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Autore: EleAB98    08/05/2020    6 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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“Mio caro pubblico, siamo ormai giunti al termine della visione dei quattro film candidati al premio ‘Miglior film, miglior sceneggiatura e migliori effetti speciali’. La giuria si ritirerà in questo preciso istante per deliberare, e allo scoccare della mezzanotte decreteremo il vincitore.”

Lennard scomparve dietro il sipario e, nel frattempo, il pubblico si accingeva a uscire per l’ennesima volta da quella stanza. Nel frattempo, Jane continuò a conversare con gli altri studenti, mentre Hunt si trovava a pochi metri da lei insieme a Beverly e agli altri attori del cast. Nessuno di loro avrebbe potuto prevedere cosa avrebbe deciso la giuria. Tutti i film che il pubblico aveva visionato potevano infatti essere dei potenziali vincitori, dunque non restava altro che attendere il verdetto definitivo.

Il momento della verità sarebbe ben presto arrivato...
 

 
***

 
Alle 23:45, il pubblico, i registi, gli studenti, gli attori e le altre figure che avevano partecipato ai film presentati tornarono in scena. I registi si sedettero in prima fila, gli attori nella seconda e, a seguire, gli studenti e il pubblico, alquanto desideroso di scoprire finalmente chi avrebbe vinto il tanto agognato titolo.

“Thomas Hunt, Jack Wilson, Jonas Gibson, Mel Collins... Quest’oggi siete riuniti qui in virtù del tanto atteso Festival che per mesi ha tormentato il vostro sonno, le vostre coscienze e, dunque, i vostri animi. Ma siamo finalmente giunti alla tanto sofferta – quanto necessaria – decisione che decreterà il vincitore di questa magnifica manifestazione.”

Uno dei giurati estrasse una busta e, in quel momento, Jane rimase senza fiato. Il suo cuore batteva all’impazzata. Sembrava quasi vi fosse lei al posto di Hunt che, al contrario, si mostrò perfettamente calmo e tranquillo.

“Bene. Permettetemi di dirvi che tutti e quattro i film hanno ricevuto il massimo dei punti previsti nella sezione ‘Coinvolgimento emotivo e personale’. Dunque, a ogni film è stato assegnato un punteggio di 0,3 con riguardo alla suddetta sezione. Per quanto concerne il resto... Vorresti parlare tu, signor Reed?”

“Con molto piacere” rispose l’uomo, prendendo in mano il microfono. “Per quanto concerne la sezione ‘Trama dell’opera’ abbiamo assegnato, rispettivamente: 2 punti al signor Hunt, 2 punti al signor Wilson, 1,5 punti agli altri due candidati.”

In quell’istante, Jane vide il suo insegnante tirare un sospiro di sollievo e, allo stesso tempo, vide che Wilson aveva fatto lo stesso. Quasi sicuramente, entrambi sarebbero stati i finalisti assoluti del Festival.

“Per quanto concerne la sezione ‘Redazione della sceneggiatura, lunghezza del testo e suddivisione delle scene’, abbiamo assegnato 3 punti al signor Hunt, medesimo punteggio al signor Wilson e 2 punti a Jonas e a Mel. Dunque, gli ultimi due candidati risultano purtroppo esclusi dalla lotta per il primo e il secondo posto.”

In quel momento, il pubblico applaudì e i due registi si congedarono. Jonas, collega di Hunt e suo grande amico, proferì al regista un grande in bocca al lupo sperando che, ovviamente, potesse essere proclamato vincitore assoluto.

“Per quanto riguarda invece l’ultima sezione... Siamo stati davvero molto combattuti al riguardo. Entrambi i film testimoniano un’ottima padronanza delle inquadrature e dei vari campi e piani che li costituiscono. Ma dato che non si deve per forza scegliere un solo vincitore... Abbiamo pensato di assegnarlo a quella persona che ha saputo sfruttare meglio di altri i cambi di inquadrature nel modo più congeniale e, dunque, più adatto a un film di stampo drammatico/sentimentale.”

A quelle parole, Wilson serrò i pugni.

“Il vincitore del Festival del Cinema – edizione 2019 – è dunque... THOMAS ORSON HUNT!”

A quella dichiarazione, il pubblico si alzò all’istante. Ancora scosso da quella dichiarazione, Thomas si guardò intorno. Non riusciva ancora a credere di aver vinto. Di aver vinto un premio che per mesi non aveva desiderato, peraltro nella stessa manifestazione da lui vinta anni e anni fa. Con sicurezza e, allo stesso tempo, grande sorpresa, si avviò sul palco a riscuotere il premio. Wilson sparì all’istante, i suoi studenti acclamarono il suo ritrovato successo, mentre Jane...

Thomas strabuzzò gli occhi.

Dov’era finita Jane?
 

 
***

 
Terminata la manifestazione, Hunt non riuscì a congedarsi immediatamente dal pubblico, nonché da Lennard e dalla sua troupe. Tutti loro avevano continuato ad acclamare il suo genio, la sua ostinata tenacia, quella profondissima caparbietà che egli aveva impiegato al fine di tornare alla ribalta e riuscire finalmente a risalire la china, giungendo nuovamente al successo.

Eppure, dentro di lui mancava un qualcosa, e nemmeno quella coppa che stringeva in mano poteva colmare il suo vuoto interiore. Con una scusa, Hunt si avviò in tutti i backstage alla disperata ricerca di Jane. Non gli importava nemmeno del fatto che lei non avesse assistito alla premiazione.
Voleva soltanto scoprire dove fosse finita.

 
***

 
La ragazza era lì, immobile, accanto alla finestra che dava sulla città di Los Angeles. Si trovava nel backstage dell’ultimo piano, lontano da tutti, lontano da quel caotico chiasso che giungeva dal pianterreno, dove tutti si accingevano a festeggiare il ritrovato successo di Hunt. È vero, anche la studentessa era molto felice per lui ma, non appena aveva assistito alla premiazione, non aveva resistito dal volersi appartare in un posto in cui potesse ascoltare solamente il rumore dei propri pensieri. Quei pensieri confusi cui non riusciva tuttora a dar voce, se non attraverso le lacrime. Perché piangeva, però? Quel giorno doveva essere un giorno speciale. In fondo anche lei aveva contribuito – seppur minimamente – al successo di Hunt...

Oppure no?
 

 
***
 

Di soppiatto, Hunt le si avvicinò non appena la vide, di spalle, osservare il paesaggio fuori dalla finestra. Prima che lui potesse emettere anche un semplice sospiro, la giovane si voltò.

“Jane...”

“Professore” disse lei, con una flebile voce. “Le faccio i miei più sinceri complimenti. È riuscito nel suo intento.”

Per un momento, Thomas rimase in silenzio.

“Che cosa ci fa qui, tutta sola? Non vuole festeggiare insieme alla troupe?” domandò poi, con una punta di agitazione.

“E a cosa servirebbe?” replicò lei. “Il film è suo. Io non faccio parte della squadra.”

“Lei è la squadra, Jane” rimarcò il professore. “In effetti, di là mancherebbe proprio la persona più importante... E per me la più importante saresti tu.”

Thomas le si avvicinò ancora e abbracciò teneramente Jane, che nel frattempo gli aveva di nuovo voltato le spalle. A quel contatto, la ragazza inspirò profondamente e si allontanò, seppur con fatica, da lui.

“La prego, non mi faccia questo... non potrei sopportarlo di nuovo.”

“Sopportare cosa?” ribatté l’uomo, con uno sguardo a dir poco confuso.

“Non riesco a capirla, professore. Che cosa vuole da me? Io sono soltanto una semplice studentessa, non faccio parte della troupe, e...”

“E allora per quale motivo crede che io l’abbia scelta? Per un semplice capriccio?” sbottò il regista, dandole nuovamente del lei.

“Non ne ho idea, me lo dica lei professore!” replicò la giovane, ormai esasperata. “So soltanto che non voglio più essere una pedina nelle sue mani che può manovrare a suo piacimento” disse poi, guardandolo coraggiosamente negli occhi. “Io ho dei sentimenti!”

“E ne ho anch’io!” esclamò Hunt, cercando di calmarla. “Che tu ci creda o no, ne ho anch’io. E in questi mesi, non ho fatto altro che pensarci...” disse poi, avvicinandosi a lei ancora una volta.

“Pensare a cosa?” sussurrò la giovane, ormai incatenata dal suo sguardo magnetico.

“A questo.”

Senza ulteriori spiegazioni, Hunt le si avvicinò del tutto e finalmente, dopo mesi di attesa, la baciò, stringendosi con lei in un bellissimo abbraccio che sembrava stessero aspettando da tutta una vita.

Quel bacio fu a dir poco meraviglioso: quel bacio fu ‘Il Bacio’ per eccellenza.

Perché in quel gesto bellissimo cui si nascondevano altre mille parole, Jane non percepì la benché minima esitazione. Quel bacio, fu dunque un bacio assai diverso dai precedenti e ardentemente desiderato da ambo le parti. In effetti, in quell’esatto momento Jane lo abbracciò forte e, nello stesso istante, Thomas le cinse dolcemente la vita.

Quando i due ripresero fiato - nonché ‘il contatto diretto con la realtà’ -, Thomas ruppe il silenzio.

“È dall’inizio della serata che avrei voluto farlo. Anzi, adesso che ci penso, da molto di più.”

Jane rimase sbalordita da quelle parole.

“Aspetti un attimo, non mi dica che sta di nuovo recitando perché stavolta non potrei sopportarlo...” gli disse la giovane, con un pizzico di preoccupazione dal quale però si nascondeva una certa ironia. “Lei aveva detto...”

“So bene quel che avevo detto” ribatté lui, accarezzandole la guancia. “Ma non ho resistito... la verità è che desideravo baciarti da molto tempo, probabilmente da quando abbiamo cominciato a lavorare insieme, e... e quindi l’ho fatto, ecco tutto.”

Lo sguardo di Thomas si fece ancora più intenso. Nei suoi occhi color nocciola, Jane notò quanto egli attendesse, con grande impazienza e un pizzico di emozione, una risposta a quella sua dichiarazione. Non appena gli sorrise, Hunt tirò un sospiro di sollievo. Dopo qualche secondo, però, lo sguardo Jane si fece nuovamente serio. D’improvviso, una folle paura si fece strada dentro di lei.

“Ma... per quanto riguarda Beverly?”

“A me non interessa Beverly, e tanto per la cronaca, è stata lei a baciarmi al pre-Festival...” ribatté Hunt, in modo fermo e deciso “Io non ho occhi che per te, Jane. Non riesco a guardare nessun’altra donna nemmeno per sbaglio perché tu hai il maledetto potere di occupare costantemente i miei pensieri...”

A quelle parole, Jane sorrise e, tutt’a un tratto, le sue precedenti paure scomparvero, lasciando il posto a quanto si celava ormai da tempo, dentro al suo cuore.

“E io non aspettavo altro che un suo bacio, professore. E tanto per chiarire... nemmeno a me interessa Mike.”

Per un istante, i due rimasero in silenzio. Quei due sorrisi impressi sui loro volti dicevano più di mille parole.

“Vuoi che ti accompagni a casa?” domandò poi il regista, con un tono insolitamente dolce.

“Non vuole tornare ai suoi festeggiamenti, professor Hunt?”

“Veramente, avrei tutta l’intenzione di festeggiare con lei... in privato, signorina...” le disse l’uomo, regalandole un altro bacio.

La ragazza rise sommessamente.

“Non mi dica che continuerà a chiamarmi ‘signorina’!”

“E non mi dica che lei continuerà a chiamarmi professore... perché se non erro, lo sta ancora facendo... signorina” replicò il regista ancora una volta, ponendo particolare accento sull’ultima parola.

“Beh, in tal caso... se proprio insiste, professor Hunt,” continuò la giovane, fingendo di non dargli ascolto “comincerò a...”

“Thomas. Chiamami Thomas” la interruppe lui, sorridendo.

Jane non si fece pregare ulteriormente.

“D’accordo, Thomas” rispose infatti, raggiante come non mai.

“Ti prego, dillo ancora...”

“Thomas.”

Il regista sorrise.

“Fantastico... sai, detto da te, questo nome comincia quasi a piacermi...”

“Vorresti dirmi che non apprezzi il tuo nome di battesimo? Certo che sei davvero un tipo incontentabile!” esclamò Jane, buttandola sullo scherzo.

“Sai benissimo cosa intendevo dire, mia dolce Jane... e sai benissimo che non ho intenzione di rimanere in questo posto un minuto di più. Allora? Vogliamo andare?”

Hunt la prese per mano e Jane arrossì lievemente a quel contatto. Sembrava tutto così irreale. Eppure, questa volta, i due si erano scambiati dei baci nei quali lei non aveva percepito nessuna insicurezza di sorta, soprattutto da parte sua. Era da tanto, troppo tempo, che la giovane non sperimentava sulla propria pelle quella sensazione di pura felicità.

Chissà se Thomas provava le stesse emozioni.

 
***

 
Durante il viaggio in macchina che avrebbe condotto Jane a casa dei suoi, Thomas e Jane  non conversarono molto. Forse perché, nel profondo, entrambi stavano crogiolandosi nelle sensazioni provate durante quel bacio così tanto agognato. Malgrado l’atmosfera quieta e silenziosa, comunque, Hunt non mancava di rivolgere a Jane delle occhiate rassicuranti, alle quali la giovane si limitava a rispondere con un dolce sorriso.

Perché alle volte, è proprio nel silenzio che si è in grado di esprimere con sincerità i propri sentimenti - nonché i più emozionanti pensieri che albergano nel cuore -.

“Bene Jane, siamo arrivati” proruppe poi il regista, spegnendo la macchina. “È stata una giornata molto intensa e sono davvero felice che sia culminata con il nostro bacio.”

“Anch’io. Mi dispiace aver reagito in quel modo brusco, quando sei venuto a cercarmi... Non lo meritavi.”

“Non dispiacerti...” le disse lui, guardandola profondamente negli occhi. “Tu sei stata davvero preziosa per la realizzazione del mio film. Senza di te non ci sarei mai riuscito. Non potrò mai ringraziarti abbastanza.”

A quelle parole, Jane stentò nel trattenere la commozione e non riuscì a dire nient’altro che un semplicissimo:

“Grazie a te per aver sempre creduto in me... Buonanotte Thomas.”

La ragazza si accinse a uscire dalla sua macchina credendo che la serata fosse ormai giunta al termine quando, tutt’a un tratto, l’uomo arrestò il suo proposito.

“Jane, aspetta un momento... Ti andrebbe di rimanere ancora un po' qui con me, prima di tornare a casa tua?”

La ragazza sorrise all’istante.

“Speravo che me lo chiedessi.”

Thomas le regalò un sorriso stupendo e non resistette all'impulso di baciarla di nuovo, stringendola tra le sue braccia. Avevano parlato - e discusso - sin troppo nei mesi scorsi, e in quel momento desiderava soltanto abbandonarsi al dolce sapore delle sue labbra, che si scontravano con le sue in una danza delicata che man mano diventava più disinvolta. Jane si spinse ancora di più contro il suo corpo e prese ad accarezzargli i capelli scuri.

Thomas accolse di buon grado la sua iniziativa, stringendola ancora più forte. Ben presto, il bacio si fece più audace ed entrambi presero a stuzzicarsi le labbra con grande trasporto. Dopo qualche minuto, Jane le schiuse maggiormente permettendo loro maggiore intimità e connessione. Senza esitazione alcuna, il regista ricambiò piacevolmente lo slancio di Jane, lanciandosi in quella vorticosa danza intrisa di passione e infinita dolcezza, tanto che Jane credette di doversi sciogliere come neve al sole da un momento all'altro, benché quella serata al chiaro di luna fosse tutt'altro che mite. Per un istante, la giovane si scostò da lui per riprendere fiato posando la propria fronte contro la sua, ma Thomas non glielo permise.

A seguito di un breve sorriso complice, l'uomo si fiondò nuovamente sulle sue labbra riprendendo quella dolce tortura, quel perfetto stuzzicarsi che tanto li rendeva euforici. Jane gli accarezzò le guance con delicatezza: erano perfettamente lisce e morbide, senza quel filo di barba che le aveva ricoperte nella settimana antecedente al pre-Festival. La ragazza avrebbe sempre voluto ricorrere a quel semplice gesto, soprattutto nei momenti meno opportuni, ma adesso finalmente poteva farlo senza alcun timore.

D'altro canto, Thomas la cinse per i fianchi e poi l'accarezzò lungo la schiena, parzialmente scoperta a causa di quel bellissimo vestito azzurro che aveva indossato per l'occasione. Non appena la sua pelle nuda venne a contatto con la sua mano così sapiente, delicata e quasi timorosa, Jane sussultò e lo chiamò per nome.

“Thomas...”

Con tenerezza, l'uomo si staccò da lei e la guardò negli occhi. Le sorrise.

“Cosa c'è?”

“C'è che non hai la minima idea delle sensazioni che sto provando in questo momento. Credevo che questo giorno non sarebbe mai arrivato.”

Thomas sorrise maggiormente.

“Non dirlo a me. Starti vicino senza poterti nemmeno sfiorare è stata la tortura peggiore della mia vita e questa sera ho a tutti gli effetti appurato ciò che nel mio cuore si celava ormai da mesi... Nelle ultime due settimane in cui non ci siamo visti, mi sono reso conto che in realtà avrei voluto baciarti ogni singola volta che avevamo l'occasione di stare insieme, ma non potevo assolutamente compiere questo magnifico errore... per cui tentavo di mascherare il mio desiderio ogni qualvolta questo folle pensiero si faceva strada nella mia mente.”

“Il nostro bacio di stasera... è stato forse un errore?”

“Affatto” rispose lui, mettendo a tacere i suoi timori. “Il nostro bacio di stasera è stato frutto di un desiderio costante e sin troppo evitato, per lo meno da parte mia...”

“Perché mi hai tenuto sulle spine per tutto questo tempo?”

“Beh, questo è in parte dipeso dal fatto che cercassi di nascondere a me stesso cosa provassi effettivamente nei tuoi confronti, ma devo dirti che c'è un altro motivo più importante di cui ora, però, non vorrei parlarti. Ma un bel giorno te lo spiegherò, promesso. Per ora, sappi soltanto che la mia attrazione nei tuoi confronti è cresciuta di giorno in giorno, a tal punto che anche solo cercare di ignorarla non faceva altro che alimentarla di più... E adesso eccoci qui. Comunque, devo confessarti un'altra cosa... quando ti ho visto insieme a quel Mike, dentro di me ho provato... una forte gelosia, che finora non avevo mai sperimentato per nessuna. Non appena ti ho visto così vicina a quel ragazzo, per un effimero istante ho pensato che fosse meglio così... ma un istante dopo mi sono accorto che non potevo più nascondere quanto stava accadendo, già da tempo, dentro di me, seppure non me ne fossi reso conto nell’immediato.”

A seguito di quel lungo discorso, Jane rimase letteralmente senza parole. Thomas aveva provato davvero tutto questo per lei?

“Thomas, io non... ti confesso che non immaginavo che tu, durante tutti questi mesi che abbiamo lavorato insieme, fianco a fianco... provassi qualcosa per me. In fondo, ti sei sempre ostinato a negarlo con una convinzione...”

“Con una convinzione alla quale, in fondo al cuore, non credevo nemmeno io. Per molto tempo, non ho voluto guardare in faccia la realtà con la vana speranza di poter proseguire con la mia vita di sempre, ma poi... ma poi questi ultimi avvenimenti mi hanno aperto gli occhi. E in quei miei stessi occhi, ho visto costantemente riflessa la tua immagine... quell’immagine meravigliosa di cui ho dovuto fare a meno per ben due settimane a dir poco infernali.”

“Oh, Thomas... non sai quanto ho aspettato che mi dicessi queste parole” replicò la ragazza, con la voce rotta per l’emozione.

“Lo so. Comunque...” riprese lui, con velata tristezza “Domattina dovrò partire per inaugurare il primo ciclo di conferenze riguardanti il nostro film, e... e so per certo che sentirò di nuovo la tua mancanza.”

Jane ricambiò il suo sorriso amaro.

“Ma si tratterà soltanto di un giorno, per fortuna. Ci rivedremo molto presto, promesso.”

“Dici sul serio?”

“Certamente. Quanto accaduto stasera non è stato un episodio fine a se stesso, Jane. E spero non lo sia stato nemmeno per te.”

A quelle parole, gli occhi della ragazza si illuminarono.

“Non devi affatto sperarlo” gli disse poi, con estrema serietà.

Lui alzò un sopracciglio.

“Devi crederci fermamente... e basta” aggiunse poi, provocando in lui un sospiro di sollievo. “Adesso, però, è meglio che ti lasci tornare a casa tua. Non vorrei certo essere io la causa del tuo ritardo di domani.”

“Mi stai forse augurando una tale sfortuna?” ribatté lui, con fare divertito.

“Non mi dispiacerebbe in effetti,” replicò lei, ricambiando la sua breve risata. “Buonanotte, Thomas” gli disse poi, aprendo la portiera dell'auto.

Proprio quando la ragazza stava per uscire, però, ecco che si voltò di nuovo verso Hunt. Spontaneamente si avvicinò a lui e, con fare incerto, gli diede un abbraccio. L’uomo ricambiò immediatamente quel gesto, dandole poi un bacio sulla fronte.

L’epilogo di quella serata non poteva che giudicarsi perfetto.
   
 
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