La stazione di Milano Cadorna il lunedì mattina sembrava il luogo dove la fretta veniva celebrata . Letteralmente orde di persone scendevano da treni molto spesso in ritardo e camminavano a passo rapido per giungere ai loro posti di lavoro per non ricevere l’ennesima strigliata dal proprio capo.
“Certo che il lunedì mattina sono sempre tutti incavolati!” mormorava tra sè e sè scendendo dall’ennesimo treno in perenne ritardo. Guardando l’orologio si chiese se Manuel l’avesse aspettata per andare insieme all’università o se si fosse già incamminato.
Ma la figura di un ragazzo biondo e alto di fianco all’edicola con il suo immancabile Eastpack grigio le tolse immediatamente ogni dubbio dalla mente. “Ciao Manu! Scusa per il ritardo! Aspetti da molto?” “ No puffa, tranquilla mi sono preso il frappuccino di Starbucks mentre ti aspettavo!” E mentre lo diceva ne porgeva uno anche lei. “Spero che sia ancora caldo”. Questo era uno dei motivi per cui Laura adorava letteralmente Manuel. Quella gentilezza così genuina e mai scontata di fronte ad un carattere come il suo, che talvolta diventava scorbutico per un nonnulla.
Sì,era proprio così . Manuel con quei gesti di affetto così inaspettato si era conquistato la sua parte genuina e si era poco a poco trasformato nel suo migliore amico. Afferrò il Frappuccino di Starbucks e disse “Vedi che ho occhio, me li scelgo bene gli amici! Grazie Manu! Sai che voglia di iniziare il lunedì con la lezione economia aziendale, non è proprio il mio forte, ma la devo dare!” “Eh sì puffa, ti conviene proprio darci dentro, pensa che prima te la togli meglio è!”
Per Manuel a parole era sempre tutto molto semplice. Talmente semplice che quasi ci credevi che lo fosse. Ma il realismo innato di Laura la portava sempre a pensare che non fosse proprio così. E l’atto pratico le dava ragione. Manuel era il classico figliolo un po’ scanzonato e che prendeva le cose forse un po’ troppo alla leggera. Se non superava un esame, la sua famiglia per motivarlo lo portava a mangiare l’aragosta.
E questa cosa aveva sempre disturbato non poco Laura, che aveva ben altri trascorsi. La cosa divertente è che quando Manuel lo raccontava, ne andava anche fiero e si stupiva e non capiva il perché Laura si stizzisse tanto. In realtà il reale perché non lo capiva neanche lei . Forse in fondo, un po’ lo invidiava, e poi aveva dei modi così pucciosi nei suoi confronti che proprio non riusciva ad arrabbiarsi con lui o a dirle che cosa realmente le desse fastidio.
E poi in fondo era la famiglia di Manuel, che importava a lei se quando veniva bocciato agli esami i suoi genitori lo portavano a mangiare l’aragosta nel ristorante più costoso di Milano? L’unico fatto reale che le veniva in mente è che con i soldi del conto di quel ristorante Laura avrebbe dovuto lavorare un mese come baby sitter per pagarsi gli studi e che quindi la riteneva una spesa inopportuna e soprattutto poco efficace, dal momento che Manuel aveva spesso di queste crisi d’identità universitaria.
Ecco forse esisteva la parola giusta per definire il suo miglior amico Manuel : un tenero viziato. Era però anche capace di viziare gli altri e a Laura piaceva farsi viziare da lui. Era una sensazione che aveva provato molte poche volte nella sua vita.
“ E tu come va la preparazione dell’esame di Economia Politica? Hai intenzione di farti portare ancora a mangiare l’aragosta per motivarti a studiare?” chiese Laura in modo assai ironico “In verità non mi spiacerebbe affatto, ma è già il terzo tentativo, mi sa che non c’è aragosta che tenga, a questo giro ci devo riuscire!” Soddisfatta della risposta Laura si incamminò spedita verso l’università . “Ehy puffa hai messo il turbo?” “ Eh sì, e mi sa che conviene che lo metta anche tu,se no rischiamo di arrivare tardi!”.
Manuel sorrise e la seguì . “ Sai perfettamente che due passi tuoi corrispondono ad uno dei miei perciò posso anche non mettere il turbo!” Risero e si avviarono spensierati ciascuno alle proprie lezioni.