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Autore: EleAB98    10/05/2020    5 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
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La mattina seguente, Jane si risvegliò con un bellissimo sorriso impresso sul volto. Non aveva smesso nemmeno per un momento di pensare a ciò che le aveva detto Hunt la sera prima ma, allo stesso tempo, faticava ancora a credere che il tutto fosse accaduto proprio a lei. Non appena la ragazza prese in mano il suo cellulare, questo vibrò. Aveva ricevuto un nuovo messaggio.

“Buongiorno Jane, come stai? Dormito bene?”

 
Thomas
 
Jane gli rispose immediatamente, con il cuore che batteva all’impazzata.

“Molto bene Thomas, grazie. Quanto all’altra domanda... diciamo che ho cercato di dormire ma temo proprio di aver fallito miseramente. Tu come stai?”

La risposta del professore non tardò ad arrivare.

“Anch’io sto bene, (sono in aeroporto ora) e anch’io, come te, ho passato una notte insonne. Possiamo vederci domani? Mi piacerebbe discutere dell’esercitazione di laboratorio svolta una settimana fa, per poi magari trascorrere del tempo con te.”

“Sai che non aspetto altro” rispose lei. “Comunque, immagino che oggi tu debba rispondere a una marea di interviste.”

“Touché! Ma mi raccomando, stai attenta che a te non accada lo stesso. Ormai sei una celebrità, ricordatelo.”

Jane sorrise alla sua battuta.

“Ma cosa stai dicendo?!”

“Quello che ho detto. Non lo sarai per il mondo, o almeno, non ancora. Ma lo sei per me. Sarai indubbiamente una grande regista, un bel giorno... ma soprattutto, professionalità a parte, sei una ragazza davvero in gamba, e non solo...”

A quelle affermazioni, Jane rispose con altrettanta ironia, sebbene sapesse che quelle ultime parole scritte da Hunt lasciavano intendere quanto egli provasse forte ammirazione nei suoi confronti.

“Wow, ti ringrazio, mio adulatore... Allora a domani. Buon viaggio! E buone interviste...”

“Sai che ne farei volentieri a meno...” rispose lui. “Ma è la prassi. A domani, Jane. Un abbraccio.”

La ragazza richiuse il telefono e, con occhi sognanti, ripensò per l’ennesima volta al risvolto della serata precedente trascorsa con Thomas. Non avrebbe mai creduto che egli provasse per lei una tale ammirazione, men che meno dei sentimenti. Era lei stessa che, in realtà, aveva sempre provato – benché non se ne fosse resa conto nell’immediato – sconfinata ammirazione per lui.

Quanto ai baci che i due si erano scambiati, Jane non riusciva a smettere di richiamarli nella sua mente. Aveva aspettato tanto perché Thomas si esponesse di nuovo e, per la prima volta, fu felice di aver messo un freno al suo carattere impulsivo, lasciando che Hunt la baciasse di sua spontanea volontà, senza tirarsi indietro. In cuor suo, aveva infatti smesso di sperare in una sua possibile confessione che potesse diramare una volte per tutte quei forti dubbi che nei mesi scorsi le avevano arrecato sconforto e profonda amarezza.

Se per lei era stato difficile lavorare insieme a lui senza lasciarsi trasportare dai sentimenti che nutriva nei suoi confronti, adesso sarebbe stato, però, ancora più arduo riuscire a vedersi con l’uomo al di fuori di un contesto professionale, sempre ammesso che Thomas intendesse provarci. In fondo, la sua forte attrazione per lei – così l’aveva definita la sera prima - poteva benissimo spegnersi da un momento all’altro...

Oppure no?

Jane scosse la testa e sorrise di nuovo. In fondo al suo cuore, sapeva benissimo che ormai poteva, oltre ogni ragionevole dubbio, fidarsi del tutto di lui e dei suoi sentimenti proprio perché, in qualche modo, glieli aveva pienamente dimostrati non solo attraverso le parole ma, soprattutto, tramite i suoi meravigliosi baci.
 

 
***

 
“Accidenti, abbiamo perso! Te ne rendi conto?”

Wilson sbatté con forza le mani sulla scrivania del suo ufficio. Dovette fare uno sforzo enorme perché non perdesse del tutto il controllo. Al contrario, il suo amico pareva tranquillo e non mostrò il benché minimo segno di collera o preoccupazione.

“Ma mi stai ascoltando?” dichiarò Wilson, richiamando l’attenzione di Stone.

“Certamente, ci sento ancora bene amico mio” si limitò a rispondere lui. “E ti ho già detto che non c’è non c’è proprio alcun bisogno di perdere le staffe. Ti fa male alla salute.”

“Mi dici come fai a essere così distaccato e tranquillo? Avevamo quasi vinto. Ho sfiorato la vittoria per la seconda volta sebbene credessi, in fondo al mio cuore, di potermi finalmente vendicare di lui... E invece...”

“E invece, per forza di cose, non ti resta altro che ammettere quanto il nostro nemico sia stato più in gamba di te” lo interruppe Malcom, continuando ad aspirare il fumo dalla pipa. “Ma ti assicuro che non è la fine del mondo.”

“Non lo sarà per te, forse... Ti assicuro che non capisco la tua indifferenza rispetto alla suddetta situazione.”

“Ti ho detto che penserò a tutto io, e ho intenzione di mantenere questa promessa” ribatté Stone, spazientito. “Puoi star certo che Hunt non rimarrà nascosto per troppo tempo nell’ombra. Sappiamo entrambi che sta architettando qualcosa... e noi scopriremo che cosa. Basta solo avere pazienza.”

Wilson lo guardò profondamente negli occhi. Il suo amico gli stava forse omettendo un qualcosa di importante?

“So quello che stai pensando, amico mio. Ma non avere fretta, ti spiegherò tutto a tempo debito. Nel frattempo, lasciamo a Hunt lo spazio necessario per emergere di nuovo. Tanto prima emergerà, altrettanto rapidamente affonderà.”

 
***

 
Non appena salì su quell’aereo diretto a New York, Thomas si preparò ad allacciare le cinture di sicurezza. Avrebbe dovuto affrontare l’ennesimo viaggio e l’agguato dei giornalisti tra meno di due ore, per cui il minimo che potesse fare sarebbe stato quello di godersi al meglio lo scenario paesaggistico che gli si prospettava di fianco alla postazione, guardando attraverso la finestra circolare del velivolo.

Quante cose erano cambiate da quando si era recato a San Francisco quel giorno in cui Lennard lo aveva convocato per cercare di convincerlo a partecipare al Festival?

Davvero molte.

E pensandoci bene, anche la sua studentessa era cambiata. O meglio, lui per primo aveva modificato un qualcosa di sé. Effettivamente, il suo progressivo cambiamento era stato accompagnato dalla presenza costante di Jane che a sua volta aveva mutato, seppur di poco, la sua attitudine. Entrambi avevano subito un processo di evoluzione comportamentale non indifferente che li aveva finalmente – seppur non completamente - portati a dichiarare i loro sentimenti, peraltro in una circostanza inaspettata.

No, Thomas non aveva affatto programmato di dirglielo o, almeno, non in quella situazione. Non al Festival... In quel preciso momento in cui aveva visto Jane in quel backstage, però, i suoi sentimenti avevano preso il sopravvento e lui, per la prima volta dopo tanto tempo, non vi si era opposto con quella fermezza che aveva mostrato in precedenza. Benché una parte di lui non si sentisse completamente nel giusto, l’uomo ignorò ancora una volta tale sensazione per lasciar spazio ai suoi reali sentimenti affinché potesse analizzarli con giustizia, non con distacco.

Quei baci che aveva dato a Jane non erano stati affatto un capriccio, né tantomeno frutto di un’attrazione temporanea. Tutto ciò che le aveva detto gli era stato dettato dal cuore, non dalla difficile circostanza in cui i due riversavano al momento della loro breve discussione. Quella discussione culminata con un abbraccio regalatogli dalla sua studentessa e che, all’istante, gli aveva riscaldato quel cuore freddo ormai da chissà quanti anni. Thomas sorrise di nuovo a quel recente ricordo. Quell'abbraccio lo aveva riportato alla vita, lo aveva sconvolto a tal punto da non riuscire a pensare ad altro. In effetti, malgrado ammettesse quanto la situazione tra i due fosse complicata e, a tratti, spaventosamente rischiosa, il suo cuore si rifiutava di pensare a tali complicazioni o a inutili ‘panegirici’ di quel tipo.

Perché quel suo stesso cuore gli aveva espressamente ‘comandato’ di non farlo.


***


Il giorno dopo, Thomas e Jane si incontrarono in un bar a pochi isolati dalla casa di quest'ultima. Il quartiere in cui abitava Jane non era molto affollato, dunque i due avrebbero potuto confrontarsi e parlare in tutta tranquillità. Quando Thomas giunse a destinazione, Jane notò l’abbigliamento poco formale del professore.

Probabilmente, aveva indossato dei vestiti semplici per non dare troppo nell’occhio, o magari per dimostrare a chiunque di essere una persona normale, esattamente come tutte le altre. E Jane non poté non ammirare quanto fosse altrettanto elegante in quella veste. Ancora prima di sedersi, entrambi si scambiarono una stretta di mano per non destare sospetti. Ma non fu altrettanto facile nascondere il sorriso che ‘popolava’ i loro volti.

“Allora, come stai? Cosa mi dici delle interviste?” domandò Jane, sedendosi finalmente sul tavolo.

“Nulla di così eccitante da segnalare...” rispose lui, scuotendo la testa. “Le solite domande di routine.” 


“E la città di New York? Un bello spettacolo, non è così?” 

“Sarei più propenso nel definire....”  Thomas si guardò intorno. “lei uno spettacolo, signorina McMiller.”  disse poi, sussurrando. Ma converrà con me che, per lo meno in questa circostanza, è necessario discutere dell'ultima esperienza di laboratorio scenico che ha svolto qualche settimana fa. Domande preliminari?”

“A dire il vero... sì” rispose ironicamente Jane, nascondendo un sorriso. “Potresti smettere di essere così formale?” continuando a dargli del tu.

“Questa è la Jane McMiller che conosco” ribatté Hunt con un sorriso. “Ma in questa circostanza, è necessario rimanere professionali. Ti prometto che avremo modo di parlare più tardi delle nostre questioni private. D’accordo?” rispose lui, arrendendosi 'alla volontà' della giovane.

“Mi sembra giusto” convenne Jane, compiaciuta. “Comunque... riguardo l’esercitazione, ammetto quanto la sua difficoltà mi abbia completamente spiazzata, per lo meno all’inizio. Alla fine, però, mi sono fidata della mia discreta esperienza e di quel fiuto di regista che decanti sempre nelle tue lezioni. E devo ammettere anche quanto sia stato stimolante districarmi nei meandri della suddetta prova.”

“E brava la mia studentessa. Quanto alle relative difficoltà?”

Jane ci rifletté un minuto.

“Beh, queste riguardavano per lo più la scelta di un piano piuttosto che un altro, con specifico riferimento alle scene proiettate nel video.”

Hunt ascoltò attentamente Jane, nonostante non riuscisse a distogliere lo sguardo dai suoi occhi azzurri, dai quali traspariva la sua stessa felicità.

“Concordo con te” le disse poi. “Non era affatto facile, ma ti annuncio che ci sei riuscita quasi alla perfezione.”

Il professore estrasse il suo elaborato dalla valigetta e glielo porse.

“Guarda tu stessa.”

Con profonda incredulità, Jane guardò il suo scritto. Poi Hunt. Poi di nuovo il foglio.

“Wow, ma... è fantastico!” esclamò lei, in preda all’entusiasmo. Ci sono solamente tre errori!”

“Sorpresa? Hai fatto davvero un ottimo lavoro, i miei complimenti.”

“Ti ringrazio... Adesso, però, dobbiamo festeggiare.”

“Cos’hai in mente?” domandò Thomas alzando un sopracciglio.

“Usciamo da qui, ti prego.”

“Lascia almeno che prenda un caffè!” ribatté lui.

“Dai, non prendermi in giro!”

“Non sto scherzando Jane, sono serio. Anzi, serissimo...”

Vedendo negli occhi la disapprovazione della ragazza, Thomas si arrese ancora una volta. 

“E va bene, faremo come vuoi tu... Andiamo in un posto più tranquillo. Vieni con me.”

“Dove andiamo?”

“Lo scoprirai presto. Abbi solo un po’ di pazienza.”

I due uscirono dal bar e Thomas condusse Jane per mano. Non appena entrarono in macchina, Jane si ritrovò a sorridergli.

“Non posso ancora credere che tu sia qui con me nelle vesti di un semplice uomo e non di un professore.”

“Temo dovrai farci l’abitudine” rispose lui, ricambiando il suo dolce sorriso.

“Beh, allora credo proprio che mi abituerò in fretta all’idea...”

“Ne sono lieto. Pronta per partire?”

“Dove avresti intenzione di portarmi?”

“Te l'ho detto... lo scoprirai a tempo debito...” rispose l’uomo, senza aggiungere altro.

Dopo qualche minuto, la ragazza si accorse che il posto cui lui la stava conducendo le sembrava fin troppo familiare.

“Scusa un attimo, sbaglio o... ci stiamo dirigendo verso casa mia?” domandò Jane d'un tratto, dopo circa dieci minuti dall'inizio del viaggio.

“No, non sbagli” confermò Hunt. “Ti sto conducendo in un posto molto vicino a casa tua.”

Non appena Hunt accostò la macchina lungo il viale che si trovava a pochi passi dalla casa della ragazza, Thomas aprì a Jane la portiera dell’auto e si addentrò insieme a lei in una viuzza nascosta che la giovane non aveva mai avuto l’occasione di notare.

“Dove stiamo andando, Thomas?”

“Dammi la mano e non fare domande” replicò lui, facendole l'occhiolino.

Jane si limitò ad annuire e cominciò ad incamminarsi con lui attraverso quel piccolo e impervio sentiero che li avrebbe condotti dinanzi a uno scenario a dir poco magnifico.

“Siamo arrivati” proruppe Hunt, dopo qualche minuto di cammino percorsi nel totale silenzio.

Jane spalancò gli occhi per la sorpresa. Aveva ingenuamente ignorato che quel posto fosse del tutto immerso nella pace e nel silenzio della natura. Insomma, quel piccolo angolino di mondo, sembrava una sorta di paradiso terrestre.

“Thomas... è meraviglioso. Sono davvero senza parole...”

Entrambi si sedettero nei pressi di un piccolo ruscello e per qualche istante rimasero accoccolati in quel posto, intenti ad ascoltare i dolci rumori della natura. Jane aveva poggiato la propria testa sulla spalla dell'uomo, che poco dopo la guardò profondamente negli occhi.

“Sai, Jane... solevo spesso recarmi qui durante gli anni della mia adolescenza” le disse poi, con estrema serietà.

“Dici davvero?”

“Sì” confermò Thomas. “Amavo immergermi profondamente nella quiete di questo bosco e ascoltare il flusso ininterrotto di questo ruscello. Ogni qualvolta mi sentivo triste o stressato venivo qui e, dopo qualche ora di perfetta solitudine, mi sentivo completamente rigenerato.”

“E ora... come ti senti? Sei per caso triste? O stressato?” domandò lei, colpita da quell’inaspettata confidenza.

“Come potrei esserlo?” sorrise lui. “Quest’oggi, al contrario, mi sento profondamente rilassato.”

La ragazza tirò un sospiro di sollievo. Per un momento, il suo religioso silenzio l’aveva leggermente allertata.

“Perché mi hai portato qui?” gli domandò poco dopo, quasi sussurrando. “Non che non mi piaccia, anzi. Ti ho detto già quanto tutto questo sia meraviglioso.”

Thomas ruppe l'abbraccio e, dolcemente, prese la mano di Jane, ponendola tra le sue.

“È la prima volta che vengo qui con qualcuno” rispose Hunt, guardandola dritto negli occhi. “E sono davvero felice che questo qualcuno sia tu.”

“Oh, Thomas... sei stupendo.”

Senza pensarci due volte, Jane si avvicinò a lui e, finalmente, si scambiarono un bacio. Thomas strinse di nuovo a sé la ragazza, con una dolcezza e una fermezza senza precedenti. Sembrava proprio che l’uomo tenesse a lei più di quanto avesse mai ammesso a se stesso. E Jane non poteva esserne più felice. Dopo qualche istante, i due si guardarono l’un l’altra e lei espresse profonda gioia e piacevole incredulità.

“Jane, ascoltami” fece poi Thomas, tornando serio. “Non ho più alcuna intenzione di rinnegare i miei sentimenti per te. Ma comprenderai che la nostra è una situazione molto complicata.”

“Lo capisco. Ma non mi sono mai sentita così felice.”

“Nemmeno io” rispose Hunt con un sorriso. “Ma non possiamo abbandonarci totalmente a quello che proviamo l’uno per l’altra.”

“Perché?”

“Sai benissimo perché. Tu sei un astro nascente della cinematografia, un talento raro... e io non voglio che per colpa di una situazione come questa tu venga penalizzata.”

“È così spietato il mondo del cinema?”

Lo sguardo dell’uomo si tinse di una velata preoccupazione.

“Lo puoi dire forte. Ma non si tratta solo di questo.”

“Lo so” disse lei sospirando. “Io sono la tua studentessa e tu sei il mio professore. E i nostri ruoli ci impediscono di costruire un rapporto che non sia esclusivamente professionale.”

“Esattamente. E le regole parlano chiaro. La Hollywood U prevede persino l’espulsione dello studente e una pesante querela per il professore sorpreso a instaurare rapporti di natura privata che non siano adeguatamente documentati - nonché approvati - dalla stessa università.”

“Non sapevo che le regole vigenti fossero così rigide” rispose lei. “Ma voglio dirti una cosa, Thomas.”

“Dimmi pure.”

“Non voglio fingere che tra noi non ci sia qualcosa. Non quando siamo insieme da soli... abbiamo resistito fin troppo senza manifestare appieno i nostri sentimenti.”

“Hai ragione Jane... perciò ti prometto che, quando saremo soli in privato, potremo comportarci come due persone che stanno provando a frequentarsi al di fuori di un contesto ostile e tirannico riguardo questioni di tale natura.”

A seguito di quelle parole, alla ragazza brillarono gli occhi.

“Dici sul serio? Vorresti che... ci frequentassimo? Come due persone normali?”

“Sì, vorrei provarci. Con le dovute cautele, s’intende... Quello che so è che vorrei imbarcarmi nella conoscenza di questa bellissima ragazza di nome Jane McMiller.”

La giovane soffocò una risatina.

“Ovviamente non si tratterà, però, di una vera e propria frequentazione, capisci? Dovremo stare molto attenti.”

“Ne sono consapevole. Ma voglio anche che tu ne sia veramente sicuro.”

Thomas si avvicinò alla ragazza e le diede l’ennesimo bacio.

“Può bastare questo mio gesto come risposta?”

“Mmm... vediamo un po’... forse avrei bisogno di un’ulteriore conferma...”

Jane gli si avvicinò per l'ennesima volta ma l'uomo, contrariamente a quanto si aspettava, ricevette da lei un forte abbraccio. La giovane amava sentirsi protetta tra le braccia di Thomas che, anche questa volta, ricambiò il gesto con altrettanta intensità. D’altronde, l’uomo era davvero convinto di stringere a sé una ragazza speciale.
   
 
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