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Autore: Nope1233    02/05/2020    1 recensioni
Provavo una profonda vergogna per quello che avevo fatto e mai ero riuscita a perdonarmi nonostante l'inesorabile scorrere degli anni.
Ritrovare quel ragazzo davanti ai miei stessi occhi fu una sfida che ogni fibra del mio corpo mi implorava di abbandonare, ma il suo animo puro e semplice era un qualcosa che mi avrebbe legata a lui nonostante tutti i miei demoni e le mie più profonde paure. Temevo me stessa e temevo ancora di più quello che mi faceva provare il suo meraviglioso ed ingenuo sorriso rivolto verso di me.
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fatgum, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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T/N's POV
 

Il giorno seguente non potei fare a meno di alzarmi con un grande sorriso sulle labbra e non appena conclusi il mio pranzo, corsi a prepararmi il più in fretta possibile per l'imminente appuntamento. Scelsi abiti diversi dal solito ma in grado comunque di farmi sentire a mio agio e, una volta indossata la giacca, uscii in strada diretta all'agenzia. Man mano che mi avvicinavo a destinazione percepivo un'ansia crescente rapirmi dall'interno, esattamente come il mio primo giorno di lavoro di qualche mese prima. Quella volta però, sapevo bene che sarebbe stato tutto diverso e il tipo di tensione che sentivo era dovuta ad emozioni totalmente positive.

Il mio cuore mancò un battito quando, a pochi metri dall'ingresso dell'agenzia, riconobbi Toyomitsu in attesa e mi avvicinai senza essere notata dato che mi dava le spalle. Dovevo ancora abituarmi a vederlo in quella sua forma e speravo che quel pomeriggio mi sarebbe bastato ad imprimere nella mia memoria ogni suo dettaglio. Nei pochi secondi che impiegai a raggiungerlo, lo vidi mentre controllava più volte l'orologio; sembrava essere in ansia anche lui.

"Toyomitsu?" lo chiamai non appena fui alle sue spalle, ed il ragazzo si voltò quasi spaventato dalla mia comparsa improvvisa. 

"C-Ciao, T/C! Scusami, non ti avevo visto." sorrise imbarazzato.

"Tranquillo." 

"Vogliamo andare? Faccio strada!"

"Certamente."

Ci incamminammo verso la nostra destinazione uno di fianco all'altro sotto a cielo particolarmente nuvoloso di quel giorno e l'atmosfera sembrava essere carica di uno strano tipo di imbarazzo dato il nostro silenzio. Ne approfittai per lanciare veloci occhiate al ragazzo e non riuscii a fare a meno di trovarlo tremendamente bello. Quel suo drastico cambiamento aveva sublimato in me un qualcosa di cui il mio animo era a conoscenza da ormai molto tempo e facevo davvero fatica a staccargli gli occhi di dosso. Cercai di imprimere nella mia mente ogni suo lineamento e trovai affascinante il fatto che, nonostante avesse perso la sua classica forma rotonda, il suo viso esprimesse ancora una profonda tenerezza. Anche la sua altezza era cambiata ed il ragazzo si era abbassato di diversi centimetri rimanendo comunque molto più alto di me. 

Dopo alcuni minuti di cammino, ci trovammo davanti al grande cancello d'ingresso del parco divertimenti che dava accesso al piazzale animato da svariate bancarelle e numerosi avventori di tutte le età. Nonostante il cielo fosse coperto da alcuni grossi nuvoloni, l'atmosfera era comunque gioiosa dati i colori sgargianti delle luci delle varie aree di gioco che illuminavano la zona ed il sorriso dei bambini intenti a trascinare i genitori da una bancarella all'altra per potersi divertire il più possibile. 

"Facciamo un giro?" chiesi rivolgendo un sorriso al ragazzo. "Così se vediamo qualcosa che ci interessa possiamo fermarci."

"Ottima idea." sorrise lui. 

Iniziammo a camminare lungo l'area osservando ogni bancarella alla ricerca di qualche attrazione adatta alla nostra età e, con il passare dei minuti, l'atmosfera inizialmente imbarazzata che c'era tra noi iniziò man mano a rilassarsi tornando ad essere quella dei giorni precedenti. Con lui riuscivo davvero a parlare di tutto senza sentirmi giudicata ed era una sensazione a dir poco splendida. Provammo varie giostre e ci sfidammo ad alcuni giochi di abilità come il tiro a segno, trascorrendo quel pomeriggio immersi in una totale felicità. Alcune ore dopo, mentre eravamo intenti a ridere su alcuni racconti divertenti di Toyomitsu, notai una bancarella di takoyaki con un piccolo gruppo di persone in attesa della loro ordinazione e fermai subito il mio passo indicandola.

"Che ne dici? Ce ne prendiamo un paio?" chiesi.

"Ehm..." mormorò pensieroso il ragazzo voltando lo sguardo dall'altra parte. "Oggi non ne ho molta voglia, ma se vuoi prendili pure per te."

Ne rimasi a dir poco di sasso. Quella era una frase che mai mi sarei aspettata di sentire da quel ragazzo e mi avvicinai a lui posandogli una mano sulla fronte. Toyomitsu si irrigidii per quel contatto e mi osservò con occhi sgranati domandandosi il motivo del mio gesto.

"C-Che c'è?" chiese arrossendo.

"No, non mi sembra tu abbia la febbre." sospirai riportando la mano nella tasca della giacca. "Va tutto bene? Non è da te rifiutare dei takoyaki."

"N-Non preoccuparti, è che...non ho molta fame in realtà." disse con un sorriso imbarazzato.

"Stai scherzando?"

"N-No, affatto!" rispose muovendo velocemente le mani davanti al petto. "Quindi davvero, prendili pure per te e..."
 

"Oddio non ci credo! T/C T/N, sei davvero tu?"

Mi voltai non riconoscendo la voce che mi aveva appena chiamato e scoprii che apparteneva ad un ragazzo dal volto familiare intento ad avvicinarsi con un grande sorriso sul volto; impiegai alcuni secondi di totale concentrazione prima di riuscire finalmente a riconoscerlo. I suoi capelli mossi erano più lunghi di come li ricordassi ma la sensazione di gelo che davano i suoi occhi era sempre la stessa. Era l'ultima persona che avrei voluto rivedere.

"M-Masaru..?" mormorai.

"In carne ed ossa!" rise lui. "C'è anche Okura con me, sta ordinando da mangiare alla bancarella."

"Capisco."

"Oh, ma wow!" sbottò superandomi ed avvicinandosi a Taishiro. "Tu sei Toyomitsu, giusto? Come ti sei fatto grande!"

Spostai lo sguardo sul mio collega e scoprii sul suo volto un'espressione che non avevo mai visto prima. Era fredda, quasi apatica come se stesse cercando di trattenere una qualche forma di rabbia intenta a bruciarlo dall'interno. 

"Ciao, Masaru." mormorò Toyomitsu con tono monocorde.

"Beh, vedo che crescendo ti sei fatto tutto d'un pezzo! I miei complimenti! E dimmi..." disse avvicinando le sue labbra celate da una mano al'orecchio del ragazzo per tentare di non farmi sentire quello che gli stava dicendo. "Voi due uscite insieme adesso?"

"Non sono cose che ti riguardano." rispose stizzito.

"Ahaha! Non ti ricordavo così freddo!" rise Masaru dandogli qualche veloce pacca sulla spalla. "Che ne direste di farci un giro tutti insieme? In onore dei vecchi tempi!"

"In realtà stavamo andando via." mi intromisi facendo un passo nella loro direzione. "Mi dispiace, ma..."

"Ma come? Ora che ci siamo ritrovati ve ne dovete già andare?"

"Sì." si limitò a confermare il mio collega osservando Masaru con aria apatica per poi rivolgersi a me. "Andiamo?"

"Certo!" 

Superai il nostro vecchio compagno di classe ed iniziammo subito ad allontanarci in silenzio, ma dopo pochi passi udimmo una risata di Masaru che ci costrinse a voltarci nella sua direzione.

"Sei davvero assurda, T/C." disse. "Cos'è? Stai cercando di pulirti la coscienza?"

"Questa cosa non ti deve riguardare." sbottai infastidita.

"T/C, lascia perdere. Andiamocene e basta." mormorò Toyomitsu stringendomi una mano.

"Dopo quello che hai fatto dovresti solo vergognarti di rivolgergli la parola e invece guardati, esci insieme a lui come se nulla fosse successo." rise Masaru. "Davvero non ti rendi conto di quello che..."

"Andiamo." concluse Taishiro iniziando a trascinarmi il più lontano possibile dal ragazzo e, per via del vociare della folla in cui ci addentrammo, non riuscii a sentire la continuazione della sua frase.

Toyomitsu mi stringeva ancora la mano mentre attraversavamo i cancelli in uscita a passo svelto ma, quando ci fummo ulteriormente allontanati, lasciò la presa ed entrambi fermammo il nostro passo. In quell'istante, delle gocce di pioggia proveniente dal nuvolone nero sopra le nostre testa mi bagnarono il viso e nel giro di pochi secondi iniziò a piovere a dirotto.

"E' meglio se ci ripariamo un attimo!" disse il ragazzo afferrando nuovamente la mia mano e iniziando a correre finché, alcuni metri dopo, non ci fermammo sotto ad una tettoia adibita a fermata dell'autobus.

Le gocce d'acqua cadevano a terra con una forza inaudita e l'aria fredda si era fatta ancora più pungente. Tanto che sentii il gelo fin nelle ossa nonostante la pesante giacca che portavo addosso che purtroppo in quel momento era completamente fradicia per via della pioggia subita mentre raggiungevamo il riparo.  

"Non...Non badare a quell'idiota di Masaru." mormorò Toyomitsu abbassando lo sguardo. "Spero che la cosa non ti abbia ferito. Non voglio che tu soffra ancora per quella storia, quindi non..."

"Stai tranquillo." sorrisi per tentare di rassicurarlo, ma non riuscii a nascondere come volevo la mia voce tremante per il freddo. "Va tutto bene, tu piuttosto?"

"Ma stai tremando!" notò il ragazzo riportando gli occhi su di me. "A-Aspetta ti do la mia felpa che è asciutta! Non posso permettere che ti ammali così."

Il ragazzo aprì la giacca e nell'istante in cui portò le dita sulla cerniera della felpa abbassandola, posai le mie mani sulle sue per fermare il suo gesto. Toyomitsu si irrigidì ed un leggero rossore gli colorò le guance.

"E io non posso permettere che il mio collega e capo si ammali per colpa mia." sorrisi. "Tranquillo, starò bene."

"Ma..."

"Niente 'ma'." lo interruppi chiudendo la zip della felpa. "Fammi questo favore."

"Allora prendi almeno la sciarpa." disse sfilandosela ed avvolgendola intorno al mio collo senza che potessi replicare.

"Va bene." sospirai con un sorriso. 

Le mie mani posavano ancora sulla sua felpa e l'estrema vicinanza dei nostri corpi mi fece provare una lieve e piacevole fitta all'altezza dello stomaco. Il tempo parve fermarsi mentre ci osservavamo senza dire una parola circondati dallo scrosciare ininterrotto della pioggia ed il mio cuore accelerò senza ritegno davanti ai suoi occhi inteneriti posati su di me. Poco dopo, il ragazzo abbassò nuovamente lo sguardo e sul suo volto si fece largo un'espressione combattuta ed incerta, come se fosse incerto sulle parole da dire.

"T-T/N...?" mormorò poco dopo.

"Sì?"

"T-Ti prego, non prenderla male ma..." disse iniziando visivamente a sudare freddo. "Ecco, è davvero complicato ma...ma non ce la faccio più a tenermelo dentro."

Toyomitsu prese una lunga pausa mentre i suoi occhi scorrevano veloci tra la pioggia ed il mio volto sempre più intenerito dal suo visibile panico, e potei largamente intuire in anticipo cosa volesse dirmi, il che mi rese la persona più felice sulla faccia della terra.

"Oh, insomma!" sbottò per cercare di darsi forza. "Sì, T/C, tu mi piaci da..."

Non gli diedi il tempo di concludere la frase e, dopo averlo tirato verso di me grazie alle mani che ancora posavano sulla sua felpa, finalmente lo baciai. Per i primi brevi istanti le sue labbra sembravano essere particolarmente tese, ma quando finalmente si rilassarono potei godere appieno di quel contatto che tanto avevo sognato nei mesi precedenti. I nostri respiri caldi si fondavano tra loro e potei giurare di sentire il cuore del ragazzo battere ad una velocità inaudita mentre il suo sospiro tremante si infrangeva contro le mie guance. Quando ci staccammo per riprendere fiato, i nostri occhi si incrociarono e rimanemmo ad osservarci in silenzio per qualche istante prima di scambiarci un secondo bacio che sembravamo entrambi desiderare ardentemente.

"Anche tu mi piaci, Toyomitsu." mormorai poco dopo con un lieve sorriso. "Davvero tanto."

"S-sul serio?" balbettò lui. "C-Cioè, sì, mi hai baciato tu, ma..."

"Allora direi che siamo a posto, no?" sussurrai contro le sue labbra cingendo le braccia intorno al suo collo.

"A-Assolutamente."

Sembrava essere particolarmente impacciato e teso, ma la cosa non poté fare a meno di intenerirmi ancora di più portandomi alla mente un dubbio.

"Posso farti una domanda scomoda?" chiesi piegando la testa di lato.

"C-Certo! Tutto quello che vuoi!" rispose irrigidendosi mentre il panico e l'imbarazzo erano ben visibili sul suo volto.

"Avevi mai baciato qualcuno prima d'ora?"

Toyomitsu sbiancò e si liberò dal mio abbraccio voltandosi di scatto stringendosi nelle spalle.

"E'...E' così palese la cosa?" mormorò a denti stretti poco dopo. "T-Ti chiedo scusa, alla mia età è davvero una cosa vergognosa."

Ad ogni sua parola, il mio cuore si riempiva sempre più d'amore nei suoi confronti e non potevo fare a meno di pensare che quel ragazzo tanto intimidito davanti ai miei occhi fosse davvero uno di quei gioielli che raramente si incontrano nel corso della vita, ed io non avevo affatto intenzione di privarmene. Quasi mi commossi per la quantità di tenerezza che mi trasmise e mi avvicinai alla sua schiena per poi abbracciarlo con forza.

"Non dire idiozie, non c'è un età giusta o sbagliata. Sei la persona migliore che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita, Toyomitsu." mormorai con un sorriso. "Grazie infinite."

"Non dirlo nemmeno per scherzo, sono io che devo ringraziarti." disse voltandosi nella mia direzione mostrandomi un sorriso forzato mentre tentava di trattenere l'imbarazzo. "E comunque ti prego, chiamami Taishiro. Io...Io invece posso chiamarti T/N?"

"Certo che sì. Non devi nemmeno chiederlo." risposi afferrando gentilmente i lembi della sua giacca ancora aperta ed alzandomi in punta di piedi per potergli donare un altro veloce bacio. 

Un bacio che, nonostante il freddo e la pioggia incessante che ci circondava, riuscì a scaldarmi l'anima facendomi provare emozioni che mai avrei sperato di provare. Avevo finalmente raggiunto lo stato di pace interiore che tanto avevo bramato in quegli anni e non potei che ringraziare il cielo per avermi concesso una seconda possibilità nei confronti di quel ragazzo meraviglioso, l'unico in grado di alleggerire i miei soffocanti sensi di colpa con un semplice sorriso.

   
 
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