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Autore: la luna nera    05/05/2020    3 recensioni
La Duke of Kent Music Academy è una delle più prestigiose scuole di musica dell'intero Regno Unito. Per Charlotte e Sophie, selezionate per un semestre di studi, è un'occasione unica e partono assieme all'insegnante per questa avventura. Ma l'Accademia non è solo musica e melodia, è anche un luogo in cui esistono storie inghiottite dallo scorrere del tempo.
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta si stava aprendo, già si sentivano alcune voci. Gary e Charlotte indietreggiarono in preda al panico, stavano per essere scoperti ed avrebbero rischiato l’espulsione per aver trasgredito una delle regole principali, oltretutto inasprite a seguito dell’aggressione del professor O’Connor. Ma proprio quando li stavano per cogliere in flagrante, una mano invisibile ma estremamente forte li afferrò alle spalle e lì sbatté dentro uno di quegli stanzini di servizio nascosti dalla pesante tenda blu. Due figure fecero il loro ingresso nell’aula magna senza accorgersi di nulla. I ragazzi terrorizzati a stento trattenevano la paura e la voglia di gridare, stavano stretti l’un l’altra per farsi coraggio ed evitare qualsiasi rumore che avrebbe rivelato la loro presenza. Passarono alcuni secondi, poi quelle due persone entrate iniziarono a parlare e grazie all’acustica perfetta dell’aula magna, i ragazzi riconobbero che si trattava del direttore Cowen e della professoressa Stanford. E compresero che l’intervento di  quello spirito li aveva salvati.
“Direttore mi scusi, ma non potevamo parlare nel suo ufficio? Perché siamo venuti qui?”
“L’impresa di pulizie non ha terminato  nei tempi previsti, è ancora tutto sottosopra e probabilmente prima del tardo pomeriggio il mio ufficio non sarà agibile. Qui potremo parlare in totale tranquillità, l’aula è proibita agli studenti e non credo abbiano voglia di farsi sbattere fuori venendo a curiosare qui.” Cowen si avvicinò ad una delle finestre e fece entrare un po’ di luce scostando leggermente la tenda. “Allora, ha qualche novità?”
“Il professor O’Connor è stato aggredito da Arthur, ne ho la certezza.” Attese il consenso dell’uomo.  “Per caso sa se è omosessuale?”
Questi fu molto sorpreso da tale domanda. “Onestamente non lo so, non selezioniamo gli insegnanti in base ai loro orientamenti sessuali e comunque non ho mai riscontrato atteggiamenti tali da farmelo pensare. Perché me lo chiede?”
“Alla luce di quanto accaduto posso affermare con certezza che lui è una delle due parti che hanno risvegliato Mathilde ed Arthur. Quel ragazzo presente all’aggressione, quell’Ethan Foster, emana un’energia pazzesca del tutto simile  a quella dell’insegnante. Se venisse accertata l’omosessualità almeno di uno dei due, potremmo aver già trovato chi cerchiamo.”
“Escludo che Foster lo sia, lo vedo spesso in giro a fare il filo alle ragazze.” Si avvicinò alla finestra e per combinazione lo vide nel giardino in compagnia femminile.
“Potrebbe pure fingere per mascherare la sua omosessualità.  Ad ogni modo, oltre alla Jackson, che pure era presente, negli ultimi giorni ho sentito altre fortissime energie crescere in maniera esponenziale. Ha presente le tre ragazze col flauto traverso? Anche loro emanano tantissima energia e mi stanno mettendo qualche dubbio. E qualche dubbio me lo sta sollevando anche Ascott.” Si massaggiò la fronte. “Suggerisco di tenerli d’occhio e vedere se e che tipo di rapporti hanno con O’Connor.”
“Tenga presente che il professore deve stare ancora a riposo per una settimana.”
“Questo potrebbe essere positivo per tenere a bada Arthur. Domani la luna fa il primo quarto, è un momento favorevole per contattarlo, è morto proprio in coincidenza di questa fase lunare e spero proprio sia collaborativo per capire chi gli sta dando fastidio oltre a quell’insegnante.”
“Non mi chieda di allontanare O’Connor o espellere uno degli studenti senza un valido motivo, sa benissimo che non è possibile.”
“Se ne va della loro incolumità  non glielo chiederò, glielo imporrò.”
“E con quale giustificazione?  Per non essere aggrediti dagli spiriti di due persone che sono morte qui più di secolo fa? Andiamo, la nostra accademia è la più prestigiosa del Regno Unito, non posso metterla in cattiva luce spifferando ai quattro venti questa vecchia storia! Altrimenti non avrebbe avuto senso tenerla nascosta per anni ed anni!”
“Nessuno le chiede di spifferare ai quattro venti quanto è accaduto. Lei mi ha chiamata qui per capire il motivo che ha fatto tornare Arthur ed io glielo ho trovato. Quell’insegnante prova un sentimento per qualcuno, potrebbe pure aver intrecciato una relazione clandestina, se vuole scoprire di più tenga d’occhio chi le indicherò, ma soprattutto tenga d’occhio quel gruppo di ragazzi ficcanaso di cui fa parte lo stesso Foster, si stanno addentrando in un territorio non loro.” La sua voce era ferma e decisa. “I documenti sono sempre al loro posto?”
“Sì, è tutto ben nascosto nel mio ufficio. E c’è anche il registro dei funerali, ho saputo che la Jackson ed Emily Dorington sono state in biblioteca alcuni giorni fa e voglio proprio sperare che non siano andate a frugare proprio lì.”
“Altri studenti vi sono tornati? Di quel gruppo intendo.”
“Il giorno dopo è entrato Foster con la Dorington, poi nessun altro, solo altri studenti e qualche professore.”
Annuì in silenzio. “Lei tenga d’occhio quei ragazzi, domani sera tenterò un contatto con Arthur e poi le farò sapere.”

Terminata la conversazione i due uscirono dall’aula magna in totale tranquillità, ignorando che due studenti avevano sentito ogni cosa. Chiusi nello stanzino nascosto dalla tenda Gary e Charlotte non si erano persi una battuta. Erano sempre rimasti abbracciati e immobili, se fossero stati scoperti avrebbero passato un brutto quarto d’ora. Avevano sentito cose incredibili, capito che i fantasmi fra quelle mura erano due, di cui uno particolarmente aggressivo specialmente nei confronti di O’Connor. Avevano avuto anche la conferma che la Stanford non era un’insegnante di musica, pareva più essere una medium ed era ben determinata a controllare ogni loro mossa. Dovevano assolutamente mettere gli altri al corrente di tutto e dovevano farlo prima possibile. Si guardarono in faccia e nonostante l’oscurità, percepirono lo spavento misto a tensione per il pericolo scampato e presero consapevolezza che quello spirito li aveva aiutati. Si scambiarono un leggero bacio di incoraggiamento, poi Gary aprì leggermente la porta affacciandosi timidamente e con circospezione dalla tenda, non c’era nessuno per cui uscì seguito da Charlotte, raggiunsero con passo felpato l’uscita e, dopo aver controllato che nel corridoio non ci fosse nessuno, se ne andarono come se nulla fosse accaduto.
 
 
 
 


Oliver aveva passato metà pomeriggio in sala prove con i nuovi compagni di corso, non riuscivano ancora a trovare la giusta sintonia per suonare armoniosamente assieme e si era chiuso in camera in totale solitudine e tranquillità per rilassarsi un po’.  Aveva chattato con la sua ragazza, poi scelse di gironzolare su YouTube alla ricerca di qualche filmato interessante sui fantasmi e vedere di trovare qualche notizia, idea o informazione utile a far luce sulle presenze alla Duke of Kent. C’erano video davvero impressionanti sulle inquietanti entità dell’Isola di Skye in Scozia, cose che avrebbero tolto il sonno anche ai più intrepidi cacciatori di spiriti. C’era poi un filmato catturato dalle videocamere di sorveglianza dello Skirrid Mountain Inn ad Abergavenny, uno dei pub più infestati del Galles, che mostravano sedie spostarsi da sole, oggetti cadere senza un apparente motivo. Notò poi un video di circa sette minuti realizzato in occasione di una seduta spiritica presso The Haunted Bookshop di Cambridge per verificare la presenza, ipotizzata dall’attuale proprietario e da molti clienti, dello spirito di una donna che si aggira fra le corsie emanando un gradevole profumo di violette. Lo selezionò e si mise a guardarlo con grande attenzione: c’era il proprietario, la moglie, due dipendenti e la sensitiva che avrebbe guidato l’esperimento…. “Che cosa?!” Come la vide Oliver schizzò in piedi. “Non ci credo! Non è possibile!” Fece partire il filmato da capo e ascoltò di nuovo la presentazione: La seduta sarà guidata da Sandra Stanford, medium e sensitiva che da anni collabora con i ghost hunters di tutto il Regno Unito. E’ una persona di enorme esperienza nel settore in quanto discende da una famiglia di sensitivi che in passato hanno riportato importanti notizie e scoperte nel campo del paranormale. “Ecco dove l’avevo vista.” Come un’illuminazione si ricordò della sua presenza in altri documentari e servizi sui fantasmi. “Lo dicevo io che quella non era un’insegnante di musica!”  Era letteralmente raggiante e chiuse immediatamente YouTube per dare la notizia agli amici, ma quando aprì Whatsapp notò che nel gruppo c’era già un messaggio di Gary che annunciava roba scottante: Vediamoci stasera alle 21:00 presso il laghetto. Notizie bomba, vietato mancare.



Nel frattempo Emily aveva appena terminato le prove con il suo nuovo compagno di avventura, quel Jason dai capelli lunghi e neri come la notte e dal carattere piuttosto schivo e riservato che gli avevano fatto guadagnare gli appellativi di mezzo vampiro e bel tenebroso. Non aveva fatto i salti di gioia nell’apprendere di dover duettare con quel tipo ombroso, dovette tuttavia adeguarsi e adattarsi, scoprendo che era un musicista serio, competente e disponibile. Pur restandosene quasi sempre in disparte senza aprir bocca, era riuscito ad entrare in sintonia con lei, mostrando fin dalle prime battute una grande potenzialità.
Riposero i rispettivi strumenti nelle custodie mentre l’insegnante dava loro le ultime indicazioni per lo studio individuale, Emily teneva sempre lo sguardo abbassato, annuendo man mano che il prof parlava. Jason se ne stava in silenzio nell’angolo della sala osservando la ragazza. La trovava estremamente in gamba, nonostante apparisse molto timida ed introversa e con ogni probabilità era riuscita a trovare nella musica un modo per esprimersi al meglio.  L’insegnante salutò i due allievi e se ne andò. Emily provava disagio nel restare lì da sola con lui e si affrettò nel riporre le sue cose al loro posto per andarsene prima possibile. Chiuse tutto e lo salutò con un Ciao, ci vediamo quasi sussurrato.
“Non devi avere paura di me.”  Jason la bloccò sulla porta. “So che ci sono un sacco di chiacchiere sul mio conto, ma puoi stare tranquilla, non sono un vampiro.”
Lei si voltò titubante. “Oh…beh… ecco… Io non l’ho mai pensato.” Non era proprio così, però preferì mentirgli.
“Farò finta di crederti, ma non voglio convincerti con le parole, lo farò coi fatti. E’ facile etichettare una persona a causa del suo aspetto fisico, ma posso assicurarti che se di notte resto sveglio, lo faccio per contemplare il cielo. Sai, è molto più affascinante di andare in giro in cerca di gente da spaventare e sangue da bere.”
In effetti non lo aveva mai visto in giro nelle ore serali, lei che invece usciva spesso assieme agli altri per indagare sui fantasmi. “Sei appassionato di astronomia?”
“No, adoro perdermi nella volta stellata senza chiedermi se quello che sto contemplando è un pianeta o dell’altro.” Si alzò, era piuttosto alto, sicuramente passava il metro e ottanta. “Andiamo, ti va qualcosa da bere?”  
Emily lo guardò stupita, difficilmente veniva invitata, specialmente da un ragazzo, però accettò con un sorrisetto di pura meraviglia.  Uscirono quindi dalla sala prove e si incamminarono verso la caffetteria. Poco più avanti, da un’altra sala prove la cui porta era aperta, uscivano le allegre e spumeggianti note di Viva la vida dei Coldplay eseguite al violino.  I due si soffermarono per vedere chi stesse suonando così bene e in modo così accattivante il brano: era Ethan che si stava esibendo con il compiacimento di un piccolo pubblico femminile. Questi alzò lo sguardo e notò Emily in compagnia di Jason. Continuò a suonare come se nulla fosse, lanciando occhiate da farfallone a tutte le ammiratrici presenti fino a quando la vide allontanarsi assieme a lui.
 
 
 
 
Scese la sera. Muovendosi nel buio quasi come fantasmi, Charlotte e Sophie giunsero sotto il porticato delle camerate. Mancavano pochi minuti alle 21:00 e l’aria era mossa da un venticello piuttosto freddo. Charlotte, nonostante fosse al settimo cielo, non aveva avuto modo di raccontare all’amica quello che era accaduto fra lei e Gary, si era solo limitata ad inviarle un messaggio in cui diceva di doverle raccontare una cosa meravigliosa, ma Sophie lo aveva letto senza rispondere, rientrando in stanza giusto in tempo per prepararsi per la cena.
Pochi istanti dopo arrivarono anche Ethan, Oliver e Gary. Emily li raggiunse dopo due minuti, mentre si avvicinava, teneva il cellulare in mano e stava chiaramente chattando con qualcuno.
“Ehi, principessa, stai chattando col vampiro?” Ethan le andò incontro facendole il baciamano.
Lei alzò il viso, notò che era piuttosto vicino al suo e lo riabbassò immediatamente perché sentiva aumentare la temperatura delle guance. “E’ un  problema per te se chatto con Jascon?”
“Oh, lo chiamiamo pure per nome, qui la faccenda si fa seria.” Gesticolava prendendola in giro.
“Almeno sproloquia meno di un altro di mia conoscenza.”  Mise il telefono in tasca e si avvicinò alle amiche. “Tutto bene, ragazze?”
Charlotte le rispose con un sorriso. “Andiamo vicino al laghetto?” E si avviò con le altre lasciando indietro di qualche passo i ragazzi.
“Bel colpo, Casanova.” Gary sfotté Ethan con due leggeri colpetti, mentre Oliver rideva sotto i baffi.

Giunsero presso il laghetto dei cigni.  Ethan si accese una sigaretta, non era un accanito fumatore ma ogni tanto si concedeva un piccolo sfizio. Oliver invece si accertò che in giro non ci fosse nessuno, fremeva dal rivelare agli amici la vera identità della prof. “Allora raga, siete pronti per la bomba?”
“Vai, ora tu, poi parlo io.” Rispose Gary. “Ho da dirvene di cotte e di crude.”
“La Stanford è una sensitiva.” Scandì per bene le parole, mantenendo sempre la voce piuttosto bassa.
Ne seguirono alcuni istanti di silenzio.
“Perché la cosa non mi sorprende?” Sophie iniziava a capire il perché quella donna le avesse sempre messo ansia.
“E se la Stanford è una sensitiva ha senso pensare che qui la presenza dei fantasmi è ben radicata.”  Continuò Oliver. “Di Mathilde ne abbiamo la certezza, dell’altro ancora no ma è solo questione di tempo.”
“Arthur.” Esordì Gary. “L’altro si chiama Arthur. Ed è quello che ha aggredito il prof l’altro giorno.”
“E tu come lo sai?” Ethan si meravigliò, in fondo l’amico in un primo momenti pareva voler restare distante dalle loro indagini.
“Io e Charlotte abbiamo casualmente assistito di nascosto ad una conversazione fra la Stanford e il direttore nell’aula magna. Da quello che ha detto avevamo intuito anche noi che non fosse un’insegnante, oltretutto domani sera sarà una seduta spiritica per contattare Arthur e tentare di farlo collaborare.”
“Figo….” Ethan era rimasto affascinato. “E poi che hanno detto?”
“I due spiriti sono stati risvegliati da fortissime emozioni, una delle quali proviene dal prof. L’altra…beh… ci tengono d’occhio, sospettano di qualcuno di noi.” Continuò Charlotte.
“In che senso?”
“Hanno fatto il nome mio, di Sophie, di Emily, di Ethan e di Gary. E pure di Iris. Sospettano che il prof si sia preso una bella cotta per uno di noi.”
“Cosa?” Ethan bloccò il racconto. “Aspetta un attimo: non mi verrai a raccontare che pensano che il prof possa essere omosessuale e a breve ci proverà con me?!”
“Sì, ti piacerebbe.” Lo schernì Gary. “Io non conosco i suoi gusti sessuali, ma non è questo il punto. Se la Stanford riesce ad individuare chi, assieme al prof, ha contribuito a risvegliare questi spiriti, potrebbe imporre al direttore l’immediata espulsione di entrambi per tutelarli dai fantasmi di due persone morte fra queste mura più di un secolo fa.”
Restarono a bocca aperta.
“E’ vero.” Emily si ricordò di un piccolo dettaglio. “In quel registro dei funerali avevo notato un altro nome che iniziava per A, era di un giovane deceduto che si trovava qui per motivi di lavoro.”
“E quel registro dei funerali è stato nascosto dal direttore.” Aggiunse Charlotte. “Si trova nel suo ufficio assieme ad altri documenti che riguardano la vicenda di Mathilde e Arthur, una vicenda che vogliono assolutamente tenere top secret.”
“E tutto questo ha a che fare con la loro morte e con l’aggressione al prof?” Oliver aveva ascoltato con interesse ogni singola parola.
“Non hanno parlato di questo. La Stanford farà la seduta spiritica domani sera per chiedere la collaborazione di Arthur e capirne di più.”
“Però noi siamo quasi sicuri che Mathilde si sia suicidata lanciandosi dalla torre.”
“Togli il quasi.” Sophie non aveva dubbi. “Dobbiamo capire in che rapporti erano quei due. Purtroppo accedere alla biblioteca ora diventa un problema, ci tengono d’occhio.”
“Mhm, no. Nella biblioteca dell’accademia non troveremo più nulla oramai, se c’era qualcosa l’hanno fatto sparire.” Il ragionamento di Oliver non faceva una grinza. “Ma non è così per la biblioteca cittadina. Sabato andremo in città e dobbiamo escogitare il modo di andare a dare un’occhiata.”
“E come? Hai qualche idea?”
“Forse sì.” Aveva lo sguardo di chi sa il fatto suo. “Ottimo lavoro raga, adesso conosciamo entrambi gli spiriti.”
“Un po’ di fortuna.”
“Aspetta un attimo…” Ethan fissava Gary con l’aria di chi non si accontenta. “Hai detto di aver sentito la conversazione fra quei due nell’aula magna, giusto? E che eri in compagnia.”  Attese la conferma. “Che ci facevi lì che è un luogo proibito nascosto con lei?”
Sia Gary che Charlotte avvamparono all’istante, nessuno sapeva ancora nulla della loro neonata relazione. “Ehm,… che …che ci facevamo lì?” Farfugliò lui visibilmente in imbarazzo. “Suonavamo!”
“Ma sì, è ovvio!” Confermò lei. “Cos’altro potevamo fare?”
Ethan ridacchiava divertito, diede due pacche sulle spalle all’amico e scuoteva la testa. “Ah, Gary, Gary. Sei talmente abituato a fare il bravo ragazzo che non saresti credibile neanche a un kilometro di distanza.” Continuava a ridacchiare. “Ora tu vuoi farmi credere di esserti intrufolato di nascosto lì con lei per suonare il pianoforte? Ti prego, non sono nato sotto un cavolo.”
“Non farti venire idee strane!” Non c’era verso di venirne fuori. “Beh, diciamo che…. Abbiamo parlato.”
“E che vi siete detti?” Ora iniziava a tartassarli anche Sophie. ”Andiamo, sono o non sono la tua migliore amica? Avanti Charlottina, non puoi tenermi all’oscuro!”
“Rosicate, rosicate.” La ragazza, messa alle strette, tentò di sdrammatizzare. “Intanto io e lui siamo un passo avanti rispetto a chi tanto blatera e niente raccoglie. E sfotte pure.” Guardava Ethan sempre attaccato a Gary.
“Ehi-ehi, chi va dicendo che non raccolgo?!”
“Hai forse una ragazza? A me non risulta.”
“Oh, se dovessi accontentarle tutte…”
“Ma va’, ti piacerebbe averne una tutta per te che ti sopporta!” 
Scoppiarono tutti a ridere, mostrando la loro felicità e tentando per quanto possibile di alleggerire la tensione.
 
Quella sera non ci fu nessun fenomeno strano, soffiava solo un po’ di vento che accarezzava le cime degli alberi, i due cigni con ogni probabilità sonnecchiavano nel loro giaciglio presso il laghetto. Le finestre dell’accademia erano in parte accese ed in parte spente e non vi erano luci che si spegnevano e si riaccendevano all’improvviso. La cosa emersa dalle loro parole lasciava intendere che lo spirito di Mathilde almeno sembrava volerli proteggere, perché era stata sicuramente lei ad avvisare Charlotte e Gary dell’imminente arrivo dal direttore e della Stanford, era stata lei a trascinarli in quello stanzino evitando che fossero scoperti e salvandoli dalle brutte conseguenze.
 
E Arthur?  Era un spirito amico anche lui o c’era da aver paura? 
 
 
 




 
Buon martedì a tutti!

Ancora grazie a tutti per il meraviglioso supporto che mi state dimostrando.
Gary e Charlotte hanno casualmente assistito ad una conversazione molto particolare durante la quale è uscito qualcosa di interessante. Ovviamente c’è dell’altro da scoprire, ma non posso raccontarvi tutto adesso per cui dovrete accontentarvi delle frammentarie informazioni che vi ho dato. Certo è che la Stanford è una sensitiva e non un’insegnante di musica: qualcuno l’aveva immaginato?

Ancora grazie a tutti voi che continuate a seguirmi in questa avventura e in particolare a chi commenta. Coraggio, lettori silenziosi, fatevi avanti!

 
Un abbraccio
La Luna Nera
  
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