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Autore: Lucylucy14    10/05/2020    1 recensioni
L'amore può nascere ovunque, anche nel bel mezzo dell'Oceano. La vita porta sempre qualcosa di inaspettato, di bello, come una storia d'amore, ma anche di problematico, come onde gigantesche pronte a spazzar via tutto ciò che incontrano sul loro cammino. La storia di un'archeologa e di uno spadaccino, che hanno imparato ad amarsi, nonostante tutto e tutti.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai era mattina, il mare era calmo e sulla Thousand Sunny risplendeva un sole caldo primaverile, decisamente piacevole, Robin sentì dei rumori e si avviò verso la cucina. Era Sanji, lui era sempre il primo a svegliarsi, molte volte il resto della ciurma gli aveva detto che per la colazione potevano tranquillamente arrangiarsi, senza il bisogno che lui si svegliasse presto per cucinare, ma la sua morale di cuoco glielo impediva, e per questo ogni mattina si svegliava alla 6. “Buongiorno Sanji” disse Robin entrando in cucina. “Buongiorno mia Robin – chan, sei splendente come il sole questa mattina, ma sarai molto stanca immagino, ti ho preparato una omelette e del caffè caldo, proprio come piace a te” rispose il cuoco scattando dalla sua postazione in estasi, porgendo all’archeologa un piatto fumante, con un’omelette a forma di cuore con sopra scritto Robin. “Grazie mille Sanji – kun, sei stato gentilissimo, come al solito” dicendolo poggiò una mano su quella del cuoco per ringraziarlo, il quale iniziò a perdere sangue dal naso e cadde a terra, ripetendo tra sé e sé in modo quasi robotico “R…Robin – chan … mi … mi … mi …ha … toccato la …..mano”. Poco dopo in cucina entrarono Nami e Chopper, e quest’ultimo, alla vista del cuoco in quello stato, si fiondò su di lui pensando che gli fosse successo qualcosa. “Sanji cosa ti è successo? Ti sei ferito?” chiese la renna preoccupata. “R…Robin – chan … mi … mi … mi …ha … toccato la …..mano” disse alzandosi lentamente. A quelle parole Nami gli si avvicinò e gli diede un pugno in testa, facendolo così ricadere a terra, mentre la renna cercava in tutti i modi di rianimarlo. “Yo ho ho ho, buongiorno ragazze, siete una meravigliosa visione mattutina, i miei occhi brillano di gioia per voi, peccato che io non abbia gli occhi. Yo ho ho ho” disse Brook sull’uscio della porta, guardando le due ragazze, le quali contemporaneamente si misero una mano in volto. Tra lui e Sanji, davvero non sapevano chi fosse peggio. “Robin dovresti andare a dormire, sarai stanca” disse Nami all’amica, mentre anche lei si ritrò davanti un dolce a forma di cuore con sopra il suo nome inciso. Il cuoco aveva trattato come sempre entrambe con riguardo. “No per oggi passo, devo finire di leggere un libro, sa se alcune mie previsioni sono giuste, potremmo trovare un tesoro inestimabile tra qualche giorno, poi vi parlerò di tutto nel dettaglio, e tu dovresti aiutarmi a tracciare una rotta” “T…..t….tesoro INESTIMABILE??????” Nami si era fermata a quelle parole, i suoi occhi si erano trasformati in Berry e ora desiderava trovarlo più di qualsiasi altra cosa, pensava a quante cose avrebbe potuto comprare, quanti vestiti, cappelli e costumi. “Sicura Robin? Ormai hai una certa età, avresti bisogno di riposare” chiese Usopp. Erano così presi a fare colazione e conversare che non se ne accorsero, Robin era sul punto di incrociare le braccia per far comparire un pugno sulla testa di Usopp, quando Sanjì la precedette e con un “NON TI PERMETTERE MAI PIU’ DI OFFENDERE ROBIN – CHAAAAAAN” inseguì Usopp con un mestolo di legno, il quale, preso dalla paura, iniziò a correre per tutta la cucina. Tutti iniziarono a ridere vedendo la scena. “Ho FAAAAAAAAAAAME” a questo grido tutti si voltarono verso il corridoio e videro entrare un Luffy affamato, che si toccava la pancia, la quale brontolava come se non mangiasse da mesi “Sanji, portami tutto quello che hai, stamattina sono più affamato del solito” “E quale sarebbe la novità?????” gli urlò contro Nami. “Ma quello … è un dolce???” gli occhi di Luffy iniziarono a brillare vedendo nel piatto della navigatrice, la quale iniziò a mangiare velocemente nella paura che potesse mangiare anche quello. “Shi … ma è quashi finito … mi disphiace” gli rispose riempendosi la bocca più che poteva. Robin interruppe la scenetta tra i due “Capitano, sto studiando una nuova isola, ma non è come le altre, potrebbe portarci ad un tesoro molto prezioso, devo solo finire di studiare un libro che potrebbe aiutarci a trovarla e tracciare una rotta con l’aiuto di Nami” “Un’isola diversa? Un tesoro? Yuppyyyyyyyyy, ci sto, non vedo l’oraaaaaaa” rispose Luffy, e facendo finta di nulla allungò sotto il tavolo una mano, che comparve dall’altro lato della navigatrice cercando di rubarle un pezzo di dolce, la quale se ne accorse in tempo e conficcò una forchetta sul tavolo, in prossimità della sua mano, visibilmente adirata. Sanji per poco non si strozzava con il fumo di sigaretta, Brook scoppiò in una risata fragorosa che gli fece perdere la mascella, mentre Chopper sotto shock iniziò ad indietreggiare nascondendosi dietro Robin, che iniziò a ridere e salutandoli si diresse in biblioteca per cercare di finire il suo libro. Robin prese il libro riposto sullo scaffale e si sedette sul divano sospirando, in effetti era stanca, ma non poteva permettersi di dormire, ora che era così vicina a scoprire dove sarebbe comparsa quell’isola. Iniziò a sfogliare le pagine cercando di capire quale fosse il tassello mancante, e si rese conto di un particolare che il giorno prima non aveva notato, forse confusa dagli schiamazzi dei compagni, al libro mancava una pagina, la 27, era stata staccata da qualcuno. Quindi loro non erano gli unici alla ricerca di quell’isola, ma soprattutto chi erano gli altri … probabili alleati o nemici? “Sicuramente nemici” sussurrò a bassa voce, infatti quando si tratta di tesori, è sempre un tutto contro tutti. Aveva bisogno di altri libri e magari chiedere informazioni a qualcuno, alla prossima isola dove sarebbero approdati per il rifornimento avrebbe dovuto indagare più a fondo. I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno bussare alla porta. “Avanti” rispose. Sentì la porta aprirsi, alzò lo sguardo dal libro e di fronte a sé vide l’ultima persona che avrebbe mai immaginato potesse entrare in biblioteca. “Zoro … hai bisogno di qualcosa?”, vide lo spadaccino appoggiato all’ingresso, che sorseggiava qualcosa da una tazza di un color verde simile ai suoi capelli. “Credo che in tutti questi anni non sono mai entrato in questo posto” mentre curioso si guardava intorno. “O forse ci sarai entrato, quando ti perdi per la nave sbagliando stanza” “Ah ah ah … molto divertente. Il mio senso dell’orientamento è impeccabile” “Ne sei così sicuro?” disse lei divertita. “Se mi perdo è perché voi non sapete darmi bene le indicazioni” “Sarà sicuramente così, spadaccino” Entrambi si guardarono e sorrisero. “Caffè?” disse Robin indicando il contenuto della tazza color verde. Zoro scosse la testa “Sakè”. “In effetti, stupida io che ho chiesto, sakè è il tuo secondo nome. Comunque … non mi hai ancora detto il motivo per cui sei qui” disse Robin ricominciando a sfogliare il libro che aveva tra le mani. “Ero solo curioso, tu ieri hai visto il mio territorio, volevo vedere il tuo” “E cosa ne pensi?” “E’ proprio come lo immaginavo, noioso, pieno di libro …” disse guardandola con aria quasi di sfida, e con un sorriso beffardo sul volto “ … molto diversa dalla mia palestra” “E’ normale, d’altronde rispecchiano le nostre personalità. Una biblioteca è molto diversa da una palestra e proprio come loro … siamo molti diversi io e te” lo rispose Robin, continuando a non distogliere lo sguardo dal libro. Non sapeva bene il motivo, ma improvvisamente si sentiva quasi in imbarazzo, preferiva continuava a leggere. Zoro fu deluso da quelle parole, non rispose neppure, si limitò ad uno strano verso, come ad acconsentire, si voltò e se ne andò richiudendo la porta. “Siamo molto diversi io e te”, quelle parole gli continuavano a girare in testa, mentre lentamente tornava sulla prua della nave. Non riusciva nemmeno a capire bene il motivo per il quale quelle parole l’avevano così toccato, in fondo erano solo parole di una sua compagna. Lo spadaccino era così preso da suoi pensieri che non si accorse neppure della presenza di Nami, che lo chiamò, vedendolo uscire dalla biblioteca. “Ha sempre la testa tra le nuvole quel ragazzo, cosa ci faceva poi in biblioteca? Si sarà perso come suo solito, forse cercava la cucina” penso la navigatrice, mentre andava da Robin, voleva chiedere alla sua amica maggiori informazioni su quest’isola, non ce la faceva più ad attendere, inoltre doveva iniziare a pensare ad una rotta. La giornata trascorse velocemente, tutti erano molto impegnati. Alle ragazze in biblioteca si aggiunse Chopper, che voleva saperne di più su alcune foglie che aveva visto a Dressrosa, forse potevano essere utili in caso di scottature. Franky e Usopp erano stati tutto il giorno a costruire un nuovo cannone, potenziato dalla luce del sole, poteva essere molto utile in caso di un attacco improvviso della Marina, e stavano discutendo tra loro su che nome dargli, in quanto Usopp riteneva che “Super Usopp Maxi Flash” era un nome adatto. Luffy e Zoro avevano trascorso il pomeriggio ad allenarsi, volevano migliorare l’Haki dell’osservazione, e cercavano di captare, quasi curiosi, il cuoco che si era immerso a pesca. La cena fu molto rapida, non come la festa della sera precedente. Erano tutti molto stanchi e avevano fretta di andare a dormire. Zoro se ne andò a prua, era il suo turno di guardia quella notte, si appoggiò all’albero maestro, alla fine chi avrebbe mai potuto dirgli qualcosa se dormiva giusto un’oretta. Improvvisamente sentì un lieve fruscio, come se qualcosa si fosse mosso nell’aria, aprì l’occhio e ciò che vide fu una mano, davanti a lui, che sorreggeva una tazza verde, la stessa che aveva la mattina. “Stasera sei tu che non riesce a dormire, archeologa”, Zoro prese la tazza, si voltò e vide nell’ombra una sagoma longilinea che si avvicinava a lui, si rigirò “Ma questo non è sake” confermò annusando il contenuto della tazza. “No, è caffè, ti sarà più utile” disse mentre si sedeva anche lei appoggiandosi all’albero maestro, non molto lontano da lui, poi continuò “Oggi non mi hai più risposta, dopo che ti ho detto che siamo diversi, semplicemente te ne sei andato” “Non avevo più nulla da dire” “Un uomo di poche parole” Entrambi continuavano a fissare l’orizzonte, inconsapevolmente facevano di tutto per evitare di incrociare i propri sguardi. “Però, sai Zoro, non mi hai fatto concludere il mio discorso. Essere diversi non è una cosa brutta, anzi, è solo essendo diversi che ci si completa” A quelle parole Zoro si irrigidì, gli avevano fatto uno strano effetto, una sorta di scossa percorse tutto il suo corpo. Cos’era quella insolita sensazione? Detto ciò Robin si alzò e sussurrandogli un “Buonanotte spadaccino” se ne andò verso la sua stanza. Zoro sorrise e tra sé e sé pensò “Buonanotte Robin”.
   
 
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