Note dell’autrice#1: piccola premessa a questa os. In generale
se scrivo nel fandom di CCS considero come canon
quello che succede nel manga, mentre non considero quanto accaduto nell’anime. In
questo caso però, trattandosi comunque di un what if, ho deciso di partire dalla fine del secondo film, The Sealed
Card, e quindi il what if è
un “se Syaoran avesse davvero dimenticato Sakura?”
Buona lettura.
Day 4 – FANFICTION – What if
“Anche se questo sentimento scompare, sono
sicuro che ancora una volta mi innamorerò di te, Sa-”
Aveva fatto nuovamente quel sogno che si interrompeva sempre
allo stesso punto. Sentiva la sua voce rivolgersi a una figura davanti a lui,
ma non riusciva a vederla. Non aveva assolutamente alcuna idea di chi potesse
essere. E se provava a mettere a fuoco, tutto diventava ancora più confuso e
finiva sempre per svegliarsi nella sua camera.
Il motivo per cui era andato a vivere in Giappone era legato
a quel sogno. Doveva trovare il nuovo padrone delle Clow
card, ma anche quella persona e sapeva per certo che fosse in Giappone.
Sua madre gli aveva assicurato che le carte fossero state tutte
sigillate, perciò ora era tutto a posto. Tuttavia
Syaoran era un lontano parente di Clow Reed e aveva
tutto il diritto di conoscere chi fosse stato abbastanza forte da averle
sigillate tutte e aver superato il giudizio di Yue.
Syaoran poteva percepire nitidamente la forza magica del nuovo padrone
provenire da quella piccola città.
Perciò aveva iniziato le scuole medie a Tomoeda.
Gli insegnanti erano bravi e i suoi nuovi compagni di classe erano abbastanza simpatici.
Tuttavia non era riuscito a legare davvero con
qualcuno. Quel ragazzo, Yamazaki, era stato molto
gentile con lui e sembrava conoscere un sacco di cose, ma Syaoran non poteva
dire di essere proprio amico suo. Molto
era dovuto al fatto che lui sostanzialmente era sempre stato un tipo solitario.
L’unica con cui avesse legato davvero era Meiling, ma
in quel caso doveva ammettere che il legame di sangue avesse contribuito
inizialmente. E comunque lei era rimasta in Cina e in nessun modo aveva voluto andare
con lui.
Quel sogno tuttavia lo tormentava ogni notte. Rendeva
evidente un vuoto dentro di lui, come se fosse il pezzo mancante di un puzzle.
Syaoran sapeva dannatamente della sua mancanza, ma non sapeva di cosa si
trattasse, né come fare per recuperarlo. Per quante persone incontrasse e per
quante cose facesse, niente riusciva a completare quella sensazione di vuoto. E
le parole che pronunciava lui nel sogno erano il suo unico indizio.
Un giorno si lasciò così assorbire da quel pensiero, che
durante la lezione di giapponese si ritrovò a perdere il filo della spiegazione
dell’insegnante. Il suo sguardo vagò fuori dalla finestra, dove gli studenti
della seconda sezione del loro stesso anno stavano facendo educazione fisica.
Tra di loro aveva riconosciuto una ragazza che aveva visto spesso con Yamazaki. Si chiamava Mihara e a
quanto pareva era la sua fidanzata.
In quel momento Syaoran la vide parlare e ridere insieme ad
altre due ragazze. Concentrandosi sulle due ragazze, Syaoran percepì un’intensa
forza magica provenire dalla ragazza con i capelli corti e quella pettinatura
un po’ strana.
Che fosse lei la nuova padrona delle carte?
Decise di indagare. Aveva saputo da Yamazaki
che il pomeriggio la ragazza si fermava per il club delle cheerleader insieme a
Mihara. Così decise di aspettarla senza farsi vedere.
Quando lei uscì dal cancello della scuola per incamminarsi verso casa, Syaoran
usò la sua bussola, che gli indicò proprio la stessa strada intrapresa dalla
ragazza.
Cominciò così a seguirla. Se avesse avuto poteri magici
abbastanza forti, avrebbe dovuto percepire anche lei la sua presenza.
Difatti arrivati al parco del re pinguino, lei si voltò
fronteggiandolo. Non sembrava particolarmente sorpresa e lo guardò direttamente
negli occhi.
“Ciao, Li.”
Syaoran sussultò, preso in contropiede, “C-come fai a sapere
il mio nome?”
“Non ha importanza. Perché mi stavi seguendo?”
Syaoran fu colpito da quanto lei sembrasse totalmente a suo
agio. La situazione lo lasciò sempre di più sorpreso.
“Sei… sei tu la nuova padrona delle Clow
card?”
Sakura per tutta risposta controllò che non vi fosse nessuno
nei paraggi. Dopodiché prese il ciondolo che portava al collo.
“Chiave che possiedi la forza della stella, mostrami la tua vera
natura! È Sakura che te lo ordina! Release! Rescissione del
sigillo!”
Il ciondolo
della ragazza divenne all’improvviso uno scettro con una stella dorata
all’estremità. Syaoran era senza parole. L’aveva trovata.
“Fly! Volo!”
La ragazza
aveva preso quella che sembrava una carta di Clow,
sebbene il retro fosse di colore rosa, e subito dopo due ali erano apparse
sulla sua schiena. Syaoran non poteva credere ai suoi occhi.
“Ma come-”
Non fece in
tempo a finire la domanda che la ragazza gli si avvicinò e lo prese per le
braccia, sollevandolo subito dopo da terra.
“Ehi, aspetta!”
La ragazza rise
leggermente, “Si chiamano Sakura card ora.”
Detto ciò gli
fece fare un piccolo volo, mentre lui si lamentava di farlo scendere
immediatamente, e alla fine lo lasciò sulla cima dello scivolo a forma di
pinguino. Syaoran cercò di mantenere l’equilibrio una volta con i piedi per
terra e la ragazza si fermò di fronte a lui. Le ali sparirono e lo scettro
tornò a essere un semplice ciondolo.
Quando il
ragazzo recuperò un po’ di contegno, si schiarì la voce, “Sakura card?”
“Sì. Mi chiamo
Sakura Kinomoto.”
“Sakura?”
Perché quel
nome non suonava come nuovo? Quando lo aveva pronunciato era sembrato così
naturale.
“Tutto
bene?" gli chiese lei, notando la sua mancanza di risposta.
Syaoran scosse
il capo per ridestarsi, "Sono solo sorpreso che sia tu la nuova padrona
delle Clow card. Mi aspettavo qualcuno di..."
"Più forte?"
"Diverso."
si affrettò ad aggiungere lui, “Volevo dire diverso.”
Sakura fece
spallucce, guardando a terra, "Beh, io non sarò quello che ti aspettavi,
ma mi sono impegnata a fondo per le mie carte."
“Ehm… ascolta…”
“Dimmi.”
“Lo so che può
sembrare una richiesta un po’ strana, ma potresti raccontarmi cosa è successo.”
Dato che aveva
trovato la nova padrona delle Clow card, tanto valeva
farsi raccontare tutto.
“Riguardo le Clow card?”
“Sì, che
altro?”
Sakura scosse
il capo, poi gli sorrise. E quando lo fece, Syaoran sentì qualcosa smuoversi in
profondità dentro di lui. Era la prima volta che la vedeva, allora perché
quella sensazione di familiarità?
Prima il nome,
ora quel sorriso.
Sakura con un
balzo raggiunse terra e si voltò verso di lui, "Pranziamo insieme domani a
scuola, ok? E ti racconterò tutto."
"Si."
La ragazza lo
salutò con la mano prima di andare via e Syaoran rimase fermo a guardarla
allontanarsi finché lei non sparì dietro l'angolo.
La sua sagoma,
in ombra con le spalle al sole, per un momento gli era apparsa proprio come la
persona nel suo sogno.
*****
Il giorno dopo
Sakura si presentò a ora di pranzo nella sua classe insieme all'altra ragazza
che Syaoran aveva visto con lei.
"Pensavo
che..."
"Li, ti
presento Tomoyo Daidoji.”
lo anticipò Sakura, “E’ a conoscenza di tutto, anzi, senza di lei non avrei mai
potuto farcela."
Daidoji gli sorrise e lo salutò con un piccolo
inchino, "Piacere.”
Syaoran
ricambiò subito il saluto.
Pochi minuti
dopo erano seduti sotto un albero e Sakura gli stava raccontando tutte le sue
avventure per raccogliere le carte: di come aveva trovato il libro di Clow nella libreria del padre, di come aveva incontrato Cerberus, di come giorno dopo giorno fosse riuscita a
raccoglierle tutte.
"Incredibile!"
esclamava Syaoran di tanto in tanto.
Sakura a quel
punto sorrideva e riprendeva il racconto. Qualche volta la ragazza esitava,
come se un ricordo triste sopraggiungesse all'improvviso, portandole via tutta
la felicità che poteva provare. Syaoran non sapeva spiegarsi perché. L'unica
cosa di cui era certo era che in quei momenti il suo corpo reagiva con un
desiderio di spingersi in avanti e abbracciarla per allontanare la sua
tristezza. E la cosa lo sorprendeva immensamente perché non aveva mai provato
niente del genere per nessuno, soprattutto per qualcuno che aveva appena
incontrato.
Eppure eccolo lì. Il suo corpo sembrava
deciso, sembrava averlo già fatto.
Ma era
impossibile.
Quando suonò la
campanella della fine della pausa pranzo Sakura aveva terminato di raccontare
come fosse stata in grado di superare il giudizio di Yue.
"Senti..."
iniziò Syaoran, quando la vide alzarsi.
"Si?"
"Possiamo
continuare domani? Voglio sapere il resto."
Sakura gli
sorrise ancora, "Ma certo."
Fu così che nei
giorni seguenti Syaoran puntualmente trascorreva la pausa pranzo insieme alle
due ragazze e ai loro racconti.
Nei giorni in
cui non c’era scuola, Daidoji solitamente li invitava
nella sua grande villa in modo che Sakura potesse mostrare a Syaoran il potere
delle carte. Anche se apparteneva al clan Li, Syaoran aveva solo potuto
studiare la loro magia, ma mai e poi mai vederla praticare. Inoltre aveva sempre
pensato che un giorno le carte sarebbero state sue di diritto, ma
sorprendentemente non si ritrovò a essere geloso. Quella ragazza aveva fatto
del suo meglio per le carte e si era meritata il titolo di nuova padrona.
In quelle
occasioni Daidoji non perdeva l’occasione per far
indossare all’amica degli strani costumi creati da lei stessa e per riprenderla
durante le sue imprese, il tutto con grande imbarazzo della ragazza. A quanto
pareva era una cosa che aveva fatto anche durante la cattura delle carte, ma i
filmati che aveva erano molto pochi e gli altri erano andati perduti. Quindi
Syaoran aveva potuto vederne solo un paio.
Era riuscito a incontrare
anche il guardiano del libro di Clow, Cerberus, o come lo aveva chiamato Sakura, Kero-chan, il che era abbastanza appropriato visto che
quando non assumeva la sua forma originale sembrava sostanzialmente un piccolo
peluche. Uno molto suscettibile tra l’altro. Guai a chiamarlo peluche!
Syaoran ancora
non aveva incontrato l’altro guardiano delle carte, Yue.
Sakura gli aveva spiegato che aveva assunto una forma umana, Yukito, e che era diventato il compagno di suo fratello.
“Una volta
avevo una cotta assurda per lui.” si lasciò scappare un giorno la ragazza.
Stavano
tornando a casa dalla villa di Daidoji a pomeriggio
inoltrato.
“Per il
giudice?”
Sakura rise
appena, arrossendo, “No, per Yukito.”
“Forse eri
attratta dalla sua magia.”
La ragazza
scosse il capo, come se si aspettasse la sua risposta, “No, era una vera
cotta.”
“E poi?”
Sakura lo
guardò, i suoi occhi che solitamente mostravano allegria, erano di nuovo
improvvisamente tristi, “Beh, lui non provava le stesse cose per me. Vuole bene
a mio fratello, no?”
“Capisco.”
“Poi per
consolarmi mi disse che un giorno avrei trovato anche io una persona a cui
voler bene più di tutti.”
“E l’hai
trovata?”
Sakura si fermò
e Syaoran si voltò a guardarla. Anche se la conosceva da qualche settimana
faceva ancora fatica a capirla. Come in quel momento. Si era fermata
all’improvviso e lo fissava con un misto tra tristezza e determinazione.
“Sì.”
“Chi è?”
“Lui mi ha
aiutato molto durante la cattura delle carte e anche a trasformarle in carte di
Sakura. Anzi, senza di lui forse non ci sarei riuscita. Però sai… ora è via.”
“E quando
torna?”
Sakura fece
spallucce e Syaoran si accorse che, anche se non voleva darlo a vedere, i suoi
occhi si stavano riempiendo di lacrime.
“Non lo so, ma
lo aspetterò.”
Syaoran sentì
il suo cuore stringersi. Dio, avrebbe tanto voluto rendersi utile in qualche
modo e farla sorridere di nuovo. Odiava vederla triste, era qualcosa che aveva
imparato in quei giorni trascorsi accanto a lei.
Chi era quella
persona tanto stupida da farla aspettare e soffrire in quel modo? Lei che non
meritava niente di tutto ciò.
Ma più della
sua rabbia, vinse la voglia di tranquillizzarla. Così allungò una mano e la
appoggiò sulla sua spalla.
“Tranquilla.
Sono sicura che tornerà.”
Sakura a quel
tocco non poté più trattenersi e appoggiò la testa sul suo petto, lasciando che
le lacrime scorressero.
“Grazie.”
Syaoran non
seppe per quanto tempo rimasero così. La accompagnò a casa per assicurarsi che
stesse bene, ma non riusciva a togliersi dalla testa quello che aveva fatto.
Per quanto
semplice come movimento, lo aveva scombussolato. Era apparso un gesto
conosciuto, non sapeva di novità. Lo aveva già fatto.
Ma come era
possibile, come poteva averlo già fatto? Con quella ragazza poi. Lui si
conosceva, sapeva che se qualcuno gli fosse piaciuto, non avrebbe mai potuto
mostrare tutta quella sicurezza. Sarebbe arrossito continuamente e avrebbe
mostrato tutta la sua goffaggine.
Tuttavia c’era sempre quella sensazione di vuoto
che il sorriso di quella ragazza riusciva scuotere, destandolo dalla rassegnazione di vivere perennemente così.
E in quei momenti gli tornavano in mente le parole della madre quando lui le
aveva accennato al vuoto di memoria che aveva iniziato a percepire.
Una volta lei
gli aveva spiegato che oltre alla memoria del cuore, esisteva anche una memoria
del corpo basata sul contatto fisico, su reazioni fisiologiche a particolari
situazioni, e per far fronte a questo problema, lei gli aveva consigliato di
soffermarsi a pensare ai piccoli gesti del suo corpo. Questo lo avrebbe aiutato
a capire.
Se Syaoran pensava a quello che era successo da quando aveva conosciuto
Sakura, troppe cose rientravano in quanto affermato da sua madre. Aveva l’impressione di aver già provato quelle
emozioni, di aver già fatto determinati gesti, di aver già visto il suo sorriso,
ma anche se si sforzava di ricordare, non ci riusciva.
E invece di capire, soffriva. Si sentiva stupido: se davvero
aveva già vissuto quelle cose, perché non le ricordava? E perché nessuno gli
raccontava cosa fosse successo?
Nei giorni seguenti decise di evitare un po’ Sakura e la sua
amica, accampando scuse neanche tanto convincenti. Quella ragazza gli faceva
provare un mix di sentimenti che Syaoran non riusciva a mettere in ordine. La
sensazione di non avere il controllo su quello che gli stava accadendo era
destabilizzante. Non poteva sopportarlo.
Il suo gesto però, neanche a dirlo, la rese triste. Syaoran
la sorprese più volte a guardarlo da lontano, in mensa o mentre faceva
educazione fisica, ed ogni volta, quando i loro sguardi si incrociavano, lei si
rattristava.
Gli rendeva tutto ancora più difficile, quando lui aveva solo
bisogno di ritrovare se stesso e non poteva farlo
stando accanto a lei.
Ma avrebbe dovuto immaginare che una come Sakura non si
arrendeva tanto facilmente. Così pochi giorni dopo fu lei a seguirlo dopo la
fine della scuola.
Percependo la sua aura dietro di lui, Syaoran si voltò verso
di lei, “Perché mi stai seguendo?”
Sakura non sembrava sorpresa e lo guardò dritto negli occhi, “Devo
chiederti una cosa.”
“Cosa?”
“Mi stai evitando?”
Syaoran sospirò: era inutile mentire. Così annuì.
“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò lei subito dopo, lo
sguardo divenne preoccupato.
Syaoran si affrettò a negare, “No, è un problema che riguarda
me.”
“Ovvero?”
“Sono venuto in Giappone per due motivi. Trovare la nuova
padrona delle Clow card e la persona del mio sogno.”
“Che sogno?”
“Un sogno che mi tormenta da diverso tempo. Penso che fosse
una persona importante per me, ma non riesco a ricordare chi sia.”
Sakura non disse niente e abbassò lo sguardo, “Mi dispiace.”
“Tu ne sai qualcosa?”
Syaoran la fissò e lei incrociò lo sguardo arrossendo
lievemente e sembrando, per la prima volta, titubante.
“Perché dovrei?”
“Quando sto con te, mi sembra di provare qualcosa di
familiare. Anche se non ti avevo mai incontrata prima.”
“Forse perché siamo legati entrambi a Clow.”
Syaoran la osservò a lungo e con sguardo indagatore, prima di
sospirare rassegnato. Per un momento aveva sperato che lei gli rispondesse in
modo diverso.
“Sì, può darsi.”
Sakura a quel punto gli si avvicinò, “Comunque mi dispiace
per quello che provi. Ma vorrei in ogni caso aiutarti. E se non vuoi più
passare del tempo con me, va bene, ma almeno accetta questo.”
“Cos’è?” chiese Syaoran quando lei gli porse un sacchetto.
“Un regalo.”
“Per me?”
Sakura annuì e sorrise, arrossendo appena, “Certo.”
“Ma… perché?”
“Se non posso starti accanto io, permettilo almeno a lei.
Potresti chiamarla Sakura, ok?”
Syaoran non capì molto bene quello che lei gli avesse chiesto.
Ma non fece in tempo a chiederle altro perché lei si girò e iniziò ad
allontanarsi da lui.
Il ragazzo decise di aprire il sacchetto. Dentro vi era
un…orsacchiotto.
Lo prese tirandolo fuori dal sacchetto. Era rosa e morbido,
con un paio di ali sulla schiena.
Le ali come quelle di Sakura.
Nel momento in cui le sue mani strinsero il peluche, la testa
iniziò a pulsare dolorosamente. Chiuse gli occhi e si ritrovò nel sogno che lo
tormentava da settimane. Solo che questa volta la figura di fronte a lui
sembrava diventare più chiara.
Era una ragazza, con uno strano vestito e uno scettro in
mano.
“Anche se questo sentimento scompare…” iniziò a dire
lui nel sogno, “…sono sicuro che ancora una volta mi innamorerò di te, Sa-”
Sa-
Sakura?
Poteva essere lei?
Sì, Sakura!
Il momento in cui finalmente riconobbe la figura misteriosa
del suo sogno, fu anche il momento in cui migliaia di ricordi si riversarono
nella sua mente. Ricordi che magicamente aveva dimenticato, ma che erano sempre
stati impressi nel suo corpo, perché quello era un incantesimo che neanche Clow Reed avrebbe potuto fare.
Ora ricordava cosa fosse successo. E soprattutto ricordava
chi fosse la persona più importante della sua vita, la stessa che si stava
allontanando da lui in quel momento.
“SAKURA!”
Sakura si voltò sorpresa e quando lo vide, sorrise.
Sorrise felice e con gli occhi pieni di lacrime, gli corse
incontro.
Note dell’autrice #2: eccoci qua, in ogni caso
questi due sono destinati l’uno all’altra, nel bene e nel male. Amen. :D
È stato parecchio difficile scrivere questa os, ma alla fine sono riuscita a finirla.
Ci vediamo domani con il quinto prompt.
Chiara