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Autore: sab2fab4you    02/05/2020    0 recensioni
Non ho mai capito cosa fosse l’amore. L’ho sempre visto come una specie di droga, l’uomo è sempre alla ricerca di una nuova dose da iniettare nel suo corpo perché ne sente il bisogno, senza curarsi del fatto che essa lo uccide pian piano fino a portarlo all’overdose. Non ho mai capito cosa fosse l’amore fino a quando non ho incontrato lei, la mia droga personale, portatrice di salvezza e distruzione allo stesso tempo e da allora tutto ha iniziato ad avere senso.
***
Lily e Ben sono due semplici ragazzi di Bristol ma la loro vita è sempre stata complicata. Lily non sa chi sia suo padre e sua madre è in prigione; Ben vive con dei genitori completamente assenti, il padre lavora giorno e notte e la madre è sempre in giro. Sono l'uno il punto di riferimento dell'altro. Ben è da sempre innamorato di Lily ma non ha il coraggio di confessarle i suoi sentimenti perché ha paura di rovinare la loro amicizia. Lily d’altro canto prova dei forti sentimenti per Ben ma non ha mai capito cosa significhino realmente. L'amore tra Ben e Lily sboccerà oppure appassirà per sempre?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 17


Lily

Sbadigliai sonoramente mentre leggevo per l’ennesima volta la pagina del libro di letteratura inglese. Era circa la quinta volta che leggevo lo stesso paragrafo ma non riuscivo a ricordare niente, il mio cervello si resettava nel momento in cui arrivavo al punto. Era incredibile come riuscissi ad andare a dormire alle cinque di mattina per poi svegliarmi due ore dopo ed essere completamente riposata e poi quando mi toccava studiare la sonnolenza mi assaliva come se non dormissi da secoli. Non era giusto.

<< Mi spieghi a cosa mi serve sapere che Daniel Defoe aveva la mente di un mercante? >> sbuffai mentre sprofondavo nel divano insieme al libro.

<< E’ importante, così capisci perché ha costruito il personaggio di Robinson Crusoe a sua immagine e somiglianza >> mi rispose Finn dall’altro lato della stanza.

<< E tu come fai a saperlo? >>.

<< Ti devo ricordare che mi sono diplomato con il massimo dei voti? >> vidi mio fratello farmi la linguaccia così ricambiai con un dito medio.

<< Che palle, ugh! >> scalciai i cuscini via dal divano con i piedi per poi stendermi completamente e incrociare le braccia al petto. << Non ho bisogno di questa informazione, a cosa mi serve concretamente? Non è che se per caso mi trovassi a dover salvare la vita di una persona lo potrei fare semplicemente perché so com’era fatto quello schizzato di Defoe >>.

<< Stai facendo la stupida adesso >> mi rimisi seduta e Finn prese posto accanto a me, << e poi lo devi fare per forza, l’istruzione è obbligatoria >>.

Sbuffai nuovamente perché sapevo che aveva ragione, ero semplicemente stressata. Stavo realizzando pian piano che questo era il mio ultimo anno e che dopo aver finito la scuola non sapevo assolutamente cosa fare. Non ero particolarmente brava in niente, non avevo hobby o passioni, non avevo un programma per il futuro.

<< Hai sempre voluto fare il tatuatore? >> domandai a mio fratello, nel frattempo iniziai a torturare una fastidiosa pellicina al pollice.

<< No… insomma ho sempre amato disegnare, ma non credevo che quello che tutti definiscono come un “passatempo” mi avrebbe aiutato a scoprire questa passione che poi ho trasformato in lavoro. Sono stato fortunato però, ho trovato la mia direzione >>.

“La mia direzione”, chissà se la troverò anche io prima o poi.

Recuperai il libro che era precedentemente finito sul pavimento per poi sospirare e ritornare nella mia camera, dovevo studiare altrimenti la Jones mi avrebbe fatto il culo a lezione.

Proprio quando avevo finalmente preso il coraggio di rimettermi sui libri, Finn entrò in stanza con un’aria estremamente preoccupata, prese posto sul letto mentre si strofinava il viso con le mani.

<< Cos’è successo? >> incrociai le braccia sotto al seno.

<< Zia Linda… ha chiamato >>.

Il mio cuore prese a battere velocemente e ben presto iniziai a sentirmi molto nervosa.

<< E’ uscita, non è vero? >> Finn sapeva esattamente a chi mi stessi riferendo.

Il ragazzo annuii, << vuole incontrarci >>.

Mi passai una mano sulla fronte mentre cercavo di calmarmi. Lara ci aveva causato già tanta sofferenza in passato, ma evidentemente non le era bastato, voleva continuare. Che senso aveva incontrarci?

<< Che altro vuole da noi, cazzo!>> sbottai, << Tu che ne pensi? >>.

<< Ho detto a Linda che prima di prendere una decisione ne avrei parlato con te… >>.

Finn si alzò e mi raggiunse alla scrivania. << Credo che sia la nostra opportunità per chiudere per sempre con lei >>.

Battei un pugno sulla superficie di legno. << Abbiamo chiuso con lei nel momento in cui è stata arrestata >>.

La realtà era che avevo paura di quello che sarebbe potuto accadere, Lara era sempre stata e aveva continuato ad essere il mio punto debole, temevo che se l’avessi incontrata di nuovo sarei crollata.

Ma poi guardai Finn, il ragazzo che aveva trovato il coraggio di denunciare la propria madre e che aveva sempre fatto di tutto pur di prendersi cura di me e allora decisi che non era più il momento di essere spaventata, dovevo essere forte per lui.

<< Va bene >> mormorai, << mettiamo fine a questo capitolo della nostra vita >>.


**

Ben

Girai la manopola dei fornelli nell’inutile tentativo di fermare l’acqua della pasta dal fuoriuscire dalla pentola ma arrivai troppo tardi. Perché non ero capace neanche di cucinare?

Guardai la poltiglia che si era formata sul fondo della pentola e capii che non potevo mangiare quella roba, dovevo per forza ordinare una pizza dato che non c’erano altri alimenti in casa.

Nel momento in cui stavo per comporre il numero della pizzeria la porta d’ingresso si aprì, e mio padre fece la sua apparizione in cucina con in mano una grossa busta. L’uomo gettò un’occhiata al disastro che avevo combinato per poi guardarmi e sorridere.

<< Suppongo di aver fatto bene a prendere qualcosa mentre tornavo da lavoro >>.

<< Credo di star avendo una visione >>.

Iniziai ad avere subito l’acquolina in bocca quando vidi cosa c’era nella busta: panini, patatine fritte, anelli di cipolla fritti e alette di pollo, finalmente del cibo vero. In men che non si dica io e Frank iniziammo a ingozzarci. Le cose tra noi due avevano continuato ad essere un po’ tese per via della storia del tradimento, ma nonostante ciò era comunque bello passare del tempo così con lui.

Non avrei mai smesso di dirlo, ma quando Mary non c’era tutto andava per il meglio.

<< Come mai sei tornato così presto da lavoro? >> domandai mentre intingevo una patatina nel ketchup.

<< Ho fatto a meno del turno di notte, volevo stare un po’ a casa con te >>.

Improvvisamente calò il silenzio ed io sapevo il perché, anzi entrambi lo sapevamo ma nessuno dei due aveva il coraggio di parlarne.

<< Mary se n’è andata >> pronunciò mio padre.

<< … lo so, ho controllato i cassetti poco fa e non c’è più niente di suo >>.

Frank posò il panino nel piatto per poi rivolgere tutta la sua attenzione a me.

<< Ben, so di essere stato un padre assente. Ho sempre lavorato fino allo stremo per non farti mancare niente ma nel frattempo ti ho lasciato da solo con lei tutti questi anni ed ho sbagliato. Avrei dovuto farla finita con tua madre molto ma molto tempo fa ma non ne ho mai avuto il coraggio perché ho sempre sperato che sarebbe cambiata, almeno per te >>, aveva il viso scavato dalla stanchezza, si vedeva che era a pezzi e che era davvero dispiaciuto.

<< Pa’, non è mica colpa tua… non ti devi scusare, hai semplicemente pensato a come portare avanti la famiglia >>.

<< Una famiglia alla quale tua madre non ha mai tenuto e ti prometto che d’ora in poi le cose cambieranno, se dovesse mai tornare non le permetterò di mettere di nuovo piede in questa casa >>.

Mi sentivo improvvisamente più leggero, né triste né deluso, solo leggero.

Già da quando ero piccolo avevo imparato che potevo contare solo su mio padre, quindi sapere che finalmente Mary non faceva più parte della nostra vita era un sollievo. Non mi pesava il fatto che fosse sempre a lavoro perché anche i più piccoli momenti come questo compensavano la sua assenza, lui ci provava e questo era abbastanza.

<< Siamo io e te adesso >> gli diedi una pacca sulla spalla che subito si trasformò in un abbraccio.


**

Strofinai le mani l’una contro l’altra per creare un po’ di attrito e di conseguenza calore in modo tale da potermi riscaldare. Ogni giorno che passava faceva sempre più freddo, soprattutto la notte, era chiaro che l’autunno ci stava lasciando pian piano per poter fare spazio all’inverno.

All’improvviso avvertii qualcuno circondarmi la vita con le braccia e poggiare la testa sulla mia spalla.

<< Fa un cazzo di freddo, sto congelando >> disse Lily vicino al mio orecchio.

Sorrisi per poi poggiare le mani sulle sue e coprirle. << Credo di aver perso sensibilità alle labbra >>.

La ragazza fece il giro per potersi piazzarsi di fronte a me e stamparmi un bacio a fior di labbra. << Funzionano ancora bene >> ridacchiò.

Posai il palmo sulla base del suo collo e la attirai verso di me. << Non ci credo che finalmente si sta aggiustando tutto >> disse stringendosi nuovamente.

<< Che vuoi dire? >>.

<< Tuo padre che ha deciso di andare avanti, io che sto per chiudere definitivamente con Lara… e poi noi due insieme, è come se ogni cosa stesse tornando al proprio posto >>.

Non feci in tempo a rispondere perché qualcosa mi colpì la schiena in un modo particolarmente violento.
<< Allora, so che siete troppo concentrati sulla vostra storia d’amore, vivrete per sempre felici e contenti e bla bla bla ma siamo venuti qui per giocare insieme e fino ad ora mi sembra che l’unico che ha giocato sia stato io, da solo >>.

<< Quanto cazzo ti lamenti Daniel, sembri una zitella! >> disse Lily, e con uno scatto si staccò da me per poter recuperare il pallone da basket e lanciarlo al ragazzo.

<< Adesso sì che si ragiona! >>.

I due iniziarono a giocare mentre io rimasi in disparte a rimuginare sulle parole di Lily. Le cose stavano andando per il verso giusto, era vero, ma non riuscivo a scrollarmi di dosso la sensazione di inquietudine… era come se fosse troppo presto per rilassarsi, come se qualcosa di ancora più grande e distruttivo si stesse preparando per poi colpirci.





 
   
 
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