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Autore: Raffaella92    30/04/2020    2 recensioni
Dimentichiamo la Sana e l'Akito che conosciamo nel Manga. Se non si conoscessero, cosa succede se si scontrano da ubriachi fradici in una Las Vegas piena di gente e di guai?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi con un nuovo Capitolo, grazie a chi continua a seguirla, grazie di cuore! 
 
 
 
 
 
 
Non ci credo, la mia casa è stata incendiata? Ma perché? Da chi? Sono in uno stato di trance che non riesco più a parlare. Sento solo la mano di Akito stringere la mia.
“Mi scusi, ma non ci sono tracce su chi possa essere stato?”
“No, non abbiamo trovato nulla Signor Hayama, ci dispiace. Però le posso assicurare che non ci arrenderemo fino a quando il responsabile non verrà trovato”
“Noi cosa possiamo fare nel frattempo? I nostri effetti personali sono andati tutti perduti?”
“Purtroppo si, mi dispiace, non siamo riusciti a recuperare niente”
Come se scossa dalla mia trance, le parole del poliziotto mi riportano alla realtà, non è rimasto nulla, tutto in fumo, in cenere, la mia vita così, andata in fumo.
“Mi scusi, sul palo della luce che c’è vicino casa è posizionata una  videocamera di sorveglianza, non potete chiedere di vedere le immagini registrate?” chiedo speranzosa, di riuscire a vedere chi abbia voluto farmi questo. Anche se dubbi ormai non ne ho più. Ma non posso fare nomi prima di esserne sicura.
“Ci abbiamo già pensato signorina, stiamo aspettando che arrivino le registrazioni, appena avremo notizie la richiameremo subito” detto questo ci congediamo dal poliziotto, usciamo dalla questura in silenzio. Non sono capace di dire più una parola. Entriamo in auto, ho lo sguardo rivolto verso il finestrino, mentre Akito chiama mia madre per informarla delle novità.
“Signora Kurata, si sono io.. si purtroppo non sono buone notizie qualcuno ha appiccato l’incendio volontariamente.. anch’io lo credo.. stiamo andando a casa.. certo a dopo” chiude la telefonata e poggia la sua mano sulla mia e la stringe come ad infondermi forza e coraggio.
Apprezzo molto questa sua vicinanza, ma non posso metterlo in pericolo. Se è come penso io, siamo tutti in pericolo. Accidenti.
Arriviamo a casa, sempre in rigoroso silenzio. Saliamo in camera mia, mi stendo sul letto, con lo sguardo perso verso il soffitto. Akito non dice nulla, mi osserva solamente, sento il suo sguardo su di me, poi si stende anche lui accanto a me. Fissiamo il soffitto in silenzio.
“Kurata, non stare zitta per favore, di qualcosa, piangi, urla, picchiami, ma non stare in silenzio. Anche se amo il silenzio, il tuo no. Non lo sopporto”
Giro il capo verso di lui, lo guardo intensamente
“Akito, io credo che sia stato Kamura. Come può un essere umano arrivare a tanto? Perché tutta questa cattiveria..” non riesco a terminare che scoppio in lacrime
“Non lo so Sana, non lo so come si può arrivare a tanto. Anche io ho pensato subito a lui. Ma se non abbiamo prove certe non possiamo accusarlo”
“Akito lui non comparirà mai in prima persona lo capisci? Non riusciremo mai ad incastrarlo”
“Ti prometto che ce la faremo, lo faremo arrestare di nuovo e questa volta ci resterà per sempre. Te lo prometto” il suo sguardo è così profondo, che mi ci perdo, come sempre d’altronde. Ambra liquida, miele, oro. Così magnetico da incantarmi, come un flauto per i serpenti, così sono i suoi occhi per me. Non mi era mai capitato prima.
È lui a interrompere questa magia alzandosi di colpo dal letto
“Se non la smetti di guardarmi così non so se riuscirò a trattenermi dal saltarti addosso, quindi alzati e andiamo ad acquistare qualcosa e passiamo da Tsu visto che i nostri abiti sono andati perduti”
“L’idea non mi dispiacerebbe se tu mi saltassi addosso, ma abbiamo tempo per questo. Andiamo a fare shopping? Non avrei mai immaginato che saresti tu a proporlo a me Hayama potrei abituarmi a questa cosa sia” dico sfoderando il mio miglior sorriso.
“Non ti ci abituare, è solo un caso eccezionale data l’emergenza! Su alzati, basta poltrire!”
Mi porge la sua mano io l’afferro e mi tira, per farmi alzare dal letto, non resisto siamo uno di fronte all’altro che lo tiro per il colletto della camicia e lo bacio, non ci mette molto a rispondere le sue mani sono sui miei fianchi e mi attira a sé facendo aderire i nostri corpi, con non molta fatica si stacca me, mi prende per mano e mi trascina fuori dalla camera. Scendiamo ci dirigiamo in auto e in un attimo siamo già sulla strada verso il centro commerciale.
“Hayama..”
“Si”
“Grazie!”
“Per cosa?”
“Per questo” Dico indicando con il capo la strada sulla quale siamo.
“Kurata, te lo ripeto non ti ci abituare. Poi non pensare che lo faccia gratis, voglio la mia ricompensa per questa tortura alla quale mi sto sottoponendo” Ghigna già so dove vuole andare a parare.
“… Sai ci devo pensare, dipende da come ti comporterai” dico facendo una voce sensuale mentre con una mano sposto i capelli sul lato lasciando libero la parte sinistra del collo, so che sto giocando col fuoco. Vedo che stringe il volante tra le mani, e dilata la pupille lanciandomi uno sguardo.
“Kurata, non giocare con il fuoco” Sto giocando con il suo autocontrollo lo so, così allungo le gambe sul cruscotto dell’auto, ho indossato un paio di shorts quindi le mie gambe sono in bella vista.
“Hayama non credevo che avessi così poco autocontrollo sai, ti facevo più forte” la mia voce è quasi un sussurro e il mio sguardo è languido, vedo che gira in una stradina isolata ferma l’auto inchiodando e si gira verso di me
“Kurata ma scherzare col fuoco in questo modo, soprattutto se sono al volante” mi tira a sé e mi bacia, con urgenza, non oppongo resistenza, anzi, gli getto le braccia al collo e lo tiro più a me. In un attimo le sue mani vagano sul mio corpo, i nostri respiri si fanno sempre più affannati, la sua bocca e sul mio collo poi scende più giù ad arrivare alla scollatura della camicetta la sbottona piano, ogni bottone che laccia sfiora la mia penne provocandomi dei brividi, con non poca fatica mi stacco da lui e gli indico di sdraiarci sui sedili posteriori e in un attimo la passione tra noi prende il sopravvento. Mi sfila la camicetta e lo stesso faccio anche io con la sua, accarezzo i suoi addominali scolpiti è così bello.
Mi slaccia gli shorts e io comincio a slacciargli la cinta dei pantaloni mentre lui continua la sua tortura sul mio collo, si stacca un attimo solo per liberarsi da sui pantaloni e dei boxer, in un attimo anche il mio reggiseno è via, lui comincia a giocare con i miei seni, li lecca, li succhia e in un attimo i miei capezzoli si induriscono, comincio ad ansimare senza vergogna, sa come farmi impazzire, mi sfila anche l’ultimo pezzo di stoffa che avevo addosso, non resisto più, ho bisogno di sentirlo dentro di me.
“Aki.. ti prego.. oh.. sii” ansimo ancora più forte e lui con me, si fa spazio tra le mie gambe, eccolo entra in me, la sensazione di pienezza che provo  quando sono con lui non la posso descrivere, le sue spinte sono sempre così dolci, continuiamo a baciarci, come se da questo contatto dipendesse la nostra stessa vita, sento che stiamo per arrivare, le spinte diventano più veloci, inarco la schiena e veniamo insieme, l’apice del piacere è un baratro così dolce, che mi sembra di impazzire.
“Kurata ti amo” la sua voce è ancora affannata, cerchiamo di riprendere fiato mentre siamo ancora stretti l’uno all’altro. Il mio cuore batte fortissimo sembra che stia per uscirmi dal petto. Anche il suo cuore batte all’impazzata, spero che sia così sempre tra noi. Ogni volta che facciamo l’amore, sembra sempre diverso, più bello, più travolgente, più passionale.
“Anch’io ti amo Akito” lo stringo forte a me come se avessi paura che potesse scappare via da un momento all’altro.
“Credo che dovremmo rivestirci e andare, ore lo shopping sarà più sopportabile sai..”
“Se saremmo finiti comunque così non mi sarei staccata da te prima di uscire sai.. non è molto comoda l’auto” dico scoppiando a ridere mentre cominciamo a rivestirci, e darci un contegno.
“Kurata sei tu che mi hai provocato, non dovevi.. Ora conosci l’effetto che mi fai quindi fossi in te starei più attenta la prossima volta” quel suo ghigno odioso che gli compare sul volto quando crede di avere ragione, e poi non sono io che faccio questo effetto a lui, ma caso mai è il contrario. Non riesco a resiste quando mi è vicino, il mio corpo va a fuoco in un attimo. È bastato un bacio per mandarmi in tilt il cervello. Arrossisco al solo pensiero di poco fa e abbasso lo sguardo. Così cerco di sdrammatizzare.
“Hayama sei un pervertito, non si discute su questo, ora metti in modo che ci aspetta una giornata di shopping!” comincio a ridere e alzo il braccio in alto con un pungo in segno di vittoria.
“Tu mi provochi e io sarei il pervertito? Mi sfugge qualcosa..”
“Zitto e parti, hai già ricevuto il tuo premio, quindi ora tocca a me” mentre scoppio a ridere lui intreccia la sua mano alla mia e parte, per tutto il resto del tragitto litighiamo su chi deve scegliere la stazione giusta alla radio, alla fine la spunto io.
Arrivati al centro commerciale, lo trascino da un negozio all’altro, provo un capo dopo l’altro e lui sembra ormai rassegnato, è stato lui a gettarsi la zappa sui piedi da solo, adesso è inutile che si lamenta. Tsè. Alla fine della passeggiata ci fermiamo al Mac a mangiare qualcosa e per poi andare a casa su e di Tsu. Non ha voluto acquistare nulla dicendo che da me aveva portato solo lo stretto necessario. Così poco dopo siamo a casa loro. È un appartamento in un condominio, molto modesto ma carino, adatto per due ragazzi che vivono da soli, appena si entra c’è subito il salotto con il divano alla mia destra e la tv nella parete attrezzata e al centro della stanza un tavolo con le sedie. Nella stanza accanto c’è una piccola cucina con il frigo. Lungo il corridoio alla mia destra c’è il bagno, e alla mia sinistra le due camere da letto, la prima è quella di Tsu molto ordinata come lui d’altronde, un letto al centro della stanza, pareti sono blu e bianche, l’armadio di fronte al letto e la scrivania sulla parete destra della stanza, di fronte alla porta che una grande finestra che illumina tutta la camera. La seconda camera è quella Hayama, le pareti sono tutte beige, asettica come lui d’altronde da un musone cosa potevo aspettarmi. La finestra è posizionata allo stesso modo dell’altra camera, invece il letto è sulla parete destra appena si entra dalla porta e su quella sinistra c’è l’armadio, l’altra parete vuota è occupata dalla scrivania. Una cosa che colpisce la mia attenzione è un dinosauro sulla scrivania, mi avvicino come catturata da quell’oggetto.
“Quello è l’unico regalo che mio padre mi abbia mai fatto in vita sua” Era alle mie spalle ha seguito ogni mio movimento, mentre lui apre l’armadio e comincia a riempite il borsone gli rispondo
“Per portarlo con te vuol dire che in fondo è importante”
“No l’ho portato con me per il semplice fatto che ho una passione per i dinosauri tutto qui”
Dice tirando su con le spalle. Ma non gli credo il suo tono lo tradisce, in fondo lo so che nonostante tutto suo padre è importante, anche se non lo ammetterà mai.
“Sarà, ma mi è difficile crederti caro mio..” esco dalla sua camera e mi dirigo in salotto, noto che non ci sono foto in giro, solo delle coppe sulla parte attrezzata mi avvicino per leggere le targhette e sono tutte di Akito, le ha vinte in varie gare di Karatè, è davvero bravo, devo vederlo all’opera assolutamente.
Sento la porta aprirsi è Tsu, in sua compagnia c’è Aya, non mi meraviglio più di tanto. Neanche loro si meravigliano di vederci lì.
“Sana, amica mia! Come stai oggi?” Aya è sempre molto dolce e premurosa con tutti
“Amica mia, dai bene! Stamattina io Hayama siamo andati in questura, l’incendio è doloso, qualcuno ha dato fuoco a casa mia, non è stato un incidente”
“Cosa?” Dicono all’unisono i miei amici
“Non dirmi che c’entra Kamura in tutta questa storia ti prego!”
“Non lo so Aya, ma credo di si, non abbiamo prove certe, l’unica cosa certa è che ho perso tutto. È andato tutto in fumo, in un attimo. Ora dobbiamo solo aspettare stanno facendo altre indagini” La mia voce è stanca, affranta. La mia amica mi abbraccia e restiamo così per un tempo indefinito, so che almeno per quegli attimi la mia angoscia sembra attenuarsi.
“Sana, io ho fatto che dici vogliamo andare?” la voce di Hayama ci fa sciogliere dall’abbraccio annuisco, salutiamo i ragazzi e ci dirigiamo verso casa di mia madre. il tragitto in auto è stato silenzioso. Siamo entrambi preoccupati, lo vedo dal modo in cui Akito stringe le mani intorno al volate dell’auto. Entriamo in casa è deserta, posiamo le buste e il borsone all’entrata, anche la signora Shimura non c’è, ma ci ha lasciato un pasto pronto sul tavolo della cucina.
“La signora Shimura ha preparato il sushi, ieri le ho detto che era il tuo piatto preferito”  Sempre premurosa, basta dirle un cosa e lei subito te la fa trovare pronta, è la donna più dolce che abbia mai conosciuto, dopo mia madre.
“Kurata non mi dispiace questo sushi sai”
“Ero sicura che la signora Shimura conquistasse anche te con la sua cucina”
“Potresti imparare qualcosa da lei però sei un vero disastro ai fornelli”
“Hei, come ti permetti, so essere un ottima cuoca quando voglio” fingo di essere offesa ma in fondo so che è la verità, sarei capace di bruciare anche un uovo al tegamino.
“Non ti puoi offendere perché ho detto la verità Kurata. Lo sai anche tu che ho ragione”
“Oh insomma, andiamo su aiutami a portare le buste di sopra” lo trascino con me in camera, passiamo l’intero pomeriggio a sistemare i miei acquisti e i suoi capi e a prenderci in giro a ridere o meglio io ridevo e lui ghignava, Poi sentiamo la porta aprirsi, mamma dev’essere tornata. Scendiamo al piano di sotto e come immaginavo lei e Rei sono lì davanti alle scale che ci aspettano. Ci dirigiamo in salotto. Spieghiamo quello che ci è stato detto in centrale e Rei insiste per cominciare delle ricerche personali, con molte reticenze mamma accetta e Akito si offre di collaborare con lui. Tra il mio e suo stupore, Rei accetta. Così in poco tempo si dirigono fuori casa e non li vediamo fino a tarda sera. Sono preoccupata veramente, non mi ha mandato neanche un messaggio, niente, non so nulla di loro. Non vorrei che si fossero messi dei guai, per colpa mia per giunta. Dopo cena di loro due neanche l’ombra, così comincio a chiamare Akito, ma niente, provo con Rei ma neanche lui risponde. Vado nello studio di mia madre, la trovo lì al pc intenta a lavorare, è così assorta che non si accorge della mia presenza.
“Mamma “ attiro così la sua attenzione, alza lo sguardo e smette di scrivere
“Tesoro, dimmi cosa ti preoccupa?” non c’è niente da fare una madre ti conosce come le sue tasche.
“Sono preoccupata, Akito e Rei non mi rispondono, non vorrei che si mettessero nei guai per colpa mia”
“Non è colpa tua, casomai è colpa di quel redattore da strapazzo, non preoccuparti sanno quello che fanno, mi fido di Rei, ed anche di Akito ho avuto modo di parlarci sai”
“Cosa? Quando hai parlato con lui?”
“Ieri sera, si vede che è realmente innamorato di te, il suo sguardo non mente, farebbe di tutto per te. Farebbe di tutto anche per entrare nelle grazie di Rei”
Ecco questa era la parte che più mi preoccupava del discorso con mia madre, Rei. Lui è sempre stato geloso, iperprotettivo con me.
“Mamma, che hai detto ad Hayama? Non l’avrai messo in imbarazzo spero..” conosco mia madre, so quanto sa essere invadente e imbarazzante.
“Tesoro mio certo che no, gli ho detto solo che voglio dei nipotini e Rei mi ha fulminato con lo sguardo tutto qui”
“Ma.. Mamma!! Ti sembrano cose da dire?” sono rossa peggio di un peperone, parlare di certe cose con mia madre non mi ha mai messo a mio agio.
“Certo cara, ormai sei adulta. Certe cose le conosci, poi avete saltato la fase del lungo fidanzamento, vi siete sposati direttamente quindi.. poi vi siete innamorati, io l’avevo già previsto veramente, però sono dettagli..”
“MAMMA!! Ma poi cosa avevi previsto scusa?” non sono imbarazzata di più
“Che tu e quel Dio greco di Akito v’innamorasse!” e scoppia in una risata malefica. Se non fosse mia madre avrei terrore di stargli accanto.
“Eh?”
“Sana, ho una certa età, ma certe cose le capisco ancora. La prima volta che sono venuta da te e l’ho trovato in casa tua, vi ho osservato, non avevate lo sguardo di due amici, lui ti ha sempre guardata con uno sguardo che tutte le donne vorrebbero..”
“Che sguardo?”
“Lo sguardo di uno che si lancerebbe nel fuoco per te, se un uomo di guarda così credimi è quello giusto” non ho notato solo io gli sguardi che mi lanciava e mi lancia ancora adesso Hayama, erano così evidenti allora. Non so che dire in realtà, mi ha spiazzata la confessione di mia madre. Nota che la sto osservando con stupore e così continua il suo discorso.
“.. Anche tu figliola, non hai mai avuto quella luce negli occhi, quel paio di ragazzi che hai frequentato non avevi questa luce negli occhi, non li ho conosciuti e sono contenta di questa cosa a dire il vero, perché solo ora vedo la vera felicità nei tuoi occhi, vi fate bene a vicenda”
Ha ragione ci facciamo bene a vicenda. Da quando è entrato nella mia vita è cambiata, stiamo avendo un po’ di guai è vero ma chiunque al suo posto sarebbe fuggito invece lui no, adesso è fuori chissà dove con Rei a cercare qualche prova che incastri Kamura.
“Sai mamma hai ragione, anche se ci sono ancora alcuni aspetti che non capisco del suo carattere. Mi ha raccontato qualcosa ma è ancora molto restio, non ha un buon rapporto con il padre, la madre è morta quando era piccolo, lui e la sorella sono cresciuti in un certo senso soli, ma sono decisa a fargli risolvere questa situazione non mi arrendo facilmente”
“Così ti voglio Sana, combattiva e mai arrendevole! Mi raccomando qualsiasi cosa succeda non smettere mai di sorridere e sperare”
“Mai, mamma! Grazie” ci abbracciamo, poi la saluto e mi dirigo in camera mia, è mezzanotte e loro due neanche l’ombra, sono stanca, decido di mettermi al letto aspetterò sveglia.
La luce del mattino filtra dalla finestra ed una cosa fastidiosa mi risuona nelle orecchie, che ore sono, la sveglia, non ricordo di aver messo la sveglia, devo essermi addormentata. Hayama! Mi siedo al centro del letto ed è vuoto proprio come ieri sera. Abbasso lo sguardo delusa, non è rientrato. Meglio prepararsi devo correre a lavoro. Quando la porta della mia camera si apre, è Akito, è qui!
“Buongiorno dormigliona” si siede accanto a me e tra le mani ha un vassoio con la colazione.
“Buongiorno a te nottambulo. A che ora sei tornato?” Sono preoccupata.
“Tardi, eri veramente stanca non mi hai sentito per niente rientrare e non hai sentito neanche che mi sono alzato per andare a preparare la colazione” poggia il vassoio sul letto si avvicina e ci scambiamo un bacio dolce e appassionato. Ci stacchiamo e lo guardo negli occhi, mi ci specchio e mi perdo.
“Novità? Avete scoperto qualcosa?”
“Si.. fai prima colazione però, poi ti racconto tutto”   

 
   
 
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