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Autore: lmpaoli94    06/05/2020    0 recensioni
Balto, ormai divenuto vecchio e rimasto con poche energie, si isola dal mondo umano e dal mondo animale rimanendo a bordo della sua vecchia casa: la nave naufragata dove abitava con suo zio Boris e gli altri due simpatici orsi polari.
Quella notte d’inverno sente che le forze lo stanno abbandonando, ma il suo spirito forte e la voglia di vivere lo faranno ringiovanire per la prossima missione da intraprendere: salvare un suo simile dalle acque ghiacciate di Nome.
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Balto, Boris, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Balto ritornò verso la sua dimora mentre le gambe gli cedevano dalla troppa fatica.
Il povero cane – lupo riusciva a malapena a camminare normalmente senza fare troppi sforzi, ma dopo aver salvato la vita ad un suo simile, sentiva che il suo momento di lasciare per sempre il mondo conosciuto, stava per finire.
Non aveva nessuna intenzione di curarsi, limitandosi a vivere in povertà e a mangiare quel poco che gli bastava per rimanere lucido.
Tutti questi suoi modi di fare non piacevano per niente a suo zio Boris che continuava a spremerlo e a stressarlo per ogni movimento che faceva.
< Balto, dove diavolo sei stato? Ti ho cercato dappertutto. >
Ma l’animale si limitò a non rispondere, accasciandosi a terra senza energie.
< Balto, che cosa ti prende? Perché hai il respiro affannato? >
< Ho molto freddo > rispose il cane – lupo con tono flebile < La mia lunga passeggiata mi ha completamente stremato. >
< Tu sei un folle! Non dovevi andare così lontano, specie con questo freddo. >
< Hai ragione, Boris. >
Ma quando l’oca notò che era zuppo di acqua, la sua rabbia e la sua preoccupazioni crebbero ancora di più.
< Tu non sei stato solo a fare una passeggiata. Dimmi la verità una volta per tutte. >
< Te l’ho detto: sono stato a fare una passeggiata e mentre camminavo non mi sono accorto che il ghiaccio sotto di me era molto sottile e di conseguenza sono caduto in un piccolo lago. >
< No, non è vero. Non è da te… Tu fiuti sempre un pericolo di questo genere. Dimmi realmente le cose come stanno! >
< Zio Boris, se vuoi continuare a farmi la paternale, forse è meglio che ritorni da dove sei venuto. >
< Balto, lo vuoi capire che mi preoccupo per te? >
< Lo so, ma non ce n’è bisogno. Io sto bene così. >
< La temperatura del tuo corpo sta salendo in maniera vertiginosa. Secondo me hai la febbre. >
< Lo credo anch’io. Ci sono alcune coperte qui in questa nave abbandonata. >
< Certo. Vado a prendertele subito e ti accendo un bel fuoco che ti riscalderà a dovere. >
< Ma così non rischiamo che la nostra abitazione prenda fuoco? >
< Non m’interessa. Tu hai bisogno di scaldarti in qualche modo e il fuoco è la maniera più veloce per farlo. Lascia fare a me. >
 
 
Mentre Balto era immerso nei suoi pensieri senza mai confessare a suo zio l’azione eroica di quel pomeriggio, Boris gli preparò anche un brodo caldo che l’avrebbe rimesso al mondo in poco tempo.
< Per fortuna che sei tornato qui in tempo, altrimenti saresti morto di freddo. >
< Ho sentito temperature molto più basse di queste > preciso Balto.
< Forse, ma quando eri in giovane età. Adesso sei invecchiato e… >
Quando Boris sottolineava che suo nipote era vecchio, quest’ultimo si deprimeva ancora di più.
< Mi dispiace. Non avrei dovuto dirlo. >
< Sì, non avresti dovuto. >
< Balto, hai ancora un po’ di tempo dinanzi a te. Non sprecarlo suicidandoti o facendo cose stupide. >
< Zio, se solo tu sapessi… >
< Ma mi dici che cosa mi stai nascondendo? >
Nel mentre l’oca e il cane – lupo erano nel bel mezzo della conversazione, alcuni rumori di passi risuonarono nelle vecchie orecchie di Boris.
< Qualcuno sta entrando. >
Alcuni secondo dopo, una creatura simile a Balto si avvicinò vero di loro con fare guardingo.
< E tu chi saresti mai? > domandò Boris.
< Mi scusi disturbarla, ma sono venuto qui per Rubus. >
< Rubus? E chi sarebbe questo Rubus? >
< Arly, che cosa ci fai qui? > domandò Balto con tono flebile e molto debole.
< Rubus, allora sei vivo! > fece l’animale al colmo della gioia < Credevo che le fredde acque di quel lago ti avessero fatto prendere un brutto malanno, o peggio ancora ucciso. >
< Sto bene. Almeno per ora. >
< Sei davvero grande, Rubus. Ecco, ti ho portato qualcosa da mangiare. L’ho rubata alla macelleria qui vicino. Devo dire che fanno un’ottima carne visto che ho avuto la possibilità di mangiarla anch’io. >
< Non avresti dovuto farlo > rispose Balto con tono deciso.
< Come? >
< E’ sbagliato rubare… Perché hai commesso un crimine del genere? >
< Ti ho visto andartene via tutto solo in maniera malinconica e afflitta e ho subito capito che eri un tipo solitario che stava cercando un po’ di cibo. Per questo ti ho portato qualcosa da mangiare. >
< Balto, mi dovresti spiegare un po’ di cose > fece Boris prima di venire interrotto.
< Zitto, per favore > rispose frettolosamente Balto.
< Balto? Chi è Balto? >
< E’ il mio soprannome che mio zio mi ha dato quando ero molto piccolo > mentì l’animale < E comunque ti pregherei di non farlo mai più. Anche se vivo in condizioni miserabili, me la sono sempre cavata in ogni frangente. Non ho bisogno che qualcuno rubi per me. Adesso hai capito? >
< Sì… mi dispiace tanto. >
< Hai fatto una cosa sbagliata, giovanotto > s’intromise Boris < Ma non te ne faremo una grande colpa. Basta che non ti permetti di farlo mai più. >
< D’accordo. Adesso ho capito la lezione. >
< Molto bene. >
Vedendo in quale maniera stava tossendo Balto, Boris capì che le sue condizioni erano peggiorate in maniera considerevole.
> Balto, che cos’hai? Non ci lasciare. >
< Non sto morendo, zio. È solo che le mie energie si stanno affievolendo. >
< Forse posso esserti d’aiuto questa volta > fece il nuovo amico di Balto.
< Che hai intenzione di fare? >
< Hai bisogno di distrarti e di sentirti giovane. Magari se guardi me, potresti sentirti meglio. Guarda che cosa so fare. >
Con un balzo repentino, Arly saltò giù dalla nave per poi schivare la fredda neve saltando su alcune rocce acuminate che si trovavano nelle vicinanze.
< Rubus, ce la fai a guardarmi? >
< Rubus non ha bisogno di vedere queste sciocchezze! > sbraitò Boris < E’ molto malato e ha bisogno di cure! >
< Boris, non ti arrabbiare. Sta solo facendo qualcosa per il mio bene.>
< Non so perché ti fai chiamare con quello stupido nome, ma il tuo nuovo amico deve finire di importunarci. >
< Mi faccio chiamare Rubus perché non voglio che capisca chi sono veramente. >
< Dopo averti chiamato con il tuo vero nome, credo che ormai non lo capisca affatto. È molto giovane questo Arly. Magari non ha mai sentito parlare di Balto che ha salvato la cittadina di Nome. >
< Sì, hai ragione Boris. Credo di essere stato definitivamente dimenticato. >
< Adesso però non ci pensare e vedi di rilassarti. Forse riesco a trovare qualcosa che possa contenere la tua febbre. >
< E come pensi di fare? >
< Magari trovando alcune erbe mediche in città. >
< E da chi ti faresti aiutare? Sei un’oca parlante. Non puoi conversare con gli umani. >
< Cercherò di trovare un modo… Però ho bisogno che qualcuno rimanga qui a farti da veglia. Ho un’idea! >
Richiamando Arly, Boris lo pregò di non perderlo di vista per nessun motivo.
< Tornerò molto presto. Se la situazione precipita, mettigli una nuova benda sulla fronte. Lo farà stare meglio. >
< D’accordo, Boris. Io e Rubus dobbiamo conoscerci ancora meglio e questo è il momento adatto. >
< Non farlo sforzare troppo, d’accordo? Ha bisogno di stare fermo. >
< Parleremo. Non faremo altro. >
< Vedrò di fidarmi > rispose Boris squadrandolo malamente < Ci vediamo più tardi… E tu vedi di resistere… Rubus. >
< Farò del mio meglio, zio. Non ti preoccupare > rispose Balto prima di richiudere gli occhi.
< Se vedi che ha bisogno di dormire come adesso, vedi di non disturbarlo. Mi sono spiegato? >
< Va bene, nessun problema. >
< E tieni acceso il fuoco. Non permettere che si spenga. >
< Recepiti i messaggi. Ce dell’altro? >
< No, non credo… A tra poco. >
   
 
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