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Autore: m a y    02/05/2020    1 recensioni
Fu per quello che una mattina si svegliò, prese il suo telefono e chiese – tramite un messaggio inviato sulla chat di gruppo della classe 1-A – se a loro sarebbe piaciuto trascorrere una giornata nel parco divertimenti più vicino. La proposta fu accolta quasi immediatamente dalla maggioranza dei componenti, e Ashido non poté far altro se non esultare e procedere con il resto dei preparativi.
{ pre 3x01 | hints: Midoriya/Uraraka, Todoroki/Yaoyorozu, Tokoyami/Tsuyu & more ♥ }
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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III.
 
Il gruppo composto da Izuku, Ochako, Tenya, Momo, Shoto, Fumikage e Tsuyu si stava avviando verso il luogo di ritrovo stabilito. Il tempo era passato molto rapidamente, e per i ragazzi era quasi giunta l’ora di salire sulle ultime attrazioni insieme al resto dei compagni, e di tornare poi nelle rispettive abitazioni.
Dopo essere saliti sulla ruota panoramica, gran parte dei presenti tendeva a stare in silenzio, o al massimo a scambiare soltanto qualche parola. Iida continuava a non capire cosa fosse accaduto e, più cercava di interrogare Midoriya, più questo balbettava parole incomprensibili in preda all’imbarazzo.
Tsuyu rivelò a Ochako la proposta fatta a Tokoyami-kun e la risposta del ragazzo a riguardo, ed entrambe erano contentissime; la castana cercò di avvicinarsi poi a Izuku, ma – prima che potesse parlargli – il cellullare del ragazzo squillò a tutto volume.
«Ti sta chiamando qualcuno Deku-kun!»
Izuku annuì e diede le spalle alla ragazza, in modo tale che lei potesse aprire la tasca del suo zaino e prendere il telefono. «Probabilmente sarà mia madre…» rifletté Midoriya ad alta voce, ma quando vide il nome di chi lo stava chiamando sullo schermo sfilò subito il telefono dalle mani di Ochako.
«Scusate ragazzi… Voi andate avanti, io vi raggiungo il prima possibile!»
I suoi compagni lo guardarono con fare interrogativo, tranne Uraraka, che aveva abbassato lo sguardo, piuttosto risentita dal gesto del ragazzo. Tenya diede a Izuku la sua preziosa mappa del parco, dato che ormai la sapeva a memoria, e lo salutò, imitato da tutti gli altri.
Il ragazzo dai capelli verdi si sedette su una panchina all’ombra di una grossa quercia e rispose alla chiamata.
«Ciao, emh, come va?»
«Ehi Midoriya-shonen! Ho visto la foto che mi hai inviato… anche io alla tua età andavo spesso in quel parco, solitamente con i miei amici del liceo»
Izuku sperò che All Might – o meglio, Toshinori – non iniziasse un lungo sproloquio sulla sua giovinezza, ma fortunatamente cambiò discorso.
«Sei con tua madre o…?»
«Sono con i miei compagni di classe! È stata Mina ad avere l’idea. Ho provato un sacco di attrazioni davvero pazzesche e…» Izuku si fermò un secondo, sentendosi avvampare improvvisamente. «… sono salito sulla ruota panoramica insieme a Ochako» A cosa poteva servire un’informazione del genere? Il ragazzo non lo sapeva, ma aveva sentito il bisogno di dirlo per qualche insolita ragione.
All Might rimase un attimo in silenzio, dopodiché esclamò: «Sono davvero fiero di te, giovane Midoriya! Entro l’estate ti troverai anche la ragazza!»
L’interessato voleva controbattere ma decise di lasciar perdere, anche perché dentro di sé sapeva perfettamente che stare con Ochako sentimentalmente era uno dei suoi grandi sogni. Toshinori l’aveva capito subito, dopotutto.
Resosi conto di aver suscitato imbarazzo nel povero ragazzo, All Might cercò di rimediare: «Sai, qui alla U.A. il vostro sensei Aizawa ha quasi ultimato i preparativi per il Ritiro nei Boschi. Da quel poco che mi ha rivelato, ne passerete delle belle!»
Izuku tremò per l’emozione. Aspettava con trepidazione il Ritiro nei Boschi, evento che avrebbe reso quell’estate ancora più speciale. Non vedeva l’ora di allenarsi, preparare da mangiare intorno a un falò e dormire insieme agli altri suoi compagni. E poi ci sarebbe stata anche Ochako.
«Hai provato il Takabisha? È a mio parere l’attrazione più bella del parco, quando ero giovane ci salivo sempre e mi divertivo un mondo… ora che ci penso non so neanche se ci sia ancora» chiese All Might piuttosto imbarazzato, mentre il ragazzo cercò di aprire la mappa datagli da Iida con la mano che aveva libera.
«Sì c’è, e dove sono io riesco a vederla perfettamente da quanto è a-alta…» balbettò Izuku alla vista delle montagne russe. Era esattamente il roller coaster su cui nessuno aveva osato salire, nemmeno Bakugou, e probabilmente era alta più di 80 metri. Nella sua testa comparve l’immagine di un giovane Toshinori che si sbracciava dal vagoncino di quell’attrazione infernale.
«Credevo l’avessero smantellata… meglio così, no? Senti ragazzo mio, io devo concludere le ultime faccende scolastiche. Fai un giro sul Takabisha da parte mia, ok? Ci sentiamo!» prima che Midoriya potesse ribattere, All Might chiuse la chiamata.
Izuku depositò il telefono e la mappa all’interno di una tasca e si mise lo zaino in spalla, senza distogliere lo sguardo dall’attrazione in questione. No, non posso farlo. Almeno, non da solo rifletté il ragazzo, e si chiese se qualcuno dei suoi compagni fosse salito su quella giostra insieme a lui. Qualcuno che non fosse Kacchan pronto a sfidarlo, naturalmente.

Il giovane percorse rapidamente una scorciatoia scoperta grazie alla mappa datagli da Iida e si trovò in poco tempo presso il luogo di ritrovo. Appena giunse sul posto, vide Tenya intento a leggere con attenzione un display che indicava i minuti di coda di ciascuna attrazione, e Tsuyu che saltellava contenta sotto un getto di vapore acqueo proveniente da una fontana lì vicino. In breve tempo la imitarono anche Momo e Ochako, mentre Shoto e Fumikage si occupavano di riempire le borracce di acqua fresca. Izuku si era più volte domandato come facesse Tokoyami a sopportare il caldo di quella giornata estiva pur indossando una felpa completamente nera e a maniche lunghe, ma decise di lasciar perdere.
«Midoriya-kun, eccoti qua!» esclamò Iida alla vista del suo amico. «Siamo i primi ad esser giunti qui. Forse abbiamo il tempo di salire su un’altra attrazione… dai un’occhiata anche tu» gli disse poi indicando il display che stava leggendo fino a qualche momento prima. Il verde di capelli annuì e si posizionò davanti allo schermo luminoso, cercando di non ostruire la vista a un bambino di sei anni che cercava in lacrime i minuti di coda del Bruchino a spasso nella frutta. Con l’arrivo del pomeriggio molte attrazioni cominciavano ad avere code interminabili, ma fortunatamente l’intero gruppo dei ragazzi aveva avuto occasione di salirci durante la mattina. Izuku continuò a leggere finché non trovò Takabisha: 5 minuti di attesa. Chissà come mai pochissima gente provava a salire su quell’attrazione…
Midoriya prese un respiro profondo e chiese a Iida se aveva voglia provare con lui il Takabisha. L’occhialuto cominciò a gesticolare e a farneticare cose del tipo: è targato come super adrenalinico! Sei proprio sicuro? Hai problemi cardiopatici, per caso? Ma Izuku gli assicurò che era consapevole di cosa stava andando incontro, così l’amico si fermò improvvisamente e concluse dicendo: «Verrò con te allora, Midoriya-kun!»
I ragazzi riferirono poi il tutto al resto del gruppo: Todoroki volle immediatamente seguirli e venne imitato da Tokoyami; Yaoyorozu, dapprima incerta, decise di unirsi al gruppo dopo aver ricevuto un’occhiata incoraggiante da Shoto mentre Uraraka e Asui sembravano piuttosto impaurite.
«Se non vi va resto a farvi compagnia» disse Momo in tono gentile, ma, prima che potesse aggiungere altro, Ochako esclamò: «Vengo con voi! Io, ecco…» si fermò un secondo, poi disse tutto d’un fiato: «… vorrei tanto salire in prima fila!»
Izuku rimase sbalordito da quell’esclamazione. Ochako era a dir poco coraggiosissima. Non solo voleva salire su quell’attrazione terrificante soltanto a guardarla, voleva persino provare a stare in prima fila.

Ochako è semplicemente incredibile.

La castana si accodò al gruppo e si voltò subito dopo in direzione di Tsuyu: «Hei Tsuyu-chan, tu non vieni con noi?». La ragazza rana abbassò lo sguardo e sospirò. «Io ho un po’ paura, a dire il vero…»
A quella risposta, Uraraka stava per rinunciare alla sua piccola ambizione per fare compagnia alla sua amica, ma prima che potesse fare o dire qualsiasi cosa, Tokoyami si mise accanto alla ragazza-rana e annunciò al resto dei compagni: «Resto io qui con lei. Nel frattempo…» disse poi rivolto a Tsuyu «… io e la piccola Tsuyu saliremo su un’altra attrazione»
Asui gli rivolse uno sguardo pieno di ammirazione e non poté fare a meno di abbracciarlo. «Grazie, Tokoyami-kun» sussurrò la ragazza, il viso immerso nella felpa di Fumikage. Questo non si scompose più di tanto, ma sentiva dentro di sé fremere Dark Shadow. Erano entrambi piuttosto contenti, anche se non lo davano a vedere.
Momo e Ochako si scambiarono un’occhiata complice mentre Iida si apprestò a consegnare un’altra mappa a Tokoyami. Todoroki si era chiesto molte volte quante mappe avesse preso con sé Tenya, così chiese a Momo, dal momento che aveva accompagnato l’occhialuto a prendere i biglietti, e questa gli rispose: «Le aveva prese per tutti quanti, ma prima che potesse distribuirle gli altri avevano preso la propria strada»
Preso da un leggero rimorso, Shoto chiese a Tenya se poteva prendere una delle sue mappe, e questo accettò senza porsi domande.
I ragazzi salutarono Asui e Tokoyami e si diressero verso l’imponente Takabisha.

 
• • •

Izuku attendeva inquieto il proprio turno per salire sul roller coaster. In soli cinque minuti di attesa si era già domandato almeno una decina di volte se quello che stava facendo fosse una follia o meno, e quando veniva assalito dal terrore – incrementato dalle urla di coloro che affrontavano le ripide discese del Takabisha – rivolgeva lo sguardo a un bambino poco distante (avrà avuto all’incirca 11 anni), il quale sembrava per nulla spaventato, anzi, fremeva dalla voglia di salire.
Iida, come suo solito, leggeva accuratamente il regolamento dell’attrazione, mentre Todoroki conversava con Uraraka e Yaoyorozu. «Chissà cosa diranno i nostri compagni quando scopriranno-» stava per dire Midoriya, quando sentì una voce famigliare poco distante da lui gridare: «CHE COSA?! C’è pure quello sfigato di Merdeku?! E che cazzo!»

Oh-oh.

Bakugou scansò alcune persone dietro di lui e rivolse uno sguardo minaccioso al suo nemico: «Quindi ci sei anche tu insieme alla tua banda di nerd, eh? E non poteva mancare il bastardo a metà!» disse poi, alludendo a Todoroki.
Katsuki venne raggiunto da Eijirou e Hanta, i quali, al contrario di lui, salutarono i compagni con un caldo sorriso. «Dovete scusarlo, è un tantino agitato…» ridacchiò Sero, e per poco non ricevette un pugno in pieno viso da Bakugou.
Kirishima si scusò con Midoriya e Todoroki per il comportamento maleducato del suo migliore amico, e chiese poi a Iida cosa avessero fatto di bello durante il pomeriggio: l’occhialuto iniziò una lunga descrizione di ogni attrazione su cui erano saliti, finché non giunse alla fine liquidando rapidamente la questione della ruota panoramica.
«LA RUOTA PANORAMICA?! Che cosa roman-» stava per dire Sero, ma venne interrotto bruscamente da Bakugou, il quale concluse dicendo: «… DISGUSTOSA! Siete proprio dei piccioncini del cazzo»
Nessuno sembrò degnarlo di uno sguardo, cosa che lo fece imbestialire maggiormente. Prima che Katsuki potesse ridurre in frantumi i cancelletti di entrata all’attrazione qualcuno sembrò creare non poco scompiglio all’interno della fila:
«Permesso, scusate… Vogliamo raggiungere i nostri amici…» mormorò uno dei due ragazzi, cercando di farsi largo tra la folla.
«Non mi dispiace rimanere incastrato tra due belle chiappe, madame, ma vorrei riservarmi un bel posticino vicino ai miei amici, se mi consente di raggiungerli…» ammise l’altro ridacchiando.
«Fantastico, ci sono anche Pikachu e il suo gnomo da giardino…» disse Bakugou con gli occhi infuocati. Il suo tentativo di salire su un’attrazione adrenalinica in santa pace era appena andato in fumo.
Kaminari raggiunse finalmente il resto dei suoi compagni e si appoggiò di peso alla spalla di Yaoyorozu. «Ehi, ragazzi! Che bello rivedervi… avete avuto la nostra stessa idea da quel che vedo!»
Shoto si avvicinò al ragazzo e lo scostò bruscamente dalla spalla di Momo, mentre Mineta si sistemò rapidamente la t-shirt raffigurante il coniglietto di Play Boy.
«Non avete idea di quello che abbiamo combinato io e Denki, ehehe! Non è vero amico mio?»
Il biondo rivolse uno sguardo interrogativo al compagno. «Ma Mineta, abbiamo fallito miseramente ogni tentativo di rimorchiare, per non parlare di-» Minoru gli diede una gomitata sul fianco e lo fece abbassare alla sua altezza, dopodiché gli sussurrò a denti stretti: «Kami, insomma! Se riveli tutto quanto faremo una figuraccia… per di più di fronte a due ragazze!»
Kaminari alzò lo sguardo verso Uraraka e Yaoyorozu e concluse dicendo: «Hai ragione, fratello…»
A poco a poco la fila si era fatta sempre più corta finché per i ragazzi non fu il momento di salire sull’attrazione. Kirishima notò che la carrozza su cui sarebbero saliti era molto simile a quella che aveva già provato insieme a Bakugou e Sero, ma per qualche ragione era più terrificante. Avrebbe rinunciato alla sua virilità urlando come una femminuccia, di questo ne era certo.
Katsuki superò malamente Izuku e si sedette in prima fila; Ochako fece per salire accanto a lui ma cambiò idea quando il posto libero venne occupato da Eijirou. La castana sospirò e cercò un altro posto disponibile, ma il resto dei suoi compagni sembrò già aver preso posto. Solo lei e Izuku non erano ancora saliti su nessun vagone.
Bakugou aveva notato quasi subito l’espressione delusa di Uraraka, per cui senza pensarci due volte disse rivolto a Kirishima: «Fai salire la ragazza»
«Cosa? Ma io volevo-»
«Mi hai sentito? Fai salire Uraraka»
Eijirou smise di ribattere e scese dal sedile su cui si era accomodato; si avvicinò poi a Ochako e le disse che poteva sedersi lei in prima fila accanto a Katsuki.
La ragazza esitò un secondo. Bakugou le aveva davvero permesso di salire accanto a lui al posto di Kirishima?
Decise di accantonare quel pensiero e si accomodò sul sedile del vagoncino, attendendo l’uomo addetto al controllo delle cinture di sicurezza.
Izuku non aveva ancora preso posto. Per un momento aveva veramente pensato di stare accanto a Ochako. Poi l’aveva vista sedersi accanto a Kacchan e aveva avvertito un’insolita fitta al petto.
«Hei Midoriya! C’è un posto libero se vuoi!» gli disse una voce proveniente dagli ultimi due posti. L’interessato si diresse lì un po’ di malavoglia e scoprì che avrebbe affrontato il Takabisha accanto a Minoru Mineta.
«Oh, emh, grazie Mineta, davvero» rispose Izuku sedendosi e cercando di allacciare le apposite cinture di sicurezza. Le coppie erano così formate: in testa si trovava Bakugou accanto a Uraraka; dietro di loro si trovavano Kirishima e Todoroki; Kaminari era accanto a Iida (nonostante il primo volesse sedersi accanto a una ragazza dalla pelle scura piuttosto carina), mentre Sero aveva preso posto vicino a Yaoyorozu. A chiudere la fila si trovavano Midoriya e Mineta.

La carrozza partì lentamente emettendo un orribile cigolio. Kaminari continuava a dondolare le proprie gambe nel vuoto, cercando di non guardare di sotto, mentre accanto a lui Iida era in preda al panico perché aveva dimenticato di depositare gli occhiali nel proprio zaino. Le alternative erano due: o sarebbe arrivato fino alla fine con gli occhiali ancora stretti sul naso, o questi sarebbero caduti in un baratro di 90 metri.
Kirishima cercò di non mostrarsi impaurito, ma Todoroki sembrava troppo interessato alla coda di cavallo di Yaoyorozu davanti a lui; Sero stava recitando due o tre preghiere a macchinetta mentre Bakugou salutava (o meglio, mostrava il dito medio della mano destra) le piccole persone che si trovavano al di sotto dell’attrazione, nonostante sapesse benissimo che a quell’altezza non potevano vederlo.
Midoriya cercò di regolare il proprio battito cardiaco, impazzito un po’ per via dell’altezza a cui si trovavano, un po’ per l’accaduto di poco prima, mentre Mineta fischiettava tranquillo, le mani piegate dietro la nuca.
«Hai paura Midoriya?» chiese quest’ultimo rivolto al compagno.
«U-un po’… e tu?»
«Per niente!» rispose trionfante Minoru, dopodiché si avvicinò a Izuku e gli sussurrò: «Ti svelo un segreto, fratello! Mi sono incollato le chiappe al sedile con le mie palline gommose, così non avrò paura di cadere… Ma che rimanga tra noi, mi raccomando. Ne vuoi due anche tu?». Midoriya mostrò un’espressione tra lo sbalordito e lo schifato, e declinò l’offerta di Mineta quando questo cominciò a insistere.
Ochako osservava le altre attrazioni in funzione, già viste durante il giro sulla ruota panoramica; sia in quell’occasione sia ora la ragazza era salita veramente in alto, ma nonostante non gli fosse mai piaciuta l’altezza aveva sentito l’adrenalina in corpo. Il Takabisha era libertà, vento tra i capelli, ripide discese, mentre la ruota panoramica era tranquillità e romanticismo, e Uraraka scoprì di amare entrambe le cose.
Katsuki rivolse uno sguardo alla castana accanto a lui e sussurrò: «Se hai paura puoi tenermi la mano»
Uraraka credette che stesse soltanto scherzando – insomma, Bakugou aveva sempre preso in giro chiunque – per cui pensò fosse solo un modo meschino di prendersi gioco di lei e per questo non rispose, si limitò soltanto a prendere un respiro profondo prima che l’attrazione iniziasse ad accelerare.

La discesa non fu ripida. Di più. Era esattamente come cadere da un palazzo di sette piani e i ragazzi lo provarono sulla propria pelle: Kaminari si strinse più che poté a Iida e urlò come non aveva mai fatto in vita sua, dietro di loro Sero e Yaoyorozu gridavano e ridevano allo stesso tempo, a Kirishima lacrimavano gli occhi mentre Todoroki aveva improvvisamente preso fuoco per metà.
Negli ultimi posti Midoriya era in preda ad uno svenimento mentre gli urli di Mineta (nonostante fosse ancorato al sedile grazie alle sue palline gommose) sembravano usciti dall’oltretomba da quanto erano pieni di terrore.
Una discesa, una brusca curva, un capovolgimento a testa in giù e poi un’altra discesa, urla, risate e braccia tese verso il cielo. Questo fu il Takabisha.
Dopo poco più di un minuto – ma che ai ragazzi era parso un’eternità – la carrozza frenò bruscamente per poi giungere nuovamente da dove era partita molto più lentamente. I ragazzi non dissero una parola, troppo spaventati dal quell’adrenalinica esperienza. Izuku si assicurò che il suo compagno stesse bene, dal momento che aveva lo sguardo vacuo e sembrava aver perso i sensi, mentre Tenya esclamò un Eureka! quando si accorse di vederci ancora perfettamente.
Ochako si era divertita un mondo e non vedeva l’ora di raccontare tutto a Tsuyu, ma mentre pensava a ciò la voce accanto a lei le disse: «Alla fine l’hai fatto comunque, a quanto vedo». La castana non seppe di cosa stava parlando finché non abbassò lo sguardo sulla propria mano, stretta involontariamente attorno a quella di Katsuki.
Il viso della ragazza divenne rosso di imbarazzo, ma il biondo non sembrò intenzionato a deriderla, anzi, non sembrava ritenere quella situazione una tale scocciatura, dopotutto.
I ragazzi scesero dall’attrazione e si diressero all’uscita, chi barcollando, chi arrancando o chi semplicemente saltellando per la contentezza.
«Penso proprio che non salirò più su quella roba» esclamò Sero grattandosi la nuca, mentre al contrario Kirishima chiese: «Chi vuole rifarla con me?» e tutti i ragazzi risero di gusto.

 
• • •

«CHE COSA?! Avete provato quella figata senza di noi?!» esclamò Mina dopo aver ascoltato attentamente il racconto di Hanta. «Potevate invitare anche noi!»
«Ashido, non eravamo ancora arrivati quando sono saliti, e poi non penso proprio che qualcuno di noi volesse provare quella montagna russa, oltre a te!» affermò Hagakure, ma Jirou concluse dicendo: «E a me».
Poco dopo Toru raccontò al gruppo di Izuku dove erano stati, e quando questo chiese da dove provenisse il panda gigante di peluche che Kyoka stringeva tra le mani, la ragazza rispose soltanto: «Chi lo sa! Perché non lo chiedi direttamente a lei?» che equivaleva a un: non lo saprai mai, dato che Jirou non lascia trapelare quasi nulla su di sé! A quella risposta il verde di capelli lasciò perdere e si limitò a sorridere alla vista di Jirou e Kouda che parlottavano.
«Ragazzi, io e Mineta andiamo a prendere qualcosa da mangiare a quel negozietto laggiù!» annunciò Denki indicando un piccolo chiosco adiacente al Takabisha.
Il resto dei compagni annuì. Qualche minuto dopo Ochako intravide due sagome famigliari poco lontano da loro: «Sono tornati Tsuyu e Fumikage!» e corse loro incontro. I nuovi arrivati erano entrambi bagnati fradici, e Asui aveva gli occhi che brillavano di pura felicità.
«Ehi, siete tutti interi, cra?» chiese Tsuyu divertita, e l’amica rise e cominciò a raccontarle l’esperienza vissuta poco prima; al tempo stesso Asui spiegò a Uraraka quanto fosse stato divertente salire su Boat on the River, e le confidò in particolare quanto fosse stato bello stare accanto a Tokoyami.
«Quindi ora dovremmo esserci tutti!» esclamò Mina, e nel frattempo Toru contò i presenti per assicurarsi che ci fossero davvero tutti; nel frattempo Kaminari e Mineta stavano girando in tondo all’interno del negozietto in cui erano entrati poco prima, l’uno indeciso se ordinare un Hot-Dog o delle patatine fritte, l’altro troppo impegnato ad ammirare la commessa che stava dietro il bancone.
«Kaminari, penso di aver agganciato un bel bersaglio… guarda là, fratello!» disse Mineta indicando la ragazza in questione. Kaminari strabuzzò gli occhi e mostrò in viso un’espressione instupidita, dopodiché mormorò all’amico: «Forse abbiamo un’ultima possibilità Mineta! Dopotutto, questa giornata non è stata poi un tale fallimento!» I due ridacchiarono e si nascosero dietro a uno scaffale di tazze raffiguranti la mascotte del parco e progettarono la prossima mossa.
«Mineta, sarai tu a fare il primo passo intesi?»
«Naturalmente! Si dà il caso che il sottoscritto sia mooolto esperto in materia» si vantò il più basso dei due e, impettito come un tacchino disse: «Lascia fare a me, fratello!» e si diresse a testa alta verso il bancone del negozio.
Una volta arrivato a destinazione Minoru si schiarì la voce e disse, cercando di rendere più o meno suadente la propria voce: «Ehi, sei proprio uno schianto bellezza!». Dal canto suo, la ragazza cercò di capire da dove provenisse quella voce e si guardò intorno con sguardo interrogativo. Nel frattempo Denki si avvicinò al bancone, dove depositò due Hot-Dog impacchettati, e confidò alla commessa: «Ehm, il mio amico qui sotto vorrebbe scambiare due chiacchere con lei!»
La bionda si sporse leggermente e finalmente vide chi le stava facendo la corte: per tutto il tempo non era riuscita a vederlo, dato che la statura del ragazzo non gli aveva permesso di superare anche di poco l’altezza del bancone. In quell’istante Kaminari si immobilizzò, gli occhi fissi sulla scollatura della ragazza. Missione compiuta.
Il ragazzo sembrò restare per qualche secondo in una sorta di trance finché non ricevette un pugno piuttosto violento all’altezza delle ginocchia. «AHIA! Ma che diamine-»
«Allora è così eh? Pensavi davvero di goderti lo spettacolo da solo? Mi hai davvero deluso, fratello!» abbaiò Mineta e cominciò a lanciare a raffica le palline gommose di colore viola in direzione di Kaminari.
«Aspetta, posso spiegarti-» cercò di dire il biondo ma in quell’esatto momento ricevette una palla dritta sul viso che lo costrinse a zittirsi. Gli altri compagni rimasti fuori si domandarono che fine avessero fatto i due – insomma, non ci voleva certo mezz’ora a ordinare da mangiare – per cui Iida si offrì volontariamente di andare a dare un’occhiata all’interno del negozio. Appena entrò capì immediatamente e corse verso i due ragazzi che si stavano azzuffando.
«SONO DESOLATO SIGNORINA! DAVVERO MORTIFICATO» si scusò ripetutamente Tenya, inchinandosi rispettosamente più volte, dopodiché afferrò il collo della maglietta di entrambi i ragazzi e li trascinò fuori.
I ragazzi a quella vista risero e Mina e Sero cercarono di togliere la palla viola rimasta attaccata alla faccia di Kaminari con tutta la forza che avevano in corpo; Iida prese come suo solito a gesticolare e fece una ramanzina ai due colpevoli, costringendoli poi a scusarsi a vicenda e a chiedere perdono alla ragazza addetta al negozietto.
«Beh, guardate il lato positivo» disse Sero rivolto a Kaminari e Mineta «ci avete guadagnato due Hot-Dog di alta qualità, no?». Il biondo rivolse uno sguardo verso i panini che teneva in mano – sgualciti in seguito alla zuffa – e iniziò a ridere imitato dai suoi due amici.
«Ne avevo preso uno anche per te, Mineta… prometto che la prossima volta non ti userò come esca per ammirare le tette di una ragazza» ammise Denki grattandosi la nuca imbarazzato e il compagno annuì soddisfatto e addentò con prepotenza il panino appena ottenuto.

 
• • •

La giornata stava volgendo al termine. Nelle restanti ore i ragazzi avevano provato altre poche attrazioni: Jirou e Tokoyami erano entrati nella Casa degli Orrori e ne erano poi usciti pallidi e spaventatissimi – Dark Shadow invece sembrava contentissimo e fresco come una rosa – mentre Ochako, Momo e Tsuyu furono convinte da Mina e Toru e acquistarono del buon zucchero filato da gustare in tre.
Bakugou stranamente era rimasto zitto per gran parte del tempo, senza urlare né insultare qualcuno, le mani nelle tasche dei pantaloncini e lo sguardo basso. Ripensava ancora al Takabisha e alla timida mano di Uraraka che stringeva la sua.
Non può piacermi quella faccia tonda. Lei in fondo… ama Izuku. Come tutti, del resto.
Kirishima cercò più volte di stuzzicare l’amico a rivelargli il perché si sentisse così, ma Katsuki rispondeva ogni volta con un sommesso non rompermi i coglioni, ok?
Shoto parlava insieme a Izuku e Tenya, Tsuyu chiamò al cellulare i propri genitori per avvisarli di aspettarla all’entrata del parco mentre Mina si era accomodata sulle spalle di Hanta, sfinita.
«Grazie Sero, sei il mio eroe!» ammise questa, aggiungendo subito dopo: «Cavolo, non ti facevo così alto!» e finse di essere una vedetta imitando con le mani una sorta di binocolo.
Le luci del tramonto illuminavano il parco e le montagne russe più alte sembravano grandi archi e strade verso il cielo. Quella giornata era stata un vero connubio di emozioni, e nei loro cuori i ragazzi lo sapevano bene.
Una volta giunti all’uscita i ragazzi attesero i propri genitori. Il primo ad arrivare fu il padre di Jirou, il quale - come per il viaggio d’andata - portò con sé, oltre a sua figlia, Hanta e Hagakure; poco dopo giunse sul posto la madre di Ashido, eccentrica tale e quale alla figlia, e i pacifici genitori di Kouda.
A poco a poco ognuno salì sulla propria auto e si diresse verso casa: gli unici rimasti furono Tenya, Izuku, Katsuki e Ochako. Midoriya voleva chiedere nuovamente a Uraraka un passaggio per il ritorno, ma quando stava per prendere parola arrivò a tutta velocità un’auto di colore lilla con una donna bionda alla guida. Questa abbassò il finestrino e gridò: «Ciao ragazzi! Vi siete divertiti?»
Midoriya, Iida e Ochako riconobbero immediatamente la madre di Bakugou e la salutarono con un gesto della mano, mentre Katsuki stesso guardò altrove borbottando un che palle, c’è la mamma.
Mentre il ragazzo stava per aprire la portiera sul retro, questa si aprì improvvisamente rivelando una signora piuttosto bassa dai capelli verdi, acconciati in una coda.
«Midoriya-kun, quella non è-»
«M-MAMMA?!» balbettò Izuku cercando di capire perché sua madre si trovasse nell’automobile della famiglia Bakugou. Ovviamente non trovò risposta, per cui chiese direttamente a lei.
«La mamma di Katsuki si offerta di darci un passaggio fino a casa… è stato molto gentile da parte sua» rispose Inko sorridendo cordialmente ai genitori di Bakugou, i quali risposero allo stesso modo.
«Q-questo significa…»
«… che dobbiamo stare entrambi nella stessa auto per almeno due ore. Che palle» concluse Bakugou buttandosi di peso nei posti dietro. Questa sì che è una bella notizia pensò Midoriya sospirando, dopodiché chiese alla madre di aspettare ancora qualche minuto per avere il tempo di salutare i propri amici.
«Grazie di tutto ragazzi… ci vediamo al Ritiro nei Boschi allora!» esclamò il verde di capelli.
«Senz’altro, Midoriya-kun! Non vedo l’ora di allenarmi al tuo fianco!» rispose Iida aggiustandosi gli occhiali sul naso e alzando il pollice della mano destra. Uraraka si avvicinò poi a Midoriya e gli sussurrò: «G-grazie a te Deku-kun… è stata una giornata meravigliosa per merito tuo»
Il ragazzo rimase un attimo immobile. Avrebbe voluto dire così tante cose a Ochako, ma preferì fare una cosa che richiedeva sicuramente meno tempo – anche perché la madre di Bakugou sembrava piuttosto impaziente di riaccendere i motori: le diede un piccolo bacio sulla guancia e le sorrise subito dopo.
Inko era rimasta con la bocca aperta per tutto il tempo, e quando il figlio si sedette sull’auto accanto a lei, prima che la donna potesse aprire bocca Izuku disse soltanto: «Ti spiegherò tutto, mamma»

Sarebbe stato un viaggio piuttosto lungo.
 
 




L’angolino di m a y

Eccoci giunti alla terza e ultima parte di A little story of somersaults and cotton candy! Chiedo perdono in anticipo per il mostruoso ritardo, è stata una settimana piuttosto impegnativa. Comunque sia, siamo giunti all’episodio finale di questa romantica e divertente vicenda.

All’interno di questo capitolo ho inserito moltissime scene che avevo in mente sin dal principio, tra cui il burrascoso giro sul Takabisha e la (dis)avventura di Kaminari e Mineta. Ah, ci tengo a dirvi che sì, nonostante questi due si vantino di aver rimorchiato chissà quale ragazza (e Kaminari si è quasi fatto scappare che non è assolutamente vero) durante il loro giro in solitaria hanno sperimentato il mitico Bruchino a spasso nella frutta. Mineta non avrà avuto problemi a mimetizzarsi tra i bambini, immagino.

Abbiamo poi scoperto nuovi intrecci dal punto di vista pseudo-amoroso all’interno del gruppo, tra cui quello tra Sero e Mina (è vero, sono grandi amici, ma… amo pensare ci possa essere del tenero tra loro), e – rullo di tamburi – quello tra Katsuki e Ochako. La Bakugou/Uraraka non mi dispiace e la ritengo molto interessante, tuttavia sono anche amante della Midoriya/Uraraka… per cui, perché non invischiare la povera ragazza all’interno di un triangolo amoroso?

Per questo ho provato a immaginare che l’odio provato da Katsuki nei confronti di Izuku non fosse dovuto solo al fatto che sono rivali e voglia superarlo in tutto, ma fosse anche perché è segretamente attratto da Uraraka, ma questa – come biasimarla – preferisce la compagnia di Midoriya. All’interno della storia ho cercato di far trasparire questo aspetto, spero di essere riuscita nell’intento. Riguardo Uraraka, il suo personaggio è piuttosto ambiguo: nel paragrafo sia in quell’occasione sia ora la ragazza era salita veramente in alto, ma nonostante non gli fosse mai piaciuta l’altezza aveva sentito l’adrenalina in corpo. Il Takabisha era libertà, vento tra i capelli, ripide discese, mentre la ruota panoramica era tranquillità e romanticismo, e Uraraka scoprì di amare entrambe le cose le due attrazioni in questione sono un’allegoria rispettivamente di Bakuogu e Midoriya, e in particolare l’ultima frase, ci lascia intuire che la ragazza è attratta da entrambi i ragazzi.

Piccole curiosità: il Takabisha è un’attrazione realmente esistente e la si può trovare all’interno del Fuji-Q Highland, un parco divertimenti situato alla base del Monte Fuji; contiene una caduta libera a 121°, nonché sette importanti torsioni per oltre 1.000 metri di binario e un salto di 43 metri. Al dicembre 2016, Takabisha detiene il primato per la più ripida montagna russa del mondo (informazioni ricavate da Wikipedia.org). Nella vicenda viene descritto come un roller coaster molto alto, nonostante nella realtà sia alto al massimo 43 metri, per rendere maggiormente l’idea di una montagna russa abbastanza pericolosa.

Questo è tutto per oggi! Ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno letto e recensito questa storia e un doveroso grazie in particolare a tamora felix che mi ha dato una mano nella correzione!

Alla prossima!
 
© m a y
   
 
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