Film > Zootropolis
Segui la storia  |       
Autore: Iron_Captain    08/05/2020    3 recensioni
[tratto dal testo]
Era davanti alla lapide in cui era sepolta l'unica mammifera a cui si era affezionata dopo tanto tempo. Avrebbe voluto fare più di ciò che aveva fatto per cercare di proteggerla...e adesso avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di riportarla in vita. Ma non ne aveva la possibilità.
“Ti prometto...che porterò avanti la tua battaglia, alla quale avevi dato inizio tanto tempo fa; e che nessun altro predatore verrà bandito ed esiliato da Zootropolis!”
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bellwether, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2: Nuovi elementi su cui indagare



C'erano delle volte in cui la grande metropoli di tutto il pianeta risultava essere parecchio caotica e trafficata. Ogni volta che c'erano queste due cose, i mammiferi diventavano nervosi ed esauriti, scambiandosi insulti e imprecazioni; qualche testa calda finiva anche per alzare le zampe, finendo per fare a pugni contro chiunque stesse litigando per un qualsiasi motivo. Purtroppo questo giorno era uno di quelli; infatti, a causa di un tamponamento, l'autobus in cui si trovava Nick era arrivato in ritardo alla fermata in cui scendeva sempre per raggiungere il luogo di lavoro. Dopo aver corso per un quarto d'ora per i marciapiedi, la volpe raggiunse finalmente la piazza in cui si trovava la centrale. Dopo aver percorso la lunga scalinata, entrò finalmente all'interno dell'edificio, dove ad attenderlo c'era una coniglietta con le zampe conserte e l'espressione...irritata. Nonostante fosse piccola, era capace di mettere a disagio qualsiasi mammifero, a prescindere se era un predatore o una preda.


Ecco quando si dice che le apparenze ingannano, pensò Nick non appena le rivolse una rapida occhiata. A quel punto continuò a camminare, facendo finta di niente. Quando arrivò a fianco a lei, e fu sul punto di lasciarsela alle spalle, si sentì afferrato il braccio sinistro con gran forza.


“È inutile che fai finta di non avermi visto.” disse la piccola agente.


La volpe volse lo sguardo verso di lei, e fece finta di essere sorpreso. “Ah ma sei tu!... Credevo fossi una coniglietta in attesa di venire convocata per fare una denuncia.”


“Sei in ritardo.” replicò Judy irritata.


Come se avesse previsto che avrebbe detto quelle parole, Nick sorrise, poi si piegò leggermente in avanti, fino a incrociare i suoi occhi.


“Sai cosa diceva Einstein?”


“Cosa?”


“Che il tempo è relativo; perciò, mia dolce e tenera partner, non sono io ad essere in ritardo, ma siete tu e i nostri colleghi ad essere in anticipo.” ribatté la volpe alla constatazione di Judy con sarcasmo.


Nonostante fosse abituata a sentire diverse battute da parte sua, Judy trovò davvero divertente e intelligente quella fatta poco fa da Nick; ma allo stesso tempo si sentì arrabbiata con lui.


“Sbrigati a venire con me in ufficio, prima che arrivi in anticipo ancora una volta.”


“Sono subito dietro di te, capo.”


Mentre passarono a fianco del tavolo informazioni in cui si trovava Benjamin, che sembrava non far caso al gran via vai dei suoi colleghi poliziotti, e che stava per di più mangiando dei cereali immersi nel latte, lo salutarono, ricevendo subito dopo il contraccambio da parte sua.


Mentre camminarono per uno dei corridoi della centrale, la leporide gli rivolse la parola.


“Allora Nick: cos'hai scoperto sulla nostra vittima?”


“Non credo ti farà piacere saperlo...”


“Nick!...”


“Ok...Purtroppo quasi nulla.”


Nel sentire quella risposta, la coniglietta lo guardò con espressione storta e minacciosa.


“Quante volte ti ho detto che quando lavoriamo...”


“Sono serio, Judy: purtroppo non sono riuscito a sapere quasi nulla, questa volta.” disse la volpe consapevole di rovinare ulteriormente l'umore della propria migliore amica.


La prima reazione di Judy fu quella di abbassare le orecchie sconcertata.


“Avevi detto che le tue fonti erano attendibili!”


“E spesso lo sono Judy, ma non è colpa mia se la nostra vittima era un tipo asociale!” si giustificò Nick. “Tuttavia, dopo aver saputo che andava spesso al bar Genestyce, il barista con cui parlava spesso, mi aveva riferito che la nostra vittima era molto pessimista e diceva spesso che non valeva a niente e che non avrebbe mai concluso niente nella propria vita.”


Non appena ebbe sentito la spiegazione del proprio collega, Judy cominciò a riflettere attentamente, ponendo attenzione alle testimonianze di tutti coloro che lo conoscevano, le quali risultavano essere, ora, contraddittorie.


Maxwell Dillon, conosciuto anche con il semplice diminutivo di Max, era un furetto che lavorava come elettricista presso l'industria Alchemax, la quale si occupava di tecnologie all'avanguardia. Nonostante tutti lo vedessero arrivare sul posto di lavoro e svolgere il suo dovere, nessuno lo conosceva bene, ma soprattutto non aveva amici lì...e dalle indagini era emerso che non aveva affatto amici neanche al di fuori del posto di lavoro. La sua famiglia viveva nel Sud America, A Dyaporon, una grande città situata nella Foresta Amazzonica, e oltre loro non aveva nessun parente qui a Zootropolis. Viveva in una bettola delle dimensioni di un garage per automobili di mammiferi di grande taglia in un quartiere che si trovava alla periferia della città; non aveva nessun automezzo, e nemmeno la patente. Persino dopo aver perquisito la sua casa in cerca di altri indizi, la scientifica non aveva trovato nulla di interessante a parte diversi progetti di una centrale elettrica, di proprietà dell'Alchemax, e un diario personale in cui raccontava le sue giornate di lavoro. Persino le testimonianze dei suoi colleghi di lavoro non fornivano niente di utile alle indagini: parlavano tutti bene di lui, dicendo che era un bravo mammifero e un gran lavoratore, ma poiché nessuno di loro era amico di questo Max, e poiché nessuno lo conosceva, nessuno escludeva la possibilità che potesse avere a che fare con la classica criminalità di strada, nonostante qualcuno dicesse “Non mi sembrava il tipo che aveva a che fare con certe cose”. In poche parole, quel mammifero sembrava essere un fantasma, uno dei tanti emarginati sfortunati che aveva bisogno di lavorare per riuscire a mantenersi, anche se in condizioni precarie.


La coniglietta era talmente assorta nei suoi ragionamenti da non essersi resa conto di aver attraversato il corridoio ed essere entrata in ascensore insieme al proprio partner, rimasto in silenzio anche lui, e ad altri loro colleghi.


“Ehi, Terra chiama agente peluche.” la chiamò Nick prendendola in giro, dopo aver notato l'aria pensierosa e assente della partner.


Sentendo quella battuta, un paio di quei colleghi grandi risero leggermente.


“La smetti di prendermi in giro, Nick!” esclamò Judy urtata.


“A cosa stai pensando?”


“Sei davvero sicuro che la nostra vittima aveva detto al suo amico barman di sentirsi inutile e che non avrebbe mai concluso niente?”


“Mia piccola coniglietta ottusa; non lo sai che le mie fonti sono sempre affidabili.”


Per tutta risposta, la leporide sbuffò.


“Ci sono troppe cose che non hanno senso.”


“Perché non andate a controllare gli appunti sulle testimonianze dei sospettati che avevate interrogato in questi giorni.” suggerì l'agente Fengmayer.


“Stiamo giusto andando a farlo, agente a strisce.” fu la risposta provocatoria del canide.


Se c'era una cosa che tutto il distretto sapeva, era che l'agente Fengmayer odiava essere preso in giro; infatti quando sentì la battuta del canide, chiuse le zampe a pugno e gli lanciò un'occhiata aggressiva, minacciandolo di fatto che lo avrebbe aggredito. In quel preciso momento l'ascensore si fermò.


“Se fossimo stati da soli, non te la saresti cavata con così poco.” disse la tigre con tono freddo.


“Non ti resta che ritentare di nuovo: magari la prossima volta sarai più fortunato.” lo provocò di nuovo Nick.


“Adesso basta!” intervenne Judy sferrando un pugno sul fianco della volpe; poi si rivolse al felino. “Il mio collega intendeva dire che si è dispiaciuto tanto di averti dato fastidio.”


“Vedi di tenere d'occhio quel teppista.” furono le ultime parole della tigre prima di uscire dall'ascensore.


Una volta rimasti soli in ascensore, che riprese a salire, Nick si lamentò.


“Ahi...Dovevi proprio essere violenta con me?”


“Tu non sai proprio dare un limite al tuo comportamento, vero?”


“Guarda che non lo avevo mica insultato!” si giustificò Nick.


“Sai bene, e te lo avevo detto già dal primo giorno in cui avevamo iniziato a lavorare insieme, che al nostro collega Fengmayer non piacciono le battute riferite a lui ed essere preso in giro.” gli ricordò la leporide seccata.


“Mamma mia, ma in questo distretto siete tutti uguali: non vi piacciono proprio le battute.” si lamentò la volpe.


Prima che la discussione tra i due partner potesse proseguire, l’ascensore si fermò di nuovo, raggiungendo il secondo piano. A quel punto i due piccoli mammiferi si diressero verso i loro uffici.


“Riprenderemo il discorso in un altro momento.” disse infine Judy dando priorità al lavoro che dovevano fare.


Dopo essersi andati a sedere sulle sedie nelle loro postazioni e aver effettuato l’accesso al database della polizia, i due piccoli agenti iniziarono a lavorare. La prima cosa che fece Judy fu quella di aprire il rapporto del medico legale, nel quale c’era scritto che Max Dillon era morto folgorato, molto probabilmente dalle anguille elettriche che si trovavano nello stesso posto in cui era stato ritrovato il corpo della vittima: a dimostrare quella teoria fu il fatto che in quella stanza si trovavano alcuni cilindri di vetro, all'interno dei quali erano rinchiusi quei pesci allo scopo, secondo il direttore della Alchemax, di sperimentare un nuovo modo per dare corrente agli edifici senza usare le centrali elettriche. Uno di quei cilindri, infatti, era stato distrutto. Anche se la ricostruzione dell'accaduto sembrava essere problematica, era tuttavia certo che la vittima era andata a riparare un piccolo corto circuito in un pannello sopra una passerella dei quella stanza, ma invece di riuscire a risolvere il problema, era in qualche modo scivolato, cadendo dentro uno di quei cilindri, che in seguito dopo qualche minuto era andato in frantumi e aveva mandato in blackout l'intero edificio per un breve lasso di tempo. La scientifica, poi, non aveva trovato altre impronte oltre a quelle della vittima, anche se le ispezioni in quella stanza non erano finite. A quel punto la coniglietta cominciò ad osservare le foto del luogo del delitto, sperando di riuscire a trovare anche solo un piccolo particolare sfuggito ai loro occhi.


Nel frattempo Nick mise a confronto le testimonianze dei sospettati con gli appunti sulle informazioni che aveva ottenuto grazie alle proprie fonti. Quando aveva sentito dire dalla propria partner che alcune di quelle testimonianze erano assurde, non scherzava affatto; non solo alcune erano in contraddizione con altre, ma per di più in alcune lesse che non conoscevano affatto, e che non avevano mai visto venire a lavoro, la vittima; e mentre alcuni dicevano che era coinvolto in qualche giro d’affari losco, o che si era rivolto alla mafia per pagare una montagna di debiti chiedendo prestiti, qualcun altro diceva, invece, che era un tipo a posto che non avrebbe mai fatto male a una mosca e che aveva soltanto bisogno di lavorare per riuscire a mantenersi. La cosa certa era che la vittima non era benestante, viveva come un povero emarginato, e nessuno sembrava notarlo. A quel punto il predatore decise di fare l'unica cosa possibile che gli avrebbe permesso di sbrogliare questo caso: uscire dagli schemi. Dopo aver messo dentro la cartella i documenti e gli appunti, la volpe aprì dal computer di lavoro il browser di ricerca, dopodiché cercò il sito ufficiale dell'Alchemax e lo cliccò, aprendo così la pagina principale. La prima cosa che andò a cliccare all'interno della pagina fu l'inserzione in cui c'era scritto “Chi Siamo". Lesse con attenzione la storia di quell'industria. Come aveva saputo tramite la testimonianza del direttore, la Alchemax era nata come progetto integrativo per i giovani mammiferi senza esperienza per includerli nel mondo del lavoro (un po’ come la stessa Zootropolis, anche se in un contesto diverso), e di come si era sviluppata, diventando una delle imprese all'avanguardia più importante.


Dopo aver letto la storia, la volpe andò a cliccare su un’inserzione che si trovava a fine pagina. Quando fu caricata la nuova pagina, Nick osservò e lesse l'elenco del personale responsabile dei settori più importanti. Quando fece anche le ricerche sul database della polizia per controllare se avessero precedenti penali, fece delle scoperte inaspettate; fu talmente sorpreso da abbandonare la propria postazione per andare a chiamare la propria partner.


“Carotina.” la chiamò la volpe dopo aver bussato sul muretto, a fianco dell'ingresso.


“Cosa c'è Nick?” chiese Judy con lo sguardo rivolto verso le foto della scena del crimine.


“Ho scoperto qualcosa e ho anche elaborato una nuova supposizione.”


Come se si fosse svegliata di colpo per via di una secchiata d'acqua fredda, la leporide rivolse immediatamente lo sguardo verso il collega e accartocciò temporaneamente ogni che riguardava quelle foto.


“E dimmi un po’: cosa avresti scoperto?”


“Vieni nella mia postazione e lo scoprirai.” replicò con tono provocatorio.


“Perché non vieni tu da me, volpe birichina?” lo provocò a sua volta Judy sorridendo maliziosamente.


“Perché non ho la possibilità di portare tutto il materiale da te, perciò ti aspetto.”


Non appena Nick uscì dalla postazione di Judy, la leporide lo seguì fino alla sua postazione di lavoro. Mentre Nick andò a sedersi sulla sedia, la sua partner andò ad affiancarlo.


“Allora Nick?”


Dopo essersi schiarito la voce, il predatore cominciò la spiegazione.


“Dopo aver capito che continuare a spremere le meningi sulle testimonianze dei sospettati, ho deciso di informarmi di più sulla Alchemax: oltre ad aver letto sul sito ufficiale che era nata come progetto integrativo per i giovani mammiferi, sono poi andato a vedere quali mammiferi ricoprono un ruolo importante all'interno della struttura.”


Mentre lo ascoltava, la coniglietta osservò come Nick mosse il mouse e cliccò i suoi tasti per arrivare alla pagina in cui c'erano i dipendenti più importanti dell'impresa.


“E…” disse la leporide, notando che il suo partner aveva interrotto improvvisamente il discorso.


“Aspettavo questa tua risposta…” rispose Nick sorridendo. “Dopo aver visto chi fossero alcuni di questi dipendenti, ho voluto fare una ricerca nel database della polizia; e guarda cosa è venuto fuori.”


Non appena la volpe aprì il database della polizia, iconizzato, apparve la foto di uno di quei mammiferi, e sotto di esso, l'intera biografia. Judy mise a confronto i due profili delle due diverse pagine. Il mammifero in questione era un lupo grigio di nome Otto Octavius. Secondo la descrizione del sito dell'Alchemax, egli era a capo dell'area ricerca e sviluppo, e si era occupato di realizzare diversi progetti; ma secondo il database della polizia, quello scienziato era stato arrestato per incendio doloso e per tentato omicidio nei confronti di alcuni studenti delle scuole elementari e di altri mammiferi. Il tutto era accaduto nel suo laboratorio, e secondo la testimonianza del colpevole egli non voleva far del male a nessuno, e che ciò che era accaduto era stato un incidente. Dopo essere stato condannato il suo laboratorio era stato chiuso perché non rispettava le dovute norme sulla sicurezza dei suoi ex dipendenti. Fu poi rilasciato su cauzione.


“E non è ancora finita, collega mia.” disse Nick non appena notò l’espressione stupita di Judy, che non appena vide e mise a confronto il secondo dipendente, rimase davvero spiazzata.


Wilson Grant Fisk, un enorme orso bruno, era un buttafuori di uno strip club, il Kantuki Con, che in seguito venne chiuso per motivi legati al traffico di droga, e faceva spesso il bodyguard alle prostitute. Era stato arrestato per omicidio ed estorsione, oltre ad essere stato accusato, ma mai condannato, per pluriomicidio, aggressioni aggravate, aggressione a pubblico ufficiale e tortura. Era stato condannato all’ergastolo al penitenziario Rykers. Ora era in libertà vigilata, e anche a lui era stata pagata la cauzione. All’interno dell’Alchemax ricopriva il ruolo di capo della sicurezza.


Quando vide anche il profilo di quel criminale, Judy rimase totalmente di stucco. Come potevano due criminali come loro lavorare e ricoprire una posizione importante in un’industria di prestigio come la Alchemax? E poi perché non avevano cercato dei profili migliori e più adatti a quegli incarichi?


“Vuoi anche sapere la mia nuova supposizione?”


Prima di rispondere, la leporide lo squadrò, e dopo essere ritornata in sé, annuì.


“E se la nostra vittima non fosse morta accidentalmente, come vogliono farci credere, ma fosse stata assassinata?”


A quel punto Judy non disse nulla, e milioni di pensieri si fecero strada nella sua mente: non solo avevano trascurato dei particolari importanti su dei sospettati, ma probabilmente la Alchemax poteva essere l’ennesima copertura per nascondere chissà quale attività illegale; e molto probabilmente Dillon era stato ucciso per aver scoperto qualcosa di losco per paura che avrebbe raccontato tutto alla polizia.


“Dobbiamo tornare all'Alchemax e parlare con il suo direttore.” disse infine Judy, intenzionata a risolvere il caso e a spedire in galera chiunque fosse coinvolto in operazioni illecite.


Quando vide la propria partner dirigersi verso l'uscita dell'ufficio, Nick andò a fermarla.


“Non sarebbe il caso di mandare altri agenti a interrogare il nostro sospettato numero 1?” chiese perplesso la volpe guardando negli occhi la collega.


“No Nick, abbiamo scoperto noi che tra i dipendenti dell’Alchemax ci sono dei potenziali assassini…”


“Allora diremo al nostro capitano ciò che abbiamo scoperto e di mandare altri agenti a interrogare il direttore dell’Alchemax.” insistette il predatore.


La coniglietta lo squadrò sospettosa.


“Pensi che non sia all'altezza del compito? Oppure hai paura di quei due predatori enormi?”


“Niente di tutto questo Judy!” si affrettò a dire Nick.


“E allora per quale motivo?”


“Per coinvolgimento personale.” replicò Nick ricordandole che il direttore dell’Alchemax si chiamava Andrew James Bellwether; che altri non era che il padre della criminale Dawn Bellwether.


La leporide rimase un istante in silenzio, poi parlò di nuovo, mentre appoggiò una zampina sulla sua spalla sinistra.


“Stai tranquillo partner; e poi non stiamo moca andando a parlare con sua figlia, ma con lui.” provò a tranquillizzarlo Judy.


“Sai come dice un vecchio detto, coniglietta emotiva: tale figlia, tale padre.”


La leporide sorrise.


“Se fosse davvero così, credo che non ci sarebbero stati dei predatori tra il personale dell’Alchemax; perciò, volpe premurosa, muoviamoci a chiudere questo caso, e rendere giustizia a quel povero furetto.” lo incoraggiò Judy.


Il predatore osservò la sua migliore amica varcare l’uscita dell’ufficio e incamminarsi verso il corridoio.


Sei davvero unica, Carotina: ed è per questo che ti voglio bene, disse tra sé Nick, dopodiché si affrettò a raggiungerla e a non farla andare da sola ad affrontare il pericolo: qualcuno doveva pur badare a lei e guardarle le spalle per proteggerla.


Angolo Autore
Scusate l'enorme ritardo, ma oltre ad aver avuto da fare, come potete ben vedere, mi sono concesso tanto tempo per scrivere questo lungo capitolo. Spero che voi lettori stiate tutti bene e che nessuno sia stato contagiato proprio adesso da questo coronavirus.
Tornando al capitolo, sono proprio curioso di sapere a quali conclusioni siete arrivati, e poi…credo che per qualcuno sia facile capire quale sia il crossover che ho intenzione di mettere in questa fanfiction. Buona lettura.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Zootropolis / Vai alla pagina dell'autore: Iron_Captain