-Deku, Kirishima non è morto, vero?
Sputò un grumo di sangue. Aveva rantolato tutto d'un fiato.
Sempre sdraiato a sulle gambe di Deku si girò a pancia in su, così da poter scrutare l'espressione del ragazzo.
Deku stava aggrottando lentamente la fronte
-Che cosa intendi?-
Bene, se ci fosse arrivato subito, avrebbe voluto dire che si trattava di una conclusione troppo scontata, ed era contento che non fosse così.
Soltanto lui doveva aver contemplato quel piccolo spiraglio di luce.
Si tirò su e si mise a sedere di fronte all'amico.
-Se morire significa cessare di esistere, e noi in realtà non esistiamo, come possiamo morire? 
L'espressione di Deku era indecifrabile.
-Stai dicendo che...
-Sto dicendo proprio quello che ho detto. Ascoltami, lui non è morto, quindi c'è sicuramente un modo per portarlo indietro. Ahah, ma cosa dico, portarlo indietro è inutile, perchè Non. È. Morto. Quindi, mh, però... dovremmo inventarci qualcosa, e...-
Non fu necessario lo sguardo pieno di pena di Deku per comunicargli che stava solo farneticando.
Certo, vivevano in un universo assurdo, ma che nonostante ciò seguiva delle proprie regole. 
Regole dettate da qualcuno, un qualcuno che forse non era come loro, ma che sicuramente un giorno sarebbe morto, e allora... che ne sarebbe stato di tutti loro?
Quando il manga sarebbe giunto ad una conclusione, avrebbero semplicemente cessato di esistere, da un momento all'altro? Era possibile predire una cosa del genere? 
Era incastrato in quella spirale di pensieri esistenziali, spirale che l'avrebbe trascinato sempre più a fondo nei suoi abissi, se soltanto in quel momento Deku non avesse spiccato un balzo improvviso congiungendosi le mani davanti alla bocca.
-Accidenti, ma tu hai ragione!-
Lo fissò stranito.
Deku cominciò a camminare avanti e indietro sull'isolotto.
-Per tutti coloro che probabilmente leggono la nostra storia, Kirishima non potrà mai essere veramente morto, no? Ci sarà sempre qualcuno che lo crede ancora sano e salvo al tuo fianco, e considerando che buona parte del nostro essere è annidato nelle loro menti, allora deve essere lo stesso anche per il nostro concetto di verità!
-Deku, ma cosa cazzo stai dicen...
Ma aveva ragione. Aveva dannatamente, fottutamente ragione, quel Deku di merda.
-È fondamentale che tu capisca questo, Kacchan! Ciò che hai fatto nelle ore precedenti al tuo arrivo qui, il sentimenti che hai provato... deve essere stato straziante, ma solo perchè pensato dalla mente di qualcuno che si figura come tu possa reagire nel peggiore dei modi dopo la morte di Kirishima! In realtà tu non sei così, o almeno, non potrai essere così fino al momento in cui ogni persona all'interno della quale si riflette la tua esistenza ti riterrà tale! E questo, come immagino tu ben sappia...
-... non accadrà mai- Rispose sollevando un angolo della bocca, l'accenno di un ghigno di trionfo.
Il sollievo era tale che si sentiva come se finalmente, dopo aver lottato a lungo per non affogare, avesse cominciato improvvisamente a galleggiare.
Si alzò barcollando, stordito quasi più dalla complessità di quei ragionamenti che dal malessere fisico.
E non era cosa da poco, considerando che nel corso delle ultime due ore di era suicidato, aveva scopato, vomitato, sputato sangue e pianto come un disperato.
Beh, quanto meno aveva la certezza di non essere materialmente più in grado di cercare di elaborare una soluzione diversa ai suoi problemi.
Sentiva di doversi fidare ciecamente di quel lume di speranza acceso da Deku, del quale il bagliore gli trasmetteva una sicurezza e una gioia quasi paragonabile a quella che l'avrebbe inondato nel vedere Kirishima risorgere di fronte a lui in quel preciso istante.
Il tempo di rimuginare, di affliggersi, di piangere era giunto al termine.
Quasi come se il ragazzo che amava non fosse morto.... cioè, effettivamente era così, o almeno in gran parte, e non in tutte le versioni della loro realtà.... No, basta pensare.
Afferrò la mano di Deku, ma non volle incontrare il suo sguardo.
-Portami fuori di qui Deku di merda, devo riscrivere le ultime righe della mia storia.
Percepì l'amico sorridere, le loro mani si strinsero con maggior vigore, e insieme spiccarono un salto dall'isolotto e si tuffarono nelle acque putride del fiume.
Gli eventi di quelle ultime ore sarebbero stato custoditi dal Ponte, per sempre.