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Autore: sangueoro    02/05/2020    2 recensioni
Klaus e Caroline a spasso nel tempo?
Quali saranno i risultati delle loro avventure?
Dopo la morte di Klaus, Caroline deve fare i conti con i suoi sentimenti irrisolti e nel frattempo cercare di salvare le sue figlie dalla fusione.
Riuscirà a trovare la soluzione e a cambiare il destino del suo "ultimo amore"?
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina seguente, a colazione, Caroline era silenziosa.

«No… non mi dire che hai fatto un pasticcio anche nell’ultima missione!» contemplò Rebekah dispiaciuta.

«Io non faccio pasticci!»

«E allora cosa hai?»

Care sospirò.

«Dai dimmelo… puoi confidarti»

Caroline prese un profondo respiro «Ieri sera non sono riuscita a controllarmi e l’ho baciato»

Rebekah sgranò gli occhi «E lui?»

«Beh, ha ricambiato…»

«Ci credo!»

«Non guardarmi così Becca!»

La vampira Originale addolcì l’espressione in un tenero sorriso.

«E’ così che ti chiamo nella mia epoca» le sorrise di rimando Caroline.

«Mi piace moltissimo…»

Elijah e Klaus entrarono in quel momento, entrambi diedero il buongiorno sorridendo cordiali.

«Kol è andato a fare una galoppata alla Serpentine» li informò la sorella.

«Lo invidio da morire!» aggiunse sbuffando.

Una domestica entrò silenziosamente con un vassoio dove erano appoggiati due bicchieri pieni di un liquido rosso scuro.

Come nutrirsi nel 1800, senza fare del male a nessuno, era stato il primo problema al quale Caroline aveva pensato, ma Rebekah l’aveva rassicurata dicendo che in quel periodo lei e i suoi fratelli si comportavano bene! 

Avevano al loro servizio un “guaritore” e uno stuolo di domestici che a rotazione, tramite un salasso, gli garantivano il sostentamento necessario. 

Care non aveva fatto salti di gioia al pensiero di usare delle “sacche di sangue umane” ma aveva dovuto convenire che le persone che avevano quella mansione, erano nutrite e curate a dovere.

Caroline sorrise bevendo l’ultima goccia di sangue che era rimasta nel suo bicchiere.

Rebekah la guardò sospettosa.

«Ero molto preoccupata per come mi sarei nutrita nel 1800» confessò «Non sono a mio agio a bere direttamente da una persona»

«Non avevo il minimo dubbio, Love»

Care si girò ad incrociare il suo sguardo per la prima volta da quando era entrato e ricambiò il sorriso che l’uomo le stava riservando, poi si girò per parlare di nuovo con Becca.

«E tu ti sei divertita parecchio a dipingermi scenari cruenti… solo in un secondo momento mi hai spiegato come eravate organizzati»

Rebekah scoppiò a ridere.

«Sì, non cambierai mai!» la ribeccò divertita Caroline.

«Peggiorerai!» infierì Klaus.

«Quando mi hai descritto il suo abbigliamento, la prima volta che l’hai vista nel 2020…» Elijah sospirò scuotendo la testa.

«Non mi hai detto che mi avevi incontrato!»

«Non ne volevo parlare! Correvi il rischio che ti sbranassi! Eri vestita in un modo indecente!»

«Doveva andare a ballare!» la difese Caroline «Anche in questa epoca gli abiti da sera sono più scollati e provocanti di quelli da giorno!»

Klaus rischiò di soffocarsi con il sangue che stava bevendo «Anche tu vai in giro agghindata in quella maniera nel 2020?»

Caroline gli scoppiò a ridere in faccia «Anche io vado a ballare! Spesso proprio con tua sorella! L’ultima volta che ho visto Kol, mi ha portata in un locale molto particolare di New York e ci siamo scatenati fino a notte fonda! Ma devo ammettere che il mio look è meno appariscente di quello di Becca» la donna guardava divertita le reazioni del vampiro «Ma se ci fai caso, anche in questa epoca… tendo a non osare troppo con le scollature e risultare più sobria della maggior parte delle gentildonne»

«Ma riesci comunque a calamitare l’attenzione su di te, Love»

 

«Dovevamo andare al ballo della Contessa di Sheringford!» sbuffò Rebekah.

«L’evento più importante è questo concerto… le persone che contano sono tutte qui» le mormorò in risposta Caroline.

«Una ragione in più per andare al ballo! Tra gli esclusi!» sibilò la vampira Originale «Più libertà… più divertimento!»

Caroline rise nascondendosi dietro il ventaglio «Lo ammetto… sono pessime!»

«Mi stanno sanguinando le orecchie, Love» si intromise Klaus che le sedeva accanto «Wolfgang Amadeus Mozart si starà rivoltando nella tomba!»

«Ma santo cielo! Ma un po’ di pudore? Un po’ di amor proprio?» scosse la testa Kol.

«Non si può esimersi dal presenziare al concerto annuale delle Lady Smythe-Smith» spiegò Morgan sottovoce che era seduta dietro di loro «E siete fortunati che Lady Honoria quando si è sposata, ha appeso il suo violino al chiodo!»

«Mi vorreste fare intendere che c’era qualcuna peggio di quella ragazza, che ha almeno la decenza di nascondersi dietro il suo violoncello?» domandò Elijah.

«In confronto a come Lady Honoria Smythe-Smith suonava il suo strumento, si potrebbe affermare che Lady Iris, sia talentosa come Jean-Baptiste Bréval» commentò Wulfric St Clair, senza distogliere neanche per un secondo la sua attenzione dal palco.

 

«Lady Bedwyn, permettete una parola?»

Wulfric si era avvicinato a Rebekah durante l’intervallo del concerto.

«Non è cortese venirmi a rubare la dama, St Clair!»

«Sopravviverai per qualche minuto, Hallmere…»

«Perché non lo chiamate Simon, se siete così tanto amici!» scosse la testa Rebekah mentre lo seguiva.

«L’omissione del titolo è già di per sé una chiara espressione di confidenza»

L’ampia terrazza, che si affacciava sul giardino curato, era illuminata ad arte, lasciando qualche punto in semi oscurità ed era proprio verso uno degli angoli più bui che il Barone, in maniera elegante ma decisa, stava conducendo la vampira.

«Mi spiegate a che gioco state giocando?»

«Non capisco a cosa vi riferite, Milord»

«Perché mi avete mandato un biglietto tramite il vostro garzone?»

«Marcel non è un nostro domestico! Fa parte della famiglia!» chiarì piccata Becca.

«D’accordo, riformulo la domanda… Perché, tramite il vostro protetto, mi avete mandato un biglietto, nel quale mi indicavate il colore del vostro abito di stasera?»

Rebekah lo guardava maliziosa, stava per rispondere quando sentirono l’invito ad accomodarsi per la ripresa del concerto.

«Ci conviene rientrare, Wulfric» mormorò la vampira «qualcuno potrebbe accorgersi che ci siamo appartati e sarebbe molto compromettente! Inoltre potrebbe notare che il vostro panciotto è della stessa sfumatura di verde del mio vestito…»

 

«Almeno il cibo è ottimo! Non è vero mia adorata cognata?»

«Concordo! Mai assaggiato un sorbetto così delizioso!»

«Sarà mia premura farvene arrivare una porzione tutte le sere, Vostra grazia…»

Caroline si girò e quasi si scontrò con un uomo che le sorrideva seducente.

«Perdonatemi l’ardire, ancora non ci hanno presentato e sono consapevole che rivolgervi la parola è contro ogni tipo di cerimoniale e buona creanza, ma il mio modo di comportarmi è esattamente il motivo per il quale non ci hanno introdotti» spiegò facendole un occhiolino «Il Marchese di Dain, per servirla Milady» aggiunse facendole un inchino.

Kol inarcò un sopracciglio «Quando si dice un approccio diretto» commentò ironico.

Uno scampanellio annunciò che era arrivato il momento di ritornare nella sala del concerto.

«Mi permettete di scortarvi al vostro posto, Vostra Grazia?»

«No, che non ve lo permette!» tuonò Klaus che era sopraggiunto alle spalle del Marchese «quello è compito mio»

 

 

Caroline e Klaus erano già scesi dalla loro carrozza per presenziare all’ennesima serata danzante, quando Rebekah si era fermata sul predellino, aveva visto che la Contessa di Rosslyn e Lady Crane erano già arrivate e stavano attendendo di essere annunciate.

«Non ce la posso fare!» sbottò «Un’altra sera a conversare e a danzare con dei gentiluomini insulsi, frivoli e scialbi… rischio di fare una strage! Io vi avverto!»

«Scalda il cuore l’opinione che avete della nobiltà inglese»

La vampira Originale si era girata a guardare il Marchese di Hallmere che la stava scrutando ironico, al suo fianco il Barone St Clair la fissava algido.

«Non tutti ovviamente! Ma l’etichetta mi vieta di danzare con voi due tutta la sera!»

Simon scoppiò a ridere «E’ innegabile, Lady Bedwyn, siete una ragazza straordinaria! In due parole siete riuscita a correggere il tiro e risultare deliziosamente impertinente!»

Morgan, che li aveva visti arrivare, aveva disceso la scalinata per andargli incontro.

«Lady St Clair, vi scongiuro! Datemi una serata libera… vi prometto che domani sarò brava e ubbidiente!»

Morgan l’aveva guarda accigliata non sapendo cosa dire.

«O mio Dio… il Marchese di Huntly sta parlando con tua zia!» sgranò gli occhi Rebekah «Vuoi vedere che è lui il mio cavaliere per il ballo di apertura? Con il suo accento scozzese non lo capisco quando parla! Ha due piedi sinistri… e passerò tutto il tempo a trattenermi dall’aggiustargli il parrucchino! Salvatemi!»

«Deliziosa!» commentò Simon continuando a sghignazzare.

«Vi hanno visto tutti Lady Bedwyn! Non potete andarvene» cercò di farla ragionare Morgan.

«Beh se il problema è questo…»

Becca si portò melodrammaticamente una mano alla fronte, poi si lasciò cadere stramazzando al suolo.

Kol scoppiò a ridere, Klaus ed Elijah trattennero a stento un’imprecazione.

Il Barone St Clair era stato il più veloce di tutti e si era chinato a soccorrerla, imitato immediatamente dal Marchese di Hallmere.

Tra le braccia di Wulfric, Rebekah aprì un occhio solo fissando Caroline che la stava guardando con le lacrime agli occhi, nel vano tentativo di trattenersi dal ridere.

«Andiamo a fare una passeggiata ai Vauxhall Gardens?»

Anche Morgan stava facendo una fatica immensa a contenersi, poi sforzandosi di assumere un’espressione preoccupata si girò verso Klaus.

«Vostra Grazia, fate richiamare la carrozza» esclamò a voce alta «vostra sorella ha avuto solo un leggero malore e si sta riprendendo, ma credo sia meglio ricondurla a casa»

 

 

«Questa sera ci divertiremo davvero!» sospirò compiaciuta Rebekah prendendo sottobraccio Caroline che era alla sua destra e Morgan che era alla sua sinistra.

Davanti a lei tutto brillava… sembrava un mondo fatato, illuminato da migliaia di lanterne colorate appese agli alberi.

Il loro arrivo non era passato inosservato, tutti i presenti si erano girati a guardarli non appena erano scesi dalle carrozze.

«Ribadisco che è stata una pessima idea, sorella» scosse la testa il Barone St Clair

«Mi dovevo far perdonare il concerto di ieri sera, Wulfric!»

«Ci vuole ben altro di una passeggiata ai Vauxhall Gardens per dimenticarsi di quel quartetto» rise di gusto il Marchese di Hallmere.

«Parole sante, Hallmere!» ribadì Kol.

«Infatti ci vuole anche una serata senza le vostre zie che mi tampinano!» esclamò Rebekah sempre più eccitata.

Simon scoppiò a ridere senza freni.

«Rebekah!» l’ammonì Elijah «Dovresti baciare il suolo su cui cammina la Contessa di Rosslyn! Il Ton è convinto che sei una giovane gentildonna!»

«E per quanto riguarda mia zia, mi pare di avervi implorato di non metterla al corrente del fatto che non avete nessuna intenzione di sposarmi!» la rimproverò mentre stava ancora sghignazzando il Marchese di Hallmere «Rischiereste davvero di farla passare a miglior vita!»

Morgan si girò a guardare Simon.

«Non mi sono proposto» si affrettò a chiarire il gentiluomo «Lady Rebekah è stata così gentile dal diffidarmi al farlo, sostiene che le sono troppo simpatico per farmi affrontare il suo rifiuto»

«Meno male!» commentò Klaus «Non ne posso più di mettere alla porta i pretendenti!»

«A che numero siamo arrivati?» domandò Kol

«34… trentaquattro uomini da internare immediatamente! Come si fa a volerla sposare?»

«NIK!» lo redarguì la sorella.

«L’uomo che sposerà la mia deliziosa cognata, sarà un uomo fortunato!» esclamò Caroline «Credimi, my dear»

«Cerchiamo di non disperderci!» li ammonì severo il Barone St Clair «e sopratutto rimaniamo in luoghi affollati»

«Ve l’ha mai detto nessuno che siete tremendamente noioso, Milord?»

«Vorrei evitare che siate costretta a sposarvi il primo gentiluomo che vi trascina in uno dei padiglioni!»

«Wulfric!»

Morgan guardava il fratello a bocca aperta, mentre Simon continuava a ridere divertito.

«E’ la prima volta che ti vedo così sgarbato, Clairy!» commentò stuzzicando l’amico.

«La colpa è vostra, sorella! Un conto era venire qui, tra qualche settimana! Quando ci sarà l’evento organizzato, selezionato… quando anche i viali più lontani ed appartati saranno illuminati! In serate come questa ci sono solo coppie clandestine e depravati!»

«Non può essere come dite, Lord St Clair» cinguetto Rebekah ancorandosi al suo braccio «Siamo qui anche noi e non siamo ne l’una ne l’altra cosa»

«Ah… per quanto mi riguarda non ci giurerei» esclamò Kol, poi rivolgendosi al fratello continuò «Andiamo?»

«Dove?» chiese Caroline.

«Avevo già intenzione di sgattaiolare dal ricevimento più tardi, una Viscontessa, rimasta prematuramente vedova, mi ha concesso di farle compagnia durante i fuochi d’artificio, porterà un’amica… quindi ho promesso di portare Elijah»

Il fratello maggiore alzò gli occhi al cielo.

«Beh divertitevi!» replicò Caroline.

«Non aspettateci, se la sorte mi sorriderà ci vedremo direttamente domani»

«E io tornerò con una carrozza a nolo!» chiarì Elijah.

«Non essere così pessimista fratello!»

Il Barone St Clair stava per dire una cosa, quando il Marchese di Hallmere lo precedette.

«Non fare quella faccia, Clairy! Siamo in numero sufficiente per far da cavalieri alle nostre dolci damigelle e per assicurarci che nessuno attenti alla loro virtù» sorrise porgendo il suo braccio a Morgan.

«E chi salverà Lady St Clair da lui?» chiese in maniera impercettibile Klaus iniziando a camminare con Caroline.

La vampira sorrise «Sfortunatamente la stessa Morgan!» replicò.

«Non vi hanno lasciato scelta….Clairy» bisbigliò Rebekah, stringendosi ancora di più al braccio del gentiluomo.

«Vi avverto, Milady… state giocando con il fuoco»

 

Una campana stava annunciando l'apertura della cascata artificiale, con un sistema di fogli di latta che si muovevano grazie ad un meccanismo, l’illuminazione e la musica che simulava l’acqua, sembrava quasi reale ed era uno spettacolo da non perdere.

Caroline era rimasta a bocca aperta.

«Ti piace, Love?»

«Non come se fosse vera… ma è impressionante»

«Sarebbe troppo alta, per una doccia…»

«Decisamente» arrossì Care.

«E’ tutto così finto!» scosse la testa Wulfric «I padiglioni cinesi, le false rovine! Templi, colonne e statue costruite e distrutte ad arte per farle sembrare antiche! Tutto questo ridere… bere e far finta di divertirsi!»

«Stasera sei proprio di cattivo umore, St Clair» lo rimbrottò il Marchese.

«Perché preferisco godere di cose concrete e reali e non sono attratto dall’effimero?»

«Perché oltre alle cose che hai elencato, ci sono anche delle belle passeggiate, le siepi curate, una buona musica e del cibo, ci si può anche rilassare e godersi la serata!» replicò l’amico.

«Se la vita vi offre dei limoni, la cosa migliore da fare è che impariate a fare le limonate, Milord» gli sorrise gentile Caroline.

«E anche questa me la sono mentalmente annotata, Love»

Klaus si chinò a darle un piccolo bacio sulla tempia, facendola arrossire.

«Sono bellissimi insieme» sussurrò Simon.

«E’ vero» gli rispose Morgan.

«E sia!» esclamò Wulfric «Presumo, Milady, che non avete voglia di una limonata… ma sono sicuro che apprezzerete un Arrack Punch» fece rivolto a Rebekah.

«E’ abbastanza forte?»

«Il giusto…»

«Non mi ubriaco facilmente»

«Ne sono al corrente»

Rebekah fece per seguirlo.

«Dove credete di andare?»

«A prendere da bere!»

«Ho deciso di assecondarvi, ma non sono completamente rincretinito! Non potete avvicinarvi ai chioschi! Voi aspetterete su quella panchina laggiù! Insieme a vostro fratello, mentre Hallmere viene con me!» ordinò risoluto.

Rebekah per qualche secondo lo fissò irritata, poi si girò e si incamminò verso il punto che il Barone le aveva indicato.

«Tuo fratello mi piace ogni giorno di più» scosse la testa divertito Klaus, scortando Caroline e Morgan.

 

«Che gradevole sorpresa, Vostra Grazia»

Caroline che stava conversando con Morgan e Rebekah alzò lo sguardo.

Il Marchese di Dain le fece un galante inchino.

«Milord…» lo salutò educatamente la vampira.

«I miei amici» continuò il gentiluomo indicandole degli uomini che lo accompagnavano «Mi avevano riferito che vostra cognata non si era sentita bene stasera, potete immaginarvi il mio stupore nel vedervi qui!»

«Si è trattato solo di un leggero malore, abbiamo pensato che una passeggiata all’aria aperta le avrebbe giovato»

«E’ la stessa cosa che ho pensato io, perché rinchiudermi in una sala da ballo se non avevo l’opportunità di danzare con voi? Incontrarci qui è una fortunata coincidenza… non credete?»

Klaus era stato trattenuto da un anziano Duca, che voleva discutere delle annessioni da White’s, a suo dire ultimamente la moralità delle nobiltà inglese stava progressivamente degenerando e dovevano porre un limite, non sarebbe dovuto essere sufficiente avere un titolo, per diventare soci del più prestigioso club londinese.

Nonostante le chiacchiere dell’anziano gentiluomo il vampiro Originale non si stava perdendo una virgola di quello che stava accadendo a pochi metri da lui.

Il Marchese di Dain stava sfoderando tutte le sue armi seduttive, ma Caroline lo stava tenendo a distanza in maniera ferma e decisa, sebbene gli sorridesse cortese e gioviale.

Klaus si guardò intorno. 

Quando erano arrivati aveva concordato con il Barone St Clair, quella sera gli avventori dei Vauxhall Gardens non sembravano essere particolarmente altolocati, ma con il passare dei minuti doveva ammettere che aveva notato parecchi gentiluomini, tutti in abito da sera, che passeggiavano nelle vicinanze, tanti piccoli gruppi di due o tre nobili.

«Vostra grazia! Ma che piacere incontrarla qui!» Simon si era avvicinato e si era trascinato via il Duca attempato.

«Dobbiamo andarcene…» sussurrò il Barone a Klaus.

Il vampiro si guardò di nuovo intorno sospettoso.

«Hanno triplicato la posta da White’s!» continuò Wulfric.

Klaus lo guardò di traverso.

«So che sapete, Bewcastle!»

«Li hanno avvertiti?»

«Qualcuno che ci ha visto arrivare è andato sicuramente al club a riferire che vostra moglie era qui, quale migliore circostanza? Non siamo ad un ricevimento o sotto agli occhi del Ton e delle loro mogli!»

Il vampiro stava per muoversi quando Lord St Clair lo bloccò.

«Non potete sbranarli! Non potete soggiogarli! Ogni Lord di Londra è a conoscenza della scommessa! Tutti hanno fatto una puntata!»

«Non possiamo andarcene!» sussurrò il Marchese di Hallmere, che dopo aver congedato il Duca era tornato indietro.

«Perché?» chiese Wulfric.

«Perché sembrerebbe che abbiamo qualcosa da nascondere!»

Klaus annuì.

«Amore mio… » si avvicinò verso Caroline allungando le mani «facciamo finalmente questa passeggiata?»

La vampira gli sorrise «Certo tesoro, non vedo l’ora…»

«E’ rinfrancante non è vero, Bewcastle?» esclamò Lord St Clair «Lontano dai salotti e le sale di ricevimento non dovete condividere vostra moglie con nessuno!»

«Esattamente, Clairy» stette al gioco Klaus «Qui posso avere più di due balli con la mia Duchessa!»

«Uno, Niklaus! Avresti dovuto averne solo uno! Ma ti sei sempre concesso delle libertà!»

«Puoi biasimarmi?»

«Assolutamente no!» scoppiò a ridere il Barone, sotto gli occhi di molti gentiluomini che avevano assistito allo scambio di battute.

«Un po’ di libertà ce la possiamo concedere tutti» esclamò Rebekah avvicinandosi con la mano tesa, che Wulfric baciò galantemente, poi l’uomo si chinò con fare seduttivo e una strana luce negli occhi «Siete una vipera!» mormorò continuando a sorridere.

«Poi mi spiegate cosa sta succedendo qui…» sussurrò di rimando Rebekah con lo stesso tipo di atteggiamento «Perché tutto ad un tratto vi date del tu e vi comportate come se foste fratelli di latte!»

«A quanto pare a noi tocca il ruolo di chaperon! Lady St Clair» si incamminò Simon.

«Temo proprio di sì, Milord» annuì Morgan accettando di seguirlo.

 

«Lo sapevi…»

«Che buona parte dei gentiluomini di Londra ha scommesso di portarmi a letto? Sono una vampira anche io… Tesoro!»

Klaus la guardò accigliato.

«Morgan…» esclamò a voce alta la vampira «Non ti sembra che il Marchese di Dain assomigli a quell’uomo che mi hai mostrato l’altro giorno in Bond Street? Tom Ellis… mi sembra si chiamasse!»

«Chi? Lucifero in persona?» sorrise la strega «Concordo mia cara… e mi pare di averti già detto che il Conte Westcliffe lo vedrei bene a fare la pubblicità di un profumo!»

«Si ricordo! Avevamo anche immaginato dove potrebbe essere ambientata! Su una barca… nel mar mediterraneo! Un qualcosa di Dolce!»

«E Gabbana…» scoppiò a ridere Morgan «Invece il Duca di Kingston, sarebbe un perfetto Thor!» aggiunse guardando divertita Simon che la fissava sconvolto.

«Assomiglia ad uno dei nostri domestici in America… aspetta come si chiamava? Hemsworth! Chris Hemsworth! Non sembra anche a te tesoro?» sorrise in maniera ironica a Klaus.

«Mi sembra di capire che non solo sai della scommessa, ma anche chi sono i cavalli di razza sui quali hanno puntato tutti!»

«Già… e con Morgan ci siamo divertite a trovare delle somiglianze con uomini famosi della mia epoca! Doveva descriverli alle ragazze …nel 2020!» gli sussurrò.

«E ti hanno dato dei suggerimenti su quale far vincere?»

«Beh… tua sorella ha detto che se davvero il Conte Westcliffe è il sosia di quello che fa la pubblicità del profumo, lei non avrebbe dubbi!»

Klaus scosse la testa infastidito.

«Non ci sarà nessun vincitore…»

Il vampiro la guardò di sottecchi.

«Ho degli standard piuttosto alti!»

 

«Che cosa era quella cosa?» chiese Simon.

«Un gioco che abbiamo fatto io e Lady Bewcastle»

«Mi sembra che tra voi sia nata una bella amicizia»

«Sì… è una persona adorabile!»

«Concordo…»

«Hai scommesso anche tu?»

«Di cosa stai parlando?»

Morgan inclinò la testa guardandolo con scherno.

«E tu come lo sai? Su certe cose c’è il massimo riserbo!»

«E allora dovete dire ai vostri soci di non ubriacarsi troppo! Qualcuno lo ha confessato direttamente a Caroline! Anzi voleva trovare un accordo per dividersi la posta!»

«Voglio il suo nome!»

«Non te lo dirò mai! Fino a quando ammetterete dei debosciati in quel vostro club esclusivo… noi donne non potremo entrare! Ma avremo sempre notizie di prima mano!»

Simon sorrise.

«Non ho scommesso, non potrei mai…» le mormorò guardandola negli occhi.

«Prima o poi dovrai…»

Il Marchese di Hallmere sospirò «E’ un vero peccato che Lady Bedwyn non voglia sposarmi!»

Morgan gli rifilò una gomitata e il gentiluomo scoppiò a ridere.

«Rebekah è tutto tranne che insignificante!» sibilò guardandolo storto.

«Tutte le donne in confronto a te sono insignificanti, amore mio…»

Morgan arrossì «Grazie… ma tua moglie lo deve essere per davvero!»

«Sposerò la più scialba delle donne… te lo giuro!»

«Non essere crudele!»

«La mia famiglia non vuole che sposi la donna che amo! Ho diritto ad essere crudele! Vogliono che mi sposi? Sceglierò la più altezzosa, la più odiosa e la più venale delle donne! Una che si atteggi a Duchessa ben prima di diventarlo e che li guardi dall’alto verso il basso… non importa! Non è affar mio! Quella donna da me avrà solo il titolo!»

Morgan annuì «Sono sicura che la troverai, quando ti metti in testa una cosa, riesci sempre nel tuo intento!»

«E tu sposerai il Visconte di Ashford»

La donna sbuffò.

«Questa cosa che hai scelto tu mio marito, non va affatto bene!»

«Ti ama… e non ti farà mai del male, e io ho bisogno di sapere che tu sia al sicuro»

«E avete entrambi gli occhi chiari e lo stesso colore di capelli…»

L’uomo sorrise impertinente «Beh questa cosa non guasta…»

«Io amerò per tutta la vita solo te… credimi Simon, è una cosa certa! Io amerò tutta la vita solo te…»

«Ed io te…»

«Sì, lo so…»

 

«E nessuno ha scommesso su di me?»

«Lady Bedwyn! Ma cosa dite!»

«Ma è demoralizzante che nessuno abbia pensato di sedurmi!»

«Nel vostro caso si parlerebbe di matrimonio!»

«E chi lo dice?»

«La buona creanza! Siete una debuttante!»

La vampira sbuffò.

«Allora è deciso! Dirò a Klaus di accettare la proposta del prossimo gentiluomo che chiederà la mia mano!»

«Voi siete completamente pazza!»

Il Duca di Kingston, stava arrivando dalla parte opposta, guardò Caroline che stava parlando con Klaus e non lo aveva degnato di uno sguardo, poi fissò Rebekah…. e le sorrise.

il Barone St Clair intercettò lo scambio di sguardi.

«Vedo che puntate in alto! Potete star più che certa che lui non si metterà mai in ginocchio dinanzi a voi!»

«Beh, una proposta forse no, ma in ginocchio ci si metterebbe di sicuro! Volete scommettere?»

«Certo che no!»

«Avete paura di perdere?»

«Sono sicuro di perdere!»

«Non lo soggiogherò! Se è quello che temete!»

«Lo so che non lo farete! Il problema è che so per certo che voi riuscireste ad irretire anche un santo! E Kingston è tutto fuorché un santo!»

«Al contrario di voi…»

«Non lo sono neanche io Rebekah… Fidati…»

 

Klaus aveva allungato un po’ il passo.

«Che stai facendo?»

«Metto un po’ di distanza tra noi e gli altri!»

Caroline sorrise.

L’uomo la sospinse verso un vialetto secondario «Abbiamo tutti bisogno di un po’ di privacy!»

«Non possiamo farlo!»

«Siamo sposati! Possiamo fare quello che vogliamo!» la prese per mano e continuò a camminare verso le siepi più interne e meno illuminate.

«Lo hanno capito tutti che non ho intenzione di tradirti!»

«Se vogliono vivere…»

«Promettimi che non torcerai un solo capello a nessuno di quei libertini!»

«E tu promettimi che non me ne darai motivo!»

«Puoi starne certo…»

Il vampiro la bloccò contro un albero.

«Ti avevo chiesto…» sussurrò Care.

«…di non farti domande… e ti posso garantire che l’ultima cosa che desidero è parlare…»

Klaus si chinò a baciarla e Caroline cedette immediatamente.

La vampira sentiva la corteccia contro la sua schiena, il suo corpo… e la sua mente volarono lontano…intensificò il bacio e si strinse contro l’uomo, avvertì le sue mani che le sfioravano il collo e che si insinuavano nella scollatura.

«Non puoi strapparlo questa volta! Non ho una giacca…»

Caroline smise di parlare, scosse leggermente la testa e chiuse gli occhi…

Klaus si era bloccato per qualche secondo, poi con delicatezza le aveva scoperto le spalle e si era chinato a baciarle, l’abito era sceso fino a scoprirle un seno, il vampiro lo aveva preso nel palmo della mano, mentre con le labbra era risalito sfiorandole il collo.

«Se non mi dici di fermarmi, rischio di perdere il controllo, Love»

Caroline ansimò, Klaus si scostò per guardarla.

La vampira era ad occhi chiusi, completamente abbandonata contro l’albero, tremava leggermente, alcune ciocche di capelli erano sfuggite all’acconciatura, aveva le zanne esposte e si mordeva le labbra.

«Caroline…» mormorò roco.

   
 
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