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Autore: PigRabbit    05/05/2020    1 recensioni
[Korean Odyssey]
[Korean Odyssey]Son O-Gong si è avviato nell'oltremondo per ritrovare Ji Sun Mi. Le cose però non vanno esattamente come pianificato...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Mentre il giorno incontrava la notte lasciandosi inghiottire dall'oscurità, una figura completamente nascosta da un pesante mantello nero si aggirava per il cimitero della città di Seoul. 
Il luogo era chiuso al pubblico, ma questo non era un problema per la persona che si aggirava indisturbata in quel luogo di morte e pace. 
I suoi passi risuonavano solitari e sordi sul pavimento lucido di marmo bianco, mentre solo il silenzio rispondeva a quell'eco appena sussurato. 
Il capo coperto dal cappuccio si muoveva seguendo i volti e i nomi scritti sulle lapidi, fino a quando non trovò quello che stava cercando. In un attimo il vetro protettivo si infranse in mille pezzi, permettendo al sinistro figuro di prelevare l'urna all'interno del loculo. Ottenuto quanto era venuto a prendere questi si ritirò lasciando nuovamente quel sacro luogo alla sua pace. La lapide portava il nome Ji Seon-Mi. 

Ji Seon-Mi alzo le braccia verso l'alto cercando di stiracchiare le membra intorpidite il più possibile. Era stata una notte infernale seguita da una giornata altrettanto infernale: riuscire a fare in modo che i lavori fossero perfettamente esguiti in tutte le stanze, e fare in modo che le normali attività dell'hotel proseguissero senza subire grosse modifiche nei servizi che offrivano era stata veramente una sfida. 
Avevano avuto problemi con la Spa dove una delle loro migliori massaggiatrici si era rifiutata di mettere piede quella mattina. La donna era spaventata dal fatto che si raccontava che l'hotel fosse infestato da spiriti maligni. E in effetti non aveva tutti i torti. Ma Seon-Mi non avrebbe mai potuto dirglielo, quindi aveva dovuto fare opera di persuasione rassicurando la poveretta del fatto che si era trattato di un guasto elettrico unito a uno sfortunato malfunzionamento del sistema di areazione della struttura, cose che unite insieme avevano creato quel danno che sembrava quasi soprannaturale. 
Quella era la spiegazione ufficiale a tutto quel trambusto. Seon-Mi l'aveva ripetuta talmente tante volte che ormai cominciava a crederci anche lei. Ma sapeva bene che era impossibile. I tecnici erano rimasti impressionati davanti all'entità dei danni e lei aveva notato più di uno sguardo di timore seguirla mentre sovrintendeva alle riparazioni. 
Cercando di sciogliere i muscoli del collo spense il computer e si alzò pronta ad andare a casa: erano quasi le dieci e non mangiava nulla dal giorno precedente. 
Mentre sistemava le ultime cose un rumore attirò la sua attenzione. L'imponente vaso si era mosso di nuovo. 
Quello strano oggetto le faceva venire i brividi. Non sapeva bene il perché ma le procurava un irrazionale senso di timore, il fatto poi che continuasse a muoversi da solo non contribuiva a semplificarle le cose. Non riusciva a capire come mai il Presidente Woo avesse deciso di farlo lasciare proprio nel suo ufficio. 
All'inizio quando l'aveva assubta Seon-Mi aveva pensato che fosse per la sua capacità di vedere cose che agli altri risultavano invisibili, ma nonostante lavorasse per lui già da tre anni, non avevano mai affrontato il discorso, direttamente o indirettamente. 
Indossando la borsetta a tracolla si diresse alla porta pronta ad uscire se non per il fatto che il grande vaso nero si mosse di nuovo, e in maniera sicuramente più significativa. 
Forse non era il caso di andarsene così. Se quell'aggeggio continuava a muoversi da solo c'era la possibilità che l'indomani lo trovasse danneggiato. Magari era il caso di cercare di farlo poggiare al muro, giusto per dargli più stabilità. 
Passandosi la tracolla della borsa sul davanti del torso, si accinse a spingere l'oggetto con tutte le sue forse. Purtroppo il tappeto la fece scivolare con il risultato di urtare lo spigolo del tavolino basso riservato agli ospiti e lasciando cadere il coperchio che copriva il vaso. 
- Maledizione! - prendendo da terra il coperchio del vaso che per fortuna non aveva subito danni, Seon-Mi si accinse a rimetterlo al suo posto. Senza volerlo lo sguardo le cadde all'interno del manufatto che sembrava essere completamente vuoto. Strano, pesava parecchio! Poi, dal nulla, davanti ai suoi occhi, si materializzò un'immagine che sembrava galleggiare sulla superficie dell'acqua. 
Il giovane Hong Hae-Ah la guardava sbigottito mentre lei lo baciava sulla guancia. Un attimo dopo lei veniva tirata indietro da una forza sconosciuta mentre una mano si stringeva con forza sul collo del povero malcapitato. L'arto che sembrava voler strozzare il ragazzo apparteneva al nuovo ospite dell'albergo, quello che teoricamente avrebbe dovuto ignorare. Lui le tendeva una mano con il palmo alzato e lei dopo che aver detto qualcosa, con grande riluttanza gli porgeva la sua e poi...
- Ehi!
L'immagine scomparve e Seon-Mi si ritrovò davanti proprio l'ospite misterioso. 
- Che diavolo pensi di fare con quello? Dove l'hai preso? - chiese l'uomo con fare pretenzioso. 
- L'ha comprato il Presidente Woo - rispose lei ancora confusa da quanto aveva visto. Che cosa significavano quelle immagini? E cosa c'entrava con lei l'uomo che aveva davanti? Inoltre perché aveva baciato Hae-Ah?
- Che hai visto? 
- Come? 
- Che hai visto? - chiese di nuovo il Grande Saggio - Quello è il calderone delle sventure, mostra quanto di sventurato sta per capitarci. Quindi... che cosa hai visto? 
- Niente. - rispose senza sapere perché Seon-Mi. Non era solita mentire, ma la bugia era uscita dalle sue labbra prima che potesse fermarla. 
- Come sarebbe a dire niente? Certo che hai visto qualcosa. Sei rimasta lì impalata per almeno un minuto. Quindi, che cosa hai visto? Bombardamenti, fuoco e fiamme e il mondo che si distruggeva? 
Alla ragazza per un momento venne da ridere, poi si accorse che il suo interlocutore era piuttosto serio. 
- Non ho visto niente. E buio e stavo cercando di capire se ci fosse qualcosa dentro. Tutto qui. - tirò un sospiro, quell'uomo aveva il potere di innervosirla. - Ora la pregherei di tornare nella sua stanza, questa parte dell'hotel è riservata unicamente al personale.
Lo spinse oltre la porta che richiuse alle sue spalle e dopo un lieve cenno del capo cercò di andarsene. Lui però sembrava non volerne sapere di spostarsi. 
- Le chiedo scusa, ma potrebbe spostarsi? Ho lavorato tutto il giorno, e buona parte della notte, sono stanca e vorrei andare a casa. Per favore se ne vada!
Lui le sorrise leggermente. 
- Che sia questa o un'altra vita non fai che cacciarmi tutte le volte. Ji Seon-Mi. 
- Come dice? 
- Ji Seon-Mi sai chi sono? - le chiese lui abbassando il tono di voce. La sua mano salì ad accarezzarle lievemente la gota. Quasi lei fosse un oggetto così fragile da rompersi al primo alito di vento. Come la cosa più preziosa dell'intero universo. E dentro di lei Seon-Mi sapeva che lui l'aveva già guardata così. Come se fosse innamorato. Talmente innamorato da non vedere niente altro eccetto lei. 
- Maledizione! - in un secondo netto l'uomo nascose la ragazza dietro di sé e con una potente carica di energie eliminò un demone che si era avvicinato a loro nell'oscurità. 
Quell'uomo non era un semplice umano. Era potente. 
Le prese il braccio scostandole la manica della maglietta scoprendo una porzione di pelle nuda leggermente escoriata che lasciava trapelare minuscole goccioline di sangue. 
- Dovresti fare più attenzione alle ferite. Sei sempre bella, ma queste potrebbero diventare un problema se non mi chiami. - con un leggero soffio dalle sue labbra, egli richiuse la ferita. 
Seon-Mi non sapeva bene che cosa stesse succedendo.
- Ma chi è lei una specie di mago?
L'uomo sorrise ancora una volta. - Già. Ti piaceva chiamarmi così. Io sono il Grande Saggio Pari del Cielo Son Oh-Gong e tu sei Ji Seon-Mi che fin da bambina riesce a vedere gli spiriti malighi e i fantasmi dei defunti che non sono riusciti a passare oltre. 
La ragazza divincolò il braccio dalla presa dell'uomo. 
- Come fa a saperlo? 
- Me l'hai detto tu tanto tempo fa. Così come mi hai detto che la vita era piuttosto difficile per te. Immagino che le cose non siano cambiate poi molto nemmeno stavolta. 
- Io non l'ho mai vista prima e adesso la smetta con tutte queste sciocchezze. Ora mi lasci passare, voglio andare a casa. 
- Non hai paura di quei mostri? 
- No. Ci sono abituata. So badare a me stessa da parecchio tempo. 
Il giovane uomo annui con il capo più volte - Certo. Ma da ora in poi ti inseguiranno sempre più mostri che vorranno mangiarti. Quelli che hai dovuto affrontare fino a ora saranno nulla in confronto. 
- I mostri vorranno mangiarmi? E perché?
- Perché sono mostri e tu sei un'umana. E poi anche perché sei Samjang. 
- Samjang? - ripetè lei senza capire. 
- Esatto. Il tuo sangue ha un profumo buonissimo e la tua carne può donare un grandissimo potere a colui che la divorerà. 
-Come fa a sapere tutte queste cose. 
- Le so perché anche io sono uno di quelli che potrebbe divorarti. 
Seon-Mi indietreggiò fino a ritrovarsi con le spalle contro il muro. - Mi lasci passare immediatamente. 
- No, perché dovrei? Quanto mi pagherai? - canticchiò lui fastidiosamente. 
- Che? - disse lei alzando la voce. 
- Non me ne andrei nemmeno se mi pagassi 500 won. 
Incredula la giovane provò a spostarlo con la forza. Tanto valeva spostare un blocco di cemento da 100 quintali!
- Senti, mago dei miei stivali. Fammi passare subito. Oppure prova a mangiarmi se proprio ci tieni tanto. Avanti! Provaci! 
La mano di lui si posò nuovamente sulla sua guancia, poi sulle sue labbra carezzandole lievemente. - In effetti hai un profumo buonissimo. E se ti mangiassi potrei diventare ancora più potente. Però chissà? Forse potresti offrirmi qualcosa in cambio della mia protezione. 
- Tu avresti intenzione di proteggermi? 
- Dipende... da quello che mi offrirai in cambio. 
- Non ho nulla da offrirti in cambio. 
- Non ne sarei così sicuro. - disse alzando la mano e mostrandole un piccolo anello d'oro a forma di nodo. - Potresti sempre sposarmi. - Cosa? Sta scherzando! Perché vorrebbe sposarmi? - Per diverse ragioni, non ultima il fatto che potresti tornarmi utile. Dopotutto Samjang è una sacerdotessa potente. Mica pensavi che mi fossi innamorato a prima vista o scemenze del genere, vero? Che ne dici? Se prometterai di sposarmi, tutte le volte che sarai in pericolo, se chiamerai il mio nome io correrò ad aiutarti. Allora ci stai?
- Perché un essere potente come te vorrebbe sposarmi? Vedo più rogne che vantaggi. Non sarà che così potrai mangiarmi più facilmente?
- No, assolutamente no. Semplicemente c'è una cosa che voglio ottenere e mi servi tu. Se stringeremo il patto io sarò costretto a proteggerti ogni volta che chiamerai il mio nome. Allora? Ci stai? 
La mano dell'uomo scese sul suo collo iniziando a stringere leggermente - Oppure potrei divorarti subito e aumentare i miei poteri, ottenendo ciò che voglio in maniera diversa. Dopotutto, non sono una brava persona. 
Lui allungò la mano verso di lei con il palmo rivolto verso l'alto. Un momento. Aveva già visto una scena simile nel calderone. Le circostanze però erano diverse. Se il calderone mostrava le sventure che ci sarebbero capitate...
- Allora stringiamo il patto o no? - disse lo strano essere magico mentre un sorriso malevolo gli si dipingeva sul viso. 

 
  
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