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Autore: Gatto1967    02/05/2020    2 recensioni
“Revenge” è una nota serie tv di qualche anno fa, in cui una giovane donna che da bambina aveva avuto la vita sconvolta a causa degli intrighi di una ricca e potente famiglia, torna ai suoi luoghi di origine (gli Hampton di NewYork) per mettere in atto una terribile vendetta.
Uhm… ma questo che c’entra con Candy?
Candy non è tipo da vendette, o forse sì?
In questa storia decisamente OOC, una Candy indurita da esperienze di vita che sono andate diversamente dalla serie originale, arriva alla villa dei Legan decisa a vendicarsi della ricca famiglia che le ha sconvolto l’esistenza.
Ci riuscirà? Sarà davvero capace di mettere in atto la sua vendetta?
p.s. ATTENZIONE!!! Questa NON è una storia sentimentale, bensì una storia che predilige il filone avventuroso/drammatico della saga Candyana.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Così hai deciso Candy?-

Una Candy ormai sedicenne assentì alla domanda della signora Lopez.

-Sì signora Lopez, ho deciso di accettare l’opportunità che mi avete offerto, voglio studiare a Mexico City.-

-Sì è giusto. Crediamo anche noi che questa sia la cosa migliore per te. In questi anni ci hai cambiato molto Candy. La tua bontà, la tua gioia di vivere ci hanno trasformati.

Noi ti abbiamo comprata come una schiava, ma tu non sei questo.-

-Nessuno dovrebbe essere schiavo signora.-

-No, nessuno dovrebbe esserlo.-

 

Candy scese le scale, la macchina del signor Legan era appena entrata nella proprietà.

Trovò la servitù interamente schierata sotto il portico d’ingresso per dare il benvenuto al padrone di casa. 

-Ciao Amanda!- la salutò confidenzialmente Neal. -Dai, vieni qui accanto a noi.-

-Oh no Neal, non mi sembra opportuno: non sono certo una di famiglia. Mi metto qui, vicino a Emily.-

Come il signor Legan salì i pochi gradini d’ingresso che lo portavano sotto il portico, la servitù fece un inchino. 

Neanche fosse il re d’Inghilterra, pensò Candy senza nascondersi il profondo disprezzo che provava per quella famiglia. 

-Caro, lascia che ti presenti la signorina Amanda Engalls.- disse Sara dopo che lei e i figli ebbero salutato il marito.

-Finalmente ci conosciamo signorina, ero molto curioso di incontrarla.-

-Lei mi onora signor Legan.- rispose lei stringendo la mano dell’uomo d’affari.

-Prego, accomodiamoci in casa.- disse la signora Legan mentre la servitù tornava alle sue occupazioni.

-Ho fatto preparare il tuo salotto riservato caro.-

-Bene, possiamo accomodarci allora signorina.-

-Caro, stiamo aspettando William, voleva partecipare anche lui.-

-Sì, me l’aveva accennato. D’accordo, intanto che aspettiamo vorrei prendere un buon caffè.-

Sara fece un cenno a Emily.

-Sì signora, provvedo subito.- rispose la bambina prima di dirigersi verso la cucina.

Presero posto in un angolo del salone principale, già addobbato per il ricevimento di quella sera.

-Lei è davvero molto giovane signorina Engalls.- fu il primo scontatissimo commento di Raymond Legan.

-Ho venticinque anni signor Legan.-

-La stessa età di mia figlia Iriza.-

-Oh, sono entrata molto in confidenza con i suoi figli signor Legan. Loro e sua moglie sono stati dei padroni di casa deliziosi.-

-Non ne dubito affatto, conosco le capacità relazionali di mia moglie e dei miei figli. Anche se forse mia figlia Iriza non è ancora una donna d’affari abile come lei, non posso ridire nulla sulla sua abilità nell’intrattenere gli ospiti.-

Iriza e Sara Legan fecero una smorfia di disappunto mentre Candy sogghignava sotto i baffi.

-Signori.- disse una cameriera sopraggiunta nel momento -Scusatemi il disturbo, ma è arrivato il signor Andrew.-

-Bene, fatelo accomodare.-

 

Poco dopo, mentre finivano di sorseggiare il caffè, Candy si alzò.

-Vogliate scusarmi signori, ma devo andare nella mia stanza a prendere i documenti relativi alla nostra trattativa.-

-Certamente signorina, ci vediamo nel mio studio allora…-

-Prima vorrei mostrarle qualcosa qui signor Legan, e vorrei che sua moglie e i suoi figli fossero presenti.-

Raymond fu spiazzato dall’insolita richiesta 

-Va bene signorina, è una procedura un po’ insolita ma va bene.-

Dopo pochi minuti Candy era di ritorno portando con sé una voluminosa busta che consegnò al padrone di casa.

-Prego signor Legan, apra quella busta.-

L’uomo aprì la busta e rimase di stucco nel constatarne il contenuto: un’intera pila di fogli interamente bianchi.

-Cos’è? Uno scherzo?-

-No signor Legan, il vero scherzo ve l’avrei combinato facendovi firmare i fogli che avevo veramente preparato. Fogli relativi al passaggio di proprietà di fattorie inesistenti o comunque fallite da un pezzo.

Tutto quello che vi ho dichiarato sia per iscritto che verbalmente è falso signor Legan. 

Tutti i bilanci che dovevo farvi vedere erano falsi. 

Tutti i movimenti bancari relativi a quelle proprietà inventati o “modificati”.-

-Dovrei denunciarla signorina! Non mi piace perdere tempo!-

-Si immagini cosa avrebbe significato per la sua famiglia pagare un milione di dollari in cambio di niente! Forse non la rovina completa, ma di sicuro un robusto ridimensionamento del vostro tenore di vita. Senza contare l’inevitabile perdita di fiducia degli investitori. Che avrebbero detto i suoi soci di Ciudad Juarez o di Mexico City se avessero saputo che i Legan si erano fatti fregare da una sconosciuta? Che avrebbe detto il consiglio d’amministrazione della Banca di Chicago?

Magari questa bella casa avrebbe dovuto essere venduta.

Magari i suoi incapaci figli avrebbero dovuto trovarsi un lavoro.-

-Ma come si permette!- gridò Raymond Legan alzandosi in piedi. -Lasci immediatamente questa casa!-

-Aspetta un momento Raymond.- intervenne William Andrew -Sono curioso di conoscere i motivi che hanno indotto la signorina a comportarsi così.-

-Lei non può saperli signor Andrew, ma i suoi parenti sì.-

-Ma di che diavolo parla!- scattò Iriza -Noi non l’abbiamo mai vista prima d’ora!-

-Ne sei sicura Iriza?- disse Candy con una voce in cui Iriza e gli altri poterono sentire un odio profondo.

-Che diavolo sta dicendo? Certo che…- Poi si bloccò.

Candy si era levata gli occhiali, e quello sguardo, quegli occhi carichi d’odio, le richiamarono alla mente immagini passate, ma non osava pensare che quelle immagini corrispondessero a quello che stava pensando.

-Prova a immaginarmi con i capelli raccolti in due buffi codoni ai lati della testa.-

-CANDY!- scandì lentamente Iriza come paralizzata dall’orrore -Tu sei Candy!-

-E chi diavolo è Candy?- sbottò Raymond Legan.

-Non si ricorda di me signor Legan? Già, troppo indaffarato anche solo per mollare un sano schiaffone ai suoi preziosi figli quando se lo sarebbero meritato!-

-Sicuro… Candy! La ragazzina che prendemmo dalla casa di Pony e che scappò via durante uno dei miei viaggi di lavoro…-

-È questo che le hanno detto signor Legan? Già, era scomodo dire che i suoi rampolli nascosero dei gioielli fra le mie cose e mi accusarono di furto, e che la sua signora mi mandò in Messico per “punizione”!-

-Di cosa sta parlando questa ragazza?- chiese uno sconvolto Raymond ai suoi familiari.

-Sta mentendo!- dichiarò Sara Legan chiaramente in imbarazzo.

-No mamma, sta dicendo la verità.- disse inaspettatamente Neal

-Candy fu allontanata da questa casa per un nostro capriccio, e tu lo sai.-

Fu come se il gelo artico fosse entrato in quella stanza. Raymond Legan avrebbe volentieri schiaffeggiato tutti i suoi familiari, ma non voleva certo dare in escandescenze davanti a Candy e William!

-Signorina, nel porgerle le mie scuse per quanto accadde tanti anni fa, devo pregarla di lasciare immediatamente questa casa.-

-Sì certo, questa mattina mentre tutti dormivano, ho già portato le mie cose in macchina, sono pronta per andarmene.

Un’ultima cosa: non cercate i documenti falsi che dovevo farvi firmare, li ho distrutti. E non pensiate di potermi denunciare sulla base delle lettere che ci siamo scambiati signor Legan, portano la firma di una persona che non esiste e parlano di una transazione che non è mai avvenuta.

Ah dimenticavo: gli occhiali potete tenerveli, sono finti. Li avevo indossati solo per non farmi riconoscere.-

Ciò detto Candy uscì da quella casa per non rientrarvi mai più.

    

Poco prima di salire nella sua macchina Candy si sentì chiamare.

-Aspetta Candy!-

-Che vuole signor Andrew? Non ho fatto niente ai suoi preziosi parenti, a parte svergognarli un po’.-

-Si sarebbero meritati ben altro, ma vorrei parlare un po’ con te Candy.-

-A che proposito signor Andrew?-

-Saliamo in macchina, ti porterò in un posto che potrebbe piacerti.-

Candy conosceva appena quel giovane uomo, ma decise che poteva fidarsi e lo fece salire nella sua macchina dal lato del guidatore.

In meno di venti minuti di guida, William Andrew la portò davanti a una casa nel bosco che sembrava abbandonata, e lì fermò la macchina.

Poco più in là si sentiva l’inconfondibile rumore di una cascata.

-Questa è una vecchia casa della mia famiglia. Ci abitavo insieme a mia sorella Rose, dopo la morte dei miei genitori. Rose era la madre di Anthony.-

-Quindi lei è lo zio di Anthony signor Andrew.-

-Ti prego Candy, chiamami Albert.-

-Albert?-

-Il mio nome completo è William Albert Andrew, e i miei amici mi hanno sempre chiamato Albert.-

-Mi sorprende che mi consideri tua amica. Con quello che stavo per combinare ai tuoi cari parenti…-

-Perché ci hai ripensato? Ormai era fatta! Dovevi solo incassare i soldi di Raymond e sparire per sempre.-

Candy taceva

-Non dirmi che hai avuto scrupoli…-

Candy iniziò a piangere.

-Cosa… cosa sono diventata… io… io non ero così! Non avrei mai fatto del male a nessuno!-

Albert fu spiazzato.

-E non lo hai fatto. Li hai soltanto svergognati.-

-Emily…-

-Parli della piccola cameriera dei Legan?-

-Cosa…  cosa ne sarebbe stato di lei…-

Albert capì. All’ultimo momento quella ragazza si era fatta prendere dagli scrupoli, certo non nei confronti dei Legan, ma dei loro dipendenti. Se i Legan fossero finiti sul lastrico i loro servitori avrebbero perso il posto, e per molti di loro sarebbe stata la fine.

Le posò una mano sulla spalla.

-Coraggio Candy, hai fatto la cosa giusta. La vendetta ti avrebbe portato solo la soddisfazione di un momento, ma avrebbe anche avvelenato la tua anima, ti avrebbe veramente trasformata in ciò che non sei.

Sei e rimani la stessa bambina che aveva conquistato il cuore di Anthony, Archie e Stear.-

Candy alzò lo sguardo verso il giovane magnate.

-Anthony Archie e Stear… loro erano buoni con me…-

-Non immagini quanto. Poco prima che Sara Legan ti mandasse in Messico, mi scrissero tre lunghe lettere. Mi imploravano di adottarti.-

-Adottarmi?- disse lei sgranando gli occhi.

-Sì, volevano che tu entrassi a far parte della famiglia Andrew, volevano sottrarti alla vita misera che facevi presso i Legan. E io lo feci.-

-Cosa?-

-Sì Candy, ci pensai un po’, ma poi decisi di accontentare i miei nipoti. Anche se non ti conoscevo, decisi di adottarti e di portarti a vivere nella casa degli Andrew.

Mandai un mio uomo a “prelevarti” dal carro di quel messicano, ma lui arrivò tardi. Trovò il messicano morto, ucciso da un colpo di pistola, e tu eri scomparsa nel nulla.

Feci anche fare delle indagini private, ma poi dovetti fermarmi.-

-A-aspetta un momento, quindi vorresti dire che io…-

-Che tu legalmente sei una Andrew.-

-Oh mio dio!- disse lei sbottando a ridere.

 

-Albert io ti ringrazio di quello che hai cercato di fare per me, ma francamente non mi sento di accettare il nome degli Andrew. Passi pure per Archie, che senz’altro andrò a salutare e ringraziare, ma che direbbero gli altri tuoi parenti a vedere una sconosciuta entrare nella famiglia e reclamare tacitamente una quota del patrimonio? Senza contare che si verrebbe a sapere di quello che stavo per combinare ai cari Legan!-

-In effetti…- dovette riconoscere Albert. -…quindi cosa farai adesso?-

-Metterò insieme la mia fortuna e… sparirò. Tornerò al mio vecchio orfanotrofio nell’Indiana e userò il mio denaro per mandarlo avanti, magari anche per ampliarlo e rimodernarlo.-

-Questo ti fa onore, e fa capire molto bene quello che sei veramente. Buttati alle spalle le esperienze amare che hai passato e i tuoi recenti errori, e torna alla vita Candy!-

Lei sorrise a quello sconosciuto che a suo dire era addirittura… suo padre!

-Questo rumore… è una cascata?-

-Sì, dall’altro lato dell’edificio. Vieni, andiamo a vederla.-

Raggiunsero facilmente l’altro lato della vetusta casa e Candy vide la cascata che si gettava nel laghetto.

-È lo stesso fiume che passa vicino casa dei Legan?-

-Sì Candy, è quello.-

-Sai Albert, quando stavo dai Legan, un giorno, dopo l’ennesima cattiveria dei due simpaticissimi rampolli e della loro degna madre, decisi di scappare. Vidi una barca abbandonata vicino ad un pontile e volevo prenderla. Poi mi accorsi che non c’erano remi e lasciai perdere.-

-Meno male Candy! Saresti finita sicuramente nella cascata, e anche se io fossi stato vicino, non avrei potuto salvarti.-

 

   
 
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