.

 

-Okay scusa come al solito sono sempre inopportuno- aveva ridacchiato grattandosi il retro del capo, e Nathan aveva sorriso tentando però di nasconderlo.

 

-Allora io torno a lavoro- gli aveva detto e Nathan si era morso il labbro inferiore, alzandosi in piedi per riaccompagnarlo alla porta.

 

-Okay, beh allora...a domani, credo?-

 

-Vuoi che ci vediamo domani?- aveva domandato ansiosamente il castano e Nathan aveva distolto lo sguardo a causa del forte rossore che gli invadeva tutto il viso.

 

-No cioè...quando vuoi, anche dopodomani o-

 

-Perché non ci vediamo stasera?? No aspetta non intendo per quello, voglio dire-

 

-Oh Dio Mark sta zitto!- lo aveva rimproverato il turchese incapace di sopportare ancora quella situazione colma di imbarazzo.

 

-Vediamoci quando vuoi va bene?- aveva detto esasperato coprendosi la fronte.

 

-Okay allora ci vediamo stasera per la cena!- aveva esclamato, prima di schioccare un bacio furtivo sulle labbra di Nathan senza che lui potesse prevederlo, lasciandolo del tutto sorpreso.

 

Il castano scappò via con un sorriso vittorioso sulle labbra, mentre già cominciava a progettare i mille metodi che avrebbe impiegato quella sera per restare a dormire dal turchese, ed era andato via sotto gli occhi inteneriti ed al tempo stesso rassegnati di Nathan.

 

Non avrebbe saputo spiegare neanche lui cosa esattamente gli fosse successo nelle ultime settimane: da quando aveva rincontrato Nathan, nel suo cuore c'era stato un costante turbine di emozioni contrastanti, che non era mai riuscito a decifrare bene.

 

Lo aveva odiato, ne aveva sentito la mancanza, ci aveva litigato, si era scusato, lo aveva incolpato; si era sfogato con lui, lo aveva ascoltato, lo aveva abbracciato, e via via il loro legame aveva ripreso a formarsi, diventando ancora più forte di prima.

 

Ma era stato quando Nathan gli aveva spiegato come si sentisse, che Mark aveva cominciato a provare per lui qualcosa di più forte che andava ben oltre l'amicizia; il pericolo di poterlo perdere di nuovo, la consapevolezza di poter essere ancora una volta privato della sua presenza, gli aveva fatto capire quanto il turchese fosse importante per lui, tanto da far nascere dentro di lui sentimenti diversi, pensieri, ipotesi, che ogni volta in cui venivano formulate lo facevano arrossire, anche se dava per scontato che sarebbero rimaste per sempre soltanto nella sua mente.

 

Ma aveva continuato a pensarci e pensarci finché quelle fantasticherie non erano diventate un'abitudine, e sapere di avere affianco un ragazzo che poteva potenzialmente provare qualcosa per lui lo faceva sentire bene, a suo agio, amato come non si era sentito da tempo.

 

Aveva voluto provarci per non perderlo, era vero; ma quello che a Nathan non aveva confidato, era che avere con lui un contatto che andasse oltre il semplice abbraccio cominciava a non dispiacergli, proprio perché era lui, e perché sperava che Nathan infondo desiderasse lo stesso.

 

Ed aveva vissuto sulla sua pelle quella veloce trasformazione dall'amicizia all'amore, tra le quali la distanza è spesso più breve di quello che si immagina, e che viene azzerata completamente nel momento in cui si ha il coraggio di assaporare le labbra dell'amico con un bacio nascosto e segreto.

 

 

 

 

 

 

•••

 

 

 

 

 

 

 

Gabi abbracciò il padre che gli accarezzava affettuosamente la schiena davanti ai cancelli della Kirkwood.

 

Mark si guardava attorno ansiosamente, come se stesse attendendo l'arrivo di qualcuno, e Nathan cominciò a chiedersi cosa avesse in mente.

 

-Sei stato gentile a volerci accompagnare Mark- gli aveva detto Nathan, sistemando le ultime imperfezioni sulla nuova divisa del figlio.

 

Gabi si era sforzato di sorridere al padre per rasserenarlo, dato che il turchese era più agitato di lui per la nuova scuola.

 

-Figurati tesoro era il minimo- gli aveva detto Mark, e Nathan puntualmente era arrostito.

 

-Ti prego Mark non chiamarmi così non siamo mica-

 

-Fidanzati? Beh stanotte sembravi pensarla diversamente- mormorò facendo diventare Nathan un peperone per il rossore sul viso.

 

-Mark diamine!- lo aveva rimproverato mentre Gabi li ascoltava disgustato.

 

-Dovrebbero arrestarvi per atti osceni in luogo pubblico- aveva detto schifato, per poi staccarsi dalle mani del padre con ribrezzo.

 

-Ecco l'hai fatto arrabbiare!- si lamentò il turchese, notando ancora una volta come il castano si guardasse ossessivamente attorno.

 

-Ma che stai cercando?- domandò sospettoso.

 

-Bene papà io vado- aveva mormorato sospirando il rosa mentre stringeva lo zaino sulle spalle.

 

-Okay amore, vedrai che andrà tutto bene- lo aveva rassicurato Nathan, e lui aveva annuito poco convinto, stringendo ancora una volta il padre in un abbraccio.

 

Poi si era staccato e aveva cominciato a percorrere l'entrata con aria abbattuta ed impaurita, guardandosi attorno con timore.

 

-Aspettate!- aveva gridato una voce alle sue spalle, e si era subito voltato verso Nathan e Mark, i quali guardavano fisso verso il cancello.

 

-Finalmente! Ce ne hai messo di tempo Xavier!- aveva esclamato Mark andando ad accogliere il piccolo Aitor che era uscito dall'auto dei genitori elettrizzato.

 

-...Aitor?- aveva domandato Gabi confuso, ed il piccolo turchese gli aveva sorriso, per poi cominciare ad avvicinarglisi con passo incerto.

 

-Che cosa ci fai qui...e perché indossi la divisa della Kirkwood?-

 

Aitor non aveva risposto e si era avvicinato all'amico mentre teneva lo sguardo basso.

 

-Voglio andare dove vai tu- gli aveva detto imbarazzato una volta di fronte a lui, mentre guardava altrove con lo sguardo per non incontrare gli occhi color cielo del suo amico.

 

-Ma credevo-

 

-Zitto, facciamo tardi- lo aveva rimproverato senza guardarlo, ed aveva cominciato a camminare in direzione dell'entrata, seguito con un po' di ritardo da Gabi che lo aveva raggiunto, fino a camminargli di fianco.

 

E mentre percorrevano insieme i corridoi della nuova scuola, uno accanto all'altro in cerca delle rispettive classi, le loro mani si cercarono timidamente in mezzo a loro, fino a stringersi con forza intrecciando le dita, mentre i loro visi arrossati ostentavano indifferenza e nessuno dei due parlava, lasciando che ad esprimersi fossero soltanto quelle due mani che si stringevano con prepotenza.

   
 
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