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Autore: V@le    30/04/2020    1 recensioni
Attore. Il mestiere più bello del mondo.
Immergersi in un mondo parallelo, magari verosimile o magari fantascientifico.
Diventare un'altra persona, poter fare qualsiasi cosa che nella vita reale appare stupida o imbarazzante.
[...]
Chi non vorrebbe essere un attore?
Eppure recitare è come vivere: c'è sempre un mondo in ombra che nessuno vede e che nessuno cerca.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L'attrice
TREGUA



Neji uscì dalla stanza dove aveva appena terminato una lunga lettura del copione col regista e si avviò verso la sala congressi, dove stavano avendo luogo le prove dei balli storici.
Doveva ammettere di essere sorpreso dalla naturalezza con cui si stava avvicinando al personaggio. Mr. Darcy era più simile a lui di quanto pensasse: riservatezza, valori, conoscenza delle convenzioni sociali e di come muoversi al loro interno. Anche il suo rapporto con la sorella minore aveva molte affinità, nonostante Hinata ora fosse molto più indipendente e sicura di sé tra le persone. Gli venne in mente che sua sorella aveva sempre dato il merito di questa apertura a Tenten: quella ragazza era talmente abile nel mettere gli altri a proprio agio da riuscire, nel giro di poco tempo, a convincerti che in te c’era del buono e che non dovevi avere paura di mostrarlo.
Sulla scia di questi pensieri, quando entrò nella sala, fu automatico cercare con lo sguardo Tenten fra la folla di attori presenti. Non fu difficile. In quel momento non c’era musica e la ragazza stava spiegando ad un gruppetto di attori com’erano i passi e gli incroci richiesti dal ballo.
Lo Hyuga si fermò a ridosso di una parete, appoggiando su una sedia le sue cose.
-Ecco, sì, proprio così- la sentì incoraggiare il Mr. Bingley di turno -te l’ho detto, è meno difficile di quello che sembra.
Notò l’insegnante di balli storici osservarla con stupore e un po’ d’ammirazione. Probabilmente non si aspettava un’Elizabeth così esperta nella danza e nel suo insegnamento.
-Ok, ok, penso di esserci anch’io- confermò Kitty dopo aver riprovato la sequenza.
-Visto? Non dovete scoraggiarvi. In epoca Regency era richiesto a tutti di saper ballare, quindi i passi dovevano essere abbastanza fattibili anche per chi era totalmente negato.
Non era proprio sicuro che quello fosse un fatto storico, ma il messaggio insito era evidente. Quella ragazza sapeva sempre cosa dire e qual era il momento giusto per dirlo.
I lavori erano cominciati da un mese e mezzo e Neji si era ritrovato molto spesso a osservare Tenten, non riuscendo a non pensare a tutte le sue qualità. In qualche modo gli sembrava di guardarla davvero per la prima volta.
-La nostra Elizabeth è davvero una forza della natura- asserì Mr. Bennet, avvicinandosi a lui.
-Sì, lo è sempre stata.
Chiunque conoscesse lo Hyuga si sarebbe stupito non poco di sentirlo rispondere così onestamente. Il fatto era che quell’uomo era riuscito a conquistare la sua confidenza con i propri modi raffinati e brillanti. Ovviamente non l’avrebbe mai ammesso con nessuna delle sue conoscenze.
-È un tipo veramente affascinante- continuò Mr. Bennet -Molto allegra e gioviale, ma allo stesso tempo molto matura per la sua età. Non mi sorprende affatto che l’abbiano scelta, nonostante il personaggio sia più grande di lei. Quello che mi stupisce, invece, è che tu sei l’unico che già conosceva e il solo a cui non rivolge quasi mai la parola.
Neji sulle prime non rispose, continuando a tenere lo sguardo su Tenten mentre la musica ripartiva e si ricominciava a provare il ballo.
-La scorsa estate abbiamo avuto una brutta discussione. Mi ero lasciato ingannare dalle apparenze e me la sono presa con lei. Quando è venuta a galla la verità e ho capito che mi ero sbagliato, ho provato a parlarle. Si è rifiutata di ascoltarmi. Penso sia ancora arrabbiata.
-Non sembra il tipo di persona che se la prende per equivoci del genere.
-Diciamo che, nel momento di rabbia, sono stato un po’ eccessivo. Le ho detto delle cose su di lei che non pensavo davvero.
Mr. Bennet annuì lentamente, comprendendo.
-Non penseremmo mai di causare certi danni con delle semplici parole- commentò con pacatezza -ma, se ho imparato qualcosa sulle persone in questi sessant’anni, mi sento di affermare questo: doveva tenere moltissimo all’opinione che hai di lei, se ha sentito il bisogno di chiudersi così nei tuoi confronti.
Neji analizzò la frase appena ascoltata, continuando a tenere lo sguardo fisso sull’oggetto della conversazione. Certo che teneva alla sua opinione, glielo aveva dimostrato più volte. Per esempio, quando gli aveva raccontato di tutta la storia con Katashi: aveva esitato per molto tempo perché temeva che la giudicasse male, glielo aveva anche detto esplicitamente.
L’uomo al suo fianco continuò:
-Credo che la questione principale, ora, sia come ti senti tu nell’essere ignorato da lei.
Caspita, ogni sua affermazione era come un affondo di scherma. Già, come si sentiva? Erano mesi ormai che se lo chiedeva.
-Prima di litigare, passavamo parecchio tempo insieme. Nella serie a Tokyo interpretavamo personaggi che erano quasi sempre nelle stesse scene e, nell’ultimo anno, le avevo chiesto di lavorare insieme a delle canzoni. È straordinariamente dotata come cantante- fece una pausa, mentre vedeva Tenten scoppiare a ridere durante la danza -Credo fossimo diventati buoni amici.
-Credi?
-Già… Non so, ho sempre percepito la presenza di un qualcosa di ‘non detto’ tra noi.
Mr. Bennet concentrò la sua attenzione sullo sguardo del ragazzo, per poi passare alla ragazza. Assunse l’espressione di chi comincia a comprendere, ma lo Hyuga non se ne accorse.
-Ma ora… ora sento che c’è qualcosa fuori posto, da quando non parliamo più.
-Credo che la versione ufficiale di questa sensazione si chiami ‘sentirne la mancanza’.
Il ragazzo staccò lo sguardo da Tenten per guardare il suo interlocutore, come se avesse sentito una parola in una qualche lingua aliena.
-Mancanza?
-Sì, ti manca.
Neji ritornò per l’ennesima volta a posare gli occhi su di lei. Era questo? Sentiva la sua mancanza? Si ritrovò a pensare d’un tratto che sì, aveva senso. Anzi, non poteva essere altrimenti. Chi non avrebbe sentito la mancanza di una persona come lei?
-Sai, dovresti chiederle scusa- consigliò Mr. Bennet, come se fosse in grado di leggergli nella mente.
-Non vedo come, non vuole avere più niente a che fare con me.
-No, io non credo. Se l’hai turbata così tanto, vuol dire che per lei sei una persona importante. Difficilmente le persone di cui non ci importa nulla riescono a ferirci.
Lo Hyuga sospirò.
-Cosa consigli di fare?
-Aspettare il momento in cui sarà pronta ad ascoltarti. Te lo farà capire lei, quando arriverà. Nel frattempo, guardarsi un po’ dentro rispetto a cosa proviamo è sempre un ottimo passatempo.
Quell’uomo lo sbalordiva sempre di più, ma doveva ammettere che era l’unico che riusciva a sbrogliare la sua matassa di emozioni e pensieri.
L’ingresso del regista nella sala attirò l’attenzione di tutti i presenti.
-Bene, vedo che ci state dando dentro, bravi. Scusate l’interruzione, ma ho bisogno di osservare i nostri due protagonisti danzare da soli per impostare la sequenza del ballo di Netherfield. Mr. Darcy ed Elizabeth al centro, prego.
Entrambi si fecero avanti. Avevano studiato il ballo separatamente, poiché Neji aveva un’agenda d’impegni molto fitta, incompatibile fino a quel momento con quella di Tenten.
-So che non siete ancora riusciti a provarla insieme, ma non preoccupatevi troppo. Per stavolta lasciamo perdere il dialogo, provate solo a interpretare le emozioni della scena e vediamo come funzionano i movimenti.
Annuirono, per poi posizionarsi uno di fronte all’altra. La piccola orchestra cominciò a suonare e s’inchinarono, come da copione. Quella danza doveva essere un continuo gioco di sguardi e la situazione tra di loro non rendeva la cosa semplice.
Cominciarono a muoversi, alternando momenti in cui si guardavano negli occhi ad altri in cui rivolgevano la vista altrove. Neji cercava di concentrarsi sull’interpretazione della scena, ma lo stava trovando estremamente difficile. Si stava rendendo conto di non aver mai osservato con attenzione gli occhi di Tenten: erano talmente profondi da rischiare di perdercisi dentro, ma contemporaneamente vi si poteva notare un guizzo di luce, un qualcosa che li rendeva caldi e vivaci. L’espressione della ragazza interruppe il suo flusso di pensieri. Stava… trattenendo una risata? Aveva le guance tirate nello sforzo di non distendere le labbra e uno sguardo arguto e ironico. Proprio come ci si aspettava da Elizabeth in quel momento. Ma la cosa più straordinaria era che, in realtà, sembrava semplicemente se stessa. L’aveva vista innumerevoli volte con quell’espressione in viso, prima di quell’estate. Gli era mancata anche quella.
Sulla linea del copione, la ragazza assunse un atteggiamento più serio e indagatore man mano che il ballo andava avanti. Era proprio una brava attrice.
La musica giunse alla sua conclusione e, mentre s’inchinavano nuovamente, lo Hyuga si scoprì dispiaciuto che quel momento fosse finito.
Furono subito travolti dal fragore di un applauso.
-Fantastici, fantastici- il regista di avvicinò a loro -Siete riusciti a creare proprio il tipo di tensione che volevamo vedere qui. Tenetela bene a mente.
Fecero entrambi un breve cenno col capo, per poi allontanarsi in direzioni diverse. La ragazza fu sommersa di complimenti da parte delle altre attrici, mentre Neji riprese posto accanto a Mr. Bennet, il quale aspettò che la musica riprendesse prima di parlare.
-Prima hai accennato al fatto che cantavate insieme, o sbaglio?
-No, non sbagli. La produzione della nostra serie a Tokyo ci ha chiesto parecchie volte di esibirci ad eventi organizzati da loro.
L’uomo schioccò la lingua sonoramente.
-Sarei proprio curioso di sentirvi, sai?
-Come mai?- il ragazzo sentiva che stava per udire l’ennesima rivelazione.
-Non so se ve ne siete accorti, ma mentre ballavate tutti i presenti vi guardavano in austero silenzio, persino il regista: nel vostro gioco di sguardi c’era tanta intenzionalità che sembrava ci fosse elettricità nell’aria. Se siete capaci di creare un’atmosfera del genere senza pronunciare una sola parola, mi chiedo che succeda quando cantate insieme.
Appunto.
No, non avrebbe potuto accorgersi di niente e di nessuno: era totalmente concentrato su Tenten. Esattamente come durante i loro duetti. Quando era solo con lei, non c’era nulla che lo potesse distrarre. Se ne rendeva conto solo in quel momento.

Si era già alla metà di dicembre. Come prevedibile, le temperature erano decisamente basse. Mr. Bennet tuttavia non si lasciava spaventare da un po’ di freddo e stava facendo la sua solita passeggiata al termine della giornata di lavoro. Si stava riavvicinando al perimetro dello stabile, quando udì una melodia suonata al pianoforte. Sorrise: Neji aveva di nuovo lasciato aperta la finestra della sala musica mentre si esercitava; a quanto pareva per lui era molto peggio l’aria consumata piuttosto che il freddo.
Continuò per la sua strada, notando una figura accovacciata sotto la finestra aperta. Si portò più vicino, riconoscendo Tenten, che se ne stava appoggiata a muro con una bevanda calda in mano e lo sguardo vacuo di chi sta ascoltando una musica che ti arriva al cuore.
Appena la ragazza si accorse di lui, gli sorrise in segno di saluto, per poi portarsi l’indice davanti alla bocca.
In tutta risposta lui annuì ampiamente, guardandola con benevolenza, riprendendo subito la sua passeggiata. Quella fra i due era una faccenda davvero interessante..

La struttura che ospitava il cast si era quasi svuotata: al giorno 24 di dicembre erano rimaste pochissime persone, tra cui Neji e Tenten. Mr. Bennet era volato a New York, dove avrebbe passato quei pochi giorni di festa insieme alla famiglia che lo raggiungeva dall’Inghilterra.
Tenten aveva dedicato tutta la giornata della vigilia ad una serie infinita di videochiamate per fare gli auguri a tutti i suoi amici in Giappone. Per il giorno successivo si era fatta il suo programma: poltrire a letto finché ne avrebbe avuto voglia, prendere alla mensa il pranzo da asporto, mangiare al lago e passare il pomeriggio a suonare la chitarra.
Il telefono della camera squillò mentre stava mettendo in ordine gli appunti di psicologia. Andò a rispondere sovrappensiero, continuando a controllare le pagine.
-Pronto?
-Buonasera, signorina, qui è il front office. Le passo una chiamata esterna.
-Certo, faccia pure.
Dopo una breve pausa, sentì il fastidioso suono di avvenuto collegamento.
-Buonasera, Tenten.
Alla ragazza caddero gli appunti di mano per la sorpresa.
-Signora Hyuga!... Buonasera…
-Mi auguro tu stia bene.
-Sì, certo. Lei e il signor Hyuga come state?
-Molto bene, ti ringrazio. Siamo venuti a trovare Neji per Natale, resteremo a Toronto fino al 26 dicembre. Hinata ci ha detto che saresti rimasta da sola all’alloggio del cast per tutte le feste, per cui vorremmo invitarti a pranzare con noi domani.
Tenten si sentì presa in contropiede. Per quanto volesse evitare Neji, non poteva rifiutare l’invito dei genitori di una delle sue migliori amiche.
-La ringrazio molto, signora Hyuga. Verrò con piacere- rispose cercando di sembrare il più convinta possibile.
-Bene, ne sono molto felice. Neji questa sera si ferma a dormire con noi in hotel, possiamo mandare una macchina a prenderti.
-Oh no, signora Hyuga, non è necessario. Mi fornisca pure l’indirizzo dell’appuntamento, mi organizzerò coi mezzi.
Si appuntò i riferimenti e salutò educatamente. Quando mise giù la cornetta, fece un profondo sospiro.
Programma di Natale in solitaria saltato.

Quella mattina il clima era meno rigido di quanto si aspettasse. Scese dall’autobus, guardandosi un po’ intorno prima di individuare la strada giusta. Nel passare davanti alle vetrine, Tenten ad un certo punto non poté evitare di fermarsi e specchiarsi un momento, controllando che almeno i capelli fossero un minimo ordinati. Ci aveva messo mezz’ora a capire cosa indossare, lei che di solito era pronta in cinque minuti: gli Hyuga erano soliti frequentare posti di gran classe e temeva di essere inadeguata. Sbuffò al riflesso della sua immagine e riprese a camminare.
La aspettavano fuori dal ristorante, che come previsto dava l’idea di essere un posto sfarzoso.
-Buongiorno, signori Hyuga, e auguri sinceri di buon Natale- disse subito, maledicendosi mentalmente per la bizzarra scelta di parole.
-Grazie, Tenten, e altrettanto.
Sorridevano affabili. Di solito a casa loro si era sentita sempre a suo agio, ma in quella situazione si sentiva particolarmente nervosa. Rivolse un sorriso forzato a Neji a mo’ di saluto, che lui ricambiò più o meno allo stesso modo.
-Vogliamo entrare?

Il disagio aumentava, ma la ragazza cercò di sfruttare tutte le sue doti di attrice per mascherarlo. Quel ristorante la faceva sentire una vera e propria barbona. Non era il suo genere, decisamente.
-Allora, Tenten- non poteva negare che la signora Hyuga le si rivolgeva sempre con un tono molto gentile -hai cominciato a pensare al futuro? Stai valutando l’iscrizione all’università?
-Sì, in effetti sì- bene, un argomento su cui era sicuramente preparata -mi sto preparando per gli esami di ammissione alle facoltà di Psicologia e Scienze Umane, e sto studiando per conseguire l’abilitazione all’insegnamento per la danza. La produzione mi ha concesso l’uso di una piccola sala da ballo vicino agli alloggi e mi esercito lì.
-Impressionante, stai lavorando su un doppio binario.
-Sì. Ho effettuato dei colloqui di orientamento e mi è stato fatto notare che è difficile scegliere un ambito lavorativo quando si è così giovani, perciò mi è stato consigliato di provare più strade. Così, quando mi renderò conto di cosa vorrò davvero fare, avrò più possibilità.
-Molto lungimirante, devo dire- commentò il signor Hyuga -forse è bene che anche Hinata faccia quei colloqui, quando sarà ora di pensare al futuro.
Tenten pensò che, se la sua amica fosse stata presente, si sarebbe sentita più tranquilla. Ma era stata invitata a passare le vacanze sulla neve con la famiglia di Kiba.
-Neji, d’altro canto, è sempre stato molto sicuro riguardo al suo futuro da musicista professionista- continuò il signor Hyuga -mi auguro solo che percorra la sua strada con impegno, senza farsi trascinare in sperimentazioni finanziariamente pericolose.
Il ragazzo, che fino a quel momento si era limitato ad ascoltare in silenzio tra un boccone e l’altro, posò in modo brusco le posate sul piatto, attirando l’attenzione di Tenten. Qualcosa dell’affermazione del padre lo aveva profondamente infastidito: lo capì immediatamente dalla curvatura dell’angolo sinistro della bocca.
-Ritengo improbabile che Neji sia imprudente- disse istintivamente, suscitando un’espressione sorpresa in tutti e tre i commensali -È estremamente competente in ambito musicale, ne ha dato prova più volte quando la produzione di Naruto gli ha affidato la cura artistica degli eventi che promuoveva.
Senza dubbio, il più sbalordito era il ragazzo. Non si aspettava di essere difeso proprio dalla persona che si rifiutava di parlargli da mesi.
-Ti credo sulla parola- rispose il signor Hyuga -tuttavia si trattava di eventi di modesta rilevanza. L’importante, in ogni caso, è che non si lasci influenzare da esempi poco raccomandabili.
La ragazza si accorse subito che Neji stava stringendo più del necessario le posate che aveva in mano.
-Ritengo improbabile anche questo- accidenti, non riusciva a frenare la lingua -L’ho visto molte volte lavorare sulla musica: è assolutamente consapevole di quali sono le sue capacità e quali i suoi obiettivi, oltre a possedere una conoscenza impressionante del mercato musicale. Per quanto riguarda l’essere influenzabile, poi: vorrei proprio vederla la persona capace di influenzarlo, sarebbe un evento sensazionale.
Seguì un momento di silenzio, durante il quale Tenten ricominciò a mangiare la sua portata, cercando dissimulare l’imbarazzo di essere stata così sfacciata nell’esprimere la propria opinione. Non vide lo sguardo di gratitudine che le rivolse brevemente il ragazzo.
-Beh, Neji- disse infine il signor Hyuga -Devo dire che ti ha fatto un’ottima pubblicità, se è riuscita ad essere imparziale.
-Credo di poter garantire per la sua imparzialità, al momento- fu la risposta pacata del figlio.
La signora Hyuga rivolse uno sguardo benevolo a entrambi, per poi cambiare abilmente argomento di conversazione.

Tenten aveva insistito con molto garbo nel rientrare agli alloggi subito dopo pranzo, da sola, permettendo alla famiglia di godersi il resto del pomeriggio fra loro. Seppur consapevole che lo voleva evitare, a Neji dispiacque vederla andar via così presto.
Il ragazzo rientrò agli alloggi verso le sette di sera, dirigendosi direttamente alla sua stanza. Era sovrappensiero quando aprì la porta, ma vi posò accidentalmente gli occhi, accorgendosi che c’era attaccato un biglietto. Era scritto in giapponese.
Se non temi il freddo, mi trovi al lago.
Un sorriso sorse, senza permesso, sulle sue labbra.

Tenten era sotto l’albero dove stava leggendo la prima volta che si erano incontrati lì. Aveva steso una coperta sul prato, su cui era appoggiata una lanterna elettrica. Appoggiata al fusto, con uno scialle di lana sulle spalle, accarezzava le corde della chitarra con delicatezza. Come quando avevano parlato sulla veranda della baita durante il ritiro.
Neji la raggiunse, trovandosi accolto da uno sguardo meno ostile del solito. Aveva due bicchieri termici di cartone in mano e gliene porse uno, prima di sedersi anche lui.
-Grazie- disse Tenten, appoggiando la chitarra sulla sua custodia.
Dette subito un sorso.
-Caspita, dove l’hai trovato un caffè così buono con la caffetteria chiusa?
-Sembra che nel suo ufficio il custode abbia a disposizione una macchina professionale.
Seguì un lungo e denso silenzio, durante il quale la ragazza si limitò a offrirgli una coperta.
L’atmosfera in cui era immerso il lago era quasi surreale. Una leggera foschia confondeva il confine tra l’acqua e i boschi che si stagliavano oltre. Un qualche rapace segnalava ad intermittenza la sua presenza.
-Ti ringrazio per quello che hai detto oggi a mio padre- disse Neji pacatamente.
Tenten gli rivolse uno sguardo che sembrò scavarlo dentro.
-Non c’è di che. Molte volte è difficile difendersi dalle allusioni.
Aveva capito subito che c’era stato qualcosa di ‘non detto’ in quella conversazione. Non poteva immaginare di cosa si trattasse, ma aveva dimostrato una prontezza ed una delicatezza estrema nel capovolgere la conversazione. Il ragazzo sentì di dover ricambiare, in qualche modo. Raccolse coraggio guardando per le qualche istante il lago, così placido e cheto.
-La persona che mio padre teme mi influenzi è mio zio, suo fratello minore- sentiva di provare molta fatica a pronunciare quelle parole, ma allo stesso tempo qualcosa lo spingeva a continuare -Era un musicista, suonava il violoncello. È stato lui a iniziarmi alla musica. Da molto piccola, Hinata ha avuto dei problemi di salute che tennero i miei genitori molto occupati: quindi venivo spesso affidato a lui. Negli anni successivi cominciò a frequentare un gruppo di artisti progressisti, investendoci tempo, soldi e affetti; ebbe una relazione con una donna di quella cerchia. Purtroppo, dopo quattro anni di investimenti, capì di essere stato coinvolto in una truffa e cercò di affrontare i responsabili per uscirne: si scatenò una rissa. Lui pensò di esserne uscito quasi illeso, quando in realtà aveva in atto una forte emorragia interna. Quando se ne accorsero era troppo tardi, non ci fu niente da fare.
Continuò a tenere lo sguardo fisso sul lago, sentendosi momentaneamente paralizzato dai ricordi.
Tenten aveva ascoltato in silenzio e sembrò capire che ne serviva altro ancora in quel momento.
Passarono minuti, senza che nessuna voce umana irrompesse. Poi la ragazza scelse un modo alternativo di parlare: riprese la chitarra in grembo e cominciò a suonare.
Era una melodia dolce e malinconica, di quelle che, facendoti attraversare la tristezza, ti donavano una sorta di pace dell’anima. Neji non avrebbe saputo dire per quanto tempo ci fu solo musica nell’aria, ma sentiva che era proprio quello di cui aveva bisogno in quel momento.
Solo quando Tenten vibrò l’accordo finale e posò lo strumento, riappropriandosi del suo caffè, il ragazzo si voltò a guardarla.
-Mi dispiace- esordì, guadagnandosi da parte di lei uno sguardo stupito -mi dispiace davvero per quello che ti ho detto quest’estate. Non ho pensato sul serio quelle cose di te, anzi, credo che tu sia l’esatto opposto di tutti gli epiteti che ti ho attribuito. Ero accecato dalla rabbia di non sapere come stavano realmente le cose e… ma questo non ha importanza. So di essere stato detestabile e arrogante, e me ne dispiace sinceramente.
La ragazza lo osservò con sguardo indecifrabile per qualche istante, poi diresse gli occhi in direzione del lago, assumendo un’espressione pensosa. Dopo aver mandato giù un sorso di caffè si accese una sigaretta. Aspettò di aver espirato il fumo del primo tiro prima di parlare.
-Apprezzo le tue scuse, Neji- pausa -e le accetto. Spero tu capisca che avrò bisogno di un po’ di tempo prima di ritornare ad avere una certa confidenza.
Lo Hyuga sentì come se qualcosa dentro diventasse più leggero.
-Lo capisco. Ma se c’è la possibilità che le cose tornino come prima, sono disposto ad aspettare.
Il viso di Tenten si adombrò di un sorriso a metà tra la rassegnazione e la comprensione.
-Le cose non potranno mai tornare come prima.
Il ragazzo sentì montare dentro una sensazione d’inquietudine, che però si chetò quando la ragazza continuò:
-Non potranno, perché prima della litigata il nostro rapporto era confidenziale, ma sbilanciato: io ti ho raccontato delle cose molto personali, mentre tu non ti sei mai esposto. Cosa che, invece, hai fatto poco fa’. Adesso siamo pari. Magari le cose andranno meglio di prima.
Ormai avrebbe dovuto essere abituato al fatto che lei fosse in grado di stupirlo di continuo. Invece no. Era sbalordito, per l’ennesima volta.
-Per me è ora di rientrare- Tenten spense la sigaretta e rimise la chitarra nella custodia, per poi alzarsi e incamminarsi.
-Perché ora?
Alla domanda di Neji si fermò e si voltò, capendo immediatamente che si riferiva al fatto che lei gli avesse parlato.
-Il giorno di Natale si fermano tutte le guerre- fu la sua risposta -Buon Natale, Neji.
La guardò allontanarsi, sempre più meravigliato.
-Buon Natale, Tenten.



N.d.A:
I membri del cast della serie sono saranno sempre chiamati col nome del loro personaggio, per semplificare ed evitare confusione.


  
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