Anime & Manga > Rossana/Kodocha
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Autore: Ela Pink    01/05/2020    2 recensioni
“Quando senti il mio calore, guarda dentro ai miei occhi, è dove i miei demoni si celano. Non avvicinarti troppo, è buio dentro.“
“Penso conosciate tutti la leggenda del filo rosso, quella dell’anima gemella; questa leggenda narra che ogni persona viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che unisce due anime gemelle. Dicono che questo filo rosso sia invisibile, lunghissimo e indistruttibile; però essendo molto lungo tende ad aggrovigliarsi, creando intrecci e nodi che portano difficoltà alle due anime fino al momento di congiungersi.
Fino all’anno scorso avrei riso davanti un discorso del genere, ma adesso sono proprio io a dire che i nodi del mio filo rosso si sono ufficialmente sciolti il 6 Marzo 2017.
Anche se il nostro destino è già scritto, ricordate che ognuno di noi può cambiarlo.“
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Che cos'è esattamente l'amore? L'amore può avere diverse forme, può essere astratto e concreto. Nel caso dei nostri due protagonisti ha l'immagine di una borsa.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Altro Personaggio, Altro personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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K♡d♡cha, l'am♡re ha l'immagine di una b♡rsa.
Pov. Sana.
“Si sta svegliando!“
“Per fortuna!“
Sentivo delle voci attorno a me, a causa del troppo mal di testa però non riuscivo ad identificarle.
Aprì gli occhi lentamente e cercai di mettere a fuoco, erano: Marine ed Elizabeth, due mie compagne di classe.
“Come ti senti?“ chiese Marine crucciata.
Mi guardai attorno ma non riuscì a riconoscere il posto quindi chiesi alle mie amiche - con ancora la voce impastata dal sonno -  dove fossi e mi risposero “in infermeria“. Subitamente passarono delle immagini nella mia testa: Heric e George che litigavano..io che cercavo di separarli..forte dolore..
“Chi mi ha condotta qui?“ chiesi curiosa.
“Beh.. gli altri hanno discusso su chi dovesse portarti ma alla fine l’ha fatto George. Si sente in colpa ed è preoccupato. Non è stato un gesto programmato quello di spingerti.“ rispose Marine.
“George preoccupato?“ chiesi sorpresa ed Elizabeth annuì.
Allora anche gli scimmioni hanno un cuore.
“Heric come sta?“ chiesi incerta. 
Si scambiarono uno sguardo poi risposero che alcuni dei nostri compagni erano dal preside, fra cui anche Heric.
“Chi?“ chiesi con lo stesso tono di prima.
“Vedi Sana.. quando sei svenuta Alyssa, Funny, Margaret, Terence, Heric e George litigarono fra loro su chi dovesse recarti qui e il Preside su-con-la-vita è entrato proprio in quel momento, quindi ha chiesto la presenza di tutti loro e non solo di quelli che hanno iniziato lo scontro“ rispose Marine.
“Uhm..“ mugugnai.
“C’è qualche problema Sana?“ chiese Elizabeth turbata.
“Il fatto è che dovrei essere anche io la, ero coinvolta pure io nella loro rissa, non è giusto che ci siano andate di mezzo persone che in realtà non hanno fatto assolutamente nulla!“ risposi e cercai di mettermi a sedere con l’aiuto delle mie amiche, con non poco dolore al fianco.
“E che vorresti fare? Ormai il tuo manager sarà qui a momenti!“
“Perché sta venendo Robby?“ chiesi confusa.
“L’infermiera ha detto che dovresti fare riposo quindi hanno mandato a chiamare un membro della tua famiglia per venirti a prendere e portarti a casa“ rispose Marine.
“Allora devo sbrigarmi!“ dissi, alzandomi lentamente.
“Che vuoi fare?“ chiese Elizabeth aiutandomi con un braccio.
“Devo raggiungere la presidenza prima che finisca tutto!“
“Ma perché vuoi farti coinvolgere? L’hai scampata alla grande!“
“È proprio questo il problema Marine!“
Presi la mia uniforme e andai a cambiarmi dietro la tenda, poi presi la mia cartella, salutai e ringraziai le mie due compagne e andai verso il direttore.
Toc toc.
“Buongiorno!“ dissi entrando.
Erano ancora tutti lì per fortuna, seduti vicini davanti la scrivania dove stava il rettore. Il gruppo si voltò verso di me e guardarono sorpresi.
“Signorina Smith! Come si sente?“
“Ho avuto giorni migliori ma non mi lamento!“
“Come mai è venuta qui? Stavo facendo un discorso ai suoi compagni per il caos commesso in classe!“
“Sono qui proprio per questo!“ risposi avvicinandomi alle mie amiche e sedendomi accanto a loro.
“Ma Sana..“
“Tranquilla Funny! Sto bene!“ la rassicurai sorridendole.
George mi guardava sottecchi, era sicuramente dispiaciuto per l’accaduto; Terence mi sorrise affettuoso invece Heric mi osservava senza muovere un muscolo, dove istintivamente il mio sguardo cadde sulle sue labbra gonfie e piene di graffi a causa dei pugni.
Non se l’è neanche disinfettato, bah!
“Credo di non aver capito signorina Smith, sia più precisa!“
 “Mi hanno riferito che lei è entrato nel momento in cui io ero già a terra ma se fosse entrato nel minuto giusto avrebbe visto i veri coinvolti nella situazione, ovvero anche io, quindi o tutti o nessuno. Non voglio nessun trattamento speciale solo perché sono un personaggio conosciuto!“
Gli altri mi guardarono scombussolati, mentre il preside mi sorrise.
“Lei è intelligente signorina Smith. Come ha capito che avremmo chiuso un occhio per lei?“
“Perché altrimenti avrebbe posticipato quest’incontro per avere la presenza tutti..o almeno so che funziona così! Vorrei solo sapere chi è stato a chiederle questo favore, anche se ho già una mezza idea.“
Robby ringhiai mentalmente.
“Credo sia meglio parlarne in privato. Adesso che siete tutti vorrei terminare ciò che avevo iniziato! Purtroppo non è stata una cosa da niente, quindi dovremmo mandare a chiamare i genitori!“
“Se lo scordi!“ disse Heric.
“Come prego?“ chiese sconvolto il preside.
“Non farò mai venire mio padre quì e tanto meno verrebbe lui di sua spontanea volontà, abbiamo già abbastanza problemi non ne vogliamo un altro!“ rispose Heric con tono fermo.
Chissà se la sua famiglia c’entra qualcosa con il suo comportamento..
“Visto che la mette così passiamo ad una seconda opzione. La professoressa Lisa stamattina voleva comunicarvi che il prossimo sabato ci sarà una gita scolastica fuori paese. Questo sabato sarete in punizione, toccherà a voi pulire la scuola. Se ci saranno dei miglioramenti allora potrete andarci, altrimenti rimarrete in punizione anche la prossima settimana. Ci siamo capiti?“ chiese il preside passando il suo sguardo da un alunno ad un altro.
“E la punizione per quanto tempo vale?“ chiese George.
“Tre sabati consecutivi!“
“Ora potete andare!“ terminò il preside.
Ci alzammo tutti dalla sedia, salutammo il responsabile e uscimmo dalla stanza guardandoci.
Ci fu silenzio fin quando George non si avvicinò chiedendomi scusa.
“Lo so che non l’hai fatto di proposito, ce l’ho con te perché avete dato spettacolo in classe, causando questo trambusto inutile. Spero vi sia servito da lezione!“ risposi nervosa incrociando le braccia sotto il seno, scrutai anche Heric che aveva già gli occhi su di me, facendomi arrossire leggermente le guance; spostai lo sguardo su Terence che, notando il mio imbarazzo, mi guardò malizioso come per dire “dicevi?”, io a mia volta risposi con il medio.
Sarà meglio darsela a gambe!
Salutai le mie amiche e uscì da scuola, era la terza ora ma avevo l’autorizzazione per tornare a casa prima quel giorno.


Fuori scuola trovai ad aspettarmi il mio assistente che corse verso di me per aiutarmi.
“Lasciami stare!“ gli dissi spostandolo.
“Perché fai così Sana? Che ti prende?“ chiese amareggiato.
Salì sul lato del passeggero senza rispondergli, poi montò anche lui e mise in moto per tornare a casa.
“Mi spieghi che hai? Ti ho aspettato qui un’ora! Mi sono pure preso un raffreddore! Ho starnutito tre volte di seguito e non avevo neanche un fazzoletto a portata di mano, ero preoccupato per te e sono venuto di corsa dimenticandomi di prendere le mie cose!“
Ero io che parlavo male di te, non il raffreddore! volevo dire, ma risparmiai questo commento.
“Si può sapere perché hai chiesto al preside di non mettermi in punizione come gli altri? Perché devi farmi sempre passare per quella diversa e speciale? Non hai pensato che sarebbero state coinvolte persone a me care inutilmente e invece a me, complice davvero, non avrebbero fatto nulla?“ dissi tutto d’un fiato arrabbiata.
“Scusami Sana..non pensavo ti desse tanto fastidio, volevo solo aiutarti non pensavo l’avresti presa così male..“ rispose lui scoraggiato.
Mi fece quasi tenerezza, in fondo voleva aiutarmi a modo suo.
Sospirai e chiesi scusa per la mia reazione.
“Però la prossima volta pensaci due volte!“
“D’accordo! Scusami.. piuttosto se vuoi posso posticipare l’incontro di oggi pomeriggio, così stai a riposo!“
“No Robby, tranquillo! Una bella dormita e mi riprendo!“
 Appena tornati a casa mia madre mi riempì di domande e, dopo aver raccontato l’accaduto e  della punizione, andai in camera.
Tirai la cartella sopra la scrivania e mi lanciai sul letto, stendendo le braccia ai lati e guardai il soffitto.
Erano successe tante cose così velocemente che il mal di testa era causato più dall'agitazione che dalla botta; eppure non mi pentì di essere tornata e di essermi iscritta alla Jinbo.
Heric, cosa ti turba?

 

“Sanaaa, sei pronta?“ chiese il mio manager dal piano di sotto.
“Si eccomi!“ risposi, scendendo le scale.
“Wow Sana, stai benissimo!“ si complimentò Robby sorridendomi.
“Grazie mille!“
Per quella occasione decisi di indossare una salopette a gonna con sopra una maglietta nera a barca; lasciai i capelli sciolti e misi un filo di trucco.
Guardai il mio orologio da polso che segnava le cinque e mezza.
“Figliola, non sforzarti, se ti senti male torna subito a casa!“
“Si mamma!“
Mentre io e Robby andavamo agli studi televisivi, quest'ultimo mi comunicò che quella sera ci sarebbe stata anche la replica dello sceneggiato in cui presi parte cinque anni prima come protagonista.
“Sono arrivata!“
“Oh ciao Sana! Ben arrivata! Vuoi andare alla toilette per rinfrescarti oppure possiamo cominciare?“
“No no, sono apposto così!“
Andai a sedermi nel posto indicato con accanto i due presentatori.
Dopo aver finito con l’intervista mi fecero prendere parte a due giochi.

 

“Sono davvero stanca!“
“Adesso torniamo a casa e ti riposi, sei stata brava!“
“Grazie Robby! Ho fatto del mio meglio!“ dissi mentre sorseggiavo una bibita fresca.
“Sono le sette, a momenti dovrebbe iniziare il film!“
“Peccato, mi perderò l’inizio!“
“Come va con il fianco?“
“Uhm, per il momento bene!“ risposi mentre guardavo dal finestrino.
Erano le sette e un quarto, il sole era già tramontato ma le strade erano ancora affollate.
“Vai più veloce o arriveremo a casa, se ci va bene, entro domani pomeriggio!“
“Uffa, va bene!“
Risi, non cambierà mai.
Stavo osservando gli immensi alberi che circondavano il parco principale di Tokyo, adoravo quel giardino.
“Ma quello è..Robby rallenta!“
Il conducente frenò di colpo, facendomi sbattere la testa sul tetto della macchina.
“Insomma Sana! Prima rallenta, poi vai veloce, poi rallenta. Cosa devo fare?“
“Hai ragione, scusami! Ci vediamo a casa, vado a fare un giro!“ risposi, non aspettai la sua reazione bensì aprì lo sportello e scesi dalla macchina correndo all’interno del parco.
Mentre mi precipitavo verso una cresta bionda, pian piano cominciai sentire delle fitte al fianco e dovetti fermarmi.
Ma siamo sicuri che sia un essere umano?
Respirai affannosamente qualche secondo, mentre mi tenevo il bacino dolente.
“Tu..?“ chiese agitato una voce.
Alzai il volto e trovai Heric davanti a me con gli occhi leggermente lucidi.
“Ancora tu?! Che fai qui?“ continuò a chiedere.
“Cosa vorresti insinuare con “ancora tu”?“ chiesi impacciata, poi gli diedi una pacca sul capo col piko.
“Potresti essere un po’ più educato!“
“Ripeto, che fai qui?“
“Ti ho visto dalla macchina e sono scesa per parlarti!“
Abbassò lo sguardo verso le mie mani ancora posate sul fianco dolorante, poi ritornò a guardarmi negli occhi.
“Certo che sei proprio stupida! Perché hai corso se sai che non devi fare sforzi?“
“Sei troppo veloce! Ho provato a chiamarti ma a quanto pare avevi le auricolari! Aspetta..ma tu come fai a sapere che devo fare riposo?“
Heric sospirò, poi prese un mio braccio e lo allacciò intorno al suo collo.
“Vieni, sediamoci!“ disse indicandomi il gazebo principale con una panchina.
Al contatto con la sua pelle ebbi un fremito e cominciai a sentire molto caldo, le guance cominciarono ad avvampare e lo stomaco si corrugò.
Che mi prende? Rossana, calmati!
Aspettate, Heric Akito mi stava aiutando?

Appoggiai l'altro mano sul lato del cuore, come se volessi nascondere i miei battiti accellerati.
Mi aiutò a sedermi, poi si collocò accanto a me e chiese di cosa volessi parlargli.
Oh caro, ho una lista di cose da dirti!
Fine Pov. 
   
 
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