Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: EleAB98    10/05/2020    4 recensioni
(SERIE 1*) Hollywood U è una delle università più prestigiose della California.
Jane McMiller, ragazza ambiziosa dotata di grande talento, ha un sogno: diventare un'affermata regista. C'è solamente un ostacolo che s’interpone tra lei e il suo sogno. Thomas Hunt, infatti, il professore più in gamba dell'università, non le darà certo vita facile.
E come se non bastasse, la giovane ragazza si ritroverà, ancora una volta, a scegliere tra l'amore e la carriera.
Due mondi apparentemente inconciliabili, uniti da un filo sottile. Due mondi destinati a scontrarsi con la forza più misteriosa e allo stesso tempo più potente. La forza dell'amore.
Di un amore proibito che li sconvolgerà totalmente...
NOTA: Sono presenti delle citazioni tratte dal romanzo Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Alunna e Il Professore'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nei giorni che seguirono, Thomas e Jane limitarono i loro incontri per non destare nella mente dei colleghi o negli studenti dei forti sospetti. Effettivamente, la giovane studentessa si recava ben di rado nell’ufficio del suo professore ma i due continuarono, nonostante i vari impegni accademici e lavorativi, ad approfondire la loro conoscenza attraverso un fitto scambio di messaggi e telefonate che, pur non compensando del tutto il loro desiderio di trovarsi l’uno accanto all’altra, riuscivano comunque ad alimentare la reciproca e forte speranza che, un bel giorno, avrebbero potuto frequentarsi in pubblico senza provare alcun timore, né tantomeno vergogna per un qualcosa che ai più poteva apparire sconveniente.

Ed effettivamente lo era.

Eppure, nessuno dei due voleva pensare alle inevitabili conseguenze cui avrebbero dovuto far fronte nel caso in cui qualcuno li avesse scoperti. Per un intero mese, entrambi avevano continuato a vedersi, seppur di rado, a casa di Hunt, al riparo da sguardi indiscreti. Alcune volte, nel cuore della notte, Jane soleva tornare nel suo dormitorio senza che nessuno potesse accorgersi della sua assenza. In effetti, solamente Addison era al corrente dei loro incontri segreti.

Una volta, i due, spinti dal grande desiderio di trascorrere una serata diversa, avevano persino provato a prenotare una serata in un ristorante ben lungi dall’università e dai pressi di Los Angeles, ma con scarsi risultati. Quell’unico incontro pubblico si era trasformato, a tutti gli effetti, in una boriosa cena di lavoro che aveva completamente distrutto l’atmosfera romantica inizialmente creatasi.

Qualcuno aveva infatti riconosciuto il grande regista e gli si era avvicinato al tavolo, dunque egli non poté fare altro che inventarsi una scusa plausibile, dichiarando che la signorina McMiller avrebbe dovuto sostenere un importante colloquio con un direttore cinematografico per poter elaborare una futura tesi sull’argomento da lei scelto e di cui Hunt era l’assoluto specialista.

Dopo tale esperienza, entrambi decisero a malincuore di abbandonare il proposito di vedersi in pubblico. Ed ecco che, nel suo dormitorio, Jane si preparò a trascorrere l’ennesima serata a casa di Thomas. Non appena terminò di prepararsi, Addison passò a prenderla e la lasciò proprio davanti alla casa del professore.

“Mi raccomando, divertiti!” le disse Addison. “Ma vedi di non fare troppo tardi. Anch’io ho bisogno di sfogarmi e raccontarti delle mie avventure amorose, di tanto in tanto” aggiunse poi, facendole l’occhiolino.

“Non so come ringraziarti Addi, sei una vera amica. Mi dà sicurezza il fatto che tu sia sempre pronta ad accompagnarmi e a sostenermi in questa piccola grande... follia.”

“Concordo con te, è davvero una follia. Ma se ti rende felice... Allora lo sono anch’io per te.”

Le due si abbracciarono e, dopo qualche istante, Jane uscì dalla macchina. In sordina, varcò immediatamente la soglia del portone e salì rapidamente le scale. Non appena suonò il campanello, Thomas aprì la porta.

“Prego, entra pure” esordì Thomas, regalandole un dolce sorriso. “Non sai quanto ho aspettato questo momento.”

L’uomo la strinse forte a sé cingendole la vita e lei ricambiò il suo gesto, aggrappandosi a lui per le spalle. Per un’intera settimana, i due non si erano visti se non di sfuggita all’università, perciò avevano tentato di compensare con qualche lunga telefonata che, però, non aveva affatto acuito i loro desideri.

“Anch’io non vedevo l’ora di vederti” disse lei, regalandogli finalmente un bacio.

Thomas ricambiò all'istante e assaporò quel magico momento continuando, allo stesso tempo, a inspirare il dolce profumo agrumato emanato da Jane, che aveva letteralmente invaso la stanza, mescolandosi all’acqua di colonia che lei amava tanto.

“Sai, è stata una settimana davvero pesante” mugugnò poi, trascinandola sul divano senza smettere di baciarla. “E sono davvero felice che il weekend sia culminato con il nostro incontro.”

“Non posso certo non dire lo stesso” rispose lei, lasciandosi guidare da Hunt. “Ma finalmente, in questo momento siamo solo io e te.”

“Esattamente” disse lui, cingendole ancora una volta la vita. “E puoi star certa che, almeno per le prossime due ore, nessuno ci disturberà.”

“Mi piace l’idea... allora, sei pronto per l’ennesima serata da film?”

“Come sempre. Cosa vuoi vedere stavolta?” domandò lui con curiosità.

Jane estrasse un DVD dalla sua borsa. Thomas sussultò alla sua vista.

“Ma quello è...”

“Esatto” confermò lei. “Ecco, non l’ho ancora visto, dunque ho pensato che magari potevamo visionarlo insieme.”

“Assolutamente no” rispose lui, scostando lo sguardo.

Jane scrutò con attenzione i tratti del suo viso. Le sue iridi già scure si erano adombrate di un ulteriore ottenebramento che copri del tutto le caratteristiche striature verdi di cui erano dotate, la mascella squadrata era serrata, le sue labbra incurvate in una smorfia indecifrabile .

“Thomas... Ho detto forse qualcosa di sbagliato?” domandò lei, sentendosi per un momento in colpa. Non avrebbe certo voluto rovinargli la serata. “Insomma, si tratta del tuo primo film, dunque...”

“No Jane, no...” rispose lui, ricomponendosi all’istante. “Non hai detto nulla di sbagliato. È solo che... Non ho affatto voglia di rivedere il mio primo film. Pensiamo al presente, non ho alcuna voglia di rivangare il passato” le disse poi, avvicinandosi a lei. “Scegliamo qualcos’altro, d’accordo?”

La ragazza si limitò ad annuire e ripose il DVD nella sua borsa.

“D’accordo” convenne poi, regalandogli un timido sorriso. “Cos’hai in mente?”

“Ricordi la serata che abbiamo trascorso in quel Making Of il giorno di S. Valentino?” domandò lui, perdendosi in quei ricordi non troppo lontani e così vividi nella sua mente.

“Come dimenticarla...”

“Ecco, vorrei che tu vedessi il film ‘City Of Angels.’ Sarebbe davvero un peccato che tu non conosca uno dei film forse più commoventi della storia del cinema.”

“Aspetta un momento... intendi forse quel film di cui abbiamo ballato la colonna sonora?” domandò lei, elettrizzata.

Hunt sorrise.

“Proprio quello.”

Hunt si alzò dal divano, andò a prendere il DVD e lo porse alla studentessa che, estasiata, ne ammirò ogni singolo dettaglio. Nella copertina figurava uno dei più grandi attori di tutti i tempi: Nicolas Cage.

“Beh, se il protagonista assoluto è questo attore, non dubito che sarà un davvero un gran bel film.”

“Devo essere geloso?” scherzò Hunt, alzando un sopracciglio.

Jane scosse la testa e sorrise alla battuta. Poi, come soleva fare durante quelle serate, inserì il DVD nel videoregistratore e premette il tasto PLAY. Thomas, nel frattempo, spense le luci e chiuse del tutto le tende. Ed ecco che i due si ritrovarono nuovamente accoccolati su quel divano, pronti ad assistere alla visione dell’ennesimo film vincitore di numerosi premi.

Durante la pellicola, Thomas guardò spesso Jane con la coda nell’occhio. La ragazza sorrideva e sembrava si trovasse completamente a suo agio, nonostante quella serata fosse analoga alle altre. In particolare, nel momento in cui nel film si presentò ‘la loro’ canzone, i due si voltarono all’unisono e Thomas avvicinò la sua mano a quella di Jane. Con fermezza, lei gliela strinse, continuando a sorridergli.

“Che ne dici, ti va di ricreare quell’atmosfera?” le disse lui, rompendo il silenzio.

“Con molto piacere, professor Hunt” scherzò la ragazza, alludendo al fatto che fino a pochi mesi fa avevano ‘recitato’ un ruolo ben definito durante quel ballo.

“Signorina Jane... devo confessarle che non mi aspettavo quest’audacia da parte sua” rispose Hunt, in realtà non poi così colpito dalla sua provocazione. “Non vorrà per caso recitare un’altra volta quello scomodo ruolo che tuttora ricopriamo...” aggiunse poi, trascinandola verso sé.

“Le ricordo che il tutto è partito da lei, caro professore...” replicò la ragazza, stringendosi a lui e muovendo i primi passi girando intorno al soggiorno.

“Mmm... non ne sarei così sicuro, signorina...” le disse lui, strappandole un dolce bacio. “Ma potremmo sempre... cominciare ora... se lei è d’accordo, ovviamente...” aggiunse poi, reclamando nuovamente le sue labbra in un gesto fulmineo.

Quell’ambigua affermazione mandò la ragazza letteralmente fuori di testa. Una forte emozione la pervase dalla testa ai piedi e approfondire quel dolce bacio fu per lei abbastanza naturale. Thomas, dal canto suo, l'assecondò all'istante e prese ad accarezzare il corpo della studentessa con maggior confidenza e altrettanto entusiasmo. Per la prima volta dall'inizio della loro difficile frequentazione, la giovane percepì in quell'abbraccio ‘una strana energia’: l’attrazione che provava nei confronti del regista era ormai evidente e, a quanto pare, si poteva dire lo stesso di lui. L'uomo continuò a baciarla insistentemente e le sue mani scivolarono dalla schiena ai fianchi ben proporzionati della ragazza, che poi trascinò sul divano. La giovane si abbandonò del tutto al suo slancio non appena il grande palmo dell'uomo percorse per intero la sua coscia nuda e vulnerabile, pronta a ricevere le giuste attenzioni.

A quella carezza impudente e dolce al tempo stesso, Jane sospirò profondamente e si fiondò nell'incavo del collo del regista, impregnato dell'acqua di colonia che si insinuò con prepotenza nelle sue narici, creando un perfetto connubio tra le sue labbra e quelle di lui, che presero a lambire la spalla scoperta della ragazza. Nel frattempo, le dita dell'uomo si avventurarono sotto il top leggermente aderente che indossava e ne sfiorò il ventre tonico e la schiena liscia e perfetta.

Quel contatto così nuovo le provocò brividi intensi lungo tutta la spina dorsale, mentre un potente sfarfallio le invase lo stomaco. L'uomo si avventò con rinnovato entusiasmo sulle labbra sottili e lucenti della ragazza, pregandola tacitamente di approfondire quel reciproco scambio di piacere. Jane si concesse nell'immediato e le loro lingue presero a sfiorarsi; dapprima con delicatezza, per poi unirsi in una danza intrisa di passione e desiderio. Non appena la mano di Thomas raggiunse una piccola graffettina di ferro, la ragazza si lasciò scappare un gemito e il regista si arrestò proprio in quel punto, indugiando per un momento. Avrebbe tanto voluto sganciarle il reggiseno e accarezzare quel seno fiorente seppur minuto per poi baciarlo con ardore, osservando ogni singola reazione di colei che gli aveva fatto perdere la testa. Ancora una volta, quel pensiero lo deliziò e vi accennò una carezza decisa scontrandosi con il tessuto che lo ricopriva, ottenendo da Jane un altro gemito come risposta. Fino a quel momento, non si erano mai abbandonati ad alcun approccio fisico particolare, malgrado le ardenti occhiate e le vivaci effusioni che, di quando in quando, si erano scambiati durante gli ultimi appuntamenti.

E in quel preciso istante, l'attrazione fisica che Thomas provava nei confronti della studentessa si era ormai fatta pienamente strada nel suo cuore e, soprattutto, nel suo corpo, che raggiunse un livello di forte eccitazione non appena percepì delle dita sottili avventurarsi audacemente lungo il suo torace, per poi arrestarsi sui bottoncini scuri della sua camicia. L'uomo continuò a baciare con bramosia la 'sua' ragazza, incapace di sottrarsi a quanto stava accadendo. Le sensazioni che stava provando erano semplicemente indescrivibili e per troppo tempo si era perduto nell'immaginarle.

Con una lentezza esasperante, Jane cominciò a privarlo del suo indumento preferito sganciandone i primi tre bottoni, per poi giungere all'oggetto del suo desiderio. Per la prima volta, assaporò un più intimo contatto con il torso dell'uomo che, con sua somma sorpresa, trovò completamente liscio e privo degli ispidi peli di cui, invece, era contraddistinta la corta e curata barba di tre giorni che Jane aveva imparato ad apprezzare. Con viva curiosità, tracciò i contorni ben definiti dei suoi pettorali e quel percorso 'immaginario' che stava compiendo causò nell'uomo l'involontario e ulteriore inturgidirsi della sua parte più nascosta, intima, sensibile e virile, raggiungendo una condizione di eccitamento fisico ancora più intensa ed esplicita. Quante volte aveva immaginato che Jane potesse toccarlo in quel modo così innocente e, nel contempo, così maledettamente sensuale? D'improvviso, però, l'uomo si redarguì e colto da un guizzo di razionalità si staccò da lei senza permetterle di completare l'opera, sciogliendo a malincuore l'intimo abbraccio cui si erano abbandonati. Poi, di scatto, si alzò in piedi.

La giovane reagì con un certo sconcerto e gli posò con delicatezza la mano sinistra sulla spalla.

“Thomas... cosa ti prende?”

“C’è che sono terribilmente attratto da te” rispose lui, con un tono dal quale sembrava trasparire un leggero senso di colpa.

“E questo è un male?” ribatté lei, guardandolo negli occhi.

L'uomo la scrutò profondamente e, con gli occhi intrisi di un fervente luccichio, contemplò il gentile profilo della studentessa, ripensando alle dolci e bramose attenzioni che, per la prima volta dalla loro frequentazione, le aveva riservato. A fronte di quell'approccio così recente e segretamente agognato, il suo corpo si irrigidì e una sorda consapevolezza si fece strada nella sua mente. Per moltissimo tempo ne aveva fatto a meno e si era persino abituato a quella condizione di assoluta solitudine, ma avere Jane accanto aveva risvegliato in lui delle pulsioni naturali; degli impulsi rimasti a lungo sopiti.

E lui lo desiderava. Ardentemente.

Desiderava fare l'amore con Jane e venerare il suo meraviglioso corpo, desiderava farle sperimentare appieno tutte le sensazioni che provava stando tra le sue braccia, desiderava che il suo corpo preda dell'eccitazione potesse esprimerle quello che non sarebbe mai riuscito a dirle con le parole. Ciononostante, temeva che nella foga del momento - anche a cagione della sua prolungata astinenza al sesso - potesse farle del male senza volerlo, o rendere quell'importante esperienza poco piacevole. Doveva ancora abituarsi a lei e alla sua presenza, nonché comprendere appieno il sentimento che albergava dentro di lui. Ne era innamorato? A quel quesito dirompente, l'uomo non aveva ancora osato rispondere.

Quello di cui era certo era che, semmai fosse arrivato quel fatidico momento, lo stesso doveva essere unico e speciale. Proprio come quella ragazza che aveva scelto di rischiare tutto per lui.

“Lo è se non riesco a gestire al meglio i miei impulsi... come d’altronde è accaduto poco fa... Non avrei dovuto spingerti a reagire in quel modo...” replicò l’uomo destandosi dalle sue riflessioni e ricambiando lo sguardo confuso di Jane, alludendo in silenzio a quel bacio che gli aveva dato e che aveva parzialmente minato il suo solito autocontrollo.

“Thomas, tu... tu non devi affatto giustificarti con me per quello che provi nei miei confronti! In fondo, sento esattamente le stesse cose per te...”

“Invece devo farlo...” ribatté Thomas con decisione. “Tu sei fantastica, Jane... e soprattutto, non sei una delle tante, per me” aggiunse poi, accarezzandole la guancia. “Ed è proprio per questo che desidero aspettare.”

Jane gli sorrise leggermente.

“Mi diresti la stessa cosa se io non fossi la tua studentessa?”

“Vuoi la verità? Probabilmente sì. Perché indipendentemente da questo fatto, tu sei davvero importante per me. E ti confesso che in gioventù non mi sono comportato in un modo poi così egregio con le mie frequentazioni... desidero che con te sia diverso. Cerca di capirmi... in fondo, non ci conosciamo poi da molto tempo... 
È vero, abbiamo lavorato a stretto contatto per molti mesi, ma non mi sono mai attivato per conoscerti davvero. Adesso, però, voglio farlo... e voglio farlo nel modo più corretto possibile” concluse poi, scrutando la sua reazione.

La ragazza comprese nell’immediato cosa intendesse dirle Thomas: avvicinandosi del tutto a lui, Jane gli profuse l’ennesimo abbraccio, dandogli poi un bacio sulla guancia. In fin dei conti, l'ultima cosa che desiderava era che l'uomo potesse sentirsi a disagio in sua compagnia. In quel momento, la ragazza si ritrovò persino ad ammettere che ripensando a Seth, il suo primo ragazzo - un giovane dal temperamento assai impulsivo e, a suo dire, fin troppo audace -, non avrebbe mai creduto di potersi imbattere in un uomo completamente diverso da lui. Un uomo così sincero, leale e molto più propenso a instaurare dapprima un feeling di tipo mentale, piuttosto che abbandonarsi nell'immediato a un qualsiasi approccio di natura fisica che potesse sconfinare in qualcosa di diverso. In fondo, però, il comportamento di Thomas non la sorprese e ammetteva anche - malgrado la forte attrazione che provava nei suoi confronti -, di pensarla esattamente come lui. Nella sua vita, aveva conosciuto moltissimi ragazzi della sua età che incentravano un dato rapporto esclusivamente sulle apparenze e sulla fisicità, e Seth era uno di questi.

Il regista, invece, era stato coerente sin dall'inizio con i propri 'ideali': l'aveva già conosciuta per quella che era in realtà, soprattutto a livello caratteriale. Eppure, sentiva il bisogno di conoscerla ancora meglio. Così come lei voleva conoscere meglio lui e il suo burrascoso passato, sperando che un bel giorno potesse raccontarglielo nel dettaglio. Di sicuro, costruire un rapporto basato sulla fiducia reciproca avrebbe potuto giovare a entrambi ma, in primo luogo, al suo professore, che per molti anni - la ragazza lo aveva già intuito da qualche tempo - aveva vissuto come un uomo sin troppo disilluso dall'amore.

“Sai, Thomas...” gli confessò poi, divincolandosi per un istante dal suo abbraccio, “sei proprio tu quello che mi mancava.”

“Cosa intendi dire?” domandò lui, alquanto sorpreso da quella dichiarazione - nonché sollevato dalla sua reazione -.

“Intendo dire che la mia vita mi appare troppo perfetta, ora come ora.”

“Ma non lo è” si affrettò a dire lui. “Non credo che qualcuno approverebbe quanto stiamo facendo.”

“Lo so. Ma adesso non voglio parlare di questo.”

“Prima o poi dovremo farlo, però” rispose lui, in tono preoccupato. “E dovremo far fronte alla realtà dei fatti.”

“So anche questo. Ma ti prego, non adesso” gli sussurrò Jane nell’orecchio, abbracciandolo di nuovo.

Thomas sorrise ancora una volta. Incredibile come Jane riuscisse a strappargli un sorriso con così tanta facilità. E in quel preciso istante, egli si accorse anche di quanto gli fossero mancati quegli abbracci. Degli abbracci da parte di una persona che tenesse veramente a lui. E non riusciva ancora a credere al fatto che quella persona potesse essere la sua studentessa. Non appena i due tornarono a guardarsi negli occhi, Thomas poté notare in lei una sincerità e un’innocenza di cui anche lui stesso era stato pienamente testimone, durante gli anni della sua gioventù.

“A cosa stai pensando?”

“Che io non ti merito...” rispose lui. “Non merito una ragazza come te al mio fianco.”

“Non dirlo nemmeno” lo ammonì Jane. “Noi due ci completiamo.”

“Chissà, magari hai ragione. Non a caso, noi due insieme abbiamo creato un qualcosa di fantastico.”

“Ti riferisci al film?”

Lo sguardo di Hunt si rabbuiò.

“Non solo. Insieme abbiamo creato un mondo meraviglioso; un mondo che non è la realtà...” rispose poi, con rammarico. “Guarda dove siamo. Rinchiusi qui, a casa mia, rannicchiati su questo divano anziché in un ristorante o magari in un posto più appropriato per un appuntamento.”

“Forse non hai capito” ribatté Jane. “A me importa soltanto stare con te. Non mi importa il dove.”

“Ne sei sicura?” domandò lui, analizzando a fondo i suoi occhi azzurri.

“Certo. Anch’io vorrei che la nostra realtà fosse diversa, ma noi non possiamo fare altro che accettarla e aspettare che passi la tempesta. Ma dobbiamo restare uniti. So che non ne usciremmo indenni e che non potremmo continuare così per sempre, ma... Ma so per certo che ne usciremo più forti di prima” concluse la ragazza, avvicinandosi a lui.

Senza ulteriori indugi e ulteriori discorsi, Thomas diede ascolto al proprio cuore e, assecondando ancora una volta il proprio desiderio, baciò la ragazza con viva dolcezza ma, allo stesso tempo, con necessaria convinzione. Non aveva affatto voglia di pensare alle possibili conseguenze derivanti dal loro rapporto, o almeno, non in quella circostanza.


   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: EleAB98