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Autore: TheDoctor1002    02/05/2020    2 recensioni
"Questa storia partecipa a #TheWritingWeek di Fanwriter.it"
Buongiorno a tutti, pirati di ogni mare!
Questa raccolta è il mio conrtibuto alla Writing Week! 7 giorni, 14 prompt e un fantamilione di liste +1!
Manco a dirlo, non ho potuto fare a meno di scegliere la lista One Piece! Il filo rosso che collegherà le storie sarà la mia cara vecchia Artemis, ad eccezione della terza giornata. Per i lettori di Faceless sarà un volto noto, per chi ancora non ci si fosse imbattuto sarà un nuovo incontro. Potrebbe essere una conoscenza un po' confusa e spoilerosa riguardo alcuni eventi della mia long, ma spero non lo sarà al punto da convincervi a mollare!
Un altro elemento comune sarà la musica! Ho voluto farmi guidare da alcune canzoni nella scelta dei titoli e ogni storia sarà accompagnata da alcuni versi che ho trovato particolarmente calzanti.
Spero vorrete accompagnarmi in questo azzardato viaggio, saltando nello spazio e nel tempo dell'affascinante opera di Eiichiro Oda!
Benvenuti a bordo!
Genere: Introspettivo, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aokiji, Donquijote Doflamingo, Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Pirati Heart
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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A thousand silhouettes dancing on my chest,
No matter where I sleep, you are haunting me
But I'm already there,
I'm already there.
Wherever there is you,
I will be there too

-//-//-//-

"Non dovevamo andarci.
borbottò Heat a mezza voce, destreggiandosi in quella specie di infermeria. 
Il sangue viscido del suo capitano gli macchiava le mani e gli avambracci, i suoi spessi dread azzurri lottavano contro il laccio che glieli avrebbe dovuti scansare dal volto e spesso vincevano, ricadendogli davanti al trucco da teschio che, come mai prima, era diventato un oscuro presagio.
"Non dovevamo andarci" continuava a rimuginare, mentre Kidd si contorceva e imprecava sul raffazzonato tavolo operatorio, nella mensa della Victoria Punk. 
"Ci vorrà un minuto, capitano" assicurò con il suo vocione mesto, mentre Killer e Wire sudavano sette camicie per tenere il mantello premuto contro la profonda ferita sul suo braccio.
"Fanculo Heat, ricucimi e basta!" latrò l'altro, che non era stato di certo ammansito dai gravissimi danni che aveva riportato.
Il medico fece un rapido cenno ai suoi assistenti, loro strinsero la presa sul collo e sul braccio sano per consentirgli di iniettare l'anestetico. Le proteste di Kidd aumentarono quando l'ago perforò la pelle, si lanciò in una trafila di maledizioni irripetibili che persero sempre più significato man mano che la presa dei suoi compagni si allentava e gli spasmi dei suoi muscoli lacerati si riducevano. 
"Come se la caverà?" Chiese Killer serio, lanciando lunghe occhiate al corpo inerme del capitano. Escludeva categoricamente una possibilità peggiore, ma le ferite sembravano molte di più, ora che le contava. Metà del volto era una maschera di sangue, il petto idem.
"Il braccio sinistro é andato" dichiarò Heat, mentre i suoi occhi tristi studiavano con precisione e freddezza gli infortuni che si era causato. "Per il resto, qualcosa da fare ancora c'è, ma sarà questione di molte ore. Come vi é venuto in mente di dargli corda e sfidare Shanks il Rosso? Si può sapere a che pensavate?"
"Lo conosci" intervenne Wire "ha deciso, fine della discussione. Cosa dovevamo fare, ammutinarci? Farlo ragionare? Scegli tu quale ti sembra meno folle." 
"Non si sconfigge un imperatore da soli, al primo giorno nel Nuovo Mondo." concluse Heat, apprestandosi a cominciare l'operazione. "Chissà che abbia imparato."

Un fastidioso formicolio alla spalla svegliò Kidd, mentre lo scricchiolio del legno della nave lo cullava.
"Capitano, non toccarti le bende!" Lo riprese la voce ovattata di Killer. Non aveva modo di vederlo in faccia, nascosta dietro alla sua maschera azzurra, ma a giudicare dal tono stanco doveva essere esausto. 
"Levamele" ordinò a mezza voce, facendo ricorso a tutta la gentilezza di cui poteva disporre "Prudono, sono un cazzo di inferno." 
Fece perno sul braccio sinistro per alzarsi, ma fu come cercare appiglio nel vuoto. Anche attraverso tutta quella morfina impiegò un istante per capire: il braccio che sentiva ancora lì, presente, non c'era più. Ripercorse la linea della spalla, il deltoide ancora avvolto in quelle maledette garze, poi non c'era più nulla. 
Non riuscì nemmeno a infuriarsi, chiamò Killer con un cenno nervoso del braccio sano, sempre che così potesse definirlo: anche quello sembrava tenuto insieme da una manciata di punti. "Portami allo specchio." chiese, mentre una strana, psichedelica sensazione di panico si insinuava nella sua mente annebbiata.
Faticò a riconoscersi, quando vide il suo riflesso. 
I lunghi capelli rossi gli ricadevano crespi sul volto sfregiato. Nemmeno il trucco che era solito portare avrebbe mai camuffato i due lunghi tagli che gli attraversavano un lato del viso. Quando il suo primo ufficiale gli tolse le medicazioni, scoprì che quello stesso, sadico disegno proseguiva sul suo petto per terminare nel braccio, ora assente.
"Eri messo male, capitano." ammise Killer, mentre lui ancora sfiorava la pelle esposta e rosa vivo sulla sua guancia, con le dita ossute.
"Lo sapeva, la stronza." concluse l'altro,  con un soffio indignato. 
"Di chi parli?" 
"Della Senza-Faccia. Lei..." 
Si morse il labbro inferiore per non continuare. Ricordava ancora bene la notte in cui si erano dati appuntamento nel Nuovo Mondo, promettendosi di uccidersi. Le punte delle sue dita avevano tracciato quelle ferite con maestria, una precisione degna della sua stramaledetta isola di artisti, anche se Kidd era sempre stato troppo cieco per notarlo. E il suo cuore aveva battuto veloce, più di quanto avrebbe voluto ammettere.
Di certo, se fosse stata lì, si sarebbe messa a ridere, prendendosi gioco di lui come aveva fatto dal primo secondo in cui i loro sguardi si erano incrociati.
"Devi imparare come funziona il gioco, dolcezza." L'avrebbe sfidato "Cosa posso farci, se l'unico modo in cui capisci é prenderle?
Una smorfia amara gli comparve sul volto, realizzando che le avrebbe persino dato ragione.
"Ma certo." Sospirò Killer, riaccompagnando a letto il suo amico di sempre e pregando tra sé che realizzasse il rischio che aveva corso "É sempre lei." 

Il primo ufficiale era notoriamente un gran superstizioso. A costo di farsi prendere in giro dal resto dei Kidd Pirates, non aveva mai rinunciato a gettarsi il sale caduto alle spalle, né ad evitare di passare sotto le scale. Quando il Capitano aveva insistito per portare quella donna ferita a bordo, Killer sapeva che non sarebbero arrivati che guai: da quando se n'era andata, Kidd sembrava, per assurdo, ancora più impulsivo e ambizioso di prima, anche quando chiaramente non c'erano estremi per esserlo.
In una cosa, tuttavia, concordava con la causa della sua iattura: se qualcuno avesse messo fine a Eustass 'Capitano' Kidd, sarebbe stata di certo lei.

   
 
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