CAPITOLO 43
Mi sedetti
su una sedia in un angolo della taverna. Solas stringeva mani, elargiva
sorrisi
e condivideva storie, con quegli elfi che lo avevano sostenuto nella
guerra
contro i falsi Dei.
Era
già il
tramonto, e quella giornata piena di novità ed emozionante
stava finendo. Alla
fine ero scappata dileguandomi in un angolo, iniziando ad essere un
po’ stanca.
Lasciai sul tavolo la tazza ancora piena di sidro, che non potevo bere.
Un bicchiere
d'acqua mi venne posato da parte e tolsi l'attenzione dal mio lupo.
Mithra, la
donna bionda che avevo incontrato alla mattina, si sedette al mio
fianco
-Sete?- domandò con un sorriso
-Ma serennas-
e bevvi avida
-Erano secoli
che non vedevo Narim così felice, per lui
Fen’harel è sempre stato una sorta di
fratello maggiore, oltre che mentore- spiegò serena e mi
fissò -Sono contenta
che ti abbia trovato. Da quando lo conosco è sempre stato un
solitario, con accanto
donne che lo volevano solo per approfittarsi del potere che aveva-
ridacchiò
tornando a guardare Solas -Alla fine era lui che sempre con estrema
educazione,
senza poter ribattere, le lasciava- bevve dal suo boccale -Passavano i
millenni, le lotte, e le persone si legavano- alzò la mano,
mostrandomi
l'anello -Perfino io e Narim, ma lui era sempre solo, soprattutto dopo
la morte
di Mythal- mi strinse la mano che avevo sul tavolo nella sua -Mi
dispiaceva un
sacco, e sono davvero felice che tu ora sia al suo fianco- le sorrisi
grata,
peccato che avevo bisogno di aria e la nausea tornò
indesiderata -Perdonami…-
mi alzai e uscii velocemente all'esterno, fino ad aggrapparmi al primo
albero
che avevo visto. Appena mi ripresi dai conati, notai che mi aveva
seguito -Tutto
bene?- domandò porgendomi un fazzoletto che presi per
pulirmi la bocca -Sì,
grazie, non c’è da preoccuparsi…-
Incerta mi
guardava -Mi era venuto il dubbio, non hai bevuto il sidro…
sei incinta?-
Abbozzai un
sorriso -Lo sono-
-E lui...?-
Sorrisi del
tutto -Oh… il papà ne è al corrente-
La porta
della taverna si aprì e ne uscì proprio Solas che
si guardò attorno allarmato.
Ci vide e ci venne incontro mettendosi al mio fianco preoccupato
-È ora del thè.
Ir abelas, ho perso la cognizione del tempo…- lo interruppi
-Non fare lo
stupido, non li vedevi da secoli e il mio è sempre solo
vomito-
Le labbra
diedero vita ad una linea contrariata, passò un braccio
sulle mie spalle,
tirandomi verso di lui -Andiamo a casa-
Sospirai
-Solas…-
Mithra era
sorpresa e si accorse del mio sguardo perplesso alla sua reazione,
abbassò gli
occhi verso terra -Suppongo sia il tuo vero nome? Non lo
sapevo… non so in
effetti quanti lo conoscano…-
Il mio mago
sorrise -Solo i miei più vecchi amici, quali Narim e quei
pochi ancora vivi. Per
gli altri sono sempre stato solo Fen'harel- a quella spiegazione passai
un
braccio attorno alla sua vita.
L'elfa
rialzò la testa -Capisco, io e Narim saremo lieti di
ospitarvi per la notte. Le
cose da raccontare sono ancora molte…-
-E ci manca
solo che sparisci per altri mille anni, lethallin!- finì la
frase l'amico del
mio lupo
Solas
ridacchiò -Vado a prendere le erbe per il thè,
vhenan- a quella decisione non
lo lasciai andare dalla mia presa -Ma devi tornare a casa! Non serve
che…- posò
le labbra sulla mia tempia -Farò in fretta, non è
poi così lontano e non voglio
che tu stia male se si può evitare- mi fissò
negli occhi risoluto -Non accetto
obbiezioni-
Rivolsi gli
occhi al cielo, tolsi il braccio e lo spinsi piano lontano da me
-Allora vai,
forza!-
-Ci prendiamo
cura noi di lei. Per quando torni, è la terza casa a destra-
disse Narim
Solas
annuì
con un cenno del capo e mi fece l'occhiolino. Mutó con una
luce dorata e balzò
verso l'uscita del villaggio, con una velocità sorprendente.
Narim rise -Per
gli dei! Non so cosa gli hai fatto ragazza, è completamente
cotto!-
Incrociai le
braccia al petto e iniziai a seguirli, sorrisi -Se è cotto,
io sono pazza di
lui-
Ridacchiò
-Contento
di sentirtelo dire. Aspettavo il giorno in cui lo avrei visto
così, anche se ormai
credevo che uno dei due sarebbe morto prima-
Entrai nella
casa di pietra bianca, con decorazioni in oro. Seguii Mithra verso un
divano,
dove mi invitò a sedermi. Il camino scoppiettava di una
fiamma verde, Velfuoco?
Non faceva fumo, infatti dall'esterno non avevo notato una canna
fumaria.
-È
solo
decorativo, le rune per il riscaldamento funzionano per fortuna anche
con il
Velo- spiegò la bionda con tono comprensivo, vedevo
però in quelle iridi grigie
simili, ma molto diverse rispetto al mio lupo, una profonda
curiosità. Aveva
molte altre domande su di me che stava evitando di fare.
La mia
attenzione fu attirata da un quadro, non credevo a quello che avevo
davanti.
Una donna stava seduta su un prato. Una donna che non potevo non
riconoscere.
Capelli oro, iridi verdi e quel vestito color smeraldo. Sorrideva
amorevole a
tre piccoli elfi che le stavano intorno, felici, sembravano giocare.
-Mythal…-
mormorai
-Mythal con
i suoi tre figli: Dirthamen, il maggiore e le due sorelle Sylaise e
Andruil-
Sorrisi,
tempi decisamente più spensierati e felici.
-Percepisco
che sei giovane, ma c’è anche qualcosa in te di
molto, molto, molto antico. Più
di noi, più di Fen'harel che ormai penso si possa ritenere
uno dei più vecchi
rimasti in vita…-
Continuai a
fissare il quadro, infine sospirai -È una lunga storia,
faccio parte di questo
nuovo mondo, quanto di quello precedente. Mi è stato dato un
retaggio che ho
accettato volentieri…- mi voltai verso di lei
-All’inizio l'ho fatto soltanto
per Solas, volevo stare al suo fianco. Ma è diventato anche
il mio obiettivo
riportare il mondo senza Velo-
-Perdona la
mia curiosità, solo che anche il potere di cui disponi
è notevole e non si
ottiene in pochi anni. Oltre che…- e guardò il
mio pendente a forma di lupo -Quello
è il simbolo che ti sei legata a uno spirito. Solo i falsi
Dei sapevano come
fare, era proibito agli altri-
-Non posso
parlarne, anche volendo ne so veramente poco su cosa sono. Posso dirti
però una
cosa, Mythal prima di morire mi ha passato il testimone di tutto questo
casino-
Gli occhi le
si spalancarono per lo stupore -Tu…- scivolò in
modo fulmineo in ginocchio, in
un inchino. Le presi le mani -Ti prego alzati, non sono un Dio o
qualcuno a cui
dovresti dare questo rispetto-
Strinse le
mie mani -Mythal era la Protettrice, era l'unica che si meritava che il
popolo
si inchinasse a lei. Ti ha scelto, sei degna di altrettanto rispetto-
Ero intimorita
da quella reazione, non era la prima volta che le persone mi davano
tanta
fiducia in quel modo -Ti prego, alzati. Voglio essere tua amica, non
questo…-
iniziavo a sentirmi a disagio. Con un sorriso si rimise seduta, non
lasciando
la mia presa.
-Sapevo di
averlo tenuto da parte!- arrivò alle nostre spalle la voce
di Narim, mettendosi
davanti a noi. Tra le mani una testa di lupo nera, magnifica e intatta
in ogni
sua parte. La mascella inferiore mancava, la presi e notai all'interno
un’imbottitura,
sul retro scendeva la pelliccia come a formare un mantello. Era la
maschera che
avevo visto solo su alcuni affreschi indossata da Solas, nascondendogli
parte
del volto.
-La metteva
per non essere riconosciuto quando liberava gli schiavi. Avendo anche
una vita
attiva a corte, il rischiare di essere ritenuto responsabile era meglio
evitarlo, soprattutto all'inizio-
-Bellissima-
ora però dovevo provarla. Me la infilai in testa, la vista
veniva ridotta parecchio,
le zanne della maschera facevano un bell'effetto. Il mantello era
troppo lungo
per me e finiva a terra. Udii Narim ridacchiare -Ecco, ora sei pronta
per
ululare alla luna- risi
-O a
sbranare qualcuno- disse il mio mago. Mi voltai verso la sua voce
-Dici? Perché
non a fare pipì su un albero?- rimbeccai e lui rise. Lo
vedevo, ma non in viso,
avrei dovuto inclinare molto la testa. Lasciò lo zaino a
terra e me lo ritrovai
vicino, alzò la maschera prendendola dal muso e spingendola
all'indietro. Aveva
il suo sorriso arrogante e incatenai le iridi alle sue. Si
chinò catturandomi
la bocca.
-Ah…
il solito…
anzi no! Tu non ne baciavi neanche una!-
-Oh…
Narim!
Smettila! È sua moglie, come potrebbe non baciarla!-
ribatté Mithra
Ci staccammo
senza fiato, perplessa li guardai, per poi lanciare
un’occhiata al mio lupo che
aveva incrociato le braccia al petto. Sembrava un genitore che
aspettava che i
figli smettessero di litigare. Mi guardò e fece cenno di
seguirlo, prese lo
zaino spostandoci in cucina. Iniziò a fare il thè
-Posso dire che non sono
cambiati per niente, sempre molto vivaci-
Sorrisi a
quel tentativo di volgere altrove la mia attenzione dall'argomento che
avevano alzato
quei due.
-Nessuna?-
domandai
con innocenza. Armeggiò intanto con l'acqua e le erbe,
mettendo poi la tazza
sul tavolo. Posò gli occhi su di me e si fece vicino, mise
una mano sulla mia
guancia passando il pollice sulle mie labbra.
“è
molto
intimo baciare qualcuno. E non avevo il minimo interesse ad
approfondire la
conoscenza della donna di turno. Si riduceva tutto al mero atto fisico-
rispose
serio e si chinò, il suo respiro sull’orecchio
-Suppongo abbiano finito di fare
i da'len e che ora stiano ascoltando se noi discutiamo-
sussurrò
Sorrisi,
infatti era calato il silenzio. Mi sporsi verso la sua bocca posando la
mia sulla
sua, in modo casto e con un movimento fluido mi spostai alle sue
spalle. Presi
la tazza e bevvi -Fen’harel mi fa vedere come sta con la sua
maschera?-
-Ricapitolando,
la maggior parte degli elfi fanno parte delle prime generazioni che
avevo
portato qui- Solas si passò l’indice e il pollice
agli angoli degli occhi -Voi
e le altre Sentinelle siete stati risvegliati in seguito. Quindi quelli
che si
sono sottoposti all'Uthenera prima che creassi il Velo hanno mantenuto
l'immortalità- tolse la mano, sospirò e mi
guardò -Come me e Yen del resto-
-Esatto,
nessuno di noi però…- disse l'elfa bionda incerta
e con un velo di tristezza -Ha
avuto figli- Narim le strinse la mano e continuò -Non
sappiamo se saranno
immortali e… chi vuole sopravvivere ai propri figli?-
Quella
domanda mi angosciò e una stilettata di paura mi trafisse il
cuore. Passai una
mano sul ventre, all'istante mi venne coperta da Solas che me la
strinse
rassicurante -Cambieremo questa situazione ve lo prometto- si rivolse a
me -Te
lo prometto, vhenan. Fosse l'ultima cosa che faccio- passai anche
l’altra mano
sulla sua, racchiudendola tra le mie. Forse eravamo stati troppo
avventati?
-Posso?-
domandò l'elfa facendo cenno verso di me. Il mio lupo
acconsentì e si
scambiarono di posto. Lei mi sorrise e mi porse la mano che presi e
misi sul cucciolo
-Per secoli mi sono occupata delle donne incinta al villaggio e ho
notato delle
sostanziali differenze con il passare del tempo, sia negli adulti che
nei
bambini- sospirò -La Dissolvenza e questo mondo sono sempre
stati collegati da
un elemento essenziale. Lyrium- percepii un filamento di magia delicato
sondarmi -Il Lyrium è presente in entrambi i mondi. La
dissolvenza lo trasforma
in modo che i nostri corpi lo possano assimilare costantemente. Questa
prolungata
esposizione ci rende immortali, abbiamo livelli di Lyrium nel sangue
altissimi,
non sopportabili dagli umani a parte qualche eccezione che li rende
maghi di
abilità discutibili. Noi elfi con l'aiuto della Dissolvenza
però lo elaboriamo
senza problemi-
-Ma i
nani…-
obiettai confusa da quel ragionamento
-I nani
possono stare a contatto diretto con il Lyrium dei Titani, sono i loro
figli. Noi
non interagiamo in quel modo, o almeno, non avremmo dovuto farlo
creando
miniere e distruggendoli-
Sorrise
togliendo la mano -Posso dire che così piccolo ha un potere
spaventoso e con
molta probabilità dovrebbe essere immortale. La
concentrazione di Lyrium è
molto alta, ha un livello che non mi capitava di percepire da millenni,
ma da
due Evanuris non mi aspettavo diversamente-
A quel
riferimento il mio mago si accigliò e Narim intervenne
-Sì, sì, lo sappiamo,
non siete Dei e bla, bla, bla… ma non esistono molti elfi
con il potere che vi
ritrovate tra le mani, quindi la definizione vi va a pennello!
Ora…-
Un forte
bussare arrivò dalla porta -Hahren!!-
Narim
sbuffò
-Meno male che è un villaggio piccolo…-
borbottò e poi urlò -Entra!-
Ci si
piazzò
davanti un giovane elfo agitato -Hahren! L'Eluvian…- e
sospirò riprendendo
fiato -Si è attivato e ne è uscita un elfa con
dei Vallaslin in viso!-
Narim era
basito -Quel passaggio non lo usiamo da secoli, i vari Crocevia sono
instabili…-
-Sembra
alquanto debilitata ed è svenuta. L'abbiamo spostata sulla
brandina nella
stanza adiacente-
Mithra
intervenne -Preparate del cibo e una camera alla taverna, non
potrà stare sempre
nel magazzino. Veniamo subito- a quell’ordine il ragazzo
corse via.
Guardai
perplessa Solas che porse una domanda -Riuscite ad usarli ancora?-
-Assolutamente
no! Siete l'unica visita che abbiamo ricevuto da quando gli Eluvian
sono stati
disattivati e la parola d'accesso è cambiata. L'unico ancora
intatto, abbiamo
deciso di non tenerlo in bella mostra e di conservarlo. Evitando
così anche
brutte sorprese all'improvviso, ne avevamo altri due, ma li abbiamo
distrutti, erano
diventati neri e ho percepito una profonda corruzione qualche secolo fa-
-Il Flagello-
dissi cupa, Solas annuì con un cenno del capo -Vi
spiegheremo dopo-
-Andiamo a
vedere questa nuova arrivata- replicò Mithra
Osservavo
l'elfa svenuta e stesa sul letto. Era in modo evidente sottopeso,
chissà da
quanto non mangiava. Capelli neri intrecciati, i miei marchi in viso e
l'armatura che indossava era senza dubbio Dalish. Narim l'aveva
controllata e
aveva detto che a parte l'essere senza forze per la mancanza di cibo,
non
c'erano ferite.
Come aveva
fatto a finire nel Crocevia? Gli specchi sono sotto il controllo di
Solas,
avrebbe dovuto avere molta fortuna a indovinare la parola di accesso,
non era
una frase che si diceva solitamente davanti a uno specchio per caso.
Aprì
lentamente gli occhi, grandi e di un bel verde. Mi avvicinai al letto e
gli
strinsi la mano -Sei al sicuro…- mi bloccai incerta su come
riferirmi alla
donna, sicuramente era più vecchia di me, non la conoscevo e
non potevo chiamarla
con il termine lethallan, decisi infine -Hahren-
Rafforzò
la
presa sulla mia mano e gli occhi vagarono intorno confusi
-Dove…?- mormorò
Abbozzai un
sorriso -È… complicato, una domanda per un altro
momento. Devi mangiare e bere-
l’aiutai a mettersi seduta e le porsi il vassoio che mi
avevano lasciato. Si
avventò sul cibo e le strinsi una spalla -Piano hahren!
Starai male così!-
rallentò, anche se restava famelica e dopo i primi morsi si
calmò, le iridi
ripresero un po’ di vitalità -Ma
serennas…- gli occhi le si riempirono di
lacrime -Credevo… che ormai…- le strinsi di nuovo
la spalla -Sei viva e ce
l'hai fatta, hahren-
Sorrise
tremante -Merrill, mi chiamo Merrill-
Quel
nome…
perché lo trovavo familiare? Dove lo avevo sentito? Mi
riscossi e risposi -Io
sono Yen, Yen Lavellan-
-Sono al
clan Lavellan?- domandò stupita
Sorrisi -No
Merrill, riposa, sei al sicuro adesso. Più tardi avrai tutte
le spiegazioni-
-Va bene, in
effetti mi sta venendo un gran sonno- si distese e portò un
braccio sopra il
viso, coprendosi gli occhi -Hawke mi ucciderà…-
sussurrò addormentandosi.
Hawke!?
Aspetta. Quell'Hawke?
Rimasi
basita a fissare l'elfa. La porta cigolò sui cardini e mi
voltai, Solas
abbozzava un sorriso e lo raggiunsi fuori dalla camera.
-Come sta?-
chiese
-Ha mangiato
ed è crollata di nuovo- risposi -Ti è familiare
il nome Merrill?- lo avevo già
sentito, ma non ricordavo dove!
-Nome elfico
che viene usato di solito nei clan Dalish. È il suo nome?-
Sorrisi e
sospirai per quella veloce spiegazione accademica -Sempre il solito.
Non in
quel senso. Ha nominato anche Hawke-
-Il Campione
di Kirkwall?-
-Ne conosci
altri? E forse Varric mi aveva nominato una certa Merrill e penso che
sia
proprio lei-
Fissò
per un
attimo la porta -Andiamo a dormire. Una sentinella resterà
fuori, dovesse
svegliarsi prima del nostro arrivo domani-
Lo seguii
all'esterno e poi verso la casa di quei nuovi amici
-Narim e
Mithra?- domandai non avendoli più visti da quando ci
eravamo separati
-Stanno
già
riposando e sono venuto a prenderti-
Entrammo e
salendo delle scale arrivammo al piano superiore. Aprì una
porta e un letto
matrimoniale con su lo zaino di Solas ci aspettava.
Mi sedetti -Come
ha fatto ad entrare nel Crocevia? Non dovrebbe essere possibile-
Si mise
comodo dalla sua parte del materasso -Io e Narim sospettiamo che abbia
usato un
Eluvian che è stato scollegato dalla rete principale.
Evitando così il mio
controllo. Abbiamo percepito tracce di magia del sangue- stava
iniziando a
svestirsi e feci lo stesso -Ed è in effetti l'unico modo in
cui avrebbe potuto
forzare uno specchio ad aprirsi per uscire. È una maga, ma
non dispone della
quantità di potere a fare una cosa del genere, se non
sfruttando il suo sangue-
Ero rimasta
con la biancheria intima e mi rigirai sul letto, avvicinandomi alle sue
spalle
e abbracciandolo. Posai le labbra sulla sua pelle. Una sua mano calda
passò
all'indietro accarezzandomi la coscia -Sei fredda,
c’è la tua camicia da notte
nello zaino-
Sorrisi con
la bocca contro il suo collo -Come sei premuroso… mi serve
davvero?-
Ridacchiò
e
si girò passando il braccio sulla mia vita e tirandomi
giù sul letto. Infilò il
viso nell'incavo del mio collo, lasciando una scia di baci. Misi una
mano sulla
sua testa, accarezzandolo e rilassandomi. Soffocai una risata per
quello che mi
era venuto in mente -Cosa?- domandò confuso. Feci scivolare
le mani sul suo
viso e lo tirai verso di me baciandolo -Ci allontaniamo dal Thedas, e
il Thedas
viene da noi- spiegai con un sorriso
-I problemi
sembrano perseguitarci…- si lasciò andare contro
di me e sospirò -…ma con te è
sempre tutto sopportabile e guardi da una prospettiva che non riesco a
prendere
in considerazione il più delle volte- lo strinsi e gli
lasciai un bacio sulla
nuca -E tu fai la stessa cosa per me, sai? Lo hai sempre fatto da
quando ci
siamo incontrati e mi piace- il suo braccio si spostò e la
mano si appoggiò sul
cucciolo, lasciando dei tocchi affettuosi. Mi addormentai.
Dei colpi mi
rimbombarono nel cervello. Aprii gli occhi confusa, notando Solas che
si alzava
andando verso la porta e aprendola. Ero ancora troppo intontita per
capire che
stavano dicendo e mi riaccoccolai richiudendoli. Quanto avevo dormito?
Delle
fitte alla testa mi dicevano molto poco. Che ore sono? Borbottai un
verso
lamentoso, stavo dormendo così bene!
Udii
richiudersi la porta e il materasso piegarsi -Vhenan?-
-Sì?-
-È
l'alba,
la ragazza è un po’ in panico e non riescono a
comunicare…-
Feci un
altro verso lamentoso e delle labbra si posarono sulle mie in un tenero
bacio -Va
bene… va bene, mi alzo…- aprii gli occhi e me lo
ritrovai con quel sorriso da
lupo -Ho fatto anni ad alzarmi a questo orario, che trovo folle, ma non
mi ci
abituerò mai. Il mio corpo si rifiuta, sono più
un animale notturno- sbadigliai,
mi sfregai gli occhi e mi tirai a sedere. Vestiti. Oh dei la mia testa
e ci
manca solo… Ecco. La nausea. No, no, ma da'len. La mamae non
ha tempo di
vomitare ora.
-Vhenan stai
male?- chiese il mio lupo preoccupato
-Come al
solito, ma sto bene- mi alzai e recuperai gli abiti -Muoviamoci, che se
possibile ho intenzione di tornare a dormire dopo-
Ciao a tutti! Spero che in questo periodo stiate tutti bene! Finalmente sono riuscita a pubblicare il capitolo! Chi si aspetta che prima o poi Merrill sbuchi da un Eluvian? Decisamente me lo aspetto, adoro Merrill e anche la sua ingenuità che le fa fare delle gaffe divertenti, soprattutto con un Hawke spiritoso