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Autore: Nope1233    09/05/2020    1 recensioni
Cosa porta un essere umano a perdersi nei meandri della propria mente?
Può l'unica persona al mondo di cui ti fidi toccare il fondo senza che tu abbia modo di salvarlo?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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ISAAC's POV

 

T/N si era allontanata ormai da alcune ore e la mia invasiva mente iniziò a vagare fin troppo lontana dalla realtà. Avevo la tremenda e continua sensazione che non fosse per nulla felice con me e la cosa non poteva fare a meno di darmi da pensare. Da alcuni giorni a questa parte l'avevo vista sempre più distante, emotivamente parlando, e il solo pensiero mi mandava nel panico nonostante non fossi in grado di identificarne il motivo preciso. Non riuscivo a fare a meno di sentirmi un completo idiota. 

Parecchie volte avevo chiesto a me stesso il motivo per cui lei bloccasse ogni mio istinto violento e non ero mai giunto ad una conclusione soddisfacente. Anche solo immaginare T/N coperta di sangue e morente a terra mi dava la sensazione di sprofondare nel nulla, perdendo le poche briciole di umanità che mi erano rimaste. Avevo avuto modo di osservare tante persone morire sotto ai miei stessi occhi, ma a lei non doveva accadere. A tutti gli altri sì, ma non a lei. 

Quella ragazza era troppo per la vita che stavamo facendo, troppo per la fame che era costretta a patire e troppo anche per uno come me. Allo stesso tempo, il pensiero di vederla andare via per sempre mi impediva di respirare correttamente, ed anche in questo non riuscivo a capirne il motivo. Eravamo stati l'ancora di salvezza l'uno dell'altro durante i lunghi anni passati insieme e abituarmi alla sua assenza sarebbe stata un' impresa non da poco. Anche quando si allontanava poche ore per andare a recuperare da mangiare, lei mi mancava. Mi mancava moltissimo e, per quanto mi sforzassi, non riuscivo proprio a comprendere cosa fosse quella strana sensazione che mi pizzicava nel profondo, e la sentivo soprattutto quando ero in sua compagnia o quando la stringevo tra le braccia durante quelle lunghe notti invernali. Una cosa comune quando eravamo piccoli, ma che crescendo aveva assunto completamente un altro significato, fin troppo difficile da decifrare per uno stupido come me.

"Sono tornata!"

Mi voltai in direzione dell'ingresso e mi accorsi che ero talmente immerso nei miei pensieri da non accorgermi dell'arrivo di T/N.

"Sono riuscita a recuperare qualcosa a lunga scadenza." continuò posando a terra uno dei sacchetti ed iniziando ad estrarre lo scatolame al suo interno. "E in più..."

Alzai lo sguardo su di lei data la pausa nella sua frase, e la vidi mentre estraeva due birre mostrandomele con un grande sorriso. 

"Buon compleanno a noi, Isaac!" 

"EH?! E' oggi?!" sbottai.

"Esattamente!" rispose sedendosi accanto a me sulle coperte e porgendomi la birra. "E' stata una fortuna che proprio oggi sia andata in paese. Entrando in un alimentari ho visto il calendario e voilà, è proprio oggi il nostro compleanno!"

Dato che nessuno di noi aveva memoria della data in cui era nato, avevamo deciso di comune accordo di celebrare un compleanno in comune, lo stesso giorno in cui eravamo fuggiti dall'orfanotrofio; lo stesso giorno in cui avevo ucciso le mie prime vittime. In un modo o nell'altro, per entrambi era stato il giorno della nostra rinascita.

"E come pensi di aprirle, si può sapere?" sbuffai stizzito alzando un sopracciglio. 

"Uh, giusto!" rise la ragazza afferrando la bottiglia dalla mia mano per poi alzarsi ed avvicinarsi ad uno dei davanzali. 

Grazie ad una piastrella sporgente, T/N aprì le birre con un colpo secco facendo saltare il tappo, dopo di che, tornò a sedersi davanti a me.

"Ecco qui!" sorrise porgendomi una delle bottiglie.

"Ti vedo molto più allegra rispetto a qualche ora fa. Cosa è successo?" chiesi con fare annoiato afferrando la birra.

"Assolutamente nulla!" rise di nuovo, e notai qualche linea di rossore sul suo volto. "Sono solo contenta, tutto qui."

"Come vuoi."

"Allora a noi!" disse alzando la bottiglia al cielo. "E ai nostri nove anni passati insieme!"

"Tsk." sospirai ricambiando il suo brindisi, per poi bere un lungo sorso di birra in contemporanea con la ragazza. 

Mentre sorseggiavo quella bevanda particolarmente amara, posai per qualche istante gli occhi su di lei. 

Che era tremendamente bella lo avevo sempre saputo, ma da qualche tempo, il suo corpo mi trasmetteva sensazioni completamente differenti, lontane dai normali pensieri riguardanti un legame amichevole di due bambini. Era un qualcosa di più intimo e, nonostante la forte complicità che ci aveva sempre unito, andava anche oltre a quello. Non riuscivo davvero a capire e la cosa mi infastidiva non poco.

"Che c'è?" chiese T/N piegando la testa di lato con aria interrogativa allontanando la birra dalle labbra.

"AAH! NIENTE. Fatti i cazzi tuoi." sbottai dandole le spalle e sentendomi le guance particolarmente calde. Mi sentivo un idiota. 

La sentii ridere ad un volume più che pacato, come se si stesse trattenendo, e voltai lo sguardo verso di lei. Il mio cuore accelerò per un istante. Era una sensazione simile a quando affondavo il coltello tra le membra delle mie vittime, ma il sentimento di pace che mi trasmetteva era un qualcosa di completamente diverso. Erano ormai mesi che provavo queste sensazioni quando la guardavo sorridere ed ero giunto al limite; non ce la facevo più a non riuscire a capire cosa mi stesse succedendo. 

In quell'istante però, un ricordo affiorò nella mia mente. Era risalente a qualche mese dopo dalla nostra fuga dall'orfanotrofio e T/N aveva trovato un libro impolverato in una delle case vuote in cui eravamo soliti riposare. In quel periodo, ero un bambino affamato di storie da cui volevo apprendere il più possibile e le avevo chiesto di leggermelo. Non ho mai memorizzato il titolo e nemmeno mi importava, ma parlava di una storia d'amore ambientata in tempi abbastanza antichi, non so bene quali. Ricordo che da bambino ne ero rimasto alquanto affascinato. Mi stupiva l'idea di un qualcosa che legasse a tal punto due persone da renderle inseparabili, come se necessitassero l'uno della presenza dell'altro. Avevo completamente scordato quel libro prima di quel momento, l'unico mio ricordo che riguardava la parola 'amore'.

"Isaac?" mi chiamò T/N schioccandomi due dita davanti agli occhi e ritornai alla realtà dal vasto fiume di pensieri in cui ero capitato. "Tutto bene?"

"Certo." sbuffai bevendo un altro sorso di birra.

Trascorremmo le ore seguenti a parlare del più e del meno e, guardando oltre l'ingresso, notai che stava iniziando a farsi man mano sempre più buio. Mi alzai in piedi e percepii chiaramente quanto il mio corpo non fosse abituato all'alcool, nemmeno alla piccola quantità che avevo ingerito. Avevo un leggero giramento di testa ma riuscivo comunque a muovermi e a pensare lucidamente. Non avevo mai amato l'alcool in generale, ma per una volta all'anno era uno sforzo più che fattibile. Presi alcune assi di legno posate in angolo sotto lo sguardo attento di T/N e le posai davanti alla porta per impedire l'accesso ai piccoli animali, onde evitare che ci infastidissero durante il sonno. Afferrai poi una scatoletta di carne in scatola e la lanciai alla ragazza.

"Mangiamo adesso." dissi inginocchiandomi dando le spalle a T/N ed afferrando un'altra latta contenente del tonno di bassa lega. "Così andiamo a dormire presto e..."

Due braccia esili mi strinsero la vita di punto in bianco e trasalii voltando di scatto la testa verso la mia schiena. T/N era lì e mi stava abbracciando con la stessa forza di quando aveva uno dei suoi attacchi di panico. L'istinto mi ordinò di allontanarla immediatamente, ma mi imposi sulla parte irrazionale di me e rimasi immobile.

"Che hai?" chiesi.

La ragazza non rispose e la sua stretta sulla mia vita si fece ancora più forte.

"T/N?"

Nulla. Non pronunciò una parola neanche per sbaglio ed iniziai a preoccuparmi. Una delle poche cose che non era mai cambiata negli anni, era che detestavo vederla piangere. Quando le mie vittime piangevano e si contorcevano nella disperazione mi divertivo e mi davano ancora più desiderio di farle a pezzi, ma non T/N. Sentivo che se fosse crollata lei, sarei crollato anche io. 

Posai una mano sul suo braccio che ancora mi stringeva a sé e le accarezzai la pelle con movimenti lenti delle dita; non sapevo mai bene come gestire quelle situazioni rimarcando la mia certezza di essere un incapace. 

"Scusami..." mormorò poco dopo staccandosi dalla mia schiena. 

"Non importa." risposi, mentre una delle tante voci dentro di me mi pregava di indagare più a fondo riguardo a quel suo gesto, ma scelsi di ignorarla.

La ragazza tornò a sedersi sulle coperte nell'angolo della stanza ed aprì la sua scatoletta di carne iniziando a mangiare. Dopo un lungo sospiro, mi rialzai e mi sedetti accanto a lei. Mangiammo nel più completo silenzio e quando la luce del sole sparì completamente, per fortuna venne rimpiazzata da quella di una grande luna che illuminava la sterpaglia secca che circondava la stalla abbandonata. 

A pasto concluso, lasciammo le scatolette vuote in un angolo e ci sdraiammo facendoci spazio tra le coperte. Con mia grande sorpresa, T/N mi diede le spalle, una cosa che non era mai successa in tutti quei lunghi anni. 

"Buonanotte." biascicò.

"EH NO!" sbottai mettendomi a sedere di scatto ed afferrandole una spalla costringendola a voltarsi. "Mi dici che cazzo hai?!"

La ragazza sgranò gli occhi su di me per poi sforzare un grande sorriso, palesemente falso.

"Va tutto bene, Isaac. Dico davvero." disse, ed il quel momento non ci vidi più.

Mi stava mentendo.

Mi misi a cavalcioni su di lei e cinsi entrambe le guance in una mano per costringerla a guardarmi mentre avvicinavo il mio viso al suo con fare minaccioso. Vidi T/N arrossire ed anche io per un istante sentii le guance scaldarsi, ma scossi la testa per liberarmi da alcuni pensieri che iniziarono a tormentarmi, riprendendo poi ad osservarla con occhi seri.

"Ora tu mi dici che hai, o giuro che ti faccio male sul serio." dissi.

"I-Isaac, dico davvero non..."

"NON MENTIRMI, CAZZO! Sai che odio i bugiardi!"

La ragazza trasalii ed i suoi occhi si fecero sempre più vitrei, come se fosse sul punto di piangere. Quella visione mi fece calmare; forse avevo esagerato.

"T/N, avanti. Parla. Voglio solo cap..."

Mi interruppi quando vidi la ragazza forzare la mia presa sulla sua guancia e, quando si liberò, raddrizzò la schiena ed infilò le braccia al di sotto della mia felpa aperta, cingendomi nuovamente la vita in un abbraccio e posando il viso sulla mia pancia. Mi irrigidii e non avevo la più pallida idea di come comportarmi. Il nostro rapporto era sempre stato ad un certo livello di intimità, e non riuscivo a capire il perché la mia mente catalogasse quel contatto come un qualcosa  di strano, fin troppo diverso dal solito.

"Perdonami...Perdonami davvero." mormorò iniziando a piangere e bagnando le bende che mi circondavano la vita. 

"Cosa hai fatto?" sospirai.

In quell'istante, trasalimmo entrambi udendo dei lievi rumori di passi provenire dall'esterno della stalla ed io scattai in piedi afferrando il coltello che tenevo sempre a portata di fianco al nostro giaciglio improvvisato.

"Rimani qui." sussurrai. "Nasconditi sotto le coperte e non uscire per nessun motivo."

La ragazza annuì e fece come le avevo ordinato, mentre io mi avviai a passo felpato verso la finestra per controllare la situazione. 

"POLIZIA!" gridò qualcuno al di fuori della stalla ed una forte luce venne puntata verso l'ingresso del nostro nascondiglio. "VENITE FUORI CON LE MANI IN ALTO!"

Più che per me, ero preoccupato per T/N. Nonostante lei non avesse mai fatto del male a nessuno, se ci avessero catturato sarebbe finita comunque in prigione per essere stata mia complice, o almeno era quello che lei stessa mi aveva detto. 

Non avrei permesso a nessuno di toccarla, nemmeno con un dito.

 

 

 

   
 
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