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Autore: Ramo97    05/05/2020    3 recensioni
Seguito di "Ted Lupin e il Figlio dell'Assassino".
Harry, dopo i fatti dell'anno precedente, si ritrova momentaneamente sollevato dalla direzione degli Auror.
Teddy, Anne, Baston, Eva e Bartemius iniziano il loro secondo anno e si trovano ad avere problemi con il Potter Club, un club elitario di Grifondoro che si dichiarano gli eredi del Prescelto.
In tutto questo iniziano strane sparizioni nelle vicinanze di Hogwarts che, nel silenzio, portano la firma del Maestro.
PUBBLICATA ANCHE SU WATTPAD
Genere: Azione, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Capitolo 8: Alicia

Dopo il compleanno di Harry, Teddy, Eva e Baston erano tornati con sua nonna a casa. Dopo pochi giorni era arrivato anche Fred, che dal compleanno di Harry aveva sviluppato una strana simpatia per Baston. Baston  insegnava a Fred mosse e trucchi per il Quidditich, mentre l'altro, da buon figlio di suo padre, gli insegnava a distruggere tutto. Non era quindi raro sentire esplosioni in giardino, cosa che un po' preoccupava Andromeda, nonostante da anni il figlio di George era ospite di quella casa, e di cose ne aveva fatte saltare in aria. Ma quella preoccupazione non sembrava pesare particolarmente alla nonna, che mentre rimproverava si lasciava sfuggire vari sorrisi e frasi con una voce che doveva sembrare severa quali "Queste cose non accadevano in questa casa dai tempi in cui mia figlia era ancora a Hogwarts!". Del passato scolastico di Tonks Teddy sapeva poco, anche perché lui cercava di evitare qualsiasi notizia sul passato dei suoi genitori, ma da quando era tornato a casa Andromeda si era fatta sfuggire più volte storie su un amico di sua figlia che si metteva nei guai continuamente alla ricerca di certe "sale maledette" dentro la scuola. Per fortuna Baston e Fred non sentirono queste storie, sennò quando Fred fosse arrivato a Hogwarts si sarebbero tuffati alla loro ricerca.
Tutto sembrava andare molto bene, a parte Eva. La ragazza si stava facendo sempre più silenziosa e sfuggente. Perfino Baston, che di solito la cercava tutto il giorno, ora sembrava aver capito di doverla lasciare in pace. Non usciva tanto spesso, ma il suo gufo continuava a fare avanti e indietro.
- Dovresti parlarci tu - gli disse Baston un giorno, mentre si passavano una pluffa.
- Perché io? - rispose sorpreso Teddy  Baston e Bartemius erano i due suoi più stretti amici. Era come se lui avesse mandato Baston a parlare con Bartemius.
- Perché con me lei sembra evitare di parlare di paure e preoccupazioni. Odio questa cosa.
L'amico sembrava sinceramente ferito da questa cosa.
- E perché dovrebbe aprirsi con me?
- Perché Teddy tu sei bravo in queste cose. Sembri talmente maturo da risultare quasi noioso.
- Grazie, Baston.
- Prego, è il mio ruolo farvi vivere una sana adolescenza. Devi capire cos'ha, è da quando l'ho rivista quest'anno che mi pare particolarmente strana. E' sempre acida come al solito, ma mi sembra nascondere una profonda tristezza. Assomiglia sempre di più a quello scoppiato di Bartemius.
Baston fingeva di non apprezzare molto Bartemius, e forse era pure un po' geloso per il fatto che passava molto tempo con Eva, cosa che a volte portava a battibecchi tra i due.
- Dai vacci a parlare, Ted.
- Va bene, ma se mi becco una fattura è colpa tua.
- Ricordati l'avviso che ci hanno dato prima di partire: non possiamo fare magie al di fuori di Hogwarts!
Eva era figlia di un Mangiamorte, per l'esattezza Rosier, uno dei più fedeli servitori di Voldemort (tra cui era annoverato anche Antonin Dolohov, padre di Bartemius).
A differenza del suo amico, però, era cresciuta con Roger Davies, giocatore e compagno di squadra del padre di Baston al Puddlemere United, cosa che le aveva dato meno problemi ad ambientarsi. Bravissima nel Quidditch, dove giocava come Cacciatrice, andava anche abbastanza bene a scuola, se veniva obbligata da qualcuno a studiare (cosa che di solito faceva Bartemius, occasionalmente sostituito da Teddy). Lei, si trovava nella stanza più in fondo al corridoio, di fianco alla camera di Baston.
Teddy si avvicinò e bussò.
La voce di Eva gli disse di entrare.
- Ah, sei tu - disse incolore - credevo che fosse Baston.
- No, sono io.
- Ti ha mandato lui?
- E' stata una decisione collettiva. Ci sembravi un po' giù ultimamente.
Teddy si guardò intorno. La camera era pulita e in ordine. Il gufo nero di Eva era appoggiato tranquillamente su un piedistallo in ottone, mentre una pila ordinata di lettere stava sulla scrivania. A Teddy bastò un veloce sguardo per riconoscere la calligrafia di Bartemius. Si sentì più sollevato, il suo amico doveva avere sotto controllo la situazione.
- Che fai?
- Niente di particolare, non che abbia particolare voglia di fare qualcosa.
- Perché mai?
- Non ho voglia di parlarne.
Ma a Teddy parve proprio che invece ne voleva parlare eccome. Sembrava solo una frase di cortesia per non tediarlo.
- Ne sei sicura? - le disse allora cercando di esserne sicuro.
Eva scosse i suoi capelli castani e lo guardò negli occhi.
- A te capita mai di avere gli incubi la notte per quello che è successo a scuola?
Teddy scosse la testa. La fine dell'anno scorso era stata abbastanza turbolenta, e non era stata facilissima da superare, ma non lo aveva traumatizzato troppo. Forse perché nella sua famiglia non era strano essere parte di storie simili.
- Io ogni notte.
Il ragazzino annuì - e cosa accade in questi incubi?
- Rivedo la scena nella Sala Comune di Serpeverde, quando sono arrivati i Mangiamorte e hanno aggredito me e Bartemius. E riprovo l'angoscia che ho provato in quel momento.
Teddy annuì. Non sapeva bene cosa dirle, ma sembrava che lei volesse solo parlare.
- E non so questi sogni, quei ricordi mi mettono solo una enorme angoscia. Ma c'è di peggio: non riesco più a essere sicura di nulla. La vita prima di quella notte aveva delle sicurezza. Ora mi sento come se tutto possa finire da un momento all'altro: se qualcuno può entrare nella mia Sala Comune a Hogwarts, cosa impedisce loro di aggredire me o la mia famiglia a casa? Cosa impedisce che i miei amici non possano morire da un momento all'altro?
La voce di Eva aveva un tono che Teddy non aveva mai sentito. Era terrorizzata e tremendamente triste.
- Ne ho parlato con Bartemius.
- E lui?
- Lui non è terrorizzato, lo sai com'è fatto. Sente su di sé tutto il peso di quello che è accaduto, come se fosse colpa sua. E' da tutta l'estate che si allena con il suo padrino per migliorare.
Draco Malfoy non era benvisto da parte della sua famiglia. Nonostante questo, Teddy aveva un grado di parentela molto più stretto con Draco che con Harry. Infatti, era il cugino di sua madre.
Draco sembrava molto diverso da Harry, ma voleva molto bene a Bartemius. A differenza del suo padrino, lui insegnava a Bartemius come difendersi (non si sapeva come, visto che era vietato fare incantesimi al di fuori di Hogwarts), dimostrando un approccio un po' diverso da Harry.
- L'anno scorso è stato un caso eccezionale, Eva. La scuola quest'anno sarà moto più sicura. E visto che sanno che i Mangiamorte vogliono te e Bartemius, siete molto più al sicuro.
Eva annuì - Casa mia è controllata dagli Auror. Ma la paura rimane.
- Vorrei dirti qualcosa di rassicurante, ma purtroppo credo non ci sia molto da fare su quello che provi. Purtroppo solo il tempo potrà aiutarti. Dovresti parlarne anche con Baston.
Lei scosse la testa - Ho paura di allontanarlo. Se gli riversassi addosso tutto quello che provo, non so se riuscirebbe a sopportarlo. E' sempre così solare.
- Però gli amici sono qui per questo. Se non ti sono vicini, non si è veri amici.
- L'amicizia non è uno sfogatoio. Quando si sta davvero male, gli amici possono essere un aiuto, Ted, ma non sono la soluzione. Forse, però, stare in camera ora come ora non è utile.
- Dai scendiamo, credo che questa casa durerà ancora poco, con Fred e Baston insieme.

*

Baston fu un po' stranito quando Eva scese e si comportò come se nulla fosse, ma non ebbe molto tempo per pensarci. Infatti, poco dopo, arrivarono i suoi genitori, insieme a Alicia, sua sorella.
Il padre, Oliver Baston, capitano del Puddlemere United e della nazionale inglese, era appena tornato dalla 426esima edizione della Coppa del Mondo di Quidditch, dove la Moldavia, dopo una combattutissima partita con la Cina, aveva ottenuto la vittoria per 750 a 640. Baston non era stato troppo contento di non aver potuto seguire il padre, ma l'Ordine della Fenice aveva deciso che era meglio che le famiglie non partecipassero. Quindi solo Oliver, in quanto giocatore, e Ginny, in quanto giornalista sportiva c'erano andati.
Poi c'era Penelope Light, sua madre. Era una Guaritrice del San Mungo, specializzata principalmente nella cura dei bambini. I suoi ricci capelli biondi e il viso erano gli stessi della loro secondogenita: Alicia.
Alicia aveva un anno meno di Baston e quell'estate aveva ricevuto anche lei la sua lettera per Hogwarts. Baston era abbastanza spaventato dall'arrivo della sorella a scuola. Il padre era un Grifondoro, mentre la madre una Corvonero, e Baston aveva sempre sperato di finire in una delle due. Anzi, più di tutto aveva desiderato finire nella casa del padre, sia per il prestigio che aveva in quanto casa di Harry Potter, sempre perché vedeva in quei valori il suo modello ideale. Invece era finito in Tassorosso, l'ultima delle case, quella dei perdenti. Se Alicia fosse finita in Grifondoro, sarebbe stata un colpo davvero pesante.
La sorella, seppure la netta somiglianza fisica con la madre e gli occhi del padre, non aveva il carattere di nessuno dei due, né quello di Baston.
- Guarda qua il mio fratellone - disse con un sorriso maligno appena lo vide - mi eri proprio mancato. Ah no, scherzo, mi manca già il fatto di non vederti.
- Simpatica, tua sorella - commentò Fred.
- Tu saresti?
- Fred Weasley.
- Il figlio di George?
Il ragazzino annuì.
- Ah - commentò acida Alicia - Lo sai che quello sfigato di mio fratello ha un altarino dedicato a tuo padre?
Baston si sentì ribollire.
- Tutte le persone sane hanno un altarino dedicato a mio padre - ribatté piccato Fred. Baston provò un moto di profondo affetto verso il ragazzo, e sperò con tutto se stesso che quando fosse arrivato a Hogwarts sarebbe finito nella sua casa.
- Allora sei uno sfigato come lui - disse, per poi andare verso la cucina, dove si trovavano i suoi genitori.
- Vigilanza costante! - gli sbraitò dietro Fred - Nessuno dà dello sfigato a Fred Weasley! Pioveranno Caccabombe su di te!
Alicia, senza voltarsi, fece loro un gestaccio.
- HARRY VIENI SUBITO QUA! - urlò la voce di suo padre dalla cucina dopo pochi minuti.
-  Tua sorella è insopportabile, ne sei consapevole? - borbottò Fred mentre andavano insieme.
- Certo, scommetto che si è inventata l'ennesima scusa per farmi sgridare.
- Beh, come dice mio papà: "Ogni rimprovero è una medaglia, ogni punizione un Ordine di Merlino!"
- Non è che avete un altro letto in casa? Mi potete adottare?
Fred fece un sorriso maligno - Per ora no, ma aspetta ancora un paio d'anni e tranquillo che il mio letto si libera. Mia mamma non mi reggerà ancora per molto.
Entrarono in cucina. Questa era una sala molto grande e molto pulita e in ordine. La signora Tonks gli aveva spiegato più volte che quando suo marito e sua figlia (la madre di Ted) vivevano lì quella casa era molto più in disordine, ma lei e Teddy invece erano molto ordinati.
Suo padre lo stava guardando con la solita aria di rimprovero. Da quando, l'anno prima, gli aveva dato fuoco alla scopa era diventato quasi insopportabile, dando luce a una severità che non aveva mai avuto nei suoi confronti.
- Cos'è questa storia che minacci tua sorella?
- Io non ho minacciato nessuno, papà!
- Io invece sì - sbottò Fred di fianco a lui - e trovo che sua figlia abbia un comportamento da vera infame. I meriti si danno a chi ce li ha, non si attribuiscono a gente a caso!
- Odio quel Weasley, non voglio avere niente a che fare con lui! - disse allora Alicia, acida.
- Peccato, abbiamo già qualcosa che ci unisce a lui, Alicia - ribatté Baston - la mamma.
Penelope lo guardò stranito - In che modo?
- A scuola stava con suo zio!
Tutti caddero nel silenzio più totale. Oliver sembrava piuttosto divertito, e dava colpetti ironici alla moglie, che era diventata bordeaux. Alicia era senza parole, mentre Fred schifato.
- Quale dei miei zii? Ne ho tremila!
- Non mi ricordo, tuo papà aveva detto quello noioso.
Fred scoppiò a ridere e indicò Penelope se fosse una delle cose più divertenti sulla faccia della terra.
- Mio zio Percy? Oddio e poi davi a noi degli sfigati, Alischifiscia? Tua madre è la vera sfigata!
- Fred! - lo interruppe Andromeda - Non trattare così Alicia e sua madre!
Il ragazzino alzò le braccia come per arrendersi - Va bene, va bene, zia Dromeda.
In quel momento entrarono in cucina Ted ed Eva.
- Perché si stava parlando di zio Percy? - chiese.
Bisognava dare atto che Fred cercò di trattenersi. Dopo una ventina di secondi a fare smorfie strane, però, scoppiò in una fragorosa risata - La mamma di Alischifiscia stava con quel cretino dello zio!
- FRED! - sbottò ancora la nonna di Ted.
Eva, nel frattempo, si presentò alla sua famiglia.
- Eva, quindi? - disse Alicia - Mio fratello parla sempre di te. Se non ti cita una ventina di volte al giorno non è contento. Credo abbia una cottarella per te.
Baston impallidì. Odiava sua sorella.

Angolo dell'autore

Sono tornato con un nuovo capitolo. Onestamente non mi aspettavo così tanto calore dopo anni che non aggiornavo e per questo vi ringrazio molto! Ci sentiamo a breve, fatemi sapere cosa ne pensate!

Davide
  
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