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Autore: EleAB98    04/05/2020    6 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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Cari lettori silenziosi e non, ci tenevo a ringraziarvi tutti di cuore per il supporto (e soprattutto, per la pazienza!) che finora mi avete dimostrato. Lo so che questa storia ha uno sviluppo molto lento, però ci tendevo a renderla il più verosimile possibile e non andare subito dritta al punto perché, come avrete notato nel corso della lettura, la caratterizzazione dei personaggi non è complessissima, ma nemmeno poi così semplice. Cancellare il passato richiede tempo, volontà ed energie, perché non è mai facile ricominciare da zero, come nel caso specifico non è semplice "ricominciare" per il nostro amato Thomas. Scrivere questa storia è per me un'emozione continua e ammetto che mi auguro di cuore che possa esserlo anche per voi. In moltissimi sicuramente staranno aspettando "il fatidico momento Thomas-Jane", e vi posso confessare che non manca molto, per cui... spero vivamente che non mi abbandoniate adesso! Buona lettura!


La mattina dopo, Thomas riunì tutti i membri della squadra per una breve assemblea straordinaria. Si mormorava che egli avesse un importante annuncio da fare e che, ben presto, avrebbe proferito ai tutti loro un caloroso e appassionato discorso di commiato.

“Ebbene ragazzi, vi ho convocati in questa assemblea perché la nostra avventura collaborativa è ormai conclusa. Vi annuncio infatti di aver finalmente scelto – non senza poche difficoltà - il finale che più si addice al mio film. Un finale che soltanto Beverly e gli altri attori del cast conosceranno, almeno al momento. Ho deciso che voi collaboratori esterni - tra i quali figurano la signorina McMiller e anche gli altri due assistenti fornitomi dal signor Lennard - non assisterete alle registrazioni delle scene finali.”
Tutti loro rimasero sbigottiti. Per quale motivo Hunt aveva preso quella decisione? Vi era forse un motivo particolare per il quale aveva deciso di mantenere a loro segreta la sua scelta?

“Immagino cosa stiate pensando in questo momento” disse Hunt, intuendolo dal loro sguardo attonito. “Ma vi chiedo di rispettare la mia decisione e di non farmi domande di alcun genere. Non intendo rivelarvi nulla di più di quanto voi non sappiate già. Ormai mancano solamente due settimane al Festival e probabilmente sarete emozionati.”

Qualcuno di loro annuì.

“Ma state tranquilli, lo sono anch’io. In questi mesi avete lavorato con la massima serietà e vi sono davvero grato per avermi supportato e sopportato in ogni fase di questo nuovo progetto... So bene quanto non sia stato facile e so bene cosa significa trovarsi dall’altra parte” disse poi, guardando per un istante la signorina Jane. “Sono stato anch’io un apprendista e non mi è spesso stato facile reprimere la mia natura che è sempre stata, che ci crediate o meno, propensa alla ribellione e all’azione. Ma tutti voi siete stati davvero bravi a saper parlare con cognizione di causa e al momento giusto. Nello specifico, mi sento di ringraziare Palacios, da sempre il mio fido compagno di ‘riprese impossibili’. Bene, cos’altro dire? Voi collaboratori potete congedarvi e andare a riposare. Credo ci si possa direttamente vedere il giorno del Festival.”

“Ne è proprio sicuro, professore?” domandò Jane, ancora incredula che la sua avventura sul set fosse ormai giunta al termine.

Thomas la guardò con un’espressione perfettamente neutrale.

“Sicurissimo, signorina. Potete tornare alle vostre mansioni ordinarie. Detto questo... Ci vediamo prossimamente.”
 

 
***
 
 
Caro diario,
quest’oggi ti annuncio che la mia collaborazione con il regista – nonché mio professore – Thomas Hunt è ufficialmente terminata. Nonostante lo stress accumulato nelle ultime settimane, è stato veramente un onore poter lavorare con un uomo del suo calibro, attingere continuamente da lui importanti insegnamenti che sicuramente non mancherò di utilizzare in futuro e sì, anche dover far fronte a delle discussioni derivanti dalle nostre forti – quanto diverse – personalità. Circa una settimana fa ho sostenuto il mio primo esame universitario e mai avrei immaginato che sarebbe culminato con un bellissimo trenta e lode. Il professor Jonas sembrava estasiato dal mio colloquio e questo mi ha indubbiamente reso orgogliosa di quanto studiato.

Nel contempo, però, sento un vuoto dentro di me che non è affatto facile da spiegare ma che, con ogni probabilità, concerne la fine di questa emozionante avventura vissuta a pieni polmoni a fianco di Hunt, della troupe e di quella odiosa ma incredibilmente talentuosa (sì, devo dirlo) Beverly. In ogni caso, ringrazio il cielo per aver avuto l’opportunità di imparare più di quanto io abbia mai potuto apprendere dal mio libro di ‘Cinematografia e Arti Visive’. Ho visitato per la prima volta un vero e proprio set cinematografico, ho imparato a redigere correttamente una sceneggiatura e ad apportarle eventuali modifiche e, almeno per quasi tutta la durata di questa esperienza, ho imparato persino a tenere a freno la lingua. Ma credo che su questo punto ci sia ancora molto da imparare...


A ogni modo, attenderò con ansia il giorno del Festival e, con esso, nutro la piccola speranza che il mio insegnante abbia scelto il finale che io gli ho consigliato. Con questo non voglio affatto peccare di presunzione, quanto capire se ho davvero colto nel segno il significato che si cela dietro l’intero film. Pensando a quel momento, sono certa che questo vuoto improvviso verrà effettivamente colmato dalla forte passione che nutro nei confronti di questo universo che è la cinematografia; universo che Hunt mi ha fatto conoscere più in profondità e sotto un’altra luce. Una luce che io non avevo mai visto splendere in un modo così... così illuminante...
Almeno fino ad oggi.
 

Jane posò la penna sul tavolino e guardò per l’ultima volta il suo backstage: probabilmente non lo avrebbe mai più rivisto e tra meno di due ore sarebbe stato svuotato delle sue cose da cima a fondo. Con un breve sospiro, la studentessa si accinse a chiudere la porta della stanza ma, non appena si voltò, la giovane si scontrò casualmente con il suo professore, che a quanto pare si aggirava nei pressi di quel corridoio.

“Professore, mi scusi tanto! Non l’avevo vista.”

Thomas non le rispose e, nel bel mezzo di quell’esclamazione, il taccuino di Jane era caduto a terra. Senza battere ciglio, l’uomo lo raccolse e ne lesse ‘l’incisione’ placcata in legno in cui vi era impresso il suo nome.

“E così anche lei ha un diario segreto, signorina?” domandò poi, con quel consueto tono di voce dal quale non traspariva la benché minima emozione.

“Ehm... sì, professor Hunt. Non mi dica che...”

“Esattamente. Anche io mi diletto a scrivere sul mio diario personale, di tanto in tanto... e devo dire che non è affatto male.”

Thomas le riconsegnò quel diario e la giovane lo ringraziò timidamente, sebbene fosse rimasta alquanto sorpresa dalla confidenza del suo professore, che quasi la spinse a volerne sapere di più ponendogli delle domande, ma... ma non lo fece. Dopo qualche secondo di profonda e misteriosa contemplazione reciproca nella quale Jane aveva tentato disperatamente di interpretare cosa significasse lo sguardo di ghiaccio dipinto negli occhi del suo professore, l’uomo riprese a parlare.

“Pronta per la serata di domani?”

“Scusi, come ha detto?” ribatté Jane, scuotendo la testa e ‘tornando alla realtà’.

“Le ho chiesto se fosse pronta per la serata di domani” ripeté lui, senza scomporsi.

Jane si domandò di quale serata stesse parlando. Aveva forse dimenticato un impegno importante? Non sapendo cos'altro dire, la giovane finse di assecondarlo.
“Forse dovrei essere io a chiederglielo. Sa, ammetto che mi mancherà molto questo posto, e...” Jane deglutì a fatica. “Non so davvero come ringraziarla per questa opportunità che mi ha offerto. Grazie a lei ho esaudito un mio grande sogno.”

L’uomo annuì, ma la sua espressione rimase perfettamente neutrale.

“Credevo che questo fosse il suo più grande sogno... non uno qualsiasi” disse poi, alzando un sopracciglio.

Le guance di Jane arrossirono per un istante. Non avrebbe certo potuto dirgli che all’interno di quel sogno fosse contemplato anche lui...

“Infatti non lo è, professore... Ma il mio più grande sogno non è stato ancora raggiunto, perché come ben sa non sono ancora una regista.”

“Senza dubbio, signorina... ma si fidi se le dico che è sulla strada giusta per diventarlo. A collaborazione conclusa, posso indubbio affermare che la sua prima esperienza sul campo riguardo il mondo del cinema, non sarà che una delle tante.”

A quelle parole, Jane arrossì nuovamente e, questa volta, il professore lo notò.

“Mi scusi signorina, non era affatto mia intenzione metterla in imbarazzo... ma temo dovrà abituarsi a qualsiasi genere di critica o complimento lei possa ricevere” continuò l’uomo, con imperscrutabile calma e impassibilità. Jane lo guardò negli occhi: in essi non vi era alcuna traccia di sentimenti genuini, malgrado le sue confortanti parole.

“Beh, in tal caso la ringrazio di nuovo, professor Hunt.”

“Non mi ringrazi... istruire un discente è pur sempre compito di un docente. Posso dunque sperare di vederla domani al pre-Festival?”

Questa volta, il suo tono di voce sembrò tingersi di una leggera speranza.

Jane tentò dì nascondere la sua sorpresa. Era dunque quella la serata di cui stava parlando poco prima? Il suo professore l'aveva appena invitata al pre-Festival? Era davvero molto strano, considerando che lo stesso era riservato soltanto al regista e agli attori del cast. A ogni modo, la ragazza cercò di non farsi strane illusioni e accettò di buon grado quello strano invito, fingendo che per lei non fosse stata una novità.

“Pensa forse che avrei il coraggio di non presentarmi al pre-Festival del cinema, dopo tutta la fatica che ho fatto per sopportare lei e i continui sbalzi d’umore di Beverly?”

A quell’inaspettata frecciatina, il professore mutò finalmente espressione del viso e si lasciò andare a una breve risata, accompagnata da un tono di voce dal quale traspariva tutta la sua sorpresa.

“Questa poi... non finisce mai di sorprendermi, signorina. E così io sarei un tipo insopportabile?”

“Beh, diciamo pure che non è un tipo così semplice da gestire.”


Thomas si apprestò a controbattere, ma Jane non glielo permise.

“Ma...” continuò la studentessa, ponendo grande enfasi a quel ‘ma’ “devo ammettere che non raggiungerà mai i livelli di Beverly, per cui dovrà senz’altro impegnarsi di più.”

L’uomo scosse la testa. Per l’ennesima volta, il temperamento spontaneo di quella ragazza lo aveva lasciato a dir poco interdetto.

“Comunque... a parte gli scherzi, professore, le ho già detto quello che penso veramente. Non potrò mai ringraziarla abbastanza per questa esperienza che mi ha regalato, per cui... ci si vede domani al pre-Festival, anche perché... non vedo l'ora di conoscere il finale del suo film, anche se ovviamente non lo saprò domani” gli disse poi, ricacciando le lacrime.

Doveva ammettere che le sarebbe mancato quel rapporto che aveva intrecciato con il professor Hunt, sebbene nel suo cuore provasse qualcosa di speciale nei suoi confronti da già molto tempo.

“Lieto comunque della sua curiosità... Allora a domani, Jane...” rispose Thomas, guardandola negli occhi e sorridendole in un modo spento. “E mi raccomando: sia puntuale e, soprattutto, si presenti con un accompagnatore”  aggiunse poi, stringendole cordialmente la mano prima che lei scomparisse, di corsa, dalla sua vista.

Un accompagnatore? dichiarò poi la ragazza, esterrefatta, rendendosi pienamente conto di ciò che Hunt le aveva detto. Doveva realmente presentarsi con un accompagnatore? Con chi diamine sarebbe dovuta andare a quel pre-Festival???
   
 
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