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Autore: Raffaella92    03/05/2020    2 recensioni
Dimentichiamo la Sana e l'Akito che conosciamo nel Manga. Se non si conoscessero, cosa succede se si scontrano da ubriachi fradici in una Las Vegas piena di gente e di guai?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomiiii! 

Un altro capitolo fresco di produzione. Un parto, c'era una crisi creativa, non è particolarmente bello come volevo, non sono del tutto soddisfatta ma spero che vi piaccia. Buona lettura e grazie sempre tutti voi che mi seguite! Un bacio a tutti e buon week and!

 

 

 

 

 

 

 

“Aki, io devo andare a lavoro, sono in ritardo”
“Kurata qual è la novità tu sei sempre in ritardo” lo odio quando fa così, gonfio le guance e gli sbuffo in faccia.
“Hayama sempre simpatico di prima mattina eh, grazie! Allora mi dici cosa avete scoperto tu e Rei?”
“Sali in auto, ti accompagno a lavoro, ti vengo a riprendere io quando hai finito non andare via da sola ci siamo capiti?” me lo dice con un tono preoccupato ma cerca di essere tranquillo.
“Ho capito, metti in modo andiamo su, non sono così tarda come sembro”
“Su questo ho i miei dubbi, vabbè, comunque, io e occhiali da sole..” lo interrompo subito
“Occhiali da sole?”
“Si, Rei, quello indossa sempre gli occhiali da sole, mi sembra il nome più adatto a lui, insomma non interrompermi più altrimenti non ti racconto niente”  l’ho irritato, ho capito che odia essere interrotto già è tanto che mette dieci parole in fila, ma non ci riesco scoppio a ridere, lui mi guarda perplesso.
“Scusa Hayama ma la tua faccia è talmente buffa che non posso fare a meno di ridere, la smetto giuro, continua non t’interrompo più”
“Io sarei buffo, allora non ti sei guardata allo specchio, fammi proseguire, siamo andati a casa tua, siamo entrati dal retro visto che è sotto sequestro, al centro del salotto effettivamente c’è un focolare, ma non è tutto, in ogni stanza è stato appiccato un focolare, anche se è partito tutto dal centro del salotto. Chiunque sia stato l’ha fatto per assicurarsi che tutta la casa prendesse fuoco e non rimanesse niente. Però abbiamo trovato una cosa che potrebbe interessarci, ma non abbiamo potuto toccarla, abbiamo deciso che stamattina occhiali da sole sarebbe andato in centrale per convincerli di un nuovo sopraluogo..”
“Cosa avete trovato?” Sono impaurita, chi potrebbe arrivare a tanto se non Kamura.
“Questo..” Mi mostra una foto dal suo cellulare, è un accendino in oro, sembra pesante.
“Non l’avete mica toccato?”
“Kurata non siamo così sprovveduti, tranquilla. L’ho solo fotografato. Per caso lo riconosci?”
“No non l’ho mai visto prima. Ma Kamura che io sappia fuma, potrebbe essere suo tranquillamente”
“Si ma non potremmo saperlo se la polizia non va a fare i rilievi, siamo arrivati, mi raccomando Sana, non ti muovere dall’ufficio quando sono qui sotto ti chiamo e tu scendi intesi?” il suo tono sembra più un ordine, non ho intenzione di contraddirlo, anche perché se chi ha appiccato l’incendio si è aggirato per casa mia potrebbe arrivare anche da mia madre.
“S..si Akito non ti preoccupare, aspetto una tua chiamata, ci vediamo più tardi” faccio per scendere dall’auto ma lui mi blocca con un braccio mi tira a sé e mi bacia.
“Senza questo non puoi andare via. Come faccio ad resistere fino ad oggi pomeriggio altrimenti” lui ghigna, io sorrido.
“Hai ragione, allora ce ne vuole un altro. Uno per te e uno per me” stavolta sono io ad unire le nostre labbra, in un bacio dolce. Con molta fatica mi stacco da lui e scendo dall’auto.
“Ciao Hayama” lo saluto con la mano e lui ricambia alzando la mano. Entro nell’edificio e solo allora sento la sua auto ripartire. Salgo in ufficio e mi metto subito a lavoro, ho molte difficoltà a concentrarmi, non faccio altro che pensare all’accendino. Solo Kamura può arrivare a tanto. Chi altro avrebbe avuto motivo di mandarmi sui giornali e poi incendiarmi casa.
Akito sembrava seriamente preoccupato, ma ho come l’impressione che non mi abbia detto tutto, non so è una sensazione che non mi abbandona, avrò modo di scoprirlo. Sono immersa nei miei pensieri, quando il suono del cellulare mi riporta alla realtà. Un sms. Leggo il mittente mi si gela il sangue. Kamura. Apro.

  • Amore mio come stai? Ho saputo che casa tua, non esiste più. Che peccato. Un brutto incidente, ti consiglio di stare attenta. Incidenti del genere possono anche non essere individuali. Spero di vederti presto. Naozumi.

È stato lui non ho più dubbi. Chiamo subito Akito. Squilla. A quest’ora dovrebbe aver finito la lezione con i bambini.
“Kurata, ti manco così tanto che non riesci a non sentire la mia voce”
“Hayama non scherzare per favore..” la mia voce trema. Lui l’avverte subito
“Che succede? Perché la tua voce trema?”
“Kamura. Mi ha mandato un messaggio. È stato lui.”
“Che stai dicendo? Ne sei sicura?”
“Si.. cioè no, ma il suo messaggio mi ha fatto capito che lui c’entra. C’entra sempre..” scoppio in lacrime a telefono, mentre metà ufficio ha gli occhi puntati su di me.
“Sana calmati per favore. Vai nell’ufficio di tua madre, ti raggiungo subito. Non ti muovere da lì per favore.”
“O…ok.. ci vediamo qui, fai presto per favore” non mi risponde stacca il telefono. Io corro nell’ufficio di mia madre sconvolta.
“Figliola.. che succede?” si avvicina a me e mi abbraccia. Io a quel punto non riesco più a trattene i singhiozzi, piango, riverso tutte le lacrime. Poi mi calmo e mostro il messaggio a mia madre. il suo sguardo è impaurito.
“Maledetto. È stato lui” il tono di voce di mia madre è duro. Ed è arrabbiata poi continua
“Dobbiamo chiamare Rei e Akito”
“Ho già chiamato Akito, sta venendo qui, per favore chiamalo tu Rei”
Annuisce e si dirige verso la sua scrivania, compone il numero di Rei e gli dice di raggiungerci nel suo ufficio. In meno di 15 minuti, entrambi sono nell’ufficio di mia madre.
Mostro loro il messaggio. Akito è furioso, ha le mani stese lungo il corpo e stringe i pugni.
“Signora Kurata, dobbiamo mostrare subito questo messaggio alla polizia. Stamattina sono andato in centrale, li ho convinti ad un nuovo sopraluogo, speriamo che trovino l’accendino. Ora con questo abbiamo una prova per accusarlo. Dobbiamo andare prima che sia troppo tardi. “ Rei è davvero preoccupato. Ha ragione, io ho paura e mia madre anche lo vedo dal suo sguardo. Hayama non proferisce parola.
“Akito, Rei ditemi la verità c’è dell’altro che dovrei sapere? Stamattina ho avuto come l’impressione che oltre all’accendino volevi dirmi altro, ma non l’hai fatto e anche il raccomandarmi di non muovermi da qui mi ha insospettito”
“Sana ma che dici, cosa dovrebbe esserci.. abbiamo trovato solo quell’accendino e stamattina io sono andato a convincere i poliziotti a fare un nuovo sopraluogo” sembra in evidente imbarazzo Rei, come un bambino che viene colto il fragrante di una marachella e si vuole nascondere dalla propria mamma.
“No Rei, stai mentendo. Ditemi la verità vi prego.. Akito.. ti prego” i miei occhi sono pieni di lacrime alterno il mio sguardo tra i due uomini presenti in questa stanza.
“Kurata..” mi dice Akito avvicinandosi a me e prendo le mie mani tra le sue
“..in effetti c’è dell’altro, ma ciò comporta che tu debba essere più forte di quando non sia già”
“Mi stai spaventando Aki..”
“No! Ci sono io con te, c’è tua madre, Occh.. Rei, Aya, Tsu non sei sola” Incatena i suoi occhi ai miei e riesco solo annuire, ha ragione non sono sola fino a quando ci sono tutti loro al mio fianco.
“Sono pronta ditemi tutto”
“Non qui, è meglio se andiamo a casa piccola Sana” Rei mi spaventa sempre più quando se ne esce con queste cose, ora cosa c’è che non va. Continuo a guardare Akito, sempre con le mie mani nelle sue, ci facciamo entrambi un cenno con il capo. Usciamo tutti dall’ufficio di mia madre, prendo le mie cose e andiamo tutti via. Il tragitto verso casa sembra non finire mai, sono in auto con Hayama, il silenzio ne fa da padrone, ho lo sguardo rivolto verso il finestrino, ma sento distintamente il suo sguardo che mi brucia sulla pelle. Poi allunga la sua mano sulla mia e me la stringe con fare di protezione, tiro un sospiro di sollievo. È incredibile come solo la sua vicinanza serva a calmarmi, lui questo lo avverte però anche la sua presa è più lenta, anche lui sembra essere meno teso. Siamo arrivati a casa, scendiamo dall’auto. Entriamo in salotto, mamma e Rei già sono qui. Come hanno fatto. Forse Hayama guida come una femminuccia e non me ne sono accorta.
“Allora mi dite cosa succede?”
“Sana, vieni qui..” Akito si è seduto sul divano, batta la mano sul posto libero accanto a lui. Faccio come mi dice, ci prendiamo per mano. Mi rendo conto che mi ero agitata di nuovo, perché sento di nuovo quella sensazione di tranquillità che ho avvertito poco fa. Trio un sospiro di sollievo. Meno male che ci sei Hayama. Sono pronta ad ascoltare.
“Oltre all’accendino abbiamo trovato un altro indizio che ci porta a Kamura, ma non l’abbiamo detto prima perché volevamo che fosse la polizia a scoprirlo. Ma a questo punto dopo il suo messaggio è inutile non dirti nulla. Non volevamo spaventarti e farti preoccupare. Abbiamo trovato anche un cellulare, non sappiamo cosa contenga, perché non abbiamo potuto toccarlo. Per via delle impronte, ma così come l’accendino siamo sicuri che sia di Kamura. Ma dobbiamo informare la polizia del suo Sms” La voce di Rei è tesa, roca, preoccupata. Come abbia potuto commettere un errore così uno come lui che non lascia traccia.
“E se l’avesse fatto apposta di lasciare l’accendino e il cellulare? Lui di solito non si espone mai. Rei tu lo conosci bene, sai com’è, quella sera eri lì anche tu..” scoppio in lacrime al solo pensiero di quella sera. Meno male che Rei è arrivato in tempo.
Akito mi attira a sé e mi abbraccia.
“Calmati, tu credi che sia solo una trappola?”  Aki mi asciuga le lacrime che sono scese sul mio volto. Io annuisco.
“Si, pensateci. Che senso ha appiccare un incendio e lasciare tracce ovunque?”
“No, non credo che sia una trappola, ma poi a che scopo scusami?” Rei proprio non riesce ad entrare nella testa di quell’essere.
“Rei hai dimenticato cosa ha tentato di fare alla mia bambina?”
BOOM! Una martellata con il suo affidabile Piko parte dalla mano destra di mia madre per posarsi sulla testa del mal capitato Rei.
Non posso fare a meno di ridere, certo che aiuta a stemperare la tensione, anche Hayama cambia espressione, sembra voglia ridere per il siparietto creato da quei due, ma gli esce solo un ghigno. Il solito.
“Occ… Rei scusi, ma perché non crede possibile che l’ipotesi di Sana possa essere corretta?”
Hayama proprio non riesce a chiamarlo per nome, pure capiterà che lo chiami Occhiali da Sole e lì saranno guai. Divertenti ma sempre guai.
“Hayama, le spiego, quel viscido non è un tipo che fa le cose giusto per e non credo che abbia lasciato il cellulare e l’accendino di proposito, piuttosto credo che preso dalla foga abbia perso entrambe le cose. Lui è un tipo che ama vedere il dolore sul volto degli altri. Quindi non si metterebbe a rischio così dopo pochi giorni dall’uscita dal carcere”
Ora sembra quasi una persona seria l’assistente di mia madre, il suo ragionamento non potrebbe essere sbagliato. Ma anche il mio potrebbe essere giusto.
“Il tuo ragionamento potrebbe essere corretto, ma pure il mio potrebbe esserlo, io invece credo che lui abbia lasciato lì quegli indizi apposta per farsi trovare prima da noi, io credo che lui sapeva che voi due sareste andati a cercare qualcosa in casa mia, per me aveva premeditato tutto. Ora il messaggio che mi ha mandato è stato solo l’amo per farmi entrare nella sua rete. Insomma ragionate, se si fosse accorto di aver perso quegli oggetti, non credo che si sarebbe fatto vivo avrebbe sviato in tutti i modi, non si sarebbe fatto vivo invece lui vuole essere trovato. Sta studiando la sua prossima mossa pensateci”
“Effettivamente sana potrebbe non avere tutti i torti. Se non vorrei farmi trovare non mi farei sentire, invece lui ha fatto l’esatto contrario. Si forse hai ragione. Ora che si fa Rei?”
Hayama mi ha appoggiato in pieno nella mia folle ipotesi.
“Aspettiamo, io direi di aspettare la prossima mossa, lei che dice signora Kurata?”  Rei ha cambiato espressione. È assorto nei suoi pensieri. So già cosa pensa, sta pensando a come proteggere me e la mamma. Anche se credo che lui voglia solo me.
“Si, aspettiamo, sia la sua prossima mossa, che la reazione della polizia a queste due scoperte. Poi agiremo! Ora tutti a tavola su”
“Sii il mio povero stomaco brontola” Dico sorridendo e massaggiandomi la pancia. Ci accomodiamo tutti a tavola, pranziamo velocemente, nessuno di noi è riuscito più a tornare a lavoro nel pomeriggio. Siamo tutti assorti nei nostri pensieri. Dopo pranzo io e Akito ci dirigiamo in camera mia, ci stendiamo sul letto e mi accoccolo sul suo petto, mentre mi accarezza e mi bacia la nuca, cado in un sonno profondo.
Non so quanto tempo ho dormito, so solo che quando apro gli occhi trovo due occhi ambra che mi fissano.
“Mmh..” mugolo qualcosa incomprensibile.
“Ben svegliata..” mi sussurra ad un passo dalle mie labbra, e steso sul lato con il braccio che gli tiene la testa. Io gli sorrido, faccio appello a tutta la forza che ho anche se appena sveglia ho la stessa velocità di un bradipo, allungo la mano sulla sua guancia gliel’accarezzo e lui mi bacia il palmo, poi man mano scende sul mio avambraccio, la spalla, il collo, ed è lì che perdo quella piccolissima parte di razionalità che avevo. Poi arriva alle mie labbra, ci baciamo, un bacio che sa di passione, nicotina, menta e limone, ha fumato di nuovo. Ma non me ne curo lo tiro verso di me e in un attimo mi sovrasta, intreccia le sue mani alle mie, ci stacchiamo per prendere aria, la sua bocca è di nuovo sul mio collo, scende sempre più, con una mano mi accarezza i fianchi, per poi mettere la mano sotto la mia maglia, un brivido mi percorre la schiena, mi sfila la maglia ed in un attimo faccio lo stesso con la sua, in sfila la gonna e mentre io litigo con la sua cinta lui mi aiuta a sfilarsi i pantaloni, siamo solo in intimo, mi guarda sempre come se mi vedesse la prima volta, come se fossi cosi fragile da potermi rompere. Le nostre labbra si attirano come calamite, cerchiamo con voracità, con urgenza. La sua bocca è di nuovo sul mio collo scende, comincia la sua lenta tortura, mi sfila il reggiseno, comincia una dolce tortura sui miei seni, ansimo, senza rendermene neanche conto, ormai la mia testa è andata in fuoco come il resto del mio corpo, scende lungo in ventre, si ferma alla molla della mia biancheria, mi sfila anche quello, poi con la sua lingua comincia la tortura proprio lì.
“Ah.. Si.. Akito..” ansimo con voce roca e rotta dal desiderio. Sento che impazzisco se non ribalto la situazione e così faccio, ora sono io ad essere sopra di lui, lo bacio, con urgenza, poi sgrano gli occhi una cosa mi è tornata alla mente, la porta non è chiusa a chiave.
“Dimmi che hai chiuso la porta a chiave Aki?”
“Eh? No, accidenti” fa per alzarsi ma lo blocco con una mano sul petto.
“Aspetta.. vado io” dico con voce sensuale scendo dal letto e mi muovo sculettando, verso la porta chiudo a chiave e mi rigiro lentamente, quel breve percorso dalla porta al letto cerco di renderlo quanto più lento possibile, cammino piano, sorrido ammiccando, e il suo sguardo è sempre più desideroso, salgo sul letto gli sfilo i boxer ora è il mio turno dargli una dolce tortura, poi risalgo sul suo torace, cerca la mia bocca, mentre ci baciamo salgo a cavalcioni su di lui e con una spinta dolce ma decisa è dentro di me.
Ansimiamo insieme all’unisono, i nostri movimenti vanno al ritmo del battito dei  nostri cuori, ribalta di nuovo la situazione, sono sotto di lui, continuiamo a muoverci, insieme, le nostre labbra si cercano come se fosse acqua nel deserto. Le spinte diventano sempre più veloci, eccoci, in men che non si dica esplodiamo insieme nel dolce piacere dell’amore.
“Oh Sana..” ansima tra l’incavo del mio collo, soffoca un forte gemito, si accascia su di me, restiamo così a coccolarci per un tempo che non so dire, ora mi sento meglio. Perdermi in lui, sentirlo in me, è una sensazione che non ho mai provato, solo Akito è capace di donarmi certe emozioni, non so spiegarle, quando non è con me è come se mi mancasse il respiro, l’urgenza che abbiamo di creare un contatto, quando siamo vicini, non so spiegarla, è un qualcosa che va oltre l’immaginato, non credevo che l’amore potesse essere così. Sento il respiro di Hayama più regolare e leggero, si è addormentato. Non deve aver riposato poi molto stanotte, mi dispiace dargli tutti questi problemi. Alzo lo sguardo e l’osservo dormire, è bello, non smetterò mai di dirlo, i fili d’oro che gli ricadono sul viso, quel viso così rilassato sembra un angelo, peccato che non possa ammirare quei suoi occhi. Quelli che mi ci perdo ogni volta che lo guardo. Vengo riportata alla realtà dal suono della porta qualcuno bussa.
“Sana, tesoro, siete svegli? È pronta la cena. Posso entrare?” È la mamma, meno male che ho chiuso.
“Mamma si, sono sveglia, Akito dorme, ora lo sveglio e scendiamo ci vediamo giù non preoccuparti”
“Ok cara, basta che non mi fate diventare nonna proprio ora, ho una leggera fame” me lo dice con quel suo tono così normale che riesce sempre a risultare una persona poco normale agli occhi di chi non la conosce.
“Mamma!! Ci vediamo giù!”
Comincio ad accarezzare il volto di Akito, ci metto poco perché il mio tocco lo sveglia quasi subito, e cattura le mie labbra mi stacco con non molta fatica.
“Dobbiamo andare giù la cena è pronta, su” dico alzandomi per andare a recuperare i miei indumenti in giro per la camera.
“Oh, io sarei passato volentieri al dessert” Mi dice con quello sguardo a cui è difficile resistere ma devo.
“No Hayama non ci provare, già ci si mette mia madre”
“Perché cos’ha detto tua madre?”
“Niente, niente da su andiamo a cena” dico sulla soglia della porta mentre lui sta mettendo le scarpe.  Scendiamo in salotto, ceniamo tranquillamente, a parte le battute allusive di mia madre, sul fatto di voler diventare nonna e la faccia rosso peperone d’imbarazzo di Akito e quella furiosa di Rei. Finiamo di cenare. Siamo tutti sul divano, quando qualcuno suona la porta. Non potevamo immaginare che cosa ci stesse aspettando aldilà di quella porta.

   
 
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