Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: EleAB98    01/05/2020    6 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il mattino seguente, la riunione tra il regista e i suoi colleghi procedette senza intoppi e fortunatamente Beverly non intervenne per enumerare eventuali aspetti o mancanze che avrebbero potuto rallentare la produzione di 'Ricominciare'. Verso la fine del mese di Aprile, Hunt avrebbe dovuto presentarsi al Festival del Cinema, cui avrebbero partecipato - come semplici spettatori  - anche alcuni dei suoi studenti più meritevoli. Gli organizzatori del suddetto festival, tra i quali figurava anche Malcom Stone, avevano già allestito il tutto e i manifesti dell’evento si trovavano sparsi per ogni angolo della città, visibilmente in fermento per il grande evento. Sarebbero stati senz'altro giorni memorabili.
 

 
***

 
“Ciao Priya, posso entrare?”

“Certo Jack, entra pure.”

Wilson chiuse la porta e, con leggero imbarazzo, si sedette di fronte alla donna, che condivideva perfettamente il suo stesso stato d'animo.

“Come stai?” domandò Wilson dopo qualche secondo di silenzio, cercando di mostrarsi delicato e naturale.

“Non benissimo, a dire la verità...” rispose la donna, con uno sguardo pieno di tristezza. 
Mi sei mancato molto in queste due settimane.” ammise poi, guardandolo per un momento negli occhi.

“Anche tu mi sei mancata” replicò lui. “Più di quanto immagini... Ho riflettuto molto riguardo a noi due e credo di aver esagerato l’ultima volta in cui abbiamo discusso qui nel tuo ufficio. Mi dispiace, non volevo che finisse in quel modo.”

L’uomo le sfiorò la guancia, con sentito timore. Priya, però, non si ritrasse e gli si avvicinò, senza mostrargli la benché minima titubanza. Senza ulteriori parole, la donna gli diede un caldo bacio sulle labbra, che Wilson ricambiò pienamente. Sembrava un bacio del tutto diverso da quello che i due si erano scambiati l’ultima volta. Chissà, magari Wilson avrebbe potuto battezzarlo come il cosiddetto ‘bacio del perdono’.

“Sai Priya, non sai quanto mi sono mancati questi tuoi baci. Accetti le mie scuse?”

“Certamente” sorrise lei, lasciando trapelare tutta la sua gioia. “Ma non parliamone più, ti prego.”

“Hai tutta la mia approvazione” rispose l'uomo, dandole un altro bacio. “Comunque, riguardo a Hunt...”

“Non parliamo di lui adesso. Siamo solo io e te. E voglio che sia così.”

L’uomo sorrise compiaciuto e, per la prima volta dopo tanto tempo, diede ascolto al proprio cuore. Benché si sforzasse di farlo, nemmeno lui voleva parlare del suo rivale, in realtà. O almeno, non in quel momento. Non nel momento in cui i due avevano finalmente fatto pace e avrebbero tentato di recuperare il loro precedente rapporto. Certo, mancava ormai pochissimo al Festival del Cinema, eppure il regista non si mostrava affatto preoccupato per quell’evento. Egli aveva, in effetti, terminato il suo film prima del previsto, dunque avrebbe ben presto apposto la sua firma a quello che lui amava definire un grande (capo)lavoro verso il quale nutriva molte speranze.

 
***

 
Altre due settimane erano ormai trascorse e il mese di Aprile era appena cominciato. In quel periodo, sembrava che Thomas ricercasse la compagnia di Jane sempre più spesso e, sul momento, nessun membro della troupe riuscì a comprenderne la motivazione. In fondo, lei era soltanto una ragazzina e nessuno poteva credere al fatto che il suo contributo potesse in qualche modo rappresentare un valore aggiunto agli occhi di un regista esperto come lui.

A ogni modo, a seguito di quello strano episodio occorso tra i due quella sera in cui Hunt si era recato senza un motivo apparente - o almeno così era parso alla studentessa - nel suo camerino, il regista continuò a comportarsi come di consueto impartendo numerosi consigli alla giovane discente, la quale si limitava ad ascoltarli e ad applicarli con sentita riconoscenza mostrando, però, quell’essenziale vena di professionalità che il professore esigeva da parte sua e dell’intera troupe. Comunque, Jane doveva ammettere che, alla fin fine, i due formavano proprio una bella squadra, nonostante l’incombente presenza di Beverly, la quale cercava sempre e comunque un pretesto per interromperli.

“Thomas, potremmo parlare per un momento? In privato, se possibile.”

Hunt annuì e uscì dal set cinematografico in cui l’intera équipe, Jane esclusa, si stava dedicando alle rifiniture dei vari soggetti presenti nella pellicola del regista. Non appena entrò nel backstage, Beverly non chiuse affatto la porta, anzi. Ebbe cura di lasciarla ben aperta, quasi si aspettasse che, da un momento all’altro, qualcuno potesse entrare lì dentro e sorprenderla insieme con Thomas, il quale prese a domandarsi di cosa volesse parlarle l’attrice.

“Mio caro Thomas, intanto permettimi di dirti che il tutto sta procedendo a gonfie vele e che il merito di questo successo è solamente tuo” esordì lei, con la solita aria da civettuola.

“Ti sbagli Beverly, il merito di quanto sto producendo è di ogni singola persona che sta lavorando con passione e dedizione a tale progetto” sorrise Thomas, non capendo nell’immediato dove la donna intendesse arrivare.

“Anche di quella ragazzina?” domandò lei, alzando il tono della voce.

“Quella ‘ragazzina’ ha un nome” ribatté Hunt mutando di colpo il suo sguardo, cui si manifestò una massiccia dose di rimprovero. “Si chiama Jane. E io proprio non capisco per quale motivo ti ostini sempre a nominarla e a criticare in modo aspro i suoi interventi.”

“Ma non mi dire! La stai forse difendendo?” domandò lei, sbigottita dalle sue parole.

“Mi limito solamente a dire la verità” replicò lui. “E non posso negare che, malgrado il suo carattere ribelle e alle volte ‘impossibile’, ha dimostrato di avere quel carisma che io ho richiesto fin dall’inizio a ogni membro dello staff.”

A quelle parole, la donna mutò il suo tono di voce, che si tinse di una sorta di 'pentimento' che non convinse del tutto il regista.

“Ma certamente, chi potrebbe affermare il contrario... Scusami tanto Thomas, hai ragione. Ho esagerato a giudicarla in questo modo. Ma converrai con me che la ragazza è alquanto inesperta e, per certi versi, anche piuttosto immatura.”

“Su questo non posso darti torto. Ma chi non lo è stato, da giovane?” replicò lui, con perfetta disinvoltura.

Beverly annuì e improvvisamente cambiò l’oggetto di discussione.

“Comunque... posso chiederti un consiglio di stile?”

Hunt alzò un sopracciglio.

“Un consiglio di stile?”

“Esatto.”

L’attrice si voltò, frugò per un momento nella sua borsa e infine vi estrasse una bellissima collana di perle.

“Non trovi che sia bellissima?”

“Decisamente” rispose lui. “Ma perché me lo chiedi?”

“Non trovi sarebbe bello che la protagonista del tuo film indossasse questo gioiello durante la scena del galà? Io trovo sia un’idea stupenda.”

Hunt guardò per un istante quella collana.

“In effetti, mi sembra molto fine ed elegante... pertanto credo possa fare al caso tuo” aggiunse poi, annuendo impercettibilmente.

“Allora mi aiuteresti a indossarla?”

“Cosa?” domandò Hunt, confuso da quella sua strana attitudine.

“Ma come cosa?” ridacchiò lei. “La collana, no?”

“Oh sì, che sbadato... Certo Beverly.”

Con un sorriso smagliante, la donna mise tra le mani di Hunt quella collana e si voltò. Con la sensualità di una vera e propria attrice, scostò i suoi capelli rosso ramato e sentì il tocco delicato del regista sfiorarle leggermente il collo.

“Professore mi scusi tanto, ma...”

In quel preciso istante, la studentessa entrò nel backstage senza bussare e assistette, suo malgrado, a quella ‘strana’ scena. Hunt si voltò immediatamente verso di lei, quasi scioccato dalla sua improvvisa apparizione. Al contrario, il sorriso di Beverly sembrava alquanto compiaciuto dallo sguardo attonito di Jane.

“Scusatemi tanto, non volevo interrompervi...” continuò Jane, voltandosi per andarsene.

“Non si preoccupi signorina, Beverly stava andando via” rispose Hunt, cercando di trattenerla e riponendo con nonchalance la collana tra le mani della donna. “Non è vero, Beverly?” domandò poi voltandosi verso l’attrice, non mancando di fulminarla con uno sguardo.

“Oh, in realtà avremmo ancora molto da discutere io e te...” replicò Beverly, avvicinandosi ulteriormente al regista mettendogli le mani sopra le spalle e prendendo ad accarezzarle, regalandogli poi un’occhiata maliziosa.

A quella dichiarazione, Jane si voltò di nuovo e si apprestò a scendere le scale di corsa. Non avrebbe voluto assistere ancora a quello stupido teatrino. Sarebbe stato veramente troppo. Con sua somma sorpresa, però, la giovane venne immediatamente inseguita dal suo professore, che lasciò Beverly tutta sola in quel camerino staccandosi dal suo abbraccio con ben poco riguardo.

“Signorina la prego, aspetti un attimo!”

Jane continuò a correre in preda a un sentimento indefinibile che la stava consumando dentro ma, alla fine, Hunt la raggiunse. La studentessa non aveva ormai via di scampo. Effettivamente, nonostante Jane fosse rientrata proprio nel suo camerino, Thomas era riuscito, con grande agilità e allo stesso tempo con delicatezza ed eleganza, a impedire che la giovane potesse chiudere la porta a chiave. 

“Signorina Jane, aspetti un momento. Mi lasci spiegare...” disse lui a corto di fiato, rimanendo a debita distanza.

“Non c’è niente da spiegare” ribatté Jane, guardandolo a malapena. “Io non sono nessuno per intromettermi nei suoi affari.”

Senza esitazione alcuna, Thomas si avvicinò alla ragazza e la costrinse a guardarlo dritto negli occhi ponendo delicatamente - ma con decisione - la sua mano leggera sotto il suo mento, alzandolo con altrettanta calma.

“Shh... Mi ascolti bene, signorina” le sussurrò poi, a pochi centimetri dal suo viso. “Lei è il mio braccio destro. E che lei ci creda o meno, non stava succedendo nulla tra me e Beverly. Stavamo solo parlando, poi lei ha tirato fuori quella collana e mi ha gentilmente chiesto se potevo aiutarla a indossarla affinché potesse sfoggiarla sul set. Tutto qui.”

Jane rimase immobile a quel contatto inaspettato. Gli occhi di Hunt non si scostarono neanche per un istante dai suoi e la giovane credeva che da un momento all'altro avrebbe potuto 'vaporizzarsi' sotto al suo tocco, se il professore avesse continuato a guardarla in quel modo.

“Perché si giustifica con me?” gli domandò, sorpresa e nel contempo intimorita dal suo strano atteggiamento. “Non deve farlo” disse poi, scostando lo sguardo e allontanandosi da lui.

“Lo so... ma desidero comunque farlo” ribatté Hunt, seguendo i suoi passi. “Non se ne vada, la prego. Ho ancora bisogno del suo aiuto. Devo revisionare la sceneggiatura poiché finalmente l’ho terminata. Il problema è che...” disse poi, ridendo fra sé “non so proprio quale finale utilizzare. Avrei due opzioni tra cui scegliere ma non riesco proprio a decidere quale di queste si addica meglio al mio film. Potrebbe darmi una mano?”

“Non può chiederlo a Beverly? Chissà, magari lei è la persona più appropriata per questa scelta.”

Hunt sospirò, mostrandole il proprio disappunto.

“Dico sul serio” insisté la studentessa. “In fondo è lei l’attrice protagonista. Io sono solo...”

“È vero, signorina” rispose lui, interrompendola. “Ma lei e soltanto lei conosce ogni singolo dettaglio dell’intera sceneggiatura. Allora, vuole aiutarmi?”

In quell’istante, Jane lo guardò negli occhi... e dagli occhi del regista, all'interno di quel 'mare' in burrasca color cioccolato - nonché dal suo tono di voce - trasparì finalmente un qualcosa di nuovo rispetto alle volte precedenti in cui i due avevano discusso. Trasparì quella piccola grande speranza che la studentessa avrebbe potuto regalargli finalmente un ‘sì’ come risposta, senza ostacoli da affrontare, né ulteriori discussioni.

Ebbene, questa volta, Jane ‘si arrese’ alla volontà (o meglio, alla speranza) del suo professore.

“D’accordo professor Hunt. Mi faccia vedere.”

A quella risposta, Thomas sorrise e la studentessa si ritrovò, incredibilmente, a fare lo stesso.
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: EleAB98