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Autore: Giglian    05/05/2020    2 recensioni
Nell'oscurità di una guerra incombente, le sfrenate e spensierate esistenze dei Malandrini si sfilacciano negli intrighi di una Hogwarts sempre più ricca di pericoli ed insidie. In un labirinto di incertezze, nell'ultimo anno l'amore sembra essere l'unico filo che conduce alla salvezza. Ma, per chi giura di non avere buone intenzioni, nulla sa essere semplice.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le avventure dei Malandrini.'
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“Guarda che se stai così lontana il mantello mica ti copre tutta!”
Lily Evans lo fulminò con lo sguardo.
“Ti diverti, vero Jam?” disse aspramente, con le mani artigliate contro il braccio di quell'idiota.
“Sì, moltissimo!” ammise lui, ignorando le sue unghiacce da gattaccio randagio che gli stavano facendo vedere le stelle da venti minuti.
Ancora doveva spiegarsi come cavolo aveva fatto a convincerla a proseguire l'avventura, piazzarsela sotto il mantello e trascinarla per i corridoi deserti senza che lei gli lanciasse una fattura in mezzo agli occhi o peggio, gli confiscasse seduta stante il suo prezioso artefatto!
Sapeva solo che era lì, con lui, sotto quel tessuto, a fare le cose che di solito faceva con Sirius. A dirglielo solo pochi mesi prima, non ci avrebbe mai creduto.
Non riusciva quasi a stare fermo, si sentiva euforico...e per ben tre volte rischiò di farsi scivolare il mantello di dosso.
Anche Lily era sui carboni ardenti...ma per motivi ben diversi!
Ma come faceva a reggere la tensione?! A lei veniva solo voglia di urlare, tante erano l’adrenalina e la fifa che aveva nelle vene in quel momento!
Quando poi si ritrovarono davanti la McGranitt di pattuglia, quasi le venne un infarto e ci mancò poco che lanciasse un grido per davvero!
“Accidentaccio a te, Lily! Per poco non ci facevi scoprire!” proruppe James, una volta usciti dal Castello.
L’aria era fresca e legata al gelo dell’inverno, le stelle brillavano come piccoli diamanti nel cielo nero.
Alla ragazza tremavano le gambe.
“Mi sono spaventata, d’accordo?!” sbottò. “Non lo faccio tutti i giorni! Infrangere le regole, dico!"
“Su, vedila in un modo più ottimista!”
“Ma perché mi sono lasciata convincere?!”
“Perché sei tremendamente orgogliosa?” chiese James, fingendosi pensieroso.
Lily non rispose.
Erano arrivati al confine della Foresta, un lungo corridoio freddo come la morte, pieno di spifferi e sussurri.
Pareva che i raggi di luna non filtrassero tra gli alberi, eppure l'aria si permeava di una fumosa luce verdastra.
Incominciò inconsapevolmente a rabbrividire…forse non era stata affatto una buona idea. Sembrava il set di un film horror! Solo un pazzo ci avrebbe potuto fare delle scampagnate dopo essere stati quasi ammazzati da un Corno Corazzato! Per non parlare delle Rose dell'Oblio...e del Necronomicon...
Il Babbo Natale che conosceva lei non frequentava postacci del genere, poco ma sicuro!
“Coraggio, c’è da fare un po’ di strada. Il mantello non ci serve ora.” esclamò tranquillo Potter, togliendoselo di dosso e scrocchiandosi le spalle.
“E’...hemm...tanto lontano?” Chiese lei fingendo naturalezza ma avvicinandosi impercettibilmente a lui.
Il ragazzo la fissò di sbieco, con un sorrisetto.
“Un po'...” Rispose.


Fruuushh…un rumore tra le foglie…


La ragazza prese di scatto la mano di James e quasi gli spezzò le dita.
“E’ solo un uccello!” ghignò quello, alzando gli occhi al cielo. Così era davvero troppo facile. Oh, si sarebbe davvero divertito...
Poi entrambi guardarono le loro mani unite e, imbarazzati, si staccarono subito.
Pareva lontana una vita la sera in cui si erano baciati…ed il ricordo non fece che aumentare il disagio.
“Forza, entriamo.”
“Eh? Oh sì...entriamo…” balbettò Lily, vedendolo distogliere lo sguardo con aria confusa.
Il sentiero per le due grotte era intricato e difficile al cammino.
La povera Grifoncina pensò con un po’ di disperazione che se avesse voluto scappare sarebbe stato davvero difficile. Ceppi d’albero e rovi ingombravano la stradina acciottolata, alberi alti e fitti si stagliavano di fianco ad essa come dei muri, per non parlare di quelle dannate radici...l'intera Foresta sembrava quasi respirare e muoversi per farla inciampare!
“Ops!” esclamò, ruzzolando a terra per le quarta volta in dieci minuti. Fortuna che muschio e nevischio attutivano la caduta, altrimenti avrebbe avuto le ginocchia a pezzi nel giro di un'ora!
“Ah! Che imbranata!” sospirò divertito l'idiota - non voleva chiamarlo in nessun altro modo quella notte - che al contrario di lei scivolava silenzioso sul terreno senza fare il benché minimo rumore.
Pareva esserci stato molte altre volte, ma pur sapendolo, quel modo di muoversi aveva un qualcosa di inquietante. Ma come ci riusciva?!
“Di solito i gentiluomini aiutano le ragazze a rialzarsi!” sbottò istericamente, pulendosi il vestito con le mani e fulminandolo con gli occhi.
“Quando mai sono stato un gentiluomo?”
Lei strinse le palpebre, iniziando a fissarlo con aria sospettosa.
"E allora?" chiese infine, continuando a camminare. "Com'è che hai un Mantello dell'Invisibilità?"
Lui fece spallucce.
"Cimelio di famiglia."
"Ma è originale? Non è un incantesimo di disillusione?"
"Nah. Puro al cento per cento!"
"Lo sai, sì, che un coso del genere vale milioni?! E' fatto con il pelo dei Camufloni! Quelli sono..."
"...Invisibili?" lui fece finta di pensarci su.
"Difficili da prendere!"
"Beh, perchè sono invisibili." continuava a ghignare. Sembrava fare apposta a non capire dove lei volesse andare a parare. Era esasperante!
"Hai in mano un oggetto così prezioso e lo usi per fare scherzetti! Ti rendi conto?! E i tuoi non dicono niente?"
Il suo sguardo cambiò. Si fece...diffidente.
"Nella nostra famiglia è tradizione tramandarlo al primogenito, senza sé e senza ma. Diciamo che non avevano molta scelta."
"Sì, ma non ti dicono niente?" si lasciò sfuggire un ghignetto. "Oppure sei il classico figlio di papà cocchino dei suoi? E' per questo che fai tutti quei casini, perchè nessuno ti sgrida mai?"
Lui continuò a camminare...in silenzio. La superò appena, aumentando il passo.
"Mia madre è più folle di me, quindi non la vede come una cosa strana...anzi, giurerei che a volte ne sia quasi orgogliosa." spiegò, con voce atona. "Quanto a mio padre...beh, diciamo che non parliamo molto."
L'aveva offeso? Lily si bloccò, fissando la sua schiena rigida. Avrebbe giurato che l'aveva distanziata per non mostrarle la sua faccia. Però la voce era...non era la sua solita voce.
A pensarci bene, James non parlava quasi mai della sua famiglia, il ché era strano perchè ne avrebbe avuto di che pavoneggiarsi. Si vantava delle sue scope, della sua abilità a Quidditch, dei suoi voti, delle sue conquiste, dei suoi soldi...ma mai di essere il figlio di due eroi nazionali. Anzi, ora che ci pensava, Potter sembrava sempre scocciato quando qualcuno tirava fuori l'argomento, come se fosse tabù.
Forse nella sua famiglia non era tutto così rosa e fiori come sembrava...che si sentisse sminuito nei confronti dei suoi?
"Senti, James..." mormorò, più mite. L'aveva fatto rimanere male, senza dubbio. E improvvisamente, le venne un'irrefrenabile voglia di scusarsi.
Ma lui si fermò di scatto allargando il braccio per impedirle di proseguire, e quando si girò il suo viso era quello di sempre.
Un gran sorrisone da bambino entusiasta.
"Siamo arrivati!"
La stradina si divideva in due, facendosi più larga e facile al passo umano.
“Do…dobbiamo dividerci?!” Enfatizzò Lily, già impanicata al solo pensiero.
“Ti accompagno alla tua grotta e poi vado alla mia.”
"Non...non avrai paura?”
“Tsé! Paura!” fece lui, con aria di sufficienza.
Presero il sentiero a destra, sbucando poco dopo in una radura rocciosa che somigliava tanto a quella in cui Lily era caduta, inseguita dal Corno.
Il chiaro di luna illuminava il laghetto, circondato da sassolini, e una grotta alla destra che pareva un enorme sasso intagliato.
In effetti…era la stessa radura in cui era caduta quella volta!
Era così presa a non farsi ammazzare che non aveva nemmeno notato la piccola cavità nella pietra. Qualcosa poi, frizzava sulle loro teste, e alzando gli occhi vide tanti sottili fili luminescenti che sembravano elettrici, una vera e propria ragnatela che si estendeva per tutto lo spiazzo.
"Hai detto che devo dormire qui?"
"Esattamente!" ghignò lui, trionfante, indicando la rete magica. "Carina, eh? Non dovrai fare altro che farti un bel pisolino e sparare scintille verdi dalla bacchetta quando la nostra preda ci si impiglia dentro. O, beh, se succede qualsiasi altra cosa. Se sei in pericolo puoi sparare scintille rosse, ma questa protezione dovrebbe tenere alla larga qualsiasi creatura maligna. Come vedi, cara, ho già pensato a tutto io!"
Lei fissò lo sfrigolare di quei fili, e subito dopo gli occhi assatanati dell'idiota.
"James..." chiese, cercando di mantenersi calma. "Vuoi ammazzare Babbo Natale?"
Iniziava davvero a dubitare delle sue buone intenzioni, che Babbo Natale esistesse o meno! Ma che razza di bambino era stato, quello?!
"Ho inseguito quello stronzo per anni. Fa sempre lo stesso percorso!" iniziò lui con aria maniacale, facendola preoccupare giusto un pelino. "Ma pur sapendo muovermi qua dentro e conoscendo il suo percorso ormai a memoria, non sono mai riuscito a beccarlo! E' assurdo, sembra quasi che passi attraverso gli alberi! Ho messo trappole in ogni dove, usato la scopa, cercato di anticiparlo...ma sembra svanire nel nulla ogni volta che ci sono vicino! Le trappole nemmeno scattano! Deve avere un potere speciale ma, oh, ma da questa non riuscirà a scappare! Questa rete è fatta dal piccolo popolo ed è costata una fortuna, ma cattura e immobilizza qualsiasi essere vivente sul pianeta, poco da sicuro! Non lo ammazzerà, ma gli darà una bella scossa! E allora, che ne dici Evans?"
"Dico che sei pazzo..." disse solo lei, smontandogli tutto il crescente entusiasmo.
"Ah, ma che ci parlo a fare con te?!" sbottò, alzando gli occhi al cielo. "Ti ho anche lasciato la radura più comoda!"
Lei si guardò intorno, sentendosi improvvisamente più tranquilla. Non per quella rete - quella e gli occhi di Potter avrebbero fatto preoccupare qualsiasi psichiatra - quanto perchè in quel laghetto...qualcosa l'aveva salvata, alla fine.
Chissà, magari il suo Spirito guida sarebbe tornato di nuovo...
“Beh, non è male!” disse vivacemente, riuscendo pure a sorridere. “Ma non penserai che dorma su una roccia.”
Prese la bacchetta e trasfigurò un sacco a pelo.
“Beh, ci vediamo Lily…buona notte! Se si impiglia prima nella tua, ti do cinque galeoni."
“Se ti azzardi a farmi qualche scherzo me la pagherai. Chiaro Jam?” fece lei, minacciosa.
“Hey! Io sono un tipo sportivo!” protestò lui. “Non baro alla sfide!”
“Meglio per te!”
“Sai una cosa? Stai veramente bene con la treccia.” affermò improvvisamente lui, facendola arrossire. “Ma io preferisco quando hai i capelli sciolti! Cosi te li posso scompigliare!" e detto fatto, le mise una mano sulla testa e diede una scrollata dispettosa. "Ci vediamo!”
“Notte!” sorrise esasperata la ragazza, correndo verso la grotta.
Poi si voltò.
“Jam!” Lo richiamò, minacciosa.
“Sì?”
“Non ti far venire strane idee da maniaco, o te ne farò pentire.”
“Tranquilla.”
Il ragazzo sparì nell’ombra degli alberi, sorridendo a sua volta.










Sirius Black aveva l'aria di uno che aveva appena mangiato un limone. E, Remus poteva scommetterci, avrebbe passato l'intera nottata a borbottare, imprecare e a lagnarsi.
Ma c'era una cosa che l'attento sguardo del lupetto aveva notato immediatamente...
Lo fissò sorridendo dal balconcino mentre, ormai rassegnato, spiegava a Cristhine il funzionamento della loro preziosa pergamena.
Non aveva mentito.
Si girò, appoggiando le mani al cornicione e nascondendo un sorrisetto. Già una volta una delle sue conquiste aveva pizzicato la mappa - fortunatamente non andando oltre al "Monsieur Ramoso si domandava se le tue enormi tette galleggino", ma Felpato aveva subito affermato che si trattava solo di uno scherzo.
Con Cristhine non l'aveva fatto. Certo non gli aveva fatto piacere rivelare un loro segreto così storico - era abbastanza sciovinistico quando si trattava del loro gruppetto - ma non aveva esitato un istante a dire la verità.
E lui? si chiese, fissando le cime degli alberi. Quando avrebbe smesso di mentire?
"Forte, eh?" rise Tonks, accostandosi al suo fianco con i suoi begli occhioni luminosi. "Una Mappa che segna i movimenti della gente! Ma hai visto Patricia? Appartata nel bagno con Francis! Assurdo!"
"Chi...chi è Francis?"
"Il ragazzo di Stacy."
"E chi sarebbe Stacy?!"
"La migliore amica di Patricia." spiegò lei, come se fosse ovvio.
Lui scosse la testa, lasciando perdere.
"Tonks, è di vitale importanza che resti segreto...Sirius te l'ha già detto, credo..."
Lei si mise la mano sulla bocca e mimò la chiusura di un lucchetto.
"Da qui non esce niente!" promise solennemente, in modo buffo. Ogni cosa che faceva era buffa. "Questa volta giuro solennemente di avere buone intenzioni!"
Remus sorrise, prima che...qualcosa gli facesse scattare un campanellino. Si girò a guardarla, aggrottando le sopracciglia.
"Come hai detto?" mormorò, confuso.
Lei ricambiò lo sguardo, ma nei suoi occhi comparve uno scintillio sospetto.
"Ecco..."
"Come...come conosci quella frase?"
La mappa era già attiva quando l'avevano trovata. Nessuno aveva menzionato la formula per dispiegarla.
E' sensazionale quando ci si accorge di aver avuto tante risposte sotto al naso...e di esserle lasciate scappare tutte.
E quando, improvvisamente, si iniziano a ricordare memorie perdute. Tornarono tutte piano piano, come tasselli di un puzzle, vittime di un processo ormai inarrestabile.
Una sensazione qui, una vaga immagine lì... un cervello come il suo non era facilmente manipolabile, dopo tutto.
Lei sollevò il mento, ed il vento passò tra di loro, sfiorandole i capelli tornati al loro solito rosa. Alcune ciocche le ricaddero sulle guance, ora lievemente arrossate.
Aveva capito cosa stava succedendo, glielo leggeva in faccia.
"Tonks." mormorò Remus, serio. "Io e te ci siamo già conosciuti, non è così?"
Lentamente, come a sondare un terreno inesplorato, la ragazza annuì.
Fu come prendersi una bomba in piena faccia, ma ogni cosa tornò al suo posto.
"Noi...noi eravamo amici..." balbettò, e non era più una domanda.
Ecco perché si sentiva così affiatato con lei! Ecco perché le si stava affezionando in così poco tempo, perchè si era lasciato andare e aveva accettato quasi subito la sua compagnia nonostante la sua ferrea regola con le ragazze! La sensazione di deja-vu, quell'odore che sembrava tanto famigliare...
La conosceva! La conosceva esattamente come l'aveva conosciuta Lily!
"Più o meno!" sorrise lei, guardandolo quasi con tenerezza mentre sbiancava.
"Co...come?! Quando...?!"
"Al terzo anno." lei continuava a sorridere, con leggerezza. "Beh, ecco, io ero sempre quella 'nuova' e tu eri un Prefetto, quindi ti occupavi spesso di me. Una volta ho beccato la tua mappa ma, hemm...era quasi la fine del Secondo Semestre, e l'anno dopo ti eri scordato che l'avessi fatto...però non sapevo esattamente come funzionasse!"
"Devo...sedermi..." ansimò lui, colto improvvisamente dal panico. Era folle, da pazzi! "Come ho potuto...dimenticare?"
Si rese conto di aver dato voce al suo pensiero, ma la rivelazione era stata troppo scioccante. Come si poteva dimenticare così un amico? Era orribile...
"Non mi hai dimenticato, Remus!" scattò lei, improvvisamente agitata. Gli prese le mani, facendolo sussultare. La pelle di lei era morbida e calda... "Ogni anno tutti quanti tornavano a non conoscermi più, ma tu, tu ti prendevi sempre cura di me! Tu ritornavi! Non solo per i tuoi doveri di Prefetto, mi aiutavi con i compiti, mi ripresentavi ai membri della classe e li spingevi a fare amicizia con me per far sì che non mi sentissi spaesata... Tu lo sentivi che ero io, in qualche modo io SO che mi riconoscevi! E ogni anno facevamo amicizia di nuovo, ed è grazie a te che ho avuto modo di conoscere Lily dopo che mi ha salvato dai Porlock! Mi hai detto che saremmo potute diventare amiche e ci hai fatto avvicinare! Sei sempre stato così...gentile!" Gli si avvicinò ancora di più animata da uno strano fervore, come se stesse dicendo la cosa più importante di sempre. Si bloccò quando lo vide irrigidirsi come una statua, aggrottando le sopracciglia confusa, prima di ritirarsi appena. Poi sorrise, colma di affetto sincero. "Sei stato come un principe, per me! Sempre pronto a venire a salvarmi! Ogni anno eri lì, a tendermi una mano! Non hai la vaga idea di quanto tu sia stato d'aiuto per me..." importante, pensò la ragazza. Importante era la parola giusta. "Ti ho sempre ammirato così tanto...e..beh, quando quest'anno finalmente ho potuto indossare la mia vera faccia e tu mi hai baciata, ho deciso che ti avrei conquistato ma...alle mie condizioni!"
"Alle tue...?" Remus spalancò gli occhi, così sorpreso da dimenticarsi di provare imbarazzo.
Lei mise su una specie di broncio, incrociando le braccia al seno.
"Beh." borbottò. "Non lo so, è che dirti la verità sarebbe sembrato come...barare! Nemmeno a Lily ho detto niente, non volevo che si sentisse obbligata a essere mia amica solo perchè lo era stata in passato...ecco, è che...Remus, sei incavolato? Non voglio che tu sia incavolato, per favore!"
Si zittì quando Lupin chinò la mano su di lei. Sbatté le ciglia da bambola, sollevando gli occhi verso di lui.
E, una volta tanto, non le venne più nulla da dire.
Remus le accarezzò la testa, sorridendo...in un modo dolce. Eccolo, pensò improvvisamente, sentendosi uno strano groppo in gola. Eccolo di nuovo, il suo bel principe...
"Tu sei la persona più schietta, invadente e diretta che io abbia mai conosciuto." sentenziò, continuando ad accarezzarla come se fosse un cagnolino. "Ma...sono contento di essere tuo amico, Tonks."
Non era arrabbiato! Quel sorriso così sereno era contagioso...
Remus non sorrideva spesso, così.
Era sempre malinconico, anche quando si divertiva.
Mentre ora...anche Tonks sentì sollevarsi gli angoli della propria bocca, ed una felicità crescente si impadronì di lei, così tanto che gettò le ortiche al vento e con un risata lo abbracciò di botto.
Lui sobbalzò appena, lo sentì diventare di nuovo di marmo.
Le posò d'istinto le mani sulle braccia, stringendo forse un po' troppo forte...come se volesse allontanarla da sé.
Ma per fortuna non lo fece. Aveva un profumo così buono...proprio come dovrebbe profumare un principe.
Quando si staccò da lui, era solo rosso in viso, ma non sembrava riluttante e teso come al solito, o almeno ci aveva provato!
Fece per dirle qualcos'altro ma, improvvisamente, un tomo di Storia gli si schiantò in faccia come un missile seguito da una sequela di insulti urlati così forti da far traballare i vetri.
Sirius li aveva visti abbracciarsi...











Il fondo della grotta, seppur ammorbidito dal sacco a pelo, era scomodo e gelido.
Rannicchiata contro la parete, Lily Evans si agitava irrequieta.
Ma non era solo la dura roccia sotto le chiappe che la faceva rimanere sveglia.
I rumori della foresta erano come tanti spari nel silenzio.
Non è stata assolutamente una buona idea.” Pensò la ragazza, abbracciandosi le gambe.
Faceva un freddo cane e si aspettava di vedere spuntare fuori un mostro da un momento all’altro. Ma chi glielo assicurava che quella rete fosse davvero degli elfi?! Conoscendo Potter, si era di sicuro fatto fregare come al solito! Una volta un ragazzo nato babbano aveva provato a vendergli una lampadina rotta spacciandola per chissà qualche preziosità babbana e ci aveva fatto su un bel gruzzoletto!
Oddio...che faccio? Ho paura e voglio tornare nel mio letto…ma non posso abbassarmi a lanciare scintille rosse…non posso, non voglio che vinca Potter!”
All’improvviso uno delicato sbatter d’ali nel suo campo visivo la fece trasalire.
Illuminata dalla tiepida luce lunare, una farfallina bianca le sfrusciò contro la guancia arrossata dal freddo.
“Hey, ciao...allora esistono cose carine da queste parti.” sorrise debolmente Lily, mentre la farfalla si librava in volo, diventando un minuscolo puntino nella notte.
Certo che, nonostante tutto, aveva una sua bellezza quel posto...c'era un odore particolare, selvatico, piacevole, e le stelle si vedevano ancora meglio da lì, lontani dalle luci di Hogwarts.
E quella farfallina era proprio adorabile.
Ammaliata com’era nell’osservare quel lento volare…le piombò il cuore in gola quando sentì un rumore secco tra il fogliame.
“Ah!”
Si voltò di scatto, terrorizzata.
Un’ombra si mosse furtiva tra i cespugli.
Era solo un furetto…
Lily riabbassò il capo, tremando.
E dire che quello era solo l’inizio…
“Paura, eh?”
“AAAARGH!!!”
Balzò all’indietro, lanciando un urlo così alto che gli uccelli che ronfavano sugli alberi circostanti si levarono tutti in volo gracchiando sdegnati.
Qualcuno si era mosso nella sua grotta, e stavolta non era un animaletto!
Presa dal panico, sparò in aria le scintille scarlatte, prima di inciampare e finire a gambe all'aria.
Ansimando e afferrando la bacchetta, rialzò lo sguardo...e vide una strana iridescenza. La figura fluttuava!
“Mi…Mirtilla!” esclamò sorpresa la Grifoncina, tenendosi una mano sul petto con la paura che potesse scoppiarle.
“Ciao.” la salutò lei, divertita come non la si era mai vista.
“Mi hai fatto prendere un colpo!” quasi urlò lei, guardando allibita le scintille inoltrarsi tra gli alberi, pronte a raggiungere Potter.
Oh, ACCIDENTI!!!
Fece per rincorrerle ma sapendo quanto cavolo era permalosa quella fantasmina, si costrinse a fermarsi e ad avere buone maniere. Ci mancava solo scatenare le ire della Malcontenta con il rischio che si mettesse a strillare per tutta la Foresta facendo saltare il piano...
"Cosa ci fai qui?" chiese, ingoiando un limone immaginario grande quanto una casa.
Lei parve ricordarsi di una cosa e fece un singhiozzo plateale, unito ad un digrigno di denti che era tutto un programma.
Accidenti, si stava per mettere a piangere!
"H-Hey, senti...!"
"A quanto pare..." sbottò lei, indignata. "...non sono abbastanza importante per partecipare alla riunione!"
"Eh?"
"LA RIUNIONE!" Esplose Mirtilla, gonfiandosi come un tacchino. "La riunione dei Fantasmi! Mai una volta che mi abbiano invitata! Mai! Se ne stanno lì, tutti gonfi d'ego a cincischiare e mai nessuno che pensi ad invitare la povera, dolce e sfortunata Mirtilla Malcontenta!"
Lily sbatté le palpebre. Una, due volte.
"Ma di quale riunione di fantasmi stai parlando?!"







Ma perché cavolo dei fantasmi avrebbero dovuto riunirsi nel bel mezzo della Foresta Proibita a quell'ora?!
James Potter spostò un arbusto e si stropicciò gli occhi, convinto di avere le allucinazioni.
Stava avvicinandosi al suo campo base quando le sue sensibili orecchie avevano captato un chiacchiericcio davvero sospetto...e seguendo il suono di quelle voci, li trovò tutti lì. Il Barone Sanguinario, la Dama Grigia, Nick-quasi-senza-testa...e tanti altri!
Ma che...! Da quando i fantasmi si facevano i festini nella Foresta?!
"Allora, si sbriga o no?!" sbottò il Barone, incrociando le braccia al petto. "Ogni volta la stessa storia!"
"Non essere così impaziente." mormorò la Dama Grigia, l'unica a riuscire a zittirlo. "I bambini dove sono?"
Potter aguzzò le orecchie, accucciandosi dietro il cespuglio. Bambini?
"In giro, a bighellonare come al solito." sbuffò il Frate Grasso. "Quest'anno non voglio sentire piagnistei, sia chiaro! Chiunque arrivi in ritardo si arrangia fino all'anno dopo!"
"Che palle, sempre a dirci cosa dobbiamo fare." sbuffò qualcuno alla sinistra di Potter.
"A chi lo dici." mormorò lui sovrappensiero, prima di congelarsi sul posto.
Si girò di scatto e fu per miracolo che non cacciò un grido apocalittico facendosi scoprire. Gli uscì invece una specie di rantolo da cervo colto sul fatto che lo fece arrossire di vergogna.
"Co...co...!"
Il bambino che stava di fianco a lui - quando cavolo era arrivato?! - lo guardò con espressione neutra.
Aveva un bel visetto, i capelli tirati indietro con il gel, pantaloni alla zuava e un berretto a coppola di feltro stile anni 40.
Ci mise qualche secondo a capire che era un fantasma, ma la cosa non lo calmò nemmeno un po'.
"Come se non lo sapessimo, che dobbiamo venire qui!" sbuffò una bambina alla sua destra, facendogli fare il secondo balzo.
Strisciò all'indietro con gli occhi a palla, rendendosi conto che...era letteralmente circondato da marmocchi.
Marmocchi morti!
"Che accidenti..." soffiò, sbiancando, mentre loro ridacchiavano.
"Mi chiamo Francis." ridacchiò il primo bambino, facendo un goffo inchino.
"E io Francine." cinguettò la bambina che aveva parlato, con adorabili treccine. Al contrario degli altri - saranno stati almeno una ventina - non sciamarono nella radura ma rimasero curiosi a fissarlo.
"Cosa fai?" chiesero in coro.
Ok, la situazione era assurda. Pazzesca.
Ma che cavolo stava capitando?!
Si mise a sedere, indicandoli con il dito.
"Cosa fate...voi!" Rimbeccò.
"Aspettiamo il regalo." disse Francine, scrollando le spalle. "Tu non sembri morto."
"N-no, non lo sono..."
"E allora perchè sei qui?" fece il bambino, facendo scoppiare il proprio chewingum trasparente.
James sospirò, ormai abituato a capirci poco e niente. Quell'anno stava regalando perle mica da ridere!
"Voglio catturare Babbo Natale." rispose, optando per la sincerità. Quei bambini erano così invadenti da essergli simpatici.
"Non credo che tu possa..." disse semplicemente la bambina, senza fare una piega.
Ok, quello era curioso davvero. Quei fantasmini conoscevano il segreto di Babbo Natale?!
"E perchè no?" chiese, avvicinandosi. "Voi sapreste come fare?"
"No, sappiamo solo che arriva ogni anno e dà ad alcuni di noi il regalo. Non tutti possono averlo, però è simpatico, e quindi ci raduniamo tutti qui."
"Loro..." spiegò Francis, indicando i Fantasmi delle Casate. "Si occupano di tenerci tutti buoni. Sono una vera rottura...'non andate qui, non andate là, non entrate a scuola, non date fastidio ai viventi, chiudete il becco...'. Mi viene ancora più voglia di fare dispetti, così!"
"Sì, capisco la sensazione..."
"Comunque è strano tu possa vederci. Di solito siamo invisibili!"
James scosse la testa.
Continuava a non capirci un fico secco ma improvvisamente, iniziò a vedere il lato positivo della cosa. Se Babbo Natale scendeva laggiù, avrebbe potuto catturarlo facilmente mentre era distratto!
"Beh, mostriciattoli, vi assicuro che quest'anno quel grassone darà il suo regalo a tutti." ghignò, sfregandosi le mani. "Anzi, ci riempirà di regali ogni giorno!"
La piccola gli si fece accanto, sorridendo.
"Io sono già a posto! Quest'anno potrò avere il mio regalo, grazie al mio fratellone!" cinguettò, felice. Il suo abbigliamento non era tanto antico, come quello di Francis.
"Io invece dovrò aspettare..." mormorò il piccolo, mogio. La bambina gli scoccò un'occhiata, prima di illuminarsi tutta.
"Perchè non chiedi al vivente di aiutarti? E' nella Foresta Proibita, no?"
"Ma è pericoloso!" sbottò lui, scuotendo la testa. "Teddy è stato troppo a lungo da solo, è pieno di risentimento!"
James guardò l'uno, e poi l'altro.
"Ma di che parlate?" iniziò a dire, ma poi si zittì. Nell'aria, si iniziò ad udire il rumore di campanellini.
Sempre più vicino...sempre più vicino...
"Ci vediamo!" gli strizzò l'occhio Francine, prima di unirsi agli altri.
E improvvisamente, scorse qualcosa tra le nubi. In lontananza, qualcuno rideva di gusto...una risata distinguibile fra mille...




"Oh-oh-oh!"




"E' lui!" scattò Potter, balzando in piedi. Alzò gli occhi al cielo, sentendo come un rumore di zoccoli e campanelle.
Il suo viso si illuminò.
Tra le nuvole, c'era...quella era una slitta!
E stava facendo cadere qualcosa...












Come si spegnevano le lagne di un fantasma isterico in tempo utile?
Ecco, forse era quello che avrebbero dovuto insegnare a scuola, pensava la povera Lily, disperata.
Le scintille erano già lontane e non ci avrebbero messo molto ad arrivare a Potter!
Cosa cavolo gli avrebbe potuto dire, una volta beccata con Mirtilla Malcontenta? Che aveva il terrore dei piagnistei?!
Che disgrazia, l'avrebbe presa in giro a vita!
Per non parlare del fatto che avrebbe attribuito a lei l'assenza di Babbo Natale, e non al fatto che non esisteva!
Chi l'avrebbe retto poi, per il resto dell'anno?! Glielo avrebbe rinfacciato fino alla fine dei tempi!
Sospirando, riportò l'attenzione su Mirtilla sperando di trovare il modo di zittirla e levarsela di torno.
"E quindi sei venuta qui..." riuscì a dire, tra una lamentela e l'altra.
La fantasmina tirò rumorosamente su col naso, prima di fissarla con sospetto.
“Stavo passando di qui per andare a sparargliene quattro quando ti ho vista nella grotta. Cosa ci fai fuori dal castello?"
"Io e James dobbiamo catturare Babbo Natale..." mormorò la rossa, già pronta a farsi prendere in giro.
Invece quella non fece una piega.
"Ah, ha chiamato altri rinforzi...mi spiace dirlo, ma non ce la farete nemmeno stavolta. Claus è molto furbo!"
Ci mise un po' ad afferrare il concetto, ma quando capì cosa aveva detto, la Grifoncina sgranò gli occhi.
"Aspetta, cosa?! Mi stai dicendo che...esiste?! Esiste davvero?!"
"Certo che esiste!" esclamò sorpresa la fantasmina, guardandola come se fosse matta. "E sono anni che si diverte alle spalle di James. E' fatto così, un po' mattacchione..."
"Da...da quando James viene qui a caccia di Babbo Natale?" soffiò Lily, che improvvisamente sentì il bisogno di sedersi a terra.
"Da quando aveva dodici anni, credo..." disse Mirtilla fissandosi le unghie trasparenti, totalmente indifferente al suo shock.
"DODICI ANNI?!"
"Beh, che ti aspettavi dal figlio dei Potter? Sono stati tutti intraprendenti, fin da piccoli! E poi ha passato talmente tanto tempo qua dentro che ormai la conosce come le sue tasche, tranquilla!" Lei ridacchiò, sognante. "Lo seguo spesso, tranne quando va a Hogsmeade."
“Hogsmeade?” chiese Lily, rizzando le antenne.
“Ops!”
La ragazza morta si portò una mano alla bocca.
Quella viva assunse uno sguardo che era a metà tra l'incazzato e a metà tra il perfido.
“Lo sapevo…lo sapevo che tramava qualcosa! Addirittura a Hogsmeade! Di notte! E hanno sempre qualche taglio o livido, che cos'è, hanno un Club Clandestino di fight club giù in paese?! Ma si può essere così irresponsabili?! E mai una volta che io sia riuscita a beccarlo!"
“Non credi che ci possano essere motivi più che buoni se esce dalla scuola?” abbaiò Mirtilla, improvvisamente aspra.
“Che motivi buoni ci possono essere per infrangere le regole?”
“Oh, non sarò io a rivelarlo!” fece lei, assumendo uno sguardo tragico. “Ma sappi che James Potter ha un cuore nobile e altruista e nonostante si nasconda dietro a un comportamento ribelle…”
“Sì, sì, lo so che sei innamorata di lui.” Ghignò Lily, senza rifletterci.
La fantasmina lanciò un grido da banshee, offesissima, e scappò via scomparendo tra gli alberi senza guardarsi indietro.
Fantastico, ora avrebbe svegliato mezza Foresta...anche se, ora che sapeva dell'esistenza di Babbo Natale, non era tanto sicura di voler continuarle in quella folle caccia!
Ricordava con piacere le notti passate ad aspettarlo, i biscotti ed il latte lasciati alla finestra...credere nella magia ancor prima di diventare una strega. Di certo non l'avrebbe lasciato a sono-un-sociopatico-Potter!
Anche se probabilmente non era davvero quel Babbo Natale...sarebbe stato assurdo.
Si sedette sulla riva del laghetto, fissando l'acqua.
Sicuramente avrebbe dovuto scusarsi con Mirtilla, il giorno dopo... avrebbe voluto che restasse a farle compagnia, ma pensò che stando una notte intera insieme a lei non sarebbe sopravissuta. Meglio il Corno Corazzato!
Fu dopo qualche istante che vide qualcosa nel lago. Aggrottò le sopracciglia, fissando sott'acqua una macchia marrone e rossa parzialmente coperta da un sasso, davanti a lei.
E quello cos'era?
Si tolse le scarpe, immergendo i piedi - era ghiacciata! - e velocemente lo raggiunse.
Spostò il sasso e...era un orsetto di pezza! Ma cosa ci faceva lì?
Soppesò il peluche tra le mani, scostando il fiocco rosso che aveva al collo. C'era scritto qualcosa...
T&F.
Lo appoggiò vicino al suo zaino, decisa a riportarlo a scuola nel caso qualche bambino lo avesse perso (anche se stentava a credere che ci fossero bambini che gironzolavano da quelle parti. A parte Potter, ma Potter era un caso particolare!).
"Ok, vediamo di piantarla..." sbottò, facendo per avviarsi verso il sentiero. Ormai James avrebbe dovuto essere di ritorno, viste le scintille rosse...per cui tanto valeva concludere la faccenda!
E che non ci pensasse nemmeno a darle la colp...
L'intera ragnatela di luci sopra di lei iniziò a stridere con un rumore assordante.
Si bloccò a metà del passo, girandosi indietro con uno scatto.
Dall'orsetto di pezza, stava uscendo del fumo nero...











"Scarpe vecchie?!"
James non riusciva a crederci. Dal cielo stava cadendo una marea di cianfrusaglia sporca e mezza rotta, tra cui riuscì a distinguere: uno scarpone usato, una bottiglia di plastica, un ombrello pieno di buchi, un pacchetto di patatine vuoto, una teiera ammaccata... eppure quei marmocchi si erano riversati nella radura come se stessero cadendo fasci di banconote fresche!
Urlavano, gioivano e ridevano facendo un baccano infernale!
Certo che i fantasmi si accontentavano veramente di poco...e certo che Babbo Natale era veramente uno spilorcio!
"A proposito di Santa Claus..."
Sollevò lo sguardo, bacchetta pronta ma non riusciva a distinguere bene la slitta perchè appariva e scompariva tra le nubi!
Ma una cosa era certa...non stava scendendo! Anzi, sembrava allontanarsi!
"Eh no, eh, stavolta non mi scappi!" abbaiò James, buttandosi nella ressa.
"P-Potter!" balbettò Nick-Quasi-Senza-Testa, sconvolto, ma c'era talmente tanto casino che il maghetto riuscì a schizzare via dalla sua presa. (E poi, beh. Era un fantasma. Non l'avrebbe potuto prendere comunque.)
"Guarda James!" strillò Francis da qualche parte, indicandogli esultante il cartone unto di una pizza. "Quest'anno c'è il regalo anche per me! Non è incredibile?"
Non ebbe il tempo di rispondergli, perchè la Slitta iniziò a spostarsi.
Si tuffò tra gli alberi, tenendo gli occhi ben fissi sugli sprazzi di cielo sopra di lui.
Non gli sarebbe sfuggito questa volta!
Allungò la bacchetta, facendo esplodere la magia. I fuochi d'artificio magici fischiarono e scoppiettarono, e la slitta si inclinò di lato, cambiando direzione.
Bingo!
Esultante, James saltò un arbusto senza nemmeno guardarlo. Doveva solo indirizzarlo verso la trappola!
Passò accanto ad un albero, azionando con un colpetto un piccolo cono appeso ad un filo che iniziò a sollevare un fortissimo vento magico luminescente.
La slitta aveva cambiato di nuovo rotta!
Visto che le cose materiali non sembravano avere effetto, tanto valeva usare lampi e luci!
La cosa sembrò funzionare, e con il cuore in gola James lo vide ad un passo dalla ragnatela magica.
Non c'era dubbio, lo stronzo era fregato!
James urlò come un cowboy, in pura esaltazione.
Fece un balzo, pronto ad attivare l'ultimo cono e farcelo schiantare contro quando...qualcosa di rosso sfrecciò davanti a lui.
Si bloccò di colpo, quasi scivolando lungo un pendio e solo per un soffio si attaccò ad un ramo evitando di cadere.
Ma quelle erano...
Un grido risuonò fra gli alberi.
Le luci rosse di emergenza! Lily era in pericolo!
"James!" Francis spuntò da un albero all'improvviso. Era stranissimo vederlo con mezzo busto immerso nella corteccia, come se fosse uno strano fungo. Aveva il visetto serio. "Dobbiamo andare là!"
Alzò meccanicamente il viso verso Babbo Natale, ma la slitta stava già virando fuori dalla direzione prestabilita.
Avrebbe potuto ancora prenderlo...ma Lily urlò di nuovo. Cavolo!
"Salta su."
Il bambino gli balzò sulle spalle, ed improvvisamente le sue mani si fecero quasi solide: era una sensazione pazzesca, e anche spiacevole, visto che era gelido e che le sue dita affondavano un po' nella pelle, dandogli la sensazione di avere uno spiffero freddo che gli fluiva per tutto il corpo.
Ignorando i brividi, James girò i tacchi e iniziò a correre.










Lily si tuffò di lato, puntò la bacchetta e strillò: "Expelliarmus!", ma il fumo nero - ormai diventata una colonna compatta sulla cui cima spiccavano due occhi rossi e cattivi - non diede alcun segno di cedimento.
Ogni suo istinto le urlava di stare in guardia e difatti, la colonna si agitò come un grosso serpente facendole precipitare sassi addosso a velocità folle.
Scansando quei missili per miracolo, si rialzò con un balzo e iniziò a correre. Il corpo fumoso di quella strana creatura aveva circondato tutto lo spiazzo e dubitava di poterci passare attraverso!
Ma perchè cavolo tutte a lei?! pensò disperata, puntando verso la grotta e lanciando incantesimi a casaccio alle sue spalle.
E perchè sempre in quel punto, poi?!
"E ora che faccio!"
Si nascose dietro un masso, ansimante, e cercò di ritrovare la lucidità.
Ok, quel coso era spuntato da un peluche. Era fatto di fumo ma era anche convinta che se l'avesse toccata, non sarebbe stato per niente piacevole...
Un oggetto maledetto? E perchè ficcarlo sott'acqua in quel posto sperduto? Forse un esperimento riuscito male che qualcuno aveva voluto nascondere?
Eppure era strano... non sembrava un oggetto maledetto... di solito erano più insidiosi, e non sapevi che fossero tali fino a che non eri morto!
Improvvisamente sentii un formicolio al collo e si gettò in avanti appena in tempo, perchè il masso saltò per aria.
"Waaaah!"
Fu investita da una pioggia di sabbiolina e licheni, ma non rimase lì ferma a lungo: frequentare James le aveva in qualche modo allenato i riflessi. Scartò di lato, pensando in fretta.
Se si infilava nella grotta era finita, sarebbe stata in trappola...però forse...poteva salirci sopra!
Le uniche parti visibili di quell'essere erano gli occhi rossi, simili a due bottoni...forse erano il suo punto debole!
Iniziò ad arrampicarsi sulla parete, ed era quasi in cima quando il mostro diede una spallata sotto di lei, le mancò per un soffio le gambe ma le face tremare perfino i denti: una mano perse la presa e con uno strillo, scivolò di qualche metro.
Il mostro sembrò fissarla maligno.
"Oh no, non ti azzardare!" gridò Lily, sentendosi terribilmente indifesa, simile ad un insetto spalmato contro un muro.
L'essere si rigettò contro la parete, con la chiara intenzione di beccarla in pieno.
Si lasciò cadere proteggendosi la testa, atterrando di schiena fortunatamente su un cumulo di neve soffice.
La bacchetta volò lontano.
Puntellandosi sui gomiti, sollevò il viso.
Un'ombra nera cadde su di lei.
Da qualche parte, udì indistintamente il rumore di zoccoli in corsa.
Chiuse gli occhi d'istinto, preparandosi al colpo...ma il rumore si fece più forte.
La creatura le piombò addosso, ma qualcosa si parò tra di loro.
Qualcosa di grosso...e bianco.
Il cervo dalle corna argentate si sollevò sulle zampe posteriori, scalciando con vigore con quelle anteriori e lanciando un bramito possente come un tuono.
La creatura parve ritirarsi, gli occhi rossi si strinsero, prima di colpirlo con un movimento del lungo corpo e scaraventarlo a terra.
"No!" gridò Lily, ma l'animale era già in piedi, e puntò le corna con ferocia raschiando il terreno, pronto alla carica.
Con passi calibrati, si frappose di nuovo fra loro, dandole dei lievi colpetti con lo zoccolo come a volerle dire di spostarsi.
La ragazza balzò in piedi, ma non si allontanò. Allungò la mano sul suo collo, sentendo il pelo ruvido e luccicante tra le dita.
"Ti ucciderà!" gli gridò, voltando il viso verso di lui. "Scappa!"
Un occhio del cervo la fissò di sbieco, fiammante e dorato come una moneta.
Perchè la difendeva in quel modo? Che razza di animale era quello?!
Non era giusto...non voleva!
Il mostro di fumo ruggì, aguzzò la testa pronto a scattare come una serpe...e Lily si aggrappò a lui come in un abbraccio.
Ma il colpo non venne.
"Teddy!" strillò qualcuno davanti a loro...e riaprendo gli occhi, Lily pensò che scena più assurda non avrebbe potuto trovare.
C'era il fantasma di un bambino che sorrideva, tenendo tra le mani l'orsetto di peluche da cui si generava il fumo nero.
"Ma...cosa...?"
"Non hai più bisogno di essere arrabbiato." sorrise il bambino, felice come non mai. "Ora siamo di nuovo assieme!"
Il fumo nero... emise una specie di sordo ronzio...stava...stava facendo le fusa?!
Ci fu un bagliore e, improvvisamente, il fumo si ritirò, dissolvendosi piano piano. Il bambino si strinse il pupazzo al petto, dolcemente.
Poi la guardò, incurante del suo sguardo allucinato.
"Ciao!" cinguettò. "Io sono Francis!"
Ma che cosa diavolo era appena successo?!
"Io...non capisco..." balbettò la Grifoncina, arretrando di qualche passo ma tenendosi sempre ben salda al corpo del cervo, grosso quasi quanto quello di un cavallo.
Sembrava essersi rilassato anche lui.
"Lascia che ti spieghi." sorrise il fantasma. "Lui è Teddy. Non è un cattivo peluche, solo che era molto triste. Siamo stati separati a lungo...mi ha aspettato così tanto..."
Il bambino strofinò il naso contro il pupazzo, con affetto.
"Quel...quel peluche è tuo?" chiese Lily, avvicinandosi lentamente. Si inginocchiò per portarsi all'altezza del suo viso, pur adocchiando quel coso con una certa diffidenza.
"Non ti farà più del male." la rassicurò Francis. "Ora siamo assieme!"
E fu lì che, finalmente, dopo tanti anni, uno dei misteri di Hogwarts trovò risposta.
Il bambino fu molto dettagliato, nonostante fosse di fretta.
Le disse che il pupazzo era andato perduto quando, un triste giorno di tantissimi anni fa, per sfuggire ad un assalto alla scuola si era inoltrato nella Foresta...senza purtroppo riuscire più ad uscirne. Non aveva sofferto e non ricordava molto della sua dipartita...semplicemente si era addormentato nella neve, e si era risvegliato fantasma.
Avrebbe tanto voluto passare oltre, ma i bambini non sanno bene come si fa, e poi come poteva farlo senza il suo amato Teddy? Erano inseparabili in vita e dovevano esserlo pure nella morte.
Come tutti i fantasmi, quindi, aveva lasciato qualcosa in sospeso sulla terra, e solo un essere vivente avrebbe potuto risolvere il suo problemino.
Il fatto era che, come spesso accade, non ricordava più nulla degli attimi appena precedenti alla morte...sapeva che Teddy si trovava da qualche parte nella Foresta, ma non riusciva a ricordare dove!
"Così ogni volta venivo qui a Natale e vedevo i miei amici fantasmi riuscire ad andare nell'aldilà una volta riusciti a risolvere le loro beghe sulla terra, mentre io rimanevo sempre a guardare!" il bambino s'imbronciò appena. "Insomma, era una bella fregatura!"
"Voi...venite qui per passare oltre?" chiese Lily, confusa. Il bambino annuì, illuminandosi.
"Lo sanno tutti i bambini del mondo. Babbo Natale passa tutto l'anno a fabbricare Passaporte speciali, solo per noi, per permetterci di lasciare questo mondo. Sai, i bambini tendono a perdersi spesso, per cui è meglio che un adulto dica loro dove andare. E ad ogni Natale, cavalca per tutto il mondo e noi ci raduniamo nei punti di raccolta per ricevere i suoi regali e iniziare il viaggio. Hogwarts è uno di quei punti!" guardò dietro di sé come se riuscisse a vedere la scuola fra gli alberi, ed il suo sguardo si fece sognante. "Mi sarebbe piaciuto farci un giretto per l'ultima volta, ma i Fantasmi delle Casate sono stati molto ferrei su questo punto: non avremmo dovuto infastidire i viventi. Vengono ogni anno per gestire tutti e far sì che fili tutto liscio. Sai, alcuni bambini fantasma tendono ad essere davvero dispettosi...fanno i capricci e tutto il resto. E il capriccio di un bambino fantasma è molto potente e distruttivo... beh, Teddy ne è stato un esempio..."
Le sue guance si tinsero di grigio, sintomo del suo arrossire. Si fissò le scarpe, vergognoso.
"Scusa, per quello che ti è capitato..." bofonchiò, a disagio.
Lily sorrise.
"Non ti preoccupare." lo rincuorò, sentendo del calore sciogliersi nel suo petto. "Sono contenta di averti aiutato a ritrovare Teddy."
Il bambino rise, salutandola con un bacio sulla guancia che le fece venire la pelle d'oca per qualche istante.
"Devo andare alla mia Passaporta!" le strizzò l'occhio. "Sei bella, sai? Una bella ragazza vivente!"
Lei rise, vedendolo allontanarsi...e sospirò nella sera quando tutto tornò tranquillo.
Non si sentiva più a disagio.
"Beh, credo che James debba rinunciare alla sua caccia, tu che dici?" disse con dolcezza, rivolgendosi al cervo, ancora accanto a lei.
Lui parve quasi sorriderle.
"Sei proprio un essere misterioso, tu. Compari sempre quando sono in difficoltà!" mormorò lei. "E ho sempre l'inquietante sensazione che tu riesca a capirmi..."
Si avvicinò alla grotta, afferrando il sacco a pelo.
"Beh, io sono stanca morta. Credo proprio che andrò a dormire!"
Sparò delle scintille bianche per James,per indicargli che era tutto ok.
E lo era davvero...la Foresta a volte riservava una bellezza davvero rara e inesplorata, nonostante i suoi pericoli. Quella storia era così amara ma anche tanto dolce...
Il cervo la seguì docilmente e si sedette al suo fianco, poggiando il muso sulle sue gambe.
Era così caldo che Lily si sentì subito bene, quasi indolenzita.
Gli gettò un'occhiata dalle palpebre già diventate pesanti.
Era davvero maestoso.
Non aveva sbagliato: le sue corna erano davvero fatte d'argento.
Aveva ciglia lunghe e la punta del muso tendeva al grigio, scurendosi sempre di più fino al naso nero. Il mantello era splendente, tenuto quasi fin troppo bene per essere quello di un animale selvatico.
“Ero certa che saresti venuto..."
Il cervo strusciò il muso sulla sua guancia, dandole un buffetto.
Si sdraiò un poco, appoggiandosi sul dorso dell’animale e lasciandosi cullare dal suo respiro.
“Grazie, per quello che fai. Sei proprio un buon amico…" continuò a dire senza più riflettere, con voce sempre più lieve, ormai persa sulla via dei sogni. "Mi proteggi sempre, sai sempre dove trovarmi..."
Il buio calò, le palpebre si chiusero.
"Un po' come James..."
Dormiva, ora, senza notare di essere scrutata attentamente da due grandi occhi d'oro, vigili e seri.
Nell'aria, dei campanellini...











“Lily…”
“Hmm…”
“Hey, Lily….”
“Lasciami dormire...”
“Lily! Svegliati, dormigliona!”
La ragazza aprì lentamente gli occhi.
Era sdraiata sul suo sacco a pelo, con una coperta sulle spalle che non ricordava di aver messo.
Si alzò, strofinandosi gli occhi con la treccia sfatta.
Il sole stava iniziando a fare capolino nella radura, illuminando di rosa i sassi, l’acqua argentata del lago e la facciata degli alberi.
Era tutto molto tranquillo, di giorno, come se le intemperie della Foresta Proibita si svegliassero solo la notte, quando tutto dorme, ignaro.
Anzi, a dire la verità, quel posto baciato dall'alba era incantevole.
In quel freddo periodo dell’anno la primavera non era molto più che un pensiero, ancora, ma tra un ciottolo e l’altro si riuscivano ad intravedere i primi fragili crochi che facevano capolino dalla terra dura, un accenno di germogli che si gonfiavano sulle radici dei pini e i precoci tanaceti, che davano una lieve nota vibrante di giallo al verdegrigio dell’assenzio e della lavanda.
Si perse in quella bellezza prima di accorgersi che accanto a lei c’era James.
“Cosa…dov’è il cervo...?” farfugliò, tirandosi istintivamente la coperta sul seno, nonostante fosse ancora vestita in quell'improbabile tenuta da Babbo Natale.
“Ben svegliata principessa!” cinguettò lui. Appariva molto allegro, nonostante tutto. "Babbo Natale mi è sfuggito di nuovo."
"E...ne sei felice?" non riuscì a non chiedere Lily, d'impulso.
Lui fece spallucce.
"Ho incontrato dei fantasmi, nella Foresta. A quanto pare è un traghettatore di anime... meglio lasciarlo lì dov'è." finse un singhiozzo sconsolato, ma continuava a sorridere.
"Allora hai visto Francis!"
"Già. Stavo venendo a controllare, visto che mi avevi inviato l'allarme, ma l'ho beccato a metà strada e mi ha spiegato tutto!" scosse il capo. "E così è finita. Niente cattura, niente regali, e Sirius continuerà a darmi del pazzo...Tutto come prima!"
Lily sorrise, sollevandosi e stiracchiandosi.
"Non proprio tutto." disse. "Sirius dovrà mettersi un calzino in bocca d'ora in poi, perché anche io l'ho visto!"
"Eh? Come?"
"Mi stavo addormentando e ho visto una slitta passare nel cielo...e ho anche una risata inconfondibile..."
"Già...se la ride bene, quella carogna!" borbottò tra i denti Potter. "E devo ancora capire come cavolo abbia fatto a sfuggirmi così per tutto questo tempo... eludere le trappole...scomparire..."
Si zittì, perché la ragazza gli si parò davanti con aria battagliera.
"E non è stato l'unico che ho incontrato, sai?" sbottò, di nuovo minacciosa. "Mirtilla mi ha raccontato dei tuoi giretti notturni!"
"Eh, ah? Davvero?" rise nervosamente lui, alzando le mani a mo' di resa mentre quella cominciava la sua solita tiritera sui doveri e sulle responsabilità.
"Insomma, c'è altro che devi confessarmi?"
Lui scrollò le spalle.
"Beh, sì. Ho una Mappa che mi permette di vedere gli spostamenti delle persone."
Glielo disse così, semplicemente. Tranquillo come il sole al mattino.
Calò il silenzio.
"Tu...che cosa?"
"Quei beoti l'hanno lasciata aperta in Sala Comune stanotte, Cristhine e Tonks l'hanno beccata." lui alzò gli occhi al cielo, esasperato. "Quindi tanto valeva che lo sapessi anche tu!"
"Hai una mappa che viola la privacy della gente?!!!"
"Che vuoi fare, ritirarmela?" lui la sfidò, chinandosi su di lei con un ghigno.
"JAMES POTTER!"
"Andiamo Evans, di questi tempi lo sai anche tu che si può rivelare utile!"
"Giretti nella Foresta Proibita! Passeggiate notturne a Hogsmeade! Mantelli dell'Invisibilità! Mappe stregate!" sclerò lei, con un diavolo per capello. "Sai mantenere bene i segreti, eh?!"
Gli angoli della bocca di James si sollevarono, furbi.
"Non ne hai idea, Evans."
Prima che lei potesse replicare a quella risposta così strana, lui le diede le spalle.
“Forza, sbrighiamoci! Oggi avevamo la prima ora libera, ma sta per finire e ci dobbiamo preparare per Trasfigurazione!”
“Oh già, è vero!”
Mentre passavano per la Foresta, la ragazza notò le sue profonde occhiaie.
“Guarda come sei assonnato! Non hai dormito, eh?” ghignò, perfida. “Poi mi vieni a dire che non hai paura!”
“Facciamo le dure, signorina Evans? Sappi che io non avuto affatto paura.” Sbottò James, altezzoso. “E’ solo che…non dormo bene sui sassi. Io sono delicato, mica rude come lei!”
“A chi hai detto rude?!!” S’infiammò indignata quella. “Fai tanto lo spiritoso, ma non vuoi ammettere la realtà! E cioè che hai avuto paura! Una fifa marcia! Ammettilo!”
Incespicando, Lily alzò il viso, riconoscendo l’accogliente prato di Hogwarts, con il suo aspetto piatto, uguale e privo di ombre.
“Mai!” ghignò James. “Cavernicola!” aggiunse perfido.
“Questo è troppo!”
Nel vedere i verdi occhi di Lily così infuriati, quello pensò bene di filarsela alla svelta.
“JAMES TORNA SUBITO QUI!”
“Certo, come no! Coraggio, donna delle caverne, non riesci nemmeno a raggiungermi?”
"Giuro che ti rompo!"
La scuola si stava svegliando...pronta ad un altro giorno. Ma, se qualcuno si fosse affacciato alla finestra, tra una lavata di denti e una grattata al proprio gufo, avrebbe potuto vedere due ragazzi rincorrersi.
Nulla di nuovo, i soliti Potter ed Evans che si strillavano contro...però, questa volta, avrebbero anche notato qualcosa di diverso.
Nonostante le imprecazioni, continuavano a ridere...felici di essere di nuovo a scuola.
Felici di essere vivi.




















Non dimenticare, giglio.
Non dimenticare questi momenti.
Mai.
Per nessun motivo al mondo.
















Babbo Natale scese sbuffando sul prato, diede una pacchetta a Rudolph e sorrise soddisfatto.
"Tutto in regola?" chiese il Frate Grasso, avvicinandosi assieme agli altri.
"Tutto perfetto!" rise lui, scuotendo la barba bianca e scoccando alla compagine un'occhiata benevola. "Siete stati meravigliosi come al solito, amici!"
"Mi spieghi perché cavolo hai reso i bambini visibili a James Potter?" sbuffò la Dama Grigia, contrariata. "Si era detto di tenerli sempre nascosti ai viventi!"
"Oh, beh...è che si è impegnato tanto, in questi anni..." ridacchiò lui, perfidamente divertito. "Aveva diritto a una vaga spiegazione, almeno..."
"Quello ti voleva segregare in cantina, genio." sbottò il Barone, astioso. "Sei sempre troppo gentile! Ai miei tempi, un tale screanzato sarebbe stato appeso per i pollici nelle segrete!"
"Beh, gentile mica tanto." ridacchiò Nick. "L'hai fatto scorrazzare per anni nella Foresta Proibita inutilmente!"
"Oh,oh,oh!"
"Eh già." sghignazzò il Barone. "Mica glielo hai detto, che eri un fantasma anche tu! Ti ha inseguito per anni senza immaginare che potevi attraversare muri, alberi e trappole varie senza nemmeno spettinarti!"
L'arzillo vecchietto continuò a ridere, mentre il sole iniziava a sorgere facendo splendere il suo corpo traslucido.
"Devo dire che anche quest'anno mi sono fatto un sacco di risate! Lasciate ad un povero vecchio fantasma almeno una notte di divertimento!" salì sulla slitta, adocchiando la radura con amorevolezza. I bambini fantasmi erano tutti scomparsi, assieme alle loro passaporte. Quell'anno, un sacco di quei monelli erano riusciti a risolvere ed eliminare i problemi che li tenevano imprigionati sulla terra. "Miei cari amici, ci vediamo al prossimo Natale! Un altro anno di duro lavoro mi attende! Confezionare quei regali è davvero faticoso, sapete?"
Le renne scossero il capo, facendo risuonare tintinnii dappertutto, e tutta la slitta semi trasparente vibrò. Piano piano, continuando a ridere, Babbo Natale si dissolse nell'aria.
I Fantasmi girarono i tacchi...e un altro giorno a Hogwarts ebbe inizio.

 
   
 
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