Perdonami


Quando ti ho ucciso, eri lì, davanti a me. Mi hai visto arrivare e mi hai accolto con un sorriso incerto, la mia espressione ti aveva colto di sorpresa. Mi hai salutato, come sempre, e mi hai chiesto, così come facevi da un po' di giorni a quella parte, se c'era qualcosa che non andava. Non avevi più un sorriso, nemmeno uno incerto.
Io non ti ho risposto. Come avrei potuto? Cosa ti avrei detto? Sto per ucciderti per un potere superiore. Feci un passo verso di te e, ricordo, i tuoi occhi si sgranarono leggermente. Inconsapevolmente facesti un passo indietro.
Eri stato l'unico che si era accorto del mio cambiamento; forse anche mia madre, ma, probabilmente, preferì non chiedere. Fare come se tutto fosse a posto. Come darle torto? Ero davanti a te e tu facesti una cosa inaspettata, per me. Smettesti di chiedermi cosa stessi facendo e mi sorridesti. Non ne capii mai il perché. Non che allora mi importasse, perciò non mi premurai di chiedertelo. Ora è uno dei tormenti che mi assillano la notte.
Continua ad avanzare verso di te, poi ti uccisi. Non voglio ricordare nei dettagli il modo, il luogo o quant'altro. Questi particolari, seppure è passato tanto tempo, non fanno che aumentare il senso di colpa.
Un senso di colpa che non può essere attenuato dal fatto che ho fatto tutto per un bene superiore. Quando ti ho ucciso non sapevo ancora la parte del tradimento del Clan. Non sapevo che avrei risparmiato Sasuke e che da allora avrei dedicato la mia intera vita per la riuscita del piano. No, quando ho messo fine alla tua vita ero sotto l'effetto delle parole di Madara. Più potere. Ecco cosa continuavo a ripetermi.
Ora non ho bisogno del potere. Avrei dovuto rendermi conto che non era vero potere se, per ottenerlo, dovevo uccidere il mio migliore amico. Tu. Colui che mi è stato vicino quando capiva che ne avevo bisogno.
Per questo mio gesto non potrò trovare consolazione neanche nella morte, che mi sarà portata da Sasuke.
Potrò trovarla solo con il tuo perdono, che non mi merito. Potrai mai perdonarmi, Shisui?