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Autore: TheDoctor1002    01/05/2020    3 recensioni
"Questa storia partecipa a #TheWritingWeek di Fanwriter.it"
Buongiorno a tutti, pirati di ogni mare!
Questa raccolta è il mio conrtibuto alla Writing Week! 7 giorni, 14 prompt e un fantamilione di liste +1!
Manco a dirlo, non ho potuto fare a meno di scegliere la lista One Piece! Il filo rosso che collegherà le storie sarà la mia cara vecchia Artemis, ad eccezione della terza giornata. Per i lettori di Faceless sarà un volto noto, per chi ancora non ci si fosse imbattuto sarà un nuovo incontro. Potrebbe essere una conoscenza un po' confusa e spoilerosa riguardo alcuni eventi della mia long, ma spero non lo sarà al punto da convincervi a mollare!
Un altro elemento comune sarà la musica! Ho voluto farmi guidare da alcune canzoni nella scelta dei titoli e ogni storia sarà accompagnata da alcuni versi che ho trovato particolarmente calzanti.
Spero vorrete accompagnarmi in questo azzardato viaggio, saltando nello spazio e nel tempo dell'affascinante opera di Eiichiro Oda!
Benvenuti a bordo!
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Donquijote Doflamingo, Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Pirati Heart
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Into your eyes
Hopeless and taken
We stole our new lives
Through blood and pain
In defense of our dreams
In defense of our dreams
We were the kings and queens of promise
We were the victims of ourselves
Maybe the children of a lesser God
Between heaven and hell
Heaven and hell

-//-//-//-

1513, 9 anni prima della guerra di Marineford, Swallow Island

Wolf continuò a lavorare alla scheda integrata a cui aveva dedicato tutta la giornata anche quando sentì l'uscio del suo magazzino aprirsi e Artemis abbandonarsi sulla cigolante sedia in legno alle sue spalle. 
La donna non disse una parola, si limitò a fissare per un po' la schiena del vecchio curva sull'ennesimo, fallimentare progetto. Non proferì nemmeno un "Buonasera" nè lo punzecchiò con una delle sue frecciatine. 
"Che abbiamo, principessa? Il gatto ti ha finalmente mangiato la lingua?" commentò sarcastico "O hai forse imparato una volta per tutte a tenere il religioso silenzio che questo tempio di scienza merita?"
Nessuna risposta. Al che l'uomo buttò lo sguardo oltre la sua spalla, sollevandosi i grandi occhiali da saldatura, e la intravide reggersi la testa col palmo della mano, fissando il vuoto, a un capo di uno dei tavoli da lavoro ricolmi di progetti a metà. 
Una vaga aura di preoccupazione iniziò a serpeggiare nella stanza. 
"Hai un minuto per parlare?" chiese Artemis sentendosi osservata, ma senza ricambiare. "Ho portato una bottiglia, se ti servisse un incentivo."
Wolf sospirò rumorosamente, riponendo con cura il saldatore sul piedistallo spiralato. Mentre si trascinava pigramente, la donna estrasse dalla borsa di tela ai suoi piedi un bicchiere e un fiasco di vino rosso, poi lo versò.
"Quindi? Che succede?" Intavolò l'inventore, ora più serio "Gli affari vanno male?"
"Quelli purtroppo vanno sempre fin troppo bene." sospirò lei, mai troppo orgogliosa dei suoi contratti. 
"Se ti pagano e la gente vuole ancora scannarsi, non vedo problemi." concluse con pressappochismo,  assaporando compiaciuto l'aroma corposo della sua ricompensa. 
"Dice che vuole fare il pirata." rivelò velocemente Artemis, come se si stesse strappando un cerotto. "L'ho sentito parlarne con i bambini, poco fa."
Wolf rimase quasi strozzato e bevve un altro sorso per riprendersi. 
Si rivedeva in quegli occhi persi, li aveva avuti identici quando anche suo figlio Artur gli aveva detto la stessa cosa. Un'ondata di impotenza l'aveva travolto, come se fosse consapevole che non c'era modo di fermare un sogno simile. 
"Ma non è detto che debba finire allo stesso modo" la rassicurò lui, posandole una mano sull'avambraccio, come per ancorarla alla realtà, per impedirle di partire per un viaggio mentale che l'avrebbe portata chissà dove. "Artur era un caso particolare. Disperato, oserei dire. Law è sempre stato equilibrato e..."
"Ha avuto più di un momento buio." mormorò Artemis, ricordando l'odio che covava agli inizi della loro conoscenza "Ed è Doflamingo che lo preoccupa, l'ho visto rovistare tra i miei articoli per leggere di lui. Non vorrei gli venissero certe idee in mente."
Le dita della donna sfregavano la pelle del suo volto, erodendola e consumandola.
"Vendetta, tremenda vendetta." sospirò il vecchio "E tu?"
"Io cosa?"
"Non ti sfiora mai il pensiero?"
Più che sfiorarla, il pensiero la colpiva in pieno volto e più volte di quanto non fosse riuscita a contare. La svegliava nel cuore della notte, le sussurrava all'orecchio durante il giorno, si insinuava tra i suoi pensieri quando una delle abitudini conquistate nella Family si manifestava.
"Non immagini quanto." bisbigliò tra le dita, come se potessero impedire a quelle parole colpevoli di uscire "Ti ho mai detto di Dressrosa?"
"Uh, un sacco di volte!"
"Mi sono fatta dei conti. Ho sbirciato qui e là per capire quanto il mio ruolo abbia influito, cosa sarebbe successo se non mi fossi arruolata. E ho scoperto che senza di me il regno di Re Riku sarebbe caduto tra un mese e mezzo, giorno più, giorno meno. Ho rubato a quella gente interi anni di pace. Ci penso in continuazione, ho inferto loro una ferita che devo ricucire, è un mio dovere morale." 
"Starebbe al Governo" scandì lui con voce roca, fissandola attraverso il disegno geometrico del bicchiere "Sono loro che ti ci hanno mandata, no? Che se ne occupino. E mettiti in testa che tu non hai alcuna colpa per le decisioni di Law. Non mi dicesti lo stesso, quando ci fu il casino con il mio?"
"Non è la colpa il problema, credi che io l'abbia mai convinto a fare qualcosa? Non ascolta nessuno se non crede abbia ragione. Fatto è che ho avuto un'offerta da uno dei miei clienti, a Kamabakka. Per restare, io e chiunque vorrò portare con me."
"Un'offerta generosa" ridacchiò l'inventore "Presentamelo, fa sempre comodo un amico che regala vite nuove a tempo perso."
"Che cazzata." sorrise lei, risollevando appena il morale generale "La verità è che non so se accettare. Credo che cambiare aria gli farebbe bene, sarebbe una grande opportunità per Law. Potrebbe anche diventare un medico, un chirurgo vero."
"Non vedo contro" commentò l'uomo, scrutando il fondo vuoto del bicchiere.
"Il contro è che il bilancio della mia coscienza sarebbe in difetto. Dare e avere, sbaglio? Sono ancora convinta che io e te non siamo pari. Forse non lo saremo mai."
"Senti senti" sghignazzò lui "Non erano, parole tue, le scuse di un vecchio approfittatore?"
"Come se non sapessi che lo dicevo solo per farti incazzare." sospirò la donna. "Ci hai salvati e questo non potrò mai ripagarlo. E' vero, ho buttato tre dei miei anni migliori in questo buco dimenticato da dio, dietro a i tuoi fallimenti senza speranze, ma c'erano modi peggiori di farlo."
"Ahi" si lamentò lui, alzandosi con una mano sul petto "Questa ha fatto male. Ma abbiamo fatto anche grandi cose, no? Come lo chiameresti quel gioiellino?"
Anche Artemis si alzò, prendendo con lui ad ammirare il metallo impolverato del grande sottomarino relegato al fondo di quel capannone immenso. 
"Direi incompleto. E un po' sacrificato, se vuoi la mia." 
"Gli servirebbe il mare." concluse l'uomo. "Se gli riuscissi a dare la vita che si merita, il nostro debito sarebbe ripagato: equivarrebbe a farti ammettere che il Geniale Wolf  ha fatto anche qualcosa di buono."
"E come lo dobbiamo chiamare?" rise lei, finalmente con convinzione "Navy Wolf? Wolf il migliore?"
"Vuoi togliere ai bambini il gusto di scegliere il nome? Dannazione, sei senza cuore."
"Ce l'ha già un nome!" esclamarono quattro voci acute, oltre le sottili lamiere del magazzino. 
Lo stormo di ragazzini fece irruzione senza nemmeno tentare di nascondere il fatto che stessero palesemente origliando. 
"L'abbiamo chiamato Polar Tang" spiegò Law, in qualità di portavoce.
I due adulti li scrutarono con curiosità e confusione. 
"Tang  perchè è la spina del pesce Chirurgo e Polar perchè noi siamo Orso, Pinguino e Orca" spiegò Shachi come se fosse ovvio, ma non sembrò soddisfatto dai processi mentali di Wolf e Artemis. 
"Ah, è inutile" Sbottò.
"No, no, ha il suo senso." li rassicurò lei. "Polar Tang sia, finiamo di metterlo a punto e lo inauguriamo."
 "Avete sentito, ragazzi?" festeggiò Law, correndo con gli altri tre fuori dall'edificio in fretta abbastanza da non venire smentiti. "Abbiamo una nave! I Pirati Heart hanno una nave!" 
"Ci sono almeno tre errori in quella frase, medico da strapazzo." urlò loro Artemis, affacciandosi all'uscio del magazzino, verso la grande vallata coperta di neve. Un respiro si condensò in una densa nube davanti al volto preoccupato di lei. Osservando il suo figlioccio tanto preso in quei giochi, non potè non notare la spontaneità del suo sorriso, uno dei tanti lasciti che Corazòn gli aveva donato.
"Non sarà uguale." la rassicurò ancora Wolf, mentre osservavano a distanza le celebrazioni a cui la piccola ciurma si era data. 
"Law diventerà un brav'uomo. Mi ci giocherei la vita su questo."

 

   
 
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