Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Kia85    30/04/2020    1 recensioni
"I just want to be sure
When I will come to you
When the time will be gone
You will be by my side
Cherry Blossom Girl"
(AIR)
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7 prompt
7 storie, una al giorno.
[Raccolta partecipante all'iniziativa #TheWritingWeek indetta da Fanwriter.it]
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Kinomoto, Syaoran Li | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’autrice#1: piccola premessa a questa os. In generale se scrivo nel fandom di CCS considero come canon quello che succede nel manga, mentre non considero quanto accaduto nell’anime. In questo caso però, trattandosi comunque di un what if, ho deciso di partire dalla fine del secondo film, The  Sealed Card, e quindi il what if è un “se Syaoran avesse davvero dimenticato Sakura?”

Buona lettura.

 

Day 4 – FANFICTION – What if

 

Anche se questo sentimento scompare, sono sicuro che ancora una volta mi innamorerò di te, Sa-”

Aveva fatto nuovamente quel sogno che si interrompeva sempre allo stesso punto. Sentiva la sua voce rivolgersi a una figura davanti a lui, ma non riusciva a vederla. Non aveva assolutamente alcuna idea di chi potesse essere. E se provava a mettere a fuoco, tutto diventava ancora più confuso e finiva sempre per svegliarsi nella sua camera.

Il motivo per cui era andato a vivere in Giappone era legato a quel sogno. Doveva trovare il nuovo padrone delle Clow card, ma anche quella persona e sapeva per certo che fosse in Giappone.

Sua madre gli aveva assicurato che le carte fossero state tutte sigillate, perciò ora era tutto a posto. Tuttavia Syaoran era un lontano parente di Clow Reed e aveva tutto il diritto di conoscere chi fosse stato abbastanza forte da averle sigillate tutte e aver superato il giudizio di Yue. Syaoran poteva percepire nitidamente la forza magica del nuovo padrone provenire da quella piccola città.

Perciò aveva iniziato le scuole medie a Tomoeda. Gli insegnanti erano bravi e i suoi nuovi compagni di classe erano abbastanza simpatici. Tuttavia non era riuscito a legare davvero con qualcuno. Quel ragazzo, Yamazaki, era stato molto gentile con lui e sembrava conoscere un sacco di cose, ma Syaoran non poteva dire di essere proprio amico suo.  Molto era dovuto al fatto che lui sostanzialmente era sempre stato un tipo solitario. L’unica con cui avesse legato davvero era Meiling, ma in quel caso doveva ammettere che il legame di sangue avesse contribuito inizialmente. E comunque lei era rimasta in Cina e in nessun modo aveva voluto andare con lui.

Quel sogno tuttavia lo tormentava ogni notte. Rendeva evidente un vuoto dentro di lui, come se fosse il pezzo mancante di un puzzle. Syaoran sapeva dannatamente della sua mancanza, ma non sapeva di cosa si trattasse, né come fare per recuperarlo. Per quante persone incontrasse e per quante cose facesse, niente riusciva a completare quella sensazione di vuoto. E le parole che pronunciava lui nel sogno erano il suo unico indizio.

Un giorno si lasciò così assorbire da quel pensiero, che durante la lezione di giapponese si ritrovò a perdere il filo della spiegazione dell’insegnante. Il suo sguardo vagò fuori dalla finestra, dove gli studenti della seconda sezione del loro stesso anno stavano facendo educazione fisica. Tra di loro aveva riconosciuto una ragazza che aveva visto spesso con Yamazaki. Si chiamava Mihara e a quanto pareva era la sua fidanzata.

In quel momento Syaoran la vide parlare e ridere insieme ad altre due ragazze. Concentrandosi sulle due ragazze, Syaoran percepì un’intensa forza magica provenire dalla ragazza con i capelli corti e quella pettinatura un po’ strana.

Che fosse lei la nuova padrona delle carte?

Decise di indagare. Aveva saputo da Yamazaki che il pomeriggio la ragazza si fermava per il club delle cheerleader insieme a Mihara. Così decise di aspettarla senza farsi vedere. Quando lei uscì dal cancello della scuola per incamminarsi verso casa, Syaoran usò la sua bussola, che gli indicò proprio la stessa strada intrapresa dalla ragazza.

Cominciò così a seguirla. Se avesse avuto poteri magici abbastanza forti, avrebbe dovuto percepire anche lei la sua presenza.  

Difatti arrivati al parco del re pinguino, lei si voltò fronteggiandolo. Non sembrava particolarmente sorpresa e lo guardò direttamente negli occhi.

“Ciao, Li.”

Syaoran sussultò, preso in contropiede, “C-come fai a sapere il mio nome?”

“Non ha importanza. Perché mi stavi seguendo?”

Syaoran fu colpito da quanto lei sembrasse totalmente a suo agio. La situazione lo lasciò sempre di più sorpreso.

“Sei… sei tu la nuova padrona delle Clow card?”

Sakura per tutta risposta controllò che non vi fosse nessuno nei paraggi. Dopodiché prese il ciondolo che portava al collo.

“Chiave che possiedi la forza della stellamostrami la tua vera natura! È Sakura che te lo ordina! ReleaseRescissione del sigillo!

Il ciondolo della ragazza divenne all’improvviso uno scettro con una stella dorata all’estremità. Syaoran era senza parole. L’aveva trovata.

“Fly! Volo!”

La ragazza aveva preso quella che sembrava una carta di Clow, sebbene il retro fosse di colore rosa, e subito dopo due ali erano apparse sulla sua schiena. Syaoran non poteva credere ai suoi occhi.

“Ma come-”

Non fece in tempo a finire la domanda che la ragazza gli si avvicinò e lo prese per le braccia, sollevandolo subito dopo da terra.

“Ehi, aspetta!”

La ragazza rise leggermente, “Si chiamano Sakura card ora.”

Detto ciò gli fece fare un piccolo volo, mentre lui si lamentava di farlo scendere immediatamente, e alla fine lo lasciò sulla cima dello scivolo a forma di pinguino. Syaoran cercò di mantenere l’equilibrio una volta con i piedi per terra e la ragazza si fermò di fronte a lui. Le ali sparirono e lo scettro tornò a essere un semplice ciondolo.

Quando il ragazzo recuperò un po’ di contegno, si schiarì la voce, “Sakura card?”

“Sì. Mi chiamo Sakura Kinomoto.”

“Sakura?”

Perché quel nome non suonava come nuovo? Quando lo aveva pronunciato era sembrato così naturale.  

“Tutto bene?" gli chiese lei, notando la sua mancanza di risposta.

Syaoran scosse il capo per ridestarsi, "Sono solo sorpreso che sia tu la nuova padrona delle Clow card. Mi aspettavo qualcuno di..."

"Più forte?"

"Diverso." si affrettò ad aggiungere lui, “Volevo dire diverso.”

Sakura fece spallucce, guardando a terra, "Beh, io non sarò quello che ti aspettavi, ma mi sono impegnata a fondo per le mie carte."

“Ehm… ascolta…”

“Dimmi.”

“Lo so che può sembrare una richiesta un po’ strana, ma potresti raccontarmi cosa è successo.”

Dato che aveva trovato la nova padrona delle Clow card, tanto valeva farsi raccontare tutto.

“Riguardo le Clow card?”

“Sì, che altro?”

Sakura scosse il capo, poi gli sorrise. E quando lo fece, Syaoran sentì qualcosa smuoversi in profondità dentro di lui. Era la prima volta che la vedeva, allora perché quella sensazione di familiarità?

Prima il nome, ora quel sorriso.

Sakura con un balzo raggiunse terra e si voltò verso di lui, "Pranziamo insieme domani a scuola, ok? E ti racconterò tutto."

"Si."

La ragazza lo salutò con la mano prima di andare via e Syaoran rimase fermo a guardarla allontanarsi finché lei non sparì dietro l'angolo.

La sua sagoma, in ombra con le spalle al sole, per un momento gli era apparsa proprio come la persona nel suo sogno.

*****

Il giorno dopo Sakura si presentò a ora di pranzo nella sua classe insieme all'altra ragazza che Syaoran aveva visto con lei.

"Pensavo che..."

"Li, ti presento Tomoyo Daidoji.” lo anticipò Sakura, “E’ a conoscenza di tutto, anzi, senza di lei non avrei mai potuto farcela."

Daidoji gli sorrise e lo salutò con un piccolo inchino, "Piacere.”

Syaoran ricambiò subito il saluto.

Pochi minuti dopo erano seduti sotto un albero e Sakura gli stava raccontando tutte le sue avventure per raccogliere le carte: di come aveva trovato il libro di Clow nella libreria del padre, di come aveva incontrato Cerberus, di come giorno dopo giorno fosse riuscita a raccoglierle tutte.

"Incredibile!" esclamava Syaoran di tanto in tanto.

Sakura a quel punto sorrideva e riprendeva il racconto. Qualche volta la ragazza esitava, come se un ricordo triste sopraggiungesse all'improvviso, portandole via tutta la felicità che poteva provare. Syaoran non sapeva spiegarsi perché. L'unica cosa di cui era certo era che in quei momenti il suo corpo reagiva con un desiderio di spingersi in avanti e abbracciarla per allontanare la sua tristezza. E la cosa lo sorprendeva immensamente perché non aveva mai provato niente del genere per nessuno, soprattutto per qualcuno che aveva appena incontrato.

Eppure eccolo lì. Il suo corpo sembrava deciso, sembrava averlo già fatto.

Ma era impossibile.

Quando suonò la campanella della fine della pausa pranzo Sakura aveva terminato di raccontare come fosse stata in grado di superare il giudizio di Yue.

"Senti..." iniziò Syaoran, quando la vide alzarsi.

"Si?"

"Possiamo continuare domani? Voglio sapere il resto."

Sakura gli sorrise ancora, "Ma certo."

Fu così che nei giorni seguenti Syaoran puntualmente trascorreva la pausa pranzo insieme alle due ragazze e ai loro racconti.

Nei giorni in cui non c’era scuola, Daidoji solitamente li invitava nella sua grande villa in modo che Sakura potesse mostrare a Syaoran il potere delle carte. Anche se apparteneva al clan Li, Syaoran aveva solo potuto studiare la loro magia, ma mai e poi mai vederla praticare.  Inoltre aveva sempre pensato che un giorno le carte sarebbero state sue di diritto, ma sorprendentemente non si ritrovò a essere geloso. Quella ragazza aveva fatto del suo meglio per le carte e si era meritata il titolo di nuova padrona.

In quelle occasioni Daidoji non perdeva l’occasione per far indossare all’amica degli strani costumi creati da lei stessa e per riprenderla durante le sue imprese, il tutto con grande imbarazzo della ragazza. A quanto pareva era una cosa che aveva fatto anche durante la cattura delle carte, ma i filmati che aveva erano molto pochi e gli altri erano andati perduti. Quindi Syaoran aveva potuto vederne solo un paio.

Era riuscito a incontrare anche il guardiano del libro di Clow, Cerberus, o come lo aveva chiamato Sakura, Kero-chan, il che era abbastanza appropriato visto che quando non assumeva la sua forma originale sembrava sostanzialmente un piccolo peluche. Uno molto suscettibile tra l’altro. Guai a chiamarlo peluche!

Syaoran ancora non aveva incontrato l’altro guardiano delle carte, Yue. Sakura gli aveva spiegato che aveva assunto una forma umana, Yukito, e che era diventato il compagno di suo fratello.

“Una volta avevo una cotta assurda per lui.” si lasciò scappare un giorno la ragazza.

Stavano tornando a casa dalla villa di Daidoji a pomeriggio inoltrato.

“Per il giudice?”

Sakura rise appena, arrossendo, “No, per Yukito.”

“Forse eri attratta dalla sua magia.”

La ragazza scosse il capo, come se si aspettasse la sua risposta, “No, era una vera cotta.”

“E poi?”

Sakura lo guardò, i suoi occhi che solitamente mostravano allegria, erano di nuovo improvvisamente tristi, “Beh, lui non provava le stesse cose per me. Vuole bene a mio fratello, no?”

“Capisco.”

“Poi per consolarmi mi disse che un giorno avrei trovato anche io una persona a cui voler bene più di tutti.”

“E l’hai trovata?”

Sakura si fermò e Syaoran si voltò a guardarla. Anche se la conosceva da qualche settimana faceva ancora fatica a capirla. Come in quel momento. Si era fermata all’improvviso e lo fissava con un misto tra tristezza e determinazione.

“Sì.”

“Chi è?”

“Lui mi ha aiutato molto durante la cattura delle carte e anche a trasformarle in carte di Sakura. Anzi, senza di lui forse non ci sarei riuscita. Però sai… ora è via.”

“E quando torna?”

Sakura fece spallucce e Syaoran si accorse che, anche se non voleva darlo a vedere, i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime.

“Non lo so, ma lo aspetterò.”

Syaoran sentì il suo cuore stringersi. Dio, avrebbe tanto voluto rendersi utile in qualche modo e farla sorridere di nuovo. Odiava vederla triste, era qualcosa che aveva imparato in quei giorni trascorsi accanto a lei.

Chi era quella persona tanto stupida da farla aspettare e soffrire in quel modo? Lei che non meritava niente di tutto ciò.

Ma più della sua rabbia, vinse la voglia di tranquillizzarla. Così allungò una mano e la appoggiò sulla sua spalla.

“Tranquilla. Sono sicura che tornerà.”

Sakura a quel tocco non poté più trattenersi e appoggiò la testa sul suo petto, lasciando che le lacrime scorressero.

“Grazie.”

Syaoran non seppe per quanto tempo rimasero così. La accompagnò a casa per assicurarsi che stesse bene, ma non riusciva a togliersi dalla testa quello che aveva fatto.

Per quanto semplice come movimento, lo aveva scombussolato. Era apparso un gesto conosciuto, non sapeva di novità. Lo aveva già fatto.  

Ma come era possibile, come poteva averlo già fatto? Con quella ragazza poi. Lui si conosceva, sapeva che se qualcuno gli fosse piaciuto, non avrebbe mai potuto mostrare tutta quella sicurezza. Sarebbe arrossito continuamente e avrebbe mostrato tutta la sua goffaggine.

Tuttavia c’era sempre quella sensazione di vuoto che il sorriso di quella ragazza riusciva scuotere, destandolo dalla rassegnazione di vivere perennemente così. E in quei momenti gli tornavano in mente le parole della madre quando lui le aveva accennato al vuoto di memoria che aveva iniziato a percepire.

Una volta lei gli aveva spiegato che oltre alla memoria del cuore, esisteva anche una memoria del corpo basata sul contatto fisico, su reazioni fisiologiche a particolari situazioni, e per far fronte a questo problema, lei gli aveva consigliato di soffermarsi a pensare ai piccoli gesti del suo corpo. Questo lo avrebbe aiutato a capire.  

Se Syaoran pensava a quello che era successo da quando aveva conosciuto Sakura, troppe cose rientravano in quanto affermato da sua madre. Aveva l’impressione di aver già provato quelle emozioni, di aver già fatto determinati gesti, di aver già visto il suo sorriso, ma anche se si sforzava di ricordare, non ci riusciva.

E invece di capire, soffriva. Si sentiva stupido: se davvero aveva già vissuto quelle cose, perché non le ricordava? E perché nessuno gli raccontava cosa fosse successo?

Nei giorni seguenti decise di evitare un po’ Sakura e la sua amica, accampando scuse neanche tanto convincenti. Quella ragazza gli faceva provare un mix di sentimenti che Syaoran non riusciva a mettere in ordine. La sensazione di non avere il controllo su quello che gli stava accadendo era destabilizzante.  Non poteva sopportarlo.

Il suo gesto però, neanche a dirlo, la rese triste. Syaoran la sorprese più volte a guardarlo da lontano, in mensa o mentre faceva educazione fisica, ed ogni volta, quando i loro sguardi si incrociavano, lei si rattristava.

Gli rendeva tutto ancora più difficile, quando lui aveva solo bisogno di ritrovare se stesso e non poteva farlo stando accanto a lei.

Ma avrebbe dovuto immaginare che una come Sakura non si arrendeva tanto facilmente. Così pochi giorni dopo fu lei a seguirlo dopo la fine della scuola.

Percependo la sua aura dietro di lui, Syaoran si voltò verso di lei, “Perché mi stai seguendo?”

Sakura non sembrava sorpresa e lo guardò dritto negli occhi, “Devo chiederti una cosa.”

“Cosa?”

“Mi stai evitando?”

Syaoran sospirò: era inutile mentire. Così annuì.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?” domandò lei subito dopo, lo sguardo divenne preoccupato.

Syaoran si affrettò a negare, “No, è un problema che riguarda me.”

“Ovvero?”

“Sono venuto in Giappone per due motivi. Trovare la nuova padrona delle Clow card e la persona del mio sogno.”

“Che sogno?”

“Un sogno che mi tormenta da diverso tempo. Penso che fosse una persona importante per me, ma non riesco a ricordare chi sia.”

Sakura non disse niente e abbassò lo sguardo, “Mi dispiace.”

“Tu ne sai qualcosa?”

Syaoran la fissò e lei incrociò lo sguardo arrossendo lievemente e sembrando, per la prima volta, titubante.

“Perché dovrei?”

“Quando sto con te, mi sembra di provare qualcosa di familiare. Anche se non ti avevo mai incontrata prima.”

“Forse perché siamo legati entrambi a Clow.”

Syaoran la osservò a lungo e con sguardo indagatore, prima di sospirare rassegnato. Per un momento aveva sperato che lei gli rispondesse in modo diverso.

“Sì, può darsi.”

Sakura a quel punto gli si avvicinò, “Comunque mi dispiace per quello che provi. Ma vorrei in ogni caso aiutarti. E se non vuoi più passare del tempo con me, va bene, ma almeno accetta questo.”

“Cos’è?” chiese Syaoran quando lei gli porse un sacchetto.

“Un regalo.”

“Per me?”

Sakura annuì e sorrise, arrossendo appena, “Certo.”

“Ma… perché?”

“Se non posso starti accanto io, permettilo almeno a lei. Potresti chiamarla Sakura, ok?”

Syaoran non capì molto bene quello che lei gli avesse chiesto. Ma non fece in tempo a chiederle altro perché lei si girò e iniziò ad allontanarsi da lui.

Il ragazzo decise di aprire il sacchetto. Dentro vi era un…orsacchiotto.

Lo prese tirandolo fuori dal sacchetto. Era rosa e morbido, con un paio di ali sulla schiena.

Le ali come quelle di Sakura.

Nel momento in cui le sue mani strinsero il peluche, la testa iniziò a pulsare dolorosamente. Chiuse gli occhi e si ritrovò nel sogno che lo tormentava da settimane. Solo che questa volta la figura di fronte a lui sembrava diventare più chiara.

Era una ragazza, con uno strano vestito e uno scettro in mano.

Anche se questo sentimento scompare…” iniziò a dire lui nel sogno, “…sono sicuro che ancora una volta mi innamorerò di te, Sa-”

Sa-

Sakura?

Poteva essere lei?

Sì, Sakura!

Il momento in cui finalmente riconobbe la figura misteriosa del suo sogno, fu anche il momento in cui migliaia di ricordi si riversarono nella sua mente. Ricordi che magicamente aveva dimenticato, ma che erano sempre stati impressi nel suo corpo, perché quello era un incantesimo che neanche Clow Reed avrebbe potuto fare.

Ora ricordava cosa fosse successo. E soprattutto ricordava chi fosse la persona più importante della sua vita, la stessa che si stava allontanando da lui in quel momento.

“SAKURA!”

Sakura si voltò sorpresa e quando lo vide, sorrise.

Sorrise felice e con gli occhi pieni di lacrime, gli corse incontro.

 

Note dell’autrice #2: eccoci qua, in ogni caso questi due sono destinati l’uno all’altra, nel bene e nel male. Amen. :D

È stato parecchio difficile scrivere questa os, ma alla fine sono riuscita a finirla.

Ci vediamo domani con il quinto prompt.

Chiara

 

 

 

 

   
 
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