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Autore: Blyth    03/05/2020    4 recensioni
Sullo sfondo di una guerra che dura da oramai più di sessant'anni si intrecciano le storie dei nostri protagonisti: un giovane cacciatore di mostri dal destino ancora da svelare, un orfano con un segreto da custodire per poter sopravvivere e una guerrera di un ordine composto da mezzi-demoni.
Nessuna grande profezia.
Nessuna impresa eroica da grandi canti epici.
Solo il desiderio di riscatto, la sete di vendetta e una guerra che lacera e distrugge ogni cosa che incontra.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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capitolo 2
2. Come tutto è iniziato
(note a fine capitolo)









Dopo quattro giorni i soldi che il suo salvatore misterioso gli aveva lasciato erano finiti, aveva piovuto come spesso capitava nel paese delle acque e a causa delle ferite che ancora lo debilitavano Ryo si era visto costretto a dormire sul pavimento di una locanda pagando per tutto il soggiorno di tre giorni una moneta, l'altra era finita in uno dei due pasti che era riuscito a procurarsi grazie all'elemosina.
Così era tornato per il quinto giorno a mendicare seduto sul terreno bagnato sotto la statua, allungando con il braccio sano il bicchiere e pregando i passanti, chiedendo aiuto e implorando per un po' di gentilezza con la faccia contusa e dolorante.
L'occhio destro in quei giorni si era gonfiato molto e faceva fatica tenerlo aperto bene ma almeno il petto gli faceva meno male e respirare non era più così difficile come il primo giorno. Continuava a pensare al misterioso ragazzo, a come se ne fosse andato senza dire nulla, senza dargli un motivo e senza chiedergli niente in cambio. Ancora non si capacitava che potessero esistere delle persone tanto buone al mondo, per un'attimo gli aveva ricordato di una vecchia sacerdotessa che per un paio di mesi si era presa cura di lui raccogliendolo dalla strada febbricante e mal nutrito. Anche lei non aveva chiesto nulla in cambio, ma la donna, Ime, era una sacerdotessa del tempio della dea dell'amore quindi era normale che si prendesse cura dei mendicanti e degli ultimi; ma lui? Perché prendersi il disturbo non solo di salvare uno sconosciuto, un ladro, ma di pagargli pure il dottore senza chiedere nulla?
Era un mistero che non gli dava pace, si era abituato da tempo a badare da solo a se stesso e adesso dopo tanti anni si trovava a sentire uno strano senso di debito nei confronti di qualcuno. Un qualcuno che forse non avrebbe mai più incontrato in vita sua.
Mentre con la mano tesa ripensava a quell'incontro e tutte le domande che aveva fatto nascere in lui una massa di capelli neri, folti e mossi comparve tra i passanrti. Ryo non ci mise molto a riconoscere l'abito blu, un po' rovinato sui bordi e quella fodera nera laccata, decorata con un motivo geometrico e una scritta sulla lunghezza che non sapeva leggere.
Si alzò di scatto proprio mentre il viandante misterioso si girava.
Ryo avrebbe riconosciuto quel bel volto dai linementi allungati e leggeri ovunque, i suoi occhi dall'iride d'orata e la pupilla serpentina erano inconfondibili, unici e agghiaccianti.
Corse senza pensarci due volte nella sua direzione chiamandolo e agitando la mano che teneva il bicchiere mentre le poche monetine risuonavano creando fracasso nel tentativo di attirare la sua attenzione.
Lo sguardo dello sconosciuto vagò per un attimo tra le persone prima di trovarlo e fermarsi su di lui, arrestò la sua sua camminata decisa e Ryo lo raggiunse.
- Tu sei il bambino dell'altro giorno, vero?- gli disse con la sua voce roca che stonava con il suo viso delicato ma non con la sua espressione vuota.
Ryo annuì agitando la testa con forza -Grazie per avermi salvato.- si cimentò in un inchino profondo fino a guardarsi le ginocchia.
Lo sconosciuto lo guardò aggrottando le sopracciglia scure  -Mi hai già ringraziato.-
-Non nel modo giusto.- si giustificò Ryo alzandosi lentamente e incontrando quegli occhi freddi dello stesso colore dell'oro.
- Un grazie è un grazie.- lo sconosciuto fece spallucce voltandosi per andarsene e lasciarlo di nuovo solo.
Ryo però non si tirò indietro, voleva conoscerlo meglio, voleva trovare un modo per ringraziarlo davvero e togliere dal proprio cuore quel sentimento di debito che lo legava all'altro.
Gli aveva salvato la vita, quei mercanti non si sarebbero fermati e lo sapeva bene. Se in quel momento aveva desiderato di morire ora ringraziava con tutto se stesso l'intervento di quel giovane che l'aveva salvato, avrebbe chiesto scusa per tutta la vita allo spirito di sua madre per quei pensieri stupidi.
Affiancò lo sconosciuto presentandosi - Io sono Ryo Ooka, posso sapere il vostro nome almeno?-
L'altro non lo guardò proseguendo per la sua strada, per un po' non rispose nemmeno e quando lo fece il suo tono era neutro, piatto - Shyn.-
Per un attimo Ryo fu tentato di chiedergli quale fosse il suo cognome ma se lui non lo aveva detto forse non lo sapeva, forse era un orfano come lui o più semplicemente aveva i suoi motivi per non rivelarlo e lui non voleva scocciarlo con una domanda inopportuna.
Rimase semplicmente al suo fianco cercando di tenere lo stesso passo deciso.
Lo seguì senza emettere fiato per tutto il resto della giornata, uscirono dalla città incamminandosi verso i boschi fermandosi solo quando dietro di loro non c'erano altro che alberi.
In fine Shyn si voltò verso di lui -Non hai di meglio da fare che seguirmi?- domandò con una lieve inflessione confusa nel tono piatto della voce.
Ryo scosse la testa dondolando il braccio libero -Voglio sdebitarmi, vi seguirò fino a che il mio debito non sarà saldato.-
- Non ce né bisogno, torna ai tuoi affari non mi devi niente.-
- Mi avrebbero ucciso, mi avete salvato la vita e intendo tenere fede a questo debito....mia madre non ha cresciuto un uomo senza onore.- rispose convinto Ryo continuando a camminare al suo fianco.
Shyn lo guardò con i suoi profondi occhi demoniaci -Tua madre però ha cresciuto un ladro?- disse dopo un po'.
Ryo ridacchiò malinconicamente scuotendo la testa -No no...il ladro lo ha cresciuto la guerra.- sussurrò rabbuiandosi di colpo.
Il silenzio calò di nuovo tra di loro, camminarono per un po', così godendosi l'aria fresca del sottobosco in estate.
- Quanti anni hai?- domandò dopo un po' Shyn.
- Undici signore.- rispose con prontezza.
Lo sentì sospirare pesantemente al suo fianco per poi parlare di nuovo -Va bene, puoi viaggiare con me finché vorrai ma a due condizioni....- Ryo si voltò per guardarlo in faccia mentre parlava -....niente più furti e non parlare in modo così formale, non mi piace.-
Ryo annuì con vigore sorridendo felice di aver finalmente trovato un compagno di viaggio dopo tanto tempo trascorso da solo.


Camminarono per diversi giorni fino ad arrivare ad un villaggio tra i boschi, isolato e popolato.
Ryo aveva oramai capito che Shyn era un tipo taciturno, di poche parole e solo quando erano necessarie e così si era adatto cercando di contenere la propria parlantina per paura di annoiarlo o irritarlo anche se lui non aveva mai dato segno di irritazione per il suo chiacchierare o canticchiare di continuo.
Per questo dopo quattro giorni di cammino non sapeva quasi niente dell'uomo con cui viaggiava, solo che aveva diciannove anni e che doveva venire dal nord est a giudicare dall'accento con cui parlava, duro con tutte le finali marcate a differenza del modo più dolce e cantilenante di parlare delle regioni del centrosud dove si trovavano. Non aveva nemmeno capito che lavoro facesse, all'inizio aveva pensato si trattasse di un mercenario ma non avevano fatto altro che allontanarsi dalle zone di guerra e non poteva essere nemmeno un commerciante visto che non aveva ne cavallo ne merci con sé, un artigiano forse? Non avrebbe saputo dirlo.
Ciò che lo rendeva ancora più enigmatico erano quegli occhi dall'iride d'orata e la pupilla serpentina, sembravano quei demoni che Ryo aveva visto tante volte dipinti nei templi. Era forse uno di quei mezzi-demoni, figli dei demoni e degli umani?
Era stato più volte sul punto di chiederglielo ma non se l'era mai sentita, Shyn si comportava come se nulla fosse e lui non voleva ferirlo con una domanda fuori luogo, alla fine per Ryo non cambiava molto quali fossero le sue origini. Lo aveva aiutato, l'aveva accettato come compagno di viaggio e tanto gli bastava per dire che era una brava persona, o almeno più brava della maggiorparte delle altre persone che lui avesse mai incontrato nel suo lungo vagare e mendicare.
Una volta entrati nel villaggio semi inabitato Shyn si diresse senza esitazione verso la capanna più grande, quella del capo villaggio e Ryo lo seguì mentre osservava gli abitanti, per la maggiorparte donne, bambini e vecchi che li guardavano dagli usci delle loro case con fare sospettoso.
Il capo villaggio li accolse con calore invitandoli ad entrare ma senza mai staccare i suoi piccoli occhi dal volto di Shyn, punto da una leggera e ben velata diffidenza.
Servì loro una tazza di tè e alcuni biscotti secchi, Ryo si buttò sul piatto pieno riempiendosi la bocca di quei dolciumi di cui non ricordava nemmeno il sapore mentre il suo compagno di viaggio sorseggiava composto la sua bevanda alla menta aspettando che il capo villaggio parlasse.
-Voi dovete essere un cacciatore di demoni.- disse il vecchio uomo verso Shyn.
Ryo tese le orecchie verso di loro curioso di scoprire finalmente qualcosa di più sul ragazzo più grande.
Shyn annuì -Sono venuto qua perché ho sentito del mostro che ha decimato i vostri uomini nei boschi.-
Il vecchio annuì facendo schioccare le labbra - Dai vostri occhi deduco che dovete essere uno di quei mezzi demoni appartente all'ordine....come si chiamano....Re kai?- domandò indagando sull'uomo che evidentemente doveva salvarli.
Ryo sorseggiò il suo tè masticando piano e ascoltando i due uomini parlare, completamente concentrato sul volto impassibile di Shyn che chiudendo gli occhi e sospirando pesantemente rispose con voce grave -No, non sono uno di quei mezzi demoni e non appartengo a nessun'ordine.-
Il capo villaggio rimase scosso - Ma i vostri...i vostri occhi...-
- Sono stato maleddetto alla nascita. Vi importa tanto o preferite liberarvi del demone?- fu la risposta fredda e lapidaria di Shyn pronunciata in un modo piatto e vuoto.
Il vecchio si irrigidì ma alla fine abbassò lo sguardo, piegato dal desiderio di avere pace per il suo villaggio -Il demone è un'orso posseduto da un Arkhan del regno delle ombre, è comparso sei mesi fa e da allora ha ucciso ogni uomo solo o in gruppo che ha provato a femarlo. Non possiamo cacciare perché ci preda nel suo territorio e non possiamo scacciarlo.- si chinò fino a toccare terra con la fronte - Vi prego, sconfiggetelo e la ricompensa sarà vostra.-
Shyn si alzò in piedi - Trovate una guida, andrò a prenderlo nella sua tana questa sera al calare del sole.- poi si voltò verso Ryo che stava ancora mangiando i biscotti e gli fece segno di seguirlo.
Ryo si alzò subito masticando e accennando ad un breve inchino per seguire Shyn fuori dalla capanna del capo, e fino ai confini del villaggio. Si sedettero per terra all'ombra di un'albero per riparasi al sole del pomeriggio che splendeva ancora alto e maestoso.
-Questa sera resta al villaggio, tornerò quando l'Arkhan sarà morto.- gli disse.
Ryo annuì per nulla intenzionato ad avvicinarsi ad un demone -Quindi sei un cacciatore di demoni?-
Shyn annuì.
Ryo si rannicchò nelle proprie spalle titubante sul chiedere o meno qualcosa in più sulla faccenda della maledizione che aveva accennato al capo villaggio, lo aveva visto farsi più rigido mentre ne parlava e non voleva dargli noia ma era davvero curioso ora che aveva sentito quelle parole. Voleva sapere di più era la prima persona che conosceva in vita sua ad avere un collegamento con i demoni.
Aveva sempre sentito parlare di questo nuovo ordine delle guerriere Re'Kai, ne aveva persino vista una da lontano una volta affiancare un cordone di soldati diretti al fronte. Aveva sentito di questi figli di demoni e umani che ora che la guerra devastava il paese delle acque non venivano più uccisi in fasce ma portati ad un tempio e addestrati per uccidere i demoni che sorgevano richiamati dal sangue.
Ma Shyn aveva detto di non essere uno di questi mezzi demoni quindi cosa era di preciso?
Ora che era stato accennato sarebbe stato lecito chiedere?
Shyn rispose a queste domande per lui -Sono stato maledetto nel ventre di mia madre...so solo questo la balia non ha avuto il cuore di uccidermi e mi ha lasciato ad un tempio.- fece un pausa, sul suo volto non c'erano ne tristezza, ne rabbia o malinconia sembrava che quelle cose orribili che gli erano state fatte non gli provocassero emozioni -So solo che sento il bisogno di uccidere i demoni per stare bene con me stesso.- concluse in fine nel suo tono inflessibile.
Ryo rimase in silenzio senza avere davveno nulla da dire, Shyn era più criptico di quanto avesse immaginato, cosa provava?
Il suo volto lungo e dai bei tratti marcati non dava segni di emozioni come sempre, era impassibilmente bloccato in un espressione neutra in un perfetto equilibrio tra serenità, serietà e apaticità. Perciò rimase in silenzio aspettando con lui la sera senza proseguiire oltre la conversazione, riempiendo il silenzio canticchiando e rilassandosi all'ombra di quell'albero in fiore.

















Note:

Ecco il secondo capitolo! Se siete qui vi ringrazio di cuore per aver deciso di dare un opportunità a questa storia, invitandovi a lasciarmi anche solo un piccolo commento come feedback.
Non ho molto da dire, i personaggi sono ancora in fase di presentazione in attesa di un terzo capitolo molto più corposo dove verrà messa un po' di carne al fuoco.
Spero di aver coretto tutti gli errori, ma nel caso mi scuso se hanno infastidito la vostra lettura.
Piccolo consiglio...tenete a mente certi nomi comparsi in questo capitolo...perché li rivedremo presto!!

Alla prossima,

Blyth



  
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