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Autore: IppaR    09/05/2020    1 recensioni
"James Potter aveva il sonno pesante, e questo era un dato di fatto per tutti coloro che lo conoscevano. Certo, non quanto Remus nei giorni successivi alla luna piena, però, come soleva ghignargli Sirius dopo averlo spintonato giù dal letto del dormitorio quasi tutte le mattine, lui non aveva nessun problema peloso da poter utilizzare come scusa.
Tuttavia, quando la finestra di camera sua -ultimo piano, Godric’s Hollow 3- esplose, neanche lui riuscì a evitare di svegliarsi di soprassalto, confuso e con il cuore in gola."
*
Sesto anno dei Malandrini a Hogwarts. L'anno prima dell'inizio della guerra, con tutto ciò che porta con sé: l’avventura, l’amicizia, le scelte, la lotta, gli sbagli, la paura, il coraggio, l’amore. [Wolfstar e un po' di LilyxJames]
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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War and Peace
Capitolo I - Castle of glass

 

6 settembre 1976

Remus non l’avrebbe mai ammesso davanti agli altri malandrini, ma scendendo nei sotterranei provò un irrefrenabile desiderio di fuga. Era più forte di lui, per quanto s’impegnasse - e s’impegnava tantissimo - pozioni gli risultava ostica come nient’altro.

Non appena i Grifondoro aprirono la porta d’ingresso dell’aula, venne investito da svariati e potentissimi odori che lo confusero. Qualcosa arrivò persino a nausearlo, ma non volle indagare troppo: era la settimana prima del plenilunio e i suoi sensi erano al massimo, non avrebbe dovuto sentire ciò che sentiva e non gli andava di mostrarsi ancora più strano - o sospetto, sussurrò una vocina dentro di lui - agli occhi dei suoi compagni di casa.

«Tutto okay Moony?»

La voce preoccupata di Sirius lo chiamò alla realtà, James e Peter si voltarono verso di lui con la stessa espressione angosciata.

«Potreste smetterla di sembrare mia madre? Sto bene!» sbottò lui andando a sedersi.

«Noi non sembriamo tua madre…» iniziò Peter tentennante  «siamo tua madre!» concluse James, prendendo posto e facendo sghignazzare Padfoot.

«Eddai Rem, apprezza, il nostro è vero amore visto che ti sopportiamo anche mentre hai il ciclo!»

Remus sapeva benissimo che Sirius non si stava riferendo al mannarismo, quanto ai cambiamenti d’umore che la settimana antecedente alla  luna piena portava con sé. Solitamente diventava molto più istintivo ma anche… compromesso. Emotivamente. Il lupo entrava in allerta, giocava in difesa, e tutto si faceva più nitido e pronto a scattare: il mondo, lui, i suoi conflitti. Riusciva persino a percepire gli odori dei sentimenti e delle emozioni altrui; non aveva imparato a dare un nome a tutto quello che sentiva, a capirlo, ma lo avvertiva tra il naso e lo stomaco.

Negli anni della sua infanzia quel tempo era stato orribile, poteva fisicamente sentire i pensieri dei suoi genitori, quello che provavano. Aveva cercato di liberarsi dalle sensazioni attraverso la solitudine, ma si era ritrovato a dover affrontare sé stesso, la sua verità, la sua paura. Forse l’aspetto peggiore della settimana pre-trasformazione era proprio questa: una parte di sé lo obbligava a mettersi in contatto con l’altra, e quello che i suoi amici non riuscivano a comprendere era quanto fosse scuro quel posto dentro di lui. Niente lo spaventava in egual modo.

Hogwarts inizialmente l’aveva disorientato, c’erano tante persone, troppe. Ed era un continuo giramento di testa, cambiamento di odori, sbalzo emotivo. Si sentiva come la superficie di un lago dopo il lancio di un sasso: niente di particolare, forse, per lo sguardo altrui, ma dentro si creavano increspature infinite. Qualcuno poi gli risultava intollerabile. Incrociare Piton, per esempio, lo riduceva uno straccio. Non riusciva a comprendere i sentimenti del Serpeverde, a capirli, ma ne sentiva la complessità e la rabbia. Percepiva anche un odore simile a quello di una stanza umida lasciata chiusa per giorni, unito a qualcosa di più acre che invece riconosceva bene poiché se lo sentiva addosso ogni volta che aveva consapevolezza di sé: disgusto.

Come sempre,  la salvezza l’aveva trovata in loro; si focalizzava sui sui amici e cercava di lasciare il resto in sottofondo. Sirius spesso dopo le lezioni lo aiutava trasformandosi nel grosso cane nero dei loro vagabondaggi. Avevano imparato presto che da animaghi le emozioni erano meno complesse di quelle umane, e  molto meno faticose per Lupin, che concentrandosi su Felpato riusciva a ritrovare un po’ di pace nella testa.

«Bene ragazzi, io e Pomona abbiamo concordato di iniziare le pozioni del sesto anno insegnandovi quella sempreverde, in modo da poterla utilizzare anche a Erbologia. So che ha pronto per voi un bel progettino con i cavoli carnivori cinesi…»

La voce allegra di Lumacorno segnò l’inizio delle due ore di lezione e Remus, rassegnato, tirò fuori il suo taccuino e cerò di concentrarsi al massimo.

«La pozione sempreverde rimette in sesto le piante morte, ma in piccola quantità può servire anche per rafforzare e aiutare quelle vive. Mi seguite ragazzi?»

La classe annuì e Lumacorno riprese sorridendo. Remus vide con la coda dell’occhio Sirius e James passarsi un bigliettino. Da quando sua mamma aveva spiegato loro il gioco del tris, le lezioni non erano più le stesse per quei due.

«Prima dovete  bollire l’acqua con la foglia di rabarbaro, e soltanto successivamente va aggiunto il sangue di vampiro. Due gocce dovrebbero bastare. Il resto lo trovate scritto nel manuale, provateci!»

Sangue di vampiro, ecco spiegato l’odore nauseabondo che aveva percepito entrando in aula. Mano a mano che i suoi compagni aprivano le fiale, Remus si ritrovò a sentire soltanto un fortissimo odore di carne putrescente. Si guardò intorno ma nessun altro sembrava turbato. Lumacorno osservò la sua postazione semivuota con perplessità.

«Lupin, c’è qualche problema?»

«No, mi scusi professore»

Anche provando a ignorare l’odore di morte, la pozione gli sembrava enormemente complessa. Stava per aggiungere le lumache cornute quando Sirius lo fermò: «Moony! Devi prima sbriciolare la corteccia di pino, se no le lumache annullano le proprietà del rabarbaro»

«E tu come lo sai?» intervenne Peter, cercando al contempo di mescolare la sua pozione, che però era viola e densa anziché liquida e del verde brillante promesso dal manuale.

Sirius l’avrebbe ucciso se l’avesse detto ad alta voce, ma a parer suo manteneva alcune caratteristiche della famiglia d’origine. Certo, si dissociava da molte di esse, dalle più terribili, ma talune facevano parte di lui ineluttabilmente. L’eleganza casuale con cui si strinse nelle spalle e tornò a mescolare il calderone, in risposta a Peter, confermò ulteriormente la sua teoria.

Come qualsiasi Black, Sirius era straordinariamente bravo in pozioni. Non quanto Lily o Piton, indubbiamente, ma restava comunque sopra la media. Per di più senza impegnarsi neanche un po’. L’anno precedente lui e Minus erano riusciti a raggiungere l’Oltre ogni previsione richiesto da Lumacorno soltanto grazie a Padfoot, ed era stato sempre lui a preparare la pozione necessaria per poter iniziare il processo volto a diventare animagus.

Remus provò a imitare quello che faceva l’amico e quando Lumacorno disse «bene ragazzi, nelle provette!» la sua pozione era verde, non brillante ma quantomeno verde, e poté uscire dall’aula soddisfatto.

«Ehy Evans, era molto bella la tua pozione oggi!»

«Potter, sono di fretta»

«No, davvero, era verde di un bel verde. Quasi come i tuoi occhi…»

«Cosa di ‘sono di fretta’ non riesci ad afferrare?»

James sfoderò il suo sorriso migliore, si passo le mani tra i capelli con finta casualità e la guardò ammiccando.

«Se vieni a Hogsmade con me te lo spiego, Evans!»

Lily lo squadrò appena prima di borbottare «la risposta resta mai, Potter», poi si voltò verso di lui e gli disse: «domani sera abbiamo il primo turno di ronda Remus, ti aspetto alle nove davanti al ritratto. Va bene?»

Lupin annuì e Lily, accompagnata da una divertita Marlene McKinnon e una più composta Mary McDonald, risalì le scale e sparì dalla loro vista.

«James non inizi-»

«TRADITORE! Traditore della peggior specie!»

«Ma Prongs, non è colpa mia se siamo i due prefe-»

«Tutta la notte con Lily, PER IL SECONDO ANNO DI FILA, dovrei toglierti dall’albo degli amici!»

«È solo una ronda, non passiamo tutta la notte insieme!»

«HAI UN ALBO DEGLI AMICI? Com’è che non ne sapevo niente? Io sono nella prima pagina, vero?»

Sirius intervenne con un fare teatrale simile a quello di James, e Remus non sapeva proprio se lo stesse prendendo in giro o se fosse serio. A malincuore propendeva per la seconda ipotesi.

«Ma ragazzi, non capite, è ottimo! Così Remus può mettere una buona parola con Lily. L’anno scorso era tutto nuovo ma quest’anno ha la sua fiducia!»

Peter, nonostante il trambusto, riuscì a farsi sentire e la sua idea zittì gli altri due, che assunsero un’aria pensierosa. Remus non era per niente convinto di avere la fiducia di Lily -niente che fosse così vicino a James Potter poteva averla- ma gli occhi esaltati di Prongs lo convinsero a tacere.

«Va bene Jamie, proverò a parlare di te a Lily e sondare il terreno. Però devi promettermi che in cambio la smetterai di prendetela con me ogni volta che compio i miei doveri da prefetto»

«Parola di cervo!»

James sorrise in una maniera così autentica e piena che Remus gli avrebbe fatto altre cento promesse su Lily, se portavano a questo. Anche se era certo che l’amico stesse già immaginando il loro matrimonio, il che non era ottimo visto che lei di lui non ne voleva sapere niente. E probabilmente non ne avrebbe mai voluto sapere niente.

«Ti odia Prongs, lo sai questo no?» intervenne nuovamente Sirius. James lo prese sottobraccio portandolo su per le scale e tutto ciò che Remus riuscì a sentire fu: «l’odio è solo l’inizio dell’amore Paddy, quante cose ti devo insegnare…»

«Andiamo Wormtail, vecchio mio. Dobbiamo tenerli d’occhio, mi sembra evidente che siamo gli unici due sani di mente qua!»

 

 

 

 

7 settembre 1976

Quella sera iniziò in un clima di estrema serenità: gli studenti non sembravano avere troppa voglia di infrangere le regole già al settimo giorno di scuola, quindi in giro per il castello c’erano soltanto loro due. L’odore della Evans era buono, per quanto sfaccettati - Moony riconobbe qualcosa di simile alla menta e sicuramente altro di floreale… ma anche un’aroma dolce, come di torta alle mele - i sentimenti della ragazza erano positivi e limpidi; ciò permetteva al lupo di non impazzire nonostante la luna vicina al culmine.

Anche il silenzio non gli dispiaceva per nulla. Remus amava i malandrini, li amava davvero, ma dopo una giornata intera con loro una tale tranquillità era un regalo veramente gradito. Però aveva una missione ed era determinato a portarla a termine.

«Lily?»

«Sì?»

«Posso farti una domanda?»

«Certo!»

La Grifondoro si era fermata e lo fissava in attesa. Remus non sapeva bene come impostare il discorso: loro due non erano propriamente amici, anzi, c’era voluto il diventare prefetti e quasi un anno di silenzio perché lei iniziasse a parlargli senza la stessa freddezza che riservava agli altri malandrini. E poi non voleva metterla sulla difensiva o ricevere le solite risposte; se le avesse chiesto “perchè non dai una possibilità a James?” quasi certamente non avrebbe aiutato l’amico, quanto ricevuto una valanga di motivazioni trite e ritrite relative alla sua immaturità e arroganza. Gli serviva un piano che desse un giro differente alla conversazione.

«Perché mi tratti in modo diverso?»

Lily non si era aspettata una domanda del genere e rimase spiazzata e confusa. Nel rispondere aggrottò le sopracciglia e serrò le labbra.

«In che senso ti tratto in modo diverso?»

«Dico… rispetto a James e Sirius»

«Ah»

«Non fraintendermi, sono contento. Ma sei oggettivamente molto più gentile con me… e diversa, rispetto a come sei con loro»

«Non è che sono gentile con te, Remus. È che non lo sono con loro!»

«Perché?»

Remus sapeva di essere sul filo del rasoio, una parola sbagliata e avrebbe iniziato a sentire i soliti insulti verso i suoi amici e non avrebbe cavato un ragno dal buco. Le guance di Lily iniziarono ad arrossarsi di rabbia ed ebbe paura di avere esagerato, ma dopo qualche istante di silenziò la ragazza si calmò e lo guardò intensamente. Il Grifondoro ebbe la certezza che lo stava studiando.

«Perché loro non se lo meritano, Remus. Tu sei gentile e tratti le persone con rispetto, e questo ti torna indietro. Loro invece sono arroganti e viziati, pensano di essere migliori di tutti solo perché hanno una certa popolarità, come se nella vita vera contasse qualcosa! Per non parlare di quello che si permettono di fare… andrebbero sbattuti fuori da Hogwarts! Tanto non gli importa poi molto di esserci, se non per combinare guai e farsi ammirare!»

Mano a mano che pronunciava quelle parole Lily si scaldò nuovamente e Moony seppe che difenderli non le avrebbe fatto cambiare idea, doveva solo permettere loro di avere il beneficio del dubbio. Se lo meritavano.

«Non è così. Capisco quello che dici, Lily, anche io i primi giorni del primo anno ho pensato questo… ma non è così. Sono molto altro, molto di più!»

Lei fece per ribattere ma Remus fu più veloce.

«Come hai cambiato idea su di me, lasciandomi spazio per conoscerti e farmi conoscere, sono sicura che se lasciassi loro lo stesso spazio cambieresti egualmente idea. In superficie sembrano in un modo, lo riconosco, ma quello che sono davvero non lo immagini neanche. Lily, mi salvano la vita ogni giorno, credimi»

La ragazza colse qualcosa negli occhi di Remus che la convinse a non dire più niente. Anche lui capì di aver già parlato abbastanza per quella sera. Continuarono la ronda chiacchierando dei compiti di trasfigurazione e fu un tempo molto piacevole per entrambi; dopo una quarantina di minuti si congedarono con un sorriso e il malandrino tornò nella sua camera, dove trovò quattro paia di occhi - e il russare di Peter - ad accoglierlo.

«Allora, com’è andata? Cos’ha detto?»

«Beh Prongs, non ha accennato al fatto che ti vorrebbe morto neanche una volta, adesso siamo arrivati all'espulsione. Secondo me è un passo avanti!»

Sirius latrò una risata e James gli tirò la sua bacchetta.

«Buonanotte, bambini»

«Domani però mi racconti meglio, Moony»

«Sì, Prongs»

«Devi prometterlo bene»

«Parola di lupo!»

«Grazie»
«Ma secondo voi ci esce con me per Halloween?»

«Prongs, parola mia, se non ci lasci dormire per continuare a parlare della Evans ti spezzo la bacchetta»

«Non essere così iracondo Paddy, abbiamo un prefetto in stanza!»

«Se non la pianti il prefetto farà finta di non vedere quello che Sirius sta per fare»

«Mi chiedo a cosa serva avere dei nemici quando ho amici come voi!»

«Buonanotte, Prongs»

 

 

 

18 ottobre 1976

«Moooony»

«Sto leggendo, Prongs»

«Mooooony»

«Sto leggendo, Pad»

«Reeeeeeeemus!»

«Remus è morto, sono il suo fantasma e voglio solo essere lasciato in pace»

«REMUS JOHN LUPIN, come osi farci sprecare fiato inutilmente?»

«Ma se è una delle cose che vi riesce meglio!»

«Bene, allora io e James daremo SOLO A PETER la grande notizia»

Minus sentendosi chiamato in causa si alzò prontamente - beh, quasi prontamente - dal letto del dormitorio e si rivolse agli amici con uno sguardo carico di aspettative. Sirius lo ignorò, non contento del poco trasporto di Remus che continuava a prestare più attenzione al suo libro che a loro.  L’amico, intanto, nascose prontamente il sorriso divertito che era spuntato sulla sua faccia.

«Avanti Rem, indovina cosa abbiamo fatto!»

«Un casino?»

Sirius fece per replicare ma venne fermato da James, stranamente troppo impaziente di raccontare per assecondare le loro provocazioni.

«Molto divertente Moony, molto divertente. Ma no! Abbiamo finito la mappa! Abbiamo finto la mappa dei malandrini!»

La mappa dei malandrini era un’idea venuta a James dopo uno dei primi "giri in branco", come li chiamava scherzosamente Sirius. All’inizio dell’anno precedente erano riusciti a diventare tutti e tre animaghi, per quanto Peter necessitasse ancora della bacchetta per riuscire a trasformarsi, e avevano iniziato a passare del tempo con lui nella stamberga strillante. Il loro obiettivo era quello di non lasciarlo solo, ma erano riusciti a fare molto di più: Moony non aveva il controllo, quello no, e le prime ore erano sempre molto dure, si feriva o cercava di ferirli… ma piano piano, concentrandosi sugli amici come faceva durante il giorno, riusciva a far emergere qualcosa di umano, ad acquistare quel briciolo di consapevolezza sufficiente a fermarlo dall’uccidere. Se dentro di lui non ci fosse stato un tale mostro, Remus avrebbe potuto quasi dire che il lupo aveva voglia di giocare.

Tutte le sere di luna piena i malandrini correvano per la foresta e per i giardini di Hogwarts, e ogni volta scoprivano posti nuovi o passaggi segreti che conducevano chissà dove. Un giorno James decise che avrebbero dovuto esplorare quei passaggi anche dall’altro lato, da dentro il castello, per poi segnarli su una mappa.

«Per noi malandrini e per chi verrà dopo!»

Complici quelle notti, la loro capacità di diventare animali e il mantello dell’invisibilità di Prongs, in un anno disegnarono la mappa di Hogwarts più accurata che avessero mai visto. James, Sirius e Peter in realtà non ne avevano viste poi molte, ma andavano sulla fiducia.

Continuavano a scoprire ed aggiungere luoghi, inoltre decisero di incantare il disegno in modo tale da farlo sembrare una semplice pergamena per chiunque non lo aprisse nel modo corretto; sapevano però che avrebbero potuto farci molto di più, tutti e quattro la reputavano ancora un’opera incompleta. James e Sirius avevano persino giurato sul loro onore di malandrini che sarebbero riusciti a finirla entro l’anno, e Remus sospettava ci avessero lavorato tutta l’estate. In effetti nei giorni precedenti lo avevano accompagnato molto spesso in biblioteca per fare i compiti, avrebbe dovuto capirlo. Avrebbe anche voluto rimproverarli per lo studio che avevano perso, ma non ci riuscì, si sentiva semplicemente euforico e voleva sapere. Peter aveva lo stesso sguardo e i due parlarono simultaneamente:

«Cooooosa?»

«Coooome?»

Sirius guardò il libro che Moony aveva appena chiuso e sorrise compiaciuto.

«Non è stato facile, non ve lo neghiamo, io e James abbiamo dovuto metterci a studiare»

«Già, come dei Corvonero qualunque»

«Inoltre penso che il nostro fascino sia diminuito, delle ragazze ci hanno visto in biblioteca»

«Ma purtroppo non abbiamo mai incontrato la Evans, lei avrebbe apprezzato, non credete?»

«Forse dovresti tornarci quando c’è lei» suggerì Peter, interrompendo il teatrino dei due.

Sirius e Remus lo guardarono storto, speravano di riuscire a comunicargli “smettila di dargli idee sulla Evans, che sai come finisce” ma Wormtail lo prese come un incoraggiamento e rincarò la dose: «Moony ti potrebbe scrivere quando lei è presente, tanto ci passa la vita lì dentro!»

Fortunatamente Sirius riprese la parola e salvò Remus da qualsiasi commento stesse per fare James.

«Come stavo dicendo, è stato difficile, ma noi, definiti anche “gli studenti più belli e intelligenti di Hogwarts”, non potevamo fallire»

Lupin era così grato per l’intervento tempestivo di Padfoot che si trattenne dal replicare che nessuno li aveva mai definiti così. Anche se quasi tutte le fanciulle della scuola, in effetti, almeno la prima caratteristica gliela concedevano.

«Innanzitutto abbiamo scoperto l’incantesimo homunculus, che ci ha permesso di tracciare e seguire i movimenti di ogni persona presente nel castello, noi compresi»

«In questo modo non avremo mai più sorprese a causa dei ficcanaso come Moccius, meraviglioso eh?»

«E poi abbiamo anche aumentato la copertura! Adesso non è più una semplice pergamena che si apre esclusivamente con la frase “giuro solennemente di non avere buone intenzioni”, ma se qualcuno, come Moccius, la trovasse e volesse curiosare… ne leggerebbe delle belle!»

Peter e Remus guardarono, meravigliati, la mappa che i due appoggiarono sul letto. Era straordinaria! I nuovi incantesimi che Sirius e James stavano continuano a elencare erano avanzatissimi, molti di essi non venivano studiati neanche al settimo anno. Moony aveva dei voti più alti rispetto a Prongs e Padfoot, e anche un discreto talento, ma  sapeva bene che Sirius e James sarebbero potuti essere i migliori studenti dell’anno - e di molti anni - se solo avessero voluto. La sua rabbia, talvolta, era che a loro non interessava per nulla. Quando si mettevano in testa di fare qualcosa, però, riversavano in essa tutte le loro abilità e i risultati erano di quel tipo.

«È come l’avevo sempre sognata!» disse Peter.

«Ora sì che è completa» continuò Remus, anche se avrebbe voluto aggiungere molto altro.

«Siamo pronti per l’avventura!» ghignò Sirius, molto soddisfatto.

«Sarà un anno incredibile» concluse James.

Lupin si trovo a pensare, un po’ commosso, che con i suoi amici persino la luna portava Bellezza. Andava tutto bene, o forse no, ma certe volte non gliene fregava niente.

«Ora però andiamo a mangiare?»

«Sì Pet-»

«Aspetta Sirius! Prima dobbiamo controllare dov’è la Evans, datemi la mappa!»

«Oh Merlino, Prongs»

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Note dell'autrice:
Ciao cari!
So che avevo detto che il prossimo capitolo sarebbe arrivato tra due settimane, e invece sono passati solo tre giorni, ma la non voglia di studiare mi ha fatto occupare il tempo scrivendo e non aveva senso continuare ad accumulare capitoli.  Questo è il primo a tutti gli effetti, spero vi sia piaciuto. Siamo ancora nella linea introduttiva, ma già dal prossimo inizierà a muoversi qualcosa. 

Avevo preparato moltissimo altro da dirvi, rispetto ai riferimenti e i dettagli della storia (mannarismo, professori, Minus...); ma le note si sono cancellate in un malaugurato passaggio sbagliato di html e ho deciso di prenderlo come un segno del destino. L'unica informazione che ci tengo a riprendere comunque è questa: il titolo del capitolo arriva dall'omonima canzone dei Linkin Park, mi sembra un perfetto identikit di ciò che prova Remus (lui una vita così non se la meritava, diciamocelo). Se la volete ascoltare penso proprio che ci stia bene. 

Se avete voglia di darmi un feed o commentare o qualsiasi cosa... mi fa piacere. 
Molti saluti,
a tra una settimana!
Fra

  
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