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Autore: lmpaoli94    08/05/2020    1 recensioni
Maria Tudor, prima figlia di Re Enrico VIII è scomparsa nel nulla.
Dopo che suo padre aveva deciso di rivederla dopo tanti anni, improvvisamente sembra scomparsa dai suoi luoghi abituali.
Preoccupato, Enrico VIII organizza un piccolo esercito di uomini fidati atti a risolvere la misteriosa questione di sua figlia.
Ma il Re non poteva mai immaginarsi che dietro tutto questo si potesse celare la gelosia del potere…
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna Bolena, Enrico VIII, Maria Tudor, Thomas Cromwell, Tommaso Moro
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Enrico VIII non riusciva a trovare pace.
La scomparsa di sua figlia Maria l’aveva segnato profondamente.
< Maestà, tutto l’esercito è impegnato nella ricerca di vostra figlia Maria > fece il primo ministro Thomas Cronwell < Non ci metteremo molto a trovarla. >
< Signor Cronwell, che cosa le fa pensare che mia figlia potrebbe essere ancora nel mio Regno? Non ha pensato di allargare il raggio di ricerca anche oltre i confini? >
< Maestà, non credo che sia una buona idea… >
< Mia figlia a quest’ora potrebbe essere a bordo su una nave per chissà quale altro stato. Ogni minuto che passa si riducono le possibilità di ritrovarla… Ed io dovrei rimanere intanato nel mio Regno? Allargate immediatamente le ricerche Signor Cronwell, altrimenti la riterrò il principale sospettato. >
< Subito, maestà > rispose l’uomo spaventato senza credere che avrebbe affrontato la collera di un uomo instabile come il suo Sovrano.
< Signor Cronwell? >
< Ditemi, maestà. >
< Se entro un giorno non riceverò nessuna notizia da parte di mia figlia, molti traditori di questo Regno verranno immediatamente svelati. >
< Maestà, voi credete che qualcuno possa usurpare dietro le vostre spalle? >
< Perché voi non lo pensate? >
< Maestà, sinceramente non so cosa pensare… >
< Signor Cronwell, limitatevi nella ricerca di mia figlia. Non faccia altro per l’amor del cielo… E mandate a chiamare subito Tommaso Moro. Devo parlargli assolutamente. >
< Subito, maestà. >
Mentre la furia e la collera stavano diventando impossibili da gestire, Enrico VIII si sentiva sempre più solo.
“Solo circondato da un mucchio di idioti e traditori. Se voglio ritrovare mia figlia Maria, devo farlo da solo.”
 
 
Tommaso Moro arrivò a Palazzo di Enrico VIII mentre quest’ultimo era impegnato a firmare alcune condanne a morte.
< Maestà > fece l’uomo < Mi avete fatto chiamare? >
< Sedetevi, Moro. >
Tommaso non riusciva ad immaginare la furia del suo sovrano nel sapere che sua figlia non era stata protetta come voleva.
< Vi avevo dato un ordine il giorno prima. Non ve lo ricordavate? >
< Sì, maestà. Di proteggere vostra figlia Maria… Mi dispiace dirvi che i miei impegni verso la chiesa mi hanno fatto dimenticare tale vostro desiderio. Vi chiedo umilmente scusa. Se dovrò essere punito in tale maniera come desidera la maestà vostra, non fatevi scrupoli. >
< Infatti verrete punito molto severamente, Tommaso… Mia figlia, per la vostra inettitudine, è stata rapita. >
< No… Non è possibile. >
< Se solo voi vi foste limitato ad ubbidirmi, magari tutto questo non sarebbe mai successo. >
< Maestà, non posso pensare come sia successo… >
< Nemmeno io. E sarete voi il primo che ne farete le conseguenze. Guardie! >
Appena le guardie reali di Enrico VIII si mostrarono al suo cospetto, Tommaso Moro capì di essersi immerso in una situazione irreparabile.
< Portate il Signor Moro alla Torre di Londra. Lì potrà rischiararsi le idee e chiedere perdono al suo Dio. Sempre se riuscirà a salvarlo. >
< Maestà, datemi la possibilità di rimediare. Vi prego > fece l’uomo con le lacrime agli occhi.
< Ormai è troppo tardi, Moro. >
Mentre veniva trascinato via con la forza, Enrico VIII richiamò subito dopo sua moglie Anna Bolena.
< Maestà > mormorò la donna con sguardo serio.
< Vi state domandando del perché vi ho fatta chiamare? >
< Riguarda vostra figlia Maria, presumo. >
< Esatto. Qualcuno del mio Regno si è preso la libertà e la negligenza di essersi messo contro di me. Ma non sanno ancora di cosa posso essere capace… Da molto tempo a questa parte ha la consapevolezza di essere circondato da traditori. Ma adesso quello che mi preme più fortemente oltre a scoprire dove hanno nascosto mia figlia è: di chi posso realmente fidarmi? Voi potete rispondermi a tale domanda, moglie. >
< Sicuramente potete fidarvi di me. Io non vi ho mai voltato le spalle e mai penserei di mettermi contro di voi per futili motivi. Come avete detto voi, io sono vostra moglie. Nel bene e nel male? >
< E quale è il male tra noi due? >
< Maestà, ci sto provando in tutte le maniere per far nascere e donare alla maestà vostra un figlio maschio… >
< Bene, avete indovinato immediatamente. E poi cos’è che continua a dividerci negli ultimi tempi? >
< Non saprei… Magari i vostri continui impegni politici… e con altre donne. >
Sentendo le ultime parole, Enrico VIII divenne più infervorato che mai.
< Non osate prendervi gioco di me, Anna. Perché tutto quello che vi ho donato, posso riprendermelo in qualsiasi istante. >
< Non occorre che mi minacciate… >
< Invece devo! Perché dovete capire quale è il vostro posto! >
< Perché il vostro, maestà? Dovreste essere accanto a me! >
Mentre la Regina faceva di tutto per proteggersi dalle accuse, non si rendeva conto che peggiorava solo la situazione, ricevendo uno schiaffo talmente forte da farla cadere a terra.
< Perché mi trattate in questo modo? Io non vi ho fatto alcun male > mormorò Anna mentre continuava a piangere.
< Smettetela di lagnarvi e alzatevi. Voglio capire se mi state mentendo. >
< No! Non l’ho mai fatto e mai lo farò! >
< Menzogne! Voi tenete nascosta mia figlia! Confessatelo! >
< Non confesserò un crimine che non ho commesso alla maestà vostra. >
< Adesso andatevene. Non voglio più saperne di voi. >
Capendo che il suo amore verso il Re era irrecuperabile, Anna doveva mettersi l’animo in pace e pensare alle dovute conseguenze catastrofiche mentre il suo Regno avrebbe conosciuto la sua collera imprevedibile..
 
 
Aumentando tasse verso umili contadini che avevano poco da mangiare, la gente continuò a morire di fare senza che i suoi scrupoli maledetti potessero conoscere la sua pietà.
I giorni passavano e la situazione non si sarebbe risolta finché il traditore fosse uscito allo scoperto.
Stando alla larga in maniera di non farlo innervosire sempre di più, solo Thomas Cronwell trovava il coraggio di affrontarlo e di aggiornarlo sulle ricerche della sua primogenita.
< Non si sa ancora niente? >
< No, maestà. Non riusciamo ad avere una pista o un indizio che possa condurci a lei. >
< Sono passati quasi tre giorni… Mia figlia potrebbe essere morta di sete, di fame o peggio ancora uccisa… E più il tempo passa e più il colpevole mi sfugge. >
< Vi assicuro che le ricerche vanno avanti senza sosta. E vi prometto… >
< Non fatemi promesse e rassicurazioni che non potete mantenere, Signor Cronwell. La mia pazienza è andata al di là della mia ragione e dopo aver scaricato la mia rabbia contro il popolo, i prossimi saranno tutti i nobili di questo Regno. Li metterò al muro uno ad uno e chi non mi convincerà nelle sue parole, verrà impiccato dinanzi a tutta la piazza… Anzi, farò una cosa ancora peggiore: i sospettati verranno tutti torturati personalmente da me… Ma la cosa che mi fa ancora più imbestialire è che non riuscirò mai a trovare la mia pace. >
< Maestà, vi comprendo perfettamente. Il traditore deve essere immediatamente punito. E se toccherà anche a me provare tale supplizio, spero che la maestà vostra possa avere pietà di me e dei miei servigi. >
< No, Cronwell! Non avrò pietà di nessuno! Come vi sentireste se uno dei vostri figli fosse stato rapito o ucciso? >
< Lo cercherei senza sosta e mediterei vendetta. >
< Cronwell, magari non lo sapete, ma anche voi siete circondati dai miei stessi nemici. >
< Lo comprendo, maestà. Ma io vado avanti per il mio lavoro fino alla fine dei miei giorni per rendere felice il più possibile la maestà vostra. >
< Peccato che io in questo momento non lo sia… Domani mattina andrò a caccia di buon mattino. Magari sparare a qualcuno potrà distendere per pochi istanti i miei nervi. >
< Signore, scusate se mi permetto, ma credo che uccidere non sia la risposta adatta a tutti i vostri mali. >
< Esatto Signor Cronwell, non dovete permettervi. >
< Maestà, sto cercando di aiutarvi… >
< Lo sapete quale è l’unico modo per aiutarmi! Ma non l’avete ancora fatto! >
< Vostra maestà, ritrovare vostra figlia è più difficoltoso di quello che credevo. Io vi giuro sul mio buon nome che faccio di tutto per portare la verità alla luce. >
< Allora impegnatevi di più! Cercate mia figlia personalmente invece di assoldare traditori alla mia mercé. >
< Signore, gli affari di stato… >
< Possono aspettare! Mia figlia, no. >
Dovendosi convincere e ubbidire per non peggiorare la sua posizione, alla fine Thomas Cronwell dovette lasciare i suoi impegni più stretti e ricercare la figlia del suo Sovrano ben sapendo che era un compito molto arduo da portare a termine.
< Prima che vi uniate alla ricerca, voglio sapere che cosa fa mia moglie? >
< Sua maestà la Regina Anna se ne sta rinchiusa nelle sue stanze tutto il santo giorno senza voler vedere nessuno. A quanto pare ha pure iniziato uno sciopero della fame per ripulire il suo spirito. >
< Ripulire il suo spirito? >
< Queste sono le sue motivazioni, maestà. >
< Farò visita alla Regina senza preavviso. Vorrò vedere se avrà il coraggio di mettersi ancora contro di me. >
< Maestà, voi credete che la Regina… >
< Non lo so. Sarete voi che dovrete dirmelo… Tenetela d’occhio. Da questo momento. Voglio sapere ogni suo movimento… prima che gli faccia visita domani mattina alle dieci in punto. >
< Come volete, maestà. >
< Le guardie reali vi sapranno dare una mano. Sempre che vogliano farlo. >
< Dovranno, maestà. Per il bene di tutti noi. >
< Parole sante, Cronwell. Le prime che dite da quando è successo questo fatto imperdonabile.>
< Maestà. Con permesso > disse infine Cronwell congedandosi dal suo sovrano.
   
 
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