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Autore: cin75    09/05/2020    4 recensioni
I giorni di Jensen , per volere della Giustizia, stanno per finire in una fredda stanza del braccio della morte.
Jared è convinto che quello sia un enorme errore giudiziario e lotta per fermarlo.
E come in ogni storia, ci sarà chi li affiancherà e chi si muoverà contro di loro.
Dovranno combattere insieme, dovranno essere coraggiosi, dovranno trovare anche la forza per confessare quello che hanno iniziato a provare l'uno per l'altro, che paradossalmente, sembra far loro più paura.
BUONA LETTURA!
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jeffrey Dean Morgan, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Morgan lo chiamò qualche minuto dopo per accertarsi che Jensen fosse in ospedale.
Allora?
“Non so ancora niente , JD. Misha lo ha portato direttamente in sala operatoria. L’unica cosa che sono riuscito a capire è che in ambulanza ha avuto un’altra crisi come l’ha avuta nel vicolo.”
Cazzo!! ma….ma è vivo, no?!
“Sì...sì!”
Ok! Vedrai che Misha e i suoi colleghi lo salveranno. Andrà bene, Jay. Andrà bene!
“C’era tutto quel sangue, JD. Come ha potuto fargli una cosa così crudele?!”
Jay...Milligan, in centrale, è andato completamente fuori di testa quando gli è stato comunicato l’effettivo senso delle nuove indagini, sospettati compresi. Ha capito che avrebbe perso tutto, anche suo figlio, ed è andato fuori di testa peggio di quando Robert deve avergli detto di Celeste!
“Sembra che tu lo stia difendendo!!” fece quasi con astio.
Per niente. Anzi. Se per coprire suo figlio mentre era procuratore ha usato solo la burocrazia giudiziaria. Ora, ha oltrepassato un limite che non è più giustificabile dall’amore paterno. La vita è sacra ed inviolabile, Jared. Lo era quella di Celeste , lo era la tua quando ti ha fatto quasi uccidere e deve esserlo anche quella di Jensen!
“E se lui non...”
No. Lui ce la farà. Lo abbiamo trovato in tempo e Misha ha comunque affrontato il danno. So che è grave, so che se la sta vedendo brutta. Ma Jensen è un tipo forte e in gamba. Cavolo!, ha zittito anche me quel giorno in ufficio e sono pochi quelli che ci riescono. Quindi se lui non si arrende, non farlo nemmeno tu, ragazzo!” provò in tutti i modi a rassicurarlo.
“Ok! Ok!” e salutò l’amico.

Stare quelle ore, in quei corridoi , fu stremante, nonché avvilente, anche perché non sempre gli passavano davanti barelle con persone in salute. Un paio di volte aveva visto uscire dalle sale, dei corpi completamenti coperti dalle lenzuola, fino al viso e in quel momento il panico gli aveva attanagliato lo stomaco e il cuore aveva preso a martellargli fin dentro il cervello.
Fin quando, dopo l’ennesimo passaggio, ormai al limite della sopportazione, Jared, cercò di infilarsi nel corridoio oltre la sala d’aspetto e non riuscì ad andare oltre perché un addetto lo richiamò severamente.
“Signore….dove va?...lei non può andare di là. Per favore, torni in sala d’aspetto!”
“Mi ascolti ...lei non capisce...hanno portato il mio ragazzo in sala operatoria ore fa e...” fece indicando le sale operatorie.
“Posso comprendere il suo stato d’animo, ma questa è una zona interdetta ai parenti e...”
“Lui è ferito gravemente e non c’è nessuno che ancora mi dice qualcosa.” mostrando ansia e frustrazione.
“Se nessuno è ancora venuto da lei vuole dire che il paziente è ancora in sala. Per favore, esca!!”
“No...no...io devo sapere come sta Jensen. Devo sapere se lui ...”

“Lui sta bene!” fece la voce di Misha alle sue spalle.

Jared si voltò di scatto e andò immediatamente verso il medico che aveva ancora addosso il camice sterile e si stava togliendo la classica cuffietta da sala operatoria.
“Misha...come ...come sta Jensen?”
“Vieni con me!” fece invitandolo ad uscire dalla zona sterile. “I tagli alle braccia erano profondi. Uno gli ha quasi reciso un tendine. L’altro , quello più grave, ha colpito una vena importante, per questo c’era quella copiosa perdita di sangue. Milligan c’è andato pesante. Non ti nascondo che siamo arrivati in tempo, Jared. Altri pochi minuti e per Jensen non ci sarebbe stato scampo!”
“Oh Dio!!” esclamò comunque spaventato. “Ma adesso come sta?!”
“La pressione si sta ristabilendo, lo terremo qui sotto trasfusione ancora per qualche giorno. Controlleremo che il post operatorio prosegua bene, che non intervengano infezioni e se tutto fila liscio come spero, entro fine settimana potremmo dimetterlo. Ma dovrò visitarlo e assicurarmi che stia davvero bene, perché ha perso molto...troppo, sangue. Quindi non voglio storie o promesse di assistenza domiciliare né da te né da lui. Sono stato chiaro?!”
“Farò e farà quello che dici tu.” promise Jared. “Dov’è adesso? Posso vederlo?”
Misha diede un’occhiata all’orologio. “Ora è ancora nel post operatorio, tra mezzora sarà in stanza. Ti chiamo io per farti sapere dove lo mettono, ok?!”
Jared annuì convinto e poi di slancio, abbracciò Misha.
“Ok!Ok!!” rise il medico.
“Grazie Misha….grazie di cuore. Per quello che hai fatto in quel vicolo. Per quello che hai fatto in quest’ospedale sia per me che per lui.”
“Jared, quando ho conosciuto Jensen ad Huntsville non so perché ma non riuscivo a credere che fosse stato capace di quello di cui era stato accusato. Nel mio piccolo ho provato ad aiutarlo ma non ci sono riuscito, ma poi sei arrivato tu e hai fatto il miracolo. Gli hai salvato la vita. Ora siamo fuori dal quel posto e a modo mio, sento di aver fatto anche io, il mio piccolo miracolo. Jensen lo merita. Voi due lo meritate!” e battendogli amichevolmente una pacca sulla spalla, lo lasciò per raggiungere di nuovo Jensen.

Come promesso meno di mezzora dopo, Jared era accanto a Jensen, ma il biondo dormiva ancora. Un po’ l’effetto dell’anestesia, un po’ la stanchezza, lo stress per quello che aveva subito sia fisicamente che psicologicamente….questo gli aveva spiegato Misha , quando Jared chiese perché ancora non era sveglio.
“Dormirà sicuramente tutta la notte e forse anche gran parte della giornata di domani. Deve recuperare. Lo stress a cui è stato sottoposto sia come aggressione che come operazione, è decisamente pesante. Quindi...pazienza, Jared. L’importante è che i suoi parametri siano stabili e buoni.”
“Ok.” fece Jared, mettendosi a sedere accanto al letto del compagno.
“Ti farò portare una poltroncina per la notte, perché nemmeno ci provo a dirti di andare a casa e tornare domani!” scherzò Misha.
“Mi dispiace ma io non vado da nessuna parte, Misha.” disse deciso il ragazzo senza distogliere lo sguardo da Jensen.
“Come pensavo!” e uscì dalla camera.

Durante la notte, Jensen si agitò un po’. Forse sognava , forse la sua mente stava rivivendo l’assurdità di quel vicolo. Jared allora , quando lo vedeva muoversi più del dovuto, gli si sedeva vicino e gli accarezzava la fronte, gli ripeteva che tutto era finito, che era in salvo, che Milligan era in carcere e lì ci sarebbe stato per un bel pezzo. Che anche Robert era al fresco.
Poi si fermava e lo guardava, dimenticando il resoconto giuridico dei due Milligan.
In quei momenti, gli ripeteva che lo amava e che era stato uno stupido a non dirglielo subito. Gli diceva che quando si sarebbero ripresi la loro vita, glielo avrebbe detto ogni giorno senza aspettare il momento giusto. E non gli sarebbe interessato altro.
“Non mi interessa se tu non mi ami Jensen. Io te lo dirò, te lo ripeterò sempre, fin quando non lo dirai anche tu a me. Ti sfiancherò Ackles, fin quando non ti sentirò dire “Ti amo”!”  gli diceva sperando che Jensen potesse sentirlo.
Jensen non apriva gli occhi, però, in compenso sembrava chetarsi quando Jared si avvicinava a lui e lo confortava in quel modo.

La mattina seguente, Misha fu il primo medico a visitare Jensen.
“Come sta?!” chiese Jared.
“I valori migliorano. La pressione è ancora un po’ bassa ma dopo l’emorragia che ha avuto è più che plausibile. Gli stiamo somministrando ancora plasma e piastrine. Fisiologica e antibiotici in quantità massiva. Ho visto quel taglierino e non era certo una lama chirurgica!” asserì ricordandosi della ruggine che vi aveva visto sopra.
“Quando credi riprenderà i sensi?!”
“Beh!! questo non posso dirlo. Dipende tutto da ...”

“...me?” fece la voce debole di Jensen.

“Jensen!!!” esclamò Jared avvicinandosi immediatamente al compagno. Subito dietro di lui, Misha.
“Ok, Jared. Spostati….lascia che lo visiti!” e mentre iniziava, vedeva Jared muoversi vicino al letto come un leone pronto ad avventarsi sulla preda. “D’accordo, così non va!” sbottò Misha
“Cosa???” fece in panico Jared. “Che ha? Non sta bene??!”
“No, tu non stai bene.” replicò tra il seccato e il divertito , Misha. “Devi farmi il favore di uscire. Non riuscirò a visitarlo se mi sento il tuo fiato che mi alita sul collo. Quindi per favore , esci!”
“Ma io...no, starò buono….ascolta, io...” provò a mediare.
“Jared...” lo richiamò Jensen.
“Sì!” fece precipitandosi accanto al letto. “Dimmi...che ti serve?.. cosa vuoi che..”
“Voglio che tu... vada fuori!” fece serio e deciso, Jensen. Ma con negli occhi comunque quella dolcezza che Jared aveva imparato a scorgere sempre.
“Ma io...”
“E’ solo sul mio…..collo….che voglio….il tuo fiato!” continuò fingendo gelosia. Fingendo???
Jared lo guardò stupito ma sorridente. Guardò Misha che aspettava fiducioso e poi…
“Ok!” obbedì. “Ma sono qui fuori!” ci tenne a precisare.

Quando furono soli, Misha potè visitare al meglio Jensen.
“Allora….come ti senti?!”
“Come un palloncino sgonfio!” rispose Jensen che pian piano riprendeva più forza anche nella voce.
“E’ chiara come metafora, ma vedrai che ti rimetteremo in sesto. Hai perso molto sangue , Jensen. Te la sei vista brutta, non voglio nascondertelo. Ma ora...ora...va decisamente meglio.” lo rassicurò comunque.
“Misha ?”
“Sì?”
“Lì fuori….cosa...cosa...”
“Nel vicolo intendi?!” e Jensen annuì. “Non ricordi?”
“Non tutto. Qualcosa è confusa. Ricordo Milligan che mi costringe a ...” ma gli bastò guardare una delle due braccia per farlo capire all’amico. “..che lo fa lui quando capisce che non lo avrei mai fatto da me. I suoi farneticamenti su come...risolvere la cosa.  Poi le luci colorate e poi c’eri tu e c’era Jared...e poi il freddo.” riassunse in breve.
“Beh! Sai tutto quello che c’è da sapere, amico mio. Milligan quando ha capito che era spalle al muro come lo era il figlio, è andato fuori di testa e ha cercato di farti fuori volendolo far passare per un suicidio. Ma la cavalleria è arrivata in tempo e tutto si è risolto per il meglio.”
“Come avete capito che eravamo il quel vicolo.”
“Jared!” disse solo, Misha.
“Lui ci ha visti ?” chiese curioso.
“No, se lo sentiva. Ne era convinto. Tutto doveva finire dove tutto era iniziato. E aveva ragione!”
“Mi ha salvato di nuovo la vita!”
“Credo che voi siate fatti per salvarvela a vicenda, Jensen!” e a quell’uscita Jensen lo guardò confuso. “Ti conosco da poco , Jensen. E conosco meno Jared. Ma in questi giorni ho parlato un po’ con Morgan e da quello che ho capito, Jared era un tipo poco avvezzo alle relazioni “vere”, chiamiamole così. Ha una brutta batosta alle spalle, ma a quanto pare tu sei riuscito a farlo….ricredere. Lo hai salvato a modo tuo, da una vita in solitaria. Lui ha salvato la tua in ben altro modo, ma che dire...”
“Ci siamo salvati a vicenda!”
“Esatto!!” fece andando verso la porta e lasciando che Jared entrasse di nuovo in stanza.
“Allora?!” chiese il giovane. “Come stai?” chiese a Jensen e prima che il compagno potesse rispondergli: “Come sta?” domandò ansioso all’amico medico.
Misha sorrise di quel nervosismo. Era quasi quasi tenero da vedere.
“I parametri vitali sono buoni. Anche i valori ematici migliorano in modo soddisfacente. Dovrà stare in ospedale per qualche giorno, fin quando emoglobina, piastrine e tutto il resto non avranno raggiunto i valori giusti, ma non ci sono motivi per stare in allerta. Il tuo ragazzo sta bene e starà meglio!!” riferì soddisfatto.
“Grandioso!!” esclamò sollevato Jared vedendo che anche Jensen sorrideva di quello stesso sollievo.

Quando Misha li lasciò soli, Jared andò a sedersi sul bordo del letto e prese con gentilezza la mano di Jensen.
“Stai bene!” disse convinto.
“Sì!” convenne Jensen. “E non vedo l’ora di ritornare a casa. Alla mia vita. Alla ...nostra vita!” fece quasi timoroso, ma il sorriso e la risposta di Jared, lo rasserenarono decisamente.
“Anche io, ma ho promesso a Misha che farai il bravo e che te la prenderai con calma per quello che riguarda la convalescenza.” sembrò , comunque, già avvertirlo, Jared.
Poi, Jensen, sembrò rabbuiarsi. Preoccuparsi. E Jared notò il cambiamento.
“Jensen, che hai?!”
“Mi dispiace!” fu la risposta inaspettata del biondo.
“Ti dispiace di cosa?!” domandò confuso, Jared.
“E’ stato stupido da parte mia...seguire Milligan, ma lui...lui era nella mia classe….” iniziò a raccontare.
“Jensen, no!!”
“...e aveva una pistola e...”
“Ascoltami!” cercava di parlargli Jared.
“...e il suo sguardo era ...strano. Quasi allucinato e continuava a toccare la pistola sotto la giacca…e c’erano i ragazzi e io...”
“Jensen, basta!” provò a calmarlo quando si accorse che Jensen si stava agitando.
“Dovevo farlo uscire. Sapevo che voleva me e dovevo allontanarlo dai ragazzi. Dovevo e l’ho fatto, Jared e ho combinato questo….casino!” sembrò quasi voler giustificare quello che gli era successo.
“Jensen, tu hai fatto la cosa giusta!” fece deciso Jared, senza nascondere l’orgoglio per il coraggio mostrato dal compagno.
“E poi nel corridoio c’era il preside Benedict e allora ho provato a fargli capire quello che...che succedeva e...”
“E lui ha capito, Jensen. Sei stato furbo e lui ha capito tutto!” lo rassicurò.
“Davvero?!” e questa volta era Jensen quello sorpreso.
“Sì. E’ stato lui a chiamarmi e dirmi che Milligan era con te. Ha capito la “dritta” che gli hai dato nominando Misha come studente e mi ha avvisato immediatamente!”
“Sì...sì..” esclamò a conferma di quello che erano state le sue intenzioni a scuola. “Ha funzionato , allora?!”
“Sì, amico. Ha funzionato.” gli disse sorridente.
“Dio!! penso proprio che dopo questo...” fece indicando la stanza d’ospedale e sé stesso: “… io abbia perso il lavoro. La mia situazione è troppo complicata!” fece frustrato.
“Beh!, se la cosa ti può far piacere, il preside Benedict ha chiamato qualche ora fa, chiedendo delle tue condizioni e ci ha tenuto a dirmi che appena sveglio avrei dovuto comunicarti che il tuo posto è ancora lì per te, non appena sarai in grado di riprendere il lavoro!” gli riferì decisamente soddisfatto, Jared.
Gli occhi di Jensen brillarono di pura felicità. “Davvero?” domandò incredulo.
“Benedict mi ha detto che non esiste insegnante migliore di quello che mette a rischio la propria vita pur di salvaguardare quella dei suoi studenti e che lotterà con le unghie e con i denti pur di riaverti nel suo liceo!” disse ancora.
“Non ci posso credere. Ho ancora un lavoro….un lavoro che adoro!!” fece finalmente rilassato, Jensen.
Poggiò di nuovo la testa sul cuscino, per stare più comodo e Jared lo aiutò a sistemarsi meglio.
“Va’ bene, ora?!” fece il più giovane.
“Molto, ma...”
“Ma , cosa?!”
“Andrebbe meglio se tu...finalmente ti decidessi a ...salutarmi come si deve!” fece con una punta di malizia.
Jared alzò le sopracciglia, colto appena appena di sorpresa. Ma tenne gioco. “Beh! Ti ho detto “ciao”, ti ho chiesto “come ti senti”, ti ho appena spiumacciato il cuscino. Credo di aver fatto tutto!” elencò pensieroso.
“Sicuro?!”
“Sì...ma fammici pensare...vediamo.., forse io...non so….non ne sono sicuro...io magari...”
“Oh per favore, Jared. Smetti di fare lo scemo. Sta zitto e baciami!!” gli ordinò sorridendogli.
Jared non esitò un altro solo secondo ad obbedire, anche perché, pure lui non vedeva l’ora di baciare di nuovo Jensen.
Si avvicinò al compagno allettato e gli sorrise dolcemente, un attimo prima di unire piano le loro labbra. Fu un bacio lento. Dolce. Le labbra si saggiarono lentamente, quasi a volersi riscoprire felici dopo un episodio così tragico.
Jared sorrise in quel bacio e un sospirato “Ho avuto paura di perderti!” gli scivolò via, prima di baciarlo ancora.
Jensen, ormai conscio di essere salvo e al sicuro, non potè che rispondere a quella sincerità sussurrando nella stessa maniera un “Ho avuto paura anche io di non poterti più vedere!”
Quelle due  frasi silenziose servirono come spinta al gesto che ne seguì immediatamente dopo.
Jensen si issò verso Jared e Jared , quasi con disperazione, gli passò le braccia intorno fino ad abbracciarlo completamente. Con la stessa disperata sensazione, anche le braccia di Jensen circondarono il corpo del compagno.
Stretti in quell’abbraccio , i due , restarono fermi.
I respiri sincroni, le teste vicine quasi a volersi condividere i pensieri di quel momento, le mani che si muovevano carezzavano piano le schiene.

“Sei salvo!”
“Grazie a te, Jared!”
“Non avrei sopportato di perderti!”
“Avrei fatto di tutto pur di tornare da te!”
Nessuno dei due minimamente intenzionati ad allontanarsi. A sciogliere quell’abbraccio.

“Resta!”
“Resto!”

   
 
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